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§ 1 - Grandezze e sistemi termodinamici

Lo studio dei sistemi termodinamici ha alla base la definizione e l’impiego di talune variabili
termodinamiche che considerano le cose da un punto di vista macroscopico, senza cioè entrare nel-
l’interna costituzione del corpo o dei corpi, dei quali interessa studiare il comportamento.
Tale corpo, o gruppo di corpi, su cui si fissa l’attenzione, costituisce il sistema termodinamico di cui
si desidera seguire le vicende (trasformazioni termodinamiche), tutto ciò che è esterno e con cui il
nostro sistema interagisce costituisce il “mezzo”o l’ambiente in cui il sistema termodinamico è im-
merso. L’adozione dal punto di macroscopico comporta due vantaggi, e precisamente consente di
diminuire il numero delle grandezze con le quali si studia il sistema; consente di studiare certe pro-
prietà generali dei sistemi termodinamici, senza entrare nell’intima struttura atomico-molecolare
della materia.
Le variabili termodinamiche vengono generalmente classificate come variabili “estensive” e
variabili “intensive”. Le prime sono quelle in cui il valore è proporzionale alla massa del sistema.
Esempio: volume, energia interna; le seconde non dipendono dalla massa del sistema; esempio:
pressione, temperatura.
I sistemi termodinamici possono essere chiusi o aperti; nel primo caso le uniche interazioni con il
mezzo sono scambi di energia, mentre nel secondo caso ci sono scambi di materia (pompe, turbine).
Esistono grandezze termodinamiche che sono funzioni di stato ovvero, dipendono solo dallo stato
attuale in cui si trova il sistema e non dalla sua storia.
Ne consegue che se un sistema parte da uno stato e subisce una trasformazione fino ad arrivare ad
uno stato finale, la variazione subita da qualsiasi funzione di stato dipende solo dallo stato iniziale e
da quello finale, ovvero dalla differenza dei valori assunti dalla grandezza nei due stati. E’ chiaro
che esistono altre grandezze che non godono di queste proprietà.
Da quanto detto è evidente che, ogni volta che qualcuna di tali grandezze subisce una variazione il
sistema subisce una trasformazione termodinamica; qualora invece nessuna delle funzioni di stato
modifichi modifichi il suo valore, il sistema si trova in uno stato di equilibrio termodinamico.
Gli equilibri che il sistema può eseguire sono diversa natura termico, chimico, meccanico. Solo
quando tutti e tre gli equilibri sussistono contemporaneamente, il sistema si dice in equilibrio
termodinamico. Per definire lo stato di un sistema non è necessario specificare il valore di tutte le
grandezze che lo governano. Questo, perchè tutte le grandezze non sono fra loro indipendenti, ma
legate da certe relazioni che prendono il nome di equazioni di stato.
In generale, i fluidi termodinamici sono descritti da tre sole variabili p=pressione, v=volume e
T=temperatura, è infatti nota la equazione di stato per i gas perfetti pv = RT, dove R = costante.

§ 2 - Principi di termodinamica
Il primo principio della termodinamica asserisce che l’energia può essere trasferita da una
forma ad un’altra ma che non può essere nè creata, nè distrutta. Tale principio in termini anali-
tici è espresso dalla relazione U = Q - L.
Significa che la variazione di U (energia interna cioè posseduta dal sistema atomici ecc.) è
pari alla differenza fra la quantità di calore e lavoro scambiate con l’esterno.
Il secondo principio della termodinamica (Enunciato di Carnot) postula che è impossibile tra-
sformare integralmente calore in lavoro.
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- Diagrammi termodinamici
Si è visto che lo stato dei fluidi viene completamente individuato assegnando due sole variabili di
stato, pertanto è possibile rappresentare gli stati di un fluido, e quindi le sue trasformazioni, median-
te un diagramma nel quale i valori delle variabili siano riportati sugli assi coordinati. In tale dia-
gramma ogni stato di equilibrio è rappresentato da un punto mentre una linea rappresenta una tra-
sformazione.

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