Sei sulla pagina 1di 26

Psicosomatica: Simbolismo e Dimensione

Psicologica della malattia.


 

In qusto articolo vorrei evidenziare la dimensione psicologica della malattia, relativa


ad alcune patologie delle malattie cardiovascolari. Come già trattato negli altri
articoli sulla psicosomatica, emozioni e corpo sono strettamente collegate e queste
ultime sono alla base del benessere del nostro corpo fisico. Il  nostro corpo, come
l’inconscio, parla attraverso modalità simboliche  e agisce con la stessa funzione
simbolica che ritroviamo nel funzionamento mentale, proprio perché l’inconscio è
psicosomatico.
Vi invito quindi a leggere quanto scritto dal Dott. Giovanni Ansaldi, cardiologo,
medico di base, ANEB (Associazione Nazionale di EcoBiopsicologia), Laurea in
Medicina e Chirurgia all’Università di Milano 1969, Specialità in Cardiologia
all’Università di Torino 1972. È stato per diversi anni assistente di Storia della
Medicina e contemporaneamente di Clinica Medica con il Prof. Dioguardi. Per otto
anni (1970-78) medico responsabile di due reparti di ragazzi con handicap fisici e
psichici presso l’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone (Mi) e medico presso la
scuola speciale di Garbagnate (Mi) per bambini epilettici. Per tredici anni cardiologo
nell’Unità Coronarica dell’Ospedale di Saronno (1978-1991). Dal 1974 svolge
l’attività di Medico di base a Milano.
Essendo appassionata di certe tematiche, personalmente ho fatto tesoro di ciò che
il Dott. Ansaldi ha scritto, di cui riporto solo una breve parte presa dal web,
trasportando queste conoscenze all'interno del mio lavoro, seppur con i limiti che le
mie competenze mi obbligano a mantenere nel rispetto deontologico della mia
professione di counselor, ipnotista e coach legato all'aspetto mentale e fisico delle
persone, ed anche all'interno del mondo dei trattamenti energetici con il Reiki e la
Shaktypat.
 

Nuova visione psicosomatica delle malattie cardiovascolari


Dott. Giovanni Ansaldi
Niquero (Cuba) 2/4/2003
Prima di entrare nel merito delle malattie cardiovascolari, sarà bene fare qualche
premessa di ordine generale sulla visione psicosomatica della malattia. Inoltre
alcune riflessioni si potrebbero riferire esclusivamente alla realtà socioculturale
italiana.

Che ci sia un rapporto diretto fra emozione e corpo è un dato ovvio, in ogni tempo
descritto, da tutti sperimentato e facilmente sperimentabile, (tachicardia da
emozione, pallore da spavento, rossore da vergogna, vomito alla vista di qualcosa
di disgustoso)
Questo rapporto diretto fra emotività e corpo è detto reazione psicosomatica
(transitoria, nel senso che c’è un rapporto diretto fra causa ed effetto, cessa quando
finisce la causa, incondizionata, nel senso che non possiamo controllarla con la
nostra mente).
Per la corrente visione medica per malattia psicosomatica intendiamo la malattia in
cui è evidente e significativa per il medico e per il paziente un rapporto causa-
effetto, fra disagio psicologico e malattia. 
Questo disagio psicologico viene chiamato comunemente stress anche se il termine
corretto sarebbe distress (corro il rischio di essere licenziato mi viene l’ulcera, ho
avuto un litigio è salita la pressione, mi ha lasciato il ragazzo non ho più voglia di
mangiare, non dormo ecc.).
In qualche ambito medico si confonde ancora malattia funzionale, ossia senza
danno d’organo o alterazioni ematochimiche evidenti, con malattia psicosomatica
(“lei non ha nulla! è solo una forma psicosomatica….”). Ciò non è corretto perché
anche l’ulcera (buco nello stomaco), l’infarto (morte del tessuto miocardico) sono
considerate malattie psicosomatiche.
Ora queste relazioni causa-effetto fra psiche e corpo sono state ampliamente
dimostrate a livello scientifico fin dagli anni ’30 -’40 del secolo scorso, con i
fondamentali storici studi di Selye, che introdusse il concetto di stress nella
sindrome generale di adattamento 
Un'emozione si somatizza immediatamente (stress acuto) attraverso attivazione
SNV (Sistema Nervoso Neurovegetativo, porzione ortosimpatica, stimolazione
nervosa della midollare del surrene che immediatamente immette in circolo una
scarica di adreanalina e noradrenalina) e più lentamente (stress cronico) attraverso
attivazione SNE (sistema neuroendocrino, asse ipotalamo-ipofisi – corticale del
surrene- ormoni circolanti come il cortisolo).
Un’emozione si somatizza ancora attraverso l’attivazione del SI (Sistema
immunitario).
Questa importante scoperta nell’ambito della medicina psicosomatica è stata
l’ultima in ordine di tempo (intorno agli anni 70/80 ). 
La nuova branca delle neuroscienze PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia) ha
avuto il grande merito di spiegare e verificare scientificamente ciò che dal punto di
vista della clinica era noto da tempo ovvero che di fronte agli stessi agenti patogeni
(dai virus dell’influenza ai fattori oncogeni dei tumori) alcuni individui si ammalano
e altri no. Oppure perché alcuni pazienti rispondono alle terapie e altri no. 
Stati depressivi, distress, frustrazione, agiscono direttamente sugli elementi
corpuscolari del SI deprimendolo e quindi diminuendo le difese dell’organismo. Si è
scoperto infatti che i linfociti hanno recettori per catecolamine, cortisolo ecc.
 

L’influenza del Sistema Nervoso Centrale (emozioni) su quello immunitario (SI) è più
evidente nella genesi dei tumori, delle malattie allergiche, delle malattie autoimmuni,
delle malattie infettive, mentre per quanto riguarda le malattie cardiovascolari
sembrano statisticamente prevalenti i due primi meccanismi (SNV e SNE). 

Non mi dilungo su questi argomenti che si possono trovare in qualsiasi recente


testo di medicina, ma che comunque spiegano come un’emozione si somatizza ma
non perché e perché in organo e non in un altro. 
A me preme entrare più nella dimensione psicologica della malattia.
Il “distress” predispone l’organismo a condizioni generali di malattia. Fattori
genetici, ambientali, predisponenti, pregresse malattie possono senz’altro influire,
ma perché l’organo bersaglio è diverso di fronte al medesimo distress?
Dumbar (1947) mise in rilievo la specificità personologica ovvero la predestinazione
costituzionale nella genesi delle malattie psicosomatiche. Il processo di
somatizzazione in un determinato organo sta nella personalità del paziente, nel
“destino” di quella persona.
L’esempio storicamente più importante e famoso di queste classificazioni riguarda
proprio la cardiologia.
Furono Friedman e Rosenman (1959), che descrissero il ritratto del paziente
predisposto alle malattie cardiache che venne definito “tipo A”. Si tratta di persone
dinamiche, mai ferme, con alta competitività, desiderano sempre dominare sugli
altri, smaniose di successo a tutti i costi, incapaci di rilassarsi, con l’urgenza del
tempo che scorre, con meccanismi di difesa psicologica quali il negare la malattia,
l’insuccesso, le frustrazioni, ecc.
Al tipo A si contrappone il tipo B, che non vive per lottare, più equilibrato, più
introverso. Secondo questi autori il soggetto di tipo A ha probabilità di avere
l’infarto quattro volte più del tipo B.
Pur riconoscendo a questa classificazione una sua sperimentata validità, tuttavia,
come tutti gli schemi, spiega solo in parte, è limitativa, riduttiva, troppo
semplicistica in rapporto alla complessità dell’uomo. 
Si può dir subito che non è tanto uno stile di vita attivo che provoca la malattia
cardiovascolare (altrimenti tutte le persone molto attive ne dovrebbero essere
colpite) quanto i conflitti che il soggetto sperimenta rispetto a tale attività e che
possono anche essere inconsci quindi da decifrare e variabili da individuo a
individuo. Ciò che per uno è “stress”, per un altro è “distress”.
A questo punto si inserisce una nuova visione psicosomatica che comprende tutto
quanto finora detto sul piano scientifico, quindi sperimentabile e verificabile, ma
che, cogliendo l’uomo nella sua complessità psicofisica, quindi non solo fisica, va
oltre sul piano interpretativo, oltre l’evidenza razionale e cosciente del rapporto
causa-effetto.

Che cos’è la malattia?


• la malattia è dolore fisico (un’infiammazione, una spasmo, un’ischemia, frattura,
un taglio procurano dolore, a volte insopportabile ) 
• la malattia è impotenza funzionale (sono talmente stanco che non riesco ad
alzarmi, ho una emiparesi, non riesco a muovermi).
• la malattia è ansia, disagio psichico perché molte malattie rimandano all’angoscia
di morte.
Tuttavia la malattia non è solo dolore, impotenza, ansia ma è anche un
messaggio: la malattia è un messaggio che il corpo ci manda. 
Quindi parliamo non tanto di malattie psicosomatiche quanto di visione
psicosomatica delle malattie, di tutte le malattie e non solo quelle in cui è evidente
un rapporto diretto causa-effetto fra disagio psichico e malattia somatica o di quelle
che classicamente vengono definite “psicosomatiche” (ipertensione arteriosa,
ulcera gastrica, colon irritabile, bronchite asmatica ecc.) Per la medicina
psicosomatica non esistono tanto le malattie quanto l’uomo malato.
 
Per comprendere questo modello interpretativo occorre accettare alcuni
presupposti, senza i quali quanto andiamo dicendo è un non-senso.
• Innanzitutto l’unità, il continuum corpo – psiche, contro la divisione cartesiana che
considera queste due dimensioni dell’uomo entità nettamente separate.
• Riconoscere che oltre la componente conscia, razionale della psiche esiste un
inconscio. E’ evidente che la psicosomatica è debitrice alla psicoanalisi di questa
scoperta.
• Che questo inconscio non è soltanto, come affermava la prima psicoanalisi (di
derivazione freudiana) un contenitore, un raccoglitore di contenuti rimossi, di
pulsioni inaccettabili alla coscienza, di conflitti inespressi, di semplici ricordi ma
anche un inconscio progettuante,(come l’ha descritto Jung) che spinge e dirige
l’individuo alla massima conoscenza di se stesso, delle sue istanze più profonde e
autentiche onde realizzare tutta la sua potenzialità psichica.
• E che (questo è fondamentale per la Psicosomatica ) attivamente parla, si esprime
anche attraverso il corpo e non solo nei sogni, negli atti mancati ecc. Cioè
l’inconscio non è solo nella psiche ma è anche nel corpo. L’inconscio è
psicosomatico.
Dentro la malattia parla una saggezza del corpo che ci invita, pur attraverso una via
dolorosa, a una presa di coscienza. Una presa di coscienza di quei conflitti che
rimuoviamo ma poi riemergono nel linguaggio della malattia fisica.
Noi diciamo che “Il corpo è un sogno della mente”. Cosa significa questa frase un
po’enigmatica?
Come nei sogni abbiamo un significato manifesto (l’immagine onirica) e un
significato latente (cosa significa questa immagine inconscia per la coscienza),
quindi dobbiamo interpretare il sogno, così un sintomo o una malattia sono il
contenuto manifesto di un conflitto sottostante che occorre ricercare di fronte a
problematiche fisiche che denotano un disagio più profondo. Ovvero la malattia ci
può aprire alla dimensione psichica.
Ma come facciamo a decifrare il messaggio del corpo ? Che cosa lega il corpo alla
psiche?
• Il corpo, come l’inconscio, parla attraverso modalità simboliche. Nel corpo agisce
la stessa funzione simbolica che ritroviamo nel funzionamento mentale, proprio
perché, come abbiamo appena sopra detto, l’inconscio è psicosomatico. La
comunicazione umana è originariamente mediata dal corpo. Prima ancora della
parola lo scambio comunicativo fra madre e neonato è corporeo (grida di fame,
seno, allattamento, carezze). La prima correlazione è seno = nutrimento =
amore. Passaggio molto importante perché qui vediamo il salto dal somatico allo
psichico. Non ci troviamo solo nel fisiologico ma anche nell’affettivo.
• La funzione dell’organo rimanda all’analoga funzione psichica 
La mancanza di tempo mi impedisce di fare vari esempi. Tuttavia uno per tutti,
molto in sintesi: quello della funzione alimentare. Questa funzione risponde in
primo luogo a un’esigenza di natura biologica, cioè la necessità di cibo come
indispensabile substrato per la sopravvivenza. Ma la stessa funzione si carica di
altrettanto importanti significati psicologici. Rimanda a primarie esperienze di
nutrizione affettiva, assume un valore comunicativo, sociale, religioso. La
possibilità di “introiettare”, di assimilare il mondo esterno è il lato psicologico
dell’archetipo della funzione alimentare. Non per nulla le anse intestinali ricordano
morfologicamente le circonvoluzioni cerebrali.
Applichiamo ora questi concetti direttamente al tema delle malattie cardiovascolari.
Partiamo dall’Ipertensione Arteriosa (I.A.)
Per comprendere il significato psicosomatico dell’IA occorre accedere al significato
simbolico del sangue e dell’apparato cardiovascolare. 
Il sangue, come fluido che trasporta l’ossigeno e il nutrimento in tutti i distretti
corporei, rimanda analogicamente all’energia vitale. Come del resto avevano ben
intuito gli antichi quando affermavano che nelle arterie scorreva lo “spirito vitale”.
Inoltre il sangue è contenuto in un sistema elastico ma assolutamente chiuso. 
Infatti qualsiasi emorragia comporta un rischio di morte se in qualche modo non la
si blocca .
Per questo anche una piccola insignificante emorragia (per esempio, la rinorrea)
viene vissuta in maniera angosciante al di là del pericolo reale. E anche l’unica
emorragia fisiologica, la mestruazione, se soltanto dura un po’ di più del normale,
evoca immediatamente fantasie di anemia, quindi di debolezza, di morte, anche se
clinicamente sappiamo che ciò è irrilevante.
Un medico che lavora sul territorio deve sensibilizzarsi all’amplificazione simbolica
dei sintomi, se vuol comprendere il disagio del paziente. 
Il sangue quindi rimanda analogicamente a ciò che in ambito psicologico si
definisce “libido”, o energia vitale (il termine “libido”definisce qualcosa di più
globale del primitivo significato sessuale) . 
Ora la psicosomatica classica aveva messo in luce come l’I.A. fosse legata ad una
inibizione delle componenti aggressive. Alexander, il vero fondatore della
psicosomatica, (1946) parlava di blocco cronico di sentimenti ostili. Il paziente
iperteso, affermava, non ha un buon rapporto con la propria aggressività. Ciò si
traduce a livello somatico in uno stato di iperreattività simpatica. Infatti riferendosi
ai citati studi di Selye sulla sindrome d’adattamento, sarebbe cronicamente in fase
di preparazione fisica all’azione aggressiva ma senza tuttavia accedere a quella
azione (esprimere l’aggressività) che permetterebbe alla carica adrenergica
accumulata di scaricarsi. Questo continua stimolazione del sistema adrenergico,
non adeguatamente scaricato, mantiene il sistema arterioso costantemente in
tensione. 
Tale spiegazione è indubbiamente vera, non riesce tuttavia a spiegare alcuni
problemi.

 Un cattivo rapporto con l’aggressività si ha anche nel paziente che soffre di colon
irritabile o di cefalea. Perché questa diversa scelta d’organo? Anche qui una visione
analogico-simbolica può dare una risposta alla scelta dell’organo bersaglio. Nei
disturbi a carico del colon infatti vi sono impulsi aggressivi di natura distruttiva, il
desiderio di attaccare, di sporcare un oggetto sentito come negativo od ostile. Si
pensi al piccolo bambino che si ribella alle regole sporcando con le feci.
Nella cefalea invece vi è in gioco una forte prevalenza di istanze morali rigide, di un
forte “Super-Io". Ci troviamo quindi di fronte ad un conflitto fra libera espressione
dell’aggressività e censure morali superegoiche in soggetti di solito inclini alla
razionalizzazione.
Si pensi alla “cefalea della domenica”.
Nei pazienti ipertesi avremmo invece un blocco di quella che usiamo definire
“aggressività assertiva”. Con tale termine identifichiamo la componente insita in
ogni affermazione umana mirante all’autoaffermazione e alla modificazione del
mondo circostante. La sana aggressività che contribuisce alla costruzione del
nostro ruolo sociale.
Ma nella “libido”- sangue rientrano anche tutti quegli aspetti che riguardano
l’ambito dell’espressione-creatività. Anche l’inibizione della propria creatività a
qualsiasi livello può quindi contribuire ad una patologia ipertensiva.
Un paziente iperteso volle comunicarmi questo sogno : “ si trovava con il proprio
figlioletto nel giardino della casa, vicino al fiume, che abitava con i genitori prima di
sposarsi. Improvvisamente il fiume esonda e con in braccio il figlio fugge ai piani
superiori della casa”. 
Si sveglia in preda al panico. Per il paziente, che viveva un ruolo passivo sia in
famiglia che al lavoro, il desiderio autoaffermativo e la vitalità psichica era sentito
come conflittuale, rischioso (nell’immagine del fiume (la libido) che rompe gli argini
e straripa). E ciò poteva coinvolgere anche il figlio. Significativo anche il fatto che
l’episodio accadesse nella casa dei genitori (a cui molto probabilmente risale la
genesi di questa inibizione) .

Ora, la comparsa di I.A. potrebbe dunque essere espressione di negazione di


istanze aggressive, di desideri rimossi, d’incapacità di esprimere le emozioni e i
pensieri, di trasformarli in azioni, ma anche il segnale della presenza di un’intensità
di tali motivazioni. Ciò che vogliamo dire è che un soggetto iperteso deve essere
visto come una persona che reprime molto e questo è il tratto nevrotico della sua
esistenza ma anche come un soggetto che ha molto, in termini di spinta energetica
da investire nella vita, troppo probabilmente rispetto alla sua disponibilità di
mettersi in gioco. E’ proprio da questo conflitto, da questo squilibrio che nasce il
meccanismo che innesca l’aumento della pressione sanguigna.
Queste riflessioni devono essere tenute in considerazione non solo per quanto
riguarda il significato psicosomatico dell’I.A. ma anche, da un punto di vista pratico,
per quanto concerne i temi della sua prevenzione e cura. Se curiamo solo con i
farmaci (peraltro spesso indispensabili) ma non agiamo sulle motivazioni profonde,
abbasseremo la pressione ma chi ci garantisce che non possa subentrare una
forma depressiva che la medicina ufficiale spiegherà con gli effetti collaterali dei
farmaci ma che molto probabilmente è dovuta ad ipotensione psichica?
 

In questa prospettiva simbolica allora ci apparirà chiaro in cosa potrebbe consistere


lo spasmo coronario che può portare fino all’infarto. Alcuni individui vivono il moto
affettivo come pericoloso per cui si impone un autocontrollo eccessivo che
impedisce al flusso delle emozioni di scorrere adeguatamente. La rabbia, l’ostilità
così come l’amore sono sentimenti non accettati da un cuore che ha ristretto il
proprio nutrimento vitale, obbligando le emozioni-sangue (emozione = emo-agere,
muovo il sangue), la “libido” a passare attraverso canali troppo angusti. (angina dal
latino angor = restringimento).
In molti pazienti con cardiopatia ischemica vi è una profonda necessità inconscia di
riscoprire l’importanza della vita emotiva che però è tenuta a bada da una eccessiva
valutazione della testa vista come aspetto privilegiato della personalità, o di potere
considerato come unica e sola necessità esistenziale. Il manager non ha l’infarto
per l’eccessiva attività come affermavano Friedman e Rosenman ma molto più
probabilmente per un bisogno di potere che non concede nulla al cuore.

E la trombosi? Perché un meccanismo fisiologico benefico, che impedisce la


fuoriuscita di sangue, che rimargina le ferite, si trasforma in un processo
autoaggressivo? Di quali ferite “interne” bisogna prendere coscienza? E perché una
trombosi al cervello piuttosto che al polmone o all’intestino? Se pensiamo che ciò è
dovuto a pura casualità, il problema è già risolto.
Ma non potrebbe anche essere che la persona con ictus cerebrale tenda a vedere
come naturale una gerarchia in cui il cervello è di gran lunga più importante del
cuore e che la malattia gli segnali questa rimozione del cuore ?
Dal punto di vista biologico si sa che il cervello non può vivere che pochi minuti se
non viene supportato dalla vascolarizzazione garantita del cuore! Dal punto di vista
psicologico a nessuno sfugge come il motore dell’esistenza umana (anche per le
imprese intellettuali) sia indiscutibilmente il cuore. 

Però ci sono i fattori di rischio: diabete, fumo, colesterolo che determinano la


malattia cardiovascolare! Ma perché non si va a indagare quali sono i fattori
psicologici, i traumi psichici che sostengono una simile “oralità”, questo bisogno di
introiettare, di mangiare?
E’ assurdo generalizzare in schemi, non ci sono spiegazioni univoche, valide per
tutti i casi
Il simbolo non è un segno, ossia un segnale valido indistintamente per tutti. Come
un simbolo ha tanti possibili significati, cosi la malattia in un determinato organo
per un individuo è un messaggio con un particolare significato psicologico, per un
altro l’opposto. Non solo una povertà affettiva ma anche un esuberanza affettiva
potrebbe far implodere il cuore! Comunque occorre sempre relazionarci all’analoga
funzione psichica dell’organo.
 

Quanto più l’unilateralità di un atteggiamento psichico nel modo di vedere e agire


nel mondo è forte, tanto più il corpo potrà segnalare la possibilità di compenso. In
tal senso la malattia non solo rivela l’esistenza di un conflitto psichico e relazionale,
ma in qualche modo “suggerisce” anche la soluzione e quindi ispira, in una
prospettiva psicosomatica integrale, la via terapeutica.  Certamente il cardiologo
ospedaliero che è più coinvolto negli aspetti scientifici e tecnologici della specialità,
ha un rapporto col paziente diverso dal medico che lavora sul territorio. 
A questo medico è deputato il compito, magari in certi casi con l’aiuto di uno
psicologo, di far recuperare non solo il cuore fisico, con le terapie farmacologiche
più appropriate, ma anche il cuore psichico, l’affettività, l’interiorità. Di far coglier il
senso profondo di questo incidente, il significato simbolico che ha avuto per la
nostra esistenza, in modo di non subirlo passivamente come fatto ineluttabile ed
esclusivamente doloroso ma sfruttarlo per modificare, fin dove è possibile, il modo
di vivere e pensare, nel percorso di consapevolezza del nostro essere al mondo.
Sappiamo benissimo che non tutti i pazienti sono disposti e pronti a ciò. Ma
l’esperienza di medico di base mi porta a dire che sono molto di più di quanto
potremmo pensare! Infine, allargando il discorso al collettivo, perché oggi le
malattie del benessere sono i disturbi cardiovascolari e il cancro? 
Vivendo in una cultura come la nostra, scientifica, tecnologica, profondamente
razionale in cui il profitto sembra l’unica esigenza, si sta perdendo il centro ovvero il
cuore ovvero le esigenze di una sana affettività.
In un mondo che si sta “globalizzando”, la paura, il rischio è quello di perdere la
nostra identità. 
Il Sistema Immunitario impazzisce, non riconosce più come altra da sé la cellula
tumorale!
L’individuo è inserito in questo contesto socioculturale. La medicina psicosomatica
non può non considerare questi aspetti.
Per noi medici dell’ANEB (associazione nazionale di ecobiopsicologia) esiste non
solo un rapporto fra corpo e psiche ma anche fra questi e ambiente (eco) inteso in
senso lato.
Sarebbe delirante disconoscere il progresso della nostra civiltà ma il linguaggio del
corpo rimane, in una cultura e in una società che sono sempre più tecnologiche e
virtuali, profondamente ancorato alla natura, ai suoi ritmi, alle sue leggi. E di quelle
tradizioni e culture che vivevano più profondamente questo legame e che si
rapportavano con le risorse autocurative dello psicosoma, dobbiamo ricuperare la
sempre attuale saggezza. 
Qui si aprirebbe tutto il discorso sulle terapie da noi chiamate “complementari” e
non “alternative”. Terapie complementari che riportandoci ad una visione olistica
dell’uomo, persa inevitabilmente dall’analitico e dividente pensiero occidentale,
possono con successo integrare le conquiste scientifiche della medicina in una
dimensione “psicosomatica integrale”.
*********************************************************************
In conclusione, dopo la lettura di questo articolo molto eloquente sulla connessione
mente/corpo/malattie, spero sia più chiaro quanto sia importante condurre una vita
equilibrata sotto tutti i punti di vista, cercando di optare anche per un percorso
verso la scoperta della propria interiorità, al fine di prevenire l'insorgere di malattie
in generale, di cui qui ne sono state trattate alcune approfonditamente  per
introdurvi nel vasto mondo della psicosomatica.

Di seguito una mappa sintomatologia e corporea per riuscire ad orientarsi in questa


nuova visione delle malattie
SINTOMO / ORGANO (prima riga)
CONFLITTO PSICHICO (seconda riga)
aborto
paura di vivere, paura di affrontare responsabilità
acne
conflitto interiore, paura del confronto con gli altri
afosi orale
collera o aggressività repressa
aids
amore represso, negazione dell'io, senso di colpa nell'area sessuale
alcolismo
senso di colpa, senso di inadeguatezza di fronte alla vita, fuga
alitosi
malevolenza, vendetta, disordini verbali
allergie
isolamento, inflessibilità, difesa, evento che non abbiamo accettato presente nella
nostra memoria emozionale
alluce valgo
mettersi da parte per soddisfare desideri o bisogni altrui
amenorrea
shock emozionali, fragilità, rigidità, rifiuto
amor proprio (mancanza di)
resistenza alle lezioni della vita
anche
determinazione nell'andare avanti
anemia
incredulità, mancanza di gioia, paura di vivere, sentirsi incompresi dagli altri
angina tonsillare
incapacità a chiedere, difficoltà di accettazione, sentimenti repressi
angina pectoris
paura, sentimenti bloccati
ano
rappresenta la fine di un processo, lasciar andare qualcosa o qualcuno
anoressia
confusione, fuga, rinuncia, negazione dell'io, grande paura, "ogni parola è cibo,
niente entra, niente esce"
ansia
insicurezza, disapprovazione di sé, sfiducia nella vita
anulare
legami ed unioni
apparato circolatorio
blocco o fluidità eccessiva delle emozini
apparato digerente
elaborazione errata degli avvenimenti
apparato escretorio
paura di lasciar andare qualcosa
apparato muscolare
sovraffaticamento, andare oltre le proprie possibilità
apparato respiratorio
repressione delle espressioni ed emozioni vitali, senso di colpa
apparato riproduttivo
mancanza di creatività, di produttività, problemi sessuali
apparato scheletrico
problemi agli organi corrispondenti, mancanza di sostegno nella vita (materiale,
affettivo, sociale)
aritmia
riaffiorare di traumi passati non liberati
arteriosclerosi
giudizio eccessivo, isolamento, grettezza
articolazioni
rigidità eccessiva, troppo esigente nei confronti di se stesso
artralgia
resistenza ad un cambiamento
artrite
rigidità, testardaggine, aggressività repressa, carenza d'amore
artrosi
rigidità mentale con difficoltà a far fluire la vita, rancore che ha portato ad una
chiusura di cuore
ascesso
situazione che mi provoca collera e che non riesco a risolvere
asma
mancanza di spazio, incapacità di dare amore, paura di essere abbandonati, senso
di colpa per essere al mondo
astenia
perdita di motivazione, mancanza di stimoli nelle proprie attività quotidiane
balbuzie
insicurezza, problemi con l'autorità
bocca e denti
mancanza di decisione, incapacita' o impossibilita' di afferrare, condizionamento da
parte di altre persone, rabbia trattenuta
borsite
ira repressa, collera trattenuta, mancanza di spontaneità
braccia
capacità di prendere, andare oltre le proprie possibilità, assumersi troppe
responsabilità o volerle scaricare sugli altri, paura di non farcela in determinate
situazioni
brividi
fuga da un lato di noi stessi, mancanza o perdita di ordine nella vita
bronchi
capacità di prenderci il nostro spazio vitale
bronchite
conflitti, rabbie, turbamenti familiari e del proprio ambiente, senso di soffocamento
bulimia
paura di una perdita, grave mancanza di accettazione, vomita addosso agli altri i
suoi problemi e non vuole risolverli (nel linguaggio c'è la parola troppo)
calcoli biliari
aggrapparsi a pensieri difficili e a esperienze amare, accumulo di paure o giudizi nei
confronti di sé o degli altri
cancro
profondo conflitto interiore, distacco dalla globalità della vita, accumulo di odio,
grande dolore, ferite profonde
capelli
problemi nel prendere decisioni, mancanza di libertà, mancanza di forza
cataratta
sensazione che il futuro sia oscuro e brutto
caviglie
flessibilità relativa a cambi di orientamento, il lato materiale in divergenza con
quello spirituale
cefalea
perde filo del discorso, chiede spiegazioni
cellulite
emozioni trattenute dal nostro passato (rimpianti, dolori, paure,…)
cervello
processi mentali (pensieri malvagi, distorti, pensieri non benefici)
cifosi
sentirsi schiacciati dalla vita, difficoltà a mantenersi eretti
cisti
problemi di crescita interiore, vecchie tematiche, antichi traumi
cisti ovariche
solitudine, rabbia, ferite subite, dolore riguardo alla propria creatività o alla capacità
di avere un figlio
cistifellea
rabbia, amarezza, aggressività, difficoltà nell'accettare le esperienze e nell'imparare
le lezioni che vengono impartite, aggrapparsi a pensieri difficili e a esperienze
amare.
cistite
isolamento, insicurezza, difficoltà a lasciar correre, grande collera, frustrazione o
delusione proveniente da aspettative
coliche biliari
invidia, gelosia, rabbia, orgoglio
coliche renali
frustrazione, risentimento
collo
incapacità di vedere più aspetti di una situazione, paura di fronteggiare una
situazione, paura di fare scelte negative, necessità di controllo, rigidità nei pensieri,
rifiuto di vedere il punto di vista o la prospettiva altrui
colon
capacità di usare un'idea o un'esperienza per trarci ciò di cui si ha bisogno, potere
di rilasciare ciò di cui non si ha più bisogno, senso di ripugnanza
congestione
sovraccarico di vari organi quali polmoni (emozioni trattenute, accettazione di cose
o persone, tristezza, depressione), testa (eccesso di preoccupazioni, dubbi, paure)
cosce e glutei
difficoltà ad andare avanti nella vita, insicurezza rispetto al proprio potere e alla
propria sessualità
colite
paura di qualcuno o qualcosa che mi rappresenta l'autorità, cattiva gestione delle
emozioni
costipazione
rifiuto ad eliminare vecchie idee, emozioni, modelli che non sono più benefici
crampi
tensioni, paure, bisogno di liberare, mancanza di rilassamento, non lasciarsi andare,
trattenere qualcosa
cuore
problemi con la parte emotiva di noi stessi, mancanza di gioia, antichi problemi
emotivi, stress e tensioni
cute
rappresenta gli sforzi che facciamo per vivere ed essere felici, mancanza di
autostima, sensibilità eccessiva o carente, problemi con il mondo esterno
denti
cambiamenti, difficoltà nel decidere
depressione (in generale)
colpevolizzazione per l'ira e l'aggressività espresse, rifiuto delle responsabilità,
rifiuto di entrare nel nuovo
diabete
incapacità di accettare e dare amore insieme al forte desiderio di averlo rimpianto
per ciò che non è stato
diarrea
paura in generale, rifiuto, non accettazione e bisogno di abbandonare vecchie e
nuove tematiche
dismenorrea
vulnerabilità, bisogno d'amore, problematiche legate all'accettazione della propria
femminilità
dispepsia
rabbia, paure esistenziali, non ci si sente protetti
dita
dettagli della quotidianita'
dolore
dolore acuto: brusco richiamo all'attenzione da parte del corpo
dolore cronico: rifiuto a cambiare, vecchie paure e comportamenti
eiaculazione precoce
senso di colpa nei confronti del ruolo sessuale maschile, problematiche con il
partner
emicrania
rifiuto di una situazione
emorroidi
rifiuto, paura, ira
enfisema
bisogno di libertà, paura di vivere, carenza di amore verso sé stessi, non
accettazione
endometriosi
timore delle conseguenze della nascita di un figlio
epilessia
vuoto, bisogno d'amore, senso di persecuzione e di lotta, rifiuto della vita
epistassi
perdita di gioia
ernie
stress, confusione, tensioni, peso delle responsabilità, voler spezzare una struttura
in cui ci sente prigionieri
esofago
difficoltà ad accogliere qualcuno o ad accettare una situazione
febbre
perdita di contatto con la spiritualità, congestione tossica con la materia fisica,
sedentarietà, rabbia trattenuta, desideri inespressi
fegato
coinvolgimento eccessivo, ira, rabbia profonda, tendenza cronica a biasimare sé
stessi e gli altri, emozioni negative, mancanza di stima, inquietudine o
preoccupazioni rispetto a qualcosa in cambiamento
flebite
gioia bloccata
frattura ossea
senso di ribellione contro qualcosa e qualcosa, senso di colpa
frigidità
paura dei propri desideri e passioni sessuali, non accettazione, paura di lasciarsi
andare
fronte
modalità di usare il proprio pensiero e di dirigere le idee
gambe
incapacità a progredire, evolversi e sollevarsi, mancanza di direzione e di voglia di
andare
gastrite
aggressività trattenuta, collera poiché non ci sentiamo apprezzati
gengive
dubbio o paura dei risultati e rimandare una decisione
ghiandola pineale
uso inappropriato delle energie fisiche (sessuali) e mentali
ghiandola pituitaria
indecisione
ginocchia
orgoglio, troppa ostinazione o inflessibilità
glutei
capacità di esercitare il potere, sentirsi costretti a stare seduti dove non si vuole
gola
rabbia inespressa, creatività bloccata, caparbia ostinazione, difficoltà di
comunicazione, difficoltà di comunicare per sostenere sé stessi, difficoltà o rifiuto
di recepire
gomiti
incapacità a mutare direzione, troppa ostinazione, inflessibilità
gonfiore
essere bloccati in vecchi schemi e idee, dilatare gli avvenimenti
gotta
impazienza, ira, ostilità, tendenza a forzare le cose secondo la propria volontà
gozzo tiroideo
forti emozioni inespresse
impotenza
paura di perdere il controllo, incapacità di dare, pressioni o tensioni sessuali
incontinenza
forti emozioni, stress psichico
indice
tematiche con l'autorità
infezioni
conflitto non risolto, incapacità di decidere, paura, ira, negatività, preoccupazioni
infiammazioni
reazione a situazioni negative, fastidio o irritazione nei confronti di persone o
situazioni, rabbia e frustrazione represse, ipercriticità, rifiuto a cambiare vecchi
schemi, resistenza alle lezioni della vita
infortuni e traumi
mettere in dubbio noi e il nostro operato, disistima
intestino
difficoltà ad assorbire ed eliminare elementi ed esperienze della vita, ripugnanza
ipercolesterolemia
perdita del piacere di dedicarsi a cose gioiose
irritazioni
senso di rabbia e di irritazione, desideri inespressi, voglie insoddisfatte,
insoddisfazione in generale
itterizia
giudizio eccessivo, tormento, intolleranza, amarezza
labirintite
mancanza di pace interiore
laringite
introversione, problemi con l'autorità, insoddisfazione
lesioni
ira, senso di colpa
letargia
difficoltà di integrazione con la parte materiale
leucemia
rifiuto estremo e rapido della vita, insicurezza di esistere, vecchie barriere
insuperabili, mancanza di gioia
lingua
difficoltà ad esprimere ciò che pensiamo, problematiche legate al mangiare
lividi
insoddisfazione, senso di inferiorità
lombalgia
rigidità, paura per futuro e denaro, senso di inferiorità e inadeguatezza
mal di denti
paura dei risultati di fronte ad una decisione da prendere
mal di gola
paura di esprimersi, difficoltà nella comunicazione
mal di testa
intransigenza, frustrazione nascosta, autocritica, trattenere le emozioni
mal di schiena
cervicale: insicurezza, paura
toracico: conflitto di affettività, farsi carico di sofferenza altrui, difficoltà a
comunicare con gli altri
lombare: preoccupazioni per il futuro, mancanza di sicurezza (economica)
mano
paura di dare (destra) o di ricevere (sinistra), insicurezza in ciò che si sta facendo,
rifiuto di toccare o di essere toccati dagli altri, tenersi troppo stretti a qualcosa o
qualcuno, sentirsi vittimizzati
mastite
paura nei confronti delle persone care, paura di non poter avere figli
medio
tematiche di sessualità, piacere
meningite
senso di colpa per essere al mondo
mignolo
tematiche legate a famiglia e affetti
milza
difficoltà di accettazione, dipendenza, insicurezza, problemi legate a tappe finali
lasciate in sospeso
miopia
timidezza, insicurezza, paura del futuro immediato
muscoli
impegno e motivazione
naso
mancanza di intuizione e senso di discernimento
nausea
accumulo di impulsi, necessità di liberazione, confusione, eccesso di
sopportazione, rifiuto di cose o persone, mancanza di sicurezza
nevralgia
bisogno/difficoltà di perdono, sofferenza, emozioni che non vogliamo vivere
obesità
bisogno di protezione, paura delle emozioni
occhi
capacità di vedere ed osservare le cose, gli altri, la vita, percezione distorta delle
cose
orecchie
paura di sentire, carenza di equilibrio interiore
organi sessuali
difficoltà ad instaurare rapporti intimi, mancanza di creatività nell'ambito sessuale.
orzaiolo
rabbia collegata a qualcosa che è sotto i nostri occhi
ossa
mancanza di supporto dagli altri e verso gli altri, sistema organizzativo in cui si vive
osteomielite
grande collera nei confronti de una autorità
osteoporosi
scoraggiamento e svalutazione sopportata a lungo, mancanza di flessibilità,
svalutazione personale
otiti
bisogno di non sentire, conflitto e confusione eccessiva
ovaie
femminilità e creatività
palpebre
riposo, quiete, distacco
palpitazioni
problemi con l'emotività
pancreas
mancanza della gioia o dell'amore nella vita, mancanza di discernimento delle cose
positive della vita, non saper convertire le esperienze di vita in lezioni da imparare
pancreatiti
ira, frustrazione, conflitti, assenza di dolcezza
parestesie
conflitto con se stessi e con gli altri, rifiuto di andare avanti
pelle
problemi con gli altri, protezione e interfaccia con l'esterno
pene
principio maschile, attivo e aggressivo
piedi
perdita di stabilità nella vita, difficoltà con la parte materiale, difficoltà con il futuro
pollice
mancanza di discernimento e di giudizio
polpacci
capacità di avanzare rapidamente
polmoni
incapacità a certi livelli di assumere e di esprimere la vita e l'energia, senso di
oppressione, problemi con lo spazio e con la capacità di accogliere la vita,
depressione, dolore, disperazione
polsi
flessibilità nell'eseguire gli ordini, qualità degli scambi, pressione sugli altri
presbiopia
paura di vedere le cose vicino a noi
pressione alta
inflessibilità, stress, isolamento, rifiuto di affrontare e risolvere uno o più vecchi
problemi
pressione bassa
mancanza di stabilità, debolezza psicologica, mancanza di accettazione, problemi
legati all'infanzia
prostata
rappresenta la potenza maschile, paura, pessimismo, senso di colpa
prurito
desideri insoddisfatti, rabbia, rimorso, nostalgia, ansia, impazienza
psoriasi
bisogno di amore, non sentirsi rispettati nei desideri o nei bisogni, sentirsi
obbligato a soddisfare un'aspettativa
reni
mancanza di discernimento e di giudizio, capacità di conservare l'equilibrio,
tematiche di coppia
retto
capacità di trattenermi prima di rilasciare
reumatismi cronici
rabbia, amarezza, frustrazione, vittimismo, vecchie carenze affettive
ritenzione idrica
mancanza di saggezza, difficoltà di liberarsi di vecchi schemi, di pensieri, di
qualcuno, paura di lasciarsi andare
salpingite
collera nei confronti del partner
sangue
forza vitale e voglia di vivere - problemi emotivi irrisolti o agitazione di lunga data
(pressione alta), apatia e/o paura di muoversi nella vita (pressione bassa).
schiena
protezione, passato, lati di ombra della personalità
sciatica
rigidità, conflitto, paura per futuro e denaro
sclerosi multipla
volontà ferrea con inflessibilità, paura di non riuscire a controllare tutto e tutti,
durezza di cuore
scoliosi
manifestarsi nella vita in un modo ed avere delle tendenze profonde opposite
scroscio alle dita
aggressività repressa
seni paranasali
disarmonia, irritazione, mancanza di "fiuto"
seno
dolore, tristezza, perdita del figlio (sx) o del compagno (dx), mancanza di affetto,
paura di crescere e di maturare.
singhiozzo
inceppamento nei rapporti con gli altri, situazione che non riesco ad "ingoiare"
sinusite
conflitto con una persona vicina, dipendenza
sistema nervoso
eccesso o mancanza di attività, ipersensibilità, mancanza di comunicabilità
sordità
rifiuto, isolamento, mancanza di comprensione, testardaggine
spalle
sentire troppa responsabilità, assumersi le responsabilità altrui, rigidità nei pensieri
stanchezza
disamore verso qualche aspetto delle attività o della vita
sterilità
difficoltà con la parte materiale, paura della responsabilità, mancanza di onestà con
sé stessi
stitichezza
trattenersi, avarizia, aggrapparsi a credenze che ci danno sicurezza
stomaco
paura delle esperienze di vita, delle novità, disapprovazione di sé, situazioni che
non abbiamo digerito
surreni
mancanza di reazione ad avvenimenti importanti della vita
testicoli
principio maschile, creatività
timo
eccessiva preoccupazione di questioni correlate agli altri, condizionamento
tiroide
disequilibrio nella comunicazione, incompletezza, introversione, insoddisfazione,
mancanza di equilibrio, difficoltà di espressione
torcicollo
rifiuto di far fronte ad una situazione per paura di dover passare all'azione
tosse
malinconia, conflitti acuti, turbamenti
tracheite
impressione di sentirsi soffocati dagli eventi, dalle situazioni
trisma facciale
controllo eccessivo, rigidità, forte difficoltà di espressione e di comunicazione
trombosi
emozione che ha bloccato la gioia di vivere
ulcera duodenale
aggressività rivolta all'interno, problemi con il potere
unghia incarnita
senso di colpa o rimpianto rispetto ad una direzione intrapresa
uretrite
rifiuto di passare da una situazione ad un'altra, collera o amarezza
ustioni
collera, insoddisfazione, bisogno d'amore
utero
famiglia, senso di maternita'
vagina
femminilità, recettività, accoglienza
vaginite
collera nei confronti del partner sessuale, difficoltà ad accettare il proprio ruolo
femminile e sessuale - paura o senso di colpa
vene
mancanza di cedevolezza, arrendevolezza, accoglienza
verruche plantari
rimpianti di situazioni passate
vertigini
disequilibri, problemi con l'infanzia, variazione della situazione conosciuta
vescica urinaria
ansia e nervosismo, paura in generale
vitiligine
provare un senso di vergogna
volto
individualità, senso di sé
vomito
rifiuto violento, bisogno di libertà, paura
 

Potrebbero piacerti anche