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Seminari di Storia Greca

Memorie di Clio

Alessandro e i Greci d’Asia

Eloisa Paganoni

11 maggio 2021
Università della Calabria, Dipartimento di Studi Umanistici
Dall’epoca delle poleis all’epoca dei regni
Giunto a Efeso al quarto giorno, Alessandro richiamò in città coloro
Alessandro
a Efeso che a causa sua erano stati esiliati e, rovesciato il regime
oligarchico, instaurò una democrazia; i tributi che venivano pagati ai
barbari ordinò di devolverli ad Artemide. Liberato dal timore degli
oligarchi, il popolo di Efeso si accinse a mettere a morte coloro che
Arr. An. I,17, 9-11
avevano chiamato Memnone e coloro che avevano depredato il
santuario di Artemide; quelli che avevano abbattuto la statua di Filippo
nel tempio e profanato nell’agorà la tomba di Eropito, liberatore della
città. Fecero uscire dal tempio Sirface, il figlio di lui Pelagonte, e i figli e
i fratelli di Sirface e li lapidarono. Ma Alessandro impedì che si
ricercassero e si punissero altri: sapeva bene che, se gli si lasciava la
possibilità, il popolo avrebbe infierito non solo verso i colpevoli ma
anche verso persone innocenti o per odio o per impadronirsi delle loro
ricchezze.

Trad. F. Sisti
La liberazione
dell’Eolia
e della Ionia
Intanto, da Magnesia e da Tralles vennero da Alessandro
deputati per consegnare le città. Egli inviò Parmenione con
Arr. An. I, 18, 1-2 duemilacinquecento fanti mercenari, altrettanti macedoni,
e circa duecento cavalieri degli eteri. Con forze non inferiori
inviò Alcimaco figlio di Agatocle verso le città eoliche e
quelle tra le ioniche che erano ancora in mano dei barbari.
Dovunque fece deporre le oligarchie e instaurare regimi
democratici; restituì a ciascuno le leggi patrie e abrogò i
tributi (phoroi) che dovevano ai barbari.

Trad. F. Sisti
Alessandro
a Mileto

Arr. An. I,19,1-2 Frattanto, Glaucippo, un notabile di Mileto, fu inviato


presso Alessandro da parte del popolo e dei mercenari
stranieri ai quali soprattutto la città era affidata. Egli riferì
che i Milesii volevano aprire le mura e i porti in comune
sia ad Alessandro che ai Persiani e, a queste condizioni,
chiese di togliere l’assedio. Alessandro ordinò a Glaucippo
di tornare in fretta nella città e di riferire ai Milesii di
prepararsi alla battaglia all’alba del giorno seguente.
Trad. F. Sisti
La liberazione
dell’Eolia
e della Ionia

Diod. XVII,24,1-2 (Alessandro) beneficiò soprattutto le città greche,


rendendole autonome ed esentandole dal tributo
(phoros), aggiungendo che aveva mosso guerra ai
Persiani per la liberazione (eleutherosis) dei Greci.
Filippo II e la
campagna in Asia

Diod. XVI,89,1-2 In quell’anno, il re Filippo, forte della vittoria a Cheronea e


avendo tratto dalla sua parte le città più potenti, concepì
l’ambizione di diventare egemone di tutta la Grecia (pases
tes Hellados hegemon). Sparsa la notizia che voleva fare
guerra ai Persiani per conto dei Greci e punirli per la
violazione dei templi, si guadagnò l’appoggio dei Greci.

Diod. XVI,91,2 In quell’anno, il re Filippo, nominato egemone dai Greci e


aperta la guerra contro i Persiani, inviò in Asia Attalo e
Parmenione, affidando loro parte dell’esercito e
ordinando di liberare le città greche.
Alessandro
hegemon ton
Hellenon Alessandro replicò per scritto a queste affermazioni, e
insieme agli inviati di Dario mandò Tersippo, con
Arr. An. II,14,4
l’incarico di consegnare la lettera a Dario, ma di non
discutere nulla con lui. La lettera di Alessandro diceva
così: I vostri antenati, senza aver subito precedenti
ingiustizie, invasero la Macedonia e il resto della Grecia
e causarono molti danni a noi. Ora io, eletto
comandante dei Greci (hegemon ton Hellenon), sono
passato in Asia con l’esercito, volendo prendere
vendetta sui Persiani, ma siete stati voi che avete dato
inizio alle ostilità.
Trad. F. Sisti
Alessandro re
dell’Asia

Plut. Alex. 34.1


Conclusasi in tal modo la battaglia, sembrò che l’impero
persiano fosse completamente sfasciato e Alessandro,
proclamato re dell’Asia, fece sontuosi sacrifici agli dei e
donò agli amici ricchezze, poderi e province. E desiderando
guadagnarsi il favore dei Greci scrisse loro che tutte le
tirannidi erano state abolite e che essi ora di
governassero autonomamente.

Trad. D. Magnino
Stele rinvenuta a Ververato nell’area sud-occidentale della città di Chio e oggi conservata nel Museo
archeologico di Chio.
Lettera di
Post 332/1 a.C.
Alessandro a Chio
Sotto la pritania di Deisitheus. Dal Re Alessandro al popolo di Chio.
Syll.3 283 Ritornino tutti gli esuli da Chio, a Chio il governo sia del popolo (sia
ristabilita la democrazia). Siano eletti nomographoi che scrivano e
correggano le leggi affinché nulla sia contrario alla democrazia e al
ritorno degli esuli. Ciò che è corretto e ciò che è scritto sia riferito ad
Alessandro. I Chii forniscano venti triremi con equipaggio e queste
raggiungano della flotta dei Greci che naviga con noi. Tra coloro che
hanno consegnato la città ai barbari, quanti hanno già lasciato (la città)
siano esiliati da tutte le città che condividono la pace e possano essere
catturati secondo le disposizioni dei Greci. Quanti sono rimasti (in città)
siano condotti e giudicati nel sinedrio dei Greci. Qualora qualcosa
opponga quanti sono tornati a quanti sono in città, siano giudicati a
proposito di questo da noi. Fino a che i Chii non si siano riconciliati, ci sia
presso di loro una guarnigione da parte del Re Alessandro, tale da essere
sufficiente. Mantengano questa i Chii.
Stele di cui sopravvive solo la parte inferiore, ritrovata in 4 frammenti presso la chiesa di Hagios Nikolaos nel
Seconda lettera quartiere di Tourloti a Chios. I frammenti a e b sono conservati presso il Museo archeologico di Chio. I
frammenti c e d sono perduti.
di Alessandro a
Post 332/1 a.C.?
Chio (?)
[---] mos [---]de[---] accettabile p[---] di lui. Quanti non pres[entino g]aranti
R&O GHI 84B [delle multe che il popolo im]pone, l’a[utorità] li prenda in custodia m[ettendoli
ai ceppi]. Se [alcuno di questi] fugge, [gli arconti] paghino [la m]ulta. Nessuno
degli altri Chii sia [portato a processo] per medismo (barbarismos), [né alcuno
degli stranieri residenti] (paroikoi). Né [sia perseguitato] Alcimaco [---] poiché è
stato provato che non uscì [dalla città volontariamente contro i barbari]. Costui
[è] mio amico e [agiva benevolo] verso la moltitudine [di voi]. Ce[rcò di
richiamare] gli esuli e [di liberare la vostra ci]ttà dall’oligarchia [che era stata
istituita preceden]temente presso di vo[i dai barbari. Chiedo dunque a voi che,
in cam]bio [delle buone azioni verso il popolo e della partecipazione alla lotta]
per voi, [ritirato ciò che è stato votato] contro suo pad[re], la città restituisca ciò
che [è stato tolto] a lui per primo [tra] coloro che tornarono (dall’esilio) e onori
lui e i suoi amici e si fidi che lui è amico della [città] (philopolis). [Mi] farete
pia[cere] compiendo queste cose e se aveste bisogno di qualcosa da me v[i]
servirei in maniera più ben[evola].
Cinque blocchi marmorei che costituivano la parte frontale superiore dell’anta nord-orientale del tempio di
Atena Poliade, oggi conservati al British Museum (Londra)
Alessandro e
Priene 334-331 a.C.?

IK Priene 149 Il Re (basileus) Alessandro ha dedicato il


tempio (naos) ad Atena Poliade
334-331 a.C. ? Inciso nel 285 a.C.

IK Priene 1 Del re Al[essand]ro. Tra coloro che [vivo]no a Naulochon, quanti


sono [Greci] siano [libe]ri e autonomi e possiedano la [terra e]
t[ut]te le case i[n città] e il territorio, c[ome i] Priene[i tra il
mare] e la [collina] dei Sandeis, ma il [---] e Myrs[---] e P[--- e la
---] terra (io) [r]iconosco che è mia e coloro che vivono nei
villaggi paghino il tributo (phoros). Esonero dal contributo
(syntaxis) la città dei Prienei e la guarnigione [---] conduca [---]
i processi [---] voi [---] il tribunale [---] accusa [---] voi [---]
Il decreto per il
ritorno degli esuli

Diod. XVIII,8,4 «Il Re Alessandro agli esuli dalle città greche. Noi non
siamo stati la causa del vostro esilio, ma saremo (la
causa) del ritorno di ciascuno di voi nella propria città»
Preso il potere, Dionisio lo accrebbe quando Alessandro sconfisse in
Alessandro e
battaglia i Persiani al Granico e offrì la salvezza a quanti volevano
Eraclea Pontica
accrescere il proprio potere, essendo stata annientata la forza persiana
Memnon BNJ 434 che fino ad allora era stata un freno per tutti. In seguito egli affrontò
F 1,4,1-2 diverse circostanze difficili, soprattutto quando gli esuli di Eraclea
inviarono un’ambasceria ad Alessandro, che, con ogni evidenza,
aveva già il controllo sull’Asia, e gli chiesero (di concedere loro) sia il
ritorno (in città) sia l’originaria democrazia della città. Per questo fu
vicino a perdere il potere e lo avrebbe perso se con sagacia, astuzia e
con il favore dei suoi sudditi e di Cleopatra non fosse sfuggito alle guerre
che erano a lui mosse, sia dando la precedenza a certe questioni e
placando la sua rabbia e ritardandone astutamente altre, sia
preparandosi a sua volta (a rispondere alle minacce). Dopo che
Alessandro, giunto a Babilonia, morì o avvelenato o di malattia,
sentendo la notizia, Dionisio fece erigere una statua di Euthymia
(Letizia), dal momento che appena ebbe la notizia fu preso da una gioia
grande quanto il danno che avrebbe potuto colpirlo.
Osservazioni
conclusive

• Libertà / eleutheria delle poleis (dal dominio persiano)

• Alessandro e i Greci d’Asia: un rapporto privilegiato e


personale, ma mai «alla pari»

• Celebrazione dell’autonomia civica: quale interpretazione?

• Continuità e discontinuità

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