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Il teatro

Storia
Il teatro nasce nella preistoria con rappresentazioni di genere sacro.
Il teatro si sviluppa nell’età greco-romana: inizialmente si allestivano spettacoli in onore di Dioniso. Si
sviluppa il genere della commedia (canto di festa in onore di Dioniso) e della tragedia (canto del capro). Le
commedie hanno un finale lieto e dei personaggi comuni, così come il linguaggio. Questo genere aveva
scopo di ironizzare su personaggi storici e vizi umani. Le tragedie, invece, erano considerati spettacoli
destinati ad un ceto più elevato, non si concludevano con un lieto fine. Il linguaggio era Aulico e i
personaggi eroici. Il teatro, in Grecia assunse un ruolo educativo e edonistico. Gli unici attori erano uomini e
il loro era un lavoro da professionisti, molto rinomato. Dopo la conquista romana, la civiltà Latina continua a
mettere in scena il genere della commedia e della tragedia. Il commediografo più conosciuto era Plauto,
mentre, per le tragedie, si ricordano i nomi di Terenzio e Seneca. Nasce il genere del mimo.
Con il medioevo vi è una caduta del teatro: era considerato sbagliato dalla chiesa e non era accettabile che
degli uomini si vestissero da donne.
Con il rinascimento si torna a mettere in scena spettacoli presso le corti. Oltre alle classiche commedie e
tragedie, vengono scritte nuove opere (come la ‘Mandragola’ di Machiavelli) e nasce il genere del “dramma
pastorale” in cui si idealizzava la vita campestre.
Nel seicento il teatro si sviluppa in Inghilterra con Shakespeare. In Italia si continuano a mettere in scena
commedie, tragedie, drammi pastorali e nascono i generi della ‘Commedia Dell’Arte’ e del melodramma. In
questo periodo nascono le prime compagnie teatrali.
Nel settecento il teatro a questa molta importanza: vengono costruiti molti teatri che venivano affittati dalle
compagnie (a Venezia se ne contavano un centinaio).
Nell’ottocento nascono la figura del regista e il teatro borghese.
Nel novecento il teatro classico viene raramente inscenato. Iniziano a venire scritti spettacoli da un singolo
atto. Nasce il metateatro.

Caratteristiche generali
I personaggi venivano sempre elencati all’inizio dell’atto (atto: equivalente del capitolo di un libro e
solitamente erano un massimo di cinque per spettacolo). Gli atti erano suddivisi in scene. Erano presenti
Dialoghi e monologhi.
Le compagnie teatrali erano composte principalmente di attori che, oltre a saper recitare, erano capaci di
suonare, in quanto la musica era fondamentale; di danzare e mimare. Molto spesso gli attori si occupavano
anche di scenografie (mobili e fisse) e di costumi.

Commedia dell’arte
Nata nel cinquecento, ebbe molto successo nel seicento e decadde nel settecento. Era molto conosciuta anche
all’estero e le compagnie più famose erano: la ‘compagnie dei gelosi’, la ‘compagnia dei fedeli’ e la
‘compagnia dei confidenti’. Gli attori erano artisti a 360 gradi (iniziano ad apparire le prime attrici, anche se
sono molto rare e mal viste dalla società).
La peculiarità della Commedia dell’arte è che non esisteva un vero e proprio copione, bensì un ‘canovaccio’,
ovvero una trama sintetica di come la storia doveva svolgersi. Gli attori improvvisavano sulla base del
canovaccio, utilizzando dei ‘ruoli fissi’ anche chiamati ‘maschere’ in cui un singolo attore si specializza a
per interpretare un determinato personaggio che avesse sempre le stesse caratteristiche.
Esistevano due tipi di compagnie: le compagnie ducali che si esibivano presso la corte, molto prestigiosi e
che venivano pagati regolarmente; e le compagnie girovaghe, nomadi ma comunque pagate degli spettatori.
Le trame erano complicate e spesso trattavano tematiche come l’imbroglio, i tradimenti e lo scambio di
persona.
Il linguaggio era adattato al pubblico: le compagnie girovaghe erano scurrili, volgari, facevano spesso battute
a sfondo sessuale; le compagnie ducali avevano un linguaggio meno comune e volgare, essendo inservienti a
corte.
La commedia dell’arte è stata condannata dalla chiesa in quanto scurrile.

La tragedia
Considerato il genere più importante da Aristotele per la sua funzione educativa.
Il finale delle tragedie non è mail lieto, spesso gli spettacoli si concludevano con la morte dei protagonisti
dopo aver lottato per affermare i loro valori. I personaggi sono di ceto elevato, di fatti, la tragedia è un genere
destinato a un pubblico esclusivamente colto.
A corte vengono messe in scena tragedie classiche, di cui Seneca era il più apprezzato per le scene cruente, e
tragedie ‘moderne’. Le tragedie moderne vengono destinate più alla lettura che alla rappresentazione.
Le tragedie rispettano le tre unità aristoteliche: L’Unità di tempo, il racconto si deve svolgere entro le 24 ore;
L’Unità d’azione, il racconto deve narrare una sola vicenda e L’Unità di luogo, la storia si deve svolgere in
un solo luogo.
Le tragedie potevano essere di genere storico, biblico o tratte da poemi cavallereschi.
Le opere più conosciute del seicento erano ‘Re Torrismondo’ di Tasso, ‘Ester’ di Federico della Valle e
‘Aristodemo’ di Carlo de Dottori.
A cavallo tra il cinquecento e il seicento, nasce il “teatro di collegio”, messo in scena da studenti delle scuole
gesuite, rappresenta episodi biblici, inizialmente narrati in latino, poi in volgare.

Teatro in Francia
Più conservatore rispetto a quello spagnolo. Si rispettano le unità aristoteliche.
Pierre Corneilles
Tragediografo vissuto durante il periodo della controriforma che ebbe molto successo. I suoi personaggi sono
di carattere eroico, i cui valori più importanti sono l’onore, la magnanimità e la generosità. Le sue storie
sono incentrate sul contrasto tra sentimenti e senso di dovere.
Jean Racine
Anch’esso vissuto durante la controriforma, nato in una famiglia borghese ed educato in un convento
giansenista in cui il teatro era condannato. Nonostante ciò, Racine decide di scrivere opere destinate alla
rappresentazione teatrale. Ebbe molta fama e divenne tragediografo di corte.
Scrive “Fedra”, la sua opera più famosa, ispirata da Euripide e con influssi di Seneca. La storia parla di
Fedra, moglie di Teseo, che vive il contrasto tra la passione per Ippolito (suo figliastro) e il suo dovere come
moglie di un sovrano. Questo conflitto la tormenta al punto che desidera suicidarsi e si confida con la nutrice
Euridice. (testo a pagina 65).
Dopo la scrittura di Fedra, Racine ha una crisi religiosa e decide di lasciare il teatro. Tornerà poi a scrivere
tragedie religiose più tardi su richiesta di una donna aristotelica. Muore poco dopo.
Molière
È stato il commediografo più famoso. Nacque a Parigi nel 1622 da una famiglia benestante, andò in un
collegio Gesuita, studiò diritto e divenne dottore di diritto. Frequenta molti teatri da studente, e diviene attore
di piccole compagnie. Con una delle attrici che conosce, fonda “l’Illustre Teatro” che, purtroppo, non ebbe
successo e si attirarono dei debiti. 14 anni dopo, facendo parte di una compagnia girovaga, mette in scena la
sua prima commedia “il dottore innamorato”, che viene molto apprezzato da Luigi XIV e viene nominato
commediografo di corte. Scrive alcune commedie ,sotto protezione di Luigi XIV, in cui fa delle critiche
sull’ipocrisia di alcune persone (“preziose ridicole”; “scuola dei mariti” e “scuola delle mogli”). Molière si
attira molte accuse per immoralità. Scrive ‘Tartufo’, commedia in cui ironizza sulla falsità delle persone
religiose ma viene censurata dalla corte, nonostante piace molto a Luigi XIV. Compone il ‘Don Giovanni’ in
cui prende di mira la nobiltà. La corte costringe Molière a cambiare le sue commedie. Scrive l’Avaro e Il
Malato Immaginario. Muore nel 1673 sulla scena.
Le caratteristiche principali delle commedie di Molière sono: il buongusto, la naturalezza, la scelta di non
seguire le unità aristoteliche, l’esaltazione per l’astuzia, le battute brillanti, e la non volgarità.
Tartufo di Molière
Francia del 1600. Tema: ipocrisia della società, in particolare dei religiosi
Trama: Orgone, ricco aristocratico, vorrebbe creare una “famiglia perfetta”. Un giorno incontra Tartufo, che
si spaccia per un uomo di fede e si fa ingannare. Tartufo viene ospitato da Orgone per educare la sua
famiglia. Tartufo mostra la sua vera natura soltanto in assenza di Orgone e i familiari decidono di provare
all’uomo la vera natura di Tartufo chiudendolo in un armadio. Mentre Orgone è nascosto, Tartufo crede di
essere solo con Emira (moglie di O) e tenta di sedurla. Orgone caccia Tartufo.

Il Melodramma
Spettacolo teatrale che ha molto successo in Italia e le cui compagnie erano molto conosciute anche
all’estero. Nasce a Firenze nel 1573 dal dubbio se la commedia greca fosse cantata, arrivati alla conclusione
che la tragedia greca fosse cantata da una sola voce, si conia la parola ‘melodramma’ dove ‘melos’ significa
melodia e ‘drama’, rappresentazione scenica.
Nel melodramma si alternano parti cantate (Ariette) con parti recitate (recitativi). Le Ariette erano scritte in
versi parisillabi e servivano a mostrare l’aspettò sentimentale dei personaggi, mentre, I recitativi, servivano a
far proseguire la storia ed erano accompagnato da un singolo strumento. Il testo delle battute dei
melodrammi si chiama ‘libretto’. Argomenti sono di tipo mitologico, biblico e storico. Il melodramma
coinvolge molte persone per le scenografie mobili e per il fenomeno dei “cantanti castrati” giovani attori
castrati da bambini per mantenere le voci alte, dato che non c’erano attrici.
Il genere del melodramma degenera con il tempo: le parti cantate superano le parti recatate, le storie
assumono tra è troppo complicate e i personaggi vengono ridicolizzati.
Tra il 1600 e il 1700 ci fu una riforma del melodramma: Vincenzo Gravina, sostiene che il melodramma non
può essere riformato. Apostolo Zeno scrive melodrammi con trame semplici, che rispettassero L’Unità
d’azione e di tempo di Aristotele, con un numero ristretto di scene, con assenza di personaggi comici con un
numero di ariette limitato.
Pietro Metastasio (Pietro Trapassi)
Nasce a Roma nel 1698 in una famiglia di modeste condizioni economiche. Ha un talento per la scrittura di
versi poetici sin da giovane. Incontra Gravina davanti a un oreficeria ed egli lo fa entrar nell’Arcadia, li
cambia il nome in metastasio. Alla morte di Gravina, Metastasio eredità la sua libreria e si trasferisce a
Napoli, dove incontra molti musicisti, entra nel mondo del melodramma e scrive “ gli orti estereli”. Ha il
massimo del successo con Didone Abbandonata. Scrive altri melodrammi di carattere storico come
“Artaserse”.
Viene chiamato a Vienna dove diventa “poeta cesareo”, compone “Olimpiadi” e “Articolo Regolo”. Muore a
Vienna nel 1782.
La sua riforma del melodramma:
• Riduce le parti cantate
• Valorizza la recitazione
• Riduce il numero di personaggi
• Da il lieto fine alla maggior parte delle sue opere
• Si ispira alla tragedia
• Buongusto
• Naturalezza
• Equilibrio, non ci sono eccessi (influenza dell’ arcadia, scuola anti-barocco)
• Contrasto tra amore e dovere
• Attenzione per la psicologia dei personaggi
• Lingua semplice, termini non troppo aulici ma neanche comuni, così come una grammatica semplice
• Recitativi scritti in versi imparisillabi (settenari/ endecasillabi)
• Ariette scritte in versi parisillabi (6/8)

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