Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
CAPITOLO
M. GRANATA
R. STROBBE
ARTRITE REUMATOIDE M.T. BOTTA
T. NAVA
M. GRANATA
I linfociti T contribuiscono alla liberazione delle Le articolazioni interessate mostrano i classici segni
citochine proinfiammatorie quali il TNFalfa, il dell’infiammazione. La sede appare dolente, tume-
fattore stimolante i precursori granulocito-macro- fatta, calda e dolorabile alla mobilizzazione passiva
fagici (GM-CSF) e diverse interleuchine (IL) tra cui e attiva. Può essere presente un versamento artico-
la 1, la 2, la 6 e la 8. In particolare, l’attivazione della lare, che meglio si riesce a identificare quando inte-
IL 1 provoca la liberazione dai sinoviociti di colla- ressa le articolazioni più grandi come nel caso delle
genasi e prostaglandina E2 con progressiva degrada- ginocchia, a livello delle quali si può apprezzare con
zione del proteoglicano e aumento del riassorbi- la positività del segno del ballottamento rotuleo.
mento di calcio osseo. Un altro segno semeiologico molto importante è
la rigidità mattutina, che se tende a prolungarsi al
risveglio oltre un’ora è fortemente suggestiva di
ANATOMIA PATOLOGICA infiammazione articolare.
La precipitazione degli immunocomplessi circolanti Il dolore ha caratteristiche infiammatorie con la
(CIC) provoca uno stato infiammatorio e il conse- tendenza, in generale, a migliorare con il movi-
guente ispessimento della membrana sinoviale che mento e a peggiorare con il riposo, in contrasto con
si differenzia in un tessuto molto aggressivo ricco di il dolore cosiddetto meccanico, artrosico, che è
linfociti e plasmacellule. Tali cellule infiltrano migliorato dal riposo e peggiorato dall’attività
progressivamente il tessuto: all’inizio a livello peri- fisica.
vasale, in un secondo momento si organizzano in Accanto ai sintomi articolari il soggetto può rife-
veri e propri follicoli germinativi con consensuale rire sintomi generali come: facile stancabilità, astenia
produzione di interleuchina 2, fattore reumatoide e e talvolta febbre. Tutte le articolazioni diartrodali
immunoglobuline. possono essere colpite. Va comunque ricordato che,
Questa condizione determina la formazione di generalmente, il rachide e le articolazioni sacro
depositi di fibrina e l’insorgenza di necrosi e fibrosi iliache tendono a essere risparmiate, mentre si è
con progressivo interessamento della cartilagine, osservato, in posizione cervicale, l’interessamento
dell’osso subcondrale, della capsula articolare e dei dell’articolazione tra atlante ed epistrofeo con il
legamenti. conseguente rischio di lussazione articolare.
L’artrite reumatoide causa una progressiva defor-
mazione delle sedi articolari colpite qualora non
CLINICA
venga trattata precocemente e correttamente. Il pro-
Il quadro clinico è dominato dalle manifestazioni a gressivo coinvolgimento di tutto il complesso arti-
carico dell’apparato locomotore. Le modalità di colare, della capsula articolare, dei tendini, dei
esordio della malattia possono essere diverse, con muscoli agonisti e antagonisti, associato alle diverse
manifestazioni cliniche differenti da persona a posture antalgiche assunte dalle persone, compor-
persona. Nella maggior parte dei casi i sintomi sono tano come risultato finale le deformità caratteristi-
graduali e progressivi, ma talvolta subdoli e insidiosi. che della malattia.
Sono queste le situazioni in cui la definizione A carico delle mani possiamo osservare le seguenti
diagnostica può essere ritardata anche di mesi. Clas- deformazioni:
4
• a colpo di vento, caratterizzata dalla deviazione battere la malattia e prevenire i suoi danni. A tale
ulnare a livello delle articolazioni MCF delle dita scopo è stato utilizzato un set di criteri, di facile
delle mani; comprensione e di semplice utilizzo, che permette
• a collo di cigno, che consiste nella flessione dell’ar- ai medici di medicina generale di identificare i
ticolazione IFD e nell’estensione patologica dell’ar- sospetti portatori di malattia in fase precoce e di
ticolazione IFP; inviarli rapidamente a un consulto specialistico.
• ad asola, in cui si ha una flessione a carico dell’ar- Questi criteri, i cosiddetti Red flags, sono:
ticolazione IFP ed estensione patologica in corri- • la tumefazione a carico di 3 o più articolazioni
spondenza della IFD. persistente da più di 6 settimane;
• l’interessamento dei polsi e delle piccole articola-
Le deformità dei piedi sono: alluce valgo e sublus-
zioni delle manie e dei piedi: (metacarpofalangee,
sazione inferiore delle teste metatarsali con iperche-
interfalangee prossimali, metatarsofalangee);
ratosi reattiva e problemi alla deambulazione.
• la rigidità al risveglio superiore a 30 minuti.
Extrarticolari La ricerca di questi criteri da parte dei medici di
famiglia e la creazione di strutture indirizzate alla
Caratteristici della malattia sono i cosiddetti noduli gestione di questi pazienti sospetti (early rheumatoid
reumatoidi, istologicamente formati da uno strato clinics) ha permesso negli ultimi anni di aumentare
periferico di tessuto di granulazione, che racchiude in modo considerevole la sensibilità del sistema sani-
una zona intermedia di macrofagi disposti a paliz- tario italiano alla diagnosi precoce dell’artrite reu-
zata e una zona centrale formata da tessuto collageno matoide.
necrotico e detriti cellulari. I noduli tendono a loca- Dal punto di vista classificativo la diagnosi di
lizzarsi sulle superfici estensorie degli arti, ma pos- artrite reumatoide si fonda sui criteri dell’American
sono essere riscontrati anche negli organi viscerali e College of Rheumatology/European League Against
in particolare nei polmoni. I polmoni possono essere Rheumatism elaborati nel 2010, che sono riportati
colpiti anche da fenomeni di fibrosi interstiziale e nella tabella 3.1.
da episodi di polmonite.
Frequente è il coinvolgimento muscolare con varie
forme di miopatia, che contribuiscono all’astenia DATI DI LABORATORIO
lamentata dalle persone colpite.
L’interessamento delle sierose può provocare epi- Le indagini di laboratorio permettono di evidenziare
sodi di pleuropericardite e di pericardite costrittiva. uno stato infiammatorio aspecifico mediante la valu-
Nei casi che presentano positività del fattore reuma- tazione dei reattanti della fase acuta quali la VES e la
toide ad alto titolo, la malattia può complicarsi con proteina C reattiva. L’anemia è spesso presente con
localizzazioni vasculitiche. In questi casi, la vasculite le caratteristiche delle forme normocitiche e normo-
è in genere di natura leucocitoclasica e può variare cromiche peculiari delle anemie in corso di malattie
da casi limitati a casi più gravi con coinvolgimento croniche.
del sistema nervoso centrale e periferico. Non infre- Per quanto riguarda la presenza di autoanticorpi,
quenti sono i casi di sindrome del tunnel carpale e il fattore reumatoide può essere presente fino al 70%
tarsale non causati da fenomeni di compressione ma dei casi analizzati. Il suo rilievo però non autorizza
bensì da interessamento vasculitico dei vasa vaso- automaticamente la diagnosi, infatti la sua presenza
rum. può essere rilevata nel 5% dei soggetti assolutamente
In circa un terzo dei malati è possibile rilevare normali, ma può anche essere associata ad altre
l’associazione con la sindrome di Sjögren, che si malattie croniche, quali le epatiti croniche, la sarcoi-
caratterizza per la xeroftalmia e la xerostomia dovuta dosi, la tubercolosi e la sindrome di Sjögren.
all’infiammazione delle ghiandole esocrine lacrimali Gli anticorpi anticitrullina mostrano una mag-
e salivari. giore specificità rispetto al fattore reumatoide e sono
presenti nel 60-70% dei pazienti. Il loro rilievo può
precedere anche di anni l’insorgenza della malattia.
DIAGNOSI Un esame apparentemente obsoleto, ma ancora di
La possibilità di una diagnosi precoce è stata resa grande attualità per la sua economicità e facilità di
possibile da strumenti terapeutici in grado di com- esecuzione, è quello relativo al liquido sinoviale. Il
5
prelievo del liquido dall’articolazione della persona i segni dell’infiammazione sia le eventuali erosioni.
e il successivo invio presso il laboratorio di analisi Se il rilievo di queste ultime rappresenta un danno
permette di differenziarne la natura. È così possibile già avvenuto, è il rilievo dell’edema osseo che raffi-
distinguere: gura il nesso tra l’infiammazione articolare e la
• liquido normale: incolore, viscosità normale, distruzione ossea. Le attuali tecniche di immagine
numero dei globuli bianchi inferiore a 200/mm3 comprendono la RMN per la valutazione dell’edema
con quota di neutrofili polimorfonucleati (PMN) osseo e delle erosioni, con l’aggiunta di contrasto a
inferiore a 25%, glucosio normale; base di gadolinio per la determinazione della sino-
• liquido non infiammatorio: giallo, viscosità vite, e l’ecografia articolare per lo studio del profilo
normale, globuli bianchi tra 200 e 2000 con osseo e per l’accertamento della sinovite in fase di
PMN inferiori a 25%, glucosio normale; attività, attraverso l’utilizzo della tecnica del power
• liquido infiammatorio: opalescente, viscosità doppler.
ridotta, globuli bianchi tra 2000 e 100 000 con
PMN maggiori del 50%, glucosio ridotto; PROGNOSI
• liquido settico: aspetto purulento, viscosità molto
ridotta, globuli bianchi maggiori di 80 000 con La prognosi della malattia è variabile. Molto dipende
75% di PMN. dalla precocità dell’intervento. È possibile comun-
que identificare alcuni indici prognostici negativi di
malattia. Tra questi i più importanti sembrano
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI essere:
• sesso femminile;
Nel passato, le alterazioni ossee potevano essere • insorgenza giovanile;
visualizzate solo attraverso la radiologia tradizionale. • presenza di danno radiologico ed evolutività delle
Negli ultimi decenni le innovazioni tecnologiche erosioni;
hanno permesso di sviluppare nuove tecniche di • pattern poliarticolare con interessamento di
immagine, come l’ecografia articolare e la risonanza numerose articolazioni;
magnetica nucleare. Esse hanno permesso di riscon- • indici di infiammazione elevati in modo persi-
trare più precocemente e con maggiore sensibilità sia stente;
6
• positività del fattore reumatoide e degli anticorpi cortisonici vengono utilizzati al momento della dia-
anticitrullina ad alto titolo; gnosi per il controllo immediato della sintomatolo-
• presenza di diffuse manifestazioni extra-articolari: gia, in attesa che i DMARD svolgano il loro effetto,
noduli reumatoidi, impegno polmonare, sclerite oppure a dosaggio molto basso per l’ottimizzazione
ed episclerite, sierositi, sindrome di Felty e sin- della terapia con i DMARD.
drome di Sjögren. Un altro ambito di utilizzo è quello della terapia
infiltrativa intra-articolare.
TERAPIA
Farmaci modificanti l’evoluzione
Nell’ultimo decennio i progressi nella precocità della della malattia
diagnosi si sono accompagnati alla necessità di un I DMARD rappresentano gli unici farmaci in grado
intervento terapeutico altrettanto sollecito. La tera- di modificare la storia naturale della malattia. È
pia è di tipo farmacologico associata al trattamento questo il gruppo di farmaci che maggiormente si è
fisioterapico riabilitativo. Il suo fine è quello non arricchito negli ultimi anni. Abbandonate le terapie
solo di ridurre il dolore, ma soprattutto di spegnere tradizionali, come quelle con i sali d’oro, che rappre-
l’infiammazione, bloccando i processi distruttivi, di sentavano fino a qualche decennio fa l’unica possi-
recuperare la funzionalità articolare e di evitare l’in- bilità di cura per questa malattia, oggi questo gruppo
gravescente disabilità. è validamente rappresentato dall’idrossiclorochina,
La terapia medica considera fondamentalmente dalla salazopirina, dalla ciclosporina e dal metotre-
due gruppi di farmaci. Da una parte i farmaci sinto- xate.
matici, come gli anti infiammatori non steroidei e i L’approccio attuale, sostenuto dalle più recenti
cortisonici, dall’altra i farmaci modificanti l’attività linee guida, prevede l’utilizzo precoce del metotre-
di malattia come i DMARD (Disease modifying xate fino a un dosaggio di 15-20 mg/settimana in
antirheumatic drugs) tradizionali e quelli biotecno- mono terapia, seguito dalla prescrizione di una tera-
logici. pia di combinazione con gli altri DMARD, come la
cosiddetta triplice combinazione a base di metotre-
Farmaci sintomatici xate, salazopirina e idrossiclorochina. Nei casi giu-
Anti infiammatori
dicati non responsivi, secondo i criteri clinimetrici
oggi disponibili, i pazienti possono essere arruolati
Questi farmaci non influiscono sull’evoluzione della e trattati con farmaci biotecnologici, gli anticorpi
malattia, ma possono essere utilizzati per ottimizzare monoclonali, in grado di contrastare l’attività di
il controllo del dolore. Accanto ai tradizionali FANS, diverse citochine partecipanti all’immunoflogosi
come l’indometacina, il naprossene, il piroxicam e il (caratteristica della malattia). Tra questi, i più utiliz-
diclofenac, sono da qualche anno disponibili i cosid- zati sono gli anti TNFalfa, farmaci che mediante
detti COXIB, inibitori selettivi della ciclossigenasi 2, diversi meccanismi, inibiscono l’azione di questa
come il celecoxib e l’etoricoxib. Questi, pur fondamentale citochina infiammatoria.
mostrando un migliore profilo di tolleranza gastro-
enterica rispetto ai FANS tradizionali, hanno il loro Terapia riabilitativa
stesso profilo rispetto al rapporto costi-benefici car-
diovascolari. Nel trattamento multidisciplinare della malattia, la
terapia riabilitativa rappresenta una strategia indi-
Steroidi
spensabile per ridurre la disabilità legata alla malattia.
Questi farmaci svolgono un’importante azione anti- La cura dell’articolarità, la prevenzione dell’ipotrofia
flogistica e antidolorifica, ma da soli non sono in muscolare e il miglioramento dello stato cardiova-
grado di modificare la storia clinica della malattia. scolare devono essere aspetti considerati e curati nel
Nella storia della reumatologia queste sostanze moderno trattamento di tutte le artriti e in partico-
hanno avuto un ruolo molto importante nelle cono- lare dell’artrite reumatoide.
scenze farmacologiche di queste malattie. Impor- L’attività fisica è quindi molto importante, ma deve
tanza che si è via via ridimensionata a causa dei loro essere alternata a fasi di riposo che, con modalità
temibili effetti collaterali sia a livello del metaboli- diverse in relazione alle diverse fasi di attività di
smo osseo sia di quello intermedio. Attualmente, i malattia, consenta un idoneo recupero funzionale.
7
D’altra parte, l’eccessiva inattività deve essere evitata sulle articolazioni, riducendone l’infiammazione
per le sue gravi conseguenze sul tono muscolare e sinoviale.
sulla propriocezione articolare. Le ortesi rappresentano una valida opportunità in
L’attività motoria dovrebbe comprendere pro- alcuni casi quando, nonostante la corretta terapia
grammi combinati di stretching e di rafforzamento medica e riabilitativa, la malattia riesce a causare
aerobico e muscolare. deformazioni articolari, che sono la vera causa della
Nella fase acuta le articolazioni non dovrebbero disabilità lamentata dalle persone. Questa tecnica di
essere stressate, l’atteggiamento acamatico dovrebbe salvaguardia articolare è molto importante per
essere preferito e le contratture muscolari combat- prolungare l’autonomia della persona.
tute. Con il regredire della fase flogistica, gli esercizi I dispositivi di assistenza comprendono tutti que-
isometrici verranno preferiti per evitare eventuali gli strumenti appositamente concepiti per miglio-
danni articolari e assicurare comunque l’esercizio rare la vita quotidiana delle persone affette da artrite
muscolare necessario. In questa fase è necessario il reumatoide.
monitoraggio stretto della persona al fine di evitare Ne esistono di specifici per ogni area di attività
la riacutizzazione dell’infiammazione articolare. quotidiana: igiene personale, alimentazione, abbi-
L’idrochinesi terapia permette un buon allena- gliamento e attività ricreative. Questi ausili vengono
mento aerobico e la combinazione con il condizio- generalmente suggeriti dal terapista occupazionale
namento propriocettivo rappresenta la strategia dopo la valutazione specifica delle condizioni e delle
migliore per garantire i risultati più brillanti. necessità del paziente.
L’applicazione di calore può rappresentare un altro
valido ausilio. Il calore può essere somministrato Chirurgia ortopedica
superficialmente – ma in questo caso solo le artico-
lazioni più esposte, come quelle delle mani e dei La chirurgia ortopedica è utile quando, nonostante
piedi, possono essere raggiunte – oppure profonda- l’impiego di tutti i presidi farmacologici, riabilitativi
mente come nel caso della tecarterapia. e assistenziali, la malattia procede nella sua attività
Il freddo può essere utilizzato sia per i suoi effetti di distruzione articolare, provocando danni trattabili
emodinamici e neuromuscolari, sia perché agisce solo mediante protesizzazione.
BIBLIOGRAFIA
Eular Textbook on Rheumatic diseases. 2nd Edition. Ed. BMJ Group Imboden B, Hellmann D, Stone J. Current diagnosis & treatment in
2015. rheumatology. 3rd Edition. McGraw-Hill Education 2013.
Firestein GS, Budd RC, Gabriel SE. Kelley’s Textbook of Rheuma- Kasper DL,. Fauci AS, Hauser L, et al. Harrison’s Principles of In-
tolgy. 9th Edition. Ed. Saunders 2013. ternal Medicine. 19th Edition. McGraw-Hill Education 2015.
Goldman L, Schafer AI. Goldman–Cecil Medicine. 25th Edition. Ed. Silman J, Smolen J, Weinblatt M, et al. Rheumatology. 6th Edition.
Saunders 2015. Mosby Ltd 2014.
R. STROBBE
Fig. 3.1 Alterazioni della struttura scheletrica facciale. (a) Evidente riduzione della dimensione condilare dell’ATM destra, ramo corto mandi-
bola di destra. (b) Marcata inclinazione del piano occlusale a bocca aperta, causata dal ramo corto della mandibola a destra. (c) Evidente
riduzione della lunghezza del corpo mandibolare, bilaterale.
9
• crepitio come sabbia o ghiaia dovuto allo scorri- fici per il monitoraggio dello stato dell’ATM (Man-
mento delle superfici articolari irregolari (Tabeling fredini 2005, Mastaglio 2005). L’ecografia, infatti,
1985); è un valido strumento sia per poter fare un’analisi
• deformità occluso-facciali, quali disgnazia, che accurata sia per poter rilevare dislocazioni del disco
evolve in micrognazia per fusione prematura delle ed effusione.
epifisi. La fase seguente alla degenerazione dell’ar- La risonanza magnetica nucleare (MRI) è utile per
chitettura articolare può portare a un’ulteriore la valutazione delle alterazioni condilari e degli altri
perdita funzionale, una riduzione della mobilità e tessuti molli (Manfredini 2005, Alkhader 2010).
dolore. La deformità più comune anche nell’adulto La Cone-Bean-Computerized-Tomography (CBCT)
è il cosiddetto open bite (morso aperto anteriore) viene utilizzata per valutare le strutture ossee.
(fig. 3.2). Arvidsson e colleghi (2010) hanno mostrato che
almeno il 70% delle persone con ARG presenta un
Si possono presentare solo in casi rari anchilosi
coinvolgimento dell’ATM alla CBCT e alla MRI.
fibrose e ossee (Helenius 2005, Kobayashi 2001).
Negli stadi più avanzati si possono osservare:
• becchi osteofitici a livello del condilo;
Bio-immagini • solco antigoniaco più profondo;
• precontatti dentari posteriori;
Nel 60% delle persone con AR si osservano altera- • accorciamento del ramo della mandibola;
zioni radiologiche, soprattutto nella fase avanzata • pattern trabecolare osteoporotico.
della malattia (fig. 3.3).
I primi segni che compaiono sono erosioni irrego- L’osso risponde all’aggressione infiammatoria e al
lari e deossificazione della testa del condilo a livello carico alterato a livello del condilo mandibolare con
delle superfici mediali e anteriori. A seguire, può un riassorbimento della massa ossea e una conse-
evolversi in un quadro in cui si rileva una distruzione guente perdita di dimensione verticale del condilo
condilare quasi completa e un appiattimento della mandibolare. Tale perdita provoca un progressivo
eminenza articolare con erosione del tetto della fossa distanziamento delle teste degli incisivi superiori da
glenoidea. Altri pazienti presentano una testa condi- quelle inferiori (caratteristico morso aperto).
lare a forma di matita, o deformità a punta, e cisti Quando l’aggressione infiammatoria è inattiva per
subcorticali. Una proliferazione marginale con scle- un periodo sufficientemente lungo avviene una
rosi e appiattimento del condilo sono associati a una ricorticalizzazione del condilo.
fase di remissione.
L’esame di screening classico è l’ortopantomografia
Fisiopatologia
(Delantoni 2006, Kobayashi 2001). Inoltre, negli
ultimi anni, si è ricorso all’utilizzo di esami ecogra- A livello dell’ATM, l’AR causa esiti analoghi a quelli
riscontrati nelle altre articolazioni sinoviali. Nell’ARG
la malattia colpisce prevalentemente l’ATM, con
effetti devastanti e disabilitanti (Cedströmer 2014).
Poiché però tali effetti possono essere asintomatici, in
reumatologia pediatrica l’ATM è definita come la
forgotten joint (Arabshani 2006).
La sinovite persistente causa dolore e distruzione
della cartilagine articolare – che nel caso dell’ATM
è fibrosa e non ialina – dell’osso subcondrale, dei
tendini e dei legamenti associati alla capsula artico-
lare.
La sinovite persistente produce il caratteristico
panno che si estende dalla periferia dell’articolazione
verso il centro della stessa. Sono spesso presenti ade-
renze fra le superfici articolari che interferiscono con
Fig. 3.2 Fenomeno dell’open bite (morso aperto anteriore) a bocca
lo scorrimento e la nutrizione. La distruzione dei
chiusa causato dalla riduzione bilaterale della dimensione condilare. tessuti articolari tende in un primo momento a
10
indebolire le strutture favorendo eventuali disloca- (Ardic 2006) rispetto al dolore causato dai mediatori
zioni discali. Di conseguenza, il tessuto fibroso si locali dell’infiammazione (Alstergren 2008).
cicatrizza e tende a limitare permanentemente i La distensione della capsula causata da una effu-
movimenti. sione rapida provoca una pressione intrarticolare, la
Le alterazioni della forma condilare sembrano fibrosi diminuisce la permeabilità vascolare e
correlate alla sinovite (Abramowicz 2014). aumenta la concentrazione di sostanze irritanti, che
Nella fase attiva della malattia, la maggior parte causano una sintomatologia dolorosa. La ipervasco-
della distruzione e perdita di cartilagine articolare e, larizzazione, nella cartilagine articolare, induce la
in una seconda fase, del tessuto osseo, avviene nelle formazione di nuovi vasi contenenti nocicettori, che
aree maggiormente soggette a eccessive sollecitazioni causano la sintomatologia dolorosa (Johansson 1993,
biomeccaniche. Salter 1993).
Le strutture articolari e ossee, in caso di riduzione
delle sollecitazioni e in particolare durante la fase di Fisioterapia
remissione della malattia, mostrano un rapido dete-
rioramento delle loro proprietà biochimiche e bio- Gli effetti sulle alterazioni morfologiche della terapia
meccaniche. con metotrexate (MTX) variano da nessun effetto
La situazione che aumenta il processo degenera- significativo ad alterazioni ridotte (Twilt 2004, Ince
tivo è causata dalle aderenze e dalle fibrosi, le quali 2000), anche se si è osservato che la malattia in fase
riducono la mobilità e le sollecitazioni, che avven- attiva, a dispetto dei farmaci utilizzati per il tratta-
gono su superfici sempre minori. mento, aumenta comunque il rischio di alterazioni
Il dolore non deriva dalla cartilagine, in quanto è delle ATM nonostante la somministrazione di far-
aneurale e avascolare, ma è il coinvolgimento maci (Cedströmer 2014).
dell’osso subcondrale a generare dolore. La riabilitazione dell’ATM svolge il seguente
Il dolore origina invece dagli altri tessuti articolari ruolo:
sensibilizzati dalla reazione infiammatoria, che ven- • riequilibrio delle sollecitazioni articolari eccessi-
gono sollecitati in maniera anormale dai movimenti vamente elevate o ridotte e loro ripartizione sulla
funzionali. La soglia del dolore infatti è modulata a massima superficie articolare possibile;
livello sistemico piuttosto che dai mediatori locali • incremento dell’elasticità del tessuto fibroso di
dell’infiammazione (Alstergren 2008). riparazione, per una riduzione della disabilità fun-
Nello studio condotto su un gruppo di persone zionale e del dolore;
con AR è emerso come il dolore miofasciale fosse • migliore lubrificazione/nutrizione delle cartilagini
responsabile del 55% della sintomatologia dolorosa articolari; 11
• controllo del dolore di origine articolare che è Altri Autori, per individuare clinicamente i segni
causa di ulteriore immobilizzazione e disabilità. di AR a livello dell’ATM, suggeriscono l’utilizzo di
indici di valutazione, quali l’indice Helkimo e il cra-
Il controllo del dolore prevede:
niomandibolare.
• la mobilizzazione specifica e calibrata, per favorire
La valutazione delle strutture articolari e musco-
l’attivazione dei meccanismi periferici e centrali
lari eseguita con un esame fisico specifico deter-
di inibizione del dolore, inibizione centrale della
mina:
sensibilizzazione
• la frequenza;
• il drenaggio dei fluidi, i quali distendono le strut-
• la durata;
ture, convogliano e trattengono le sostanze infiam-
• l’intensità;
matorie.
• la direzione delle differenti sollecitazioni quali:
La fisioterapia è in grado di modificare alcuni esiti mobilizzazioni, stiramenti, decompressioni,
della malattia, favorendo una diminuzione sintoma- impiegate nella riabilitazione.
tologica accanto a una prevenzione e dilatazione
La valutazione consente di conoscere:
delle distruzioni articolari con le deformità ossee.
• il grado di infiammazione e la conseguente irrita-
In letteratura è presente un solo studio degli effetti
bilità della condizione;
del physical training sugli esiti dell’AR nella ATM
• l’entità del danno;
(Tegelberg 1988), numerosi studi sulla riabilitazione
• la funzione.
delle articolazioni colpite dall’AR (Vignos 1987,
Ekblom 1975), sui disturbi temporo-mandibolari
non di tipo reumatoide (Braun 1987, Weisberg Grado di infiammazione
1981) e sulla riparazione dei tessuti (Johansson 1993,
Salter 1993). La letteratura supporta l’importanza Per stabilire il grado di infiammazione occorre valu-
delle sollecitazioni fisiche, quali movimento passivo tare:
e attivo, carico e ricoordinazione delle strategie • la durata della rigidità mattutina;
motorie al fine di facilitare il processo rigenerativo • l’effusione intrarticolare (impossibile da investi-
delle cartilagini e delle altre strutture articolari. gare clinicamente a questo livello);
Lo stress meccanico intermittente è più indicato • la dolorabilità specifica alla palpazione articolare;
nell’indurre cambiamenti favorevoli nei condrociti • il dolore alla sollecitazione (movimento, distra-
rispetto a uno continuo; l’assenza di movimento, zione e compressione);
invece, favorisce la degenerazione. • il dolore a riposo (scale visivo-analogiche del
dolore, VAS).
VALUTAZIONE FUNZIONALE
ED ESAME FISICO Entità del danno
L’artrite reumatoide a livello dell’ATM può evolvere
I parametri da considerare per la valutazione dell’en-
senza un’espressione clinica o soggettiva: questo
tità del danno sono:
causa un ritardo nella sua identificazione con gravi
• l’irrigidimento articolare (aderenze, fibrosi);
conseguenze per la funzione e la crescita della man-
• i rumori articolari (crepitio, grattamento, clicking,
dibola.
popping);
L’esame clinico deve essere effettuato dal fisiote-
• le deformità articolari;
rapista in modo dettagliato, mediante le bio-imma-
• la diagnostica per immagini (Ecografia, OPT,
gini, al fine di verificare il più precocemente possi-
CBCT, RMN).
bile l’evoluzione della malattia a livello delle ATM.
La letteratura suggerisce la necessità di un maggior
dettaglio e di standardizzazione delle procedure di Funzione
valutazione e di trattamento, che spesso sono troppo
variabili (Ringold 2012). Per determinare il grado di funzionalità dell’ATM
La valutazione deve essere effettuata in accordo si utilizza:
con i criteri diagnostici per la ricerca per i disturbi • l’esame delle escursioni articolari (attive/passive),
temporo-mandibolari (Bracco 2010). ottenute tramite misurazioni affidabili;
12
• l’esame della forza, ma soprattutto della coordina- La valutazione consente di determinare in prima
zione muscolare; istanza gli obiettivi terapeutici generali, allo scopo di
• l’esame delle attività della vita quotidiana (masti- definire e di indirizzare l’esame fisico successivo. Tale
cazione, sbadiglio, fonazione). esame permette di individuare gli obiettivi specifici
e i fattori di valutazione utili nelle fasi prima e dopo
Il fisioterapista, sulla base della diagnosi medica, con il trattamento.
le indicazioni e controindicazioni relative e assolute La valutazione dell’irritabilità permette di formu-
al movimento, procede all’analisi di tutte le variabili lare ipotesi riguardo l’intensità e la durata del singolo
per pianificare il trattamento. L’intervento riabilita- trattamento. L’irritabilità viene calcolata in base al
tivo deve essere coordinato con quello farmacolo- rapporto fra la durata e l’intensità del dolore percepito
gico, gnatologico e splinting. e la quantità di stimolazione. La massima irritabilità
In particolare, dopo un’attenta diagnosi medica corrisponde alla minima stimolazione rapportata al
con conseguenti indicazioni e controindicazioni dolore di massima intensità prolungato nel tempo.
relative e assolute al movimento, il fisioterapista L’analisi funzionale consente di iniziare a formu-
procede all’analisi di tutte le componenti indispen- lare ipotesi sulle direzioni delle mobilizzazioni del
sabili alla pianificazione del trattamento. trattamento.
L’anamnesi deve comprendere i seguenti aspetti:
• la progressione temporale della perdita della fun- Osservazione
zione: minore è stato il tempo in cui si è verificato
il progressivo irrigidimento articolare, maggiore Nella fase di osservazione il fisioterapista è in grado
sarà la probabilità di un accorciamento fibroso, di valutare e registrare con immagini fotografiche
che rende necessario un incremento della fre- standardizzate le alterazioni morfo-occlusali eviden-
quenza, intensità, durata delle mobilizzazioni/ ziate dalla persona. È possibile valutare la progres-
decompressioni; sione in rapporto all’evoluzione della malattia e in
• le analisi delle funzioni specifiche alterate: conseguenza del trattamento. Questo percorso deve
− sbadigliare o mordere cibi di dimensioni rile- essere effettuato in stretta collaborazione con l’ana-
vanti (limitazione in apertura); lisi e le misurazioni cefalometriche di competenza
− la masticazione, per osservare la presenza di dell’ortognatodonzista.
limitazioni dei movimenti principali (eccessiva
stimolazione in compressione) e le incoordina- Esame fisico
zioni (mordersi le labbra, le guance, la lingua);
− la fonazione, che analizza l’incoordinazione del Nella fase dell’esame fisico vanno analizzate le ipo-
complesso meccanismo di emissione dei suoni, tesi riabilitative derivanti dalle due fasi precedenti
quali la restrizione veloce del movimento di una per programmare il successivo intervento riabilita-
ATM o di entrambe; tivo.
− la deglutizione, che permette di analizzare il Gli elementi che vanno analizzati durante la valu-
modo in cui i denti si chiudono (per esempio in tazione di ciascun movimento per definire la norma-
maniera eccessiva), come la lingua spinge contro lità o la deviazione dalla norma sono:
gli incisivi contrariamente all’appoggio sul • l’ampiezza del movimento misurata in millimetri;
palato, la deglutizione atipica in associazione ai • la qualità, la percezione delle resistenze e delle fri-
movimenti del collo. zioni opposte al movimento stesso; le articolazioni
sinoviali sane dovrebbero presentare un coeffi-
La valutazione del dolore deve comprendere: ciente di frizione fra 0,02 e 0,001, contro un coef-
• l’intensità con le scale visivo analogiche, VAS; ficiente dei pattini sul ghiaccio di 0,03 (Semble
• la durata (in minuti) di ogni episodio; 1990);
• la frequenza (numero di volte al giorno/setti- • il rumore, che consente di evidenziare se la resi-
mana); stenza al movimento sia causata da un disco dislo-
• la risposta ai movimenti e alle attività della gior- cato (clicking e popping) o da degenerazione artico-
nata (irritabilità); lare (rumore di sabbia e ghiaia), o da entrambe le
• la risposta ai farmaci (tipo di farmaco, quantità situazioni insieme (rumore percepito come crick,
dello stesso utile all’eliminazione del dolore). crock);
13
a b c
d e f
Fig. 3.7 Qualità dei movimenti attivi della mandibola. (a) Depressione della mandibola. Movimento “puro” di rotazione a livello dell’articolazione
condilo-discale, ottenuto grazie all’azione dei muscoli sovra-ioidei. (b) Protrusione della mandibola. Movimento “puro” di traslazione a livello
dell’articolazione disco-temporale, ottenuto grazie all’attivazione contemporanea dei muscoli pteridoidei laterali. (c) Apertura della bocca.
Movimento combinato di rotazione-traslazione. La testa condilare sopravanza ampiamente l’eminenza articolare stessa in condizioni normali.
(d) Deviazione laterale destra. (e) Deviazione laterale sinistra. (f) Retrusione.
vando la linea ideale, che congiunge la linea inte- • Per la valutazione della sensazione di fine movi-
rincisale superiore a quella inferiore: indicano mento viene applicata una leggera sovrapressione
una limitazione di traslazione del condilo da quel alla fine di ogni movimento attivo. È normale
lato; aspettarsi una sensazione di fine movimento suffi-
− protrusione è una deflessione analoga a quella cientemente elastica nelle ATM normali (end feel
osservata in apertura; capsulare) (fig. 3.9).
− deviazioni laterali: l’alterazione della deviazione • I movimenti di gioco articolare sono: lo scivola-
laterale destra evidenzia una restrizione della mento, la compressione e la decompressione in
traslazione del condilo di sinistra e viceversa. tutte le direzioni dello spazio (fig. 3.10). Essi non
• Quantità dei movimenti attivi possono essere possono essere effettuati dalle azioni muscolari
misurati con un calibro o un righello apposito e volontarie, ma solo passivamente. In caso di loro
abbassalingua (fig. 3.8). Secondo Cunha e colleghi limitazione o assenza, il movimento fisiologico si
(2007) un’apertura della bocca al di sotto dei 40 trova fortemente alterato o assente e l’articolazione
mm è molto probabilmente patologica. Secondo è sottoposta a sollecitazioni eccessive (Nordemar
Rocabado (1987) le deviazioni laterali e la protru- 1981). Per quanto riguarda la valutazione
sione dovrebbero essere 1/4 dell’apertura massima. dell’ATM vanno considerati:
Questi dati risentono della variabilità individuale. − la distrazione sull’asse longitudinale del condilo;
Per poter definire la normale escursione mandi- − la traslazione anteriore dopo una leggera distra-
bolare di un individuo, l’unico mezzo sicuro è la zione;
misurazione della stessa prima dell’insorgenza − la traslazione mediale e laterale dopo una leggera
della patologia. distrazione;
15
a b c
Fig. 3.8 Quantità dei movimenti attivi della mandibola. (a) Misurazione della massima distanza interincisale, a cui, aggiungendo o togliendo
l’overbite, si ottiene la massima apertura della bocca. (b) Misurazione della protrusione della mandibola. (c) Misurazione della deviazione
laterale della mandibola.
Fig. 3.9 Valutazione dell’end feel in apertura della bocca. Si tenga Fig. 3.10 Valutazione dei movimenti di gioco articolare.
ben presente che questa manovra, se eseguita come trattamento,
può portare a ulteriore danno articolare.
− in rarissimi casi gli stessi movimenti effettuati meno di ipersensibilizzazione dal lato dove si sta
dopo una leggera compressione articolare. sviluppando il processo infiammatorio princi-
• Palpazione articolare: è possibile palpare il lega- pale. Al contrario, è difficile identificare un
mento capsulare a livello del polo laterale del con- eccesso di tensione muscolare, a causa dell’inibi-
dilo. Secondo la mappa del dolore di Rocabado zione riflessa dovuta ai propriocettori articolari
(1987) esso è sovrastato in quel punto dal lega- (fig. 3.12).
mento collaterale laterale, dal legamento temporo-
mandibolare e a livello della capsula antero-infe- PROGRAMMA RIABILITATIVO
riore/superiore e postero-inferiore/superiore. La
palpazione è utile a livello preventivo per indivi- Il programma prevede innanzitutto un intervento
duare i primissimi sintomi del processo infiam- educativo e preventivo. Al contrario delle altre arti-
matorio in atto e per valutare i risultati del tratta- colazioni interessate dall’AR, la muscolatura masti-
mento (fig. 3.11). catoria presenta potenti muscoli, la cui funzione è
• Palpazione muscolare: la muscolatura tende a naturalmente stabilizzatoria.
diventare particolarmente dolente per un feno- Il problema consiste nel combattere le numerose
16
Fig. 3.13 Esempio di manovra neuromuscolare di contrazione-rila- Fig. 3.15 Esempio di esercizio “semplice” di ricoordinazione
sciamento per il muscolo temporale, sfruttando l’azione tridimensio- della deviazione laterale della mandibola.
nale (elevazione, leggera retrusione dalla posizione protrusa, devia-
zione omolaterale dalla deviazione eterolaterale). La componente di
stiramento viene esercitata tramite le dita del terapista direttamente
sul ventre muscolare. • Gli esercizi a domicilio di autodistrazione, auto-
mobilizzazione, autorilasciamento (fig. 3.16).
Una valutazione accurata della situazione articolare
consente di:
• individuare le direzioni di movimento di gioco
articolare e fisiologico in restrizione da mobiliz-
zare; le manovre vanno effettuate evitando di ren-
dere ipermobili e instabili le articolazioni che sono
rimaste efficienti;
• graduare intensità, frequenza, durata delle mobi-
lizzazioni e degli esercizi in rapporto alla persona
e al suo stato di salute.
a b
Fig. 3.16 (a) Esempio di esercizio di “autodistrazione”. (b) Altro esempio di esercizio di “autodistrazione” con abbassalingua, in soggetto
affetto da patologia reumatica con limitazioni di movimento all’arto superiore o deformità della mano.
• nella fase acuta vengono effettuate serie di 4-5 siasi alterazione al complesso cranio-facciale, dove
movimenti eseguiti 2 volte al giorno, mantenen- sono presenti molte strutture vitali, presenta delle
dosi sempre molto vicini alla posizione di riposo connotazioni socio-emotive assolutamente peculiari
articolare loose packed position con un’escursione e di notevole rilevanza.
articolare senza dolore. Il dolore avvertito a questo livello non ha lo stesso
• Nella fase subacuta si eseguono 6 movimenti 3-4 impatto come sofferenza di un dolore a livello della
volte al giorno accettando un fastidio minimo, che mano. Parallelamente, una deformazione a livello
deve terminare immediatamente dopo la solleci- facciale e dentario non ha lo stesso impatto sulla
tazione. percezione del sé di una deformazione di un’artico-
• Nella fase cronica possono essere effettuati fino ai lazione metacarpo-falangea.
6 movimenti eseguiti anche 12 volte al giorno, Qualsiasi alterazione dell’ATM necessita di una
accettando un fastidio che può permanere anche diagnosi precoce per controllare i dolori, le limita-
alcuni minuti dopo la sollecitazione (nel caso si zioni funzionali o le deformazioni.
stia trattando una notevole restrizione del movi- La pianificazione del trattamento riabilitativo del
mento). complesso cranio-mandibolare della persona con
artrite reumatoide deve basarsi su un’accurata valu-
Sarà in seguito necessario integrare i miglioramenti
tazione quantitativa tramite misurazioni valide e
ottenuti dal punto di vista della qualità e quantità
affidabili. Il fisioterapista, grazie a una pratica speci-
di movimento segmentario e del dolore tramite l’uti-
fica, può valutare il trattamento su un approccio
lizzo di tecniche neuromuscolari, che progrediscano
qualitativo, che gli consenta l’analisi globale della
dal movimento plurisegmentario al globale con
persona e delle dinamiche di movimento funzionali
significato funzionale.
e specifiche intra e intersegmentarie.
Le metodiche di trattamento utilizzate devono
CONCLUSIONI essere sia la conseguenza logica della valutazione sia
Scopo di questo capitolo è una proposta valutativa giustificate da basi biologiche. La riabilitazione spe-
e riabilitativa dell’ATM affetta da malattia reuma- cifica deve essere supportata da studi randomizzati
tica. Le lesioni dell’ATM nelle malattie reumatiche e controllati.
non hanno a tutt’oggi ricevuto l’attenzione che Solo in questo modo il fisioterapista, nell’ambito
meritano, nonostante la diffusione e le gravi conse- delle sue competenze nel team terapeutico-riabilita-
guenze di questo coinvolgimento. tivo, sarà in grado di fornire alla persona i mezzi per
L’alterazione delle capacità masticatorie costituisce raggiungere i suoi personali obiettivi di benessere e
un fattore di notevole disabilità per la persona. Qual- funzionalità del complesso cranio-mandibolare.
19
BIBLIOGRAFIA
Abramowicz S, Simon LE, Susarla HK, et al. Are panoramic ra- Ince DO, Ince A, Moore TL. Effect of methotrexate on the temporo-
diographs predictive of temporomandibular joint synovitis in mandibular joint and facial morphology in juvenile rheumatoid
children with juvenile idiopathic arthritis? J Oral Maxillofac Surg arthritis patients. Am J Orthod Dentofacial Orthop 2000, 18:75-83.
2014; 72:1063-1069. Johansson H, Sjolander P. Neurophysiology. In: Wright V, Radin E.
Alamoudi OS. Sleep-disordered breathing in patients with acquired Mechanics of human joints. Philadelphia, Marcel Dekker Inc
retrognathia secondary to rheumatoid arthritis. Med Sci Monit 1993; 243-292.
2006 Dec; 12(12):CR530-534. Kobayashi R, Utsunomiya T, Yamamoto H, et al. Ankylosis of the
Alkhader M, Ohbayashi N, Tetsumura A, et al. Diagnostic perfor- temporomandibular joint caused by rheumatoid arthritis: A pa-
mance of magnetic resonance imaging for detecting osseous ab- thological study and review. J Oral Sci 2001; 43:97-101.
normalities of the temporomandibular joint and its correlation Manfredini D, Tognini F, Melchiorre D, et al. Ultrasonography of
with cone beam computed tomography. Dentomaxillofac Radiol the temporomandibular joint: comparison of findings in patients
2010 July; 39(5):270-276. with rheumatic diseases and temporomandibular disorders. A
Alstergren P, Fredriksson L, Kopp S. Temporomandibular joint pres- preliminary report. Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol
sure pain threshold is systemically modulated in rheumatoid Endod 2005 Oct; 100(4):481-5.
arthritis. J Orofac Pain 2008; 22(3):231-8. Martini G, Martini M, Carano A. MRI study of a physiotherapeutic
Arabshani B, Cron RQ. Temporomandibular joint arthritis in juveni- protocol in anterior disk displacement without reduction. J Cra-
le idiopathic arthritis: the forgotten joint. Curr Opin Rheumatol niomand Pract 1996; 216-224.
2006; 18:490-495. Mastaglio C, Fantini F. About the difficulty in interpreting ultraso-
Ardic F, Gokharman D, Atsu S, et al. The comprehensive evaluation nographic images of temporomandibular joint. Rheumatology
of temporomandibular disorders seen in rheumatoid arthritis. 2005 Mar; 44(3):413-6; author reply 416-7. Epub 2005 Jan 5.
Aust Dent J 2006 Mar; 51(1):23-8. Milind P, Sushila K. How to live with rheumatoid arthritis. Int Res J
Arvidsson LZ, Flatö B, Larheim TA. Radiographic TMJ abnorma- Pharm 2012; 3:115-21.
lities in patients with juvenile idiopathic arthritis followed for Minagi S, Nozaki S, Sato T, Tsuru H. A manipulation technique for
27 years. Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol Endod 2009; treatment of anterior disk displacement without reduction. J Pro-
108:114-123. sthet Dent 1991; 65:686-691.
Arvidsson LZ, Smith HJ, Flatö B, et al. Temporomandibular joint Minor MA, Hewett JE, Webel RR, et al. Efficacy of physical condi-
findings in adult with long-standing juvenile idiopathic arthritis: tioning exercise in patients with rheumatoid arthritis and osteo-
CT and MR imaging assessment. Radiology 2010; 256:191-200. arthritis. Arthritis Rheum 1989; 32:1396-1405.
Billiau AD, Hu Y, Verdonck A, et al. Temporomandibular joint arthri- Mongini F, Ibertis F, Manfredi A. Long terms results in patients with
tis in juvenile idiopathic arthritis: prevalence, clinical and radio- disk displacement without reduction treated conservatively. J.
logical signs, and relation to dentofacial morphology. J Rheumatol Craniomandib Pract 1996; 14:301-305.
2007; 34:1925-1933.
Mongini F. A modified extraoral technique of mandibular manipu-
Bracco P, Debernardi C, Piancino MG, et al. Evaluation of the stoma- lation in disk displacement without reduction. J Craniomand
tognathic system in patients with rheumatoid arthritis according Practice 1995; 22-25.
to the research diagnostic criteria for temporomandibular disor-
Nordemar R, Ekblom B, Zachricsson L, et al. Physical training in
ders. Cranio 2010 Jul; 28(3):181-6.
rheumatoid arthritis: a controlled, long term study. I. Scand J
Braun B. Treatment of an acute anterior disk displacement in the tem- Rheumatol 1981; 10:17-23.
pormandibular joint. Phys. Ther 1987; 67:1234-1237.
Nordemar R. Physical training in rheumatoid arthritis: a controlled,
Cedströmer AL, Ahlqwist M, Andlin-Sobocki A, et al. Temporo- long term study. II. Functional capacity and general attitudes.
mandibular condylar alterations in juvenile idiopathic arthritis Scand J Rheumatol 1981; 10:25-30.
most common in longitudinally severe disease despite medical
Okeson JP. Functional anatomy and biomechanics of the masticatory
treatment. Pediatr Rheumatol Online J 2014; 12:43.
system. In: Management of Temporomandibular disorders and
Cohnen M, Kemper J, Möbes O, et al. Radiation dose in dental radio- occlusion. 4th ed. Mosby, 1998.
logy. Eur Radiol 2002; 12:634-637.
Palconet G, Ludlow JB, Tyndall DA, et al. Correlating cone beam
Cunha SC, Nogueira RV, Duarte AP, et al. Analysis of helkimo and CT results with temporomandibular joint pain of osteoarthritic
craniomandibular indexes for temporomandibular disorder dia- origin. Dentomaxillofac Radiol 2012 February; 41(2):126-130.
gnosis on rheumatoid arthritis patients Braz J Otorhinolaryngol
Ringold S, Tzaribachev N, Cron RQ. Management of temporoman-
2007 Jan-Feb; 73(1):19-26.
dibular joint arthritis in adult rheumatology practices: a survey
Delantoni A, Spyropoulou E, Chatzigiannis J, et al. Sole radiographic of adult rheumatologists. Pediatr Rheumatol Online J 2012 Aug
expression of rheumatoid arthritis in the temporomandibular 20; 10(1):26.
joints: A case report. Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol
Rocabado M, Johnson BE, Blakney MG. Physical therapy and denti-
Endod 2006; 102:e37-40.
stry: and overview. J Cranimandib Practice 1987; 1:46.
Ekblom B, Lovgren O, Alderin M, et al. Effect of short term physical
Salter RB. Continuos Passive Motion (CPM): a biological concept for
training on patients with rheumatoid arthritis. Scand J Rheumatol
the healing and the generation of articular cartilage, ligaments
1975; 4:80-86.
and tendons: from its origination to research to clinical applica-
Galloway MT, Jobe P. The role of exercise in the treatment of inflam- tions. Baltimore, Williams&Wilkins 1993.
matory arthritis. Bull Rheum Dis 1993; 42:1-4.
Semble EL, Loeser RF, Wise CM. Therapeutic exercise for rheuma-
Helenius LM, Hallikainen D, Helenius I, et al. Clinical and radio- toid arthritis and osteoarthritis. Semin Arthritis Rheum 1990;
graphic findings of the temporomandibular joint in patients with 20:32-40.
various rheumatic diseases. A case-control study. Oral Surg Oral
Sodhi A, Naik S, Pai A, et al. Rheumatoid arthritis affecting temporo-
Med Oral Pathol Oral Radiol Endod 2005; 99:455-63.
20
mandibular joint. Contemp Clin Dent 2015 Jan-Mar; 6(1):124- Twilt M, Mobers SM, Arends LR, et al. Temporomandibular involve-
127. ment in juvenile idiopathic arthritis. J Rheumatol 2004; 31:1418-
Swezey RL. Rheumatoid arthritis: the role of the kinder and gentler 1422.
therapies. J Rheumatol 1990; 17 (suppl 25):8-13. Vignos PJ. Physiotherapy in rheumatoid arthritis. J Rheumatol 1987;
Tabeling HG, Dolwick MF. Rheumatoid Arthritis: diagnosis and tre- 8 (1):173.
atment. Fla Dent J 1985; 56:1. Walker JM. Pathophysiology of inflammation, repair and immobility.
Tegelberg A, Kopp S. Short-term effect of physical training on tem- In Walker JM, Helewa A. Physical therapy in arthritis. Saunders
poromandibular joint disorder in individuals with rheumatoid Company, 1996.
arthritis and ankylosing spondylitis. Acta Odontol Scand 1988 Weisberg J, Friedman MH. Displaced disk preventing mandibular
Feb; 46(1):49-56. condyle traslation: mobilization tecnique. JOSPT 1981; 3:62-66.
M.T. BOTTA
Durante la fase acuta la persona presenta uno stato Fase cronica inattiva (stadio 4)
infiammatorio caratterizzato dall’edema: le artico-
La fase cronica inattiva è definita di deformità e
lazioni dolenti sono calde alla palpazione. La mag-
collasso scheletrici. Le deformità articolari sono
gior parte delle persone hanno un interessamento
importanti e particolarmente evidenti alle radio-
simmetrico, bilaterale a carico delle articolazioni
grafie (fig. 3.17).
interfalangee prossimali (PIP), metacarpo prossimali
Esse possono includere:
(MCP) e del polso.
• instabilità;
In questa prima fase, contraddistinta da una sinto-
• dislocazione;
matologia dolorosa, la persona si rivolge al medico
• lussazione non riducibile;
di famiglia.
• fusione spontanea;
• anchilosi ossee o fibrose.
Fase subacuta (stadio 2)
Negli stadi avanzati il coinvolgimento articolare è
Nella fase subacuta, spesso i sintomi si attenuano: il spesso simmetrico e bilaterale, la mano dominante
ROM è meno doloroso, non ci sono evidenti defor- può essere maggiormente compromessa.
21
in flessione palmare, con una perdita secondaria di zione precoce della funzione dell’EUC e il tratta-
altezza del carpo e una sua deviazione radiale asso- mento della tendinite possono contrastare la pro-
ciata a quella dei metacarpi rispetto al radio. In que- gressiva alterata biomeccanica dell’articolazione
sta situazione il polso si accorcia, causando un dise- radio ulnare distale (RUD).
quilibrio fra i tendini dei muscoli estensori e flessori
estrinseci, che riducono la loro funzione a favore dei Traslocazione ulnare del carpo
muscoli intrinseci. Questa è una possibile causa
dello sviluppo di deformità di tipo intrinsic-plus La distruzione graduale dei legamenti, radio-semi-
delle dita. lunare, radiocarpici dorsali, che mantengono il
semilunare nella posizione corretta rispetto al radio,
Articolazione mediocarpica può provocare una traslocazione ulnare del carpo.
La stiloide radiale, quando tutto il carpo si muove
Solitamente l’articolazione semilunare-capitato in senso ulnare sul radio, diventa più prominente e
viene risparmiata fino alla fine del processo degene- la mano trasla ulnarmente rispetto al polso.
rativo. La sinovia è abbondante sui legamenti, per Il polso, che non viene riabilitato, raggiunge lo
questo motivo l’assenza di legamenti non innesca stadio 3 e 4.
un quadro di sinovite grave. Nella ARG l’interessa- Il polso presenta una dislocazione in senso volare
mento della mediocarpica è frequente. e distruzione completa o fusione spontanea delle
ossa carpali e una totale dissociazione dell’articola-
Sublussazione del carpo zione radio-ulnare (Chim 2014). La distruzione dei
legamenti palmari del polso, associata all’inclina-
La distruzione del complesso della fibrocartilagine zione volare del radio e alla forza deformante dei
triangolare e dei legamenti associati provoca una flessori delle dita, può giungere alla sublussazione e,
sublussazione volare e una supinazione dal lato nei casi peggiori, alla completa dislocazione del
ulnare del carpo, rendendo l’ulna più prominente. carpo. I movimenti del polso nel tentativo di stabi-
Questo frequente pattern di collasso del polso pro- lizzare l’articolazione risultano limitati dalla combi-
voca uno squilibrio dei tendini degli estensori e uno nazione di sublussazione e co-contrazione protettiva.
spostamento radiale del carpo e dei metacarpali che Nella ARG, l’interessamento di polso e mano varia
gli sono strettamente uniti. La deviazione ulnare in relazione al tipo di ARG. La flessione e la devia-
compensatoria delle dita completa la tipica defor- zione ulnare del polso sono le deformità più
mità a zeta della mano e del polso reumatici. Una frequenti. Molti bambini presentano un quadro di
attenta valutazione del gioco articolare delle ossa deformità in deviazione ulnare del polso e una devia-
coinvolte è importante perché consente di identifi- zione radiale delle articolazioni metacarpo-falangee.
care precocemente in quale direzione stia avvenendo
il cedimento e la successiva sublussazione. Articolazioni metacarpo-falangee
(MF) e deformità a colpo di vento
Articolazione radio-ulnare distale
Le MF presentano una stabilità intrinseca inferiore
Le deformità del polso possono essere amplificate a quella delle inter-falangee (IF), che sono più vul-
dalla tenosinovite dorsale, particolarmente dall’e- nerabili rispetto alle forze deformanti della AR. Fat-
stensore ulnare del carpo (EUC) contenuto nel sesto tori concomitanti portano alla deviazione ulnare e
compartimento dorsale. La distensione e la distru- alla lussazione palmare di queste articolazioni con la
zione del retinacolo degli estensori, che supporta il sinovite della MF, la deformità del polso, lo squili-
tendine dell’EUC, gli consente di sublussarsi in brio della muscolatura intrinseca e l’azione dei ten-
senso volare. In questo caso, l’estensore ulnare del dini flessori ed estensori.
carpo diviene un flessore del polso, anziché uno La sinovite delle MF è causa di una distensione
stabilizzatore. della capsula e dei legamenti collaterali. Questa
Quando l’EUC scivola in senso palmare, gli esten- situazione riduce la stabilità delle articolazioni, che
sori radiali del polso non sono più contrastati e il in flessione sono molto stabili. Nella persona con
polso devia in senso radiale, mentre il lato ulnare del artrite reumatoide, la sinovite delle MF può provo-
carpo sublussa in senso volare e supina. La valuta- care una deviazione laterale di 45°.
24
Fig. 3.19 Deformità a collo di cigno (swan neck deformity). (a) In un quadro di artrite psoriasica. (b) Tentativo di allineamento con tutore statico,
allo scopo di controllare l’iperestensione, mantenendo in leggera flessione le interfalangee.
25
a b c
Fig. 3.20 (a) Deformità ad asola o en boutonnière del terzo dito. (b) Tutore dinamico regolabile di Capner per promuovere l’estensione
della interfalangea prossimale lato dorsale. (c) Lato palmare.
Quando la bandelletta centrale è ancora integra, alla distruzione delle strutture capsulo-legamentose
la interfalangea distale si dispone in estensione dell’articolazione metacarpo-falangea. La sinovite
causando rigidità e deformità in iperestensione. dell’articolazione MCF indebolisce dorsalmente la
La deformazione in flessione presenta una ipere- capsula e il tendine dell’estensore breve del pollice,
stensione compensatoria delle MF. causando la sublussazione palmare della falange
Indispensabile una valutazione precoce del dise- prossimale e la perdita parziale di estensione dell’ar-
quilibrio, per evitare che si strutturi la rigidità ticolazione metacarpo-falangea. Il tendine dell’e-
(fig. 3.20). stensore lungo, a causa dell’insufficienza dell’appa-
rato capsulare e tendineo dorsale, scivola in direzione
Dito a martello (mallet finger) ulnare e palmare, quando supera l’asse di rotazione
della MCF lavora come flessore e adduttore. L’arti-
La deformità dell’articolazione IFD è determinata colazione interfalangea tende a iperestendersi per
dalla rottura sottocutanea del tendine estensore alla compensare parzialmente la flessione della meta-
sua inserzione sulla falange ungueale. L’AR indebo- carpo-falangea durante l’esecuzione della presa. Il
lisce le entesi, in questi casi è sufficiente un trauma pollice assume un atteggiamento a zig-zag, situa-
in flessione di lieve entità, come rimboccare le zione frequente nell’AR. La persona è costretta a
coperte o abbottonarsi la camicia per causare un utilizzare la presa in adduzione, con graduale restrin-
cedimento. gimento della prima commissura; questa situazione
La IPD non può estendersi volontariamente e comporta l’impossibilità alle prese grandi, come
rimane posizionata in flessione a causa della trazione tenere una bottiglia o tenersi saldamente sul bus
esercitata dal flessore profondo. In alcuni casi il cedi- (fig. 3.21).
mento è graduale, senza trauma apparente e può Gli splint, anche passivi notturni, sono indispen-
avvenire a seguito di una fase acuta di malattia. sabili per prevenire la lussazione franca e il serrarsi
Quando la rottura del tendine si manifesta dopo del primo spazio (Simon 2011).
un lieve trauma, l’articolazione interfalangea si
presenta tumefatta, arrossata e vivamente dolente. Tendini
Nel tempo, la posizione coatta porta a deformità
permanente, con lussazione franca e fusione ossea. È Le tenosinoviti interessano le guaine sinoviali peri-
indispensabile adottare precocemente un tutore di tendinee dei flessori e degli estensori. Nella mano,
correzione tipo atelle a ski per allineare il segmento. la tenosinovite degli estensori si manifesta con una
tumefazione dorsale conferendo la caratteristica
Pollice a zeta forma a bisaccia. La compressione della guaina osta-
cola lo scorrimento dei tendini e provoca dolore. Il
Il pollice a zeta è la più comune deformità del pollice momento successivo a questa fase sono le manife-
con AR, essa è molto invalidante. La deformità è stazioni degenerative nel contesto dei tendini, che
causata da una sequenza di eventi che fanno seguito comportano la loro rottura. I tendini più frequen-
26
a b
• la scala di valutazione numerica (Numeric Rating pliche di flessione digitale e le articolazioni. Per rile-
Scale, NRS), composta da 0-11/101 punti equi- vare i versamenti sinoviali nelle articolazioni inter-
distanti. La persona indica il numero che identi- falangee, si impiega il test delle 4 dita. Si premono
fica maggiormente il suo dolore; come la VRS, delicatamente le linee articolari superiori o laterali
questa scala è semplice e di immediata risposta per con il pollice e l’indice; contemporaneamente si
la persona; procede alla palpazione laterale e dorsale con l’altro
• la scala visiva analogica (Visual Analogic Scale, pollice e indice, per rilevare l’effetto di rigonfia-
VAS), la più conosciuta e usata a livello interna- mento. Secondo il fenomeno della fluttuazione,
zionale. Consta di una linea orizzontale di 10 quando la pressione viene applicata all’articolazione
centimetri, in cui la condizione di non dolore è in una direzione, produce il movimento del liquido
posizionata a un’estremità; all’estremità opposta è in quella opposta (Strobbe 2004).
invece localizzata la condizione di dolore insop-
portabile. È una scala semplice, valida, facile da Resistenze, attriti, crepitii, scatti,
riprodurre. noduli
Il timing è un dato importante da considerare. È Le resistenze e gli attriti impediscono o condizionano
utile un diario giornaliero di rilevazione oraria per il movimento. In tal senso vanno indagati scatti o
poter segnalare se il dolore aumenta o diminuisce a blocchi a livello delle pulegge tendinee, mentre la
riposo, durante l’attività lavorativa e come si modula persona estende e flette le dita. Questa valutazione
durante le 24 ore. consente di verificare la presenza di tenosinoviti a
Tramite la scala VAS viene valutata la percezione livello dei tendini flessori. Gli stessi rumori a livello
soggettiva del dolore generale e del dolore riferito dell’articolazione sono considerati indicativi di
all’attività infiammatoria distrettuale. La localizza- degenerazioni delle superfici cartilaginee.
zione e l’intensità sono valutate predisponendo una I noduli reumatoidi sono frequentemente localiz-
mappa in cui la persona evidenzia le aree dolorose e zati alle articolazioni e sui tendini, possono causare
indica il corrispondente punteggio VAS. La dolora- dolore o essere asintomatici; i più voluminosi si tro-
bilità articolare alla palpazione viene valutata con la vano a livello del gomito. Le persone riferiscono
VAS. In precedenza si determina la dolorabilità di improvvisa comparsa dei noduli, o un graduale
zone limitrofe non interessate e si applica al distretto aumento di volume. Essi possono presentare una
una pressione inferiore nella zona colpita registrando sintomatologia dolorosa alla palpazione, aspetto
il punteggio VAS. Per l’esame del dolore alla solle- importante che il fisioterapista deve tenere in consi-
citazione, l’articolazione infiammata viene cauta- derazione nella valutazione, in quanto può influire
mente spinta al limite della sua escursione e, tramite sul design delle ortesi, degli ausili o sui bendaggi.
la VAS, se ne registra la dolorabilità. I noduli non vanno confusi con i nodi tipici
La valutazione deve avvalersi di test specifici inte- dell’osteoartrite, dovuti a proliferazione ossea, e
grati nella globalità, e i risultati vanno riscontrati possono essere localizzati a livello delle PIP (noduli
con dati soggettivi e comparati con quelli oggettivi. di Bouchard) o a livello delle DIP (noduli di Heber-
deen).
Ispezione e palpazione Le persone possono presentare entrambe le mani-
festazioni cliniche: AR in combinazione con malattie
L’ispezione e la palpazione consentono di valutare il degenerative delle articolazioni.
dolore, l’edema, le deformità, l’instabilità articolare,
l’atrofia muscolare, l’integrità tendinea, la presenza Instabilità articolare
di crepitio articolare o tendineo e la presenza di
noduli o tumefazioni. Nel primo stadio, la capsula articolare si presenta
distesa e tesa dal fluido secreto dalla sinovia reuma-
Edema ed effusione sinoviale toide. La sinovia infiltra il tessuto capsulare, causando
una lesione legamentosa con instabilità articolare
L’edema a livello delle dita si quantifica con l’im- delle MCP e IP. L’instabilità si manifesta con un
piego dell’anello di Lister, che misura la circonfe- eccessivo gioco laterale. La verifica del test di stress
renza del distretto digitale. I punti di repere sono: le laterale della stabilità articolare delle MCP avviene
28
Nella riabilitazione è importante valutare fin dalle Il test del dinamometro di Jamar (fig. 3.22) è stan-
prime fasi l’andamento degenerativo per poter dard, ma per la persona con AR può essere doloroso,
utilizzare adeguati strumenti e ritardare o stabilizzare inoltre il paziente può avere delle difficoltà a reggere
il più possibile la disabilità. lo strumento. Lo sfigmomanometro, in questo caso,
29
del confine ulnare della mano e la debolezza del uno strumento graduabile per la valutazione della
controllo della adduzione del 5° dito possono causare sensibilità tattile. Lo strumento è noto come ane-
il rischio di chiuderlo in un cassetto o di lussarlo nel stensiometro a pressione di Semmens-Weinstein ed
semplice movimento di mettere la mano in tasca. è composto di un kit con 5 monofilamenti di calibro
Le porzioni ulnari di mano e polso vanno spesso diverso associati a un colore, che identificano i livelli
inglobate negli splint di correzione della deviazione di diminuzione della sensibilità nella percezione del
ulnare. La persona con deficit di sensibilità protet- tocco superficiale:
tiva non è in grado di percepire punti di pressione • 1 green 1,65-2,83, normale;
o frizioni e può essere a rischio di lesioni da pres- • 2 blue 3,22-3,61, riduzione della sensibilità tattile
sione. superficiale;
Per la valutazione della sensibilità, i test abitual- • 3 purple 3,84-4,31, riduzione della sensibilità
mente utilizzati possono essere divisi in tre categorie. protettiva;
I test di soglia o di modalità determinano lo sti- • 4 red 4,56-6,65, perdita della sensibilità protettiva;
molo minimo percepito dalla persona e includono il • 5 red lined >6,65, nessuna percezione.
test per le quattro percezioni cutanee: dolore, caldo/
freddo, tatto, pressione e vibrazione. Questi test sono Su una mappa bilaterale, fornita col kit, si riportano
molto usati nelle prime fasi di rigenerazione nervosa, i colori corrispondenti alle classi di risultato otte-
in quanto valutano soprattutto il ritorno della sensi- nuto. Il test è veloce e consente sia alla persona sia
bilità protettiva. Alla persona non è necessariamente all’operatore di visualizzare le aree anestetiche, che
richiesta attività motoria. hanno perso la sensibilità protettiva e che andranno
I test funzionali permettono di valutare la qualità tutelate con guanti, imbottiture e specifiche prote-
della sensibilità nel riconoscimento di oggetti o zioni. Ripetendo periodicamente il test si ottengono
superfici. Per effettuare i test, la persona deve essere informazioni qualitative: le stesse aree peggiorano.
in grado di manipolare esplorando e analizzando Le informazioni quantitative considerano se le aree
l’oggetto presentato. I test includono la discrimina- esaminate, pur rimanendo allo stesso stadio, si
zione di due punti fissi, di due punti mobili, il test ampliano (fig. 3.24).
di Seddon, il test di Moberg, pick-up test, anelli di In entrambi i casi i risultati del test indicano la
gnosia di Brunelli. presenza di una lesione evolutiva e occorre tempe-
Nel 1960, Semmens e Weinstein hanno prodotto stivamente approfondire l’esame neurologico.
a b
a b
Fig. 3.25 (a) Deformità a colpo di vento. (b) Ortesi di correzione che consente la manipolazione e le attività funzionali.
32
a b
Fig. 3.26 (a) Mobilizzazione analitica antalgica con pompage. (b) Traslazioni dei metacarpi.
a b
Fig. 3.27 Ricerca e trattamento dei trigger point miofasciali e allungamento delle fibre muscolari contratte.
a b c
Fig. 3.28 (a) Correzione posturale, mobilizzazione attiva con appoggio e scarico sul pallone. (b) Gomito da flesso e pronato. (c) Gomito
esteso supinato.
a b
Fig. 3.29 Esercizi in sospensione con tenute isometriche contro la resistenza applicata dal paziente stesso.
a b
Fig. 3.30 Tecniche di stabilizzazione e tenuta: si esegue l’approssimazione dei capi articolari, con leggera compressione.
a b c
Fig. 3.32 (a,b) Esercizi con pallone terapeutico. (c) Esercizi con carrucola, specifici per spalla e gomito.
36
a b
Fig. 3.33 Ortesi di allineamento e stabilizzazione, che consente l’appoggio sicuro per sostegno del tronco in carrozzina.
a b
Fig. 3.34 (a) Molle graduate per esercizi di percezione del carico e controllo della stabilità. (b) Percorso antigravitario.
a b
Fig. 3.35 Esercizi di controllo neuromuscolare e coordinazione con traiettorie da seguire con piccoli pesi, che vengono aggiunti o sottratti
durante l’esercizio propriocettivo.
a b c
Fig. 3.37 Schema di estensione-abduzione della spalla con il gomito che si flette, avambraccio supino, polso e dita si flettono. Lo schema è
presente nei movimenti della vita quotidiana per portarsi la mano alla bocca per alimentarsi.
a b
Fig. 3.38 (a) Esercizi di appoggio e spinta con carico instabile. (b) Il taping supporta il lavoro muscolare.
a b c
Fig. 3.39 (a) Esercizi di scorrimento dei tendini flessori profondi: pugno a uncino. (b) Esercizi dei tendini flessori superficiali: “pugno piatto”.
(c) Esercizi che coinvolgono entrambi i tendini: “pugno completo”.
a b c
Fig. 3.40 (a) Esercizi di radial walking per il controllo della deviazione ulnare del polso. (b,c) Esercizi di radial walking per il controllo della
deviazione ulnare delle dita lunghe.
acqua calda a 32 °C circa a maggior pressione ed è movimenti lenti di spalle, gomiti e polsi, al di sotto
diretto lateralmente all’articolazione immersa. In della soglia del dolore. Il ROM viene gradualmente
questo modo, l’articolazione viene massaggiata dalle aumentato al fine di ottenere lo stiramento musco-
bolle d’aria generate dal getto. La sequenza di idro- lare, una maggior ampiezza articolare e un migliora-
massaggio ha lo scopo di ridurre le contratture mento dell’elasticità e dell’attività contrattile musco-
muscolari antalgiche e predisporre alla mobilizza- lare in caso di retrazione.
zione. Tavolette, piccoli braccioli ai polsi, tubi morbidi
Il lavoro è graduale e la persona riferisce un bene- galleggianti sono utili per alleggerire il lavoro
ficio immediato. muscolare e prevenire contratture prossimali da
Le sedute di idromassaggio sono generalmente stiramento.
bisettimanali e durano circa 20 minuti. Le sedute possono essere bi o tri-settimanali della
Per effettuare la mobilizzazione articolare, l’acqua durata di 20-30 minuti ciascuna.
deve avere una temperatura tra 29 e 32 °C, ideale Possono essere effettuate delle attività di mante-
sono 32 °C. La mobilizzazione articolare attiva assi- nimento selettive e globali in vasca a 29-30 °C con
stita dal fisioterapista viene eseguita a livello delle frequenza bi e tri-settimanale di 30-45 minuti.
articolazioni dei polsi e delle mani. A seguire è possibile proporre un lavoro globale
La riabilitazione dell’arto superiore avviene con la sempre lento e cauto, con attività di nuoto libero,
persona posizionata in piedi o seduta sul fondo della esercizi contro resistenza dell’acqua, esercizi overhead
vasca. Il lavoro deve essere svolto con la totale immer- per le spalle, cammino in acqua per l’equilibrio e il
sione dei distretti da trattare. La persona esegue movimento pendolare degli arti superiori.
40
a b
Fig. 3.41 (a) Semplici esercizi funzionali: stropicciare carta o stoffa morbida. (b) Immersione della mano in un secchiello di lenticchie, riso o
sabbia tiepida e manipolare.
Obiettivo del movimento lento è la mobilizzazione tica e migliorare la qualità di vita della persona
articolare. Il movimento più rapido, grazie all’au- (Arioli 2008).
mento della resistenza all’acqua, ha come obiettivo
l’aumento del trofismo muscolare. La resistenza è Magnetoterapia
determinata dall’utilizzo di ausili, che amplino la Gli effetti dell’utilizzo di campi elettromagnetici a
superficie di attrito come guanti palmati e palette da emissione continua (CEM) o pulsata a intervalli fissi
nuoto. (CEMP) sono impiegati in ortopedia nei ritardi di
L’aumento della velocità di esecuzione di un movi- consolidazione, nell’artrosi ma anche in diverse con-
mento comporta un impegno muscolare maggiore dizioni reumatologiche, quali l’osteoporosi e gli stati
e difficoltà di controllo delle traiettorie a carico di infiammatori. Recentemente è stata introdotta una
un’articolazione in condizioni patologiche. Questa terapia a segnali pulsanti (PST). Gli impulsi sono
situazione potrebbe risvegliare sintomatologie dolo- emessi a intervalli variabili e riproducono le modi-
rose con conseguenti compensi e contratture musco- ficazioni elettrochimiche che avvengono in una arti-
lari antalgiche. colazione in movimento. A livello della mano, la
Una musica adeguata può aiutare il rilassamento magnetoterapia è impiegata nella fase acuta a scopo
e accompagnare il ritmo delle attività. antinfiammatorio e antalgico per contrastare la
È stato dimostrato che, nella riabilitazione in demineralizzazione (Brousseau 2015).
acqua, il lavoro propriocettivo e di controllo postu-
rale è molto importante e ha gli effetti più duraturi Elettroterapia
nel tempo. Il fisioterapista deve insegnare a eseguire La TENS, nei meccanismi di controllo del dolore,
gli esercizi, anche i più semplici, con la respirazione è impiegata nelle diverse fasi della malattia con due
appropriata, in una sincronia tra atto respiratorio e modalità: alta frequenza e bassa intensità. Gli
movimento. impulsi sono somministrati con una frequenza tra i
Per la persona con AR la riabilitazione in acqua è 60 e i 100 Hz. La sensazione riferita dalla persona è
un training di grande utilità nella vita quotidiana di formicolio senza reazioni motorie. L’effetto anal-
per gestire la fatica e il dolore (Eversden 2007, Bro- gesico è rapido, ma di breve durata. Possono essere
glio 2014, Broglio 2015). necessari lunghi tempi di trattamento giornaliero.
L’assuefazione è anch’essa rapida, per cui è necessario
Terapie fisiche modificare frequentemente l’intensità.
Bassa frequenza e alta intensità. Gli impulsi sono
Nonostante il frequente utilizzo, i dati di efficacia, somministrati con frequenza compresa tra 1 e 5 Hz
presenti in letteratura, relativi alle terapie fisiche e inducono fascicolazioni e contrazione muscolare.
nell’AR non sono numerosi. Attualmente l’obiettivo L’effetto antalgico è più duraturo e l’assuefazione più
è la riduzione della terapia farmacologica sintoma- tardiva. Il trattamento dura in genere 30 minuti.
41
BIBLIOGRAFIA
Arioli G. Approccio clinico e riabilitativo alle malattie reumatiche. Feldon P,. Terrono A. Rheumatoid Arthritis and Other Connective
Medicina Fisica e Riabilitazione. UTET 2008; 1850-104. Tissue Diseases. In: Wolfe S. Green’s Operative Hand Surgery.
Beasley J. Therapist’s Evaluation and conservative management of Sixth Edition. Churchill Livingstone 2011; 1993-2065.
arthritis of the upper extremity. In: Skirven T. Rehabilitation of Frampton 2002 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFEREN-
the Hand and Upper Extremity. Sixth Edition. Elsevier 2010; ZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA IN-
1330-1343. SERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE
Brighton et al.(2012) INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFE- REFERENZA
RENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA Gladman 2007 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFEREN-
INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERI- ZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA IN-
RE REFERENZA SERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE
Broglio 2014INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA REFERENZA
INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERI- Garcia Elias M. Carpal Instability. In: Wolfe SW. Green’s Operative
RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE RE- Hand Surgery. Sixth Edition. Churchill Livingstone 2011; 465-
FERENZA 52.
Broglio 2015INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA Groth G, Ehretsman R. Goniometry of the proximal and Distal In-
INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERI- terpha-langeal Joints, Part I: A Survey of Instrumentation and
RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE RE- Placement Preference. J Hand Ther 2001; 14:18-22.
FERENZA Groth G, Van Deven K. Goniometry of the proximal and Distal In-
Brousseau L,. Robinson V, Wells G, et al. Low level laser therapy terphalangeal Joints, Part II: Placement Preferences, Inter rater
(Classes I, II and III) for treating rheumatoid arthritis. Low level Reliability, and Concurrent Validity. J Hand Ther 2001; 14:23-
laser therapy for osteoarthritis and rheumatoid arthritis. Cochrane 29.
Database Syst. Rew 2005. EULAR Rheumatoid Arthritis – Mo- Hagert 2011 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA
dule 1. INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERI-
Chim 2014 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE RE-
INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERI- FERENZA
RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE RE- Hammond A, Freeman K. One year outcomes of a randomised con-
FERENZA trolled trial of an educational-behavioural joint protection pro-
Durez P, Fraselle V, Houssiau. Validation of the ABILHAND que- gramme for people with RA. Rheumatology 2001; 40:1044-1051.
stionnaire as a measure of manual ability in patients with rheu- Hammond A, Kidao R, Young A. Hand impairment and function
matoid arthritis. Ann Rheum Dis 2007; 66:1098-1105. in early rheumatoid arthritis. Arthritis Rheum 2000; 43(9
Ellis B, Bruton A. A study to compare the reliability of composite fin- suppl):S285.
ger flexion with goniometry for measurement of range of motion Hammond A, Niedermann K. Patient Education. In: Dziedzic
of the hand. Clinical Rehabilitation 2002; 16:562-570. KS, Hammond A. Rheumatology: Evidence based Practice for
Eversden 2007 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA Physiotherapists & Occupational Therapists. Edinburgh, Chur-
INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERI- chill Livingstone 2010; 77-98.
RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE Hammond A. Joint Protection. In: Goodacre L, MacArthur M.
42
Rheumatology Practice in Occupational Therapy: Promoting Li- tions. Scand J Rheumatol 2003; 32(1):25-32.
festyle Management. Wiley-Blackwell 2013; 111-132. Poole 2011 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA
Hammond A. Rheumatology: Evidence based Practice for Physiothe- INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERI-
rapists & Occupational Therapists. Edinburgh, Churchill Livin- RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE RE-
gstone 2001. FERENZA
Heine PJ, Williams MA, Williamson E, et al. Development and deli- Rheumatoid Arthritis: National clinical guidelines for management
very of an exercise intervention for rheumatoid arthritis: streng- and treatment in adults. National Collaborating Centre for
thening and stretching for rheumatoid arthritis of the hand (SA- Chronic Conditions (NCCC). London, Royal College of Physi-
RAH) trial. Physiotherapy 2012; 98:121-130. cians 2009.
Horsten NCA, Ursum J, Roorda LD, et al. Prevalence of hand sym- Robinson VA, Brosseau L, Casimiro L, et al. Thermotherapy for tre-
ptoms, impairments and activity limitations in rheumatoid ating rheumatoid arthritis. Cochrane Database of Systematic Re-
arthritis in relation to disease duration. J Rehabil Med 2010; views 2002; 2.
42:916-921. Shadi 2013 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA
Institute of Work and Health. The DASH and QuickDASH outcome INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERI-
measure user manual. 3rd edition. Toronto, Institute of Work RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE RE-
and Health 2011. FERENZA
Johnsson PM, Eberhardt K. Hand deformities are important signs of Sharma S. Hand deformity in rheumatoid arthritis. Slideshare Publi-
disease severity in patients with early rheumatoid arthritis. Rheu- shed on Sep 25 2014.
matology 2009; 48(11):1398-401. Simon P, David B. Deformities of the Hand and Fingers. In: Wolfe
Kapandji IA. Clinical evaluation of the thumb’s opposition. J Hand SW. Green’s Operative Hand Surgery. Sixth Edition. Churchill
Ther 1992; 2: 102-106. Livingstone 2011; 1303-1369.
Lamb SE, Williamson EM, Heine PJ et al. Exercises to improve fun- Strobbe R. Il trattamento riabilitativo conservativo della mano e del
ction of the rheumatoid hand (SARAH): a randomised control- polso nella patologia reumatica. In: Cazzola M, Sarzi Putini P. La
led trial. The Lancet 2015; 385(9966):421-429. Riabilitazione del paziente affetto da artrite reumatoide. Mattioli
Masiero S, Boniolo A, Wassermann L, et al. Effects of an educational- 2004; 319-38.
behavioural joint protection program on people with moderate Svantesson U, Norde M, Svensson S, et al. A comparative study of the
to severe rheumatoid arthritis: a randomised controlled trial. Cli- Jamar and the Grippit for measuring handgrip strength in clinical
nical Rheumatology 2007; 26:2043-2050. practice. Isokinetics and Exercise Science 2009; 17(2):85-91.
National Collaborating Centre for Chronic Conditions (NCCC). Vanthuyne 2009 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFEREN-
Rheumatoid Arthritis: National clinical guidelines for manage- ZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA IN-
ment and treatment in adults. London, Royal College of Physi- SERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE
cians, 2009. REFERENZA
Nava T. Ra rieducazione posturale. In: Cazzola M, Sarzi Putini P. La Zhang W, Doherty M, Leeb BF, et al. EULAR Evidence based recom-
Riabilitazione del paziente affetto da artrite reumatoide. Mattioli mendations for the management of hand osteoarthritis: Report
2004; 223-37. of a Task Force of the EULAR Standing Committee for Interna-
Olofsson Y, Book C. Shoulder joint involvement in patients with tional Clinical Studies Including Therapeutics (ESCISIT). Ann
newly diagnosed rheumatoid arthritis. Prevalence and associa- Rheum Dis 2007; 66: 377-88.
T. NAVA
colate a causa del dolore dovuto all’infiammazione del tronco e dell’arto superiore, con il movimento
e alla distruzione articolare. Le persone anziane sul piano sagittale delle spalle e dei gomiti;
presentano un’ulteriore problematica causata dalle • l’aumento dell’inclinazione anteriore del bacino e
molteplici comorbidità, tra cui il coinvolgimento della sua rotazione trasversa, con conseguente
degli arti superiori e le difficoltà di deambulazione sovraccarico sul rachide lombare.
legate all’età.
Ginocchio
QUADRO CLINICO Nella fase acuta della malattia, la persona assume
una posizione più confortevole con il ginocchio in
Articolazione sacro-iliaca e bacino flessione.
Nella fase cronica, la perdita di cartilagine e la
Nell’adulto affetto da artite reumatoide raramente distruzione articolare porta a una lassità dei lega-
si osservano modificazioni radiografiche delle arti- menti crociati e collaterali con deterioramento e
colazioni sacro-iliache (ASI), usualmente rappresen- deformità in valgo più frequente, o in varo del ginoc-
tate da erosioni e osteopenia. chio (fig. 3.42).
La disabilità che si crea è simile a quella presentata
Anca dall’articolazione coxo femorale, con le seguenti
caratteristiche:
I sintomi precoci di coinvolgimento dell’anca si • il paziente cammina più lentamente;
presentano con un fastidio all’inguine a cui segue un • la lunghezza del passo è inferiore;
cammino anormale. I disturbi dell’anca interferi- • la cadenza più alta;
scono notevolmente con la capacità di camminare. • il movimento è asimmetrico;
Pertanto, la persona, per ridurre il dolore in fase • il movimento è minore nell’articolazione colpita;
acuta e cronica, durante il cammino sposta il centro • il movimento è meno fluido sia anteriormente sia
di gravità, causando una risposta antalgica. Essa è lateralmente;
caratterizzata da un movimento eccessivo del capo • è presente una riduzione del rapporto fra carico e
e della parte superiore del tronco verso l’arto sano scarico dell’arto inferiore;
in appoggio, allo scopo di ridurre la contrazione • i tempi di oscillazione e di appoggio sono più
degli abduttori e quindi il carico articolare, che si brevi;
dimezza rispetto al carico normale. La fase d’ap- • le forze di reazione del terreno sono ridotte, inoltre
poggio sul lato coinvolto è più breve rispetto all’altro si osserva una limitazione dei Range Of Motion
arto, in quanto la persona cerca di alleggerire il (ROM) nei tre piani dello spazio.
carico il più velocemente possibile, cammina più
lentamente e nella fase d’appoggio tiene il peso del
corpo su una sola gamba.
La situazione comporta delle irregolarità e asim-
metrie nel cammino, quali:
• la durata del tempo di appoggio;
• la lunghezza e cadenza del passo;
• la velocità del cammino;
• la massima estensione dell’anca durante la fase
finale di appoggio;
• la massima flessione dell’anca durante la fase di
oscillazione;
• la flessione della spalla durante la fase anteriore
dell’oscillazione del braccio;
• l’estensione del gomito durante la fase posteriore
dell’oscillazione del braccio;
• il movimento verticale e in avanti del capo e il suo Fig. 3.42 Ginocchia in fase cronica con deformità in valgo. Si può
spostamento laterale associato, o meno, con quello inoltre osservare lassità dei legamenti crociati e collaterali.
44
Caviglia
Fig. 3.46 Deformità del piede con deviazioni del normale assetto
articolare.
Fig. 3.47 Retropiede con deformità in valgismo del calcagno.
• retrazioni muscolo-tendinee;
• ipofunzione muscolare, responsabile di un’alterata
biomeccanica funzionale.
Le sinoviti causano dolore e rigidità, a volte con
dislocazione sotto-astragalica. Le erosioni dei meta-
tarsi possono generare cavità ossee, dette geodi.
Un’ulteriore rottura dei tessuti molli circostanti alle
piccole articolazioni può causare una fistola cutanea
cronica, che provoca la fuoriuscita di liquido sino-
viale dalle articolazioni metatarso-falangee alle
superficie dorsale o plantare del piede (Ceccarini
1993, Giannini 2006)
a timbro (rheumatoid shuffle) caratterizzato da: Un altro aspetto importante è dato dall’analisi delle
• una ridotta lunghezza del passo; limitazioni funzionali nell’ambito delle attività di
• una ridotta velocità di progressione; vita quotidiana, lavorativa e hobbistica.
• la perdita del normale pattern di rotolamento dal La valutazione, a seguito dell’individuazione delle
tallone all’avampiede con appoggio del piede a fasi di malattia, deve comprendere un’analisi distret-
piatto e tendenza a evitare la fase di spinta; tuale, globale, funzionale e del dolore. L’approccio
• il cammino a ginocchio flesso o rigido; deve essere multidisciplinare (Meesters 2013), mul-
• una ridotta escursione articolare della tibio-tarsica. tidimensionale e multimodale, affinché possa for-
nire tutte le informazioni necessarie per poter stabi-
A questo quadro possono associarsi deformità
lire un programma riabilitativo efficace in accordo
secondarie ad alterazioni delle articolazioni sovra-
con la persona e tutte le figure professionali mediche
segmentarie. La combinazione del meccanismo
e non mediche (Hurkmans 2012; Scottish Intercol-
infiammatorio e di quello meccanico limita molto
legiate Guidelines Network 2011).
la funzione del piede, infatti si assiste gradualmente
O’Donnell e colleghi (2009) hanno condotto una
alla perdita dell’indipendenza motoria, in quanto
ricerca basata sulla letteratura disponibile, allo scopo
viene alterato in modo importante l’asse posturale
di analizzare gli studi primari che descrivono inter-
globale (fig. 3.49).
venti sull’implementazione dei servizi sanitari negli
adulti con AR. Il framework proposto offre l’oppor-
VALUTAZIONE tunità di scambiare conoscenze tra i ricercatori,
La valutazione è un requisito essenziale, che deve clinici, medici nell’area dell’health service delivery, in
precedere l’intervento riabilitativo. modo da ottimizzare l’intervento terapeutico multi-
Nella valutazione vanno considerati gli stadi e le disciplinare.
fasi di malattia: L’approccio multidimensionale comporta un’ana-
• attiva; lisi della persona e dei suoi deficit in tutti i domini
• lieve; identificati dalla International Classification of
• in remissione con o senza esiti. Functioning (ICF) (OMS 2001).
Si tratta di uno strumento adottato a livello inter-
nazionale per descrivere il funzionamento e lo stato
di salute delle persone.
Questa classificazione si articola in due compo-
nenti:
• funzionamento e disabilità;
• fattori contestuali.
resistenza, per verificare la capacità di controllo impropri assume valore particolare. I movimenti
dell’articolazione (fig. 3.50) senza la necessità di attivi da misurare nel ginocchio sono:
ricorrere ai compensi in altre articolazioni, a seguire • la flessione;
la valutazione viene compiuta tramite una resistenza • l’estensione, che è solitamente limitata a pochi
isometrica. Per la valutazione è importante conside- gradi, ma di fondamentale importanza nel cam-
rare che la forza stessa, per esempio di flessione, può mino e nella posizione eretta;
variare a seconda del grado di flessione, di abdu- • le rotazioni laterali (30°-40°) e mediali (20°-30°)
zione, di flesso-estensione del ginocchio. Le possi- della tibia sotto il femore e l’escursione della
bilità di combinazione sono infinite infatti, è l’esame rotula.
funzionale che indica in quali posizioni e in quali
gradi di movimento è opportuno effettuare i test. Valutazione di caviglia e piede
Per quanto riguarda i movimenti di gioco artico- La valutazione specifica di caviglia e piede
lare sono utili sia la valutazione sia il trattamento di comprende:
decompressione, fatto nelle varie posizioni funzio- • un’ispezione dei segni di appiattimento della volta
nali. plantare;
Valutazione del ginocchio • la tarsite, presenza di dolore alla caviglia, che spesso
è dolore medio-tarsico;
Numerose sono le scale create per la valutazione del • la provocazione del dolore nei movimenti di
ginocchio, tuttavia sono relative alla valutazione prono-supinazione;
postchirurgica, di tipo legamentoso e protesico. Una • il retropiede valgo.
scala piuttosto generale, che può essere applicata in
ambito reumatologico, è la Knee Society Knee score Vanno inoltre considerate le articolazioni attive o
(Install 1989), che fornisce un punteggio funzionale danneggiate, valutando lo stato infiammatorio di
basato sui sintomi, la funzione del cammino e il caviglia, articolazione astragalo-calcaneare, medio-
salire le scale. Nella valutazione del ginocchio, l’os- tarsica e di tutte le articolazioni del metatarso.
servazione delle asimmetrie e degli allineamenti Devono essere valutate le escursioni articolari attive
e passive, la quantità e la qualità del movimento delle
altre articolazioni, comparandole fra loro e con quelle
dell’altro piede.
Come per le articolazioni soprastanti, l’osserva-
zione comprende la valutazione statica in catena
cinetica chiusa e aperta.
Non sono molte le scale funzionali specifiche per
la caviglia. Il concetto di scala funzionale presuppone
che nell’esecuzione di una funzione intervenga tutto
l’arto inferiore. Ciò è dovuto al fatto che i movimenti
di caviglia e piede sono maggiormente condizionati
e condizionanti le articolazioni superiori rispetto a
ginocchio e anca.
I movimenti attivi vanno analizzati sotto carico e
senza carico, in quanto lo schema motorio e la solle-
citazione articolare possono variare notevolmente.
Nella caviglia va studiata la flessione plantare,
normale a 50° con inversione, se eseguita in
appoggio, e la flessione dorsale a 20° a ginocchio
esteso e flesso.
A livello del piede la flessibilità passiva dei planti-
flessori della caviglia può presentare uno schema
motorio alterato, che non consente il cedimento
Fig. 3.50 Controllo del movimento dell’anca in rapporto al controllo eccentrico sotto carico. Questa alterazione impe-
del movimento del tronco (Sahrmann 2002). disce la dorsi-flessione del piede durante il cammino,
51
modificandone tutti gli schemi motori delle artico- conseguenze del danno primario sull’equilibrio
lazioni soprastanti. posturale globale della persona. Il danno secondario
I movimenti resistiti isometrici devono essere va analizzato con i test funzionali, che considerano
testati ad anca e ginocchio flessi, in quanto le possi- la ripetizione dei gesti tipici dell’attività nell’ambito
bilità di movimento di tutte le articolazioni del della vita quotidiana quali:
piede sono molte. • il camminare;
Le scale di valutazione vanno integrate da un’at- • i piegamenti sulle gambe;
tenta valutazione che deve considerare un esame • il salire e lo scendere un gradino;
fisico che comprende: • il sollevarsi sulle punte e sui talloni;
• l’ispezione; • la stazione monopodalica;
• la palpazione; • la posizione del piede in carico e scarico.
• i test funzionali.
La gait analysis permette di ottenere una diagnosi
funzionale attraverso la valutazione di variabili cine-
Ispezione siologiche altrimenti non determinabili quali le
L’ispezione comprende una valutazione di tipo: forze, le attività muscolari e le pressioni.
• dinamico: equilibrio, schema deambulatorio, e/o La gait analysis (Whittle 1991) permette di misu-
atteggiamenti antalgici nel sedersi, alzarsi o rare e quindi di rendere oggettivi i parametri di fun-
spogliarsi; zione esplorati, di correlarli con altri sistemi clinici
• statico: presenza di eventuali deformità, analisi di misura e di verificare l’efficacia degli interventi
posturale, risposte antalgiche, ricerca di eventuali terapeutici.
fattori di rischio intrinseci correlati, presenza di Esame della funzione muscolare
edema.
L’esame della funzione muscolare considera tutti i
Palpazione muscoli della catena cinetica coinvolta:
• test di contrazione isometrica ed eccentrica;
La palpazione consente di verificare: • valutazione dell’elasticità muscolare;
• i punti di maggiore dolorabilità; • valutazione di potenza e resistenza muscolare;
• la sensibilità; • valutazione del controllo neuromuscolare.
• la presenza di edema;
Gli indicatori appartenenti all’esame fisico classico,
• l’alterazione del tono-trofismo tessutale;
quali la forza, il ROM, la flessibilità, vanno consi-
• l’alterazione del tono-trofismo muscolare;
derati in rapporto fra loro e all’interno del quadro
• la dismobilità articolare;
funzionale e sintomatologico piuttosto che come
• la presenza di crepitio nei movimenti.
valori assoluti.
Test funzionali
Valutazione del dolore
La valutazione funzionale deve considerare i seguenti
aspetti: Data la complessità del dolore, per comprenderne i
• il dolore; diversi aspetti e valutarne correttamente le caratte-
• la rigidità; ristiche, devono essere esaminate tutte le sue compo-
• la fatica; nenti, quali:
• la mobilità; • la nocicezione, ovvero il rilievo di uno stimolo
• l’infiammazione; direttamente rapportato a una lesione tessutale,
• la stabilità articolare. che rappresenta la componente oggettiva del
dolore;
La valutazione funzionale si basa principalmente sul • la percezione, intesa come la sensazione di uno
bilancio articolare di tutte le articolazioni interessate stimolo non necessariamente proveniente dalla
dalla malattia, che permette di valutarne il range di periferia, ma anche originato dall’interessamento
movimento, l’eventuale instabilità, la presenza di diretto delle strutture nervose centrali e periferiche;
deformità: più precisamente il danno primario. • la sofferenza, ovvero la percezione dell’elaborato
Inoltre, devono essere valutate e quantificate le corticale delle precedenti componenti sulla base
52
del vissuto, in rapporto all’ansia, allo stress e agli sione numerica da 0 = assenza di dolore a 100 =
interessi; dolore più forte consentono invece di valutare anche
• la reazione comportamentale, come la risposta allo modeste variazioni di intensità del dolore.
stimolo spiacevole, genericamente definibile Una misura continua e più diretta è costituita
dolore. Essa si manifesta con una gestualità in gran dalle scale visive analogiche, in cui la risposta della
parte inconscia e involontaria, ma osservabile persona viene espressa su una scala grafica continua.
dall’esterno e come tale quantificabile. Fra le metodiche di valutazione visive, la più dif-
fusa è la scala analogica Visual Analogue Scale (VAS)
La misurazione del dolore deve considerare, oltre di Scott Huskisson (1976), introdotta principal-
alle componenti somatiche, quelle percettive, affet- mente per superare i limiti delle scale descrittive.
tive e comportamentali, ossia l’atteggiamento della Questa scala continua è costituita da un segmento
persona. di retta generalmente della lunghezza di 10 cm, alle
cui estremità sono normalmente presenti le indica-
Strumenti di misura del dolore zioni “assenza di dolore” e “il più forte dolore”. Inol-
L’interpretazione del linguaggio del dolore proposta tre, non presenta problemi di tipo semantico, con-
da Melzack (2005) rappresenta un notevole sente alla persona un numero di scelte teoricamente
progresso nell’esplorazione della gamma di espres- infinito e viene solitamente compresa anche da
sione semantica degli stati dolorosi. bambini di età superiore ai 7 anni. Il suo utilizzo ne
La possibilità di quantificare il dolore attraverso il ha dimostrato la riproducibilità e la validità discri-
rapporto verbale ha reso possibile l’evoluzione minante, che consiste nella discreta capacità di
dell’approccio, che è culminato nella formulazione distinguere gruppi di pazienti affetti da diverso tipo
definitiva del questionario algologico McGill Pain di dolore.
Queistionnaire (MPQ) (2005). Tra queste metodiche visive si ricordano il test
In relazione alla complessità del problema, acromatico di Vaona, o test dei grigi, e la scala cro-
esistono una varietà di metodiche applicate alla matica analogica continua, Analogue Chromatic
misurazione del dolore: Continuous Scale (ACCS) (1983), in cui la scala ana-
• la valutazione oggettiva; logica è sostituita da una striscia colorata, sfumata
• la valutazione soggettiva; in rosso e montata su un regolo. L’uso di questa
• la valutazione comportamentale. tipologia di scala ha dato qualche vantaggio pratico
alle persone con ridotte performance psicomotorie,
È importante analizzare il numero e il tipo di varia- come i pazienti nell’immediato periodo post-opera-
bili che il metodo scelto permette di esaminare e che torio. Sono risultate carenti, però, nel riflettere la
devono essere in grado di differenziare il dolore da complessa organizzazione dei sistemi sensoriali,
sensazioni di disagio, fastidio e insofferenza. affettivi e cognitivi.
Nella fase acuta della malattia vanno valutate l’in- Ulteriori informazioni concernenti l’esperienza
tensità, la sede e le caratteristiche temporali del algica possono essere ottenute con l’impiego delle
dolore. Per il dolore cronico, invece, vanno conside- mappe del dolore.
rati i fattori psicosociali e comportamentali. In questo caso, al paziente viene richiesto di
L’introduzione delle scale di valutazione rappre- segnare, servendosi anche di matite colorate, le zone
senta il primo passo nello studio della componente di un’immagine (o di pittogramma) rappresentante
soggettiva del dolore. la figura umana corrispondenti alle parti alle quali
Delle scale verbali di valutazione, verbal rating si avverte dolore in uno specifico momento.
scales, la più semplice è la scala nominale, con cate- Una valutazione soggettiva del dolore è possibile
gorie definite da 4, 5, 7 o più attributi ordinati in attraverso il rapporto verbale con il metodo dei que-
sequenza crescente, ma non equidistanziate. L’uso stionari semantici: tra questi il più utilizzato è il
di tale scala, costituita da quattro categorie (1 = questionario algologico McGill Pain Questionnaire
dolore nullo; 2 = lieve; 3 = moderato; 4 = severo), è (MGPQ) (2005).
da un lato semplice e rapida, ma ha scarse possibilità La crescente importanza attribuita alla valutazione
di rilevare modeste variazioni del dolore. obiettiva e al monitoraggio dei parametri compor-
Le scale di valutazione numeriche, numeral rating tamentali ha determinato lo sviluppo di strumenti
scales, che consistono generalmente in una succes- multidimensionali di misurazione. Numerosi altri
53
• la correzione della postura antalgica e del gesto Nell’AR lo stato infiammatorio edematoso può
compensativo; essere affrontato con una terapia a base di freddo.
• il preservare, il reintegrare o riprogrammare la La crioterapia prevede diverse modalità d’applica-
funzionalità gestuale; zione in funzione della sintomatologia:
• il ripristino delle abilità relative alla ADL; • impacchi ghiacciati;
• l’indicazioni all’adozione di misure di supporto, • massaggio freddo;
di equipaggiamento e tutori di adattamento o di • immersione in sostanze fredde;
mobilità; • spray refrigeranti;
• il ricondizionamento generale. • criocinetica;
• alternanza caldo/freddo;
Nell’artrite reumatoide l’infiammazione a livello • gas di azoto;
articolare è una caratteristica causata dalla patologia. • camera fredda.
Contrariamente a ciò che che avviene di solito per i
Le controindicazioni assolute alla crioterapia sono:
tessuti biologici, che hanno subito un danno strut-
• fenomeno di Raynaud;
turale, di origine traumatica e chirurgica, l’infiam-
• crioglobulinemia;
mazione, nel caso dell’AR, è il normale e necessario
• ipersensibilità al freddo con reazioni sistemiche.
prerequisito per la guarigione (Weiss 1998).
Nell’AR, la persona che è in fase acuta di malattia, Le terapie fisiche con l’elettroterapia antalgica
presenta a livello articolare un’iperalgesia primaria, TENS erogata in modalità burst possono stimolare
causa di un’iperalgesia secondaria. Quest’ultima è la produzione, la maturazione e la corretta disposi-
sostenuta dalla sensibilizzazione centrale, che coin- zione del collagene. La spiegazione biologica di
volge un’area più vasta, dura più a lungo e in genere questo effetto potrebbe essere legata alla capacità
implica meccanismi remoti dalla zona interessata. della TENS di stimolare la produzione di sostanza
Conseguenza del dolore è la riduzione dell’am- P da parte delle fibre nervose amieliniche di tipo C
piezza di movimento articolare (ROM). L’adatta- (Burssens 2005).
mento all’immobilità risponde al concetto della Parallelamente o successivamente, a seconda della
legge di Wolff, secondo la quale: “Tutte le strutture situazione che si presenta, o all’evoluzione della
dell’articolazione si adatteranno alla nuova situa- stessa, si possono mettere in atto altri approcci tera-
zione funzionale, modificandosi al fine di trovare peutici.
una nuova condizione di equilibrio rispetto alle
sollecitazioni che su di esse intervengono” (van Linfodrenaggio
Wingerden 1995). Il linfodrenaggio è indispensabile in ogni fase della
Il primo momento terapeutico presuppone un’at- malattia per ridurre la tumefazione dei tessuti molli
tenta valutazione della biomeccanica e dello stato nell’articolazione dolente. È un valido complemento
fisiopatologico delle singole articolazioni. Questo dell’azione svolta dagli esercizi e può aumentare la
consente di determinare se la persona possa deam- soglia del dolore; inoltre, riduce l’edema tissutale e
bulare in maniera indipendente, con ausili, oppure aumenta la vasodilatazione innescando un mecca-
ricorrere a una sedia a rotelle. È importante non sol- nismo locale e riflesso (Vodder 1930).
lecitare in maniera eccessiva, o impropria, le artico-
lazioni infiammate, per non aumentarne la distru- Taping e bendaggio funzionale
zione e pregiudicare il recupero. Il taping e il bendaggio funzionale agiscono nell’at-
Il controllo dell’infiammazione e della reattività tenuazione del dolore in quanto favoriscono il
locale è uno degli obiettivi della prima fase del riposo dell’articolazione. La compressione, come il
percorso riabilitativo. massaggio, è un mezzo efficace per stimolare i mec-
Il fisioterapista deve: canorecettori della zona interessata. Infatti, la com-
• conoscere il meccanismo patologico dell’infiamma- pressione dei tessuti circostanti l’articolazione
zione, per una valutazione funzionale appropriata; mediante bendaggio elastico ne attenua il dolore.
• saper individuare dei sotto-obiettivi utili per Questo primo momento riabilitativo permette al
scegliere le strategie più efficaci per la singola fisioterapista di individuare, programmare e scegliere
persona; le tecniche migliori e le procedure più indicate di
• valutare l’outcome. sua conoscenza. Si tratta, pertanto, di un’analisi di
55
lavoro in cui ogni esercizio e ogni proposta terapeu- caratteristiche che le sono proprie, induce sponta-
tica devono essere coerenti con l’obiettivo terapeu- neamente l’esecuzione di movimenti che risultano,
tico e devono essere continuamente verificati nella invece, poco naturali sulla terra oppure particolar-
loro efficacia. mente dolorosi in caso di processi infiammatori
Il recupero della normale mobilità articolare è un (KNGF-Guideline Rheumatoid arthritis Royal Dutch
obiettivo fondamentale per il ripristino della funzio- Society for Physical Therapy 2008).
nalità, particolarmente nell’arto inferiore. Le tecniche
adottate devono adeguarsi all’evoluzione dei sintomi Intervento per il ripristino articolare
e dei segni clinici quali: edema, trofismo, dolore e Le contratture muscolari, unitamente alle risposte
devono sempre seguire l’andamento del dolore. antalgiche, lasciano come esiti rigidità e instabilità
articolare con conseguente sintomatologia dolorosa.
Pompage
L’applicazione delle tecniche manuali per il recupero
Per la riduzione dell’edema possono essere utilizzati articolare e la sua stabilizzazione devono avvenire in
pompage fasciali (Bienfait 1997). assenza di dolore, principio fondamentale per evi-
L’applicazione di questa tecnica: tare risposte compensative, che causano a loro volta
• favorisce lo scorrimento dei tessuti sui piani più sintomatologie infiammatorie e dolorose. Inoltre,
profondi; essendo l’articolazione in esito di un processo
• stimola la circolazione dei liquidi interstiziali; infiammatorio, manovre improprie possono causare
• migliora la circolazione sanguigna locale, con danni alle strutture intrarticolari ed extrarticolari
effetti benefici sul trofismo tissutale; (fig. 3.51).
• allunga il tessuto connettivo fibroso;
• migliora il microcircolo. Rieducazione articolare
La metodica Bienfait si effettua applicando una lieve La rieducazione articolare mobilizza globalmente le
trazione ritmica a livello articolare caratterizzata da articolazioni per prevenire contratture, che determi-
tre fasi: tensione, mantenimento, rilascio. nano una progressiva impotenza funzionale.
Importante in questa fase è la prevenzione delle
Massaggio connettivale retrazioni capsulo-legamentose. Il fisioterapista può
utilizzare le tecniche di mobilizzazione passiva che
All’origine dei dolori muscolo-scheletrici vi sono
permettono, senza provocare una riacutizzazione
spesso fattori intrinseci o estrinseci, che incidono
della sintomatologia dolorosa, di preservare il grado
sulla normale omeostasi fasciale stimolando il tes-
di articolarità fisiologico delle articolazioni infiam-
suto connettivo stesso a una reazione protettiva d’i-
mate e di prevenire le retrazioni muscolo-tendinee
spessimento e sovrapposizione delle proprie fibre. Il
e capsulo-legamentose.
massaggio connettivale consiste in una trazione sti-
Obiettivi della rieducazione articolare sono:
molante sul tessuto connettivo sottocutaneo e inter-
• la risoluzione del blocco articolare;
stiziale, che si applica di preferenza sulle inserzioni
• l’effetto antalgico;
tendinee muscolari, lungo il ventre muscolare, lungo
• l’effetto trofico cartilagineo;
i margini delle aponeurosi, sugli apparati legamen-
tosi e sulle capsule articolari (Dicke 1920).
Il fisioterapista deve prestare attenzione alle arti-
colazioni interessate dalla patologia per evitare
rotture e sfilacciamenti a carico dei tessuti compro-
messi dall’AR. È preferibile intervenire sulle strut-
ture prossimali ai distretti colpiti.
Riabilitazione in acqua
Il principio su cui si basa la riabilitazione in acqua è
che il peso del corpo viene alleggerito quasi del 90%.
Grazie al rilassamento muscolare, l’acqua permette
di ottenere un recupero biomeccanico e dei com- Fig. 3.51 Riabilitazione della depressione anteriore del bacino
plessi meccanismi neurofisiologici. L’acqua, con le sul lettino.
56
a b
Fig. 3.52 Rieducazione articolare. (a) Riabilitazione del movimento tridimensionale di depressione anteriore del bacino integrato con il movi-
mento di anca, ginocchio e caviglia. (b) Manovra di mobilizzazione-controllo del movimento della flessione-rotazione esterna-abduzione
dell’anca, con una componente di trazione sull’asse del collo del condilo femorale.
• il miglioramento della lubrificazione articolare; coinvolte nel gesto antalgico. Se la prassi terapeutica
• lo stiramento dell’apparato capsulo-legamentoso viene eseguita correttamente, i capi articolari ven-
retratto (fig. 3.52). gono gradualmente riportati a un riposizionamento
compatibile con la situazione sintomatologica, recu-
Maitland perando in tal modo un’escursione articolare. Il
Il recupero del ROM deve essere attuato progressi- principio fondamentale su cui si basa questa tecnica
vamente, lavorando nella posizione limite specifica, è la combinazione della mobilizzazione passiva, ese-
il cosiddetto grado 3 secondo Maitland (Basmajian guita dal fisioterapista, con il movimento attivo,
1993). L’approccio terapeutico deve mantenersi al eseguito dalla persona. Inizialmente usata per la
di sotto della soglia del dolore. colonna cervicale (nags-natural apophyseal glides,
La mobilizzazione passiva deve essere coadiuvata snags-sustained natural apophyseal glides) si è estesa a
da movimenti attivi assistiti e dal movimento attivo. tutte le articolazioni spinali e a quelle degli arti supe-
Quest’ultimo avviene inizialmente con un carico riori e inferiori (MWMs-mobilitation with move-
naturale, successivamente con resistenze progressi- ment).
vamente maggiori, utilizzando resistenza manuale,
pesi, elastici, a seconda dell’andamento clinico e Mantenimento del trofismo muscolare
dell’articolazione trattata. Anche in fase acuta la persona deve effettuare esercizi
isometrici, che coinvolgano tutta la muscolatura dei
McMennel segmenti articolari interessati, al fine di prevenirne
Nelle manovre McMennel, il movimento articolare l’ipotrofia, che condiziona un’instabilità articolare.
si sviluppa secondo vari livelli: scivolamento, roto- Il recupero muscolare comprende l’esercizio fisico,
lamento e rotazione assiale per il recupero delle com- inteso come cinesiterapia passiva/attiva e stretching.
ponenti del movimento artrocinematico. Inoltre, al Esso aiuta a prevenire e/o contrastare:
movimento articolare attivo si associano sempre • la debolezza muscolare;
movimenti passivi molto più ampi (joint play). Suc- • l’atrofia muscolare;
cessivamente, per il movimento angolare, è oppor- • la rigidità articolare;
tuno mobilizzare passivamente l’articolazione uti- • l’affaticabilità;
lizzando la regola del concavo-convesso (Panjabi • la scarsa coordinazione;
2001) al fine di riprodurre i fisiologici movimenti • la riduzione della soglia nocicettiva;
di rotolamento e scivolamento. • la prevenzione delle retrazioni capsulo-legamen-
tose (Santana 2014).
Mulligan
Stretching statico
Le mobilizzazioni secondo Mulligan (Manual The-
rapy 2003) devono essere fatte senza causare dolore Lo stretching statico è una procedura controllata dal
alle articolazioni non interessate dalla patologia, ma fisioterapista e dalla persona, evita il riflesso di stira-
57
mento e migliora l’indolenzimento e il dolore del tronco e di progressiva agilità sia risultato più
muscolare. La manovra va eseguita mantenendo la efficace di un programma focalizzato solo sullo
posizione di allungamento per un tempo progressi- stretching e sul potenziamento specifico (fig. 3.54).
vamente crescente, dai 20 secondi fino a 2 minuti e
con parecchie ripetizioni (Power 2004). Tecniche posturali
Le tecniche posturali sono più efficaci rispetto allo
Esercizi attivi
stretching passivo per l’allungamento muscolare,
Contemporaneamente al recupero del ROM, è indi- anche in riferimento ai meccanismi spinali riflessi
spensabile inserire nel trattamento gli esercizi attivi, indotti (Gajdosik 2001, Magnusson 1998, Sou-
successivamente contro resistenza, utilizzando pro- chard 1994). Inoltre, la rieducazione posturale è
cedure che si avvicinano il più possibile alla funzione quella pratica della fisioterapia, che cerca di ripristi-
che la muscolatura e l’articolazione trattate svolgono nare le migliori condizioni anatomo-funzionali
nei gesti funzionali. Sono importanti gli esercizi in perse a causa di traumi, dolore e attività improprie
catena cinetica chiusa, poiché i muscoli e le strutture o prolungate e pattern posturali e di movimento
articolari e periarticolari sono caricate in modo fun- inefficienti e disfunzionali.
zionale e in sinergia con gli antagonisti, per ottimiz- La rieducazione posturale è una rieducazione
zare la coordinazione e la stabilizzazione (Van Win- neuro-muscolare. Essa infatti interviene sulla modi-
gerden 1983) (fig. 3.53). ficazione dei circuiti neuronali preposti all’aspetto
organizzativo del movimento, che si sono modificati
Contrazione isometrica a causa del dolore e della disfunzione.
Una procedura utilizzata per ottenere l’allunga- Al termine della fase infiammatoria, la persona
mento muscolare è la contrazione isometrica nella deve avere ricevuto una corretta informazione
posizione di massimo allungamento. Questa prassi rispetto alla gestione della sua malattia, con partico-
terapeutica sembra in grado di sviluppare, o ripristi- lare riguardo al dolore, all’infiammazione, al con-
nare, i sarcomeri in serie ipofunzionanti, soprattutto trollo di una corretta postura e alle ADL. Le attività
nella giunzione miotendinea, in quanto l’immobi-
lità causata dal dolore e l’edema provocano ipotrofia
(Butterfield 2005, De Deyne 2001, Koh 1998).
Esercizi globali
Dal momento che ogni struttura e ogni segmento
corporeo lavorano all’interno di un compito funzio-
nale, l’incremento della mobilità appare fondamen-
tale. A tale proposito è interessante rilevare che
Sherry (2004) ha evidenziato come un programma
riabilitativo composto da esercizi di stabilizzazione
Fig. 3.53 Esercizi attivi in posizione supina per i flessori dell’anca. Fig. 3.54 Esercizio di stabilizzazione del tronco e progressiva agilità.
58
e le strategie saranno scelte in accordo con le prefe- • la capsula, i legamenti e le borse sierose possono
renze della persona dopo aver analizzato i suoi stili andare incontro a ossificazione;
comportamentali e i fattori di rischio e/o predispo- • l’alterazione della superficie ossea e il danno da
nenti (Jahanbin 2014, Meesters 2011). usura causano ipertrofia sinoviale, ispessimento
Questo percorso è necessario per avere la maggiore della capsula con riduzione e fissurazione della
adesione al programma di mantenimento e definire cartilagine e sclerosi subcondrale secondaria;
un programma da eseguire al domicilio con indica- • la cartilagine articolare e il tessuto osseo epifisario
zioni per conservare e incrementare nel tempo i subcondrale sono interdipendenti, per cui il
risultati raggiunti. Il programma è composto da: danno di una delle due strutture provoca il dete-
• esercizi classici di chinesiterapia attiva in scarico; rioramento dell’altra;
• esercizi per la mobilità articolare, la coordina- • le inserzioni tendinee entrano in tensione a causa
zione, la buona salute distrettuale e generale (Vliet della risposta antalgica muscolare, che si manifesta
Vlieland 2009). come contrattura prossimale all’articolazione
coinvolta. Il dolore entesico si associa a quello
Hurkmans e colleghi (2011) hanno selezionato per
tendineo con un effetto amplificatorio, che inne-
i fisioterapisti sette aspetti secondo i criteri ICF. Le
sca risposte compensative causa di un danno
raccomandazioni sono state il risultato di una valu-
secondario.
tazione iniziale, a cui seguiva un trattamento e una
valutazione finale. Le raccomandazioni comprende- Al fine di ottenere il miglior risultato consentito
vano l’utilizzo dell’esercizio terapeutico e l’educa- dall’iter patologico e per contrastare i diversi segni
zione alla fisioterapia. Al contrario, non sono stati della malattia è indispensabile l’integrazione tra le
raccomandati o sconsigliati approcci quali terapie varie tecniche e gli approcci riabilitativi. Questo
fisiche, massaggi, mobilizzazioni passive. metodo di lavoro, basato su obiettivi terapeutici ben
definiti, deve integrare i dati della letteratura inter-
Conclusioni nazionale con l’esperienza data dalla pratica.
Significativo lo studio condotto dal gruppo di
Meesters (2013), che ha analizzato la percezione Obiettivi del trattamento riabilitativo
delle persone rispetto all’efficacia delle tecniche Gli obiettivi del trattamento riabilitativo nella fase
riabilitative proposte. Il risultato mostra come le subcronica sono:
tecniche utilizzate non soddisfino le aspettative delle • prevenire il dolore e la disabilità;
persone rispetto alle loro esigenze. • controllare e limitare il dolore cronico, a livello
Lo studio dimostra come sia importante per la muscolo-scheletrico e tissutale;
persona che il fisioterapista individui e concordi con • mantenere l’integrità dei tessuti;
lei strategie riabilitative basate sui suoi bisogni. • analizzare gli stili comportamentali al fine di indi-
Grazie alla ricerca fatta da Klokkerud (2012) è viduare e correggere i fattori di rischio e/o predi-
emersa l’esigenza a livello internazionale dell’indivi- sponenti al dolore;
duazione di linee guida condivise dai medici e fisio- • mantenere la normale escursione articolare;
terapisti per facilitare i confronti tra le diverse stra- • mantenere il trofismo e la forza muscolare;
tegie riabilitative nel trattamento delle persone con • aumentare e mantenere il controllo della mobilità
artrite reumatoide. Lo studio evidenzia la necessità articolare;
di una migliore implementazione della ricerca riabi- • ottimizzare la funzione del piede in modo da faci-
litativa nella pratica clinica. litare la deambulazione;
• far adottare schemi motori distrettuali e globali
Fase subacuta o cronica
corretti e/o funzionali alla disabilità, grazie a un
La fase cronica è successiva alla fase acuta. adeguato utilizzo delle articolazioni;
La fase cronica presenta gli esiti della fase acuta, • creare le condizioni biomeccaniche e neurofisiolo-
in quanto lo stato infiammatorio e l’edema compor- giche per il mantenimento di una corretta postura;
tano una modificazione dei tessuti intrarticolari ed • formulare programmi che aumentino la capacità
extrarticolari, in particolare: aerobica e diminuiscano la fatica;
• la membrana sinoviale subisce un processo di • sviluppare un programma di terapia cognitiva-
trasformazione fibrosclerotica; comportamentale, che consideri i seguenti aspetti:
59
− educare la persona alla percezione, decodifica- che. La comunicazione deve avvenire in modo
zione, conoscenza e gestione della patologia chiaro ed esaustivo, al fine di permettere alla persona
nelle sue diverse manifestazioni; di seguire il trattamento.
− riabilitare la persona a una gestualità corretta e/o In tal senso, il supporto di manuali e proposte di
compatibile con la situazione causata dalla pato- attività fisica su internet sono utili per consentire
logia; alle persone sedentarie di eseguire gli esercizi al pro-
− facilitare l’autogestione da parte della persona, prio domicilio (Van den Berg 2008).
nel miglioramento della destrezza e della forza Fondamentale nel trattamento fisioterapico è l’i-
attraverso tecniche di riduzione del dolore e dentificazione di diverse strategie terapeutiche per
fornendo misure di supporto, quali ausili di garantire un trattamento modulato (tailored) a
adattamento o di mobilità; livello bio-psico-sociale. Questo è utile per consen-
− incoraggiare l’implementazione di strategie tire alla persona di mantenere autonomamente gli
appropriate per l’adattamento e il comporta- obiettivi raggiunti e, se possibile, migliorarli.
mento; Infatti, ciò rappresenta la condizione necessaria per
− far eseguire correttamente auto-esercizi per garantirle un’autonomia nell’acquisizione di un
aumentare la mobilità e ricondizionare a carichi programma di esercizi da eseguire al proprio domi-
crescenti; cilio.
− ripristinare le abilità relative alle ADL; La continuità terapeutica prevede un supporto
− favorire il reinserimento sociale e/o professio- motivazionale da parte del fisioterapista, in modo
nale della persona. da permettere alla persona di portare avanti, in
maniera costante, il programma domiciliare. La
Linee guida e raccomandazioni per supervisione periodica del fisioterapista è fondamen-
il fisioterapista tale sia per aggiornare la persona riguardo ai risultati
Le raccomandazioni dell’American College of Sports raggiunti, sia per verificare se svolge gli esercizi in
Medicine (ACSM), American Heart Association modo pertinente all’obiettivo proposto, sia se è in
(AHA) (2010) e gli standard Olandesi (Nederlandse grado di rivalutarli in modo autonomo. A seguito di
Norm Gezond Bewegen, NNGB 2010), suggeriscono una valutazione fatta in accordo con il fisioterapista,
opportune strategie comportamentali, che il fisiote- la verifica può essere valida per individuare le scelte
rapista deve conoscere. terapeutiche migliori, in base ai risultati ottenuti
Il cambiamento della persona nell’ambito tera- con i trattamenti effettuati e le linee guida interna-
peutico non è un evento, ma un processo che zionali.
presuppone tre passaggi: Il lavoro in gruppo è importante per le persone
• fase motivazionale: il fisioterapista deve verificare con malattia reumatica per sostenersi a vicenda. Il
e migliorare la conoscenza della persona rispetto fisioterapista deve coinvolgere nel programma fami-
al suo stato di salute e la motivazione per il cam- liari, parenti e amici. Questo studio dimostra come
biamento; il supporto a lungo termine sia rilevante per conser-
• fase di cambiamento: il fisioterapista deve consen- vare nel tempo e garantire un cambiamento a livello
tire alla persona di raggiungere gli obiettivi indi- fisico e psicologico. La proposta di modelli compor-
viduati grazie a una corretta supervisione. tamentali di altri pazienti aumenta gradualmente la
competenza e la fiducia in se stessi.
La terza fase, definita di consolidamento, prevede da La persona affiancata e correttamente sostenuta
parte della persona la capacità di mantenere le con- acquisisce la stima di sé, importante fattore che assi-
dizioni raggiunte a livello psico-fisico in relazione cura il successo della cura.
all’ambiente in cui vive. Tale percorso terapeutico induce una significativa
In riferimento a quanto evidenziato, è opportuno riduzione della morbilità grazie alla modificazione
che il fisioterapista concordi con la persona degli delle convinzioni e dei comportamenti dei singoli
obiettivi realmente raggiungibili, pianificando un individui. Fornire al paziente tutte le informazioni
percorso step-by-step. sulla malattia e responsabilizzarlo mediante l’uso di
Gli obiettivi vanno modulati sullo stato fisico modelli comportamentali di gestione del proprio
attuale della persona, in una progressione crescente, stato di salute, come il self management, possono
ma appropriata per le possibilità fisiche e psicologi- avere un ruolo complementare alla terapia medica e
60
riabilitativa nel migliorare lo stato di salute e la Gli obiettivi specifici relativi alle singole articola-
qualità di vita (Vliet Vlieland 2011). zioni vanno individuati in rapporto alle funzioni
Zirkzee et al. (2008) hanno condotto uno studio principali – camminare, salire le scale, alzarsi e
su 69 persone con sintomi relativi all’AR da meno sedersi, pedalare – o ad altre attività della singola
di due anni e con un’attività lavorativa in corso. Sul persona in funzione dei suoi stili di vita.
posto di lavoro hanno ricevuto gli specifici adatta-
menti ergonomici, sono stati affiancati da una guida Esercizio terapeutico
professionale per la gestione dei problemi lavorativi Il programma di trattamento concordato con la
e sono stati supportati e aiutati dai colleghi. I risul- persona è basato sulla diagnosi funzionale accurata
tati dello studio mostrano che la frequenza di assenza e specifica relativa all’attività della malattia, alla
dal lavoro per malattia prima e dopo la diagnosi è disfunzione e alle sue esigenze di vita.
stata significativa, mentre la disabilità permanente L’esercizio terapeutico costituisce la parte centrale
sul lavoro si è ridotta del 20%. del trattamento, perché si indirizza specificamente
al mantenimento della funzione, della forza e
Tempistica e frequenza migliora le capacità di controllo, mobilità e prote-
Il trattamento va modulato sulla base delle diverse zione articolare.
stadiazioni e/o fasi di malattia. Sono utili ausili quali gli agenti termici ed elettrici,
La durata e la frequenza può variare in base al che consentono per un tempo limitato un sollievo dal
livello di disabilità funzionale e strutturale che si dolore e una riduzione della rigidità, permettendo
presenta. L’approccio fisioterapico dipende dal una maggiore efficacia dell’esercizio unitamente a una
livello di motivazione della persona, dal suo coping sensazione di benessere (Vicenzino 2000).
style e dalla presenza di barriere architettoniche
(Knittle 2011). Mobilizzazione articolare
Il trattamento riabilitativo può essere sospeso nel La progressione del danno erosivo con il coinvolgi-
momento in cui vengono raggiunti gli scopi tera- mento delle strutture tendinee e capsulo-legamen-
peutici. tose evolve in una lussazione con deformità a causa
dell’alterato allineamento articolare. Questo stadio
Trattamento riabilitativo della patologia è altamente invalidante e la situa-
Nella fase cronica le modificazioni muscolo-schele- zione è irreversibile.
triche sono date dagli esiti della patologia e dal dolore A questo quadro si associano le contratture
amplificato dalla sintomatologia secondo un mecca- muscolari causa ed effetto di risposte antalgiche, che
nismo riflesso di causa ed effetto (Meesters 2013). lasciano come esiti rigidità e instabilità articolare
La situazione è causa di deficit e di modificazioni con sintomatologia dolorosa.
del controllo motorio con coinvolgimento degli Metodica utile è l’utilizzo del concetto Maitland
schemi globali. (1987), che va oltre la valutazione delle singole com-
La valutazione funzionale si basa sul bilancio di ponenti articolari e si sviluppa in un più ampio con-
tutte le articolazioni interessate dalla malattia, per cetto dinamico. Essa include l’analisi, l’interpreta-
valutarne il range di movimento, l’eventuale insta- zione e il trattamento specifico delle disfunzioni
bilità, la presenza di deformità, tutti aspetti che neuro-muscolo-scheletriche dei meccanismi biolo-
costituiscono il danno primario. gici e neurofisiologici, che stanno alla base del trat-
La fase successiva valuta e quantifica le conse- tamento della funzione. In questo stadio dell’AR, in
guenze del danno primario, con una prevenzione, cui il danno è irreversibile, al fine di pianificare un
dove possibile, dei pattern alterati e la loro correzione trattamento personalizzato, le conoscenze attuali
precoce, dove instaurati. Il recupero della funzione è sulla fisiologia del dolore vanno integrate con un
la condizione per intervenire sul danno secondario moderno ragionamento clinico e dalla pratica sup-
al fine di contrastare gli squilibri posturali. portata dall’evidenza. Questo presume precise pro-
Nella fase cronica un riposo prolungato è sconsi- cedure di valutazione secondo i criteri ICF nell’am-
gliabile, perché determina una perdita della forza bito di un contesto bio-psico-sociale.
muscolare e delle caratteristiche biomeccaniche delle In questa fase della malattia possono essere inseriti
strutture periarticolari, quali la retrazione della cap- nel programma riabilitativo esercizi isotonici, isome-
sula articolare e i legamenti. trici, concentrici, eccentrici, stretching, attivi assistiti
61
e attivi per il mantenimento dei movimenti di gioco Esercizi ad alta intensità per aumentare
articolare e dell’escursione articolare (fig. 3.55). la performance aerobica
L’esercizio deve durare venti minuti per sessione,
Rinforzo muscolare
con una frequenza minima di tre volte la settimana,
L’ipotrofia e l’ipostenia muscolare sono causate dalla e un’intensità che va dal 65 al 90% del battito car-
diminuzione della contrazione attiva per evitare il diaco massimo.
dolore. Appartengono a questa categoria:
La persona adotta atteggiamenti antalgici come • la camminata ad almeno 4,5 km/h;
risposta al dolore. • il jogging;
Per interrompere questo circolo vizioso è utile • la corsa;
un’attività fisica controllata allo scopo di mantenere • il basket competitivo;
un adeguato fitness (Van den Ende 2000) (fig. 3.56). • il ciclismo a una velocità pari a 16 km/h;
Attività fisica
• lo sci;
• il calcio;
L’attività fisica ha lo scopo di mantenere e migliorare • il nuoto veloce;
lo stato di salute complessivo della persona nel quo- • il tennis in doppio;
tidiano: familiare, lavorativo, sociale e hobbistico. A • la pallavolo competitiva.
questa categoria appartengono attività come il
nuoto, la cyclette, il cammino, la danza aerobica a
basso impatto (Knittle 2013, Brodin 2015). Esercizi di media intensità per aumentare
la performance aerobica
Le raccomandazioni della Royal Dutch Society for
Physical Therapy (2008) suggeriscono esercizi per L’esercizio deve durare trenta minuti per sessione,
raggiungere e mantenere un livello sufficiente di con una frequenza minima di cinque volte la setti-
attività fisica. mana e un’intensità che va dal 55 al 64% del battito
Il programma, elaborato in seguito a una diagnosi cardiaco massimo.
medica, deve essere specifico, con obiettivi indivi- Di questa categoria fanno parte:
duali, svolto in un determinato periodo, con una • la camminata ad almeno 3-4 km/h;
tempistica precisa e supervisionato da un fisioterapi- • il basket ricreativo;
sta. Il programma prevede esercizi di rinforzo musco- • il ciclismo a una velocità pari a 10-12 km/h;
lare, performance aerobica, recupero del ROM, della • il nuoto ricreativo;
stabilità e della coordinazione articolare. • il tennis in doppio;
Contemporaneamente, la persona può svolgere in • la pallavolo ricreativa;
autonomia altri tipi di attività fisica, individuali e/o • il volano ricreativo;
di gruppo sulla base di obiettivi concordati con il • la danza;
fisioterapista, anch’essi parte del programma tera- • il golf;
peutico (fig. 3.57). • il ping pong.
a b
Fig. 3.55 Esempi di esercizi di mobilitazione articolare. (a) Mobilizzazione dell’anca. (b) Esercizi di rinforzo muscolare per la caviglia.
62
a b
Fig. 3.56 Esercizi di rinforzo muscolare (a) del rachide lombare e arto inferiore e (b) dell’arto inferiore.
a b
c d
Esercizi di media intensità per aumentare La frequenza è di due-tre giorni la settimana, con
la potenza muscolare un minimo di tre ripetizioni per articolazione.
L’attività prevede un numero di esercizi che varia da
Esercizi ad alta intensità
otto a dieci, per tutti i gruppi muscolari maggiori.
La frequenza varia da otto a dodici volte per ogni Le persone con AR in fase avanzata di malattia richie-
esercizio, con un’intensità minima iniziale che va dal dono un programma di esercizio ad alta intensità per
30 al 50% della prima ripetizione massima per due aumentare la capacità aerobica, la potenza muscolare
giorni non consecutivi a settimana. e la resistenza. Questo programma può essere inte-
grato con esercizi per il ROM, per mantenere la
Esercizi per incrementare il range mobilità articolare, la stabilità e la coordinazione.
di movimento delle articolazioni
Nei programmi individuali si può iniziare con
L’esercizio deve essere eseguito senza aggiunta di un’intensità bassa, per poi aumentarla progressiva-
pesi. Obiettivo è aumentare la mobilità articolare. mente in funzione della situazione fisica. 63
tronco, chorus girl swing, come nella lussazione con- Fig. 3.59 Trendelemburg: esempio di andatura a medio gluteo.
genita.
In questo caso, lo scopo del fisioterapista sarà
quello di mobilizzare e mantenere tridimensional- I movimenti del bacino devono essere perfetta-
mente la capacità di movimento minima indispen- mente coordinati nella deambulazione, per garantire
sabile ai movimenti funzionali (fig. 3.60). e assistere i movimenti dell’anca durante il cammino.
Le strategie terapeutiche comprendono l’esecu- In presenza di alterazioni della dinamica funzionale,
zione dei movimenti specifici, che devono essere il fisioterapista deve riattivare i movimenti di eleva-
inseriti in una progressione didattica: il movimento zione anteriori e posteriori e di depressione anteriore
tridimensionale è troppo difficile da riapprendere in e posteriore, evitando eccessi non necessari di rota-
toto (fig. 3.61) e le articolazioni limitrofe devono zione o di sbilanciamento del tronco (fig. 3.63).
essere preservate dal movimento: infatti alcune dire-
zioni specifiche di movimento nella stessa articola-
Salire e scendere le scale
zione non possono essere utilizzate a causa della
situazione degenerativa e infiammatoria. Il salire e scendere le scale comporta, rispetto al
A livello del ginocchio, va posta particolare atten- cammino:
zione al controllo delle deformità. In particolare, va • maggior ROM a livello dell’anca, del ginocchio e
garantita la funzione articolare sotto il controllo del piede;
muscolare (posizione neutra). Deve infatti essere • maggior carico dell’anca, del ginocchio e del
ridotto il ricorso a un appoggio compensativo sui piede;
legamenti, in quanto causa un aumento delle defor- • maggiore forza muscolare: contrazione concen-
mità (fig. 3.62). trica in salita, eccentrica in discesa;
Il rachide dorso-lombare va stabilizzato con eser- • maggior controllo delle rotazioni, dell’equilibrio,
cizi propedeutici specifici, nel caso in cui vi siano controllo neuromuscolare (fig. 3.64).
restrizioni o instabilità dell’anca e del ginocchio
compensati in maniera eccessiva a livello della giun- Nei passaggi posturali come l’alzarsi e il sedersi, l’im-
zione lombosacrale e dorso-lombare o, in minima pegno muscolare e articolare aumenta progressiva-
parte, a livello dell’articolazione sacro-iliaca. mente in relazione all’altezza della seduta; questo
65
a b c
Fig. 3.60 Esercizi di mobilizzazione per il recupero dei corretti movimenti funzionali del cammino. Stimolazione tramite resistenza-facilitazione
(a) dell’elevazione anteriore del bacino e (b) della depressione posteriore del bacino durante la fase di superamento dell’alzata. (c) Controllo-
mobilizzazione del rapporto di coordinazione fra ginocchio e caviglia durante la fase di appoggio nella discesa delle scale.
a b
schema di movimento viene utilizzato in numerose • sono basati sull’osservazione delle normali attività,
altre attività della vita quotidiana. La maggior parte caratterizzate da movimenti tridimensionali;
dei compensi avviene a livello del rachide lombare • nella gestione di una malattia articolare complessa
(fig. 3.65). e diffusa come l’AR, gli schemi globali di movi-
La base e il punto di riferimento del trattamento mento, se eseguiti bilateralmente, consentono
devono essere costituiti da schemi motori globali l’integrazione delle azioni muscolari normali e
(Voss 1985, Adler 2000), perché presentano i coordinate con una buona meccanica articolare,
seguenti vantaggi: accanto all’esecuzione dei movimenti specifici.
• secondo l’assioma di Beevor, per il quale il cervello La stabilità, l’equilibrio e la coordinazione possono
non conosce i muscoli, ma i movimenti, è più essere migliorati con esercizi per stimolare il sistema
logico e semplice per la persona apprendere uno sensitivo e motorio, come stare in equilibrio su tavo-
schema di movimento naturale, rispetto a un lette propriocettive: l’obiettivo è il controllo del
movimento monoplanare; movimento (fig. 3.66).
66
a b c
d e
A seconda della fase della malattia e dei deficit sbilanciato mediante il controllo del movimento
funzionali si utilizzano ausilii per: subtalare, sia controllando i movimenti subtalari e
• ridurre il carico sulle articolazioni; mediotarsici eccessivi e potenzialmente dannosi.
• sopperire alla debolezza muscolare; L’ortesi accomodativa dà sollievo alla pressione del
• ottimizzare in particolare la funzione di caviglia e piede e alla frizione. Non corregge la disfunzione o
piede. la deformità.
Caviglia e piede
L’utilizzo di ortesi e calzature appropriate è una parte
importante del programma globale di gestione della
malattia. L’ortesi è un dispositivo meccanico fatto
per il piede o le dita.
Obiettivi
Le funzioni delle ortesi sono:
• stabilizzare il piede;
• mantenere il piede in una posizione ottimale;
• aumentare la funzione;
• limitare il movimento di un’articolazione dolo-
rosa;
• ridurre il carico sulle aree infiammate;
• proteggere il piede o le dita dalla pressione o da
un eccesso di frizione fra loro e con la scarpa (Ste-
wart 1999).
Le ortesi si dividono in due categorie principali:
funzionali e accomodative.
Fig. 3.63 Riabilitazione guidata della fase d’appoggio iniziale
Le ortesi funzionali correggono uno stato patolo- del cammino controllando le azioni del bacino (depressione anteriore
gico all’interno del piede, sia allineando un piede da un lato, elevazione posteriore dall’altro).
67
a b
Fig. 3.64 Movimenti da compiere per salire le scale: salire le scale senza compensi lombari sfruttando le spinte dal bacino e dal piede.
a b
c d
Fig. 3.65 (a) Alzata corretta. (b) Alzata scorretta. (c) Progressione alzata corretta (facilitata con alzata alta). (d) Progressione alzata corretta
(difficoltosa con alzata bassa).
respiratoria e ginnastiche dolci, oltre all’economia dott. M. Feldenkrais, che utilizza un lavoro di
articolare e alla terapia occupazionale (Hurkmans gruppo affiancato a un esercizio terapeutico domi-
2011). ciliare. Con questa metodica la persona, grazie al
rafforzamento della muscolatura profonda, riesce a
Core integration
integrare funzionalmente i vari distretti corporei sia
Esistono tecniche che possono essere di supporto al nell’equilibrio statico sia in quello dinamico. Tutto
consolidamento della coscienza corporea attraverso ciò ha come fine il miglioramento della proprioce-
il gesto: la core integration è basata sui principi del zione e della consapevolezza (DellaGrotte 2008).
69
a b
71
BIBLIOGRAFIA
Adler SS, Beckers D, Buck M. PNF in practice: an illustrated guide. Cummings GS, Tillman LJ. Remodelling of dense connective tissue
Springer-Verlag Berlin 2000. in normal adult tissues. In: Currier DP, Nelson RM. Dynamics of
Akeson WH, Amiel D, Abel MF, et al. Effects of immobilization on Human Biologic Tissues. Philadelphia, FA Davis 1992;45.
joints. Clin Orthop Rel Res 1987;219:28-37. Cuperus N, Smink AJ, Zeinstra SMA, et al. Patient reported barriers
Akeson WH, Amiel D, Mechanic GL, et al. Collagen cross-linking and facilitators to using a self-management booklet for hip and
alterations in joint contractures: Changes in the reducible cross- knee osteoarthritis in primary care: Results of a qualitative inter-
links in periarticular connective tissue collagen after nine weeks view study. BMC Fam Pract 2013 Dec 1; 14:181.
of immobilization. Connect Tissue Res 1977; 5:15-17. De Boer IG, Peeters AJ, Ronday HK, et al. Assistive devices: usa-
Akeson WH, Amiel D, Woo SL. Immobility effects of synovial joints: ge in patients with rheumatoid arthritis. Clin Rheumatol 2009;
the pathomechanics of joint contracture. Biorheology 1980; 28:119-128.
26:857-862. De Deyne 2001 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFEREN-
Akeson WH, Woo SL, Amiel D, et al. The connective tissue respons ZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA IN-
to immobility: biochemical changes in periarticular connective SERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE
tissue of the immobilized rabbit knee. Clin Orthop 1973; 93:356- REFERENZA INSERIRE REFERENZA
362. De Jong Z, Munneke M, Kroon HM, et al. Long-term follow-up
Akeson WH, Y Woo SL, Amiel D et al. The biology of ligaments. of a high-intensity exercise program in patients with rheumatoid
In: Funk FJ, Hunter LY. Rehabilitation of the injured knee. St. arthritis. Clin Rheumatol 2009 Jun; 28(6):663-71.
Louis, Mosby 1984; 33-148. de Santana F, Nascimento D, de Freitas JP, et al. Avaliac¸ão da ca-
Aletaha D, Neogi T, Silman AJ et al. Rheumatoid arthritis classifica- pacidade funcional em pacientes com artrite reumatoide:
tion criteria: an American College of Rheumatology/European implicac¸ões para a recomendac¸ão de exercícios físicos. Rev Bras
League Against Rheumatism collaborative initiative. Ann Rheum Reumatol 2014; 5 4(5):378–385.
Dis 2010; 69:1580-1588. DellaGrotte J, Ridi R, Landi M et al. Postural improvement using
Anderson MK, Hall SJ. Fundamentals of sports injury management. core integration to lengthen myofascia. J Bodyw Mov Ther 2008;
Baltimore, Williams & Wilkins 1997. 12(3):231-245.
Bartlett EE. Forum. Patient education. Eight principles from patient Dicke 1920 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA
education research. Preventive Medicine 1985; 14:667-9. INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERI-
RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE RE-
Basmajian JV, Nyberg R. Rational manual therapies. Baltimore, Wil-
FERENZA
liams & Wilkins 1993.
Field T, Hernandez-Reif M, Seligman S, et al. Juvenile rheumatoid
Bellamy N, Campbell J, Stevens J, et al. Validation study of a com-
arthritis: benefits from massage theraphy. J Pediatr Psychol 1997;
puterized version of the Western Ontario and McMaster Univer-
22(5):607-617.
sities VA3.0 Osteoarthritis Index. J Rheumatol 1997; 24:2413.
Finsterbush A, Friedman B. Reversibility of joint changes produced
Bellamy N. WOMAC Osteoarthritis Index User Guide. Version V.
by immobilization in rabbits. Clin Orthop 1975; 111:290-298.
Brisbane, Australia 2002.
Fries JF, Spitz PW, Kraines RG, et al. Measurement of patient outco-
Biasoli MC, Cassiano M, Machado C. Hidroterapia: tècnicas e apli-
me in arthritis. Arthritis Rheum 1980; 23: 137-45.
cabilidades nas disfunções reumatológicas. Temas de reumatologia
clínica 2006; 7(3):78-87. Gajdosik 2001 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA
INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZAINSERI-
Bienfait M. I disequilibri statici. Fisiologia, patologia, trattamento
RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA
chinesiterapico. Milano, Ed. Speciale Riabilitazione Oggi 1997.
Giannini S, Faldini C, Pagkrati S, et al. Il piede reumatoide. Edit
Boissonnault WG. Joint and muscle disordes. In: Goodman CC,
Domus 2006; 21-26.
Boissonnault WG. Pathology: implications for the physical the-
rapist. Philadelphia, WB Saunders Co 1998;660. Gilworth G, Emery P, Gossec L, et al. Adaptation and cross-cultural
validation of the RA-WIS (Work Instability Scale). Ann Rheum
Brodin N, Hurkmans E, Di Matteo L, et al. Promotion of health-
Dis 2009 Nov; 68(11):1686-90.
enhancing physical activity in rheumatoid arthritis. A compara-
tive study on health care providers in Italy, The Netherlands and Gossman MR, Sahrmann SA, Rose SJ. Review of length associated
Sweden. Rheumatology International 2015 Oct; 35(10):1665-73. changes in muscle: Experimental evidence and clinical implica-
tions. Phys Ther 1982; 62:1799-1808.
Burssens P, Forsyth R. Influence of burst TENS stimulation on colla-
gen formation after Achilles tendon suture in man. A histologi- Grossi E, Borghi M, Cerchiari E, et al. Analogue Chromatic Conti-
cal evaluation with Movat’s pentachrome stain. Acta Orthop Belg nuous Scale (ACCS): A new method for pain assessment. Clin
2005; 71(3):342-346. Exp Rheumatol 1983; 1:337-40.
Butterfield 2005 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFEREN- Hagel S, Lindqvist E, Petersson IF, et al. Which patients impro-
ZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA IN- ve the most after arthritis rehabilitation? A study of predictors
SERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE in patients with inflammatory arthritis in Northern Europe,
REFERENZA INSERIRE REFERENZA the STAR-ETIC collaboration. J Rehabil Med 2014 Feb 24;
46(3):250-7.
Cailliet R. Soft tissue pain and disability. 2nd ed. Philadelhpia, FA
Davis; 1988. Helewa A, Walker JM. A Physical therapy management in patients
with rheumatoid arthritis. Walker (eds) Physical Therapy in
Caterson B, Lowther DA. Changes in the metabolism of the prote-
Arthritis. WB Saunders Company 1996.
oglycans from sheep articular cartilage in respons to mechanical
stress. Biochim Biophys Acta 1978; 540:412-422. Hurkmans E, van der Giesen FJ, Vliet Vlieland TPM, et al. Dynamic
exercise programs (aerobic capacity and/or muscle strength trai-
Ceccarini A, Giannini S, Pecorelli F, et al. Progressi in medicina e
ning) in patients with rheumatoid arthritis. Cochrane Database of
chirurgia del piede. Piccin Editore 1993; Volume 11.
Systematic Reviews 2009.
72
Hurkmans EJ, de Gucht V, Maes S, et al. Promoting physical activity Magnusson 1998 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFEREN-
in patients with rheumatoid arthritis: rheumatologists and he- ZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZAINSE-
alth professionals practice and educational needs. Clin Rheumatol RIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA
2011 Dec; 30(12):1603-9. Maiani G, Sanavio E. Semantics of pain in Italy: the Italian version of
Hurkmans EJ, Jones A, Vliet Vlieland TPM. Quality appraisal of the McGill Pain Questionnaire Pain. 1985.
clinical practice guidelines on the use of physiotherapy in rheu- Maitland GD. The Maitland concept: Assessment, examination and
matoid arthritis: a systematic review. Rheumatology 2011 Oct; treatment by passive movement. Physical Therapy of the Low
50(10):1879-88. Back. Clinics in Physical Therapy 1987; 13, 135-156.
Hurkmans EJ, Li L, Verhoef J, et al. Physical Therapists’ Management Manual Therapy “NAGS”,”SNAGS”, “MWMS”. 2003.
of Rheumatoid Arthritis: Results of a Dutch Survey. Musculoske-
Meenan RF, Gertman PM, Mason JH. Measuring health status in
let Care 2012; 10:142–148
Arthritis: the Arthritis Impact Measurement Scales. Arthritis
Hurkmans EJ, Maes S, de Gucht V, et al. Motivation as a determinant Rheumatism 1980; 23:146-52.
of physical activity in patients with rheumatoid arthritis. Arthritis
Meesters J, de Boer I, van den Berg M, et al. Unmet information
Care Res 2010 Mar; 62(3):371-7.
needs about the delivery of rheumatology health care services:
Hurkmans EJ, van den Berg MH, Ronday HK, et al. Maintenance of a survey among patients with rheumatoid arthritis. Patient Educ
physical activity after internet based physical activity interven- Couns 2011 Nov; 85(2):299-303.
tions in patients with rheumatoid arthritis. Rheumatology 2010;
Meesters J, de Boer IG, van den Berg MH, et al. Evaluation of a web-
49(1):167-72.
site providing information on regional health care services for
Hurkmans EJ, van der Giesen FJ, Bloo H, et al. Physiotherapy in patients with rheumatoid arthritis: an observational study. Clin
rheumatoid arthritis: development of a practice guideline. Acta Rheumatol 2012 Apr; 31(4):637-45.
Reumatol Port 2011; 36:146-158.
Meesters J, Hagel S, Klokkerud M, et al. Goal-setting in multidi-
Huskisson. EC: Graphic Representation of pain. Pain 1976; 2:175- sciplinary team care for patients with rheumatoid arthritis: An
84. international multi-center evaluation of the contents using the
Install 1989 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA International Classification of Functioning, Disability and He-
INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZAINSERI- alth as a reference. J Rehabil Med 2013 Aug; 8.
RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA Meesters J, Pont W, Beaart-Van De Voorde L, et al. Do rehabilitation
Jahanbin I, Hoseini Moghadam M, Nazarinia MA. The effect of con- tools cover the perspective of patients with rheumatoid arthritis?
ditioning exercise on the health status and pain in patients with A focus group study using the ICF as a reference. Eur J Phys Re-
rheumatoid arthritis: a randomized controlled clinical trial. Int J habil Med 2014 Apr; 50(2):171-84.
Community Based Nurs Midwifery 2014 Jul; 2(3):169-76. Meesters J, Verhoef J, Tijhuis G, et al. Functional disability in patients
Kaltenborn F. Manual mobilization of the extremity joints. The Kal- with rheumatoid arthritis admitted for multidisciplinary rehabi-
tenborn method of joint examination and treatment. Vol 1. The litation from 1992-2009. Rheumatology 2013 Oct; 52(10):1879-
extremities. 5th ed. Olaf Norlis Bokhandel Norway 1999. 83.
Klokkerud M, Hagen KB, Kjeken I, et al. Development of a fra- Meesters J, Volker G, Koele R, et al. Problems in functioning in pa-
mework identifying domains and elements of importance for tients with chronic musculoskeletal pain admitted for multidisci-
arthritis rehabilitation. J Rehabil Med 2012 May 2; 44(5). plinary rehabilitation. Pain Practice (2015).
Knittle K, De Gucht V, Hurkmans E, et al. Targeting motivation and Melzack R. The McGill pain questionnaire: from description to mea-
self-regulation to increase physical activity among patients with surement. Anesthesiology 2005 Jul; 103(1):199-202.
rheumatoid arthritis: A randomised controlled trial. Clin Rheu- Morley S, Eccleston C, Williams AE, et al. Systematic review and
matol 2013. meta-analysis of randomized controlled trials of cognitive beha-
Knittle K, de Gucht V, Hurkmans EJ, et al. Self-efficacy and physical viour therapy and behaviour therapy for chronic pain in adults,
activity goal achievement predict self-reported arthritis pain and excluding headache. Pain 1999; 80(1):1-13.
quality of life among patients with rheumatoid arthritis. Arthritis O’Donnell S, King J, Lauzon C, et al. Development of a Framework
Care Res 2011 Nov; 63(11):1613-9. for Reporting Health Service Models for Managing Rheumatoid
Koele R, Volker G, van Vree F, et al. Multidisciplinary rehabilitation Arthritis. Clin Rheumatol 2010 Feb;2 9(2):151-65.
for chronic widespread musculoskeletal pain: results from daily Panjabi 2001 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA
practice. Musculoskel Care 2014 Dec; 12(4):210-20. INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERI-
Koh 1998 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA IN- RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE RE-
SERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE FERENZA INSERIRE REFERENZA
REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFE- Power K, Behm D, Cahill F, et al. An acute bout of static stretching:
RENZA INSERIRE REFERENZA effects on force and jumping performance. Med Sci Sports Exerc
Larson 1963 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA 2004 Aug; 36(8):1389-96.
INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERI- Rheumatologic rehabiliation Series. Vol 5. Surgical rehabilitation. Be-
RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE RE- thesda America Occupational Therapy Assoc 1999.
FERENZA INSERIRE REFERENZA
Ritchie DM, Boyle Ja, McInnes JM, et al. Clinical studies with an
Leonard JB. Joint protection for inflammatory disorders. In: Licht- articular index for the assessment of joint tenderness in patients
man DM, Alexander AH. The wrist and its disordes. 2nd ed. with rheumatoid arthritis. Quart J Med 1968; 37:393-406.
Philadelphia, WB Saunders Co 1997;1377.
Royal Australian College of General Practitioners Australia. Clinical
Li L, Hurkmans EJ, Sayre EC, et al. Continuing professional deve- guideline for the diagnosis and management of early rheumatoid
lopment is associated with increasing physical therapists’ roles in arthritis 2009.
arthritis management in Canada and the Netherlands. Phys Ther
Royal College of Physicians. Exercise for life: physical activity in he-
2010 Apr; 90(4):629-42.
alth and disease. London, RCP 2012.
Lorig K, Holman H. Arthritis self-management studies: a twelve-year
Royal Dutch Society for Physical Therapy. KNGF Guideline for
review. Health Educ Q 1993; 20: 17-28. 73
Physical Therapy in patients with Osteoarthritis of the hip and ring the public health impact of an intensive exercise program for
knee Methodic approach. 2010. patients with rheumatoid arthritis; a dissemination and imple-
Royal Dutch Society for Physical Therapy. KNGF-Guideline Rheu- mentation study. Arthritis Care Res 2010; 62(6):865-72.
matoid arthritis. 2008. van Wingerden B. Connective tissue in rehabilitation. Verlag, Scipro
Sahrmann S. Diagnosis and treatment of movement impairment syn- 1983.
dromes. Elsevier Health Sciences 2002. Verhoef J, Toussaint PJ, Putter HJM, et al. The impact of introducing
Salaffi F, Carotti M. Scale di valutazione e malattie muscoloscheletri- an ICF based rehabilitation tool on staff satisfaction with mul-
che. Fidenza, Mattioli 2005. tidisciplinary team care in rheumatology: an exploratory study.
Clin Rehabil 2008 Jan; 22(1):23-37.
Salaffi F, Piva S, Barreca C, et al. Validation of an Italian version of
the Arthritis Impact Measurement Scales 2 (ITALIAN AIMS2) Vicenzino B, O’Callaghan J, Kermode F, et al. The influence of naxo-
for patients with osteoarthritis of the knee. Oxford J Medi Health lone on the initial hypoalgesic effect of Spinal Manual Therapy.
Rheum 2000 January; 39(7):720-727. In: Devor M, Rowbotham M. Proceedings of the 9th World
Congress of Pain, Vol 16. IASP Press Seattle 2000; 1039-1044.
Salaffi F, Stancati A, Neri R, et al. Measuring functional disability in
early rheumatoid arthritis: the validity, reliability and responsi- Vliet Vlieland TPM, Pattison D. Non-drug therapies in early rheuma-
veness of the Recent-Onset Arthritis Disability (ROAD) index. toid arthritis. Best Pract Res Clin Rheumatol 2009 Feb; 23(1):103-
Clin Exp Rheumatol 2005; 23 (Suppl. 39):S31-S42. 16.
Scottish Intercollegiate Guidelines Network. Management of early Vliet Vlieland TPM, van den Ende CHM. Non-pharmacological tre-
rheumatoid arthritis. Edinburgh 2011. atment of rheumatoid arthritis. Curr Opin Rheumatol 2011 May;
23(3):259-64.
Sherry 2004 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA
INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZAINSERI- Vliet Vlieland TPM. Non-drug care for RA—is the era of evidence-
RE REFERENZA INSERIRE REFERENZA based practice approaching? Rheumatology 2007; 46 (9):1397-
1404.
Simon L, Brun M, Houlez G. Artrite reumatoide ed economia artico-
lare. Milano, CIBA-Geigy 1984. Vodder 1930 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA
INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERNZA
Souchard 1994 INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFEREN-
ZA INSERIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZAINSE- Voss DE, Ionta MK, Myers BJ. Proprioceptive Neuromusco-
RIRE REFERENZA INSERIRE REFERENZA lar Facilitation-Patterns and Techiques. 3rd ed. Philadelphia,
Harper&Row 1985.
Steultjens EM, Dekker J, Bouter LM. Occupational therapy for rheu-
matoid arthritis. Cochrane Database Syst Rev 2004;(1). Weiss JM. Treatment of leg edema and wounds in a patient with seve-
re musculoskeletal injuries. Phys Ther 1998; 78(10):1104-1113.
Stewart J, Monogham M. The foot in rheumatology. In: David C,
Lloyd J. Rheumatological physiotherapy Mosby International Whittle W. Gait Analysis: An Introduction. 1991
1999. Wilk KE, Arrigo C. An integrated approach to upper extremity exer-
Thompson PW, Hart LE, Goldsmith Ch, et al. Comparison of four cises. J Orthop Phys Clin North Am 1992; 1:1337.
articular indices for use in clincal trials in rheumatoid arthritis: Wilkins S, Jung B, Wishart L, et al. The effectiveness of community-
patient, order and observer variation. J Rheum 1991; 18:661- based occupational therapy education and functional training
665. programs for older adults: a critical literature review. Can J Occup
Tugwell P, Boers M. OMERACT conference on outcome measures Ther. 2003 Oct; 70(4):214-25.
in rheumatoid arthritis clinical trials: introduction. J Rheumatol Woodburn J, Vliet Vlieland TPM, Van der Leeden M, et al. Rasch
1993 Mar; 20(3):528-30. analysis of Dutch-translated version of the Foot Impact Scale for
Van den Berg MH, van der Giesen FJ, an Zeben D, et al. Implemen- rheumatoid arthritis. Rheumatology 2011 Jul; 50(7):1315-9.
tation of physical activity interventions for people with arthritis: World Health Organization 2001 Classificazione Internazionale del
a case study. Musculoskeletal Care 2008 Jun; 6(2):69-85. Funzionamento, della Disabilità e della Salute, ICF.
Van den Ende CHM, Breedveld FC, le Cessie S, et al. Effect of in- Zirkzee EJM, Sneep AC, de Buck PDM, et al. Sick leave and work
tensive exercise on patients with active rheumatoid arthritis: a disability in patients with early arthritis. Clinl Rheumatol 2008
randomised clinical trial. Ann Rheum Dis 2000; 59(8):615-621. Jan; 27(1):11-9.
Van der Giesen FJ, van Lankveld W, Hopman-Rock M, et al. Explo-
74