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Meccanica dei Fluidi con Fondamenti di Ingegneria Chimica

Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche


Soluzioni

Sommario
Esercizio 1 – Spinta su un piano verticale .......................................................................................................... 2

Esercizio 2 – Spinta su portello rettangolare ..................................................................................................... 4

Esercizio 3 – Spinta su disco circolare ................................................................................................................ 5

Esercizio 4 – Portello circolare ........................................................................................................................... 6

Esercizio 5 – Spinta su parete inclinata .............................................................................................................. 7

Esercizio 6 – Chiusura di una paratoia inclinata ............................................................................................... 10

Esercizio 7 – Sbarramento ............................................................................................................................... 11

Esercizio 8 – Spinta di tre fluidi ........................................................................................................................ 12

Esercizio 9 – Spinta su superficie curva............................................................................................................ 14

Esercizio 10 – Serbatoio metallico a campana ................................................................................................. 17

Esercizio 11 – Chiusura di un serbatoio tramite galleggiante .......................................................................... 18

Esercizio 12 – Spinta su calotta sferica ............................................................................................................ 19


Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 1 – Spinta su un piano verticale


Il fluido contenuto nel serbatoio esercita una spinta 𝑆 sulla parete verticale, a causa della pressione idrostatica
che insiste su questa superficie (che definiamo 𝐴):

𝑆 = ∫ 𝑝𝑟 (𝐴)𝑑𝐴
𝐴

con 𝑝𝑟 pressione relativa. Infatti, la spinta netta viene


solitamente calcolata in termini di pressione relativa poiché la
parete, in realtà, è anche soggetta ad una spinta a sinistra della
parete, dovuta alla pressione atmosferica (costante)1. L’integrale di superficie si può ricondurre ad un integrale
monodimensionale, assumendo la larghezza L del serbatoio costante (quindi con 𝑑𝐴 = 𝐿𝑑𝑧). Il profilo di
pressione relativa risulta, lungo una coordinata z verticale avente origine al pelo libero (vedi Figura):

𝑝𝑟 (𝑧) = 𝛾𝑧
Perciò:

1
𝑆 = ∫ 𝑝𝑟 (𝐴)𝑑𝐴 = ∫ 𝛾𝑧𝐿𝑑𝑧 = 𝛾ℎ2 𝐿
𝐴 0 2

Lo stesso risultato è ricavabile con le relazioni teoriche viste a lezione. La spinta 𝑆 può essere quindi valutata
moltiplicando la pressione relativa 𝑝𝑟 agente nel baricentro 𝐺 della superficie (bagnata) 𝐴 per l’area totale di
questa superficie. Perciò:
ℎ 1
𝑆 = 𝑝𝑟,𝐺 𝐴 = 𝛾 ℎ𝐿 = 𝛾ℎ2 𝐿 = 143 𝑘𝑁
2 2
Il centro di spinta è un punto fittizio appartenente alla superficie A, in cui si immagina sia localizzata l’intera
spinta 𝑆. Per quanto riguarda la sua posizione 𝑧𝑐 (rispetto al pelo libero): (i) sappiamo che lungo la coordinata
z c'è una distribuzione di pressioni relative 𝑝𝑟 (𝑧) e quindi di forze infinitesime 𝑑𝑆 (dove 𝑑𝑆 = 𝑝𝑟 𝑑𝐴); (ii)
ognuna di queste forze 𝑑𝑆 genera un momento infinitesimo rispetto al pelo libero 𝑑𝑀 = 𝑑𝑆 ⋅ 𝑧 (notare che il
braccio z non è infinitesimo, mentre lo è la forza 𝑑𝑆); (iii) la somma di tutti questi momenti infinitesimi 𝑑𝑀
rispetto al pelo libero dev'essere uguale al momento generato dalla risultante 𝑆 rispetto allo stesso asse.
Quindi:

𝑀 = ∫ 𝑑𝑀 = 𝑆 ⋅ 𝑧𝑐
𝐴

L’integrale è calcolabile conoscendo 𝑝𝑟 (𝑧):



1
𝑀𝑡𝑜𝑡 = ∫ 𝑑𝑀 = ∫ 𝑑𝑆 ⋅ 𝑧 = ∫ 𝑝𝑟 (𝑧)𝑑𝐴 ⋅ 𝑧 = ∫ 𝛾𝑧 2 𝐿𝑑𝑧 = 𝛾ℎ3 𝐿
𝐴 𝐴 𝐴 0 3

Questo rappresenta il momento totale 𝑀 esercitato dalla spinta 𝑆 rispetto al pelo libero. Si ricava 𝑧𝑐 :
𝑀𝑡𝑜𝑡 2
𝑧𝑐 = = ℎ
𝑆 3
Allo stesso risultato si arriva tramite le relazioni teoriche ricavate a lezione. Si è visto che:
𝐼𝐺
𝑧𝑐 = + 𝑦𝐺
𝑀

1
D’ora in poi, a meno che sia diversamente specificato, la pressione è sempre da intendersi relativa.

2
Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Con 𝐼𝐺 momento d’inerzia baricentrico della superficie (solitamente tabulati), 𝑀 momento statico della
superficie (rispetto al pelo libero) calcolabile come 𝑦𝐺 𝐴 (da non confondere con 𝑀𝑡𝑜𝑡 ) e, infine, 𝑦𝐺 coordinata
del baricentro rispetto al pelo libero2. Sostituendo si ha (per un rettangolo di base L e altezza h):

𝐿ℎ3
𝐼𝐺 𝐼𝐺 ℎ 2
𝑧𝑐 = + 𝑦𝐺 = + 𝑦𝐺 = 12 + = ℎ
𝑀 𝐴𝑦𝐺 ℎ 2 3
(𝐿ℎ)
2
𝑧𝑐 = 3.6 𝑚

2
E’ importante specificare che, per come è ricavata la formula, 𝑦𝐺 risulta la coordinata del baricentro rispetto al pelo
libero lungo la superficie e non va in nessun modo confusa con l’affondamento del baricentro 𝑧𝐺 . Per il caso in
questione, essendo la parete verticale, non c’è nessuna differenza, ma nel caso di pareti inclinate bisognerà prestare
particolare attenzione.

3
Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 2 – Spinta su portello rettangolare


L’esercizio risulta molto semplice alla luce di quanto visto nell’Esercizio 1. La spinta (forza) esercitata dal fluido
sul portello si può immediatamente calcolare con la definizione (ricavando opportunamente il profilo di
pressione relativa lungo la coordinata z):

𝑆 = ∫ 𝑝𝑟 (𝐴)𝑑𝐴
𝐴
ℎ1
ℎ1
= ∫ 𝛾(ℎ2 + 𝑧)𝐿𝑑𝑧 = 𝛾 (ℎ2 + ) ℎ 𝐿 = 176.58 𝑘𝑁
0 2 1

oppure con la relazione teorica:


ℎ1
𝑆 = 𝑝𝐺 𝐴 = 𝛾 (ℎ2 + ) ℎ 𝐿 = 176.58 𝑘𝑁
2 1
La posizione del centro di spinta si può ricavare dall’equilibrio dei momenti (rispetto all’origine 0):
ℎ1
1
𝑀𝑡𝑜𝑡 = ∫ 𝑝𝑟 (𝐴)𝑑𝐴 ⋅ 𝑧 = ∫ 𝛾(ℎ2 + 𝑧)𝐿𝑧𝑑𝑧 = 𝛾𝐿ℎ12 (3ℎ2 + 2ℎ1 )
𝐴 0 6
𝑀𝑡𝑜𝑡 ℎ1 3ℎ2 + 2ℎ1
𝑧𝑐 = = ( ) = 1.75 𝑚
𝑆 3 2ℎ2 + ℎ1
Si ricordi che questa posizione del centro di spinta3 è calcolata a partire da 0. In alternativa, la relazione teorica
fornisce:

𝐿ℎ13
𝐼𝐺 12 ℎ1
𝑧′𝑐 = + 𝑦𝐺 = + ℎ2 + = 3.25 𝑚
𝑀 ℎ 2
(𝐿ℎ1 ) (ℎ2 + 1 )
2
Quest’ultima relazione definisce il centro di spinta a partire dal pelo libero (quindi il risultato apparentemente
è diverso). Per ricondursi allo stesso risultato trovato con la definizione, è sufficiente sottrarre ℎ2 . Quindi:

𝐿ℎ13
12 ℎ1 ℎ1 3ℎ2 + 2ℎ1
𝑧𝑐 = 𝑧′𝑐 − ℎ2 = + = ( ) = 1.75 𝑚
ℎ 2 3 2ℎ2 + ℎ1
(𝐿ℎ1 ) (ℎ2 + 1 )
2

Infine, il momento calcolato rispetto al punto più basso del portello risulta:

𝑀 = 𝑆𝑏𝑠 = 𝑆(ℎ1 − 𝑧𝑐 ) = 220.72 𝑘𝑁 ⋅ 𝑚

3 2
Notare che per ℎ2 → 0, 𝑧𝑐 → ℎ (risultato noto dalla teoria).
3

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 3 – Spinta su disco circolare


La forza F da applicare (in alto) per chiudere la sezione è
indicata in Figura. Per calcolarla si deve annullare la somma dei
momenti rispetto alla cerniera:

𝐹𝑏𝐹 = 𝑆𝑏𝑠
Con 𝑆 e 𝑏𝑠 rispettivamente spinta e braccio di spinta,
quest’ultimo ricavabile dalla posizione del centro di spinta. Si
ha quindi:

𝐷 𝜋𝐷 2
𝑆 = 𝑝𝑟,𝐺 𝐴 = 𝛾 (ℎ1 + )
2 4
𝜋𝐷 4
𝐼𝐺 64 𝐷
𝑧𝑐 = + 𝑦𝐺 = 2 + ℎ1 +
𝑀 𝜋𝐷 𝐷 2
(ℎ1 + )
4 2
Il braccio 𝑏𝑠 è la distanza del centro di spinta dalla cerniera, ovvero:

𝐷 𝐷2
𝑏𝑠 = 𝑧𝑐 − ℎ1 − =
2 16 (ℎ + 𝐷 )
1 2
In conclusione:

𝐷 𝜋𝐷 2 𝐷2
𝛾 (ℎ1 + ) ⋅ 𝐷
2 4
𝑆𝑏𝑠 16 (ℎ1 + ) 3
𝐹= = 2 = 𝛾 𝜋𝐷
𝑏𝐹 𝐷 32
2
𝐹 = 7.93 𝑘𝑁

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 4 – Portello circolare


Il sistema riportato in Figura permette di regolare il livello nel serbatoio tramite il portello circolare. Più si alza
il livello h, maggiore sarà la spinta sul portello, il quale tenderà ad aprirsi in senso orario svuotando
(parzialmente) il serbatoio. Questo accade però solo quando la
posizione della cerniera è sufficientemente in profondità,
altrimenti la spinta tenderà a ruotare il portello in senso
antiorario (movimento impedito dal gradino). Il tutto dipende
quindi dalla posizione del centro di spinta:

𝜋𝐷 4
𝐼𝐺 64 𝐷
𝑧𝑐 = + 𝑦𝐺 = 2 +ℎ−
𝑀 𝜋𝐷 𝐷 2
4 (ℎ − 2 )
Affinché il portello possa ruotare in senso orario, è necessario che il centro di spinta sia posizionato sopra la
cerniera:

ℎ − 𝑥 > 𝑧𝑐
ovvero:

𝜋𝐷 4
𝐷 64
𝑥< −
2 𝜋𝐷 2 𝐷
4 (ℎ − 2 )
semplificando:
𝐷 8ℎ − 5𝐷
𝑥<
2 8ℎ − 4𝐷
Per garantire quindi un livello massimo di 4 m, la cerniera deve posizionarsi (al massimo) a:

𝑥 = 0.294 𝑚

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 5 – Spinta su parete inclinata


L'esercizio in questione richiede di calcolare le spinte 𝑆1 e
𝑆2 dei fluidi 1 e 2 sulla parete inclinata mostrata in Figura.
Cominciamo dalla spinta 𝑆1 del fluido sovrastante:

Spinta 1.

Utilizziamo i due metodi visti precedentemente, ovvero la


definizione:
ℎ1
𝑠𝑒𝑛𝜃
𝑆1 = ∫ 𝑝(𝐴)𝑑𝐴 = ∫ 𝛾1 𝑦𝑠𝑒𝑛𝜃𝐿𝑑𝑦
𝐴 0

dove si è scelto un sistema di coordinate come in Figura 1.


Integrando:

1 ℎ12 Figura 1
𝑆1 = 𝛾1 𝐿
2 𝑠𝑒𝑛𝜃
Con la relazione teorica si ottiene lo stesso risultato:

ℎ1 ℎ1 1 ℎ12
𝑆1 = 𝑝𝐺 𝐴 = 𝛾1 𝐿 = 𝛾1 𝐿 = 24.97 𝑘𝑁
2 𝑠𝑒𝑛𝜃 2 𝑠𝑒𝑛𝜃

Spinta 2.

Con il sistema di coordinate in Figura 2 si ha4:


ℎ2
𝑠𝑒𝑛𝜃 1 ℎ2
𝑆2 = ∫ 𝑝(𝐴)𝑑𝐴 = ∫ (ℎ1 𝛾1 + 𝛾2 𝑦𝑠𝑒𝑛𝜃)𝐿𝑑𝑦 = (𝛾1 ℎ1 + 𝛾2 ℎ2 ) 𝐿
𝐴 0 2 𝑠𝑒𝑛𝜃

Con la relazione teorica si ottiene:


1 ℎ2
𝑆2 = 𝑝𝐺 𝐴 = (𝛾1 ℎ1 + 𝛾2 ℎ2 ) 𝐿 = 77.7 𝑘𝑁
2 𝑠𝑒𝑛𝜃

Figura 2
Centro di spinta yS1.

Con l’equilibrio dei momenti (sistema di coordinate in Figura 1):


ℎ1
𝑠𝑒𝑛𝜃 1 ℎ13
𝑀𝑡𝑜𝑡,1 = ∫ 𝑝(𝐴)𝑦𝑑𝐴 = ∫ 𝛾1 𝑦 2 𝑠𝑒𝑛𝜃𝐿𝑑𝑦 = 𝛾1 𝐿
𝐴 0 3 𝑠𝑒𝑛2 𝜃

4
Mantenere un sistema di riferimento uguale a quello usato per la spinta S1 sarebbe problematico, poichè la
distribuzione di pressione è continua, ma ha derivata discontinua lungo y, con discontinuità all'interfaccia. La funzione
sarebbe infatti definita a tratti e la sua integrazione richiederebbe in ogni caso di spezzare l’integrale.

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

𝑀𝑡𝑜𝑡,1 2 ℎ1
𝑦𝑠,1 = =
𝑆1 3 𝑠𝑒𝑛𝜃
Con la relazione teorica:

ℎ1 3
(𝑠𝑒𝑛𝜃 ) 𝐿
𝐼𝐺 12 ℎ1 2 ℎ1
𝑦𝑠,1 = + 𝑦𝐺 = + = = 1.88 𝑚
𝑀 ℎ1 ℎ1 2𝑠𝑒𝑛𝜃 3 𝑠𝑒𝑛𝜃
𝐿( )
𝑠𝑒𝑛𝜃 2𝑠𝑒𝑛𝜃
Tenere ben presente che questa posizione è da valutare lungo la parete (ovvero lungo la coordinata y in Figura
1) e che non si tratta di un affondamento.

Centro di spinta yS2.

Con l’equilibrio dei momenti (sistema di coordinate in Figura 2):


ℎ2
𝑠𝑒𝑛𝜃
𝑀𝑡𝑜𝑡,2 = ∫ 𝑝(𝐴)𝑦𝑑𝐴 = ∫ (ℎ1 𝛾1 + 𝛾2 𝑦𝑠𝑒𝑛𝜃)𝑦𝐿𝑑𝑦
𝐴 0

𝑀𝑡𝑜𝑡,2 ℎ2 3𝛾1 ℎ1 + 2𝛾2 ℎ2


𝑦𝑠,2 = = ( ) = 1.58 𝑚
𝑆2 3𝑠𝑒𝑛𝜃 2𝛾1 ℎ1 + 𝛾2 ℎ2
Da valutarsi lungo la coordinata y a partire dall’interfaccia (origine).

Per questo calcolo non possiamo più utilizzare la relazione con i momenti d'inerzia e momento statico, poiché
siamo in presenza di due fluidi diversi. Il centro di spinta 𝑦𝑠,2 , come visto, dipende dalla presenza del fluido 1,
dipendenza che sarebbe persa se utilizzassimo la relazione teorica. Infatti quest'ultima non è più valida se il
fluido non è omogeneo lungo tutta la parete. Quindi, la strategia che adottiamo è quella di sostituire il fluido
1 con una quantità di fluido 2 tale per cui la pressione agente sull'interfaccia 1-2 sia la stessa. Infatti il fluido 2
"percepisce" il fluido 1 solo in termini di pressione che esso esercita sull'interfaccia. E' quindi del tutto lecito
sostituire il fluido sovrastante con il fluido sottostante, poiché l'effetto netto all'interfaccia è il medesimo. Si
ha:

𝛾1 ℎ1 = 𝛾2 ℎ1∗
ovvero la nuova altezza ℎ1∗ dev'essere tale per cui la pressione (relativa) all'interfaccia 1-2 sia esattamente
quella esercitata in precedenza dal solo fluido 1.
𝛾1 ℎ1
ℎ1∗ =
𝛾2
Ora il nostro sistema è un fluido omogeneo (fluido 2) che agisce sulla parete inclinata, con un'altezza totale
ℎ1∗ + ℎ2 . Perciò:
3

( 2 ) 𝐿
𝑠𝑒𝑛𝜃
𝐼𝐺 12 ℎ1∗ ℎ2
𝑦′𝑠,2 = + 𝑦𝐺 = ∗ + +
𝑀 ℎ2 ℎ1 ℎ2 𝑠𝑒𝑛𝜃 2𝑠𝑒𝑛𝜃
𝑠𝑒𝑛𝜃 𝐿 (𝑠𝑒𝑛𝜃 + 2𝑠𝑒𝑛𝜃)

Attenzione: Il centro di spinta 𝑦′𝑠,2 appena calcolato è la distanza lungo la coordinata y a partire dal pelo libero
"fittizio" della nuova configurazione. Quindi non va ancora confrontato con quello ottenuto precedentemente,

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

il quale era valutato a partire dall’interfaccia 1-2 (l’equilibrio dei momenti era imposto rispetto all’asse
passante per l’interfaccia). Per renderli confrontabili è sufficiente porsi nello stesso sistema di riferimento,
1 ℎ∗
quindi è necessario sottrarre 𝑠𝑒𝑛𝜃 al centro di spinta 𝑦′𝑠,2 :

ℎ2 3
(𝑠𝑒𝑛𝜃 ) 𝐿
ℎ1∗ 12 ℎ2
𝑦𝑠,2 = 𝑦′𝑠,2 − = ∗ +
𝑠𝑒𝑛𝜃 ℎ2 ℎ ℎ2 2𝑠𝑒𝑛𝜃
𝐿( 1 + )
𝑠𝑒𝑛𝜃 𝑠𝑒𝑛𝜃 2𝑠𝑒𝑛𝜃
Ottenendo:

ℎ2 3ℎ1∗ + 2ℎ2
𝑦𝑠,2 = ( ∗ )
3𝑠𝑒𝑛𝜃 2ℎ1 + ℎ2

Che effettivamente dipende (apparentemente) solo da proprietà geometriche del sistema. In realtà,
𝛾1 ℎ1
sostituendo ℎ1∗ = 𝛾2
:

ℎ2 3𝛾1 ℎ1 + 2𝛾2 ℎ2
𝑦𝑠,2 = ( ) = 1.58 𝑚
3𝑠𝑒𝑛𝜃 2𝛾1 ℎ1 + 𝛾2 ℎ2

Si ottiene lo stesso risultato ottenuto in precedenza. Bisogna quindi fare estrema attenzione al sistema di
riferimento preso in considerazione e, una volta scelto, mantenersi coerente per tutto il calcolo.

La spinta totale sarà:

𝑆𝑡𝑜𝑡 = 𝑆1 + 𝑆2 = 102.68 𝑘𝑁
Mentre il centro di spinta si può ricavare tramite un equilibrio dei momenti rispetto al pelo libero. Infatti:
ℎ1
𝑆1 𝑦𝑠,1 + 𝑆2 (𝑦𝑠,2 + ) = 𝑆𝑡𝑜𝑡 𝑦𝑠,𝑡𝑜𝑡
𝑠𝑒𝑛𝜃
𝑦𝑠,𝑡𝑜𝑡 = 3.79 𝑚

La quota del piano dei carichi idrostatici relativi si ricava conoscendo la pressione sul fondo del serbatoio:

𝑃𝑓𝑜𝑛𝑑𝑜 𝛾1 ℎ1 + 𝛾2 ℎ2
𝑧= = = 3.8 𝑚
𝛾2 𝛾2

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 6 – Chiusura di una paratoia inclinata


La forza di scarico della paratoia sul punto B (reazione vincolare) si può
ricavare imponendo un equilibrio dei momenti rispetto alla cerniera:

𝑆𝑏𝑠 = 𝐹𝐿
La spinta 𝑆 risulta:
𝐿
𝑆 = 𝑝𝐺 𝐴 = 𝛾 (ℎ + 𝑠𝑒𝑛𝜃) 𝐿2 = 245.04 𝑘𝑁
2
Il centro di spinta 𝑦𝑠 :

𝐿4
𝐼𝐺 12 ℎ 𝐿
𝑦𝑠 = + 𝑦𝐺 = + +
𝑀 ℎ 𝐿
𝐿2 (𝑠𝑒𝑛𝜃 + 2) 𝑠𝑒𝑛𝜃 2

Mentre il braccio:
ℎ 𝐿 2𝐿𝑠𝑒𝑛𝜃 + 3ℎ
𝑏𝑠 = 𝑦𝑠 − = ( ) = 1.35 𝑚
𝑠𝑒𝑛𝜃 3 𝐿𝑠𝑒𝑛𝜃 + 2ℎ
La forza 𝐹 risulta:
𝑆𝑏𝑠 1 2
𝐹= = 𝛾𝐿 (2𝐿𝑠𝑒𝑛𝜃 + 3ℎ) = 132.7 𝑘𝑁
𝐿 6

Il minimo momento necessario ad aprire la paratoia è pari a quello generato dalla spinta del fluido:
1
𝑀 = 𝑆𝑏𝑠 = 𝛾𝐿3 (2𝐿𝑠𝑒𝑛𝜃 + 3ℎ) = 331.8 𝑘𝑁 ⋅ 𝑚
6

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 7 – Sbarramento
Se la lunghezza L non è sufficiente, la spinta sulla superficie
orizzontale non sarà in grado di bilanciare quella sulla superficie
inclinata dal punto di vista della rotazione. La più piccola lunghezza L
che è in grado di sostenere un sistema statico è quella tale per cui
l’equilibrio dei momenti risulta nullo rispetto al punto A.

𝑆1 𝑏𝑠,1 = 𝑆2 𝑏𝑠,2

𝑆1 si può ricavare:

𝑆1 = 𝛾𝐻𝐿𝑧
Dove z è la larghezza del serbatoio. 𝑆2 invece risulta:

𝐻2
𝑆2 = 𝑝𝐺 𝐴 = 𝛾 𝑧
2𝑠𝑒𝑛𝜃
I bracci risultano:
𝐿
𝑏𝑠,1 =
2
𝐻 𝐻
𝑏𝑠,2 = − 𝑦𝑠,2 =
𝑠𝑒𝑛𝜃 3𝑠𝑒𝑛𝜃
Sostituendo:

𝛾𝐻𝐿2 𝑧 𝐻3 1
=𝛾 𝑧
2 2𝑠𝑒𝑛𝜃 3𝑠𝑒𝑛𝜃
𝐻
𝐿=
√3𝑠𝑒𝑛𝜃
Facendo tendere l’angolo a 90° si vede come sia la spinta 𝑆2 che il suo braccio 𝑏𝑠,2 diminuiscano. Quindi
l’angolo che fornisce la minima lunghezza 𝐿 (ovvero l’angolo che fornisce il minor momento 𝑆2 ⋅ 𝑏𝑠,2 ) è proprio
90°. Alternativamente, si può anche derivare l’equazione appena ricavata:
𝑑𝐿 𝐻𝑐𝑜𝑠𝜃
=−
𝑑𝜃 √3𝑠𝑒𝑛2 𝜃
Che è nulla per 𝜃 = 90°. Si può controllare che sia un minimo derivando una seconda volta e verificando che
𝑑2𝐿
| > 0.
𝑑𝜃2 𝜃=90°

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 8 – Spinta di tre fluidi


Pur essendo un esercizio abbastanza lungo, la strategia è in
realtà quella standard: (i) calcolare le tre spinte 𝑆1 , 𝑆2 , 𝑆3 , (ii)
calcolare le posizioni dei tre centri di spinta, (iii) impostare
l’equilibrio dei momenti rispetto alla cerniera in A e ricavare
(come unica incognita) la forza F.

Spinte.

ℎ1 ℎ1 𝛾1 ℎ12
𝑆1 = 𝑝𝐺 𝐴 = 𝛾1 𝐿= 𝐿 = 25.4 𝑘𝑁
2 𝑠𝑒𝑛𝜃 2𝑠𝑒𝑛𝜃
ℎ2 ℎ2
𝑆2 = 𝑝𝐺 𝐴 = (𝛾1 ℎ1 + 𝛾2 ) 𝐿 = 110.47 𝑘𝑁
2 𝑠𝑒𝑛𝜃
ℎ3 ℎ3
𝑆3 = 𝑝𝐺 𝐴 = (𝛾1 ℎ1 + 𝛾2 ℎ2 + 𝛾3 ) 𝐿 = 314.57 𝑘𝑁
2 𝑠𝑒𝑛𝜃
Centri di spinta.

ℎ 3
(𝑠𝑒𝑛𝜃) 𝐿
𝐼𝐺 12 ℎ 2 ℎ
𝑦𝑠,1 = + 𝑦𝐺 = + = = 1.13 𝑚
𝑀 ℎ ℎ 2𝑠𝑒𝑛𝜃 3 𝑠𝑒𝑛𝜃
𝐿 (
𝑠𝑒𝑛𝜃 2𝑠𝑒𝑛𝜃 )

In maniera del tutto analoga all’Esercizio 5, per il fluido 2 (acqua) è sufficiente trovare il momento totale
esercitato dalla spinta (tramite il profilo di pressione) rispetto all’interfaccia acqua-olio:
ℎ2
𝑠𝑒𝑛𝜃
𝑀𝑡𝑜𝑡,2 = ∫ 𝑝(𝐴)𝑦𝑑𝐴 = ∫ (𝛾1 ℎ1 + 𝛾2 𝑦𝑠𝑒𝑛𝜃) ⋅ 𝑦𝐿𝑑𝑦
𝐴 0

e dividerlo per la spinta totale 𝑆2 :


𝑀𝑡𝑜𝑡,2 ℎ2 3𝛾1 ℎ1 + 2𝛾2 ℎ2
𝑦𝑠,2 = = ( ) = 1.21 𝑚
𝑆2 3𝑠𝑒𝑛𝜃 2𝛾1 ℎ1 + 𝛾2 ℎ2
Stessa cosa per il fluido 3 (glicerina):
ℎ3
𝑀𝑡𝑜𝑡,3 = ∫ 𝑝(𝐴)𝑦𝑑𝐴 = ∫ (𝛾1 ℎ1 + 𝛾2 ℎ2 + 𝛾3 𝑦) ⋅ 𝑦𝐿𝑑𝑦
𝐴 0

𝑀𝑡𝑜𝑡,3 ℎ3 3𝛾1 ℎ1 + 3𝛾2 ℎ2 + 2𝛾3 ℎ3


𝑦𝑠,3 = = ( ) = 1.11 𝑚
𝑆3 3 2𝛾1 ℎ1 + 2𝛾2 ℎ2 + 𝛾3 ℎ3

Ora si può imporre l’annullamento del momento totale rispetto alla cerniera in A:

𝐹(𝑎 + ℎ1 + ℎ2 + ℎ3 ) = 𝑆1 𝑏𝑠,1 + 𝑆2 𝑏𝑠,2 + 𝑆3 𝑏𝑠,3

Con (ricordarsi che i centri di spinta sono stati calcolati rispetto all’interfaccia superiore del liquido a cui fanno
riferimento):
ℎ1 + ℎ2
𝑏𝑠,1 = + ℎ3 𝑠𝑒𝑛𝜃 − 𝑦𝑠,1 = 4.1 𝑚
𝑠𝑒𝑛𝜃

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

ℎ2
𝑏𝑠,2 = + ℎ3 𝑠𝑒𝑛𝜃 − 𝑦𝑠,2 = 2.32 𝑚
𝑠𝑒𝑛𝜃

𝑏𝑠,3 = ℎ3 − 𝑦𝑠,3 = 0.89 𝑚

Ricavando 𝐹:

𝐹 = 118.68 𝑘𝑁

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 9 – Spinta su superficie curva


Per calcolare questa spinta isoliamo la porzione di fluido avente la forma di un quarto di cilindro orizzontale
(Figura 3). Sappiamo che questo volume di fluido è necessariamente
in equilibrio, la somma delle forze agenti su di esso dev'essere nulla.
Esse sono:

• La spinta 𝐹1 verticale;
• La spinta 𝐹2 orizzontale;
• La forza peso 𝑊;
• La spinta 𝑆 della parete sul fluido.

L’equilibrio delle forze in direzione x impone che:

𝑆𝑥 = 𝐹2
Mentre in direzione y si ha che:

𝑆𝑦 = 𝑊 + 𝐹1

Quindi il calcolo della spinta 𝑆 si è ridotto al calcolo di due spinte su


superfici piane. Calcolare 𝐹1 è molto semplice (distribuzione di
pressione uniforme):
Figura 3
𝐹1 = 𝛾ℎ𝑅𝐿 = 23.53 𝑘𝑁
La spinta orizzontale 𝐹2 risulta:
𝑅
𝐹2 = 𝑝𝐺 𝐴 = 𝛾 (ℎ + ) 𝑅𝐿 = 38.24 𝑘𝑁
2
𝛾𝜋𝑅2
Mentre il peso è 𝑊 = 4
𝐿 = 23.1 𝑘𝑁. Quindi:

𝑅
𝑆𝑥 = 𝛾 (ℎ + ) 𝑅𝐿 = 38.24 𝑘𝑁
2
𝜋𝑅
𝑆𝑦 = 𝛾𝑅𝐿 (ℎ + ) = 46.63 𝑘𝑁 Figura 4
4
Lo stesso bilancio di forze si può imporre isolando il volume di fluido in Figura 4. Questo volume di fluido non
esiste in realtà, quindi può essere più difficile capire perché sia lecito adottarlo. Se il serbatoio fosse
rettangolare (come quelli visti finora) il “portello” si ridurrebbe ad una superficie curva immaginaria immersa
nel fluido avente uno spigolo vivo (a 90°). Ma l’idea di base non cambia: è sempre possibile impostare un
bilancio di forze su qualsiasi volume di fluido che include la suddetta superficie (quindi entrambi i volumi in
Fig. 3 e 4), poiché il fluido è in quiete. La superficie curva fittizia sarà soggetta ad una spinta, stavolta non
esercitata dal portello, ma dal volume di fluido rimanente. Si ha in direzione x:
𝑅
𝑆𝑥 = 𝐹2 = 𝛾 (ℎ + ) 𝑅𝐿
2
𝑆𝑦 = 𝐹1 − 𝑊
𝜋𝑅2
Dove stavolta 𝑊 = 𝛾 (𝑅 2 𝐿 − 4
𝐿), mentre 𝐹1 = 𝛾(ℎ + 𝑅)𝑅𝐿. Perciò:

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

𝜋𝑅 2 𝜋𝑅
𝑆𝑦 = 𝛾(ℎ + 𝑅)𝑅𝐿 − 𝛾 (𝑅2 𝐿 − 𝐿) = 𝛾𝑅𝐿 (ℎ + )
4 4

Ottenendo lo stesso risultato. Si può calcolare ora il modulo della spinta:

𝑆 = √𝑆𝑥2 + 𝑆𝑦2 = 60.31 𝑘𝑁

e la direzione:
𝑆𝑦
𝑡𝑔𝜃 = 𝜃 = 50.6°
𝑆𝑥
Un terzo metodo per calcolare la spinta è con la definizione:

𝑆⃗ = ∫ 𝑝̿ ⋅ 𝑛⃗⃗𝑑𝐴
𝐴

Stavolta è necessario tener conto delle diverse direzioni delle spinte infinitesime (finora trascurate, perché
erano sempre dirette perpendicolarmente alla superficie considerata, la quale era piana). In questo caso il
versore normale alla superficie 𝑛⃗⃗ varia lungo la superficie stessa e questo va necessariamente tenuto in conto
nell’integrazione. 𝑝̿ rappresenta il tensore idrostatico degli sforzi, ed è diagonale. In 2D:
𝑝 0
𝑝̿ = ( )
0 𝑝
Che definisce il concetto di isotropia del campo di pressione. Il prodotto scalare tra questo tensore e il versore
normale fornisce:

𝑆⃗ = ∫ 𝑝̿ ⋅ 𝑛⃗⃗𝑑𝐴 = ∫ 𝑝̿ ⋅ 𝑛⃗⃗𝑥 𝑑𝐴 + ∫ 𝑝̿ ⋅ 𝑛⃗⃗𝑦 𝑑𝐴 = 𝑆⃗𝑥 + 𝑆⃗𝑦


𝐴 𝐴 𝐴

Quindi:

𝑆⃗𝑥 = ∫ 𝑝̿ ⋅ 𝑛⃗⃗𝑥 𝑑𝐴
𝐴

𝑆⃗𝑦 = ∫ 𝑝̿ ⋅ 𝑛⃗⃗𝑦 𝑑𝐴
𝐴

Scegliendo come coordinata di integrazione l’angolo 𝜃, il profilo di pressione risulta:

𝑝(𝜃) = 𝛾(ℎ + 𝑅𝑠𝑒𝑛𝜃)


Sapendo che:

𝑛⃗⃗𝑥 = 𝑐𝑜𝑠𝜃𝑖̂
𝑛⃗⃗𝑦 = 𝑠𝑒𝑛𝜃𝑗̂

Trasformando anche 𝑑𝐴 = 𝐿𝑅𝑑𝜃 si può scrivere finalmente:


𝜋/2
𝑅
|𝑆⃗𝑥 | = ∫ 𝛾(ℎ + 𝑅𝑠𝑒𝑛𝜃)𝑐𝑜𝑠𝜃𝐿𝑅𝑑𝜃 = 𝛾 (ℎ + ) 𝑅𝐿
0 2

15
Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

𝜋
2 𝜋𝑅
|𝑆⃗𝑦 | = ∫ 𝛾(ℎ + 𝑅𝑠𝑒𝑛𝜃)𝑠𝑒𝑛𝜃𝐿𝑅𝑑𝜃 = 𝛾𝑅𝐿 (ℎ + )
0 4

Infine, si deve ricavare il punto di applicazione della spinta. Annulliamo i momenti rispetto (considerando il
volume in Figura 3) al centro del quarto di circonferenza (punto A):

𝑆𝑏𝑠 + 𝐹2 𝑏𝐹,2 − 𝑊𝑏𝑊 − 𝐹1 𝑏𝐹,1 = 0


𝑅
Il braccio 𝑏𝐹,1 non è nient’altro che 2 = 0.5 𝑚, poiché 𝐹1 agisce nel baricentro. Per il braccio 𝑏𝐹,2 è necessario
il centro di spinta:

𝐿𝑅 3
𝐼𝐺 12 𝑅
𝑦𝐹,2 = + 𝑦𝐺 = +ℎ+
𝑀 𝑅 2
𝑅𝐿 (ℎ + 2 )

Dal quale si può ricavare 𝑏𝐹,2 :


𝑅 2𝑅 + 3ℎ
𝑏𝐹,2 = 𝑦𝐹,2 − ℎ = ( ) = 0.564 𝑚
3 2ℎ + 𝑅
La forza peso è applicata nel baricentro. La coordinata 𝑥𝐺 del baricentro del volume in Figura 3 coincide col
braccio 𝑏𝑊 che stiamo cercando:

1
𝑥𝐺 = ∫ 𝑥𝑑𝐴
𝐴 𝐴
𝜋𝑅2
Passando in coordinate polari 𝑥 = 𝜌𝑐𝑜𝑠𝜃, 𝑑𝐴 = 𝜌𝑑𝜌𝑑𝜃. L’area 𝐴 = :
4
0 𝑅
1 4𝑅
𝑏𝑊 = 𝑥𝐺 = 2 ∫ 𝑑𝜃 ∫ 𝜌𝑐𝑜𝑠𝜃𝜌𝑑𝜌 = = 0.424 𝑚
𝜋𝑅 −𝜋/2 0 3𝜋
4
Quindi:
𝐹1 𝑏𝐹,1 + 𝑊𝑏𝑊 − 𝐹2 𝑏𝐹,2
𝑏𝑠 = =0
𝑆
Il significato fisico di questo risultato è immediato: la spinta passa dal centro della circonferenza. Per
posizionarla basta quindi identificare il punto lungo la circonferenza che fornisce un angolo:
𝑆𝑦
𝜃 = arctan ( ) = 50.6°
𝑆𝑥

16
Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 10 – Serbatoio metallico a campana


Per trovare la quota del piano dei carichi idrostatici è sufficiente
conoscere la pressione relativa dell’olio in qualsiasi punto del suo
volume e scrivere l’equazione di Stevino tra lo stesso punto e il
punto corrispondente alla posizione del piano dei carichi idrostatici
(il quale si troverà, per definizione, a pressione relativa nulla). Il
problema chiede la distanza 𝑎 perciò è naturale scegliere un punto
appartenente alla base superiore del serbatoio di olio (top).
Quindi:
𝑝𝑡𝑜𝑝 𝑝𝑟 (= 0)
= +𝑎 =𝑎
𝛾𝑜 𝛾𝑜
La pressione relativa 𝑝𝑡𝑜𝑝 è ricavabile da un bilancio di forze sul serbatoio:
𝑃𝑠
−𝑃𝑠 + 𝑝𝑡𝑜𝑝 𝐿2 = 0 𝑝𝑡𝑜𝑝 =
𝐿2
quindi:
𝑃𝑠
𝑎= = 1.38 𝑚
𝛾𝑜 𝐿2
L’altezza ℎ0 di olio si ricava imponendo l’uguaglianza di pressioni di acqua e olio sulla linea AD:

𝛾𝑎 (ℎ0 − 𝑑) = 𝛾𝑜 (𝑎 + ℎ0 )
𝛾𝑎 𝑑 + 𝛾𝑜 𝑎
ℎ0 = = 7.6 𝑚
𝛾𝑎 − 𝛾𝑜
Le spinte di acqua e olio si ricavano con la relazione teorica:
ℎ0 − 𝑑
𝑆𝑎 = 𝑝𝐺,𝑎 𝐴𝑎 = 𝛾𝑎 (ℎ0 − 𝑑)𝐿 = 149.2 𝑘𝑁
2
ℎ0
𝑆𝑜 = 𝑝𝐺,𝑜 𝐴𝑜 = 𝛾𝑜 (𝑎 + ) ℎ 𝐿 = 198.4 𝑘𝑁
2 0
Quando l’emersione del serbatoio è 𝑑 = 2 𝑚, l’altezza di olio ℎ0 diventa:
𝛾𝑎 𝑑 + 𝛾𝑜 𝑎
ℎ0 = = 11.35 𝑚
𝛾𝑎 − 𝛾𝑜

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 11 – Chiusura di un serbatoio tramite galleggiante


Per risolvere l’esercizio è sufficiente imporre l’equilibrio dei momenti rispetto al
punto P. Il portello curvo è soggetto alla (i) spinta del fluido sovrastante e (ii) alla
tensione del filo (supposto inestensibile). La spinta del fluido si ricava isolando la
porzione di fluido semicilindrica e imponendo un bilancio di forze (Figura 5):

−𝑊 + 𝑆 − 𝐹1 = 0
Dove 𝑊 è il peso, 𝑆 è la spinta del portello sul fluido (non il contrario) e 𝐹1 è la forza
esercitata sulla superficie orizzontale.

𝐹1 = 𝛾𝑎 𝐻𝜋𝑅2
2
𝑊 = 𝛾𝑎 𝜋𝑅 3
3
2
𝑆 = 𝑊 + 𝐹1 = 𝛾𝑎 𝜋𝑅2 (𝐻 + 𝑅)
3
Non essendoci forze orizzontali, la spinta 𝑆 non può che essere diretta
𝑅
verticalmente. Dovendo anche passare per il centro, risulta applicata a distanza 2
dal punto P, come le forze 𝐹1 e 𝑊. Il bilancio di momenti (sul portello) risulta
(ricordarsi che ora 𝑆 è la spinta del fluido sul portello, ha quindi verso opposto) :

−𝑆𝑏𝑠 + 𝑇𝐿 = 0
Da cui si può ricavare la tensione 𝑇 del filo necessaria a mantenere in equilibrio il
portello:
Figura 5
2
𝑆𝑏𝑠 𝛾𝑎 𝜋𝑅3 (𝐻 + 3 𝑅)
𝑇= =
𝐿 2𝐿

Ora è sufficiente imporre un bilancio di forze sul galleggiante considerando: (i) forza peso, (ii) forza di
galleggiamento (Archimede) e (iii) tensione del filo (ricordarsi che quest’ultima, rispetto al galleggiante, ha
verso opposto):
4 4
−𝑇 + (𝛾𝑎 − 𝛾𝑔 ) 𝜋𝑟 3 ≈ −𝑇 + 𝛾𝑎 𝜋𝑟 3 = 0
3 3
Dove si è trascurato il peso specifico del galleggiante (rispetto a quello del liquido). Si ha:

3 2
4 3 𝛾𝑎 𝜋𝑅 (𝐻 + 3 𝑅)
𝛾𝑎 𝜋𝑟 =
3 2𝐿

3 (3𝐻 + 2𝑅)
𝑟 = 𝑅√ = 1.87 𝑚
8𝐿

Il risultato è indipendente dalla densità del liquido.

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Esercitazione 3 – Spinte idrostatiche

Esercizio 12 – Spinta su calotta sferica


Come già visto, si isola la porzione di fluido corrispondente a quella compresa tra la calotta e la superficie
orizzontale e si impone l’annullamento delle forze agenti. Sulla superficie orizzontale agisce la forza 𝐹1 :

𝐹1 = (𝑝𝐴 − 𝛾𝐻)𝜋𝑅 2
Perciò il bilancio di forze (in direzione verticale) diventa:

𝐹1 − 𝑊 − 𝑆 = 0
Ovvero:
2
𝑆 = 𝐹1 − 𝑊 = (𝑝𝐴 − 𝛾𝐻)𝜋𝑅 2 − 𝛾𝜋𝑅 3
3
𝜋𝑅 2
= (3𝑝𝐴 − 𝛾(3𝐻 + 2𝑅))
3
𝑆 = 179.81 𝑘𝑁

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