Sei sulla pagina 1di 2

Jason Bonelli CMN 22/09/2021

GESTIONE DELLE MACCHINE


Le eliche

(FOTO)

In figura è rappresentata la sezione della pala dell’elica assai simile al profilo di un’ala: si notano
l’angolo di calettamento α, la corda del profilo e la portanza P. Quest’ultima è evidentemente
scomponibile nelle due componenti:

ϕ=P cosα e r

La forza ϕ rappresenta la spinta utile prodotta dalla sezione della pala che, sommata al vettore r di
resistenza al moto, si ottiene la portanza necessaria. Come si può notare dalle precedenti
equazioni diventa fondamentale il valore dell’angolo di calettamento α che consente, applicando il
teorema del triangolo rettangolo alla somma vettoriale, di calcolare i valori della spinta utile e
della forza resistente stessi.

(FOTO) elica navale destrorsa a cinque pale fisse.

Come mostra la figura di sopra riportata, la faccia poppiera (2) della pala è detta superficie attiva
perché con essa l’elica spinge indietro l’acqua quando ruota in marcia avanti, mentre la faccia
prodiera (3) è detta dorso. Paragonando l’elica ad una vite che si avvita nella madrevite, il passo
dell’elica è la distanza di cui essa avanzerebbe a ogni giro quando si avvita; dato però che le pale di
un’elica hanno forma elicoidale non regolare, il passo varia da punto a punto della pala sia in senso
radiale sia in senso circonferenziale, per cui per passo si sottintende il “passo medio”.

Regresso dell’elica

p−a
r= 100
p

p= passo teorico
a= avanzo

esempio:

p= 5 m a=4.5m

5−4.5 0.5
r= 100= 100=0.1100=10 %
5 5

L’elica disperde in attriti ed in moti vorticosi una parte di potenza che riceve dall’ asse del motore,
per cui essa ne trasmette allo scafo solo il 70-80 % circa, a seconda del tipo di elica ed a seconda
soprattutto della sua velocità di rotazione che non si deve discostare da un range che va dai 60 ai
Jason Bonelli CMN 22/09/2021

130 giri al minuto, velocità che risulta ottimale per ottenere le massime prestazioni e scongiurare,
tra l’altro, il fenomeno nocivo della cavitazione.

Eliche a passo variabile

Per accoppiare un’elica ad una carena è necessario eseguire dei calcoli di progettazione in
funzione della velocità della nave, della potenza all’asse occorrente per tale velocità, ed in
funzione del regime rotazionale; dato che questi elementi dipendono dal variare delle condizioni
di esercizio della nave, diventa necessario stabilire il valore di questi parametri per una
determinata condizione operativa della nave. In queste condizioni l’elica funziona con il massimo
rendimento, mentre allontanandosi da esse il rendimento tende a diminuire. Si deduce quindi che
il funzionamento ottimale dell’elica si verificherà solo per le condizioni di esercizio prese a
riferimento per la sua progettazione. Per eliminare questo inconveniente sono state ideate e
realizzate le eliche a passo variabile (o a pale reversibili), cioè eliche le cui pale possono ruotare
intorno al proprio asse; la rotazione delle pale provoca conseguentemente la variazione del passo
dell’elica, e questo comporta i seguenti vantaggi:
- La possibilità di mantenere inalterato il regime di funzionamento pur variando la velocità
della nave con il variare il passo dell’elica;
- Il massimo rendimento in ogni condizione di carico e per qualunque velocità;
- Inversione del moto della nave indipendentemente dalla macchina;
- Facilità e rapidità di manovra in quanto le variazioni di velocità della nave e l’inversione del
moto si ottengono variando l’orientamento delle pale senza variare il regime di
funzionamento della macchina
Questo tipo di eliche trovano applicazione sulle navi traghetto che hanno necessità di manovre
pronte e frequenti durante l’attracco in porto e, per le stesse ragioni, sulle navi passeggeri;
difficilmente trovano applicazione sulle grosse navi da carico. Queste eliche a pale orientabili
superano diametri di 7 metri, con potenze trasmesse di 30 MW; sono più costose di quelle a pale
fisse ma presentano i vantaggi prima elencati.

Il propulsore cicloidale

Il propulsore cicloidale (o void snyderc, o rotor) è impiegato su natanti ad elevata manovrabilità,


come traghetti e rimorchiatori. È formato da 4 a 6 pale, diritte e rastremate verso il basso, disposte
alla periferia di un tamburo rotante e in grado e seppure di ruotare intorno al proprio asse
verticale. Agendo su un numero di giri del tamburo e sull’inclinazione delle pale, si genera una
spinta propulsiva in qualsiasi direzione, con intensità variabile da 0 a un massimo. La potenza può
provenire da motori diesel o da motori elettrici. Esistono sistemazioni con un solo propulsore
(sotto la poppa) o con due (a poppa e a prua), ma la complessità del sistema e l’ingombro sotto
carena hanno limitato il suo campo di applicazione; inoltre, data la scarsa immersione, si generano
movimenti di rollio e beccheggio. Il diametro del rotore è di 4-5 metri.

Potrebbero piacerti anche