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ANALISI MATEMATICA II

Allievi Gestionali Docenti: D. Cassani, C. Perelli Cippo, I. Sabadini, F. Sianesi. I prova, 27 aprile 2011

Cognome: Nome: Matricola: N.iscriz.

Tutti i calcoli devono essere riportati per la correzione, e le risposte devono essere giustificate.

1. i) Enunciare il teorema di rappresentazione per trasformazioni lineari T : V → W . ii) Sia T : R2 → R2


l’applicazione lineare tale che T (1, 1) = (1, 2), T (1, 2) = (1, 1) . Determinare la matrice rappresentativa di T
rispetto alla base canonica di R2 ; stabilire se esiste una base B di R2 rispetto alla quale la matrice rappresen-
tativa di T sia diagonale e, in caso affermativo, determinare tale base.

Soluzione: Da T (1, 1) = T (1, 0) + T (0, 1) = e1 + 2e2 e T (1, 2) = T (1, 0) + 2T (0, 1) = e1 + e2 si ha che


T (1, 0) = (1, 3) e T (0, 1) = (0, −1) da cui la matrice rappresentativa di T rispetto alla base canonica è data da
 
1 0
A=
3 −1

Il polinomio caratteristico della matrice A è


 
1−λ 0
det(A − λI2 ) = det = −(1 − λ2 )
3 −(1 + λ)

e quindi gli autovalori di A sono λ1 = 1, λ2 = −1 (che per altro si leggono sulla diagonale essendo A una
matrice triangolare). Poichè A ammette due autovalori reali e distinti, si può concludere che esiste una base B
di autovettori di R2 rispetto alla quale A è diagonalizzabile.

Per determinare una base per il ker(A−λ1 I2 ) , ovvero per l’autospazio relativo all’autovalore λ1 , occorre risolvere
il sistema     
0 0 x 0
=
3 −2 y 0
che ammette ∞1 soluzioni tutte e sole della forma
 
2/3y
y

al variare di y ∈ R . Pertanto una base per il ker(A − λ1 I2 ) è {b1 } dove


 
2
b1 = .
3

In modo analogo si ottiene che una base per il ker(A − λ2 I2 ) è {b2 } dove
 
0
b2 = .
1

In conclusione B = {b1 , b2 } è la matrice che diagonalizza A mediante

A = B diag{λ1 , λ2 }B −1

.

 x + y + kz = 2
2. Risolvere il seguente sistema lineare al variare del parametro reale k : x + y + 3z = k − 1
2x + ky − z = 1

Soluzione:
Sia  
1 1 k
A= 1 1 3 
2 k −1
la matrice incompleta associata al sistema. Dato che

det A = k 2 − 5k + 6

si ha che:

• det A 6= 0 ∀k ∈ R \ {2, 3} ,
• det A = 0 in corrispondenza di k = 2 e k = 3 .
Pertanto, se k ∈ R \ {2, 3} , il sistema è di Cramer ed ammette una ed una sola soluzione di componenti

det Bi
xi = i ∈ {1, 2, 3} ,
det A
dove Bi è la matrice ottenuta da A sostituendo all’ i -esima colonna la colonna dei termini noti. Effettuando i
calcoli si ottiene che

det B1 = k(k 2 − k − 6) , det B2 = 2(6 + k − k 2 ) , det B3 = −k 2 + 5k − 6

e dunque l’unica soluzione del sistema è


k(k2 −k−6)
 
k2 −5k+6

 2(6+k−k2 )  .

k2 −5k+6
−1

Consideriamo ora il caso in cui k = 2 . In questo caso ρ(A) = 2 , mentre il rango della matrice completa B
associata al sistema,  
1 1 2 2
B= 1 1 3 1  ,
2 2 −1 1
è ρ(B) = 3 . Poichè ρ(A) 6= ρ(B) , il sistema non ammette soluzioni.

Infine, consideriamo il caso in cui k = 3 . Anche in questo caso ρ(A) = 2 , inoltre ρ(B) = 2 dove
 
1 1 3 2
B= 1 1 3 2  .
2 3 −1 1

Dato che ρ(A) = ρ(B) = 2 , il sistema ammette ∞1 soluzioni che si possono ottenere risolvendo il sistema di
Cramer 
x + y = 2 − 3z
2x + 3y = 1 + z
dove z ∈ R compare come parametro. Pertanto le soluzioni sono tutte e sole della forma
 
5 − 10z
 7z − 3 
z

al variare di z ∈ R .
p
3. Data f (x, y) = 1 + (x − 1)y ; i) determinare il dominio e le curve di livello di f e rappresentarli sul piano
cartesiano; ii) stabilire se f è differenziabile in P = (2, 1) ; iii) calcolare, se esistono, tutte le derivate direzionali
di f nel punto P ; iv) determinare, se esiste, il polinomio di I grado che meglio approssima f in un intorno di
P ; v) dimostrare che una funzione differenziabile in un punto P ammette in P tutte le derivate direzionali

Soluzione:

(i) Il dominio di f è l’insieme


D(f ) := {(x, y) ∈ R2 | (x − 1)y ≥ 0} .

Gli insiemi di livello Ec di f sono definiti nel modo seguente


p
Ec := {(x, y) ∈ D(f ) | (x − 1)y = c − 1}

al variare di c ∈ R . Pertanto se c < 1 si ha che Ec = ∅ , se c = 1 allora E1 è costituito dalle rette di


equazione x = 1 e y = 0 . Infine se c > 1 si ha che

(c − 1)2
 
Ec = (x, y) ∈ D(f ) y = .

x−1

(ii) Effettuando i calcoli si ottiene:

∂f y ∂f x−1
(x, y) = p , (x, y) = p .
∂x 2 (x − 1)y ∂y 2 (x − 1)y

Poichè le derivate parziali di f esistono e sono continue in P (ovvero f è di classe C 1 in P ), si può


concludere che f è differenziabile in P .
(iii) Dato che f è differenziabile in P , esistono tutte le derivate direzionali di f in P e applicando la formula
del gradiente
Dv f (P ) = ∇f (P ) · v
per ogni versore v ∈ R2 . Quindi se v = (a, b) ∈ R2 è un versore, |v| = 1 , allora

∂f ∂f 1
Dv f (P ) = (2, 1)a + (2, 1)b = (a + b) .
∂x ∂y 2

(iv) Dato che f è differenziabile in P , esiste il polinomio di I grado che meglio approssima f e in un intorno
di P si ha che
∂f ∂f p 1 p
f (x, y) = f (2, 1) + (2, 1)x + (2, 1)y + o( x2 + y 2 ) = 2 + (x + y) + o( x2 + y 2 ) .
∂x ∂y 2

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