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Secondo John Dewey, gli alunni sono in grado di imparare meglio quando hanno l’occasione di
sperimentare e di essere protagonisti attivi. L’attivismo pedagogico è un approccio pedagogico che
stimola l’apprendimento attraverso il fare. Dewey in sostanza dice che la conoscenza è importante,
ma il nostro rapporto con il mondo è anzitutto un rapporto pratico.
La funzione del linguaggio per Vygotskij, è la comunicazione sia nei bambini che negli adulti, e
quindi anche il linguaggio del bambino è sociale. All'inizio il linguaggio assolve solo una funzione
sociale, ma progressivamente si sviluppa anche una funzione intrapersonale. All'inizio
il linguaggio ha solo una funzione sociale, ma poi si sviluppa anche una funzione intrapersonale.
Per Vygotskij, lo sviluppo del linguaggio, è il risultato di un'azione di promozione sul bambino da
parte dell'adulto.
La scuola di Dewey
La scuola di Dewey è chiamata anche progressiva in quanto l'attività che si svolge al suo interno,
presuppone uno sviluppo progressivo. La scuola deve rappresentare per il bambino un luogo di vita: quella
vita sociale che deve svilupparsi per gradi, partendo dall'esperienza acquisita in famiglia e nell'ambiente
sociale in cui egli vive. La scuola è attiva e progressista. Si studiano i metodi e non solo i contenuti. Non le
nozioni, ma la ricerca.
Anche Dewey come la maggior parte dei pedagogisti moderni divide l'età evolutiva in tre fasi:
Dai 4 agli 8 anni prevalgono nel bambino gli istinti e i bisogni in modo spontaneo che si manifestano con il
gioco e l'attività ludica.
Dai 9 ai 12 anni il bambino frequenta la scuola primaria che è basata sul lavoro per permettere al soggetto
di acquisire le abitudini culturali della società in cui vive.
Dai 12 ai 14 anni all'alunno viene data la possibilità di ampliare le sue conoscenze astratte attraverso lo
studio in biblioteca e laboratorio all'interno della scuola media.
1) Il principale compito della scuola è educare i ragazzi a una vita di cooperazione e di reciproco aiuto, a
promuovere in loro consapevolezza dell’interdipendenza e ad aiutarli praticamente a compiere quegli
adattamenti che tradurranno tale spirito in atti espliciti.
2) La radice principale di ogni attività educativa è riposta nelle attività istintive e impulsive del fanciullo;
dunque il gioco, ma anche ogni altra attività istintiva possono essere considerate educative
strategie dove si lascia al discente il compito di dare un senso ai contenuti che il formatore
ha cercato di trasmettere;
strategie chiamate learner centred, dove l’interesse del discente deve facilitare
l’apprendimento.
lavori individuali;
interventi individualizzanti;
lavori di gruppo;
ricerche guidate;
attività progettuali;
esercizi differenziati;
partecipazione a concorsi;
attività laboratoriali in classe o all’esterno;
attività di recupero;
attività di consolidamento;
attività di sviluppo;
iniziative di sostegno;
visite e viaggi d’istruzione;
visite aziendali;
interventi di esperti su specifici argomenti;
partecipazione a cineforum, spettacoli, manifestazioni sportive.
La funzione dell’insegnante di sostegno quale mediatore è dunque quella di garantire che tutte le
informazioni che giungono al soggetto disabile
diventinomateriale di conoscenza e comprensione grazie all#attivazione in lui di schemi elaborativi
di natura organizzativa ed interpretativa.
23) Quale valenza ha la metodologia didattica per un docente?
Sono tutte le procedure per conseguire un obiettivo prefissato. Prima di scegliere quale o quali
adottare il docente è obbligato a individuare le abilità di base dei propri alunni; ciò garantisce
l’insegnamento e lo sviluppo delle capacità di tutti. Il consiglio generale di tutte le istituzioni
scolastiche è quello di condividere le proprie metodologie con gli altri insegnanti per non disorientare
gli allievi e di valorizzare l’attività ludica. L’insegnamento viene processato attraverso le metodologie
della comunicazione:
iconica = disegni, immagini, audiovisivi;
verbale = lezioni espositive, letture, conversazioni, discussioni;
grafica = relazioni, test liberi, composizioni, rielaborazioni, interpretazioni;
La scelta del metodo e degli strumenti dipende:
dagli obiettivi prestabiliti;
dai contenuti che si intendono proporre;
dalla realtà della classe;
dai ritmi d’apprendimento dei singoli allievi
Osservazione. Rappresenta una risorsa preziosa per acquisire elementi informativi sugli alunni, sul
contesto scolastico, sull’ambiente territoriale dai quali muovere per progettare il proprio intervento;
questa attività conoscitiva poggia su procedure osservative rigorose improntate alla trasparenza dei
protocolli e al confronto intersoggettivo.
Progettazione. Il docente non può non progettare pena il venir meno del senso della sua azione poiché
l’educazione si fonda sulla progettualità; la sua attività progettuale assume caratteristiche specifiche
in funzione del luogo (micro, meso e macro), dell’oggetto di riferimento e dei soggetti coinvolti ma
implica sempre una proiezione verso il futuro a partire dall’esperienza e dal significato che le si
attribuisce nel presente. Una concezione non riduttiva della progettazione la interpreta come tensione
euristica che muove da una conoscenza approfondita della realtà per poter individuare pratiche di
intervento rispondenti alle caratteristiche degli ambienti e delle persone; per progettare è pertanto
indispensabile disporre di competenze metodologiche che si traducono nelle capacità di definire
finalità e obiettivi, costruire piani di azione coerenti, finalizzare le risorse disponibili, dotarsi di
strumenti rigorosi per valutare la qualità del processo e del prodotto. In tal senso, risalta la stretta
contiguità fra il modo di procedere tipico della ricerca e l’assunzione della progettazione come stile
di lavoro che informa l’agire del docente.
Documentazione. Molto spesso in ambito scolastico la documentazione è interpretata come
adempimento formale; in realtà, essa rappresenta un processo strategico che permette sul fronte
interno al docente di tracciare e rendere visibili i percorsi di lavoro attivati e agli alunni e alle famiglie
di apprezzare i progressi compiuti; sul fronte esterno, rende l’esperienza comunicabile nel tempo e
nello spazio e costituisce pertanto il presupposto per facilitare la trasferibilità di una buona pratica
fuori dal suo contesto di origine e per estendere il valore della conoscenza locale prodotta. Per
guardarsi dal rischio di procedere ad una raccolta casuale di materiali e documenti occorre progettare
in modo intenzionale, sistematico e mirato l’attività di documentazione la qual cosa richiede il
possesso di abilità e capacità metodologiche strettamente legate alla competenza di ricerca.
Valutazione. Il compito valutativo, per sua natura, è complesso e attiva meccanismi non sempre
facilmente governabili, a motivo anche del forte carico emotivo implicito sia quando si agisce la
valutazione sia quando se ne è destinatari. Il docente può esercitare la sua funzione valutativa in modi
diversi: a livello di classe progetta e implementa strategie per valutare gli apprendimenti (conoscenze,
abilità, competenze) degli alunni, a livello di istituto partecipa ai processi (auto)valutativi
dell’organizzazione, a livello di territorio valuta i progetti e le azioni attivate in rete. Di là dalla spe-
cificità di ciascun compito, la valutazione si configura come un processo costituito da azioni che
vanno intenzionalmente progettate e realizzate secondo procedure rigorose per formulare un giudizio
argomentato, contestualizzato e motivato sull’oggetto d’analisi al fine di guidare la presa di decisione.
In tal senso, la qualità dei processi valutativi dipende anche dal possesso di competenze
metodologiche.
26) La documentazione quale ruolo riveste nella scuola di oggi?
In ambito scolastico spesso la documentazione viene interpretata come adempimento formale; in
realtà, essa rappresenta un processo strategico che permette sul fronte interno al docente di tracciare
e rendere visibili i percorsi di lavoro attivati e agli alunni e alle famiglie di apprezzare i progressi
compiuti; sul fronte esterno, rende l’esperienza comunicabile nel tempo e nello spazio e costituisce
pertanto il presupposto per facilitare la trasferibilità di una buona pratica fuori dal suo contesto di
origine e per estendere il valore della conoscenza locale prodotta.
27) Quale ruolo riveste la valutazione?
Il compito valutativo, per sua natura, è complesso e attiva meccanismi non sempre facilmente
governabili, a motivo anche del forte carico emotivo implicito sia quando si agisce la valutazione sia
quando se ne è destinatari. Il docente può esercitare la sua funzione valutativa in modi diversi: a
livello di classe progetta e implementa strategie per valutare gli apprendimenti (conoscenze, abilità,
competenze) degli alunni, a livello di istituto partecipa ai processi (auto)valutativi
dell’organizzazione, a livello di territorio valuta i progetti e le azioni attivate in rete. Di là dalla spe-
cificità di ciascun compito, la valutazione si configura come un processo costituito da azioni che
vanno intenzionalmente progettate e realizzate secondo procedure rigorose per formulare un giudizio
argomentato, contestualizzato e motivato sull’oggetto d’analisi al fine di guidare la presa di decisione.
In tal senso, la qualità dei processi valutativi dipende anche dal possesso di competenze
metodologiche.
28) Che cosa si intende per ricerca -formazione?
L’idea principale è che la ricerca deve informare l’intero insegnamento e il processo di
apprendimento “da dentro” e non “accanto”. In questa prospettiva, la ricerca rappresenta non solo
un’attività (da fare), ma anche una dimensione dell’identità professionale dell’insegnante (da essere).
Per rendere possibile e sostenibile la ricerca dell’insegnante, è necessario agire non solo sul percorso
formativo del docente e sulla sua attività professionale, ma anche sulle condizioni organizzative della
pratica scolastica.
Tale competenza non può svilupparsi senza un raccordo stretto e del tutto nuovo con l’università. La
professione dell’insegnante non deve essere assunta come giustapposizione e sommatoria
schizofrenica di tante professioni, se così fosse si perderebbe nella sostanza la centralità del processo
di insegnamento-apprendimento al cui miglioramento va invece finalizzata l’attivazione di qualunque
nuova figura.
33) Perché la relazione insegnante alunno è fondamentale?
Si crea un contesto di apprendimento favorevole ad un incontro tra pensieri, conoscenze ed esperienze
in cui insegnante e alunno con le rispettive differenze sono entrambi soggetti della relazione
educativa.
Tale relazione è importante per realizzare una positiva comunicazione didattica, una proficua
relazione educativa; per riconoscere i problemi tipici delle varie fasi di età, le dinamiche e i conflitti
che nascono all’interno della classe, tra gli alunni o tra alunno e insegnante; per riconoscere i problemi
e saperli gestire.
34) Cosa si intende per relazione d’aiuto?
Una relazione d'aiuto potrebbe essere definita come una situazione in cui uno dei partecipanti cerca
di favorire in una o ambedue le parti una valorizzazione maggiore delle risorse personali del soggetto
e una maggiore possibilità di espressione
La relazione educativa, che è una forma di relazione di aiuto, richiede oltre un importante
coinvolgimento da parte degli insegnanti anche una serie di abilità e competenze relazionali e
comunicative. Un punto fermo della relazione di aiuto è la presenza di una relazione dove l’altro non
è visto come un oggetto di intervento ma riconosciuto come persona, con la quale elaborare una
progettualità per affrontare il problema, avvalendosi delle risorse di cui dispone, cercando di fargli
raggiungere dei risultati in tempi brevi. La relazione di aiuto, circolare, interattiva, contestualizzata e
finalizzata ad attivare le risorse del cliente per risolvere il problema, rappresenta il momento iniziale
per l’avvio del processo di cambiamento.
· A CANNE D’ORGANO;
· ORIZZONTALE;
· DEMOCRTATICA;
Le caratteristiche essenziali della riforma Gentile sono: il sistema dualistico, l’ obbligo scolastico elevato al
quattordicesimo anno di età, la scuola materna facoltativa dai 3 ai 6 anni, la durata di 5 anni della scuola
elementare divisa in due gradi. Per quanto riguarda la funzione del docente questi è paragonato a una sorta
di ufficiale statale, autoritario, che ha il compito di padroneggiare la materia e insegnare agli allievi la
gerarchia autoritaria.
64. SULLA BASE DELLA LETTURA DELL’INTRODUZIONE DEL TESTO IDEE PER LA FORMAZIONE DEGLI
INSEGNANTI, SI EVIDENZI L’INFLUENZA CHE ANCORA OGGI GENTILE ESERCITA SULLA CONCEZIONE DELLA
FORMAZIONE E DELLA PROFESSIONALITA’ DEI DOCENTI.
Ancora oggi ci sono docenti secondo i quali l’insegnamento si può riassumere nella frase “chi sa, sa anche
insegnare”, in altre parole ritenere l’insegnamento la sola trasmissione dei saperi.
Inoltre, al giorno d’oggi, molti insegnanti ritengono ancora di ricoprire un ruolo autoritario e si pongono in
una posizione di superiorità nei confronti dei propri alunni.
65. In che modo il docente può allestire ambienti di apprendimento innovativi, motivanti ed inclusivi?
Quali metodi dovrà privilegiare?
- Il docente deve innanzitutto partire dalle precononoscenze degli studenti; all’inizio della lezione,
attraverso la metodologia del brainstorming, che consente di motivare gli studenti, in quanto
sentirsi coinvolti nell’esprimere le proprie conoscenze e condividerle ben predispone
all’apprendimento (Maria Papa).
- Durante le attività didattiche, inoltre, il docente può presentare dei casi reali (studio di casi o case
analysis) da analizzare, anche in gruppi (cooperative learning) o in coppia (peer tutoring o peer to
peer), per promuovere forme di apprendimento cooperativo, che favoriscano l’inclusione, a partire
dalla scelta di argomenti realistici, e per questo, maggiormente attraenti ovvero motivanti.
(Arianna Patanè)
- Una questione fondamentale nell’insegnamento riguarda la scelta della forma comunicativa. In
particolare, l’utilizzo delle immagini, attraverso le presentazioni, appare maggiormente
coinvolgente dimostrando quanto l’uso competente delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della
Comunicazione) consenta una facilitazione nell’apprendimento, grazie ad un maggiore
coinvolgimento da parte degli studenti che, essendo dei “nativi digitali”, provano maggiore
interesse quando la presentazione di un argomento si avvale di strumenti digitali (Alessandro
Pappalardo).
- Utile per motivare gli studenti è anche utilizzare strategie ludiche e competitive. Ad esempio,
l’impiego di Kahoot consente di esercitarsi su qualsiasi argomento all’interno di una gara che
prevede tra vincitori: terzo, secondo e primo posto. Nei contesti didattici odierni la gamification
appare una strategie metodologico-didattica particolarmente innovativa, motivante ed inclusiva.
(Francesco Saverio Palomba).
66) Che cosa si intende per “progettazione a ritroso”? Perché questo tipo di progettazione favorisce lo
sviluppo delle competenze? Cosa vuol dire “Non è importante quanto un alunno sa, ma che cosa sa fare con
quello che sa” (Wiggins)?
67) 1) Riflettere e commentare la seguente affermazione messa in risalto dalla pedagogia Marxista:
"L'educazione è condizione indispensabile per la realizzazione di una nuova società".
68) Quali dei paradigmi pedagogici analizzati dal punto di vista didattico e metodologico ti ha interessato di
più e perché: Illuminismo, Romanticismo, Positivismo, Attivismo, Pedagogia come scienza
69) 1) Rifletti sul concetto di emergenza educativa: quali sono le cause, le conseguenze e quali le
caratteristiche dei nuovi bisogni educativi.
70) Spiega e rifletti sui concetti di: apprendimento formale, apprendimento informale, apprendimento non
formale, con esempi anche riferiti alla tua esperienza personale