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LE FONTI DEL DIRITTO UE - IL Corso di laurea in:

- Giurisprudenza
DIRITTO PRIMARIO (2). - Diritto per l’impresa nazionale ed

LA CARTA DEI DIRITTI internazionale

DIRITTO DELL’UNIONE
FONDAMENTALI E I PRINCIPI EUROPEA
GENERALI

Prof. Stefano Bastianon


La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea
raccoglie in un unico testo i diritti civili, politici,
economici e sociali dei cittadini europei.

Questi diritti risultano raggruppati in sei grandi capitoli:

- dignità
- libertà
- uguaglianza
- solidarietà
- cittadinanza
- giustizia

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Dignità:

- diritto alla vita

- diritto all’integrità fisica e psichica

- divieto della pena di morte

- divieto di tortura e di pene o trattamenti disumani o


degradanti

- divieto della schiavitù e del lavoro forzato

- divieto di pratiche eugenetiche

- divieto della clonazione riproduttiva degli esseri umani.

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Libertà:

- diritto al rispetto della vita familiare privata

- diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione

- diritto alla libertà di espressione e di informazione

- diritto alla libertà professionale e di impresa

- diritto di sposarsi e di costituire una famiglia

- diritto alla protezione dei dati personali.

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Uguaglianza:

- uguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge

- divieto di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore


della pelle, la lingua, la religione, le opinioni politiche,
l’appartenenza ad una minoranza, il patrimonio, gli handicap,
l’età o le tendenze sessuali

- specifici diritti riconosciuti ai bambini, agli anziani e ai


disabili.

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Solidarietà:

- diritto dei lavoratori all’informazione e alla consultazione


nell’ambito dell’impresa

- diritto di accesso ai servizi di collocamento

- tutela in caso di licenziamento ingiustificato

- diritto a condizioni di lavoro giuste ed eque

- divieto di lavoro minorile

- diritto alla sicurezza e all’assistenza sociale

- diritto alla tutela dell’ambiente e la protezione dei consumatori.

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Cittadinanza: la Carta riproduce fedelmente i diritti già riconosciuti
al cittadini europei per effetto dell’introduzione della cittadinanza
europea:

- diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo


e alle elezioni comunali senza alcuna discriminazione

- diritto ad una buona amministrazione

- diritto di accesso ai documenti

- diritto di petizione al Parlamento europeo, il diritto alla protezione


consolare e diplomatica

- libertà di circolare e di soggiornare in tutti gli Stati membri.

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Giustizia:

- diritto ad un ricorso effettivo e ad un giudice imparziale

- presunzione di innocenza

- rispetto dei diritti di difesa

- principio di legalità e di proporzionalità delle pene.

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La funzione della Carta - Preambolo

E’ necessario, rendendoli più visibili in una Carta, rafforzare la


tutela dei diritti fondamentali alla luce dell'evoluzione della
società, del progresso sociale e degli sviluppi scientifici e
tecnologici.

La presente Carta riafferma, nel rispetto delle competenze e dei


compiti della Comunità e dell'Unione e del principio di
sussidiarietà, i diritti derivanti in particolare dalle tradizioni
costituzionali e dagli obblighi internazionali comuni agli Stati
membri, dal trattato sull'Unione europea e dai trattati
comunitari, dalla convenzione europea per la salvaguardia dei
diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, dalle carte sociali
adottate dalla Comunità e dal Consiglio d'Europa, nonché i diritti
riconosciuti dalla giurisprudenza della Corte di giustizia delle
Comunità europee e da quella della Corte europea dei diritti
dell'uomo.
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Sono soggetti alla Carta sia le istituzioni e gli altri organi e
organismi dell’Unione, sia gli Stati membri. Per questi ultimi,
tuttavia, la Carta si applica esclusivamente in sede di attuazione
del diritto dell’Unione.

Esempio 1: uno SM decide di rifiutare di esaminare una


domanda di asilo presentata da un cittadino di uno Stato terzo in
quanto si ritiene incompetente ai sensi del regolamento n.
343/2003 che fissa i criteri per individuare lo SM competente ad
esaminare le domande di asilo.

Esempio 2: norma di uno SM che consente di perseguire


penalmente un soggetto che, per lo stesso fatto, è già stata
sottoposta a sanzione amministrativa irrevocabile.

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I CRITERI DI INTERPRETAZIONE DELLA CARTA

1. Quando un diritto è già previsto nei Trattati (es. quelli sulla


cittadinanza indicati nella Carta), tale diritto è esercitato alle
condizioni e nei limiti indicati nel Trattati (Art. 52, 2).

2. Laddove la Carta contenga diritti corrispondenti a


quelli garantiti dalla CEDU, il significato e la portata degli
stessi sono uguali a quelli conferiti dalla suddetta
convenzione. La presente disposizione non preclude che il
diritto dell'Unione conceda una protezione più estesa
(Art. 52, 3).

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3. Nessuna disposizione della presente Carta deve essere
interpretata come limitativa o lesiva dei diritti dell'uomo
e delle libertà fondamentali riconosciuti, nel rispettivo
ambito di applicazione, dal diritto dell'Unione, dal diritto
internazionale, dalle convenzioni internazionali delle
quali l'Unione, la Comunità o tutti gli Stati membri sono
parti contraenti, in particolare la convenzione europea
per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà
fondamentali, e dalle costituzioni degli Stati membri (Art.
53).

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L’ADESIONE DELL’UNIONE ALLA CEDU

Art. 6, 2 TUE: L’Unione aderisce alla CEDU.

La procedura è quella prevista dall’art. 218 TFUE con due


particolarità: voto unanime del Consiglio previa approvazione
del PE.

Molti problemi tecnici, politici e giuridici:


- chi rappresenta l’Unione all’interno degli organi della
CEDU?
- se l’Unione aderisce alla CEDU cosa succede a quegli
SM, già membri della CEDU, che hanno formulato riserve o non
hanno ratificato uno o più protocolli?
- può uno SM deferire un altro SM davanti alla Corte
europea dei diritti dell’uomo sostenendo che tale SM, violando
il diritto UE ha anche violato la CEDU? (art 344 TFUE)

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5 aprile 2013: progetto di accordo per l’adesione dell’Unione
alla CEDU.

4 luglio 2013: richiesta della Commissione alla Corte di giustizia


di un parere sulla compatibilità di tale progetto con i Trattati.

18 dicembre 2014: parere 2/13 negativo. Il progetto di accordo


minaccia di pregiudicare le caratteristiche specifiche e
l’autonomia del diritto dell’Unione.

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I PRINCIPI GENERALI DEL DIRITTO.
(Le fonti non scritte)

Art. 340 TFUE: in materia di responsabilità


extracontrattuale dell’Unione si richiamano i principi
generali comuni ai diritti degli Stati membri.

Si tratta, in realtà, di una creazione soprattutto


giurisprudenziale (ad opera della Corte di giustizia) per
ovviare al carattere necessariamente generale o parziale
delle norme contenute nei Trattati.

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Principi generali
tipici del sistema europeo

Si tratta di principi che la Corte di giustizia ha ritenuto


essere propri dell’ordinamento giuridico europeo

 Diretta applicabilità
 Supremazia del diritto europeo
 Leale collaborazione tra le istituzioni
 Equilibrio istituzionale

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Principi generali comuni
agli ordinamenti degli SM

Principi desunti non dal diritto europeo, bensì dall’esame


parallelo dei vari ordinamenti nazionali

 Certezza del diritto


 Legittimo affidamento – Irretroattività della legge
 Tutela giurisdizionale piena ed effettiva
 Principio del contraddittorio
 Rispetto della vita privata
 Inviolabilità del domicilio
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LE FUNZIONI DEI PRINCIPI GENERALI

• Strumenti di interpretazione/integrazione del diritto


europeo scritto.

CdG, 18/3/1975, Marie Louise Acton: (retribuzione dei


dipendenti della Comunità che avevano partecipato ad
uno sciopero)
CdG, 19/11/1991, Francovich: (responsabilità dello SM
per violazione del diritto comunitario)
CdG 22/5/1990, Chernobyl: (legittimazione attiva del
P.E. ad impugnare un atto del Consiglio)

• Parametri di legittimità degli atti delle istituzioni


comunitarie e degli Stati membri in sede di attuazione
del diritto europeo.

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LA TUTELA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO COME
PRINCIPI GENERALI

Originaria lacuna dell’ordinamento europeo. Assenza di un


elenco dei diritti inviolabili dell’individuo + assenza di un
sistema di protezione di tali diritti fondamentali

Corte di Giustizia, 4/2/1959, Stork


Oggetto della controversia: presunto contrasto di una decisione
dell’Alta Autorità (CECA) con la Costituzione tedesca in materia di
diritti fondamentali dell’uomo.

La Corte deve semplicemente garantire il rispetto del diritto


nell’interpretazione e nell’applicazione del Trattato e dei
regolamenti di esecuzione, ma non è di regola tenuta a
pronunciarsi in merito alle norme dei diritti nazionali. Ne
consegue che la censura relativa al fatto che l’Alta Autorità
(Commissione) con la sua decisione avrebbe violato principi
fondamentali della costituzione tedesca non può essere presa in
considerazione dalla Corte di giustizia.

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Le ragioni della lacuna

 Matrice economica dei trattati istitutivi


 1949/1950: nascita del Consiglio d’Europa e adozione della
C.E.D.U.
 Fallimento CED
 1962: sentenza Van Gend & Loss (diretta applicabilità del diritto
UE)
 1964: sentenza Costa/ENEL (primato del diritto UE)

Le conseguenze della lacuna

Man mano che una competenza passava dagli Stati membri alla
Comunità, essa veniva sottratta a ogni forma di controllo ed
eventuali atti lesivi dei diritti umani adottati in virtù di quella
competenza restavano privi di controllo giurisdizionale.

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Corte di Giustizia, 17/12/1970, causa 11/70,
Internationale Handelsgesellschaft

Oggetto della controversia: asserito contrasto di un regolamento


comunitario con alcune disposizioni della Costituzione tedesca
(principi di libertà economica e di proporzionalità).

 Il richiamo a norme o nozioni di diritto nazionale nel valutare la


legittimità di atti emanati dalle istituzioni della Comunità menomerebbe
l’unità e l’efficacia del diritto comunitario.

 La validità di detti atti può essere stabilita unicamente alla luce del
diritto comunitario.

 Di conseguenza, il fatto che siano menomati diritti fondamentali sanciti


dalla Costituzione di uno Stato membro non può sminuire la validità di
un atto della Comunità né la sua efficacia nel territorio dello Stato
stesso.

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 Vi è tuttavia la necessità di accertare se non sia stata violata
alcuna garanzia analoga, inerente al diritto comunitario.

 La tutela dei diritti fondamentali costituisce, infatti, parte


integrante dei principi giuridici generali di cui la Corte di
giustizia garantisce l’osservanza.

 La salvaguardia di questi diritti, pur essendo informata alle


tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri, va
garantita entro l’ambio della struttura e delle finalità della
Comunità.

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LA REAZIONE DELLE CORTI COSTITUZIONALI ITALIANA E TEDESCA

ITALIA: possibilità di dichiarare l’illegittimità costituzionale della


legge di ratifica del Trattato CE

Corte cost. 27/12/1973, n. 183 Frontini:

Gli atti adottati dalle istituzioni europee non possono formare


oggetto di controllo costituzionale riservato soltanto alle leggi di
origine nazionale.
Nel caso di atti delle istituzioni comunitarie che violassero i
principi fondamentali del nostro ordinamento costituzionale o i
diritti inalienabili della persona umana, sarebbe sempre
assicurata la garanzia del sindacato della Corte costituzionale
sulla perdurante compatibilità del Trattato con i predetti principi
fondamentali.

Minaccia all’unitarietà del sistema giuridico europeo.

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GERMANIA: possibilità di un controllo del giudice
costituzionale tedesco direttamente sull’atto delle
istituzioni comunitarie

Corte cost. tedesca 29/5/1974, Solange I:

Fintanto che il processo di integrazione comunitaria non


avrà raggiunto uno sviluppo sufficientemente avanzato
perché il diritto comunitario si doti di un catalogo dei
diritti fondamentali corrispondente al catalogo dei diritti
fondamentali consacrati nella costituzione tedesca, deve
ritenersi ammissibile un ricorso di un giudice nazionale
alla Corte costituzionale per presunto contrasto di una
norma comunitaria con uno dei diritti fondamentali
riconosciuti dalla costituzione tedesca.

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Corte di Giustizia, 14/5/1974, causa 4/73, Nold
(successivamente ripresa anche da Corte di
Giustizia, 13/12/1979, causa 44/79, Hauer)

I diritti fondamentali fanno parte integrante dei principi


generali del diritto di cui la Corte di giustizia garantisce
l’osservanza.

A tal fine la Corte di giustizia è tenuta ad ispirarsi alle


tradizioni costituzionali comuni, ai trattati internazionali
relativi alla tutela dei diritti dell’uomo cui gli Stati membri
hanno aderito nonché la Convenzione europea sulla
salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali.

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Corte di Giustizia, 13/7/1989, causa 5/88, Wachauf

 I diritti fondamentali fanno parte integrante dei principi


generali del diritto di cui la Corte di giustizia garantisce
l’osservanza.

 Essi non rappresentano tuttavia delle prerogative assolute e


devono pertanto essere considerati in relazione agli obiettivi
del Trattato CE.

 Si ammette la possibilità che un diritto fondamentale così


come riconosciuto all’interno di uno SM possa ricevere una
tutela attenuata in ambito comunitario allorché la sua tutela
piena ed assoluta si ponga in contrasto con un obiettivo del
Trattato.

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LA REAZIONE POLITICA

- 1977: il Parlamento europeo, il Consiglio e la


Commissione adottano una dichiarazione comune con la
quale manifestano la loro volontà di rispettare,
nell’esercizio delle rispettive funzioni, i diritti
fondamentali dell’uomo quali risultano dalle tradizioni
costituzionali degli Stati membri e dalla Convenzione
europea sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle
libertà fondamentali.

- 1978: il Consiglio europeo di Copenaghen ribadisce che


il rispetto dei diritti umani all’interno di ciascuno Stato
membro costituisce un elemento essenziale ai fini
dell’appartenenza alla Comunità europea.

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LA REAZIONE LEGISLATIVA

- 1986: AUE: nel preambolo gli Stati membri si dichiarano


decisi a promuovere insieme, sia all’interno che all’esterno
della Comunità, i valori democratici, fondandosi sui diritti
fondamentali riconosciuti in tutte le costituzioni e le leggi degli
Stati membri, nella Convenzione europea e nella Carta sociale
europea.

- Art. 6 TUE (Maastricht, 1992): l’Unione si fonda sui principi


di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell’uomo e delle
libertà fondamentali, e dello stato di diritto, principi che sono
comuni agli Stati membri. L’Unione rispetta i diritti
fondamentali quali sono garantiti dalla Convenzione europea
per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali e quali risultano dalle tradizioni costituzionali
comuni degli Stati membri, in quanto principi generali del
diritto comunitario.

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- 2000: prima proclamazione della Carta di Nizza

- 2007: seconda proclamazione della Carta di Nizza

- 2009: Trattato di Lisbona: non prevede l’inserimento della


Carta nel Trattato, ma gli attribuisce lo stesso valore giuridico
del TUE e del TFUE.

Art. 6 TUE: L’Unione riconosce i diritti, le libertà e i principi


sanciti nella carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea
del 7 dicembre 2000 che ha lo stesso valore giuridico dei
trattati.
I diritti fondamentali, garantiti dalla Convenzione europea per
la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali
e risultanti dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati
membri, fanno parte del diritto dell'Unione in quanto principi
generali.

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LA TUTELA DEI DIRITTI FONDAMENTALI QUALE
CONDIZIONE PER L’ADESIONE E LA PERMANENZA
NELL’UNIONE EUROPEA.

Adesione
Art. 49 TUE: ogni Stato europeo che rispetti i principi sanciti
nell’art. 2 (libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell’uomo e
delle libertà fondamentali, stato di diritto) e si impegni a
promuoverli può domandare di diventare membro dell’Unione
europea.

Il P.E. e i Parlamenti nazionali sono informati di tale richiesta.

Lo Stato richiedente trasmette la propria domanda al Consiglio


che si pronuncia all’unanimità previa consultazione della
Commissione e approvazione del P.E.
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Permanenza.
Sono previsti due distinti meccanismi, di prevenzione e di reazione,
finalizzati ad assicurare il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo da
parte degli Stati membri.

Art. 7, 2-4 TUE: Meccanismo di sanzione (introdotto dal Trattato di


Amsterdam, 1997): il Consiglio europeo, deliberando all’unanimità su
proposta di un terzo degli Stati membri o della Commissione e previo
parere conforme del Parlamento europeo, può constatare l’esistenza di
una violazione grave e persistente da parte di uno Stato membro di uno
o più valori di cui all’art. 2 TUE.

Una volta constatata l’esistenza di una violazione grave e persistente, il


Consiglio (a maggioranza qualificata) può decidere di sospendere alcuni
dei diritti derivanti allo Stato membro in questione dall’applicazione del
T.U.E., ivi compresi i diritti di voto del rappresentante del governo di
detto Stato membro in seno al Consiglio.

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Originariamente non previsto dal Trattato di Amsterdam, è
stato introdotto nel 2001 dal Trattato di Nizza.

Art. 7, 1 TUE: Meccanismo di prevenzione: su proposta


motivata di un terzo degli Stati membri, del Parlamento
europeo o della Commissione, il Consiglio, deliberando con
la maggioranza dei quattro quinti dei suoi membri e previo
parere conforme del Parlamento europeo, può constatare
che esiste un evidente rischio di violazione grave da parte
di uno Stato membro di uno o più valori di cui all’art. 2 TUE.

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Caso Haider, leader austriaco del partito di estrema destra,
ultranazionalista e xenofobo FPÖ (Partito austriaco delle libertà.

Temendo che tale Partito potesse partecipare alla formazione del


nuovo governo di un Paese membro, il presidente (portoghese) di
turno del Consiglio adottava, il 31.1.2000, una dichiarazione a
nome di quattordici Stati membri dell’Unione in cui indicava, fra
l’altro, le misure che sarebbero state prese qualora si fosse formato
un governo di coalizione con quel Partito.

Reazione intergovernativa, ma che sollecitava un intervento


legislativo per prevedere un meccanismo di allerta preventiva.

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Prima di procedere alla constatazione dell’esistenza di un
evidente rischio di una violazione grave, il Consiglio:
- ascolta lo Stato membro interessato;
- può incaricare esperti indipendenti di presentare entro un
termine ragionevole un rapporto sulla situazione della
Stato membro in questione;
- può rivolgere allo Stato membro considerato appropriate
raccomandazioni.

20/12/2017: Proposta della Commissione contro la Polonia


12/9/2018. Proposta del Parlamento europeo contro
l’Ungheria

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Allerta (Art. 7,1 TUE) Sanzione (Art. 7,2 TUE)
Proposta 1/3 Stati membri, P.E., 1/3 Stati membri,
Commissione Commissione

Constatazione Consiglio (magg. 4/5 Consiglio europeo


previa approvazione (unanimità)
P.E.)

Sanzioni Consiglio (magg.


qualificata)

Controllo Corte giustizia Su domanda Stato Su domanda Stato


membro interessato. membro interessato.
Solo di natura Solo di natura
procedurale procedurale

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