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Applicazioni della teoria della scelta:

curva di offerta di lavoro e curva di offerta di risparmio


Appunti per il corso di Economia politica I

Enrico Bellino
Aprile 2011

1 Introduzione
In questo capitolo indagheremo come si formano le scelte di consumo degli individui
qualora si tenga esplicitamente conto del fatto che la dotazione di moneta M che
appare nel vincolo di bilancio deriva da scelte razionali degli individui in relazione
all’offerta dei fattori produttivi a loro disposizione. I tipici fattori produttivi pos-
seduti dagli individui e ‘prestati’ alle imprese dietro un compenso sono la terra, il
lavoro e il capitale. I corrispondenti compensi vengono denominati rendita, salario e
interesse (o profitto) rispettivamente. Per semplicità tralasceremo di considerare il
fattore di produzione ‘terra’. Nella sezione 2 tratteremo dell’offerta di lavoro mentre
nella sezione 3 tratteremo dell’offerta di capitale

2 Scelte fra consumo e tempo libero - Curva di offerta di


lavoro
Consideriamo un individuo che deve decidere la quantità di un bene di consumo da
acquistare, x, utilizzando il potere d’acquisto derivantegli dalla “vendita” di ` unità
di lavoro. Indicando con p e con w il prezzo del bene di consumo e il salario unitario,
il vincolo di bilancio che fronteggia l’individuo è dato da:

px = w`s . (1)

Nella (1) le grandezze x ed ` sono incognite sotto il controllo dell’individuo, mentre


p e w sono parametri dati.
Rispetto al vincolo di bilancio studiato nelle lezioni precedenti, ci sono due dif-
ferenze: i) a scopo di semplicità si considera un solo bene di consumo: poiché è
comparsa l’incognita aggiuntiva ` si è ridotto il numero dei beni di consumo oggetto
di scelta per poter continuare a rappresentare il problema in grafici a due dimensio-
ni; è sempre possibile ri-generalizzare l’analisi con un qualunque numero di beni di
consumo o, più approssimativamente, concependo il bene x come un bene “aggre-
gato”, un paniere di beni, il cui prezzo è p); ii) una sola incognita (x) si riferisce a
una quantità di bene acquistato o domandato; l’altra (`) rappresenta la quantità di

1
lavoro venduto o offerto. Questa seconda differenza può essere facilmente eliminata
riformulando il problema in esame in modo che i due beni oggetto di scelta siano il
generico “bene di consumo”, che indicheremo ancora con il simbolo x, e il tempo che
l’individuo vuole tenere per sé, cioè il “tempo libero”, che indicheremo col simbolo
t. L’individuo possiede una “dotazione” di tempo a sua disposizione, che potremmo
indicare con t̄ e che corrisponde alla quantità di tempo disponibile nel periodo che
corrisponde al suo orizzonte di programmazione (per esempio 30 giorni se l’orizzonte
fosse il mese, 365 giorni se fosse l’anno, ecc.). In tal caso si descrivono le scelte del
consumatore “fingendo” che egli venda sul mercato integralmente la sua dotazione
di tempo e ne ricompri poi quella parte che vuole mantenere per sé. Questo ragio-
namento permette di capire che il prezzo del tempo libero è il salario, in quanto ogni
scelta di “consumare” un’ora di tempo in più per sé equivale a non offrire un’ora di
lavoro. La retta di bilancio assume, cosı̀, la seguente formulazione:

px + wt = wt̄. (2)

Si osservi che poiché la somma delle ore lavorate, cioè del lavoro offerto, `s , e delle
ore consumate come tempo libero deve essere pari all’ammontare totale di tempo a
disposizione del consumatore, si ha che

`s + t = t̄. (3)

È immediato venere che grazie alla (3) le espressioni del vincolo di bilancio (1) e (2)
coincidono.
La retta di bilancio (2) è rappresentata sul piano (t, x) da una retta decrescen-
te che passa per il punto (t̄, 0), che indica le dotazioni individuali, quale che sia il
sistema dei prezzi. Pertanto al variare del salario (per esempio all’aumentare del sa-
lario) rispetto al prezzo del bene di consumo la retta di bilancio ruoterà (diventando
più ripida) facendo perno sul punto (t̄, 0) (si vedano le tre rette di bilancio della
figura 1 che sono state tracciate assegnando tre valori diversi al salario unitario,
w0 < w00 < w000 ).
Per conoscere la scelta ottima fra consumo e tempo libero, dati i prezzi w e p
è necessario conoscere le preferenze dell’individuo fra questi due beni. Essa sarà
individuata, nel caso di un ottimo interno, dal punto di tangenza fra la curva di
indifferenza più lontana dall’origine e la retta di bilancio: il paniere E 0 per w = w0 ,
il paniere E 00 per w = w00 e il paniere E 000 per w = w000 . Le scelte ottime riguardanti
l’“acquisizione” di tempo libero determinano al tempo stesso, per differenza, la
quantità di lavoro offerto: `s0 per w = w0 , `s00 per w = w00 e `s000 per w = w000 . È
possibile calcolare la scelta ottima per tutti i valori di w e di p: si ottengono cosı̀ le
funzioni di domanda del bene di consumo e di tempo libero per ciascun individuo
i,1

tdi = tdi (w, p)


xdi = xdi (w, p),
1
Indichiamo ora esplicitamente l’indice i che identifica l’individuo a cui si riferiscono le funzioni
indicate finora; per semplificare la notazione si era finora omessa tale indicazione.

2
x 6
@@ coeff. ang.
@ −w000 /p
@ w0 < w00 < w000
@
@
@
@ 000
................................ @•..E
H
.
....
@
coeff. ang. 
HH
HH E 00 ... @
..................
•.. .. @
−w00 /p H
... HH ..... @
... H..
... H @
.... H
.
....
@
hhh ...
H
h HH @
coeff. ang. 
hh .... hhhh .... h H @
0
0
−w /p .
.
..................................................
... .
.
...
hhhh EH
•... hH @
 . 00   000  . .
.
. 0 
hHh@H
h -
0 w
t p t p w
t pw t̄. t
... ... .. .
... ... {z }....
 0 ..
|
... ...
... ... `s0 = `s wp ....
... .. ..
.... }....
...
| {z
...
 000 
`s000 = `s wp ...
.... ..
| {z }.
 
w00
`s00 = `s p

Figura 1: Scelte fra consumo e tempo libero

3
w
6

w000 ..............................•...
...
...
...
...
...
...
....
...
...
w00 ............................................ .... ....

.... ....
... ...
... ...
w0 .............
....
• .... ....
... ... ...
.. .. .. -
0 `s0 `s000 `s00 `s

Figura 2: Curva individuale di offerta di lavoro

e, per differenza, la funzione individuale di offerta di lavoro:2

`si = t̄ − tdi (w, p).

A partire dalle preferenze rappresentate nella figura 1 si ottiene un andamento


della curva individuale di offerta di lavoro del tipo di quello indicato nella figura 2.
Essa evidenzia un andamento non monotono della relazione fra il salario unitario e
la quantità di lavoro offerta che può apparire contro-intuitivo: il tratto “anomalo”
è costituito dal ramo decrescente della curva di offerta. È possibile dare una spie-
gazione economica di tale andamento. Esso dipende dall’interazione di un effetto di
sostituzione e di due tipi di effetti di reddito. Al crescere del salario unitario, fermo
restando il prezzo del bene di consumo, si verificano tre fenomeni:

ES si rincara il tempo libero rispetto al bene di consumo; l’individuo troverà con-


veniente sostituire il bene rincarato, cioè il tempo libero, col bene di consumo;
ciò conduce a una riduzione del consumo di tempo libero e quindi a un aumento
del lavoro offerto; tale effetto è noto come effetto di sostituzione;

ER-O l’individuo “si impoverisce” in termini reali: col suo reddito è in grado di acqui-
stare minori quantità di entrambi i beni; anche ciò conduce a una riduzione del
consumo di tempo libero e un aumento del lavoro offerto (posto che entrambi
i beni siano beni “normali”, ossia beni il cui consumo aumenta all’aumentare
del reddito); tale effetto è noto come effetto di reddito ordinario;
2
Poiché come si è visto la quantità di lavoro offerto dipende dal prezzo relativo del lavoro rispetto
a quello del bene di consumo tale funzione è omogenea di grado 0, ossia non subisce variazioni se
si verificano variazioni equi-proporzionali di p e di w. Potremmo dunque scrivere `si = `si (w/p).
In termini economici ciò significa che gli individui basano le loro decisioni di offerta di lavoro solo
sul salario reale, ossia la quantità di bene di consumo che si può acquistare con la vendita di una
unità di lavoro; i lavoratori non soffrono cioè di “illusione monetaria”.

4
ER-D aumenta il valore della dotazione di tempo a disposizione dell’individuo (au-
menta la remunerazione del lavoro); per tale via l’individuo è portato ad ac-
quistare quantità maggiori di bene di consumo e di tempo libero; ciò porta a
una riduzione del lavoro offerto; tale effetto è noto come effetto di reddito “da
dotazione”.

L’effetto totale dipende dalla somma dei tre effetti; i primi due effetti, eviden-
ziando movimento nella stessa direzione del salario unitario e della quantità di lavoro
offerta, porterebbero a ottenere una curva di offerta di lavoro crescente; il terzo ef-
fetto, evidenziando movimenti in direzione opposta di salario e offerta di lavoro,
condurrebbero a un andamento decrescente della curva di offerta di lavoro. L’effetto
totale dipende dal peso relativo di questi tre effetti. Se per alcuni livelli del salario
unitario prevale il terzo effetto la curva di offerta di lavoro può avere l’andamento
descritto nella figura 2.
Aggregando rispetto a tutti gli individui che compongono il sistema economico
si ottengono le funzioni di domanda e offerta collettive che utilizzeremo nel seguito:
la funzione collettiva di domanda bene di consumo,
I
X
d
x (w, p) = xdi (w, p), (4)
i=1

e la funzione collettiva di offerta di lavoro,


I
X
`s (w, p) = `si (w, p). (5)
i=1

3 Scelte intertemporali - Curva di offerta di risparmio


Applichiamo ora la teoria della scelta razionale del consumatore alla scelta riguar-
dante come ‘allocare’ il reddito al consumo di diversi periodi.
Consideriamo, per semplicità, un orizzonte temporale di soli due periodi, ‘1’ e
‘2’: per es. il periodo in cui un individuo è lavorativamente attivo e quello in cui è
collocato a riposo. Consideriamo, ancora per semplicità, un solo bene di consumo,
che può essere consumato solo nel periodo in esame e indichiamo con c1 e c2 il
consumo nei due periodi. Siano, inoltre, M1 ed M2 le ‘dotazioni’ di moneta (di
potere d’acquisto) in tali periodi (il reddito da lavoro e la pensione nell’esempio
accennato prima).
Indichiamo con p1 e p2 i prezzi del bene nei due periodi e, per semplicità,
supponiamo che tale prezzo non vari nel tempo (assenza di inflazione): si ha pertanto

p1 = p2 = 1,

dove l’uguaglianza a 1 del prezzo nei due periodi è giustificata mediante la scelta di
una opportuna unità di misura del bene di consumo: una unità di bene di consumo
sarà, per definizione, quella quantità di tale bene che si scambia con 1 unità di conto
(es. l’euro).

5
In questo quadro si suppone che l’individuo, pur non potendo trasferire il bene nel
tempo, possa trasferire il potere d’acquisto nel tempo: egli potrà infatti consumare
più (o meno) della sua dotazione di potere d’acquisto in un periodo a condizione che
consumi meno (o più) della sua dotazione di potere d’acquisto nell’altro periodo. Su
tali operazioni finanziarie è praticato un saggio di interesse pari a r. Per semplicità
si suppone che il tasso a debito coincida col tasso a credito. L’individuo in esame
dovrà rispettare due vincoli di bilancio, uno per ciascun periodo:
c1 = M1 − s (6a)
c2 = M2 + s(1 + r), (6b)
dove s indica il risparmio compiuto dall’individuo nel periodo 1. Esplicitando (6a)
rispetto a s, sostituendo in (6b) e riordinando si ottiene:
c2 = [(1 + r)M1 + M2 ] − (1 + r)c1 . (7)
La (7) indica il vincolo di bilancio che l’individuo deve rispettare nei due periodi,
cioè il vincolo di bilancio intertemporale. Esso è rappresentabile nello spazio (c1 , c2 )
da una retta decrescente, avente intercetta all’origine pari a [(1 + r)M1 + M2 ] e
coefficiente angolare pari a −(1 + r) (cfr. Figura 3).

c2
6

(1 + r)M1 + M2
e
in
cli

e
n
az

e
io
ne

e
:−

e
(1

e
+
r)

e
e
e (M1 , M2 )
M2 ···························•e
···
·· e
··
··· e
··
·· e
··
·· e
·· e - c1
0 M1 M2
M1 + 1+r

Figura 3: Vincolo di bilancio intertemporale

Il significato economico delle intersezioni con gli assi, al solito, indicano la quan-
tità massima di bene acquistabile in un periodo quando nell’altro periodo non si
acquista il bene: c1Max = M1 + M2 /(1 + r) nel primo periodo se, in aggiunta alla
dotazione monetaria del primo periodo l’individuo si facesse ‘anticipare’ quella del
secondo periodo, scontata al saggio r; c2Max = (1 + r)M1 + M2 nel secondo periodo
se l’individuo non consumasse nel primo periodo e trasferisse tutto il potere d’acqui-
sto del primo al secondo periodo; su tale trasferimento intertemporale va pertanto
aggiunto l’interesse calcolato al saggio r.

6
Per cogliere il significato economico del coefficiente angolare −(1 + r) immaginia-
mo che l’individuo voglia acquisire una unità aggiuntiva di bene nel primo periodo;
questa unità aggiuntiva gli ‘costa’, in termini di minor consumo futuro, 1 unità—
per averla trasferita al consumo presente—più l’interesse perso per non aver lasciato
investito al saggio r il potere d’acquisto corrispondente a tale unità: in tutto 1 unità
di consumo presente costa all’individuo esattamente 1 + r unità di consumo futuro.
Pertanto il coefficiente angolare indica il prezzo di una unità di consumo presente in
termini di consumo futuro (cosı̀ come l’inclinazione della retta di bilancio ordinaria
indica il prezzo relativo del bene misurato in orizzontale in termini del bene misurato
in verticale).
Osserviamo da ultimo che il punto di coordinate (M1 , M2 ) appartiene alla retta
di bilancio qualunque valore sia attribuito a r: ciò implica che al variare di r la retta
di bilancio (7) cambierà inclinazione ma passerà sempre per il punto (M1 , M2 ); più
precisamente al crescere di r la retta di bilancio intertemporale diventerà più ripida
ruotando sul punto (M1 , M2 ), come indicato nella Figura 4.

c2
6

A
A
A
inc

A
l
ina

A
zio

A
ne:

A
in

−(
cli

e A
na

A
z

+r

e
io

A
ne

00 )

e
:−

A
r0 < r00
e
(1

A e
+

e A
r
0
)

e A
eA
eA
eA
A (M1 , M2 )
M2 ···························
e •A·
··e
·· Ae
·· A
·· e
·· A e
··
···
A e
·· A e
·· AA e - c1
0 M1

Figura 4: Rotazione del vincolo di bilancio intertemporale al variare di r

Per spiegare come il consumatore sceglierà la combinazione ottima dobbiamo


conoscere le sue preferenze circa il consumo presente e futuro, le cosiddette preferenze
intertemporali. Esse saranno descritte attraverso la mappa delle curve di indifferenza
definite nello spazio (c1 , c2 ). Per tracciare tali curve supporremo che:

7
a) il consumatore consideri il consumo in ciascun periodo come un ‘bene’; in
altri termini aumenti del consumo di un periodo, fermo restando il consumo
nell’altro, conducono a una combinazione preferita); dunque una riduzione di
consumo in un periodo deve essere compensata da un aumento del consumo
nell’altro periodo; le curve di indifferenza saranno pertanto decrescenti;
b) il consumo in un periodo è sostituto imperfetto del consumo nell’altro periodo;
le curve di indifferenza saranno pertanto strettamente convesse;
c) il consumatore è ‘impaziente’; più precisamente ciò significa che in caso di
equi-distribuzione temporale dei consumi, cioè una situazione nella quale c1 =
c2 , il consumatore è disposto a rinunciare a una unità di consumo presente
(dc1 = −1) a condizione di ottenere un consumo addizionale futuro maggiore
di quello a cui ha rinunciato (dc2 > +1); il rapporto tra queste due variazioni,
dc2 /dc1 |u=ū , e cioè il saggio marginale di sostituzione intertemporale (SMSI),
sarà minore di −1 quando ci si trova lungo la bisettrice (c2 = c1 ); in formule:

dc2
SMSI(c2 = c1 ) ≡ (c2 = c1 ) < −1.
dc1 u=ū

Graficamente curve di indifferenza con queste proprietà saranno rappresentabili


come nella Figura 5.
c2
6

c2 = c1

A
A
A A   SMSI(c2 = c1 ) < −1

A A 
 

A  A

+A
A
A A
A

- c1
0

Figura 5: Curve di indifferenza intertemporali

Considerando ora questi due elementi congiuntamente (vincolo di bilancio e curve


di indifferenza intertemporali) siamo in grado di individuare la scelta intertemporale
ottima. Come visto nel corso, la scelta ottima è individuabile da un paniere che si

8
trova i) sulla retta di bilancio e ii) su una curva di indifferenza che non ammette
punti interni alla retta di bilancio. Nel caso di un ottimo interno questa coppia
di condizioni è soddisfatta da un punto di tangenza fra la retta di bilancio e la
curva di indifferenza più lontana dall’origine. Analiticamente un ottimo interno è
individuabile con le due seguenti condizioni:

SMSI = −(1 + r∗ )
c2 = [(1 + r∗ )M1 + M2 ] − (1 + r∗ )c1 ,

dove r∗ indica un dato livello del saggio di interesse.


Rappresentando graficamente la scelta ottima vediamo che si possono presentare
due situazioni, raffigurate nelle Figure 6 e 7: nel primo caso (Figura 6) il consu-
matore risparmia: sceglie di consumare nel primo periodo una quantità di bene
che comporta una spesa inferiore alla sua dotazione di moneta del primo periodo;
potrà, conseguentemente, consumare una quantità di bene che comporta una spesa
maggiore della sua dotazione monetaria nel secondo periodo. L’ammontare ottimo
di risparmio è dato da
s(r∗ ) = M1 − c1 (r∗ ). (8)
Nel secondo caso (Figura 7) il consumatore si indebita nel primo periodo e, conse-
guentemente, deve mantenere i consumi del periodo successivo inferiori a quelli resi
possibili dalla sua dotazione di moneta. L’ammontare ottimo di risparmio è ancora
individuato dalla (8); tale espressione è però in questo caso negativa.
c2
6

HH
in Hclin
aziH
oneH
: −
H
(1HH
+r∗
)HH
c2 (r∗ ) ································
H•·· H
·· H
·· HH
··
M2 ················································
···
H•·H
·· H
·· ·· HH
·· ··
··· ···
H
HH
· · H - c1
∗ M1
0 c1 (r )
| {z }
s(r∗ ) > 0

Figura 6: Scelta ottima: l’individuo risparmia nel primo periodo

Una volta visto come si individua la scelta ottima, al fine di costruire la curva
di offerta di risparmio, studiamo come varia la scelta ottima al variare del saggio di
interesse. Tale analisi è svolta graficamente nella Figura 8 nella quale si sono consi-
derati quattro livelli alternativi del saggio di interesse, rI , rII , rIII e rIV . Quando

9
c2
6

HH
in Hclin
aziH
oneH
: −
H
(1HH
+r∗
)HH
M2 ································H•·· H
·· H
·· HH
··
c2 (r∗ ) ················································
·· H•·H
·· H
·· ··
·· ··
HH
··· ·· HH
·· ·· H
H - c1
M ∗
0 1 c1 (r )
| {z }
s(r∗ ) < 0

Figura 7: Scelta ottima: l’individuo si indebita nel primo periodo

r = rI la scelta ottima è consumare c1 (rI ) nel primo periodo e, di conseguenza,


risparmiare s(rI ) = M1 − c1 (rI ); in tal caso dato il basso livello del saggio di inte-
resse l’individuo trova conveniente indebitarsi. Quando r = rII la scelta di consumo
ottima nel primo periodo passa a c1 (rII ) e compare un livello positivo di risparmio
ottimo, s(rII = M1 − c1 (rII ); e cosı̀ via per rIII e rIV . Nel passaggio da rIII a
rIV si ha che al crescere di r si inverte la tendenza alla crescita del consumo pre-
sente: si ha infatti c1 (rIV ) > c1 (rIII ), Ritorneremo tra breve su questo andamento
non-monotono del consumo presente al variare del saggio di interesse.
Riportando su un altro grafico (cfr. Figura 9) i diversi valori di r (i quattro con-
siderati nel grafico precedente e tutti quelli intermedi) e l’ammontare del risparmio
ottimo, calcolato come differenza fra la quantità di moneta del periodo 1, M1 , e il
consumo ottimo del primo periodo, c1 (r), si deduce la curva individuale di offerta
di risparmio.
Dal punto di vista analitico la curva individuale di offerta di risparmio è data da

s(r) = M1 − c1 (r), (9)

dove c1 (r) è soluzione del sistema

SMSI = −(1 + r), (10a)


c2 = [(1 + r)M1 + M2 ] − (1 + r)c1 . (10b)

rispetto a c1 espressa in funzione del parametro r. Si faccia attenzione a non con-


fondere, né dal punto di vista terminologico, né da quello concettuale, l’ammontare
del risparmio, dato da s = M1 − c1 , dalla funzione o curva di offerta individuale di
risparmio s(r), data dalla (9).
Nel caso della curva di offerta di risparmio tracciata nella Figura 9 generata dal-
le scelte ottime considerate nella Figura 8 si presenta un andamento non monotono

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A
A
A
c2 6 A coeff. ang.
IV
A−(1 + r )
A
A
A rI < rII < rIII < rIV
@ coeff. ang.
@ A
@ −(1 + rIII ) A
@ A
@ A E IV
A•...
@
@ E III ...A
•... .... A
@
... @ ... A
..
. .... A
...
@ ....
H @
coeff. ang. 
HH
... ...
A
II
HH
H ..
.
. @
... A
−(1 + r ) ...
HH
... HH
@ ... A
.
HH .... @
@ A
...
... ... E II@ A
A
h
hhh .
... h
H .
... •H H .. @ A
... h .... HH@A
hhhh
coeff. ang.  ... hhhh
I
−(1 + r ) ... ... h .. hhh
... .... A•..h
H
... @
H
h
...H EI
•... hhhh
h h
... ... ... . A@Hh
... ... ... ... A@ H H .... hhhh
... ... ... .
... A @ ... HH H
... ... ... ... A @ ...
... ... ... ... ... @ HH
.. .. .. .. A
A . @ . HH
H - c1
c1 (rIII )

c1 (rIV )
c1 (rII )

c1 (rI )

0 M̄ . 1
...
...
. ...| {z }.
... ... ... ...
... ... ... ... s(rI )
... ... ... ...
... ... ... . (< 0)
... ... .| {z }.....
... ... ...
... ... s(r II
) ...
... ... .
... ... (> 0) ....
..| . {z .
}....
...
s(rIII ) ...
(> 0) ...
.. ..
| {z }.
s(rIV )
(> 0)

Figura 8: Scelte di consumo intertemporale al variare del saggio di interesse

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r
6

rIV · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·•···
··
·
III · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ···· · · · · · · · · · · · · · · ·•
··
r ·· ··
·· ··
·· ··
II · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·•
·· ··
r ·
·· ··· ···
·· ·· ··
•············· r I ·· ·· ··
·· ·· ·· ·· - s(r)
s(rI ) 0 s(rII ) s(rIV ) s(rIII )

.5

Figura 9: Curva di offerta di risparmio (inversa)

della relazione fra il saggio di interesse e l’ammontare di risparmio, andamento che


può apparire contro-intuitivo: il tratto ‘anomalo’ è costituito dal ramo decrescente
della curva di offerta s(r). È possibile dare una spiegazione economica di tale an-
damento. Esso dipende dall’interazione di un effetto di sostituzione e di due tipi di
effetti di reddito. Al crescere del saggio di interesse, fermo restando il prezzo dei
due beni, si verificano contemporaneamente tre fenomeni:

ES si rincara il consumo presente rispetto al consumo futuro; l’individuo troverà


conveniente sostituire il bene rincarato, cioè il consumo presente, col bene che
si è ribassato, il consumo futuro; ciò conduce a una riduzione del consumo
presente e quindi a un aumento del risparmio; tale effetto è noto come effetto
di sostituzione;

ER-O l’individuo ‘si impoverisce’ in termini reali: col suo reddito è in grado di acqui-
stare minori quantità di entrambi i beni; anche ciò conduce a una riduzione del
consumo presente e dunque a un aumento del risparmio (posto che entrambi
i beni, consumo presente e consumo futuro, siano beni ‘normali’, ossia beni
il cui consumo aumenta all’aumentare del reddito); tale effetto è noto come
effetto di reddito ordinario.

L’aumento del saggio di interesse ha evidentemente un ulteriore effetto sul reddito


di ciascun consumatore, a seconda che questi scelga di risparmiare o di indebitarsi
nel primo periodo. Si possono cosı̀ distinguere due casi.

ER-D+ Se il consumatore risparmia nel primo periodo, l’aumento del saggio di inte-
resse aumenta il reddito derivante dal risparmio investito. Per questa via il
consumatore ‘si arricchisce’, e dunque, essendo consumo presente e futuro en-
trambi beni normali, il consumatore trova conveniente aumentare il consumo
presente e ridurre cosı̀ il risparmio offerto. Tale effetto, essendo riconducibile

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all’aumento del valore della ‘dotazione’ di moneta disponibile nel primo perio-
do e trasferibile (parzialmente, attraverso un risparmio positivo) al secondo,
viene chiamato effetto di reddito da dotazione.

− Se, alternativamente, il consumatore si indebita nel primo periodo, l’aumento


ER-D−
del saggio di interesse avrà ancora l’effetto di ‘impoverire’ il consumatore e,
pertanto, quello di diminuire il consumo presente e di aumentare il risparmio
o, più correttamente, in questo caso, di ridurre l’indebitamento.

L’effetto totale dipende dalla somma dei tre effetti e dal fatto che il consumatore
risparmi o si indebiti nel primo periodo.
Se il consumatore si indebita nel primo periodo i tre effetti (ES, ER-O e ER-
D−−) vanno nella stessa direzione e la curva di offerta di risparmio è sempre crescente.
Se invece il consumatore risparmia nel primo periodo l’effetto ER-D+ assume dire-
zione opposta a quello dei primi due effetti (ES, ER-O). Per quei livelli del saggio
di interesse dove ER-D+ prevale su ES ed ER-O si presenta un tratto decrescente
della curva di offerta di risparmio.

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