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CSA - Coordinamento Sanità e Assistenza fra i

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Diritti e doveri dei malati degenti nelle Rsa del Piemonte in convenzione con
il Servizio sanitario
(almeno il 50% della retta a carico dell’Asl)
VENTI DOMANDE - E RELATIVE RISPOSTE - A TUTELA DEI MALATI NON AUTOSUFFICIENTI

Premessa: sulla base delle leggi vigenti il Servizio sanitario nazionale deve assicurare «la diagnosi e la cura
degli eventi morbosi quali ne siano le cause, la fenomenologia e la durata» (articolo 2 legge 833/1978),
compreso il ricovero in strutture socio-sanitarie residenziali (Rsa).
L’articolo 23 della Costituzione stabilisce che «nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere
imposta se non in base alla legge» e poiché mai il Parlamento ha approvato norme per assegnare ai congiunti
degli infermi – compresi quelli non autosufficienti – compiti che la legge riserva espressamente al Servizio
sanitario, nessuno, né le Regioni, né i Comuni, né altri Enti pubblici e tantomeno privati può imporre ai
congiunti degli infermi obblighi di cura.
La Regione Piemonte ha recepito la sopra citata normativa nazionale con proprie deliberazioni della Giunta
regionale (Dgr). Per quanto riguarda il settore delle Rsa e dei rapporti tra gestori privati ed infermi ricoverati
dalle Asl, la normativa principale di riferimento è l’Allegato 5 alla Dgr. 45/2012, poi modificato con la Dgr.
85/2013 (disponibile sul sito internet www.fondazionepromozionesociale.it). In questo pieghevole riportiamo
alcune delle domande più frequenti che ci vengono poste dai familiari dei malati non autosufficienti. Le
risposte ai quesiti sono fornite sulla base della normativa vigente sopra richiamata.
1. Sono obbligato a firmare il contratto di ospitalità e ad accettare il pagamento della retta di ricovero
del mio famigliare non autosufficiente in base all’articolo 433 del Codice civile riguardante gli
alimenti?
NOIl pagamento della quota alberghiera a carico del paziente è disciplinato dalle norme nazionali e dalle
conseguenti delibere regionali di recepimento di cui sopra. La degenza presso una Rsa non riguarda gli
alimenti: si tratta infatti di prestazioni sanitarie e/o socio-sanitarie. I malati o chi li rappresenta non devono
firmare alcun contratto e devono solamente prendere visione del Regolamento interno alle strutture (si
veda domanda 8) che deve essere conforme all’Allegato 5 della Dgr. 45/2012 così come modificato dalla
Dgr. 85/2013.
2. Se il malato autosufficiente degente non ha abbastanza risorse per coprire la retta alberghiera,
devono intervenire i parenti?
NOIn caso di insufficienti risorse economiche per coprire la retta alberghiera, il malato o il paziente può
fare richiesta scritta al Comune o al Consorzio socio-assistenziale, che valuterà la situazione economica
dell’utente (in base all’Isee, disciplinato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 159/2013). Nel
caso si abbia diritto, l’ente locale integra la quota non coperta dall’utente. In ogni caso, la valutazione Isee
NON mette a repentaglio la convenzione Asl e quindi il pagamento da parte del Servizio sanitario di
(almeno) il 50% della retta totale.
3. L’indennità di accompagnamento viene sospesa/revocata ai degenti in Rsa?
NOL’indennità di accompagnamento viene sospesa solo in caso di ricovero gratuito in una struttura
sanitaria del Servizio sanitario (ospedale, casa di cura). Per i degenti in Rsa in convenzione con l’Asl,
l’intero importo dell’indennità di accompagnamento va versato a copertura della retta loro imputata, poiché
devono essere svolte dalla struttura tutte le prestazioni per le quali è erogata l’indennità.
4. Eventuali prestazioni “assistenziali” come l’imboccamento sono a carico dei parenti?
NOLa normativa regionale prevede che l’«assistenza tutelare» fornita dagli Operatori socio-sanitari (OSS)
«comprende la pulizia e il riordino degli ambienti di vita privata (letto, comodino) dell’ospite, nonché l’attività
di imboccamento degli ospiti non in grado di provvedere autonomamente».(Dgr. 45/2012, allegato 5, punto
4)
5. É vero che se non bastano i pannoloni forniti, quelli aggiuntivi deve pagarli il paziente?
NOI pannoloni vengono sempre forniti a cura e spese dell’Asl: la stessa «concorda con le strutture che
insistono nel suo territorio le modalità della fornitura diretta di presidi degli Elenchi 2 e 3 del D.M.
332/99».(Dgr. 45/2012, allegato 5, punto 5.1.1)
6. É il paziente che deve farsi carico del costo dei medicinali di cui ha bisogno?
NOLa Regione Piemonte, in applicazione della normativa nazionale, legge 833/1978, prevede che «l’Asl in
cui è ubicata la struttura garantisce sia per gli ospiti in regime di convenzione sia in regime privato: la
fornitura diretta dei farmaci (…)». (Dgr. 45/2012, allegato 5, punto 5.1.2)
7. Se il farmaco di cui ha bisogno il paziente è in fascia C, lo paga il ricoverato?
Nella Regione Piemonte, la delibera 45/2012, prevede che «la fornitura diretta dei farmaci per gli ospiti
inseriti nelle strutture sociosanitarie, [è fornita] sulla base di quanto previsto nel rispettivo Prontuario
Terapeutico Aziendale (PTA), il quale deve essere adeguato alle necessità e bisogni specifici
dell’assistenza farmaceutica nelle strutture residenziali. L’erogazione di farmaci non presenti in PTA
(farmaci ad personam o farmaci in fascia C) agli ospiti delle strutture socio-sanitarie è valutata dalla
Commissione Terapeutica Aziendale» (Dgr. 45/2012, allegato 5, punto 5.1.2)
Nel caso in cui siano necessari farmaci ulteriori, si può chiedere al proprio Medico di Medicina generale
l’inserimento dei farmaci aggiuntivi nel Prontuario Terapeutico Aziendale.
8. La direzione della Rsa può dimettere il paziente in caso di mancato pagamento della retta?
NOL’inserimento in Rsa, eventuali trasferimenti o dimissioni di pazienti sono disposti esclusivamente
dall’Asl. Pertanto, il mancato pagamento della retta non può essere causa di dimissione. La dimissione per
mancato pagamento può invece essere prevista esclusivamente nei casi di ricovero privato e quindi con
totali oneri a carico del paziente e/o dei suoi congiunti (si veda 4° pagina del presente pieghevole).
9. É possibile contestare le cure che il mio congiunto riceve da parte del personale della Rsa?
SÍSe riteniamo che le cure fornite al nostro congiunto ricoverato in Rsa siano inadeguate è possibile
richiedere un consulto privato (il cui costo è a carico del richiedente) ad un medico di nostra fiducia,
esterno alla Rsa. Il medico scelto, presi gli opportuni accordi con il Direttore sanitario della struttura, ha
diritto a visitare il paziente, ad accedere alle cartelle cliniche ed a rilasciare un certificato sulla base del
quale sarà possibile per chi rappresenta il malato inviare una richiesta scritta di contestazione – modifica -
aggiornamento delle cure al Direttore generale dell’Asl ed al Direttore sanitario della Rsa.
10. Posso trasferire il mio familiare in un’altra Rsa?
SÍIl trasferimento deve però essere approvato ed autorizzato dall’Asl di residenza. Il ricovero è infatti
disposto dall’Asl, che deve anche esercitare i relativi controlli, ai sensi della normativa vigente sopra
richiamata una volta ottenuto il ricovero da parte dell’Asl di residenza, è possibile richiedere il trasferimento
del proprio congiunto in altra Rsa in convenzione.
11. Il regolamento della Rsa deve essere reso pubblico?
SÍIl Regolamento e la Carta dei Servizi stabiliscono che le Rsa devono «aver cura di esporli al pubblico,
all’ingresso della struttura, e di distribuirli agli interessati».(Dgr. 45/2012, allegato 4, punto 3). Se non li
vedete esposti nella struttura, segnalatelo per iscritto al Direttore generale dell’Asl e per conoscenza a
info@fondazionepromozionesociale.it
12. Le Rsa devono indicare il personale impiegato nella struttura?
SÍLa normativa attualmente vigente prevede che «all’ingresso della struttura deve essere affisso
l’organigramma di tutto il personale e l’orario di servizio settimanale degli operatori e delle varie figure
professionali presenti in struttura».(Dgr. 45/2012, allegato 5, punto 11). Se non li vedete esposti nella
struttura, segnalatelo per iscritto al Direttore generale dell’Asl e per conoscenza a
info@fondazionepromozionesociale.it
E INOLTRE …
13. Il malato o chi lo rappresenta deve accettare il pagamento di prestazioni extra?
In base alla normativa regionale vigente, gli eventuali costi extra previsti all’interno delle rette richieste da
parte delle Rsa devono essere preventivamente approvati da parte dell’Asl. É quindi consigliabile, di fronte
alla richiesta di pagamento per un servizio “extra”, richiedere alla struttura copia del contratto stipulato dalla
struttura stessa con l’Asl da cui risulti tale autorizzazione (Dgr. 45/2012, allegato 5, punto 7).
In ogni caso, si può versare l’importo della retta stabilito nella convenzione dell’Asl (i cui importi fissi sono
definiti dalla Dgr 85/2013, Tabella 1) e chiedere al Direttore generale dell’Asl, con lettera raccomandata
A/R, che fornisca l’atto con il quale è stata autorizzata la prestazione extra e l’importo richiesto agli utenti.
14. La Rsa può chiedere il versamento di una cauzione al paziente ricoverato in convenzione con l’Asl?
SÍ: in base alle disposizioni regionali, se il paziente non ha l’integrazione della retta alberghiera da parte
dell’Ente gestore
NO: se il paziente ha l’integrazione della retta alberghiera da parte dell’Ente gestore.
Sul punto, si veda la Dgr. 45/2012, allegato 5, punto 17.
15. Se ottengo il ricovero in una struttura socio-sanitaria (Rsa) disposto dall’Asl, la retta mensile è tutta
a carico dell’Asl?
Ottenere un ricovero in Rsa disposto dall’Asl non significa ottenere un ricovero gratuito. In regime di
convenzione, il costo totale della retta viene ripartito secondo le norme nazionali vigenti: almeno il 50% a
carico dell’Asl (retta sanitaria) e la parte restante (retta alberghiera) a carico del paziente e del Comune di
residenza del malato che integra in base a quanto previsto dalle norme Isee di cui al Dpcm n. 159/2013, se
l’utente ne ha fatto richiesta.
16. Il trasporto per eventuali visite ospedaliere o altre prestazioni non erogabili in Rsa è sempre a
carico del paziente?
Nella Regione Piemonte, i trasferimenti in ambulanza presso ospedali per ricoveri programmati o per
ricevere prestazioni non erogabili direttamente in Rsa sono a carico dell’Asl nel caso in cui il paziente
fruisca dell’integrazione della retta alberghiera da parte dell’Ente gestore. I costi rimangono in capo al
paziente se questo non percepisce detta integrazione.

PER I MALATI NON AUTOSUFFICIENTI RICOVERATI IN RSA CON PAGAMENTO TOTALE DELLA
RETTA. COSA SI PUÓ FARE PER OTTENERE IL VERSAMENTO DELLA QUOTA SANITARIA (50%)
DELLA RETTA DA PARTE DELL’ASL DI RESIDENZA?
Come riconosciuto anche dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Torino, gli anziani malati
cronici non autosufficienti e le persone colpite da Alzheimer o da altre forme di demenza senile «sono soggetti
colpiti da gravi patologie che hanno avuto come esito la devastante compromissione della loro autosufficienza
e pertanto hanno in tutti i casi esigenze sanitarie e socio-sanitarie indifferibili in relazione ai loro quadri
clinici e patologici».
Ciò significa che, in ogni caso, è possibile pretendere ed ottenere la presa in carico del malato non
autosufficiente da parte del Servizio sanitario nazionale, anche in assenza di eventi acuti, mediante il ricovero
tramite Pronto Soccorso.
Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito internet www.fondazionepromozionesociale.it oppure telefonando
al numero 011.8124469 dal lunedì al venerdì in orario 9-13 o 14-17.30.

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