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12/12/21, 11:16 PM Annullo postale - Wikipedia

Annullo postale
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L'annullo postale è una traccia indelebile apposta su un francobollo o cartolina postale


preaffrancata per impedirne il riutilizzo, ed eventualmente per datare l'operazione di accettazione
della missiva o pacco. Generalmente l'annullo postale viene effettuato con un timbro inchiostrato
che lascia un'impronta indelebile e penetrante nello spessore della carta.

L'annullo postale è diffuso con una grande varietà di disegni, forme, dimensioni e colori, ma
generalmente include la data e il luogo dell'ufficio postale in cui è avvenuta la spedizione e può
includere anche linee o barre destinate a coprire il francobollo stesso.

Le parole bollo e timbro sono spesso utilizzate anche come sinonimo di "annullo postale" pur
avendo significati diversi,[1] mentre il timbro sprovvisto di dati e utilizzato unicamente annullare il
francobollo viene chiamato anche obliteratore o bollo annullatore.

Alcuni francobolli sono emessi già preannullati, con un annullo stampato o timbrato, e non è
necessario aggiungere un ulteriore annullo per la convalida. Gli annulli possono far diminuire il
valore dei francobolli per i collezionisti, ma a volte anche aumentarlo: gli appassionati di
marcofilia infatti studiano la storia postale attraverso la collezione dei diversi annulli postali.

Indice
Storia degli annulli
Annulli italiani
Antichi Stati Italiani
Regno d'Italia
Repubblica Italiana
Annulli per la Posta Militare
Tipologie di annulli italiani
I bolli di franchigia
Annullo di agenzia
Il bollo a cassetta
La timbratura meccanica parlante
Annulli di servizio e vidimazione
Gli annulli speciali italiani
Annulli italiani ricorrenti
Annulli dedicati al K2
Annulli per la Via Crucis
Altri annulli
Note
Bibliografia
Voci correlate
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Storia degli annulli


Tracce di segni contenenti informazioni relative alle spedizioni erano già in uso
presso i Sumeri che tramite strisce di argilla incisa sigillavano i recipienti adibiti
al trasporto. Queste incisioni informavano sul peso e sul contenuto della merce
per facilitare eventuali controlli. Per arrivare ad un precursore dei moderni
timbri postali occorre però attendere fino al 1400 d.C. quando comparvero i Timbro di
bolli a secco che venivano apposti sulle lettere viaggianti nella Repubblica di Henry Bishop
Venezia. Tali bolli riproducevano quasi sempre il leone di San Marco ed
attestavano il passaggio della posta all'interno del territorio della
"serenissima"[2].

Il primo vero timbro postale fu introdotto in Gran Bretagna nel 1661[3] dal direttore delle Poste Sir
Henry Bishop con l'intento di controllare i ritardi sul recapito della corrispondenza. Tali timbri
erano fabbricati in legno ed indicavano il giorno ed il mese sottolineando in questo modo la
partenza della corrispondenza.

Dal 1695 al 1796 l'Armata francese stanziata in Italia per quasi un secolo fece largo uso di
timbrature che, se pure di fogge differenti, furono quasi sempre caratterizzate dalla dicitura
"Armée DItalie". Questi timbri, se pure stilisticamente più apprezzabili, erano però del tutto simili
ai timbri di Bishop. Unica innovazione consisteva nella lenta introduzione dei caratteri mobili per
comporre la data che venivano incastrati sul corpo timbrante dopo essere stati inseriti.

Risale al 10 giugno del 1712 il più antico timbro postale del continente americano: è posto su una
lettera da Filadelfia a Liverpool transitata per New York dove venne contrassegnata con il timbro
della città. Giunta a Londra fu ancora marcata con un timbro Bishop [4].

Con l'introduzione dei francobolli nel 1840 i timbri vennero usati come "annulli" degli stessi ad
impedire che potessero essere nuovamente adoperati (da qui l'abitudine di chiamare "annulli" i
timbri apposti sui francobolli). I primi annulli furono ovviamente usati sul "Penny Black" in
quanto primo francobollo emesso al mondo ed avevano una forma a "croce di Malta". Il primo
inchiostro usato a questo scopo fu di colore rosso ma nel 1843[5] venne usato anche il magenta, il
blu, il verde ed il giallo oltre all'ormai consolidato nero. Presto si dovette risolvere il problema di
impedire qualsiasi possibilità di riuso del francobollo e nacquero, sempre in Inghilterra, i timbri
detti “killer” in quanto “uccidevano” la carta valore. Tali timbri erano fatti in modo da apporre un
disegno di punti o di linee ed un numero centrale in modo tale che imprimendo l'inchiostro si
scalfiva la carta bucandola. L'uso dei “killer” era accoppiato all'uso di un timbro contenente la data
che venne chiamato “timbro parlante”.

Nel 1865 lo svizzero Johann Jacob Güller nella sua ditta di incisioni ideò un metodo per comporre
i timbri senza dover incidere le date su elementi mobili e che consisteva nell'adozione di alcuni
cilindri rotanti fissati su un supporto funzionante da manico. Tali timbri, detti appunto "guller",
furono da prima adottati dalle Poste di Berna e successivamente ebbero un successo tale che fino
al 1966 la ditta ne fabbricò 46.000 accontentando i committenti di tutto il mondo.[6]

Nel 1870 il Monte Athos aprì il suo primo ufficio postale ed iniziò ad annullare la corrispondenza
con bolli propri in alfabeto cirillico. Nello stesso anno, il 23 settembre nella Parigi tenuta sotto
assedio inizia il trasporto della posta tramite palloni aerostatici con lo scopo di superare le linee
nemiche. Il servizio, chiamato "par Ballons montès", era regolarmente affrancato ed annullato con
diversi bolli: nel centro cittadino era in uso un annullo a stella cifrata accoppiato al bollo circolare
con data, nella periferia l'annullo era a losanga con cifra. Quando gli aeronauti prendevano in
carico la posta apponevano il loro timbro che solitamente era un grosso doppio cerchio dentro il
quale vi era la dicitura "Republique Francaise" ed al centro il nome dell'aeronauta.

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Intorno al 1875 le officine Dani di Firenze, per risolvere il


problema della doppia timbratura ed accorciare quindi il
tempo di inoltro della corrispondenza, produssero delle
obliteratrici a pedale che con un solo movimento imprimevano
entrambi i bolli che vennero chiamati “a cannocchiale”. Nel
1881 il francese Eugène Daguin ideò una macchina per le
bollature azionata tramite pedale che darà luogo ai bolli di
"tipo Daguin".[7]

Nel 1936 in occasione dell'Esposizione mondiale della stampa


cattolica, il Vaticano iniziò l'uso degli annulli speciali. Furono
studiati due esemplari su tre righe con la dicitura "Esposizione
vaticana della stampa - aprile ottobre 1936". Il primo venne Bollo degli aeronauti addetti ai
montato su un timbro datario di tipo "Conalbi" a due cerchi ed Ballons Montès del 1870
il secondo su una obliteratrice meccanica.

Annulli italiani

Antichi Stati Italiani

Alla fine del 1700 gli uffici postali del Regno di Sardegna
introdussero l'uso dell'annullamento distinguendo due tipi di
bolli da usare: quello per la posta ordinaria e quello per la
franchigia. Il bollo per la franchigia era destinato alla posta
degli uffici pubblici o di eventuali enti che avevano
l'autorizzazione a non pagare il servizio postale. Normalmente
sulle lettere in franchigia erano apposti due bolli: quello di
franchigia e quello dell'ufficio postale. Lettera con timbro dello Stato
Pontificio antecedente l'introduzione
Il 2 aprile 1819 lo Stato Pontificio emanava le disposizioni per
dei francobolli
l'affrancatura in denaro della corrispondenza[8] che prevedeva
l'uso di un apposito timbro con la dicitura "Affrancata"
accanto al quale doveva essere segnato l'importo di
affrancatura ed impresso il bollo distintivo dell'ufficio postale.

Nel 1825 il Regno di Sardegna introduce un timbro per contrassegnare la posta in franchigia[9].
Tale timbro di forma ovale con l'intestazione R.POSTE e indicazione dell'ufficio di utilizzo rimarrà
poi in uso anche nel primo periodo del Regno d'Italia.

Nel 1848 il Regno di Sardegna con editto del 18 settembre adotta i bolli tondi a differenza dei
precedenti rettangolari. I nuovi bolli entrarono in vigore il 1º luglio del 1849 [10]. Nel caso in cui la
tariffa della corrispondenza fosse pagata alla partenza, ovvero in "Porto Pagato", sulla missiva era
aggiunto il timbro delle due lettere "P.P."

Nel 1851 le poste del Regno di Sardegna vennero dotate di un timbro a losanghe detto anche
"timbro muto"[11] in quanto non possedeva alcuna scritta. Era di formato rettangolare e composto
da 40 rombi posti su otto file diagonali e di misura 22X17,5  mm. L'ultimo uso noto di questo
particolare annullo e rappresentato da una cartolina spedita il 14 gennaio del 1912 attraverso la
posta viaggiante lungo le linee di navigazione marittima per un percorso che andava da Homs
(Libia) a Messina.

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Nel 1859 gli uffici postali siciliani del Regno delle Due Sicilie furono dotati di un annullo a “ferro di
cavallo” studiato appositamente dal pittore Carlo La Barbera. Questo particolare annullo
permetteva di timbrare i francobolli senza deturpare l'effigie di Re Ferdinando di Borbone.
Avvenuta la conquista dell'isola a seguito degli eventi che portarono all'unità italiana, lo stesso
timbro fu usato in maniera deturpante per stampigliare delle corna sopra la fronte del sovrano
caduto.

Nel 1860 su iniziativa dall'amministratore generale delle Poste del Regno delle Due Sicilie fu
introdotto l'annullo detto "a svolazzo" in quanto consisteva nella parola "annullato" sistemata in
maniera ondulata. Tale annullo si era reso necessario per consentire un più preciso uso da parte
degli impiegati postali che talvolta non marcavano a dovere i francobolli favorendone così il riuso.

Regno d'Italia

Durante gli eventi risorgimentali che portarono l'unificazione


della Nazione i territori conquistati dal Regno di Sardegna
erano soggetti all'introduzione del sistema postale in uso nello
stesso. Talvolta successe che tale pratica necessitasse
dell'apertura sommaria di uffici postali che rimanevano privi
di annulli e timbri costringendo i gestori a ricorrere ad una
bollatura di emergenza effettuata manualmente o con mezzi di Busta con annullo numerale a punti
fortuna [12]. e timbro a doppio cerchio con
rosetta
Con la Legge di riforma postale del 1º gennaio 1863 i sistemi
di bollatura del Regno di Sardegna venivano estesi al Regno
d'Italia[13]. Tali sistemi erano composti da una serie di timbri
come segue:

bolli a cerchio con indicazione dell'ora riservati agli uffici più importanti
bolli a doppio cerchio con rosetta o indicazione della provincia o della regione per uffici
secondari
bolli a doppio cerchio con lettera in basso per gli uffici: mandamentali (D), comunali (C) e rurali
(R).
timbri lineari per indicare il servizio richiesto: assicurata, raccomandata
timbri lineari di servizio: affrancatura insufficiente, via di mare, ecc.

Nel 1863 con normativa raccolta nel Bullettino postale 1863 n° 11 [14] fu reso obbligatorio il "bollo
preventivo" da apporsi sugli avvisi inoltrati dalle ferrovie ai destinatari di spedizioni in giacenza. Il
costo era di 5 centesimi riportati al centro del bollo tondo e che aveva ai bordi la dicitura "AVVISI
FRANCHI".

Nel 1864 venne introdotto il "bollo del luogo d'origine"[15] riservato ai servizi di collettoria ovvero
agli incaricati di ritirare la posta nei comuni sprovvisti di ufficio postale. Si trattava di un bollo
lineare che venne dato in uso ai collettori dopo un primo periodo nel quale era riservato agli uffici
postali.

Nel 1866[15] gli uffici postali vennero dotati di annullatori numerali a punti che grazie al diverso
numero riuscivano ad evitare che con un bollo se ne coprisse un altro per frodare la posta. Sulla
corrispondenza era quindi apposto anche il timbro con le indicazioni della data oltre che l'annullo
sul francobollo riportante il numero distintivo dell'ufficio.[16].

Nel 1877 gli annulli numerali a punti vengono sostituiti con quelli numerali a sbarre ed i timbri a
doppio cerchio con quelli ad un solo cerchio ma di grande formato.[17] Contemporaneamente sono
introdotte, da prima a Firenze, le nuove macchine per la bollatura funzionanti a pedali e prodotte
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dalla ditta "Officine Enrico Dani" con le quali si facilitava il lavoro degli impiegati addetti. I timbri
apposti con questa macchina lasciavano impronte molto nitide e parallele. Tali annulli vengono
chiamati "duplex" o anche "cannocchiale".[18]

Il 1º luglio del 1883 fu posto in uso un nuovo bollo di forma ottagonale e destinato alle collettorie
di prima classe[19] e nel 1887 quelle di seconda classe vengono fornite di bollo quadrato ad angoli
arrotondati. Il primo luglio per i corrieri postali ed i messaggeri venne introdotto un bollo datario
quadrangolare con data e località mobile. La lettera "T" indicava il treno e la "C" le vie navigabili.

Nel 1890 l'amministrazione postale cerca di riunire in un solo


strumento bollo e timbratura creando un bollo circolare posto
dentro un quadrato a sbarre e detto "tondo-riquadrato".
L'ideatore fu Lodovico Josz che fin dal 1888 era incaricato di
studiare soluzioni alle bollature dal ministero preposto. La
prima data d'uso di questo tipo di bollo è il 14 gennaio 1890
presso l'ufficio Roma succursale 14. Successivamente viene
introdotto un annullo a doppio cerchio con la dicitura della
località al centro linearmente la data; tra la data ed il doppio Annullo di tipo tondo-riquadrato su
cerchio si creano così due lunette che vengono riempite con cartolina postale
barre verticali: questo modello resterà in uso per tutta la
durata del Regno anche se subirà frequenti modifiche.

Nel 1901 gli uffici postali di Roma e Napoli furono dotati di obliteratrici meccaniche Bieckerdike a
bandiera che, analogamente a quelle a pedale ma tramite l'uso dell'energia elettrica, imprimevano
timbro ed annullo nell'ordine di 250 al minuto. L'annullo era costituito dal disegno di una
bandiera con le iniziali di Vittorio Emanuele III.

Nel 1908 tutti gli uffici vengono lentamente dotati di bolli di tipo Güller con lunette che divennero
così famosi da essere ancora oggi simbolo universale della timbratura postale.

Nel 1911 furono adoperate obliteratrici meccaniche della ditta Flyer che potevano sostituire la
targhetta con delle linee orizzontali andando a formare l'annullo detto "a linee orizzontali". Sul
timbro ideato in tre righe, dal 1928 venne posto l'anno dell'era fascista.

Repubblica Italiana

Dal dopoguerra e fino agli anni '50 i cambiamenti concernenti la timbratura furono tutti tesi alla
cancellazione di ogni traccia della dittatura fascista e della monarchia. Dalla metà degli anni '50 la
comparsa sul mercato della ditta OMT di Taranto consentì qualche innovazione. Questa ditta
produceva timbratrici meccaniche a basso costo con un ottimo rapporto qualità-prezzo: molti
uffici postali furono dotati di queste macchine. Per gli uffici postali il cui traffico non giustificava
una spesa per una bollatrice meccanica, ma che erano comunque rallentati dall'effettuare la
timbratura a mano, la OMT ideò un'obliteratrice a manovella che ne consentì la velocizzazione.[20]

Negli anni '60 per i grossi centri postali la tecnologia tedesca Elsag consentì lo studio e
l'applicazione della meccanizzazione postale e nei centri turistici, dove partivano milioni di
cartoline, furono sperimentate le bollature Secap di origine francese e quelle Adrema Pitney Bowes
di origine britannica che consentivano bolli perfetti ed alta resa. Per la bollatura manuale la Güller
ideò i timbri “De Coppet” che grazie alla testa snodata timbravano in maniera accettabile anche se
gli addetti davano il colpo di annullo tenendo l'attrezzo in maniera leggermente obliqua: veniva
quindi assecondata la morfologia della mano. Di questo periodo sono anche gli annulli a rullo,
riconoscibili per la data perpendicolare alle linee ondulate e non parallela. Tali annulli erano
costituiti da un piccolo cilindro ruotante.

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Verso la fine degli anni '60 nei bolli apparve lentamente il Codice di avviamento postale ed un
corno di posta sostituiva la parola “poste” nelle scritte. Nel 2000 fu introdotta la scritta "poste
italiane" su due righe separate dal datario.

Annulli per la Posta Militare

Gli uffici della Posta Militare possono essere mobili quando seguono gli spostamenti delle truppe a
seguito di un conflitto o di stanziamenti momentanei oppure fissi se si trovano presso comandi o
altri enti militari. Generalmente gli uffici sono dotati di propri bolli che, nel caso di uffici mobili,
non contengono indicazioni sulla località ma numeri convenzionali di identificazione. Sulle navi
militari, nel caso siano dotate di ufficio postale, è possibile che il timbro indichi il nome della nave.

I primi annulli per la posta militare italiana risalgono al 1866 e sono legati all'episodio del
Risorgimento che vide le truppe italiane manovrare per la conquista del Veneto. Consistevano in
un annullo a numerale a rombi dove i numeri erano in forma di numerazione romana. Sulla posta
militare veniva apposto anche un timbro tondo con intorno la dicitura "Posta Militare Italiana"
accompagnata al centro dalla data di spedizione.

Il 13 febbraio 1919 per il contingente italiano del 3º battaglione del 62º Reggimento di fanteria
venne aperto a Costantinopoli, nel quartiere Galata in vicolo Mumhanè Sokak un ufficio postale
militare".[21] Il contingente italiano affiancava le truppe britanniche e francesi nel loro compito di
manutenzione dell'ordine pubblico in seguito all'Armistizio di Mudros che aveva lasciato la locale
polizia in seria difficoltà. Il bollo usato fu un guller di 28 mm con la scritta "Posta militare" ed il nº
15 che identificava l'ufficio. Tale bollo fu prodotto con tre varietà riguardanti le lunette: nel primo
molto larghe e nel secondo come nel terzo con fregi a fianco del numero.

Lo stesso Armistizio di Mudros fu conseguenza del particolare caso dell'Ufficio Postale di Smirne
aperto dal 1919 al 1923.[22] Questo ufficio Militare sostituì alternativamente l'ufficio civile e talvolta
con la veste di ufficio Militare servì anche le esigenze civili. Nell'ufficio furono usati in tutto
quattro bolli e sempre di tipo "Güller".[23] Solo su due tipi appare il numero identificativo
dell'ufficio "171"; sugli altri due vi è posta una rosetta o la scritta Smirne. Su tutti però vi è la
dicitura "Posta Militare".

Tipologie di annulli italiani

I bolli di franchigia

Sono bolli che attestano la provenienza da un ente che per vari


motivi è esentato dal pagamento delle tasse postali. Tale
esenzione fu prevista per vari enti già nel 1875 e proseguì per
tutto il '900. Allo scopo di individuare eventuali irregolarità, la
corrispondenza in franchigia non poteva essere imbucata
normalmente ma doveva essere consegnata presso un ufficio
Lettera con timbro "Real Servizio"
postale. Tra i più noti bolli di franchigia vi è quello detto "ovale
indicante la franchigia nel Regno
di esenzione": di forma ovale in orizzontale e con la dicitura
delle Due Sicilie
"Regie Poste" nella parte superiore e la denominazione
dell'ufficio in quella inferiore.[24].

Annullo di agenzia

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Sono annulli usati da uffici postali affidati a gestione privata. Dal 1894 al 1899 vi furono 40 agenzie
nelle seguenti città: Milano, Napoli, Roma, Torino, Genova, Firenze, Como e Verona.[25]. Dal 1925
tali agenzie vennero estese fino ad essere trasformate in recapiti postali nel 1952, situati presso
alberghi, stabilimenti termali ed altri enti pubblici. Generalmente gli annulli usati dalle agenzie
riportano nella parte inferiore il nome dell'ente autorizzato.

Il bollo a cassetta

Il bollo a cassetta, anche detto "compostore" è un annullo in dotazione al personale viaggiante


delle Ferrovie dello Stato che possono usarlo per apporre un timbro di ricevuta sulla posta
consegnata sciolta su un treno. Le prime istruzioni di uso di questo particolare annullo sono
contenute nel libretto delle "Istruzioni sul Servizio dei Trasporti Postali ad uso delle Direzioni
Provinciali" del 1927 "[26]. Questo regolamento precisa che il trasporto della corrispondenza per via
ferroviaria può essere eseguito dall'Amministrazione postale sia con personale proprio che con
quello viaggiante delle Ferrovie precisando che di regola il trasporto dei pacchi è affidato al
personale ferroviario.

Il personale ferroviario può anche prendere in consegna, in via eccezionale, corrispondenza sciolta
diretta ai giornali o corrispondenza "per espresso" purché già provvista di appositi francobolli da
annullare con il bollo compostore. Questo particolare timbratura è composta da un rettangolo
contenente la lettera "T" per treno, affiancata al numero di treno.

La timbratura meccanica parlante

Nel 1901 venne introdotta nel Regno d'Italia la "timbratura meccanica parlante". La timbratura
meccanica era effettuata da una apposita macchina obliteratrice che consentiva l'annullamento
veloce della corrispondenza. Era detta parlante in quanto consentiva di allegare alla normale
operazione di annullamento una stampigliatura pubblicitaria di cui la prima fu una bandiera
italiana con le iniziali del Re "V.E.III".

Con l'obliteratrice meccanica l'annullo avviene tramite l'opera di due punzoni: uno tondo detto
"guller" e l'altro rettangolare a piastrina. La piastrina è in grado di contenere messaggi diversi da
quelli relativi alla spedizione che sono invece contenuti nel guller.

Il primo catalogo italiano di timbri meccanici parlanti è apparso nel 1931 ad opera di Cesare
Moschetti: Catalogo degli annulli pubblicitari italiani[27]. Tale catalogo non ebbe seguito e rimane
tuttora un'opera di riferimento per i collezionisti appassionati.

Annulli di servizio e vidimazione


Annulli di servizio

Fin dagli esordi del servizio postali furono approntati degli speciali annulli dedicati alle pratiche di
servizio. I più usati sono stati gli annulli "di avviso", come Sconosciuto, Sconosciuto al
portalettere, Al mittente, o il più raro Non presente sulla guida Monaci.

Annulli per le tasse

Per segnalare la tassazione era solito il portalettere apporre un timbro "T" che nel corso degli anni
è cambiato spesso di forma e carattere. I primi, nell'800, avevano il carattere T di una grandezza di
circa 2 cm, poi durante la Seconda Guerra mondiale diventa più piccolo e poco definito, in epoca
repubblicana il T viene inserito anche in un cerchio. Questo timbro era apposto sul documento
postale (cartolina, busta, ecc.), unitamente a una marca segnatasse del valore della tassa, o in caso
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il portalettere fosse sprovvisto, la tassa veniva segnata con una sigla a mano e riscossa dal
portalettere. Negli anni '60 fu introdotta la specifica fascetta per le cartoline tassate, che andava a
incappucciare la parte dell'oggetto in cui c'era la parte scritta. Il segnatasse faceva da sigillo,
annullato con un timbro solitamente guller (normale per il periodo). Il T era apposto nella parte
della cartolina ancora visibile. Questo uso fu abbandonato all'inizio degli anni '80.
Con
l'introduzione dei servizi meccanici furono approntate specifiche fascette e annulli di tassazione,
specialmente per gli atti di tribunale, multe, servizi di tesoreria.

Gli annulli speciali italiani


Le Poste italiane su richiesta di enti pubblici o privati possono
eseguire un servizio filatelico temporaneo con annullo
speciale[28]. Generalmente questi annulli speciali riproducono
graficamente un richiamo alla manifestazione per la quale
sono stati richiesti tramite una vignetta, la data dell'evento, il
Codice di avviamento postale di interesse, il simbolo distintivo
delle Poste Italiane e la sigla automobilistica della provincia
dove il servizio è effettuato. La forma può essere tonda, ovale o
rettangolare.

Con tali bolli può essere annullata corrispondenza ordinaria,


prioritaria, assicurata e raccomandata. L'ente richiedente
l'annullo speciale in genere effettua la richiesta intendendo Annullo speciale dedicato alla storia
dare all'evento previsto una più amplia pubblicità e di Vermiglio
storicizzazione in quanto i timbri utilizzati, ad evento
concluso, vengono poi catalogati e conservati presso il Museo
storico della Comunicazione di Roma (Ministero dello Sviluppo Economico) che nella propria
collezione conserva anche annulli utilizzati durante il periodo dell Regno d'Italia (anche nelle
colonie e nelle campagne militari) e prima ancora negli antichi Stati pre-unitari. Data l'enorme
vastità di eventi ufficializzati con tali annulli è frequente che gli stessi siano collezionati in maniera
tematica. Uno dei temi più seguiti in questo ambito è quello religioso dei "Santi" in quanto è
consueta la richiesta di annulli speciali da parte dei vari enti promotori delle feste patronali.

Il primo annullo speciale italiano fu creato nel 1871[29] per l'Esposizione Internazionale Marittima
di Napoli. Dal 10 aprile venne allestito presso la sede dell'evento un ufficio postale con funzione di
succursale e in dotazione il timbro in doppio cerchio con la dicitura "Esposizione Marinara -
Napoli" che rappresenta uno dei più rari annulli italiani.

Il primo annullo speciale del Regno di Umberto I risale al 1880 e venne emesso a Torino, in
occasione dell'Esposizione di Belle Arti. Per l'occasione fu allestito un ufficio temporaneo dal 25
aprile al 26 settembre dove poteva essere timbrata la corrispondenza con un timbro tondo dalla
dicitura "Torino Esposizione" accoppiato all'annullo numerale nº 3337[30].

Nel 1898 fu approntato il primo annullo di interesse per l'Aerofilia, in occasione dell'Esposizione
Generale Italiana Pallone Frenato, che si svolgeva a Torino. L'annullo possedeva la dicitura
"Torino-Esposizione" e la data al centro. Poteva essere accoppiato al timbro speciale in colore viola
su tre righe con la scritta "Stazione Aerea -Esp. Torino" e la data.[31].

Nel 1951 in occasione dei Concorsi Ginnici di Firenze, insieme all'emissione dei tre francobolli
commemorativi venne studiato un annullo speciale in dotazione al servizio mobile della posta che
aveva la dicitura "Feste e concorsi ginnastici Int. F.G.51 Firenze". Sulle raccomandate e sulle buste
ufficiali venne anche apposto un bollo rettangolare con la scritta "F.G.51 Autoambulante post.nº3
Firenze". Tale scritta su tre righe si riferiva all'ufficio postale mobile montato su un furgone e
chiamato appunto "autoambulante".

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Annulli italiani ricorrenti

Annulli dedicati al K2

Da quando il 31 luglio 1954 una spedizione italiana guidata da Ardito Desio raggiunge la vetta del
K2 suscitando entusiasmo in tutta la nazione, gli annulli dedicati all'impresa si sono susseguiti nel
tempo commemorando più volte l'impresa:

10 ottobre 1954"[32] per interessamento del Club Alpino Italiano viene eseguito il primo annullo
che consisteva in un timbro tondo con l'immagine della montagna al centro e sui bordi la data
e la scritta "C.A.I. dell'Etna-Sezione di Catania".
27 giugno 1955 Trieste, tornata italiana, commemora l'impresa di Desio con un timbro tondo
semplice: la data e sul bordo la scritta "Giornata del K2-Trieste"
3 agosto 1974 Cortina d'Ampezzo intitola un timbro tondo al "XX Conquista del K2"
28/29 luglio 1984 Bornio commemora il trentennale con un timbro ad immagine del K2 e
simbolo del C.A.I.
28 maggio 1994 Torino commemora il 40º anniversario della prima salita sul K2 con
l'immagine di una piccozza su timbro tondo
3 agosto 1999 Auronzo di Cadore ricorda gli "italiani sul K2"
2 maggio 2004 Trento festeggia il 52° Filmfestival internazionale sulla montagna e per
l'occasione predispone un timbro con il profilo del K2
25 maggio 2004 Genova tramite l'ufficio postale di Genova-Centro appronta un annullo per
l'Assemblea dei delegati del C.A.I. per il K2

Annulli per la Via Crucis

La Via Crucis, anche detta Via Dolorosa è un rito cristiano, della Chiesa cattolica e della Chiesa
anglicana, con cui si ricostruisce e commemora il percorso doloroso di Cristo che si avvia alla
crocifissione sul Golgota. Dal 1984 le Poste Italiane hanno puntualmente commemorato questo
avvenimento con l'emissione di annulli speciali"[33]:

20 aprile 1984 a Roma si commemora con annullo la Via Crucis al Colosseo guidata dai
commenti di papa Giovanni Paolo II
5 aprile 1985 per la Via Crucis al Colosseo le immagini sui timbri sono: Cristo Crocifisso, la
Madonna e Giovanni Paolo II
28 marzo 1986 Via Crucis al Colosseo
17 aprile 1987 Via Crucis al Colosseo
1º aprile 1988 Via Crucis al Colosseo: uno dei timbri previsti commemora anche l'Anno
Mariano
24 marzo 1989 Via Crucis al Colosseo
13 aprile 1990 Via Crucis al Colosseo
29 marzo 1991 Via Crucis al Colosseo: si commemora la partecipazione di Giovanni Paolo II
17 aprile 1992 Via Crucis al Colosseo: l'annullo raffigura il cireneo che prende la Croce a Gesù
12 aprile 1993 Via Crucis al Colosseo
1º aprile 1994 Via Crucis al Colosseo: l'annullo raffigura Gesù con un soldato romano
14 aprile 1995 Via Crucis al Colosseo: sull'annullo Gesù nel momento della crocifissione
6 aprile 1996 Via Crucis al Colosseo: appare la scritta "verso il Giubileo del 2000"
28 marzo 1997 Via Crucis al Colosseo: l'annullo rappresenta Gesù che cade sotto il peso della
croce

https://it.wikipedia.org/wiki/Annullo_postale 9/12
12/12/21, 11:16 PM Annullo postale - Wikipedia

10 aprile 1998 Via Crucis al Colosseo: altra scritta per il Giubileo


2 febbraio 1999 Via Crucis al Colosseo
21 aprile 2000
13 aprile 2001
14 aprile 2007 dopo tre anni di salto riprende la commemorazione con gli annulli con la
partecipazione di papa Benedetto XVI
6 aprile 2007 Via Crucis al Colosseo
21 marzo 2008

Altri annulli

Si citano inoltre gli annulli che ogni anno vengo approntati per il Carnevale di Viareggio, il Festival
lirico dell'Arena di Verona, annulli per la squadra vincitrice del Campionato di Calcio italiano e
moltissime altre manifestazioni filateliche nazionali (Verona, Empoli, Milano, Piacenza, ecc.)

Note
1. ^ L.N. Williams, Fundamentals of Philately, American Philatelic Society, State College, PA,
1990, p. 20.
2. ^ Enciclopedia dei Francobolli, p. 766, Vol. I, Timbri e annulli
3. ^ Alberto Casella (a cura di), Guida Bolaffi alla collezione di Francobolli (volume), II, Torino,
Giulio Bolaffi Editore, 1996 [1994], p. 95, ISBN 88-85846-44-0.
4. ^ Il Collezionista, Giulio Bolaffi Editore, Torino, n.9, settembre 2008, New York New York
5. ^ Enciclopedia dei Francobolli, p. 4, Vol. I, Il favoloso numero uno
6. ^ Güller Sohne - Sito ufficiale della ditta Güller, su guellersoehne.ch. URL consultato il 10 settembre
2010.
7. ^ Umberto I una serie coi baffi, pag. 104, I bolli e gli annulli
8. ^ Cronaca Filatelica, nº 365, ottobre 2009, pag. 93, Francobolli delle Romagne? Noi li
celebriamo
9. ^ Il Novellario, p. 44, I contrassegni di franchigia
10. ^ Enciclopedia dei Francobolli, p. 766, Vol. II, Timbri e annulli
11. ^ Cronaca Filatelica, nº 331, settembre 2006 pag. 96, La lunga vita del "muto a losanghe"
12. ^ Il Novellario, p. 29, Bollature di emergenza
13. ^ De La Rue a scuola di carte valori, pag. 112, Bollature e inchiostri postali - [...]rimane estesa
a tutta Italia, la tipologia di bollature a suo tempo studiata per gli uffici del Regno di Sardegna
[...]
14. ^ Il Novellario, p. 68, Il bollo preventivo va anche in ferrovia
15. De La Rue a scuola di carte valori, pag. 113, Bollature e inchiostri postali
16. ^ Umberto I una serie coi baffi, pag. 100, I bolli e gli annulli - [...] Sin dal maggio 1866 era
distribuito a tutti gli uffici postali un bollo numerale a punti accoppiato generalmente al bollo a
un cerchio o a doppio cerchio[...]
17. ^ De La Rue a scuola di carte valori, pag. 118, Bollature e inchiostri postali
18. ^ Umberto I una serie coi baffi, pag. 102, I bolli e gli annulli
19. ^ De La Rue a scuola di carte valori, pag. 120, Bollature e inchiostri postali
20. ^ Cronaca Filatelica, nº 335, gennaio 2007, pag. 80, I timbri postali questi sconosciuti
21. ^ Cronaca Filatelica, nº 366, novembre 2009, pag. 83, La Posta militare nº 15 di Mumhanè
Sokak
22. ^ Cronaca Filatelica, nº 360, aprile 2009, pag. 81, L'ufficio postale nº 171 di Smirne (1919-
1923)

https://it.wikipedia.org/wiki/Annullo_postale 10/12
12/12/21, 11:16 PM Annullo postale - Wikipedia

23. ^ Cronaca Filatelica, nº 360, aprile 2009, pag. 82, L'ufficio postale nº 171 di Smirne (1919-
1923)
24. ^ Cronaca Filatelica, nº 353, settembre 2008, pag. 81, La lunga storia delle corrispondenze
d'ufficio
25. ^ Notiziario Tematico nt, Edizione C.I.F.T. marzo 2007 nº 159, pag. 34, annulli delle Agenzie
Postali
26. ^ Cronaca Filatelica, n. 39, settembre 2004, pag. 74, Il Compostore
27. ^ Enciclopedia dei Francobolli, p. 769, Vol. II, Marcofilia: annulli meccanici
28. ^ Poste Italiane (http://www.poste.it/postali/filatelia/servizi_temporanei.shtml) Archiviato (http
s://web.archive.org/web/20100725015633/http://www.poste.it/postali/filatelia/servizi_temporane
i.shtml) il 25 luglio 2010 in Internet Archive. - Servizi filatelici temporanei - Link consultato il 5
agosto 2010
29. ^ Cronaca Filatelica, nº 361, maggio 2009, pag. 76, È nato a Napoli nel 1871 il primo annullo
italiano
30. ^ Umberto I una serie coi baffi, pag. 108, I bolli e gli annulli
31. ^ Aerofilia Italiana, pag. 13, Torino/Esposizione Generale Italiana Pallone Frenato
32. ^ Cronaca Filatelica, nº 38, luglio/agosto 2004, pag. 69, Annullata più volte l'impresa degli
alpinisti italiani
33. ^ Cronaca Filatelica, nº 360, aprile 2009, pag. 27, La Via Crucis di Poste Italiane

Bibliografia
Fulvio Apollonio, Nino Barberis, Alberto Diena, Enzo Diena, Carlo Cerrutti, Luigi Raybaudi,
altri, Enciclopedia dei Francobolli (2 volumi), a cura di Roberto Arcaleni, unica edizione,
Firenze, Sadea Sansoni, 1968 [1968], p. 800, ISBN non esistente.
Franco Filanci, De La Rue a scuola di carte valori, Bologna, Poste Italiane S.p.A., 1992.
Bruno Crevato-Selvaggi, Umberto I una serie coi baffi, Bologna, Poste Italiane S.p.A., 2000.
Fiorenzo Longhi, Aerofilia Italiana (volume), seconda, Pandino (CR), Grafiche CAM, 2007
[1998], p. 630, ISBN non esistente.
Cronaca Filatelica (Rivista mensile) Editoriale Olimpia SpA, Sesto Fiorentino(FI).
Giulio Bolaffi, Il Collezionista (Rivista mensile), Editore Torino.
Franco Filanci, Il Novellario (volume), prima, Milano, C.i.F. Srl, 2013 [2013], p. 144, ISBN non
esistente.

Voci correlate
Marcofilia
Aerofilia
Filatelia
Posta
Storia della posta
Storia postale
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