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scheda

1a NOME CLASSE

1. Osserva le fotografie ed esegui le attività.

• Che cosa sta succedendo a quest’orso bianco?

• In quale ambiente dovrebbe vivere? Disegnalo, poi descrivine le caratteristiche.

• Che cosa rappresenta questa fotografia?


© PEARSON ITALIA

• Sapresti dire che cosa c’è che non va?

• Questo fenomeno ha un nome: lo conosci?

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scheda
1b NOME CLASSE

• Che cosa è accaduto a quest’uccello?


• Quali potrebbero esserne le cause?
• Pensi che riuscirà a sopravvivere in questa nuova situazione?

• Perché?

• Quali potrebbero essere le cause di questo fuoco?

• Quali potrebbero esserne le conseguenze?


© PEARSON ITALIA

2. Per ognuna delle fotografie precedenti, scrivi uno slogan


per sensibilizzare sul problema.
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scheda
2 NOME CLASSE

1. Leggi il testo e sottolinea alcune parole chiave che potrebbero


essere collegate alle fotografie della scheda precedente.

Ecosistemi in fuga
Gli ecosistemi e gli esseri viventi che li compongono reagiscono alle variazioni
di temperatura dell’aria e dell’acqua, delle precipitazioni, della durata della
copertura nevosa e del gelo e così via mettendo in atto strategie di adattamento
oppure migrando alla ricerca di ambienti a loro più favorevoli.
Secondo gli studiosi, il 40 per cento di piante e animali selvatici nel mondo
avrebbe modificato la sua zona di diffusione negli ultimi decenni per stare al
passo con le variazioni del clima.
L’attuale aumento della temperatura sta provocando effetti negativi su diversi
organismi viventi, che poi si ripercuotono sull’intera catena alimentare: alcune
specie si sono già estinte, e molte altre rischiano l’estinzione durante questo
secolo se la velocità del cambiamento climatico sarà maggiore della capacità
di adattamento o di migrazione, peraltro oggi già messa in crisi dalla pressione
umana sul territorio (deforestazione, edificazione, frammentazione degli habitat,
inquinamento).
Una delle principali cause di perdita della diversità biologica è rappresentata
dalla massiccia invasione da parte di specie «aliene» conseguente a variazioni
climatiche e ambientali.
In Europa, per l’aumento della temperatura che accelera lo sviluppo delle
larve, si è registrata una forte espansione della zona di distribuzione di insetti
dannosi per le foreste: un esempio è la farfalla processionaria del pino, le cui
larve si nutrono degli aghi dei pini portando spesso la pianta alla morte, che si è
diffusa anche ad altitudini in cui prima era sconosciuta, per via di inverni troppo
miti. Peraltro, gli attacchi parassitari si estendono più facilmente su piante
già indebolite dalla siccità o da temperature eccessivamente elevate, come
avvenuto sui boschi delle Alpi a seguito della caldissima estate 2003, quando i
popolamenti di abete rosso sono stati minacciati un po’ ovunque da un vigoroso
attacco di coleotteri scolitidi, insetti minatori del legno che scavano una fitta
rete di gallerie al di sotto della corteccia. Anche le querce e le betulle nella
Pianura Padana hanno sofferto le condizioni estreme di caldo e aridità di quella
© PEARSON ITALIA

stagione, mostrando precoce ingiallimento e caduta delle foglie, talora anche in


stagioni successive come la caldissima estate del 2006.
Luca Mercalli, Che tempo che farà, Rizzoli

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