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UNA SCOMMESSA
A WAGER
GABELLINI

UNA RIVOLUZIONE SILENZIOSA È ALLE PORTE


A QUIET REVOLUTION IS COMING
TALIA

DIMENSIONI TATTICHE PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA E TERRITORIALE


TACTICAL APPROACHES TO TERRITORIAL AND URBAN REGENERATION
RIZZO / SCAMPORRINO / ALBERTI / CALACE / ANGELASTRO / CARIELLO / CANNAVÒ / CARIDI / D’ONOFRIO / TRUSIANI /
GEUSA / GUADALUPI / LAZZARINI / LÓPEZ BAEZA / LINGUA /ZUPI

STRATEGIE PER UNO SVILUPPO DURATURO DEL PAESAGGIO E DEI TERRITORI FRAGILI
SUSTAINABLE DEVELOPMENT STRATEGIES OF LANDSCAPE AND FRAGILE TERRITORIES
ANGRILLI / CARTA / LUCCHESI / CASAGRANDE / BARESI / FABBRO / LA RICCIA / PIERANTONI / SARGOLINI / PISANO

CITTÀ RESILIENTI: STRUTTURE AMBIENTALI, RIGENERAZIONE E INNOVAZIONE LOCALE


RESILIENT CITIES: ENVIRONMENTAL FRAMEWORK, REGENERATION AND LOCAL INNOVATION
COPPOLA / VANELLA / DEVANEY / TRILLO / FACCHINETTI / GALUZZI / VITILLO / POLI / RAVAGNAN / MORETTI /
GIAMMUSSO / MONARDO / TRILLO / TURCHETTI

157
LXVII SERIE STORICA

RIVISTA SEMESTRALE
GENNAIO-GIUGNO 2016
N.51 REG. TRIB. ROMA
A SIX-MONTHLY JOURNAL
JANUARY-JUNE 2016

€ 43,00
URBANISTICA

Special Issue
157 URBAN PROMO PROGETTO PAESE
LXVII SERIE STORICA

UN NUOVO CICLO DELLA PIANIFICAZIONE


RIVISTA SEMESTRALE
GENNAIO-GIUGNO 2016
N.51 REG. TRIB. ROMA
A SIX-MONTHLY JOURNAL
JANUARY-JUNE 2016
TRA TATTICA E STRATEGIA
€ 43,00
A NEW CICLE OF URBAN PLANNING
BETWEEN TACTIC AND STRATEGY
URBANISTICA 157

URBANISTICA Comitato scientifico Scientific advisory board Direttivo nazionale Inu National board Anno LXVII
Rivista semestrale Rachelle Alterman Giuseppe Campos Venuti, Presidente onorario La numerazione storica prende avvio
dell’Istituto Nazionale di Urbanistica Israel Institute of Technology, Israel Silvia Viviani, Presidente dalla registrazione del Tribunale di Torino nel
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IN COPERTINA:
MILANO, GIARDINO DELLE CULTURE,
FOTO DI FRANCESCO SECCHI
COVER:
MILAN, GIARDINO DELLE CULTURE,
PHOTOGRAPH BY FRANCESCO SECCHI
Indice Table of contents U157
APERTURA OPENING
5 UNA SCOMMESSA 5 A WAGER
PATRIZIA GABELLINI PATRIZIA GABELLINI

PRIMO PIANO IN EVIDENCE


8 UNA RIVOLUZIONE SILENZIOSA È ALLE PORTE 8 A QUIET REVOLUTION IS COMING
MICHELE TALIA MICHELE TALIA

SEZIONE A SECTION A
15 DIMENSIONI TATTICHE PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA E TERRITORIALE 15 TACTICAL APPROACHES TO TERRITORIAL AND URBAN REGENERATION

16 PROMUOVERE L’AZIONE TATTICA. LA TEMPORANEITÀ NELLA PRATICA URBANISTICA 18 PROMOTING TACTICAL ACTIONS. TEMPORARY USES AND URBAN PLANNING
ANNALISA RIZZO, MATTEO SCAMPORRINO, FRANCESCO ALBERTI ANNALISA RIZZO, MATTEO SCAMPORRINO, FRANCESCO ALBERTI
22 CONIUGARE TATTICHE E STRATEGIE NEGLI SPAZI MARGINALI FRANCESCA CALACE, 25 COMBINING TACTICS AND STRATEGIES IN MARGINAL SPACES FRANCESCA CALACE,
CARLO ANGELASTRO, ALESSANDRO FRANCESCO CARIELLO CARLO ANGELASTRO, ALESSANDRO FRANCESCO CARIELLO
28 URBANISTICA COLLABORATA E COLLABORATIVA PAOLA CANNAVÒ 30 COLLABORATIVE PLANNING PAOLA CANNAVÒ
33 IL COMMONING URBANO TRA TATTICHE URBANISTICHE E INDIRIZZI STRATEGICI 35 THE SCOPE OF URBAN COMMONING FOR COLLABORATION BETWEEN URBAN TACTICS
GIUSEPPE CARIDI AND STRATEGIC DIRECTION GIUSEPPE CARIDI
37 L’INCERTEZZA DEL FUTURO E L’ADATTABILITÀ/REVERSIBILITÀ DELLE SCELTE DI PIANO ALLE 40 FUTURE UNCERTAINTY AND THE ADAPTABILITY/REVERSIBILITY OF PLANNING CHOICES
DIVERSE SCALE: UNA ESPERIENZA OLANDESE E UNA ITALIANA ROSALBA D’ONOFRIO, AT DIFFERENT SCALES: DUTCH AND ITALIAN EXPERIENCES ROSALBA D’ONOFRIO, ELIO
ELIO TRUSIANI TRUSIANI
42 NUOVE TATTICHE URBANISTICHE IN SISTEMI URBANI MULTIETNICI MAURIZIO GEUSA 44 NEW CITY PLANNING TACTICS IN MULTIETHNIC URBAN SYSTEMS MAURIZIO GEUSA
46 TATTICHE URBANE, UN CONCETTO SFOCATO CAMILLA GUADALUPI 48 URBAN TACTICS, A BLURRY NOTION CAMILLA GUADALUPI
50 LA STRADA DEI FUNGHI: LA PERCEZIONE DELLE TRASFORMAZIONI URBANE ATTRAVERSO 53 THE MUSHROOMS’ STREET: THE PERCEPTION OF URBAN TRANSFORMATIONS THROUGH
INSTAGRAM LUCA LAZZARINI, JESÚS LÓPEZ BAEZA INSTAGRAM LUCA LAZZARINI, JESÚS LÓPEZ BAEZA
55 DALLE TATTICHE ALLE STRATEGIE E RITORNO: PRATICHE DI CONTAMINAZIONE NEL 57 FROM TACTICS TO STRATEGIES AND BACK: REGIONAL DESIGN PRACTICES OF
REGIONAL DESIGN VALERIA LINGUA CONTAMINATION VALERIA LINGUA
60 NUOVE TIPOLOGIE DI BANDI PER FAVORIRE L’INTEGRAZIONE TRA STRATEGIE E TATTICHE 63 NEW TYPES OF CALLS TO FOSTER INTEGRATION BETWEEN STRATEGIES AND TACTICS
MASSIMO ZUPI MASSIMO ZUPI

SEZIONE B SECTION B
STRATEGIE PER UNO SVILUPPO DURATURO DEL PAESAGGIO SUSTAINABLE DEVELOPMENT STRATEGIES OF LANDSCAPE
67 E DEI TERRITORI FRAGILI 67 AND FRAGILE TERRITORIES

68 LA GRECIA DOPO LA CRISI. PAESAGGIO CON ROVINE MASSIMO ANGRILLI 72 AFTER THE GREEK CRISIS. LANDSCAPE WITH RUINS MASSIMO ANGRILLI
75 RI-AVVIARE IL CANTIERE INTERROTTO DELLA GRANDE TRASFORMAZIONE MASSIMO 78 TAKING UP WHERE THE GREAT TRANSFORMATION LEFT OFF MASSIMO CARTA, FABIO
CARTA, FABIO LUCCHESI LUCCHESI
80 PIANIFICARE TERRITORI SOSTENIBILI NEL TEMPO, PERCHÉ E COME I PAESAGGI SONO 85 PLANNING LONG LASTING TERRITORIES, WHY AND HOW LANDSCAPE MATTERS?
IMPORTANTI STEFANO CASAGRANDE, UMBERTO BARESI STEFANO CASAGRANDE, UMBERTO BARESI
87 PER UN’AGENDA URBANISTICA ANTI E POST-CRISI: RIGENERAZIONE ENDOGENA E 90 FOR AN ANTI- AND POST-CRISIS TERRITORIAL REGENERATION PLAN. THE FRIULI-
STRATEGIE ‘LOW CARBON’ IN FRIULI-VENEZIA GIULIA SANDRO FABBRO VENEZIA GIULIA REGION AS A STUDY AREA SANDRO FABBRO
93 DIMENSIONE STRATEGICA E DIMENSIONE TATTICA NELLA PIANIFICAZIONE LOCALE PER 96 STRATEGIC AND TACTICAL DIMENSION IN LANDSCAPE PLANNING AT THE LOCAL LEVEL
IL PAESAGGIO LUIGI LA RICCIA LUIGI LA RICCIA
99 I PAESAGGI DELL’ABBANDONO: NUOVI SPAZI URBANI E TERRITORIALI PER NUOVE 104 NEGLECTED LANDSCAPES AND BROWNFIELDS: NEW URBAN AND TERRITORIAL SPACES
COMUNITÀ ILENIA PIERANTONI, MASSIMO SARGOLINI FOR NEW COMMUNITIES ILENIA PIERANTONI, MASSIMO SARGOLINI
107 VENETIAN BASSORILIEVI. L’INVENZIONE DI UNA TATTICA TERRITORIALE CARLO PISANO 111 VENETIAN BASSORILIEVI. THE INVENTION OF A TERRITORIAL TACTIC CARLO PISANO

SEZIONE C SECTION C
CITTÀ RESILIENTI: STRUTTURE AMBIENTALI, RIGENERAZIONE E RESILIENT CITIES: ENVIRONMENTAL FRAMEWORK, REGENERATION AND
115 INNOVAZIONE LOCALE 115 LOCAL INNOVATION
116 INFRASTRUTTURE VERDI E MORFOLOGIE URBANE. UNA PROPOSTA METODOLOGICA PER 119 GREEN INFRASTRUCTURE AND URBAN MORPHOLOGIES. A METHODOLOGICAL PROPOSAL
L’AREA METROPOLITANA DI NAPOLI EMANUELA COPPOLA, VALERIA VANELLA FOR THE METROPOLITAN AREA OF NAPLES EMANUELA COPPOLA, VALERIA VANELLA
123 STRATEGIE DI SPECIALIZZAZIONE INTELLIGENTE: VERSO UN APPROCCIO DINAMICO PER LA 125 SPINNING THE WHEEL AND SWITCHING ON THE LIGHTBOX. TOWARDS A NOVEL EVALUATION
VALUTAZIONE DELLE POTENZIALITÀ LOCALI DI SVILUPPO CLARE DEVANEY, CLAUDIA TRILLO FOR SMART SPECIALISATION CLARE DEVANEY, CLAUDIA TRILLO
127 FARE URBANISTICA PER REGIONI IN TRANSIZIONE: TRADIZIONE, STRUMENTI, 129 PLANNING FOR REGIONS IN TRANSITION: TRADITION, TOOLS, INNOVATION FOR THE
INNOVAZIONE PER LA PRODUZIONE DI LUOGHI MARCO FACCHINETTI PRODUCTION OF PLACES MARCO FACCHINETTI
130 RIGENERAZIONE, CITTÀ CONTEMPORANEA E PROGETTO URBANO A PALERMO PAOLO 133 URBAN REGENERATION, CONTEMPORARY CITY AND URBAN PROJECT IN PALERMO
GALUZZI, PIERGIORGIO VITILLO PAOLO GALUZZI, PIERGIORGIO VITILLO
140 IL PIANO URBANISTICO TRA SOSTENIBILITÀ E RESILIENZA. NUOVI CONCETTI OPERATIVI 143 THE URBAN PLAN WITHIN SUSTAINABILITY AND RESILIENCE. NEW OPERATIONAL
E NUOVI VALORI COLLETTIVI IRENE POLI, CHIARA RAVAGNAN CONCEPTS AND COLLECTIVE VALUES IRENE POLI, CHIARA RAVAGNAN
146 COMUNIT(HUB). LA CITTÀ ARTIGIANA MAURIZIO MORETTI, MASSIMO GIAMMUSSO 149 COMUNIT(HUB). THE MAKERS CITY MAURIZIO MORETTI, MASSIMO GIAMMUSSO
151 STRATEGIE PER L’INNOVAZIONE E CITTÀ. IDEE DALLA BOSTON AREA BRUNO MONARDO, 153 INNOVATION STRATEGIES AND CITIES. INSIGHTS FROM THE BOSTON AREA BRUNO
CLAUDIA TRILLO MONARDO, CLAUDIA TRILLO
156 MICROCLIMA URBANO: VENTILAZIONE NATURALE E RIDEFINIZIONE DELLO SPAZIO DELLA 154 URBAN MICROCLIMATE: NATURAL VENTILATION AND SPACE REDEFINITION OF THE
CITTÀ STORICA GAIA TURCHETTI HISTORIC CITY GAIA TURCHETTI
SEZIONE / SECTION B >>>

SANDRO FABBRO parte da prima di questa e forse già dai primi


anni 2000. La deterritorializzazione implica per-
PER UN’AGENDA URBANISTICA dita di funzionalità, di attrattività e di valore del-
le strutture, ma anche perdita di controllo e di
ANTI E POST-CRISI: potere sulle forme materiali, culturali, sociali e
RIGENERAZIONE ENDOGENA E simboliche della stessa riproduzione del territo-
STRATEGIE ‘LOW CARBON’ IN rio (Becattini 2015). Il riavvio di un processo di
riqualificazione dei territori implica quindi anche
FRIULI-VENEZIA GIULIA maggiore autonomia ed autodeterminazione
locale. Sono le facce di una stessa medaglia e
La più grave crisi del dopoguerra sta lasciando rimangono i pilastri di ogni processo che punti
segni pesanti nelle economie locali e regionali a rimettere in piedi le condizioni dell’autoripro-
e sui territori. Ciò si somma alla inadeguatezza duzione dei territori. E’ quello che, con Raffestin
strutturale di molta parte del patrimonio edili- (1984), potremmo chiamare il riavvio di un ciclo
zio nazionale di cui i disastrosi effetti dei recen- di ‘riterritorializzazione’ e che qui cerchiamo di
ti terremoti nel centro Italia sono solo l’ultima incardinare intorno ad un piano pluridecennale
tragica evidenza (1). Nel complesso, il ‘capitale di rigenerazione del capitale territoriale simulan-
territoriale’ (Oecd 2001) italiano, sia a causa di do, come caso studio ed area pilota, un piano
una storica incuria, sia di carenti interventi di decennale regionale in Friuli-Venezia Giulia. E’
manutenzione e riqualificazione da parte dei pri- implicita, nella simulazione, l’intenzione di veri-
vati, ma anche per l’assenza, al di fuori dei grandi ficarne la fattibilità tecnica e, quindi, la stessa
centri, di nuove e promettenti prospettive di in- possibilità di replicare l’approccio in altre regioni
vestimento, sta degradando visibilmente: perde ed anche all’intero livello nazionale. Il modello
sicurezza, funzionalità, abitanti, prestazioni, in istituzionale e sociale che sorregge la sperimen-
una parola valore. In una situazione così diffusa- tazione è fortemente sussidiario e non solo in
mente problematica, è doveroso tentare di pro- senso verticale (dal cittadino al Comune, quindi
durre analisi e diagnosi argomentate dello stato alla Regione e quindi allo Stato), ma anche in
del territorio così come, al contempo, tentare di senso orizzontale e cioè in termini di forte inizia-
dare, anche come urbanisti, qualche indicazione tiva del soggetto privato, in cooperazione con il
operativa per uscire da questo stato di cose. soggetto pubblico, ma con compiti, missioni ed
Quella che presentiamo di seguito non è una po- operatività ben distinte (Moroni 2015).
litica in corso d’opera e neppure un piano in fase Un piano per la riqualificazione del patrimonio
di studio. L’area su cui intendiamo focalizzarci è edilizio nazionale, data la sua enorme dimen-
quella del Friuli-Venezia Giulia, regione fino a po- sione tecnico-finanziaria, si colloca in una pro-
chi anni fa non solo saldamente ancorata al Nor- spettiva pluridecennale e forse, anche plurige-
dest italiano ed alle sue performance, ma anche nerazionale e, come tale, deve necessariamente
decisamente proiettata, in un contesto di fidu- confrontarsi anche con le criticità più generali
ciosa avanzata del modello europeo, verso una che si configurano a livello globale quali, in pri-
stabile centralità europea (Fabbro 2007; Fabbro, mis, il cambiamento climatico, la mancanza di
Maresca 2014). Oggi, con una perdita del Pil, lavoro, l’invecchiamento della popolazione e i
in dieci anni, pari quasi al 15%, il Friuli-Venezia flussi migratori che sono spesso richiamati come
Giulia, sembra tornare ad essere una regione in criticità attuali e dei prossimi decenni (Mason
sofferenza (Mattioni 2015), se non marginale, 2015). Tutto ciò interagisce con un ciclo econo-
mentre la posizione confinaria non viene più per- mico stagnante che amplifica le difficoltà e ri-
cepita e gestita come una risorsa, ma piuttosto duce le possibilità di fuoriuscita dalla crisi. Non
come una minaccia. possiamo concepire, pertanto, un piano genera-
Come porsi, dunque, di fronte ad una situazione le di ‘riterritorializzazione’ del Paese senza posi-
così contraddittoria? zionarlo anche in relazione a queste criticità e
Prima di tutto provando a mettersi in una pro- alle politiche, europee ed internazionali, già in
spettiva di analisi critica e prospettica del ter- atto per farvi fronte (Unfccc 2015). Le strategie
ritorio. E’ inevitabile ispirarsi, allora, per trarne ‘low carbon’, basate cioè sulla minimizzazione
indicazioni ed insegnamenti, ai cicli lunghi di delle emissioni antropogenetiche di Co2 in at-
vita del territorio (2). Nel caso della regione mosfera, assumono, nella letteratura istituzio-
Friuli-Venezia Giulia si è oggi in presenza della nale (Cec 2008; Ecf 2010) e scientifica (Wilson,
fine di un ciclo espansivo e di ‘territorializzazio- Piper 2010), implicazioni socio-economiche e
ne’ che durava dagli anni sessanta e che aveva tecnologiche oltreché, naturalmente, ambientali
visto, nel ‘modello Friuli’ (3) di ricostruzione e insediative (Crawford, French 2008). La stra-
post-terremoto del 1976, il suo apice ed il suo tegia ‘low carbon’ deve, pertanto, informare ed
emblema politico e culturale. L’attuale fase di orientare, nel lungo termine, anche i piani (re-
‘deterritorializzazione’ (Raffestin 1984), incor- gionali e nazionale), di rigenerazione del capitale
pora certamente la crisi, dal 2008 in poi, ma territoriale.

U157 87
Dalla riqualificazione edilizia alla Giulia, si sta impoverendo più velocemente che La rigenerazione del territorio e la filiera
rigenerazione del capitale territoriale nel resto d’Italia e d’Europa: l’indice di dipen- produttiva CAT
Il vecchio motto quand le batiment va tout va denza strutturale (popolazione inattiva su po- Se, assieme ai dati relativi allo stato dell’edilizia,
ha descritto per decenni la funzione di volano polazione attiva) passa, in Friuli-Venezia Giulia, leggiamo anche quelli relativi allo stato del suolo
del ciclo edilizio. E’ un motto ancora valido? L’i- dal 2001 al 2014, dal 48% al 61% mentre è e del dissesto idrogeologico, degli insediamenti
dea che nuove costruzioni e nuove infrastruttu- più contenuto e lento nel resto d’Europa dove e della popolazione, non possiamo non registra-
re si debbano fare per aprire cantieri e rilanciare passa, dal 2001 al 2014, dal 49% al 52% (dati re che, almeno in Friuli-Venezia Giulia, un lungo
l’economia è una convinzione ancora piuttosto Eurostat 2015). ciclo di territorializzazione si è ormai decisamen-
diffusa ma che pare ormai obsoleta. Se guardia- Se tutto ciò è vero, allora è anche vero che: te esaurito con i primi anni 2000 e che siamo,
mo un po’ ai dati relativi al settore delle costru- – la crisi dell’edilizia e del mercato immobiliare forse già da allora, dentro una lunga e pesante
zioni ci accorgiamo che, invece, un ciclo storico più in generale non può essere spiegata solo fase di deterritorializzazione:
sembra essersi concluso e che i processi di ter- da fattori settoriali e congiunturali (la bolla im- – insediamenti ed infrastrutture risultano in ec-
ritorializzazione vadano radicalmente ripensati. mobiliare del primo decennio del duemila), ma cesso rispetto al loro uso attuale; in qualche caso
Il primo dato ‘macro’ è relativo al capitale am- anche da più generali fattori strutturali (in pri- sono anche sottoutilizzati e/o obsoleti (come ac-
bientale. Il consumo di suolo, secondo i dati mis ambientali, ma anche demografici, sociali cade in diversi centri turistici marini e montani);
Ispra del 2015, ha raggiunto, in valore asso- e culturali); – il capitale umano si sta contraendo ed impo-
luto ed anche relativo (nelle diverse zone del – il patrimonio edilizio esistente soddisfa lar- verendo più velocemente che altrove (il Friuli-
territorio) una soglia limite: tra i grandi paesi gamente la domanda di spazio per abitare e di Venezia Giulia è una delle regioni con il più alto
europei l’Italia è quello con maggior copertu- spazio per produrre; inoltre, anche a causa di tasso di invecchiamento d’Europa);
ra artificiale (10% circa; dati Eurostat 2012); il una crisi che ha inciso fortemente sui consumi – interi territori sono interessati dagli effetti del
Friuli-Venezia Giulia si colloca all’ottavo posto, e sugli investimenti delle famiglie, è da diversi cambiamento climatico, ma anche da processi di
tra le regioni italiane, con l’8% di superfice anni privo di manutenzioni ed adeguamenti im- severo abbandono;
artificiale. Ciò non significa, ovviamente, che piantistici e strutturali e si sta deteriorando a – l’identità e la vitalità di centri urbani grandi
non si potrà più utilizzare un metro quadro di vista d’occhio; e piccoli è stata fortemente compromessa dalla
superficie libera per nuove costruzioni, ma che – inoltre, senza i necessari interventi di ristruttu- esplosione dei centri commerciali degli anni scor-
la forte artificializzazione dei suoli, combina- razione antisismica, il patrimonio edilizio diven- si, che la tradizionale pianificazione territoriale
ta con i noti cambiamenti climatici, è tale da ta ancor più vulnerabile al rischio sismico (che non è stata in grado di contrastare (è dagli anni
sconsigliare ulteriori espansioni e da spingere riguarda una significativa percentuale del terri- novanta che la Regione sta cercando di rimpiaz-
al ripensamento complessivo dei nostri assetti torio italiano), perde, conseguentemente, attrat- zare il suo vecchio e superato Piano Urbanistico
urbanistici (Musco 2012). tività per i residenti che sono spinti ad abban- Regionale del 1978, ma con risultati nulli).
Il secondo dato ‘macro’ è relativo al capitale in- donare, con gli edifici più vulnerabili e costosi, – la combinazione dei diversi fattori ingenera
sediativo. In quest’ultimo decennio, si è dimez- anche interi insediamenti se non interi territori. una perdita, oltre che di valore economico, an-
zata, infatti, l’attività costruttiva. I dati dell’A- C’è un gran bisogno, quindi, di tornare a pro- che di senso e di valore culturale e simbolico del
genzia del territorio ci dicono che, fatto 100 durre con nuova intelligenza nel settore delle territorio. Ma ingenera una perdita anche di au-
il fatturato residenziale nel 2007, diventa nel costruzioni, non solo perché edifici ed infra- tonomia e di autogoverno.
2014 pari a 54,8 in Italia e al 51,4 nel Nordest strutture inevitabilmente degradano ed hanno Da cosa partire, quindi, per motivare una neces-
(quello non residenziale è inferiore al 50,0); un bisogno, come ogni altro manufatto, di conti- sariamente lunga e profonda ‘strategia di riter-
altro dato (la superficie abitabile autorizzata nua manutenzione; ma anche perché, senza ritorializzazione’ basata su una vasta ed artico-
con permessi di costruire) passa dal valore di case sicure ed efficienti non c’è neppure un lata rigenerazione delle diverse componenti del
1 metro quadro a famiglia nel 2003 al valore territorio attrattivo, né si possono conservare capitale territoriale? Dai macro-disegni insedia-
di 0,3 nel 2012 (dati Istat, 2015). Anche i dati adeguate economie locali. tivi, infrastrutturali od ambientali cui ci hanno
Ance Friuli-Venezia Giulia, relativi all’andamen- Il settore delle costruzioni, inoltre, soprattutto se abituati, per più di un decennio, le politiche
to di imprese e occupati nell’edilizia, mostrano allargato ad una più ampia filiera capace di inte- spaziali europee (Fabbro 2007) o dai micro-
che il settore si è quasi dimezzato negli ultimi grare le molteplici attività industriali e di servizio disegni legati alla vita quotidiana delle persone
anni: fatto cento il numero al 2008, nel 2015 le che stanno a monte ed a valle della stessa, può ed alle economie locali reali (Becattini 2015)?
imprese sono passate a 57,7 e gli operai a 63,2. attivare la più grossa ed articolata filiera dell’e- Non c’è dubbio che una ripartenza che volesse,
Ma un altro dato ‘macro’ assai importante è conomia e dell’occupazione (4) e, come tale, rap- in qualche modo, rappresentare una alternati-
quello Istat del 2011, relativo allo stato di con- presentare l’inevitabile destinatario di un massic- va di fronte alle difficoltà reali di quei macro-
servazione del patrimonio edilizio esistente che cio programma di investimenti anticrisi. disegni ad atterrare ed impattare positivamente
ci dice che più della metà degli edifici (53,67 Un programma di rilancio economico che vo- sul territorio (Fabbro et al. 2015), spingerebbe
in Italia, 53,51 in Friuli-Venezia Giulia) è ormai glia contrastare la crisi e contemporaneamente verso un piano di interventi dal basso, diffusi e
inadeguato, vulnerabile, obsoleto (età di co- far fronte ai cambiamenti strutturali della do- capillari, per la manutenzione e riqualificazione
struzione precedente agli anni 70 e quindi con manda sul territorio, deve, pertanto, allargarsi dello stock edilizio esistente. Ma questo potrà
50 anni ed oltre di vita). Non sembrerebbe vero, ad una filiera più complessa ed intersettoriale trovare un più ampio consenso ed uscire dai li-
quindi, che ci sia meno bisogno di attività nelle di quanto è stato nel passato (Verones, Zanon miti di una tradizionale politica di settore, solo
costruzioni. E’ vero, invece, che ce n’è gran bi- 2012) e che chiamiamo ‘filiera della rigenera- se riuscirà a mettere in moto, cumulativamente,
sogno nelle riqualificazioni edilizie ed urbanisti- zione del capitale territoriale’, la quale deve una più vasta filiera di riqualificazioni urbanisti-
che per produrre beni, privati e pubblici, diversi comprendere, oltre al capitale insediativo ed che, idrogeologiche e paesaggistico-ambientali
da quelli del passato. infrastrutturale, il capitale naturale ed ambien- (che, per semplificare, chiamiamo delle ‘costru-
Un ultimo dato decisivo è quello relativo al tale, il capitale sociale ed umano (Camagni zioni, dell’ambiente e del territorio’ o CAT). Una
capitale umano e sociale che, in Friuli-Venezia 2008). filiera CAT infatti:

U157 88
SEZIONE / SECTION B >>>

– diviene espressione di una sostenibilità molte- manifatturieri e che vanno sotto la definizione enogastronomiche. Ma nessuno di questi scenari
plice (economica, ambientale e sociale); generica di ‘fabbrica 4.0’); può, da solo, essere alternativo allo scenario CAT,
– risulta fortemente sussidiaria ed inclusiva (nel – la grande conflittualità in essere su politiche ma, semmai, solo integrativo. Lo scenario CAT è
senso più autentico del termine) perché basata essenzialmente simboliche, che però sottrae spa- basico nel senso che, senza un accettabile livello
sulla attivazione e partecipazione effettiva dei zio ed interesse sulle questioni di fondo ed oscu- di qualità del territorio (in termini di sicurezza,
cittadini nella veste anche di piccoli proprietari, ra le dimensioni e le caratteristiche della crisi; funzionalità, accessibilità per tutti, ecc.) nessuno
risparmiatori, operatori; – la lunga durata di un piano decennale che con- degli altri scenari richiamati si può reggere da
– si dispiega su più scale territoriali e più di- fligge con gli orizzonti brevi dei ritorni politici di solo.
mensioni sociali: dall’edificio all’isolato, dall’iso- area o di schieramento; La domanda a cui abbiamo cercato di rispondere
lato alla città, dalla città al sistema territoriale – la rilevante magnitudine finanziaria, organiz- è, quindi, come incardinare, in una strategia glo-
e regionale, ma si articola anche su diverse di- zativa, culturale del piano che richiede anche bale low carbon, una strategia di riterritorializza-
mensioni del sistema di riproduzione sociale: l’esistenza di un management pubblico partico- zione dell’Italia a partire dal basso. Le tattiche, a
da quello abitativo, a quello produttivo a quello larmente capace e motivato. tal fine, possono essere molteplici (piani regiona-
educativo. Dagli edifici privati al sistema territoriale. Dai li di investimenti a lungo termine, mobilitazione
La domanda a cui bisogna rispondere è, quindi, territori alla regione. Questo è il processo ascen- diffusa di risorse private per la riqualificazione
come innestare lo sviluppo della filiera CAT nel dente e sussidiario di rigenerazione del capitale energetica e la sicurezza antisismica, focus sulla
contesto di un più ampio processo di ‘riterritoria- territoriale. Per quanto riguarda gli strumenti filiera economica CAT, ecc.), ma possono essere
lizzazione’ di scala regionale e nazionale? L’ipo- di pianificazione in senso stretto, questi non anche intrecciate tra di loro. In questo scritto si
tesi che qui si vuole sostenere è quella di partire devono essere separati dal grande progetto di è cercato di dimostrare, simulando tali ‘tattiche’
agendo sistematicamente e diffusamente, in pri- rigenerazione del capitale territoriale, ma sono, in una regione dimensionalmente piccola, ma
mis, sulla riqualificazione energetica degli edifici in realtà, strumentali e funzionali a questo: la funzionalmente complessa come il Friuli-Venezia
E’ stato stimato (Paviotti 2016) che, in Friuli Regione è responsabile, con uno speciale stru- Giulia, che un simile processo è tecnicamente
-Venezia Giulia, per la riqualificazione di circa mento regionale di governo territoriale, dell’indi- fattibile, ma che a monte richiede sia la volon-
136mila edifici residenziali uni e bifamiliari e viduazione sia delle aree di valore da conservare tà di riconoscere e diagnosticare la gravità dello
146mila appartamenti realizzati prima del 1970 e degli insediamenti — a rischio — da proteggere, stato del territorio (cosa che, normalmente, alle
(e quindi, presumibilmente, privi di valide presta- sia delle aree da considerare prioritariamente élites di governo, non piace ricordare se non per
zioni funzionali) sarebbero necessari circa 8 mld per la riqualificazione e la rigenerazione urbana un breve lasso di tempo dopo l’ennesimo disa-
di euro complessivi, comprendendovi anche gli e territoriale. I sistemi territoriali locali interpre- stro), sia capacità culturali e di costruzione di
interventi per la sicurezza antisismica nei comuni tano ed implementano il piano anticrisi regiona- consenso a lungo termine, per l’impostazione di
a maggior rischio, ma esterni al cratere del terre- le con specifici ‘progetti di territorio’, capaci di un programma di durata almeno decennale.
moto del 1976 ed alla ricostruzione che ne è se- assumere come elementi fondativi il trattamento
guita. E’ una cifra assai rilevante (pari quasi alla dello spazio insediativo e la sua stretta relazione
metà del costo della ricostruzione post-sisma del con i processi socioeconomici in atto (Mascarucci Note
1976, a valori attualizzati) ma che interessereb- 2014). 1. Secondo il Rapporto Ance-Cresme del 2012, le aree
be tutta la regione e che consisterebbe, in gran a elevato rischio sismico rappresentano il 44% della
superficie nazionale (131.000 kmq), interessano il
parte (e diversamente da quel modello che vede- Conclusione: la rigenerazione endogena 36% dei comuni (2.893), dove vivono 21,8 milioni di
va una assoluta prevalenza delle risorse statali) dei territori per l’avvio di un ciclo di persone (il 36% della popolazione nazionale), cioè 8,6
in risparmi delle famiglie dirottati dal deposito riterritorializzazione del Paese milioni di famiglie e vi si trovano 5,5 milioni di edifici
bancario a quello nel bene durevole e primario Un processo di rigenerazione del capitale territo- tra residenziali e non residenziali.
della casa e, solo per una percentuale minore, di riale, a partire dalla riqualificazione del patrimo- 2. Ci si riferirà di seguito al ciclo di ‘territorializzazione,
risorse pubbliche. Una massiccia politica di in- nio edilizio esistente, significa, in ultima analisi, deterritorializzazione e riterritorializzazione’ teorizzato
dal geografo svizzero Claude Raffestin negli anni
centivazione pubblica, pari a circa 2 mld di euro ridare ragioni diffuse non solo per la valorizzazio- ottanta.
in dieci anni (20% del totale del costo dell’intero ne del capitale stesso ma anche per un più am- 3. Il concetto di ‘Modello Friuli’ è una razionalizzazione
piano decennale), consentirebbe di attivare un pio processo di riterritorializzazione del Paese. E’ ex-post di quanto è stato pensato, deciso e compiuto,
investimento complessivo (pubblico più privato) certamente un vaste programme che però, come a seguito del terremoto del 1976 e che si deve in
di quasi 10 mld di euro (5) i quali, a loro volta, dimostrano — se ce ne fosse bisogno — le tragi- particolare a Luciano Di Sopra (1998, 2016).
4. Secondo l’Ance, l’associazione dei costruttori,
se è giusto il moltiplicatore dell’Ance, generereb- che conseguenze dei recenti terremoti in centro investire un miliardo di euro in edilizia genera una
bero, nell’intera filiera CAT, un investimento 3,3 Italia, non è più neanche una opzione ma una ricaduta complessiva sull’economia (effetti diretti,
volte superiore e cioè pari a 30,3 mld di euro vera e propria emergenza, questa sì indispensa- indiretti e indotti) di oltre 3,3 miliardi e crea 17.000
complessivi. L’intervento regionale, che sarebbe bile per rilanciare la credibilità e la competitivi- posti di lavoro di cui circa 11.000 nelle costruzioni e
pari a 200 mln di euro all’anno su poste di bi- tà del Paese in quanto, senza sicurezza di base, 6.000 nei settori collegati.
5. La Regione, peraltro, recupererebbe gran parte dei
lancio in essere o da istituire con nuove leggi, non vi sono neppure le condizioni di efficienza fondi messi a contributo grazie al rientro, nelle casse
non pare impossibile (sarebbe pari al 5% circa minime per avviare credibili e sostenibili piani regionali, dell’IVA versata sui lavori realizzati.
del bilancio regionale annuale). I problemi della di rilancio economico in altri settori. Qualcuno
fattibilità di un piano decennale come quello qui potrebbe sostenere, infatti, che è più redditizio
proposto non paiono essere tanto quelli finan- puntare su altri scenari quali lo sviluppo di set-
ziari quanto quelli più strettamente politici e, in tori manifatturieri a più alto valore aggiunto,
particolare: oppure sulla smartness territoriale (quel mondo
– la competizione, per le risorse pubbliche, di ‘app’ che promette una vita più felice mani-
con altre strategie economiche (quali quelle polando lo smartphone), o sulla ricerca e l’inno-
legate alla innovazione tecnologica nei settori vazione tecnologica, o sulle filiere alimentari ed

U157 89
SANDRO FABBRO First of all, perhaps, trying to put it in a per- plan for the reterritorialization of the country
spective of critical analysis of the territory. In cannot, therefore, be conceived without put-
FOR AN ANTI- AND POST- this case, it is inevitable to seek inspiration, ting it in relation to these critical issues, and in
guidance and teaching from the long cycles the face of the European and international pol-
CRISIS TERRITORIAL of territorial evolution. In the case of the FVG icies already in place to cope with them (UN-
REGENERATION PLAN. THE Region, we are now probably at the end of a FCCC 2015). The ‘low carbon’ strategies, i.e.
FRIULI-VENEZIA GIULIA cycle of structuration, or, better, ‘territorializa-
tion’ (1), which lasted from the 1960s and that
based on the minimization of anthropogenic
emissions of CO2 in the atmosphere, assume,
REGION AS A STUDY AREA saw, in the ‘Friuli model’ (2) of post-earthquake in the institutional (CEC, 2008, ECF 2010) and
reconstruction of 1976, its ‘climax’ and its po- scientific (Wilson, Piper 2010) literature, so-
The most serious post-war crisis is leaving visi- litical and cultural emblem. cio-economic and technological implications in
ble signs on local and regional economies and The current phase of ‘deterritorialization’ (Raff- addition, of course, to the environmental ones.
territories. This is compounded by the struc- estin, 1986) certainly incorporates the crisis The ‘low carbon’ strategy must therefore, in the
tural inadequacy of much national housing from 2008 onwards, but started before and, long term, inform and guide the regional and
stock whose disastrous effects have, again, re- perhaps, in the early 2000s. Deterritorializa- national plans, as well as the regeneration of
cently been demonstrated by the earthquake tion implies a loss of functionality and attrac- the territorial capital (Crawford, French 2008).
in central Italy. As a whole, the state of the tiveness of the urban structures, value of the
Italian ‘territorial capital’ (OECD 2001) is due, buildings and also the loss of control and pow- From building renovation to the
in particular, to endemic neglect by central er over the material, social and symbolic repro- territorial capital regeneration
government. Even the maintenance and up- duction of the territory itself (Becattini 2015). The old motto ‘quand le batiment va tout va’ has,
grading of buildings by private individuals is It is, therefore, clear that the return to a redevel- for decades, described the flywheel function of
lacking, apart from the new and promising in- opment process of the territory implies a cred- the building cycle. Is it a still valid motto? The
vestment prospects in big cities. Consequently, ible and shared socio-economic perspective idea that new buildings and infrastructure are
the territorial capital is visibly degrading; it and also some degree of self-determination. just occasions to open building sites and boost
loses security, cultural features, inhabitants, These are faces of the same coin, and remain the economy is still a quite widespread belief;
attractiveness, good performance and, in one the pillars of every process that aims to rebuild but that now, after the real estate bubble burst,
word, value. In such a widely problematic situ- conditions of self-reproduction in territories. needs to be radically revised. If we look at some
ation, despite the recent national intervention It is what we could call, with Raffestin (1984, of the data related to the construction industry,
program issued by the Government for the an- 1986) the start of a new ‘reterritorialization’ we realize that a historical cycle seems, in fact,
ti-seismic improvement of buildings (‘Casa Ita- cycle, and that here we try to pivot around a to have been completed and that building pro-
lia’), it should be attempted to produce appro- decades-long plan for the regeneration of the cesses must be radically rethought:
priate analysis and diagnosis of the territory, territorial capital. The case study area is the 1. The first ‘macro’ data are related to the en-
along with timely interventions. Friuli-Venezia Giulia (FVG) Region. The simu- vironmental component of the territorial capi-
What is presented below is neither a policy lation aims to verify the main parameters and tal. Artificial land use has reached (in different
work in progress nor a plan under study. It technical feasibility of this regeneration plan, parts of the territory), in absolute as well as in
is just a simulation of something that, to be as well as the possibility of replicating the ap- relative value, a critical threshold. Among the
believed in, has to be considered useful and proach in other regions and, possibly, at state major European countries, Italy is the one with
necessary by people and their governing elites. level. The vision is that of a low carbon future, most artificial covering (about 10%; Eurostat
If the crisis, by virtue of some strange self-de- but firmly anchored to the current and diffused 2012); FVG is in eighth place among the Ital-
ception, makes it difficult for the governing territorial needs. The social organization model ian regions, with 8% of artificial surface (ISPRA
elites to see the usefulness and necessity of an that supports the plan is strongly based on the 2015). This means that the state of strong ur-
‘anti-crisis’ plan, centred on the regeneration subsidiarity principle, not only in the vertical banization of land, combined with the effects
of territorial capital, this is not a problem of direction (from bottom to top) but also in the of climate change, is such as to advise against
futility or impossibility of the plan itself, but a horizontal one, which means a strong initiative further expansion and to rethink current urban
difficulty of analysis and vision by these gov- of individual local units, in cooperation with development (Musco 2012).
erning elites. public bodies, yet with distinct missions, tasks 2. The second type of ‘macro’ data are related
The area we intend to focus on is Friuli-Ven- and operations (Moroni 2015). to the settlement component of the territorial
ezia Giulia (FVG), the Italian region firmly A plan for the redevelopment and improve- capital. In the last decade, in fact, building ac-
anchored, until a few years ago, in northeast ment of the national housing stock, given its tivity has been halved. The data of the national
Italy, its economic performance and also de- enormous technical and financial dimension, ‘Territorial Agency’ report that 100 residential
cidedly projected towards an advanced Euro- must be allocated in a decades-long and maybe sales in 2007 have become, in 2014, 54.8 in
pean context and the richer areas of Central even multigenerational perspective. As such, it Italy and 51.4 in the North-east (non-residential
Europe (even through logistics and transport must, necessarily, also deal with the more gen- is less than 50.0); other data (the residential
programs; see Fabbro, Maresca 2014). Today, eral global problems such as climate change, area authorized by building permits) pass from
the FVG Region seems to be going back to be- lack of jobs, aging population, migratory flows, a value of 1 square meter per family in 2003 to
ing a distressed region (Mattioni 2015), if not which are often cited as the most critical is- 0.3 in 2012 (ISTAT 2015). Moreover, the data
a marginal one, while its border position is no sues of the coming decades (Mason 2015). of ANCE FVG (3) on the evolution of companies
longer perceived and managed as a resource, Moreover, the context of a stagnant economy and employees in the building sector, show that
but rather as a threat. amplifies the problems, reduces the chances of the sector has almost halved in recent years:
How to act, therefore, in the face of such a con- overcoming the crisis and also makes the cited 100 companies in 2008, have dropped, in
troversial situation? criticalities interact with each other. A general 2015, to 57.7 and the workers to 63.2.

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SEZIONE / SECTION B >>>

3. Other very important ‘macro’ data (ISTAT the activation of a more complex and inter-sec- 1. could deliver a multiple sustainability perspec-
2011) are related to the maintenance of ex- torial supply chain than in the past (Verones, tive (economic, environmental and social);
isting buildings. Data regarding the buildings Zanon 2012; Garofoli 2017). This supply chain 2. is also strongly subsidiary and inclusive, because
previous to 1971 (therefore 50 years of age and is that of territorial capital regeneration which it would be based on the effective activation and
over) show that more than half of the build- includes, in addition to settlements and infra- participation of local communities, citizens even
ings (53.67% in Italy, 53.51% in FVG) are now structural capital also (at least in perspective), as small owners, investors and operators;
outdated and consequently more vulnerable to environmental, social and human capital (Ca- 3. unfolds on different territorial and social
the impact of natural disasters. It is therefore magni 2008). scales, from buildings to urban stock, from city
not true that there is less need to work in con- to territorial and regional system, but it is also
struction. It is instead true that there is a great Regeneration of the territorial capital split into different dimensions of the social re-
need for maintenance, refurbishment and rede- and the CET supply chain production system; from housing, to production,
velopment of buildings in order to pursue new If, together with information on the building to education.
private and public goods, other than those of sector, we read that related to hydrogeological The question that must, therefore, be answered
the past. risk and the degradation and depopulation of is how to graft the development of the CET chain
4. The last type of decisive data are related to settlements, we cannot fail to note that, at least onto a wide and diffuse process of reterritoriali-
human and social capital that, in FVG, are be- in FVG, a long ‘territorialization’ cycle definite- zation. The hypothesis that is supported here is
coming impoverished more quickly than in the ly ended with the early 2000s and that, since to start, systematically and extensively, from the
rest of Italy and Europe. The index of structural then, we have been in a lengthy and strong energy rehabilitation of buildings.
dependency (inactive population against work- phase of ‘deterritorialization’: It has been estimated (5) that a regional plan,
ing age population) passes in FVG, in the peri- – settlements and infrastructure are in excess in for buildings rehabilitation, would require
od 2001-2014, from 48% to 61%, while it is relation to their actual use; in some cases they around 10 billion euros across the entire FVG
smaller and slower in the rest of Europe where, are also under-utilized and/or obsolete (as, for region (including seismic safety measures in
in the same period, it goes from 49% to 52% example, some seaside and mountain tourism the most vulnerable areas). A regional public fi-
(Eurostat 2015). centers). nance intervention of about € 2 billion over ten
If all this is true, then it is also true that: – human capital is shrinking and depleting years (20% of the total cost of the entire dec-
1. The crisis in the building sector and, more faster than elsewhere (FVG is one of the regions ade) would perhaps be enough to activate the
generally, in the real estate market (the housing with the highest rate of aging of Europe). family private investment for the resting 80% of
bubble of the first decade of 2000), cannot be – entire territories are affected by the effects the 10 billion euro. This would mean a regional
explained, at least in some areas of the western of climate change, but also by severe abandon- intervention of € 200 million per year, important
countries, only by sectorial and financial factors ment processes. but not impossible, as it would amount to 5% of
but also by more general and structural factors – the identity of places is strongly affected by the annual regional budget. The feasibility of the
primarily connected with an environmental, de- external intervention (the shopping centres of ten-year plan, like the one proposed here, does
mographic and social decline. the last decades or more recent big infrastruc- not seem to be so much financial but more strict-
2. The existing building stock satisfies the ture) but also by endogenous, high impact, ly political and organizational because of:
demand for housing and production. But, at interventions against which the old land use – the competition, for regional financial resourc-
the same time, because the crisis has impact- planning seems no longer effective (since the es, with other economic strategies (such as those
ed heavily on household investments, it lacks 1990s, the FVG Region has been trying to re- related to technological innovation in the manu-
maintenance, renovation and structural adjust- place the old Piano Urbanistico Regionale of facturing sectors and that go under the generic
ments. Consequently it is visibly deteriorating, 1978, but without any significant result). but seductive definition of ‘factory 4.0’);
losing functionality and economic value. – the combination of several factors has there- – the greater political interest in symbolic poli-
3. Deprived of even the basic interventions fore generated a loss of economic value as well cies instead of difficult ones requiring strong and
of seismic upgrading, the building stock will as of the cultural and symbolic values of the durable choices in resource allocation;
become even more vulnerable to natural and territory. But also, which is possibly even worse, – the long duration of a ten-year plan that con-
anthropic risks and will, as a whole, lose per- a loss of autonomy and self-government of the flicts with the short horizons of political returns;
formance capabilities (first of all, safety), which local communities. – the significant financial, organizational and
will also lead to a loss of settlements’ function- The question is now which approach to adopt cultural magnitude of the plan that requires the
ality as well as the quality and attractiveness of in order to frame a long-term strategy of ‘terri- existence of a particularly able and motivated
entire areas. torialization’ based on a wide and deep regen- public management.
4. There is, thus, a great need to return to pro- eration of the territorial capital. A plan, aimed The process of regeneration of the territorial cap-
ducing in the construction industry because not only at the maintenance and upgrading ital starts structurally from private houses and
buildings, infrastructure and settlements need of the existing building stock but also to tran- embraces the entire territorial system but, at the
continuous maintenance in order to avoid deg- scend the limits of a traditional and sectorial same time, starts financially from the Region and
radation (like any other artefact). policy towards the regeneration of the territo- involves thousands of families. The municipali-
5. The building sector is also labour-intensive rial capital, has to move progressively towards ties and their associations, in a subsidiary posi-
and capable of directly activating a huge and a larger and integrated supply chain for settle- tion in relation to the families, have to identify
complex economic and employment supply ments regeneration, land use protection from the structural territorial elements (linear, punc-
chain (4). hydrogeological risks, landscape restoration tual or areal) to be considered and restructured
A productive relaunch plan of the building in- and so on (which, for simplicity, can be called for the urban integrated regeneration, as well as
dustry, suitable to overcome the current crisis the ‘construction, environment and territory’ to identify places, spaces and services centres
and meet the new structural changes on the supply chain or CET). The development of a CET to be shared for the co-working and co-housing
internal demand side, must inevitably focus on supply chain: activities.

U157 91
Moreover, the Region, in order to provide sus- In the paper, simulating the process in a small & Economic Analysis, The Hague [http://www.
tainable mobility (based, in the first place, on but functionally complex region like Friuli-Ven- roadmap2050.eu/attachments/files/Volume1_
fullreport_PressPack.pdf].
the railway network) and general access to dig- ezia Giulia, we have tried to demonstrate that
ital information, mainly has the task of identi- such a process is technically feasible, but ini- Fabbro S. (2007), Il Progetto della Regione Europea,
fying and intervening, through ‘territorial pro- tially requires both, the will to recognize the FrancoAngeli, Milan.
jects’, on nodes, networks and connections of severity of the crisis as well as the state of the
the various territories to be regenerated. territory (which the governing elites do not nor- Fabbro S., Maresca M. (2014), eds., Friuli Venezia
As regards the planning instruments in the Giulia-Europa: Ultima Chiamata. Un “porto regione”
mally like to recognize except for a short time tra Mediterraneo e Centro Europa, Forum Editrice,
strict sense, these are not to be separated from after the latest disaster) and, consequently, the Udine.
the larger plan of territorial capital regenera- necessity for a nationwide long-term plan to
tion, as they are, in fact, instrumental to this. overcome both the crisis and the degradation Fabbro S., Brunello L., Dean M. (2015), “Re-framing
The Region is responsible, with a regional spa- of the territory. Large Transport Infrastructure Plans: a Study on
tial plan, for identifying both the value are- European Corridors with a focus on North-Eastern
Italy”, International Planning Studies, vol. 20, no. 4,
as to be enhanced and the risk areas to be p. 323-349.
protected, and those areas to be considered Notes
as a priority in the redevelopment and regen- 1. This refers to the cycle of ‘territorialization, Mascarucci R. (2014), Serve ancora l’urbanistica, Sala
deterritorialization and reterritorialization’ theorized
eration process. by the Swiss geographer Claude Raffestin during the
editori, Pescara.
1980s.
Conclusion Mattioni F. (2015), Caro Modello Friuli, L’Orto della
2. The concept of the ‘Friuli Model’ is an ex-post
Cultura, Udine.
The territorial capital regeneration process, rationalization of what has been thought, decided
starting from the redevelopment of the exist- and realized to completely reconstruct, in more or
Mason P. (2015), Postacapitalism. A guide to our
less ten years, the wide area of Friuli (Northeastern
ing houses and buildings, ultimately means to Italy) stricken by the 1976 earthquake and is due, in
future, Penguin, London.
motivate the basic reasons and efforts for rede- particular to Luciano Di Sopra (1998, 2016).
velopment of the building stock but bearing in Moroni S. (2015), Libertà e innovazione nella città
3. ANCE is the acronym of the Italian association of
sostenibile, Carocci Editore, Rome.
mind, if possible, a broader reterritorialization builders.
process of the country. It is certainly a ‘vast 4. According to ANCE to invest a billion euro in the
Musco F. (2012), Città e territori nel cambiamento
programme’, but it is no longer an option but building sector generates a fallout, on the overall
climatico: Piani, strumenti e processi di governance,
economy (direct, indirect and induced), of over 3.3
a real emergency, essential to revive the credi- billion and creates 17,000 jobs, of which about 11,000
FrancoAngeli, Milan.
bility and competitiveness of the country. With- in construction and 6,000 in the related sectors.
Oecd (2001), Oecd Territorial Outlook, Paris.
out basic territorial security and quality, in fact, 5. See ‘Territorial capital and urban regeneration: the
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chain, starting from single houses and small Ingegneria Civile, Università di Udine.
centres, can be considered regenerative of all
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could stand alone. Cec (2008), Package of implementation measures delle politiche urbane, FrancoAngeli, Milan.
The question we sought to answer is, therefore, for the EU’s objectives on climate change and
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order to be widely consensual but, at the same Crawford J., French W. (2008), “A low-carbon future:
time, effective, the process would probably re- Spatial planning’s role in enhancing technological
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