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tetraedro

esaedro/cubo ottaedro dodecaedro icosaedro


fuoco terra aria etere acqua

Platone
(ed i poliedri regolari degli)
Elementi Metafisici
&

struttura della “camera di meditazione”


…tratto dagli scritti di Eddy Seferian
elaborato dal (l’umile) discepolo Mauro Bertamè

aggiornamento: Milano; 30 aprile 2018 1


Mi chiedo, e forse ne sono convinto, che anche per me e per alcuni amici, che abbiamo
seguito le meditazioni dei Maestri, appunto nel periodo 2001/2002, ci è stato concesso il
grande privilegio di seguire un genere di insegnamento molto simile, con la differenza che al
tempo di Platone la Legge evolutiva dell’Umanità consentiva solo un insegnamento
completo orale, mentre oggi, entrati ormai in pieno nell’Età dell’Acquario, la Legge consente
di parlarne abbastanza liberamente e di provvedere alla divulgazione anche per iscritto.
Ho raccolto in questo fascicolo la trascrizione, ridotta ai punti tecnici essenziali, di 15
meditazioni, che metto a vostra disposizione; ve le elenco:
01.02.2001, da Mariella Santulli,
presiede Lady Nada
02.02.2001, da L. Cozzi a Magenta, presiedono i Maestri Sanat Kumara e Koot Humi
07.02.2001, da F. Drago / Aldebaran, presiedono i Maestri El Morya e Sanat Kumara
09.02.2002, al Villaggio Verde, presiede il Maestro Serapis
13.02.2002, da M. Bertamè / Hanasck, presiede il Maestro Orion con Angelica
27.02.2002, da F. Drago / Aldebaran, presiede il Maha Chohan
28.02.2002, da Mariella Santulli,
presiede il Maestro Pallas Athena
06.03.2002, da Luciana Bertoli, presiede l’Araldo del Logos Solare
08.03.2002, da E. Guastalla a Brugherio, presiede il Maestro Sanat Kumara
09.03.2002, al Villaggio Verde, presiede il Maha Chohan
10.04.2002, da M. Bertamè / Hanasck, presiede il Maestro Lao Tsu con Kwan Yin
13.04.2002, al Villaggio Verde, presiede il Maestro El Morya
11.05.2002, al Villaggio Verde, presiede il Maestro Hilarion
25.05.2002, al seminario di Reiki Esoterico, presiede il Maestro Djwal Khul
05.10.2002, al Villaggio Verde, presiede il Maestro Djwal Khul
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Tutto quello che vi dirò oggi appartiene alla realtà del piano metafisico;
metafisico nel significato aristotelico di oltre la fisica *. Ragione per cui vi
invito a lasciare libera la mente e anzi vi chiedo di non voler cercare di
capire ad ogni costo con la mente razionale tutto ciò di cui vi parlerò,
cercate di usare l’emisfero destro intuitivo e creativo.
Porto ad esempio quanto San Bernardo di Chiaravalle ha scritto nella sua
Epistola 106:
“Troverete di più nelle foreste che nei libri.
Gli alberi e le pietre vi insegneranno
ciò che non sanno insegnare i vostri maestri.
Pensate di non poter succhiare il miele dalle pietre
e l’olio dalla roccia più dura?
Le montagne non distillano forse la dolcezza?
Dalle colline non cadono forse il latte ed il miele?
Le valli non sono piene di frumento?
Ho tante cose da dirvi e mi trattengo a stento!”

* Metafisica non è un termine aristotelico; forse è stato coniato dai Peripatetici, se non è
addirittura nato in occasione dell’edizione delle opere di Aristotele fatta da Andronico di Rodi
nel primo secolo a.C. La metafisica è la scienza che si occupa delle realtà, che stanno al di sopra
di quelle fisiche, delle realtà trans-fisiche o sopra-fisiche, e, come tale, si oppone alla fisica.
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Ne parla anche nella seconda parte del Fedone, precisando che “la Terra si libra pura
nel cielo puro che gli studiosi di questi problemi chiamano Etere; e l’Acqua, la nebbia e
l’Aria sono un sedimento di questo Etere e insieme si riversano continuamente nelle cavità
della Terra.” Platone descrive, per bocca di Timeo di Locri (nel Dialogo omonimo),
filosofo pitagorico, come si presentano gli Elementi nel loro aspetto geometrico,
sotto forma di poliedri regolari, in quanto la Divinità adornò tutte le cose di forme e
di numeri. Platone è molto discreto e non spiega come mai e in quali occasioni gli
Elementi Metafisici, che egli chiama corpi, si presentano ad un’attenta vista animica
dell’Umano come poliedri regolari. Semplicemente ne parla. Nel Fedro e, molto
più esplicitamente, nella Lettera VII * spiega che il vero insegnamento può
avvenire solo oralmente e non per iscritto… Forse si tratta della parte esoterica
della sua scuola, che, nell’aspetto più profondo del suo insegnamento, poteva
essere trasmessa solo a voce; per cui mi chiedo se Platone aveva la dote di
percepire il piano soprasensibile, se non addirittura la chiaroveggenza. È probabile
che l’avesse, ma dagli scritti dell’antichità non ci sono arrivate chiare notizie in tal
senso. Io comunque non lo escludo, perché per esperienza personale so che non si
può arrivare a descrivere gli Elementi Metafisici sotto forma di poliedri regolari se
non si ha un minimo di chiaroveggenza o, perlomeno, capacità di astrarre la
propria mente dalla visione razionale.

* Nella Lettera VII, Platone dice a chiare lettere, che non esporrà mai per iscritto gli aspetti reali della
sua dottrina, limitandosi a parlarne solo a voce; mentre tutto ciò che ha scritto deve servire agli
studiosi solo per ricordare quello che già sanno. (Vedi l’allegato ‘A’).
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Vi elenco qui di seguito i poliedri regolari, meglio conosciuti come platonici:

Elemento Metafisico Fuoco: tetraedro: 4 triangoli equilateri;



Elemento Metafisico Aria: ottaedro:
8 triangoli equilateri;



Elemento Metafisico Acqua: icosaedro: 20 triangoli equilateri;



Elemento Metafisico Etere:
dodecaedro: 12 pentagoni: ogni
pentagono è formato da 5
triangoli equilateri (= 60);

Elemento Metafisico Terra:
esaedro/cubo: 6 quadrati: ogni
quadrato è formato da 2 o
da 4 triangoli rettangoli, a
seconda che si traccia una
o due diagonali su una
faccia (= 12 o 24). 6
Tutti i vertici dei poliedri regolari, se racchiusi in una sfera, toccano la faccia
interna della superficie della sfera che li contiene. Mi chiedo se si possa dire
che i poliedri regolari hanno in sé una propensione a raggiungere la
perfezione di una sfera, ritenendola la forma perfetta della manifestazione.
Questo mio pensiero (ricordiamo che è sempre Eddy che scrive) potrebbe avere
un senso soprattutto se considerassimo la Sfera come la forma perfetta, che
possa rappresentare il Dio della Creazione dell’Universo…
Consideriamo anche il triangolo equilatero, forma base del tetraedro/Fuoco,
(ma anche quello rettangolo e pure lo scaleno) come una forma che ci accosta
al Divino (in molte rappresentazioni religiose il Buon Dio è rappresentato da
un triangolo). E si può passare, con gran facilità e logica, dal Fuoco al Divino.
Teniamo comunque presente che già altri filosofi greci ed altre precedenti
civiltà avevano queste conoscenze:
•  i presocratici ne parlavano, ma è solo da Platone in poi, che si è parlato di
tutti e cinque gli Elementi Metafisici e soprattutto della loro espressione
geometrizzante :
•  l’Antico Egitto conosceva gli Elementi Fuoco, Terra e Aria;
•  i Pitagorici conoscevano anche gli Elementi Acqua ed Etere, mentre
•  i Celti e gli Etruschi conoscevano l’Elemento Etere.
•  I Cinesi lo conoscevano come Elemento Legno
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Platone ci dice che Fuoco, Aria ed Acqua si generano l’un l’altro. È pure
interessante considerare il fatto che sia il tetraedro che l’ottaedro hanno
innestato in sé il principio del quattro (4, ossia Elemento Metafisico Terra): il
tetraedro per il fatto che ha quattro facce e l’ottaedro per il fatto che è formato
da due piramidi a base quadrata che si combaciano. A tal proposito prendiamo
atto della curiosità inserita dallo storico contemporaneo Giovanni Reale
(1931-2014) nelle note incluse nella sua opera (in cinque volumi) della Storia
della Filosofia Antica, che:

due ottaedri + un tetraedro = un icosaedro
Aria di + Fuoco di = Acqua di
16 facce 4 facce 20 facce.

e io mi azzardo e mi permetto di
aggiungere: Aria è Ossigeno (O²) e
Fuoco è Idrogeno (H²).
Però nella cultura scientifica ufficiale della
chimica, non è l’Aria/Ossigeno ad essere
doppio, ma il Fuoco/Idrogeno. 8
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Etere: In genere lo si può percepire più facilmente, mettendosi in
meditazione, ossia svuotando la mente e aiutandosi con la recita di mantra o
con il canto mantrico. Le sue molecole scendono, sotto la forma simbolica di
una veste, (la cui natura è composta da forme animiche cristalline pentagonali
raggruppate in forma di dodecaedri) sulla persona raccolta in meditazione. La
persona respira, non sempre con ritmo regolare, e dopo alcuni attimi anche
la veste respira (questa è la sua caratteristica animica), allargandosi e
restringendosi e mantenendo un ritmo stabile; molto naturalmente si arriva
al punto in cui il ritmo della respirazione della persona non coincide più con
il ritmo iniziale strettamente regolare dei movimenti della veste; ragione per
la quale la veste simbolica incomincia ad esercitare una pressione animica sul
corpo animico della persona. Voglio dire che i due tempi di respirazione si
differenziano nella dimensione tempo. Per reazione ed in conseguenza di
questa contrapposizione il corpo animico della persona trasuda, attraverso i
capillari ed i terminali dei due sistemi nervosi, “detriti psichici”, come dei
piccoli cristalli piuttosto friabili di carbone (o carbonchio, come sin dall’inizio
li hanno chiamati i Maestri della Gerarchia), che cadono a terra per sciogliersi e
tornare nel Tutto Animico e svanire in esso. (costante di struttura fine 1/137)
Per Platone il dodecaedro (Etere) è il più bello tra i poliedri, perciò l'universo
ha la sua forma. Nel Fedone, Socrate, poco prima di bere la cicuta, dice:
"L'universo e la Terra hanno la forma di una palla con dodici facce colorate, di forma
pentagonale e i corpi celesti sono sospesi all'interno”.
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1 NOTA PERSONALE sul SESTO Elemento metafisico LEGNO *:
Per quante ricerche abbia fatto in questo ultimo anno (ottobre 2007/ottobre
2008), non sono riuscito a rintracciare chi fosse il filosofo dell’antichità che
inseriva il Legno nel novero degli Elementi Metafisici; eppure mi permetto di
insistere che il mio professore di lettere e filosofia, Prof. Avancini, negli anni
subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, mi parlava di un filosofo o
di una Scuola Filosofica appartenenti alla sfera culturale dell’Antica Grecia,
che aveva aggiunto il Legno al gruppo dei Quattro Elementi Metafisici.
Degli amici a livello universitario, dopo diverse ricerche, mi hanno
comunicato che solamente una parola in greco nei testi di Aristotele avrebbe
potuto prestarsi ad essere interpretato come Legno, ma ciò era da considerarsi
molto dubbio e anzi sicuramente da scartare.

Comunque risulta che la medicina cinese prende in considerazione
Cinque Elementi (Metafisici):
-il Legno collegato a Giove che si estende al fegato, legato al colore verde
-il Fuoco collegato a Marte che si estende al cuore, legato al colore rosso
-la Terra collegato a Saturno che si estende alla milza, legato al colore giallo
-il Metallo collegato a Venere che si estende ai polmoni, legato al colore bianco
-l’Acqua collegato a Mercurio che si estende ai reni, legato al colore nero.

* sull’utilizzo pratico del sesto elemento metafisico (mondo vegetale) si rimanda


alla prossima dispensa in preparazione… 13
2 NOTA PERSONALE sul SESTO Elemento metafisico LEGNO:

E per concludere, a proposito di questo argomento, mi è d’obbligo accennare ad


un saggio scritto dal libero teosofo e antropologo Prof. Bernardino del Boca, in cui
riporta vari spunti di teorie, dialoghi e tant’altro a proposito della Quarta
Dimensione, tramite estratti da opere di diversi autori dell’antichità e
contemporanei. Nel saggio è riprodotto un disegno (vedi illustrazione tavola
seguente), opera del Professore, che rappresenta le sei facce quadrate di un cubo
appiattite a due dimensioni a forma di croce, su cui ha adagiato un Uomo per
l’appunto in Croce; è straordinario che la sua intuizione abbia dedicato ad ogni
singolo quadrato un Elemento Metafisico:
- il quadrato della testa con l’Elemento Aria
- il quadrato del braccio destro con l’Elemento Fuoco
- il quadrato del braccio sinistro con l’Elemento Acqua
- il quadrato del tronco, dei primi quattro chakra, con l’Elemento Legno (regno
vegetale?)
- il quadrato delle cosce sino ai ginocchi con l’Elemento Metallo (regno minerale?)
- il quadrato delle gambe, dai ginocchi alla punta dei piedi, con l’Elemento Terra.
Ho chiesto informazioni e notizie ad alcune persone che avevano seguito
abbastanza da vicino il Professore, ma invano… Comunque ritengo che
probabilmente quanto suesposto non ha bisogno di ulteriori approfondimenti; mi
piacerebbe saperne di più, ma il Professore non è più con noi…
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16
SESTO Elemento metafisico LEGNO

- con la mente, in virtuale, traccio le


linee 4 e 5, tenendo presente che sia 4
che 5 hanno la stessa lunghezza della linea tratteggiata 3, ossia 0.50 m. cadauna;

- in virtuale, costruisco un quadrato, tracciando i lati 6, 7 e 8, più precisamente


indicato con le lettere ABCD; anzi debbo precisare che, dopo aver tracciato le
linee 4 e 5, la formazione della figura geometrica avviene spontaneamente;
- faccio un passo indietro con il piede destro, divaricando leggermente la gamba
con la medesima misura della lunghezza del passo e posiziono il tallone al
punto A; riaccosto il piede destro a quello sinistro; faccio un passo in avanti con
il piede sinistro, divaricando leggermente la gamba con la medesima misura
della lunghezza del passo, tracciando così una ideale linea diagonale “╲” A2C
nella piattaforma quadrata, e posiziono così la punta del piede al punto C; con
questi due passi, ma soprattutto con il secondo, ho innestato, sul piano della
realtà animica, un ingranaggio prettamente animico, che invita la natura
circostante ad esprimersi con il suo naturale idioma geometrico: mi metto in
ascolto e vedo;
17
SESTO Elemento metafisico LEGNO

- il passo in avanti del piede sinistro


ha comunque tracciato, e quindi evidenziato

nel quadrato della piattaforma quadrata di Elemento Metafisico Terra “ ”, i □

due triangoli rettangoli di Elemento Metafisico Fuoco; ossia mi vien naturale


pensare che i due triangoli rettangoli si ricollegano alla Scintilla Divina in
quanto Elemento Metafisico Fuoco *, mentre il quadrato formato dalla somma
dei due triangoli rettangoli sotto i miei piedi si ricollegano all’Elemento
Metafisico Terra;
- sono cosciente di appartenere, come umano, all’essenza dell’Elemento
Metafisico Terra, per cui il fatto di trovarmi in piedi su una piattaforma
quadrata mi torna molto naturale (ricordiamoci che il quadrato ed il cubo si
collegano all’Elemento Metafisico Terra);

* Il triangolo equilatero ha in sé il principio dell’Elemento Metafisico Fuoco, ma ciò succede pure
per gli altri triangoli, come il triangolo rettangolo, l’isoscele e persino lo scaleno, anche se meno
intensamente. Non so se riesco a spiegarvi che anche la Scintilla Divina ha in sé il principio
dell’Elemento Metafisico Fuoco, in quanto la stessa parola Scintilla lo conferma.
18
SESTO Elemento metafisico LEGNO

- i punti toccati dalla punta del piede sinistro e


dal tallone del piede destro coincidono con due;
- la mia natura dualistica ha sdoppiato, come se
fosse una visione, i due triangoli rettangoli ABC e
ACD in due ali animiche di Elemento Metafisico Fuoco:
[ “ >x ╲ {? ” ] *;

- con i piedi mi muovo fisicamente sulla Terra, mentre con l’ala destra? mi
libro nell’atmosfera del macrocosmo e con l’ala sinistra> plano negli abissi del
mio micro-cosmo e vivo la mia vita ben equilibrata ed in armonia nel conscio e
nell’inconscio;
- io uomo, sospeso fra Elemento Metafisico Terra ed Elemento Metafisico Fuoco
(l’Uomo sospeso fra terra e cielo): sono pronto; con il mio piede destro, ma
soprattutto con il mio piede sinistro, ho dato inizio ad una successione
spontanea di posizioni di geometria sacra per la formazione del
Sesto Elemento Metafisico (LEGNO) [è come un passo di danza sacra];

* vertici dei due triangoli rettangoli contrapposti, che si combaciano con le loro ipotenuse: uno in
fianco dinanzi a me sulla destra “ ╲{? ” e uno in fianco, quasi alle mie spalle, sulla sinistra “
>x╲ ”, rispetto alla diagonale; quindi, riassumendo: [ “ >x╲{? ” ]; i due triangoli rettangoli
formano il quadrato “ □ ” della piattaforma quadrata ABCD);
19
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20
SESTO Elemento metafisico LEGNO
le due diagonali dividono il rettangolo in
quattro triangoli isosceli: 2 triangoli con
gli angoli di base di 27° e l’angolo del
vertice di 126°, più 2 triangoli con gli
angoli di base di 63° e l’angolo del vertice di
54°; [sono numeri molto particolari, la cui somma
dà sempre nove; 2+7=9 e 1+2+6=9 e di nuovo 9+9+9=27,

2+7=9; e 6+3=9 e 5+4=9 e nuovamente 9+9+9=27, 2+7=9];


- mi sento attratto dal triangolo isoscele A 1 F, alla mia destra e lo evidenzio
mentalmente; centro l’ago di un compasso ideale nel punto 1 ed
immediatamente e spontaneamente si forma un cerchio, segnato con il 14, con
raggio 1 F, che tocca i punti A, B, E e F;
- non appena il cerchio si chiude, sempre spontaneamente, sulla linea AF si
innalza un quadrato, che scende al suolo come un ponte levatoio, per invitare gli
“amici (animici)” che mi hanno accompagnato a raggiungere la postazione del
punto 2 e vivere così quest’esperienza, percependo la sintonia con l’azione svolta
dal pioppeto grazie all’innesto della quadratura del cerchio; infatti per
grandissima approssimazione, il Sesto Elemento Metafisico Legno ha espresso, sul
piano della realtà animica, nel suo idioma figurato di geometria sacra, il
principio della quadratura del cerchio; ed è questo principio che incide sul sesto
chakra, quello della fronte, il terzo occhio (Ajna) e sede della consapevolezza;
21
SESTO Elemento metafisico LEGNO
Quando si entra in un “quadrato”, è quello e
tale rimane; è come entrare o stare in una
stanza quadrata. Ma se il quadrato si
dovesse dilatare in “rombo”, allora le due
pareti verticali si metterebbero a respirare: ti
spuntano le ali, una verso l’esterno che ti
porta anche nei piani rarefatti sottili, mentre
l’ala verso l’interno ti porta al contempo
nelle viscere del tuo essere profondo. Le due
ali si innestano al punto d’incontro del
chakra del cuore (e del timo): quello del timo
è spirituale (verso i mondi rarefatti
metafisici), quello del cuore è emozionale e
devozionale… mettili insieme, fanne
un’unica cosa, un unico cuore e aspetta di
vedere cosa succede! auguri!...

- perché infatti la superficie del quadrato AFGH è di 2x2 = 4 mq; mentre la


superficie del cerchio è approssimativamente 1,1285 x 1,1285 x 3.14 = 3,997 mq.
(quasi 4 mq); ossia raggio 1F per raggio 1F per π = la superficie del cerchio.
- sempre spontaneamente e all’improvviso il quadrato del ponte levatoio si evolve
e si trasforma in un cubo (astrale), che assume la funzione di un Vestibolo per
accogliere gli allievi, mentre il Cerchio si sviluppa in 3D e prende la forma di una
sfera (mentale), metà sopra il suolo e metà sotto il livello del suolo;
- gli iniziandi, dopo essersi ben preparati nel Vestibolo, entrano nella Sfera,
scendono in essa e raggiungono il punto 2, pronti ad affrontare e vivere
un’esperienza di consapevolezza.
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DALLA MEDITAZIONE DEL 19.07.2001 PRESIEDE SANAT KUMARA

Sanat Kumara: “Vi è già stato spiegato in altra occasione. Nasce tutto dal Sole
Centrale, dal vostro Sole. Voi siete una famiglia planetaria attorno al Sole. Abituatevi a
chiamarlo Sole Centrale. Da esso che cosa esce? Guarda che la scienza non lo chiama
Elemento Metafisico Fuoco, te l’abbiamo già detto, lo chiama idrogeno; non lo chiama
Elemento Metafisico Aria, lo chiama ossigeno. Metti questi due …”
Sanat Kumara : “Quindi, che cosa c’è di più semplice?! Avete l’Acqua! Io però, non
vi parlo di quello che si è manifestato nei piani densi terreni, vi sto parlando
dell’anima, dell’essenza dell’essenza dell’essenza di quello che è Acqua, di quello che è
Fuoco e di quello che è Aria.”
Sanat Kumara: “La Grande Festa è quando ci sono due parti di idrogeno e una parte
di ossigeno. Cioè due parti di Elemento Metafisico Fuoco e una parte di Elemento
Metafisico Aria. È allora che avete il diluvio di Elemento Metafisico Acqua, che ha la
forza di prendere un contatto completo con l’Elemento Metafisico Terra. Quindi
quando sarà il momento vedrai e spiegherai.”
Eddy: “È così anche nei piani sottili animici. L’Acqua nei piani sottili è un qualche
cosa di pensato e poi sulla Terra si realizza. Ma noi dobbiamo cercare di andare a
trovare quella animica.”
Sanat Kumara riprende: “Voi siete delle Scintille Divine, che, scendendo nei piani
sempre più densi, siete nati e avete avuto un corpo. Altrettanto è per il mondo vegetale
e altrettanto per il mondo minerale e la medesima cosa avviene per i Quattro Elementi
Metafisici.”
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DALLA MEDITAZIONE DEL 19.07.2001 PRESIEDE SANAT KUMARA

Quasi come il rettangolo con le due diagonali!!!


L’idioma della Natura è la geometria??!!

Sanat Kumara ci fa recitare l’Invocazione mantrica all’Amore Cosmico


Universale Spirituale e in ultimo aggiunge: “Ecco, vedi? Sono i Quattro
Elementi. Fate la base con i Quattro Cardini della vostra conoscenza. Di questi
Quattro Cardini a seconda di come vi muovete e di come si muovono, perché voi vi
muovete, perché voi avete i vostri Quattro Cardini personali. Su di essi noi della
Gerarchia interveniamo con l’Elemento Metafisico Etere. E che cosa facciamo?
L’Elemento Metafisico Etere è come la strettoia della Clessidra e successivamente
innestiamo gli altri Due Elementi Metafisici: il Sesto ed il Settimo, che, oltre tutto,
coincidono con il sesto chakra e con il settimo chakra: la consapevolezza e l’apertura.”
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Esattamente come quando l’allievo, per vivere
l’esperienza del Sesto Elemento Metafisico, esce dal
Vestibolo a forma di cubo ed entra nella Sfera e ne
raggiunge il centro per sperimentare la
consapevolezza del momento [vedi paragrafo].
E per concludere constatiamo che circa mille sono i
cerchi che ricoprono il Matrimandir e mille sono i
piccoli triangoli che ricoprono la superficie del poliedro (geoide) che rappresenta
il Settimo Elemento Metafisico e mille sono i simbolici petali del fiore di loto del
chakra che abbiamo sul colmo della testa: Sahasrara. Queste constatazioni a
proposito del Matrimandir, mi portano prepotentemente alla mente la Basilica di
Collemaggio, all’Aquila e faccio alcune considerazioni:
- il Matrimandir ha la forma di un poliedro sferico con la superficie sfaccettata
come un geoide, mentre, in contrapposizione, la Basilica di Collemaggio ha la
forma di un parallelepipedo ben squadrato, quasi una scatola, che suggerisce la
sagoma di un cubo;
- sono due Centri Energetici dislocati sulla superficie della Terra e aperti verso il
cosmo, che forniscono energie alla Rete di Nuclei Filosofali;
- il Matrimandir, grazie alla sua sfericità, si collega al settimo chakra e al mondo
sottile del Divino, quindi all’Elemento Metafisico Fuoco; mentre la Basilica di
Collemaggio, grazie alla sua sagoma cubica ben squadrata, si collega al primo
chakra, all’Uomo, all’Elemento Metafisico Terra (sospesi fra Cielo e Terra).
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32
La “camera di meditazione” presenta “incredibili” analogie con la
“struttura del trigono eterico” relativo alla scuola dei “tripli
orientamenti” San He Pai della disciplina Feng-Shui (vedi Allegato “B”) 33
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NOTA sulle Gemme collegate alle costellazioni (slide 34)

Eddy ci spiega che la gemma 8s corrisponde alla costellazione della posizione del sole (reale) alla
nascita e che alle successive, dalla 9s alla 13s, corrispondono le costellazioni che la precedono. Le
gemme della corona del lato sinistro hanno la frequenza di “progressione mensile” e si attivano
nei sei mesi antecedenti alla nascita. Dal terzo al nono mese quindi si attivano le gemme
registrando le informazioni relative in tale periodo temporale, che avrebbero riscontro nella sfera
psico-fisica dell’individuo. Ci dice poi che alla 8d corrisponde la costellazione dell’ascendente (reale)
e che alle successive, dalla 9d alla 13d, corrispondono le costellazioni che la seguono. La frequenza
della parte destra, poiché determinata dalla costellazione dell’ascendente, ha una frequenza di
progressione di circa due ore; ogni due ore infatti cambia la costellazione dell’ascendente.
Quindi, nelle 12 ore successive alla nascita si attivano le gemme (da 9d a 13d), registrando le
informazioni relative a tale periodo, che hanno riscontro nella sfera psico-spirituale dell’individuo.
Infatti nel feto è solo dopo la 11a/12a settimana che si completa l’organizzazione basilare del
cervello (che avrà anche da adulto) e si attivano i principali organi di senso. Nelle 12 ore successive
alla nascita si devono invece attivare perfettamente e normalizzare i seguenti sei parametri: (1)
pulsazione tratto funicolare, (2) temperatura corporea, (3) frequenza cardiaca, (4) frequenza
respiratoria, (5) colorito cutaneo e (6) adeguatezza della circolazione. Possiamo quindi valutare
l’ipotesi che le gemme dalla 8 alla 13 nei lati destro e sinistro vanno a costituire una formazione di
tipo ovoidale che corrisponderebbe ad una sorta di sistema “bios” cioè “il programma originario ed
esistenziale” che a sua volta permetterebbe a partire dalle 12 ore dalla nascita, per il principio di
risonanza, l’attivazione delle altre 14 gemme e quindi di tutto il sistema operativo. Una particolare
coincidenza ci fa poi rilevare che sull’asse di rotazione G-H si trovino le due gemme relative al sole
di nascita e ascendente: sono entrambe le gemme all’ottavo posto nella corona, due “otto” in
rotazione perenne fino al termine del ciclo del “campo morfogenetico umano”…
35
POSIZIONE
ASTRONOMICA
ATTUALE
in base alla
cerchio precessione
dei gradi degli
equinozi
2000 d.C.

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Il quadrato formato dai numeri dispari è il quadrato celeste, dello spirito.
Il quadrato formato dai numeri pari è il quadrato della dualità del piano di sotto, materia.
Uno gira in senso orario e l’altro in senso antiorario. Così crea frizione e vita.
Il I° quadrante 2 + 3 = 5 (nell’1) è il quadrante
della trinità (1-2-3). Il 5 rappresenta l’uomo
con i suoi 5 sensi e anche la divinità nell’uomo.
Il II° quadrante 4 + 5 = 9 (nell’1) rappresenta la
perfezione del 9 che entra nella materia.
Il III° quadrante 6 + 7 = 13. Il tredici non è
come si suole pensare riferito alla morte, ma è
riferito alla rinascita. E dunque il III°
quadrante del 13 + 1 = 14 è il quadrante della
rinascita e del due volte 7 che forma un
rombo. Il 7 che rappresenta il piano umano si
riflette nel divino per poter respirare in tutta
completezza.
Il IV° quadrante 8 + 9 = 17 e + 1 = 18.
Nel primo e nel secondo quadrante la somma
è nell’1 e nel terzo e quarto quadrante si
aggiunge l’1 (cioè è fuori dell’1). Il primo
quadrante sta al terzo come il secondo sta al
quarto. Leggendo le coppie di numeri
verticalmente nei quadranti primo e secondo
abbiamo sempre la somma 7 (2 + 5 = 7 e 3 + 4 =
7) mentre nei quadranti terzo e quarto la
somma è 15 (9 + 6 = 15 e 7 + 8 = 15). Quindici,
come nel quadrato magico.
51
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52
La figura geometrica
dell’ottagono
(simbolo dell’eternità,
dell’equilibrio cosmico e
intermediario tra la terra
e il cielo.
È anche il simbolo del
Nuovo Testamento) è la
chiave per la costruzione
degli altri elementi
metafisici. Questo è
l’ottavo elemento
metafisico
(i cristalli).
Gli elementi metafisici
sono 12 e questo è il
primo degli ultimi 5.
La suddivisione del
cerchio in 4 “quadranti”
rappresenta il tempo,
mentre i singoli quadrati
rappresentano lo spazio.
53
Vorrei prospettare l’eventualità, che chi avesse, per fortuito caso, raggiunto la quinta
dimensione, magari senza saperlo, forse potrebbe avere la possibilità e la capacità di
penetrare (con il suo intuito?) nel Punto stesso (la Scintilla Divina), notoriamente a
dimensione zero, scoprendo così una nuova dimensione: la quarta, quella della
propria interiorità, quella del “pozzo profondo” del proprio inconscio individuale *
(Karma), quello che viene descritto, (disegno dei 4 Quadranti pagg. 54, 55, 56, 57)
come di pertinenza del Quadrante retrostante di sinistra, quello di sud-ovest c), del
proprio microcosmo. Come affermato da diversi Maestri di Saggezza, il perfetto
equilibrio esistenziale può essere raggiunto, librandosi con un’Ala cosciente nel
macrocosmo e con un’Ala preferibilmente altrettanto cosciente nel microcosmo. Mi
rendo conto che quanto dettato dal Maestro Istruttore Solare Horunci, si ricollega
incredibilmente a quanto insegnato, professato e vissuto dai Pitagorici, che non
hanno mai lasciato nulla di scritto, perché, come sosteneva anche Platone, certi
argomenti venivano trasmessi e vissuti solo oralmente (allegato ‘A’). Anche se la
tradizione ci dice, che, all’epoca di Socrate, il Pitagorico Filolao, spinto da
ristrettezze economiche, in cui si era trovato, per sopravvivere, aveva dovuto
vendere dei libri contenenti la dottrina segreta degli insegnamenti orali dei
Pitagorici; si dice che Platone avesse fatto acquistare per cento mine * i libri pitagorici
divulgati da Filolao. Dal loro contenuto emerge proprio questo modo di parlare.

* Riferimento al testo “La Luce nel Pozzo” del maestro Asceso Horunci ( Maggio 1950).
** Unità ponderale, in uso tra gli antichi popoli del Mediterraneo orientale, corrispondente, per
Babilonesi e Greci, a 1/60 del talento.
54
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'(//&,:(!,11(+)&$*$H" $0(!%$)!O,'$*$H" 59
Platone: Lettera VII Allegato ‘A’)

Platone era stato convinto a recarsi per la terza volta a Siracusa, al fine di
appianare le gravissime divergenze tra Dionisio II e Dione, anche perché molte
persone lo avevano convinto che Dionisio fosse cambiato e che si fosse persino
seriamente applicato allo studio della filosofia. Dopo la morte di Dione, alla
richiesta da parte dei parenti di Dione, di un quarto viaggio a Siracusa al fine di
liberare le proprietà sequestrate, Platone rispose con la seguente Lettera VII.
“… Non spiegai a Dionisio ogni cosa (filosofia), né, del resto, egli me lo chiese, perché
presumeva di sapere e di possedere sufficientemente molte cognizioni, e anzi le più
profonde, per quello che aveva udito dagli altri. In seguito, mi fu riferito, egli ha anche
composto uno scritto su quanto allora ascoltò, e fa passare quello che ha scritto per roba
sua, e non affatto come una ripetizione di quello che ha sentito (da me); ma di questo io non
so nulla. Anche altri, io so, hanno scritto di queste cose, ma chi essi siano, neppure essi
sanno. Questo tuttavia io posso dire di tutti quelli che hanno scritto e scriveranno dicendo
di conoscere ciò di cui io mi occupo per averlo sentito esporre o da me o da altri o per averlo
scoperto essi stessi, che non capiscono nulla, a mio giudizio, di queste cose.
Su di esse non c’è, né vi sarà, alcun mio scritto. Perché non è, questa mia, una
scienza come le altre; essa non si può in alcun modo comunicare, ma come fiamma
s’accende da fuoco che balza: nasce d’improvviso nell’anima dopo un lungo
periodo di discussioni sull’argomento ed una vita vissuta in comune, e poi si
nutre di sé medesima.
60
Platone: Lettera VII Allegato ‘A’)

Questo tuttavia io so, che, se ne scrivessi o ne parlassi io stesso, queste cose le direi così
come nessun altro saprebbe, e so anche che se fossero scritte male, molto me ne
affliggerei. Se invece credessi che si dovessero scrivere e render note ai più in modo
adeguato e si potessero comunicare che cosa avrei potuto fare di più bello nella mia vita,
che scrivere queste cose utilissime per gli uomini, traendo alla luce per tutti la natura?
Ma io non penso che tale occupazione, come si dice, sia giovevole a tutti; giova
soltanto a quei pochi che da soli, dopo qualche indicazione possono progredire
sino in fondo alla ricerca: gli altri ne trarrebbero soltanto un ingiustificato disprezzo
o una sciocca e superba presunzione, quasi avessero appreso qualcosa di augusto.
Ma di questo voglio parlare ancora e più a lungo, e forse, dopo che avrò parlato,
qualcuna delle cose che dico riuscirà più chiara. V’è infatti una ragione profonda,
che sconsiglia di scrivere anche su un solo di questi argomenti, ragione che io
ho dichiarata più volte, ma che mi sembra opportuno ripetere.
Ciascuna delle cose che sono ha tre elementi (gradi) attraverso i quali si perviene a
conoscerla; quarto è la conoscenza; come quinto si deve porre l’oggetto conoscibile e
veramente reale.
Questi sono gli elementi (gradi):
- primo è il nome,
- secondo la definizione,
- terzo l’immagine,
- quarto la conoscenza.
61
Platone: Lettera VII Allegato ‘A’)

Se vuoi capire quello che dico, prendi un esempio, pensando che il ragionamento che
vale per un caso, vale per tutti. Cerchio è una cosa che ha un nome, appunto questo
nome che abbiamo ora pronunciato.
Il secondo elemento è la sua definizione, formata di nomi e di verbi: “quella figura che
ha tutti i punti estremi ugualmente distanti dal centro”, questo è la definizione di ciò
che ha nome rotondo, circolare, cerchio.
Terzo è ciò che si disegna e si cancella, che si costruisce al tornio e che perisce; nulla di
tutto questo subisce il cerchio in sé, al quale si riferiscono tutte queste cose, perché esso
è altro da esse.
Quarto è la conoscenza, l’intuizione e la retta opinione intorno a queste cose: esse si
devono considerare come un solo grado, ché non risiedono né nelle voci né nelle figure
corporee, ma nelle anime, onde è evidente che la conoscenza è altra cosa dalla natura
del cerchio e dai tre elementi di cui ho già parlato.
La intuizione è, di esse, la più vicina al quinto per parentela e somiglianza: le altre ne
distano di più.
Lo stesso vale per la figura dritta e per la figura rotonda, per i colori, per il buono per il
bello per il giusto, per ogni corpo costruito o naturale, per il fuoco per l’acqua e per
tutte le altre cose simili a queste, per ogni animale, per i costumi delle anime, per ogni
cosa che si faccia o si subisca. Perché non è possibile avere compiuta conoscenza, per
ciascuno di questi oggetti, del quinto, quando non si hanno in qualche modo afferrati
gli altri quattro.
62
Platone: Lettera VII Allegato ‘A’)

Oltre a questo, tali elementi esprimono non meno la qualità che l’essenza di ciascuna
cosa, per causa della inadeguatezza dei discorsi; perciò nessuno, che abbia senno, oserà
affidare a questa inadeguatezza dei discorsi quello ch’egli ha pensato, e appunto ai
discorsi immobili, come avviene quando sono scritti.
Bisogna però che io spieghi di nuovo quello che ho detto.
Ciascun cerchio, di quelli che nella pratica si disegnano o anche si costruiscono con il
tornio, è pieno del contrario del quinto, perché ogni suo punto tocca la linea retta,
mentre il cerchio vero e proprio non ha in sé né poco né molto della natura contraria.
Quanto ai loro nomi, diciamo che nessuno ha un briciolo di stabilità, perché nulla
impedisce che quelle cose che ora son dette rotonde si chiamino rette, e che le cose rette si
chiamino rotonde; e i nomi, per coloro che li mutassero chiamando le cose con il nome
contrario, avrebbero lo stesso valore.
Lo stesso si deve dire della definizione, composta com’è di nomi e di verbi: nessuna
stabilità essa ha, che sia sufficientemente e sicuramente stabile. Un discorso che non
finisce mai si dovrebbe poi fare per ciascuno dei quattro, a mostrare come sono oscuri;
ma l’argomento principale è quello al quale ho accennato poco fa, e cioè che, essendoci
due principî, la realtà e la qualità, mentre l’anima cerca di conoscere il primo, ciascuno
degli elementi le pone innanzi, nelle parole e nei fatti, il principio non ricercato; in tal
modo ciascun elemento, quello che si dice o che si mostra ce lo presenta sempre
facilmente confutabile dalle sensazioni, e riempie ogni uomo di una, per così dire,
completa dubbiezza e oscurità.
63
Platone: Lettera VII Allegato ‘A’)

E dunque, là dove per una cattiva educazione non siamo neppure abituati a ricercare il
vero e ci accontentiamo delle immagini che ci si offrono, non ci rendiamo ridicoli gli uni
agli altri, gli interrogati di fronte agli interroganti, capaci di disperdere e confutare i
quattro; ma quando vogliamo costringere uno a rispondere e a rivelare il quinto, uno che
sia esperto nell’arte di confutare può, quando lo voglia, avere la vittoria, e far apparire
alla gran parte dei presenti che chi espone un pensiero o con discorsi o per iscritto o in
discussioni, non sa alcun che di quello che dice o scrive; e questo avviene appunto perché
quelli che ascoltano ignorano talvolta che non è l’anima di chi scrive o parla che viene
confutata, ma la imperfetta natura di ciascuno dei quattro.
Solo trascorrendo continuamente tra tutti questi, salendo e discendendo per ciascuno di
essi, si può, quando si ha buona natura, generare a gran fatica la conoscenza di ciò che a
sua volta ha buona natura. Se invece uno non ha una natura buona, come avviene per la
maggior parte degli uomini, privi di una naturale disposizione ad apprendere e incapaci
di vivere secondo i cosiddetti buoni costumi, e questi sono corrotti, neppure Linceo
potrebbe dare la vista a gente come questa. In una parola, chi non ha natura congenere
alla cosa, né la capacità di apprendere né la memoria potrebbero renderlo tale (ché questo
non può assolutamente avvenire in nature allotrie); perciò quanti non sono affini e
congeneri alle cose giuste e alle altre cose belle non giungeranno a conoscere, per quanto è
possibile, tutta la verità sulla virtù e sulla colpa, anche se abbiano capacità d’apprendere e
buona memoria chi per questa e chi per quella cosa, né la conosceranno quelli che, pur
avendo tale natura, mancano di capacità d’apprendere e di buona memoria.
64
Platone: Lettera VII Allegato ‘A’)
Infatti insieme si apprendono queste cose, e la verità e la menzogna dell’intera
sostanza, dopo gran tempo e con molta fatica, come ho detto in principio; allora
a stento, mentre che ciascun elemento (nomi, definizioni, immagini visive e
percezioni), in dispute benevole e in discussioni fatte senza ostilità, viene
sfregato con gli altri, avviene che l’intuizione e l’intellezione di ciascuno brillino
a chi compie tutti gli sforzi che può fare un uomo. Perciò, chi è serio, si guarda
bene dallo scrivere di cose serie, per non esporle all’odio e all’ignoranza degli
uomini.
Da tutto questo si deve concludere, in una parola, che, quando si legge lo scritto di
qualcuno, siano leggi di legislatore o scritti d’altro genere, se l’autore è davvero un uomo,
le cose scritte non erano per lui le cose più serie, perché queste egli le serba riposte nella
parte più bella che ha; mentre, se egli mette per iscritto proprio quello che ritiene il suo
pensiero più profondo, allora sicuramente, non certo gli dèi, ma i mortali gli hanno tolto il
senno.
Chi ha seguito questo mito e questa digressione, capirà bene che se Dionisio, o qualche
altra persona maggiore o minore di lui, ha scritto sui principî primi e supremi della
natura, non può aver appreso né aver ascoltato, secondo il mio pensiero, alcunché di sano
sulle cose di cui ha scritto: altrimenti le avrebbe rispettate quanto me, e non le avrebbe
esposte a un pubblico inadatto e disforme. Perché non ha certo scritto per
richiamarsele alla memoria nel futuro; son cose che non si possono dimenticare,
una volta penetrate nell’animo, ché si riducono a brevissime formule…
65
Platone: Lettera VII Allegato ‘A’)

…se l’ha fatto, l’ha fatto per una biasimevole ambizione, sia che abbia detto che son sue e
sia che le abbia scritte come seguace di una scuola filosofica, alla quale era indegno di
appartenere, se desiderava la gloria che nasce dal farne parte.
Se poi Dionisio ha appreso la dottrina in quella sola conversazione (avuta con me), ha
fatto presto: come poi ci sia riuscito, lo sa Zeus, come dicono i Tebani. Perché, come ho già
detto, io ne ho parlato con lui una sola volta, allora, e poi non più.
Chi vuol sapere come andarono le cose, si domanderà perché mai io non abbia avuto con
lui una seconda e una terza e altre conversazioni: si domanderà se fu perché Dionisio,
dopo avermi ascoltato una volta, pensava di saperne e ne sapeva abbastanza, sia che
avesse trovato la verità da sé, sia che l’avesse appresa prima da altri; o anche se fu che gli
sembrava che fossero sciocchezze le cose ch’io gli dicevo; o
infine se fu perché le giudicava non adatte a lui, ma troppo difficili, e sé stimava
realmente incapace di occuparsi della sapienza e della virtù. Ora, se le considerava
sciocchezze, si troverà in contrasto con molti che testimoniano il contrario, e sono, per
queste cose, giudici più autorevoli di lui: se invece pensava di averle scoperte o imparate,
e le considerava utili alla educazione di un animo libero, come lo si può considerare un
uomo ragionevole, quando disprezzava con tanta leggerezza la guida e il maestro di
questa dottrina? Come mi disprezzò, lo dirò ora. …”
66
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- Il modo più efficace di spiegare il motivo per cui emergono questi punti geometrici
“tensivi” è adoperare il termine vibrazione. Ricercatori come il Dr. Hans Jenny e il Dr.
Buckminster Fuller hanno dimostrato che tutte le cinque geometrie dei Solidi platonici
emergono naturalmente se si fa vibrare una sfera fluida ad una frequenza data di suono
“puro”. Se si riduce la frequenza, la geometria originale emergerà di nuovo nello stesso
modo. Perciò, così come un fiocco di neve cristallizza un momento dell’attività dell’acqua,
un dato tono musicale “puro” crea il suo proprio tipo di cristallo in qualsiasi sostanza
fluida. Non stiamo affermando che ci siano veri e propri oggetti cristallini di natura
geometrica nei pianeti o nel regno quantico; piuttosto, la geometria è la forma più
semplice in cui la vibrazione può essere osservata entro qualsiasi mezzo
naturale, come un fluido. Le linee delle figure geometriche definiscono le aree con un
grado di pressione inferiore rispetto ai loro dintorni, in tal modo le pressioni più elevate
attraversano del tutto naturalmente e velocemente queste aree…
Il “fluido”, nel caso dell’universo, è un mezzo energetico non-fisico che possiamo definire
“etere”… Nella geometria della vibrazione, tutti i materiali dispersi vengono raccolti
nelle correnti scorrevoli della pressione, per poi connettersi attraverso punti e linee
geometriche. Accade similmente nella limatura di ferro, che può essere ricondotta a linea
utilizzando le linee guida di un magnete: ciò rende visibile la geometria del campo
magnetico. Un altro modo di dimostrare questo effetto è quello di spargere uno strato
uniforme di sabbia su di un’ampia superficie di un tamburo; battendo il tamburo
esattamente nel centro, la sabbia formerà dei cumuli geometricamente spaziati vicino
all’orlo del tamburo. Talvolta le linee sono ben visibili… -
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