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Tra la fine del 1700 e l’inizio dell’800 => rivoluzione industriale, Watt inventa il
motore a vapore che cambia completamente nel corso della storia il modo di
produrre, con la conseguente industrializzazione. Nel 1789 avvenne la rivoluzione
francese che fu un importantissimo evento politico => la prima volta che verrà
introdotto un esperimento democratico che durerà pochi anni per poi finire con
Napoleone che proverà a conquistare metà Europa, verrà sconfitto e nel 1814-1815 il
nuovo ordine europeo verrà discusso e concordato al congresso di Vienna => la
prima volta in cui si cercherà di risolvere un problema politico non in modo bilaterale
ma una serie di potenze cercano di sistemare le cose in Europa parlando tra loro =>
modello della futura democrazia. Età contemporanea.
In Russia è diverso:
il medioevo finisce intorno al 1700 -con la sua mentalità e il rapporto tra uomo e dio-,
rimane in Russia il religioso carattere della cultura. Abbiamo 300 anni di differenza rispetto
all’Europa occidentale. Dopo il medioevo in campo artistico c’è un susseguirsi delle epoche
stilistiche, degli stili epocali -periodo del rinascimento, periodo barocco-, in Russia invece il
rinascimento non esiste, il barocco e il classicismo vengono percepiti in modo diverso, non
uno dopo l’altro ma contemporaneamente e così il classicismo russo è pieno di elementi
barocchi. A partire del 1700 la cultura quotidiana russa sarà abbastanza simile a quella
dell’Europa occidentale perché grazie alle riforme di Pietro I succederà questo importo di
tutti gli elementi della cultura europea in Russia.
Periodizzazione della storia russa
X sec fino al 1237 c’è un lungo periodo che si chiama La rus’ di Kiev -kievsky rus-, ai
tempi Kiev era la prima capitale dello stato rus’. Nel 988 avvenne il “battesimo della Rus”.
Appaiono i mongoli e i tartari e conquistano i territori e impongono il loro diritto 1237-1480
=> il gioco tartaro
Nel 1462 prende il potere a mosca – che nel frattempo è diventato il principato più
importante- il principe Ivan III, prende il potere ma solo nel 1480 Ivan III sarà in grado di
cacciare via i tartari in modo decisivo, non ci sarà neanche una battaglia ma l’incontro dei
due eserciti -moscovita e tartaro- su un fiume e i tartari capiscono che non ha senso
combattere e decidono di ritirarsi. Con il ritiro dei tartari ha inizio il periodo di moscovia
-moscovskaja- 1480-1598 che durerà circa 140 anni fino al 1598 => questo anno morirà
l’ultimo rappresentante della dinastia dei Riuchini , muore l’ultimo maschio della dinastia,
una situazione cha fa cadere la Russia in n periodo di 15 anni di caos totale, dal 1598 al
1613 => questo periodo nella storia russa viene indicato come il periodo dei “Torbidi”,
periodo povero dal punto di vista culturale ma ricchissimo dal punto di vista storico. Nel
1613 nasce la dinastia del Romanov che durerà 304 anni (nel 1654 avvenne lo scisma della
chiesa ortodossa, tra i vecchi credenti e i nuovi credenti. Intorno al 1700 vi sono le riforme
pietrine che catapultano al Russia dal medioevo all’età contemporanea europea occidentale.
Nel 1861 un altro fatto importante è l’abolizione della servitù della gleba) => Nikolaj II
abdicherà durante la rivoluzione di febbraio del 1917, la Rivoluzione d’ottobre farà uccidere
Nikolai e la sua famiglia nel 1918. Nel 1917 inizia il governo dei bolscevichi che dalla fine
del 1922 porterà il nome dell’unione sovietica => durerà fino al 1991, anno nel quale
l’URRSS si dissolverà. Lo stato si dissolverà e sulle sue rovine nascerà un nuovo stato: la
federazione russa che esiste tutt’ora.
Periodizzazione della cultura (arte e letteratura) russa
In Europa occidentale dopo il medioevo c’è il periodo del rinascimento (16 esimo secolo).
Dalla fine del 16esimo fino alla metà del 17esimo c’è il periodo del barocco e dalla seconda
metà del 17esimo fino alla seconda metà del 18esimo c’è il periodo del classicismo,
soprattutto in Francia ma anche in Germania e Italia.
In Russia il rinascimento non c’è, c’è una breve recezione del barocco, conosciuto in Europa
occidentale già da più di 100 anni, tutti gli elementi del barocco come arte e letteratura
arrivarono in ritardo di 100 anni verso il 1700 e poi continueranno e andranno per un
periodo in parallelo con l’influenza occidentale del classicismo, vigente fino alla seconda
metà del 1700. Negli anni 90 inizia un periodo importante del sentimentalismo -nome russo
per un periodo antecedente al romanticismo-, in Europa vi è una tendenza preromantica che
si può notare già nella seconda metà del 1700, diventerà dominante nel 1810 mentre in
Russia nel 1820.Tutte le correnti arrivano in Russia dall’occidente in ritardo e vengono
copiate dai russi anche se recepiti con un altro stile. Il classicismo è stato introdotto come
reazione al barocco. Intorno alla metà dell’800 lo stile d’epoca dominante diventa il
realismo in concordanza con lo sviluppo dell’Europa occidentale -naturalmente stiamo
parlando di correnti dominanti, ovviamente nel 1800 ci sono poeti che scrivono in stile
romantico anche se la corrente dominante era il realismo-. Il realismo, non la poesia ma
soprattutto la prosa e i romanzi. C’è un cambio bipolare di stili: barocco è irrazionale,
classicismo razionale, sentimentalismo irrazionale e realismo razionale e quando un modo
di scrivere diventa noioso si prende un modo di scrivere nuovo ma con una certa
somiglianza con il modo di scrivere precedente sempre con la dicotomia
razionale/irrazionale. Dopo il realismo c’è una nuova corrente irrazionale chiamata
simbolismo -o avanguardia, sempre opposti al realismo-, dopodiché c’è una rinascita del
realismo in chiave socialista, il realismo socialista si sviluppa nel 1934, anno esatto in cui
questo modo di scrivere sarà imposto agli scrittori sovietici con una conferenza.
Oggi negli ultimi decenni è importante una corrente post-modernista non razionalista.
Stili primari => stili piuttosto razionalisti, dopo il rinascimento è razionale e chiaro,
orientato al modello occidentale e subito dopo come reazione arriva il barocco, irrazionale,
interessato non tanto al mondo reale piuttosto alla letteratura, come reazione ancora sul
barocco vi è il periodo della chiarezza, armonia e razionalismo con il classicismo. Quando il
classicismo ha iniziato a stancare avvenne una rivoluzione nella letteratura e nell’arte e si
inventano una nuova corrente irrazionale, non chiara, non intuitiva, concentrata meno sul
mondo reale che è il romanticismo, come risposta avviene il realismo, poi il simbolismo e le
avanguardie, poi il neorealismo -realismo sovietico- e poi la postmodernità
Stili secondari => stili piuttosto irrazionalisti
Questa concezione ha sviluppato gli stessi gesti della storia dello spirito russo, uno dei più
importanti scienziati storici della letteratura e della cultura russa: D. Cizevsky con una
piccola brochure pubblicata nel periodo in cui era professore di Harvard “out line of
comparative slavic literatures” dove lui presenta questo schema che vale solo per una parte
della cultura russa, solo per la letteratura. La proposta di C. non è stata inventata da lui
-quella del cambio degli stili in primari e secondari-, lui l’ha presa in prestito da uno storico
d’arte tedesco, Heinrich Wolfflin, che nel 1915 ha pubblicato un libro che si chiama
Concetti fondamentali della storia dell’arte, pubblicato a Milano nel 1953 => è stato proprio
lui a sviluppare sulla base dell’arte questa concezione del cambio regolare degli stili
-primari e secondari- con due dominazioni diverse, lo stile primario avrebbe una
dominazione ideologica e gli stili secondari una dominazione estetica.
Stili primari:
- Contenuto più importante della forma
- Ragione e pensiero
- Razionalismo
- Complessità e globalità
- Unità
- Forma chiusa
- Chiarezza
- Armonia
- Funzionalità -importante in classismo e realismo.
- Semplificazione
- Nuovo contenuto
- Oggetto di rappresentazione: mondo reale
- Bellezza della natura
Stili secondari:
- Forma più importante del contenuto
- Intuizione e sentimento
- Irrazionalismo
- Varietà e diramazione
- Molteplicità
- Forma aperta
- Vaghezza
- Disarmonia
- Ornamentalità
- Complessità
- Enfasi della forma
- Oggetto di rappresentazione: mondo delle idee
- Bellezza dell’arte
Questa dicotomia funziona abbastanza bene anche nella cultura russa ma solo nel 1700 in
poi. Il problema non è la concezione come tale che funziona ma il problema è piuttosto nel
nome. Non si può dire con precisione cosa c’era prima, la concezione ideologica, perché
dovrebbe essere la prima mentre il barocco che sottolineano la forma devono essere
secondari?
LEZIONE 4
La scrittura arriva in Russia con il cristianesimo, prima non esisteva né l’alfabeto né una
forma scritta della lingua. I testi ecclesiastici venivano tradotti dal greco in una lingua
meridionale chiamata slavo ecclesiastico già in uso da circa 150/200 anni dagli slavi
ortodossi. Ci sono tre blocchi di lingue slave: meridionale, occidentale e orientale, sempre
differenti in qualche dettaglio. La lingua della chiesa è stata creata come una lingua scritta
artificiale, sulla base di una lingua slava meridionale già esistente, l’antico bulgaro. La
lingua scritta di questo dialetto in uso sul territorio dell’odierna Bulgaria è stato sviluppato
solo nel corso del X secolo sempre nei territori degli slavi meridionali -la Bulgaria è stata
cristianizzata intorno all’anno 865- sulla base dei caratteri greci. Questo alfabeto cirillico
prende il nome del suo ideatore Cirillio, tuttavia non è il primo alfabeto. Il primo e più
antico alfabeto slavo è il glagolitico, sempre inventato da Cirillio e Metodio. Questa
invenzione è un alfabeto molto più complicato e difficile da memorizzare. Questo alfabeto è
stato in uso ancora nel medioevo soprattutto nei territori della Serbia, esistono delle
incisioni in cui è stato utilizzato questo alfabeto ma è stato meno diffuso rispetto alle
scritture prodotte con l’alfabeto cirillico la cui forma delle lettere si basa per la gran parte
all’alfabeto greco. Alcune di queste lettere esistono già nell’alfabeto greco, altre sono state
prese in prestito dall’alfabeto latino -tipo la m-.
I due monaci sono morti nella seconda metà del IX secolo. Cirillico è stato sviluppato da
uno dei discepoli di questi monaci all’inizio del X secolo. I primi scritti durante la
cristianizzazione sono strettamente connessi con la cristianizzazione stessa e sono testi
religiosi cristiani appartenenti al culto cristiano ortodosso greco, soprattutto frammenti della
bibbia che nel corso dei secoli è stata tradotta interamente. La prima versione della bibbia in
una lingua slava orientale esiste come manoscritto, neanche stampato, la cosiddetta bibbia di
Ghenari prodotta verso il 1495, la prima bibbia slava orientale. Nel 1582 venne pubblicata
la bibbia di Ostromir. Nei primi secoli dall’inizio della cristianizzazione esistono soprattutto
i testi principali, i più utili per la diffusione della chiesa cristiana, cioè i vangeli, il santerio
(?). Si inizia anche a diffondere i testi liturgici con un certo scenario che serve ai preti per
svolgere il loro ruolo, poi ci sono gli inni -canzoni che si cantano durante la funzione-, ci
sono dei sinassari -calendari e vite dei santi-. Questi calendari servono per ricordarsi quando
arriva il giorno del santo, anche i santi hanno le loro vite e pezzi delle loro vite vengono letti
come parti di funzioni religiose e vengono scritti anche dei padri della chiesa, gli scrittori
medievali cristiani scrivevano testi legati alla religione. La traduzione manoscritta inizia con
gli slavi orientali nel XI secolo, i primi manoscritti datati: l’evangelario di ostromir (10556),
la raccolta (izbornik) di Svjatoslav (1073), izbornik (1076), il vangelo di Archangel’sk
(1092) => unici manoscritti rimanenti e di cui conosciamo una data più o meno precisa.
Il libro più antico che si conosce è costituito da 4 tavole di tiglio coperte di cera
-19x15x1cm- che è il Codice di Novgorod -luogo in cui si trovano molti resti medievali-,
scoperto nel 2000. Le tavole contenevano le parole di due salmi dal santerio, che era l’opera
più richiesta insieme ai vangeli. Queste pagine non portano una data ma sono databili con il
metodo dendrocronologico -metodo della cronologia degli alberi, metodo sviluppato
confrontando alberi di diversi periodi e contando i cerchi dentro i tronchi, questi segno sono
come segni dattiloscopici che permettono di identificare ogni anno in praticamente qualsiasi
albero, sulle tavole infatti erano presenti questi cerchi. Usando questo metodo cronologico si
è risaliti al 1015 e +/- 35 anni: -35 siamo nell’anno 980, ancora prima del battesimo ed è la
data minima in cui il codice poteva essere creato, 1040 la data massima. Il codice era scritto
in slavo ecclesiastico, è di difficile interpretazione, si possono riconoscere alcune lettere ma
molte si sono cancellate.
Un altro manoscritto databile del XI secolo è il cosiddetto Izbornik, la maggior parte della
letteratura russa di quei secoli erano testi religiosi, come la Bibbia e i testi intorno alla
funzione e tutto quello di cui ha bisogno un prete e la chiesa ortodossa per funzionale. Solo
una piccola parte (dal 2 al 10%) dei testi erano letteratura secolare, che inizia a svilupparsi
sempre nel corso dell’XI secolo e abbiamo diversi generi tra cui:
- Storiografia, ossia le cronache (tipo la cronaca di Nestore), eventi e dati venivano
fissati e poi copiati da altri cronisti che poi aggiungevano altri dettagli e informazioni
e così via;
- Racconti profani, solo pochi esempi, che fanno parte di questo periodo che sono
entrati come parte delle cronache. Tra l’elenco degli eventi storici ogni tanto
compaiono tra le cronache anche testi che si possono interpretare come racconti
profani, ad esempio le leggende;
- Testi giuridici, risale alla metà dell’XI secolo ossia la russkaya pravda;
- Raccolte gnomiche, generi proverbiali o aforistici, raccolte di citazioni da altri testi.
Parole dei padri della chiesa, versi dalle commedie o tragedie degli autori antichi,
anche di queste si tratta di traduzioni dal greco. Quando i monaci trovano un detto
bello e preciso e con contenuto moralizzante lo fissavano in questi testi e poi questi
aforismi si mettevano in ordine alfabetico in base all’alfabeto greco. Raccolte di
aforismi, sentenze, proverbi che sono essenzialmente citazione di diversi testi. Il
nome del genere greco è Melissa -nome popolare per le raccolte- => significa ape,
come un’ape che prende il polline da un fiore all’altro. Un’altra opera è stata scritta
in slavo meridionale -pur sempre ecclesiastico, intorno al XIII secolo- e si intitola La
saggezza del Menandro il saggio, Menandro era un commediografo greco-antico
vissuto circa nel 400 a.C. si tratta di versi che si potevano prendere dal testo della
commedia perché contenevano parole sentenziose, con un carattere che aveva un
senso generale che poteva fungere anche fuori dal testo come aforismo con una
sentenza che poteva essere usata come proverbio.
I testi per noi non religiosi più interessanti possono essere: i testi secolari che nel corso
dell’intero medioevo sono abbastanza scarsi. Fino alla fine del 600, quando finisce il
medioevo in russia, la maggior parte dei testi prodotti dalla cultura russa la maggior parte
dei testi sono testi religiosi, un altro carattere medievale delle scritture.
Gli autori erano chierici e monaci, infatti erano gli unici in grado di scrivere e leggere
perché la letteratura faceva parte della chiesa perché serviva per gli scopi religiosi per cui
erano solo gli appartenenti a imparare a leggere e scrivere. La letteratura non esisteva come
sottosistema sociale autonomo, in generale quasi tutti i tratti della cosiddetta “letteratura”
sono diversi sotto diversi punti di vista: non c’è il concetto di autore, confini tra autore e
compilatore e copiatore sono fluttuanti, la maggior parte dei testi medievali, non solo slavo
orientali ma anche europei, non sono firmate e non si capisce se l’autore del testo è solo uno
o se hanno preso diversi testi e li hanno fusi insieme creando qualcosa di nuovo. I chierici
non avevano la coscienza di essere autori in senso moderno e non sentivano l’esigenza di
firmare i testi. Un esempio dalla cultura polacca viene da una cronaca, la più importante
polacca del medioevo, scritta in latino, il testo principale come fonte di conoscenza della
storia antica polacca, abbastanza lungo ma di piccole dimensioni, non è mai stato firmato, si
sa che l’autore è un monaco francese, uomo gallo anonimo. Questo monaco non sentiva il
bisogno di mettere il suo nome su questo manoscritto, a differenza di quanto succede oggi.
Questa opera descriveva i tempi preistorici e istorici del territorio polacco, gli eventi
accaduti sul suolo polacco nel corso dei secoli. Le opere storiche si chiamano appunto
cronache. Se il nome c’è si può trovare solo alla fine.
In relazione a ciò i testi si possono denominare aperti, aperti perché potevano essere
ricambiati dal compilatore di turno, ad esempio sulla base di una vecchia cronaca potevano
essere aggiunte delle piccole cronache locali. Sono inoltre instabili, proprio perché sono
modificabili. Le cronache russe medievali slavo orientali è un campo abbastanza ampio
della ricerca e vengono pubblicate tra la fine del 19eismo secolo e l’inizio del 20esimo in
una serie chiamata “l’edizione completa delle cronache russe”, il primo volume è la cronaca
più antica, vengono ordinati prima secondo l’età e poi secondo il luogo di scrittura.
L’edizione è composta da volumi di grandi dimensioni con 400/500 pagine e sono stati
pubblicati circa 40 volumi, la maggior parte sono composte da copie di cronache precedenti
a cui vengono aggiunte cronache locali dei vari villaggi o principati.
La letteratura medievale non comporta un funzione estetica, non viene scritta per piacere,
quasi non ci sono segni di uno stile individuale, le scritture medievali non conoscono generi
letterari e non esiste il concetto di autore e di opera inteso in senso moderno.
Il grado di alfabetizzazione era in generale scarso perché erano solo membri della chiesa a
essere in grado di leggere e scrivere, ma c’è un’eccezione e per molto tempo non si sapeva
che c’era ed è la regione di Novgorod. Proprio là è stato trovato un gran numero di iscrizioni
su corteccia di betulla, i cosiddetti berestjanye gramoty. Non si sapeva fino al 1951 che
queste iscrizioni esistessero -nonostante venivano citati in una cronaca-, in quell’anno infatti
è stata trovata la prima gramota -significa iscrizione e più i generale ogni forma di scrittura,
un gramotj cheloviek è un uomo che sa scrivere e leggere ad esempio-, storie della lingua
russa più antiche. Ogni anno si scoprono nuovi reperti, fino ad oggi sono stati trovati più di
1200 iscrizioni e fuori Novgorod altri 100 circa sempre su corteccia di betulla. Solo nel
corso del XX secolo si è scoperto che a Novgorod anche la gente comune era in grado di
scrivere, forse un livello non sofisticato ma conoscevano l’alfabeto ed erano alfabetizzati.
La gramota 591 contiene l’alfabeto e probabilmente si trattava di un’incisione effettuata in
ambito scolastico. Nelle gramote di Novgorod sono stati trovati testi religiosi, lettere
d’amore, incantesimi, elementi di vita quotidiana. Il fatto che si trovano solo a Novgorod
può anche significare che si sono salvati solo lì, in altri luoghi russi sono stati trovati altri
resti ma meno di Novgorod. Può significare che lì ci siano delle condizioni ambientali e
della terra che permette alla corteccia di non sciogliersi e questo potrebbe significare che
questa scrittura anche a livello quotidiano in realtà sia stata molto più ampia e diffusa anche
in altri luoghi ma i resti si sono sciolti e non si sono salvati.
La cronaca di Nestore (Cronaca degli anni passati, povest’ vremennych let) è la più
importante cronaca russa medievale scritta appunto da Nestore, un monaco. E la più antica
cronaca russa, scritta a Kiev nel monastero delle Grotte, scritta nel corso di un secolo, l’XI
esimo, scritto da diversi monaci e poi messo in ordine, corretto e ampliato e inserito
un’introduzione da Nestore. Ha vissuto verso la fine dell’XI esimo e l’inizio del XII esimo.
La struttura è come un elenco delle date con degli eventi, inizia nel 6360 (852) in cui appare
per la prima volta il nome Rus’ in merito all’invito dei variaghi. Termina del 6621 (1113)
con la morte del principe Svjatopolk Izjaslavic e l’inizio del principato di Vladimir
Monomach. Probabilmente è stata scritta da Nestore nel 1116, è importante da sapere che
non si è salvata la cronaca originale, scritto proprio da Nestore, probabilmente distrutto o
bruciato. Si sa però che è proprio questo che è alla base delle altre cronache, è proprio
questo bocco di notizie che si ripete in tutte o quasi tutte le altre cronache. Il testo che non si
è salvato è stato tramandato come copia, come parte di cronache posteriori. La più vecchia
copia conosciuta risale a un periodo di 250 anni più tardi, la cronaca di Lavrentij, si sono
persi probabilmente una serie di testi cronistici copiati e ricopiati. Significa che ci sono dei
passaggi anche abbastanza oscuri, non chiari, basta che un monaco che sta scrivendo, che
sta copiando salti una linea o manca un pezzo di frase e il testo diventa subito di difficile
comprensione, questo poi succede con altri copiatori che copiano dal testo sbagliato e così
via.
La cronaca di Radziwill è un’altra cronaca datata XV secolo su cui ogni pagina è inserita
una miniatura.
La cronaca di nestore è un materiale eterogeneo dal momento in cui si trovano all’interno
diversi “generi letterari” e diversi stili, non trovano problemi a mettere tra una data e l’altra
un testo diverso dal punto di vista stilistico e tematico che magari non appartiene neanche
al genere storico e così abbiamo anche a che fare con un disadorno protocollo degli eventi
storici, spesso interrotto da digressioni, vengono incollati documenti, leggende, racconti
bellici e agiografici, testi di oratoria come prediche, elogi dei principi ecc.. Nonostante
questo, il testo possiede una visione unitaria, una comune coscienza storica, al storia dello
stato russo che stava per nascere e la storia della stirpe dei principi. Un ulteriore filo rosso
che la tiene insieme è la concezione storica cristiana con la prospettiva della salvezza, si
capisce che ogni testo è stato scritta da un cristiano neofita.
Due anni prima del battesimo della russia, nel 986 (6494) => questa scelta del battesimo è
avvenuta in modo diplomatico, il principe Vladimir voleva legarsi con la potenza locale più
importante, l’impero bizantino, e per questo ha proposto di sposare la sorella
dell’imperatore, questo era un business interessante anche per l’imperatore bizantino perché
poteva missionare in territori fino ad allora pagani e allargare la sua influenza a nord est del
suo regno. Questa azione diplomatica, il matrimonio, viene rappresentata nella cronaca in
modo diverso, in modo molto più poetico, viene scritto come una scelta consapevole della
fede che il principe poteva scegliere: poteva scegliere quella musulmana, cattolica, greco-
ortodossa ecc. sceglie quella greca ortodossa e l’argomentazione è molto interessante:
Il racconto della scelta della fede nella Cronaca di Nestore:
Nell’anno 6494 (986). Vennero da lui i Bulgari di fede islamica dicendo: “Principe, tu sei
saggio e assennato, ma non hai religione. Convertiti alla nostra religione e prosternati a
Maometto” -si era diffusa la voce che Vladimir non voleva essere più pagano ma cambiare
religioso insieme al suo popolo, arrivarono i bulgari (non bulgari odierni), un popolo
islamico-. E Vladimir disse: “Qual è la vostra fede?” Essi dissero: “Noi crediamo in Dio, e
Maometto ci insegna a circoncidere i membri celati, a non mangiare carne di maiale, a non
bere vino, così dopo la morte potremo fornicare con le donne. […] Vladimir li ascoltò,
perché amava le donne e la dissolutezza, li ascoltava con piacere, ma non gli piacevano la
circoncisione e l’astinenza dalla carne di maiale e, tanto meno, dal vino -a Vladimir non
piaceva la circoncisione e l’astinenza da carne di maiale e vino- . Disse: “Bere è un diletto
per i Russi, non possiamo rinunciarvi” -questa idea di prendere la religione islamica non
andava bene per i russi antichi-. Poi vennero i Nemcy -gli stranieri, nel senso che non
parlano la loro lingua e per questo sono come i muti o sordomuti- da Roma [stranieri,
nell’accezione di cattolici] […] Vladimir disse: “Quali sono i vostri precetti?” “Digiunare
secondo le nostre forze: “Sia che mangiate, sia che beviate, fate tutto per la gloria di Dio”,
come scrisse il nostro maestro Paolo”. Vladimir rispose ai Nemcy: “Andatevene, perché i
nostri padri non vi hanno creduto” -è un passaggio un po’ oscuro, non si capisce bene a
cosa non hanno creduto e cosa significhi, può essere che non sia stato copiato bene-.
Avendo saputo ciò, degli Ebrei di Chazaria -regno che si trovava a nord ovest del Mar
Caspio- vennero e dissero: […] Vladimir disse: “E come pensate di istruire gli altri se voi
stessi siete scacciati da Dio e dispersi? Se Dio amasse voi e la vostra legge, non sareste
dispersi in paesi stranieri -come si sa gli ebrei sono dispersi in tutto il mondo- ; volete che
questa sventura ricada anche qui?”. In seguito, i Greci inviarono un filosofo a Vladimir per
dire: […]
Nell’anno 6495 (987). […] Essi [i bojari] -aristocratici, gli ambasciatori, l’alta nobiltà
russa- dissero: “Visitammo in primo luogo i Bulgari e vedemmo che si recavano nel loro
tempio, cioè nella moschea, senza cintura; quindi, dopo gli inchini, si sedettero, guardando
da una parte all’altra come ossessi e non c’è gioia fra loro, ma solo tristezza e un lezzo
insopportabile. La loro legge non è bella. E andammo presso i Nemcy e li abbiamo visti
celebrare il loro servizio nel tempio, ma non vedemmo alcuna bellezza -il criterio della
bellezza è molto importante-. Infine, giunti dai Greci, fummo condotti nel luogo in cui
celebrano il servizio al loro Dio. Non sapevamo se eravamo in cielo o in terra, perché, in
verità, non c’è sulla terra un simile spettacolo, né tanta bellezza. -l’idea è che i russi hanno
scelto la fede ortodossa non per ragioni diplomatiche ma perché trovarono la fede greco-
ortodossa più bella rispetto alle altre fedi, la bellezza sarà sempre una delle idee più
importanti in russia. “la bellezza salverà il mondo”-.
Non esistevano generi e stili e neanche retoriche, questo tipi di libri, le retoriche, che
contenevano anche la suddivisione della letteratura in generi, non era conosciuta e non era
ritenuta utile nella letteratura medievale.
Una storia breve ma impressionante perché contiene alla fine il cambiamento della storia e
la conferma degli indovini, ma è interessante che un testo del genere, che parla del regno di
Oleg, ambientato verso la metà del X secolo, prima di Vladimir, il cronista non vedeva
nessun problema di mettere insieme con dati o fatti anche un racconto così ornato e poetico
e non è possibile che sia morto proprio così ma così è riportato nella cronaca di Nestore. Le
prima cronache mischiano leggenda, fatti, invenzione e fantasia.
Un secondo testo del primo periodo della storia russa, il periodo della Rus’ di Kiev, dagli
inizi fino al 1237 è il Canto della schiera di Igor (o poema della campagna di Igor) =>
questo canto è un’opera singolare, è l’unico esempio di un poema etico nella storia della
letteratura russa medievale. Nel XIV secolo, intorno al 1350, c’è un alto testo per alcuni
tratti simile a questo che si chiama l canto delle cose che sono successe al di là del Don =>
probabilmente ha usato il canto della schiera di Igor come testo perché ci sono alcuni tratti
che legano entrambi i testi, anche se è molto più inferiore sul lato della tecnica. Il canto
della schiera di Igor rimane un testo molto singolare, parliamo della seconda metà del XII
secolo, scritto probabilmente in seguito a questa campagna andata male di Igor Svjatoslavic,
principe di Novgorod-Severskij -è un’altra Novgorod-. La lingua del testo è diversa dai testi
scritti in slavo ecclesiastico perché sostanzialmente è antico russo, antico russo orientale,
senza mescolanza con lo slavo ecclesiastico => lo slavo ecclesiastico era la lingua della
letteratura dall’invenzione di questa lingua nell’ambiente slavo orientale antico e ci sono
pochi testi che non usano questo slavo ecclesiastico. Il canto della schiera di Igor è scritto in
una lingua diversa appunto.
La trama è la fallita campagna militare condotta dal principe Igor contro i Polovcy nel 1185
e il messaggio che questo poema veicola è un appello ai principi della Rus’ di Kiev affinché
cessino le lotte fratricide per contrastare le minacce provenienti dai nemici esterni. Il
frontespizio della prima edizione, pubblicata a mosca nel 1800, il testo è stato pubblicato
sotto il titolo “Un canto eroico sulla campagna/schiera contro i Polovcy del piccolo principe
-regna su un piccolo principato- di Novgorod-Severskij che si chiama Igor Svjatoslavic,
scritta in una antica lingua russa verso la fine del XII esimo secolo, con traduzione nella
lingua in uso oggi”. Il testo è diventato l’unica edizione originale del testo che c’è, il testo
originale è stato ritrovato in un’unica copia, verso la fine del 1700 -1788- in un monastero e
questo è già un’anomalia perché di solito la gran parte dei testi medievali slavi -e non solo-
sono stati tramandati in diverse copie. Ad esempio, la russkaya pravda è stata copiata
centinaia di volte, perché c’era bisogno di salvarla. In questo caso abbiamo una copia unica
-del XV secolo- trovata in un monastero -nel 1788-, questa unica copia conosciuta è stata
scoperta come parte di un codice di un manoscritto medievale in questo monastero, 12 anni
dopo la scoperta -fino a questo momento i russi non sapevano che esistesse un’opera poetica
risalente al medioevo- è stato pubblicato con le conoscenze che le persone avevano a quei
tempi: la filologia non era molto sviluppata, ha iniziato a svilupparsi solo nel corso dell’800,
il testo probabilmente è stato mal letto in qualche modo perché questo testo contiene dei
passaggi abbastanza oscuri, non si capisce il significato di certi passaggi, ci sono delle
parole che non si trovarono in altri manoscritti russi dei tempi, i cosiddetti “hapax
legomenon”, dal greco “detti una volta”. Non si può più analizzare il documento originale
del XV esimo secolo, o così l’hanno datato i pubblicatori del 1800, perché il manoscritto è
stato portato a mosca e lì in una biblioteca è stato distrutto nel corso dell’incendio di mosca
nel 1812, quando Napoleone iniziò la guerra contro la russia e arrivato a mosca trovò la città
in fiamme. Questo grande incendio, appiccato dai cittadini stessi, ha distrutto moltissimi
libri e oggetti di valore culturale, tra cui questo manoscritto unico. Il manoscritto del 1800 è
dunque ora l’unica fonte del testo.
Questo status del testo, del manoscritto, l’unico carattere di questo testo ossia l’assenza di
copie, non è stato recepito nel corso del medioevo, è stato scritto nel XII esimo secolo. Non
si tratta di un testo religioso e dunque può essere stato scritto nella corte di un principe e si
può dedurre che non esisteva solo la cultura ecclesiastica ma anche altri centri come le corti
dei principi, dove forse si cantavano le canzoni secolari e componevano poesie fino alla
creazione di un poema come questo. Ma non tutte ipotesi che non possono essere
confermate perché non esistono fonti. Per un certo periodo si è ipotizzato che il testo fosse
un falso, è stato però dimostrata la sua autenticità ma ci sono scienziati e filologi che hanno
detto che si tratta probabilmente di un falso già nel corso dell’800 e poi nel 900. Oggi, con
le conoscenze odierne della filologia, si può dire che al 99% si tratta di un testo autentico.
Perché un’unica copia? Probabilmente è stato composto come opera nell’ambiente della
corte, un ambiente non ecclesiastico e poi scritto in un manoscritto che era un evento
straordinario e poi è stato dimenticato e non tramandato forse perché chi faceva le copie
erano solo chierici e monaci e visto che il testo era non religioso e conteneva anche elementi
pagani -per alcuni tratti è collegato alle tradizioni slavo orientali precedenti al
cristianesimo-, i monaci avevano altri testi più importanti da trascrivere. Nel caso in cui
un’opera secolare veniva trascritta questo avveniva per errore, la rarità dell’unica copia è un
segno che il testo, dopo essere stato creato non ha trovato lettori. Altri elementi che
potevano dimostrare che si trattava di un falso erano questi hapax legomenon, gli oppositori
sostenevano che erano cose inventate che non esistevano nel russo antico. È un argomento
debole perché esistevano degli hapax legomenon anche in altri testi, non è un argomento che
potrebbe dimostrare la falsità. Un altro elemento è l’unicità della copia, la sua qualità
poetica è straordinaria e altissima, tanto che venne tradotta in ogni lingua. Il testo è stato
scoperto verso la fine del 1700 in un periodo in cui prima in Europa e poi in russia, i lettori
ha iniziato a interessarsi al suo passato, anche poetico. Sono infatti segnali che
preannunciano il romanticismo. Un segno di questo interesse è dato da opere come, ad
esempio, le canzoni di Ossian, venne pubblicato nella seconda metà del 1700 da un inglese
un libro in cui scriveva di aver trovato un manoscritto russo del V/VI secolo scritto con le
poesie di un certo Ossian, un frate. È stato tradotto in molte lingue e si è sviluppato il
cosiddetto ossianismo, tantissimi autori hanno iniziato ad imitare la scrittura di Ossian.
Successivamente si è scoperto che questo inglese non aveva realmente trovato questo libro
ma lo aveva inventato scrivendo lui stesso queste poesie. Visto questo si poteva anche dire
che forse questo canto dell’impresa di Igor era una cosa simile. La difficoltà è che a questi
tempi, verso la fine del 1700 in russia, non c’era nessuno in grado di scrivere una cosa del
genere in lingua slava orientale antica. Le conoscenze filologiche non erano ancora così
sviluppate. Questo canto contiene pochissimi errori dal punto di vista linguistico -possono
anche risalire a una lettura sbagliata della prima pubblicazione-, secondo i linguisti tuttavia
è un manoscritto originario. Forse l’unico che avrebbe potuto scrivere un opera del genere
era Karanvin, un famosissimo poeta del sentimentalismo e poi è diventato storico di corte,
autore della storia dello stato russo in 12 volumi dal medioevo arrivando fino al 1600 -lui
morì al 12esimo volume-. Lui era forse l’unico con abbastanza forza poetica per scrivere
una poesia geniale dal punto di vista poetico, con delle conoscenze storiche e linguistiche e
solo lui era l’unico in grado di farlo. Tuttavia, il suo carattere, per quanto si conosceva, non
era incline a queste cose.
Un esempio di un altro slavo, un cecoslovacco, Vacláv Hanka, era un poeta e filologo che
soffriva proprio questa idea che nella cultura ceca non esisteva una poesia ceca antica che
potrebbe fungere da epos nazionale e dunque scrisse un poema in ceco antico e solo dopo la
sua morte alla fine dell’800 è stato scoperto essere un falso. Analizzando l’opera si scoprì
che era pieno di errori, lui infatti non era in grado di scrivere un testo corretto in ceco antico.
PRIMA PAGINA DEL POEMA DI IGOR
I manoscritti slavo orientali non sono stati scritti in versi, sono difficili da decifrare perché a
volte non si capisce dove finisce la frase. Questo testo tradotto è già un’interpretazione, sta
interpretando dove finisce la frase e ne inizia una nuova. Bojàn, uno dei personaggi che per i
russi era importante come padre fondatore della poesia. Questa pagina si trova all’inizio,
prima dell’inizio stesso del poema. Abbiamo un inizio meta poetico dove si discute di
diversi mezzi poetici esistenti.
Ivan, figlio di Ivan il terribile, morirà per mezzo del padre e uccise dunque anche la sua
dinastia. Il secondo figlio, Fedor, era malato sia fisicamente che mentalmente e non era in
grado di governare il paese e non aveva figli. Il 1598 ossia anno della sua morte è
considerata la fine della dinastia dei Riurikini.
Ivan I Danilovic Kalita diventa principe a Mosca come figlio di Daniil e anche lui collabora
con i tartari -estremamente attivo nell’aiuto ai tartari a conquistare il paese-, lui reprime la
rivolta nella città di Tver’ contro i tartari e così agli occhi dei tartari lui è un uomo di merito
e per i suoi meriti ottiene dal Khan il titolo di Grande Principe. Mosca diventa un principato
più importante e proprio Ivan Kalita è colui al quale i tartari affidano la riscossione dei
tributi perché si è dimostrato molto affidabile, era un posizione comoda dal punto di vista
economico perché una parte dei tributi raccolti li teneva lui. Il nome Kalita significa
“borsa/borsellino” proprio con l’allusione che lui si riempiva la borsa coi soldi del tributi e
così contribuì ad arricchire il principato di Mosca ed è con Ivan Kalita che ha inizio la
riunificazione delle terre russe sotto il controllo del principato di Mosca “sobiranie russkoj
zemli” => il processo, che durò più di 200 anni, di superamento dei piccoli principati
(udel’nye knjazestva) e riunifica politicamente la rus nord-occidentale e nord-orientale. I
moscoviti iniziano con Ivan Kalita a conquistare un principato dopo l’altro.
Il principato di Mosca diventa importante anche perché nel corso del tempo diventerà anche
la sede del Metropolita, processo che durò più di 100 anni, la sede del metropolita è stata da
sempre Kiev ma nel 1240 Kiev viene saccheggiata e distrutta dai Tartari. Dopo questo
secondo saccheggio Kiev perdette la sua importanza e non era dunque più importante
nemmeno come sede del metropolita, egli, Maksim, infatti decise di trasferire nel 1299 la
sede da Kiev a Vladimir, circa 100 km a nord est da Kiev. Conservò tuttavia il nome
“Metropolita di Kiev e di Vladimir”. Nel 1325 il metropolita Pietro trasferì la sede del
metropolita da Vladimir a Mosca diventando “metropolita di Kiev e di tutta la Russia” =>
denominazione che tennero fino alla fondazione di un patriarcato in seguito allo scisma con
la chiesa ortodossa greca.
Verso la metà del 1300 scoppiò un epidemia di peste in russia e anche nell’Europa in
generale (boccaccio scrive il Decameron). I mongoli, l’orda d’oro, inizia a disgregarsi e a
diventare meno potente già alla fine del XIV esimo secolo e così i russi riescono a
combattere per la prima volta di Tartari sotto la guida di Dmitrij Donskoj, nipote di Ivan
Kalita. I russi sono ormai diventati così potenti che fanno il primo tentativo di liberarsi dal
gioco tartaro -più di 230 anni di governo straniero, unico caso così importante nella storia
russa-; Dmitrij Donskoj nel 1380 combatte i tartari in una battaglia vittoriosa a Kulikovo
pole, vicino al fiume don -per questo Donskoj-. Dmitrij sconfigge il condottiero tartaro
Mamaj e questo rientra nella storiografia russa sotto il nome “Mamaevo poboisce” e come
conseguenza abbiamo che il prestigio di mosca rispetto agli altri principati russi cresce
ancora di più. Il giogo tartaro finì però nel 1480, cento anni più tardi. Già due anni più tardi,
nel 1382, un generale tartaro Tochtamys conquista Mosca per vendetta e la città viene data
alle fiamme, tutta la città -che è ancora piccola- viene bruciata e gli abitanti massacrati.
Mosca doveva riprendere a pagare i tributi all’Orda D’oro.
Un altro principe Vasilij I, figlio di Dmitrij Donskoj, diventò Grande Principe e nel suo
regno ci fu una guerra contro un suo parente, suo suocero, Grande principe di Lituania,
Vitovt, ma il principato dovette sopportare un’altra invasione tartara nel 1408 guidata dal
tartaro Edigej.
Vasilij II Temnyj, figlio di Vasilij I, diventa Grande principe dopo la morte del padre e nel
frattempo l’orda d’oro decade sempre di più e si divide in una serie di piccoli Khanati
khanato di Crimea, di Kazan’, di Astrachan’-. Nel regno di Vasilij II accadde il concilio di
Firenze nel 1439 -dal 31 al 39, non solo a Firenze ma in diverse città italiane, soprattutto in
toscana- => tentativo di conciliare il mondo religioso cristiano occidentale con quello
orientale, tentativo non riuscito anche perché i russi non accettano il risultato di questo
concilio. i greci ortodossi che fanno parte della delegazione della chiesa ortodossa -il
metropolita di Kiev Isidoro- anche per nome dei russi. Arrivò dopo due anni di viaggio a
Mosca e annuncia il risultato -gli ortodossi sono ancora uniti ai cattolici- ma il risultato non
venne apprezzato e il metropolita venne addirittura arrestato. I capi russi vedono l’unione
con i cattolici come un tradimento. Il concilio servirà come motivazione principale per la
separazione tra la chiesa ortodossa russa e quella greca di Bisanzio. Processo che durerà più
di cento anni fino al distacco generale e giuridico con la creazione di un Patriarcato russo. I
russi guardano ai greci come degli infedeli ed eretici, coloro che hanno lasciato la vera fede.
Nella metà del 1400 diventa sempre più potente l’impero ottomano, nuova forza politica al
sud est dell’Europa, tanto che conquista la città di Costantinopoli nel 1453. Questo fatto
storico politico viene visto dai russi come una punizione divina, la punizione di dio per
l’apostasia dall’ortodossia. I russi si vedono come l’unico grande popolo ortodosso
circondato da eretici ed infedeli.
Ivan III il Grande, figlio di Vasilij II, grande principe dal 1462 -a volte si considera anche
questa data come la data della fine del giogo tartaro-=> Costantinopoli è stata presa dai
turchi e l’impero bizantino non esiste più ma i russi mirano in alto e dunque Ivan III è il
primo a proclamarsi Zar di tutta le Russia, usando la dicitura di re senza essere stato
incoronato. Nel 1472 sposa la nipote dell’ultimo imperatore bizantino, Zoe (Sofia),
Paleologa. Sposandola lui intende acquistare un po’ dell’aura del vecchio impero bizantino
ormai andato distrutto, la sua sposa doveva essere necessariamente una partente stretta
dell’impero bizantino.
Sotto il regno di Ivan III il Grande -grande perché terminò il processo di riunificazione dei
principati russi- accadde l’assoggettamento di Jaroslav nel 1463 e nel 1478 annette la
repubblica di Novgorod -questo esperimento democratico finisce dunque con l’annessione
al principato di Mosca- e poi i principati di Tver’ e Vjatka. Importante il momento della
rimozione della campana dell’assembla popolare, simbolo della repubblica di Novgorod.
Assoggettando la repubblica di Novgorod i Moscoviti asportarono la campana come
simbolo, senza campana non c’è niente che richiami i cittadini per le assemblee popolari,
niente campana niente democrazia. Marfa Posadnica -la moglie di un posadnik ossia un
capo di città- era uno dei capi dell’opposizione verso Mosca che cercò di ribellarsi contro
Ivan III, venne rappresentata in numerose opere letterarie e artistiche russe. Vince il
principio totalitario della Moscova, impero non democratico ma autocratico secondo il quale
tutte le decisioni sono prese dallo zar. La repubblica di Novgorod era un’alternativa di
governo ma non ha vinto.
1480 data della fine del giogo tartaro => grande scontro sul fiume Ugra, i tartari cerano di
nuovo di sottomettere e punire i russi che sono diventato troppo forti e si rifiutano di pagare
i tributi. Sul fiume Ugra avvenne uno scontro, non ci fu una battaglia bensì uno stare
“stojanie”, entrambi gli eserciti stanno fermi a guardarsi aspettando che l’altro esercito inizi
la battaglia ma i tartari decidono di ritirarsi. Torneranno in futuro ma solo come banditi per
distruggere qualche città ma non come stato organizzato come l’orda d’oro.
Sotto il governo di Ivan IV Grosnij c’è un periodo in cui lui quasi distrugge il proprio regno,
massacra nobili e aristocratici e getta il paese in un caos quasi totale e i tartari usano questo
caos nel 1560/1572 e attaccano Mosca e la conquistano.
Si conforma alla tradizione occidentale del santo che fa amicizia con gli animali, ad
esempio: San Girolamo, la sua vita contiene un modello di comportamento cristiano
eremita, il suo vero nome era Sofronius Eusebius Hieronymus, visse tra il 347 e il 419, era
un monaco cristiano importantissimo, era un teologo ma soprattutto noto perché lui tradusse
la bibbia in lingua latina (Vulgata). Nella sua agiografia e decritto come lui si ritirò nel
deserto inventando questo modello di comportamento e facendo amicizia con gli animali, un
leone che soffre a causa di un pezzo di legno nella zampa va da lui per farselo togliere. Solo
il fatto di essere in grado di fare amicizia con animali così feroci è un simbolo del suo essere
santo -fare una cosa ritenuta impossibile tipo avvicinarsi e fare amicizia con animali così
feroci come orsi e leoni-.
Dmitrij Tschižewskij. Storia dello spirito russo. Firenze: Sansoni, 1965. P. 108–110.
Spesso un presunto conservatore può essere in realtà un “ardito innovatore”, e tale era
anche Iosif Volockij. Egli creò la base ideologica per quella teoria dello “Stato di servitù”
(služiloe gosudarstvo), che, con diversi nomi, è rimasta fino a oggi (fino al “comunismo”),
la specifica forma di Stato russa, la quale a stento concede all’individuo la propria sfera,
sia pure circoscritta, di libertà. […] Egli che era obiettivamente un innovatore era
soggettivamente un tradizionalista. Poiché riteneva che in Russia esistessero già tutti i
valori culturali e che fosse necessario soltanto custodirli.
[…] Iosif Volockij fonda una tradizione nuova, un’ideologia sostanzialmente nuova nel XVI
secolo russo, con una errata interpretazione dell’antico (anche la semplice ripetizione
dell’antico in un testo nuovo è già un’interpretazione!). Nel corso del XVI secolo gli
elementi negativi dell’ideologia di Iosif vennero ulteriormente consolidati dai suoi seguaci.
Accadeva così che, dopo cento anni, anche i Greci che giungevano in Russia si trovassero
di fronte a una mistificazione del cristianesimo, che appariva loro del tutto inspiegabile e di
cui non sapevano spiegarsi l’origine.
Opere letterarie:
-Povest’ o razorenii Rjazani Betyem => pianto sulla distruzione di Rjazan’, nel 1237, anno
di inizio del giogo tartaro la città di Rjazani è stata una delle prime città conquistate e
distrutte dai tartari, questo racconto narra la storia della distruzione della città con la quale
inizia il gioco tartaro. Si tratta del testo di una cronaca, nel manoscritto pubblicato si trova
subito la data 6741 -1237, la data manca nella traduzione italiana. Il testo è stato presentato
come un poema, ma in realtà il testo russo originale era scritto in prosa.
La prima grande opera che racconta la tragedia della città che poi diventa una tragedia
nazionale perché dopo la distruzione di questa città e una serie di altre città della russia
antica sui popoli slavi orientali si pone questa nuova potenza asiatica che per oltre duecento
anni la controllerà.
Altra opera:
-Il racconto su Dracula voedova => il vero Dracula era una figura storica, c’era davvero un
rumeno chiamato Dracula -Vladislav III di Valacchia, Vlad Dracula-, era un voedova -capo
di una regione-, venne poi soprannominato anche Vlad Tepes, Vlad l’Impalatore perché
questa era la sua punizione preferita per i nemici. Aveva una reputazione di uomo crudele e
sanguinario e per questo era la figura perfetta per diventare un vampiro, uno dei personaggi
più spregevoli del 1400. È diventato famoso in tutta Europa per la sua violenza ma anche
per il modo in cui trattava sia i nemici che la popolazione. Questo testo è stato scritto nel
1486 -fuori dal giogo tartaro- ma il personaggi ha vissuto durante il periodo del giogo
tartaro -anche se non viveva in Russia ma in Romania-. Si tratta del più antico testo di
narrativa nella letteratura russa, testo previsto come una sorta di giallo, non religioso ma
scritto per divertire un pubblico usando il genere “horror. Non si sa chi l’ha scritto, è
probabilmente una compilazione di testi che circolavano in giro per l’occidente. Ci sono
molte edizioni, il che significa che era un testo popolare, è composto da una ventina di
racconti su questo Dracula.
LEZIONE 8 DEL 21 OTTOBRE
La Moscovia nel XVI secolo. “Mosca, terza Roma”
Sfondo storico
La fine del giogo tartaro, siamo arrivati a Ivan III che scaccia i tartari. Suo figlio, Vasilij III,
nel 1505 diventerà grande principe alla morte del padre. Lui è il continuatore della politica
del padre =>il completamento della riunificazione delle terre russe, gli ultimi elementi
mancanti -Pskov, Rjazan’, Novgorod-Severskij- vennero annessi negli anni Dieci del 500.
Dagli anni Venti in poi il paese è riunificato e ci sono i presupposti per fondare un regno
forte e unito, un nuovo stato che verrà assoggettato alla guida di uno zar. Il figlio di Vasilij
III -ha avuto problemi coi figli, con la prima moglie non è riuscito ad averli e ha divorziato,
anche se non si poteva, con la seconda moglie ebbe Ivan IV-, Ivan il Terribile sarà il primo
zar della Moscovia.
Negli anni del regno del grande principe c’è un conflitto militare con la Lituania, uno stato
alleato alla polonia -ai tempi era lo stato più ampio- => nel 1514 Vasilij III è in grado di
conquistare e annettere la città di Smolensk che oggi è russa ma apparteneva da 110 anni
alla Lituania. A questi tempi c’era infatti la guerra russo-polacca -i lituani si erano
coalizzato con la Polonia contro la Russia-.
Il grande principato di mosca diventa sempre più potente fino a diventare non più solo un
grande principato ma un forte stato centralizzato pari agli altri stati che si trovano in Europa
centrale. Ivan IV continua la politica del padre e sviluppa e rafforza l’autocrazia -il potere
nelle mani del grande principe e poi nello zar- e sviluppa una politica contro l’alta
aristocrazia dei Boiari => i rappresentanti delle stirpe più potenti a cui non piaceva essere
sottomessi sotto un governante troppo forte. Questa politica è un alto elemento di uno stato
forte e indipendente e autocratico. Un altro sviluppo è lo sviluppo della burocrazia che in
russia si sviluppo all’interno dei prikazy, erano degli uffici/ministeri, un elemento
dell’amministrazione statale centrale. Senza una burocrazia statale uno stato non
funzionerebbe, è proprio quello che accadde in questi decenni, prima metà del XVI secolo,
uno sviluppo e professionalizzazione degli organi statali -che lo rendono poi uno stato a tutti
gli effetti-.
Vasilij III si sposa con Solomonija Saburova nel 1505 e non hanno figli -il potere viene
tramandato al primogenito, se sopravvive, infatti in questi secoli la mortalità infantile è
alta-, se non hanno figli non hanno eredi e dunque divorziano nel 1525, la legge canonica
non prevedeva il divorzio, nonostante questo i capi della chiesa che guardano anche agli
interessi dello stato, il divorzio venne ammesso, Vasilij III costringe la moglie a diventare
monaca. Sposa dunque Elena Glinskaja, con lei ebbe alcuni figli e nasce Ivan IV e poi Jurij
Vasil’evic, diventò principe di Uglic, seppur con problemi mentali, e muore nel 1563. La
mancanza dei figli di un regnante è un gravissimo problema per l’entità statale, non si sa chi
governerà il paese e dunque la dinastia si interrompe, per questo la chiesa concesse il
divorzio. In questi anni i bambini raramente sopravvivevano all’infanzia a causa di mortalità
alta e malattie che colpivano soprattutto i bambini.
Vasilij trova un rappresentante del clero giosefita e sostenitore del cesaropapismo russo e
dunque può divorziare => il divorzio infrange la legge ecclesiastica, per essere legittimato
dalla Chiesa Vasilij III utilizza il conflitto tra i giosefiti e i non-possessori e trova un alleato
nel metropolita Daniil.
Quando Ivan IV ebbe soli tre anni Vasilij III muore nel 1533 e vi è di nuovo in problema,
c’è sì un erede al trono ma aveva solo 3 anni. Diventerà zar solo nel 1547 quando raggiunse
17 anni -la maggiore età-. Non essendo in grado di governare è necessario designare un
regnante e venne scelta la madre Elena. Il soprannome Groznij -terribile- venne coniato solo
durante il romanticismo e non significa terribile, bensì minaccioso/severo.
Nel 1533 quando Ivan IV ha soli 3 anni e il padre muore la madre diventa regnante => una
persona che svolge le funzioni dello zar fino al momento in cui lui sarà in grado di regnare.
Diventa la prima donna nella storia a governare un regno russo unitario. Subito fa
incarcerare e poi uccidere i fratelli di Vasilij III imponendo il principio del primogenito
invece che quello del seniorato -il più anziano della stirpe come successore-. Nel 1535
riforma il sistema monetario introducendo una valuta unica all’interno del regno -per evitare
problemi di cambio e rendere i commerci più semplici, riformando questo sistema ha posto
le condizioni per la creazione di un paese più forte anche economicamente-. Dopo la morte
di Elena -1538 forse avvelenata- si scatenano grandi lotte per il potere tra le grandi famiglie
aristocratiche -Glinskij, Shujskij, Bel’skij, Obolenskij- => la stirpe dei boiari Shujskij risulta
vincitrice, nel 1539 venne destituito il metropolita Daniil -con il metropolita Iosaf-. Sono
loro che si occupano degli affari statali e di Ivan IV e cercano di influenzare la politica dello
stato.
In questi anni c’è una serie di cambiamenti nel governo della chiesa: cambiano spesso i
metropoliti -Iosaf venne destituito nel 1542-, nel 1542 il metropolita diventa un monaco
chiamato Makarij, un metropolita importante che diventerà il più vicino consigliere dello
zar. Ivan IV a questi tempi è ancora minorenne e è sempre sotto influenza dei membri dei
boiari => gli altri aristocratici spingono Ivan IV a sbarazzarsi dei Shujskij e così Ivan IV a
13 anni è abbastanza potente per far uccidere i principe Shujskij -con l’aiuto di altri
principi-. Ivan è ancora piccolo ma è già in grado di far uccidere uno dei più alti aristocratici
del paese e gli altri boari iniziano a temerlo.
Nel corso degli anni Quaranta Ivan IV diventa maggiorenne e così nel gennaio del 1547
viene incoronato zar, diventa zar e non solo gran principe. Il suo protettore ecclesiastico,
Makarij, decide insieme a lui di farlo incoronare. Makarij non poteva farlo ufficialmente
perché non aveva il potere di incoronare senza il consenso del patriarca di Costantinopoli,
un re poteva essere incoronato solo dal capo della chiesa. Commettendo di fatto
un’usurpazione, Makarij sosteneva che l’effettivo peso politico della Moscovia consentiva
tale usurpazione => da allora tutti i sovrani russi si chiamano zar e si fanno incoronare.
I capi della chiesa ortodossa russa non vogliono più seguire il patriarca e dunque nel 1589
sceglieranno il loro patriarca russo, diverso da quello di Costantinopoli.
La parola russa zar => deriva dal latino Caesar e indica non solo gli imperatori romani e
greci ma anche i re veterotestamentari Davide e Salomone, questa parola ha anche per
questo valenza religiosa. Un mese dopo l’incoronazione -3 febbraio 1547- si sposa con
Anastasia Romanovna Zachar’ina-Jur’eva => è proprio questa stirpe che cambiando nome
diventerà Romanov, portatori della nuova dinastia dopo gli anni torbidi -una di loro era
appunto la moglie dello zar Ivan IV-. I figli nascono subito e muoiono, nasce due anni dopo
Anna, muore subito, poi Maria, muore subito anche lei, e poi nasce Dmitrij ma anche lui
morirà. Nel 1554 nasce il nuovo primogenito Ivan Ivanovic che diventerà l’erede al trono e
lui sarà anche il primo figlio a non morire -ce ne saranno altri due- => non diventerà zar
Nel primo periodo del suo governo Ivan IV è un riformatore, avvia un serie di riforme in
campo amministrativo, giuridico e militare. Si fa consigliare da un organo, una sorta di
governo informale composto da alcuni elementi del clero e alcuni principi -izbrannaja Rada,
consiglio di eletti dallo zar => attivo tra il 1549 e il 1560. Tra i membri i più famosi sono il
principe Andrej Kurbskij -letterario, scapperà in Polonia diventando forse il primo emigrato
politico della storia russa e poi scambierà delle lettere con Ivan- e il sacerdote della corte, il
monaco Sil’vestr.
La riforma militare => nel 1550 istituisce un esercito permanente di strelizzi, circa 3000
persone che all’inizio svolgono la funzione di guardia del palazzo ma col passare del tempo
sono la base per un esercito permanente, prima di questo le guerre si svolgevano senza
esercito permanente ma chiedendo ai vari nobili o principi di fornire uomini per un esercito
temporaneo.
Iniziano gli scambi diplomatici con i re occidentali, l’imperatore di Vienna, Massimiliano I,
e poi il suo erede Carlo V, mandano un ambasciatore in Moscovia a Mosca => Sigismund
von Herberstein che visse in russia per qualche anno e dopo esser tornato a Vienna ha scritto
un importantissimo libro, la prima fonte attendibile “RERVM MOSCOTIVI carum”,
contiene anche numerose incisioni e raffigurazioni del paese e dei suoi abitanti. Si trovano
anche le prime carte sia della Russia che dell’Europa.
In una prima campagna venne conquistato il khanato di Kazan nel 1552 => i tartari, nel
frattempo, sono diventati così deboli sbriciolati in diversi khanati che succede l’opposto:
loro conquistano i territori occupati dagli slavi ma Ivan Grozny vuole ingrandire il suo
regno a spese dei territori tartari e dunque conquista prima il khanato di Kazan e poi quello
di Astracan. Nel marzo del 1553 Ivan Grozny che ha appena 23 anni si ammala gravemente
e pensava di morire, convoca dunque i boiari e chiede loro di giurare fedeltà al figlio Dmitrij
-all’epoca aveva solo 5 mesi, nacque appunto ad ottobre-, i boiari rifiutano -il bambino
sarebbe potuto morire- ma contro tutte le aspettative Ivan guarisce ma lui si ricorderà il
comportamento dei boiari che si sono rifiutati di giurare fedeltà al figlio e pochi anni più
tardi, negli anni Sessanta, si vendicherà.
Negli anni 50 iniziano gli insediamenti in Siberia, a parte iniziare a conquistare i terrori
vicini di Kazan e Astracan, Ivan Grozny, volendo ampliare sempre di più il suo territorio
inizia ad organizzare delle campagne di insediamento in siberia. La conquista della siberia
sistematica inizia nei tempi di Ivan Grozny solo nel 1582. La siberia è nelle mani del
khanato di Sibir, Ermak Timofeevic -cosacco- è ricordato come colui che inizia ad
impadronirsi di questi territori enormi della russia occidentale.
Un navigatore inglese apre una via marittima del Mar Bianco e grazie a questo iniziano i
rapporti commerciali con l’Inghilterra => il mar Baltico è ancora chiuso per i russi, il modo
più “vicino”, dunque, resta solo il Mar Bianco. Ivan Grozny cercherà di aprire rotte marine
anche nel Mar Baltico ma fallirà. Trent’anni dopo venne fondata la città di Archangel’sk nel
1584 con un porto per facilitare il commercio.
Nel frattempo, i cosacchi sotto la guida di Ermak Timofeevic marciano verso l’oriente.
LEZIONE 3.11.2020
“RASKOL” -scisma della chiesa ortodossa russa nel XVII secolo-
Sfondo storico
21 febbraio 1613 => elezione e incoronazione di Michail Fedorovic Romanov che regna dal
1613 al 1645, diventa zar a 16 anni perché lui era designato come sostituto di suo padre -che
era uno zar mancato, non poteva diventare zar perché nel frattempo è stato fatto monaco da
Boris Godunov che l’ha costretto per sbarazzarsi di un contendente, infatti gli uomini di
chiesa non potevano diventare zar- che sarà il futuro patriarca Filaret. La politica di Michail
Fedorovic -ma soprattutto quella del padre- era una politica di rigoroso rafforzamento
dell’autocrazia. Il padre è lo zar mancato perché già nel 1587 era concorrente di Boris
Godunov, egli cercò di allontanarlo e l’unico modo era costringerlo a diventare monaco e lo
esilia in un monastero lontano. Nel 1605 dopo la morte di Boris, Filaret -nome religioso di
Fëdor Romanov- torna a mosca nei tempi del falso Dmitrij, diventa un funzionario molto
alto nella struttura della chiesa ortodossa ossia Metropolita -della provincia di Rostov
Jaroslav- e nei tempi della smuta svolge funzioni di un diplomatico => Nel 1610 inizia la
guerra tra russia e polonia e questa guerra durerà fino al 1618/1619, Filaret come
metropolita è capo di una delegazione russa, va il polonia per trattare con i polacchi e viene
arrestato dal re polacco Sigismondo III e rimane prigioniero là per tutta la guerra polacco-
russa. Al suo ritorno diventa patriarca fino al 1633 e come padre dello zar non poteva essere
suo suddito -questo perché era anche capo della chiesa e non si poteva definire se fosse più
importante lo zar o il patriarca- e dunque ebbe il titolo di Grande sovrano ed era de iure e di
fatto il reggente. Per la personalità dominante proprio Filaret regnò fino alla morte sul paese
ed egli contribuisce al consolidamento della giovane dinastia dei Romanov e al
ristabilimento della autocrazia.
La prima moglie di Michail Fedorovic si chiamava Marija Vladimirovna Dolgorukaja ma
muore per una malattia il 7 gennaio 1625 -si sposano del settembre del 24, quindi pochi
mesi prima-. Con la seconda moglie -matrimonio febbraio 1626- Evdokija Stresneva ebbe
dieci figli: tre maschi e sette femmine. Sei di loro muoiono nell’infanzia – questo dimostra
che anche nelle case più nobili le malattie infantili erano molto diffuse- e l’unico figlio
maschio che sopravvive, Aleksej Michailovic, diventerà erede al trono e poi dunque zar.
A questi tempi -anni ‘10 del sedicesimo secolo- la russia era in guerra sia con la Svezia che
con la polonia. Nel 1617 ci fu la pace di Stolbovo con la Svezia, venne restituita alla russia
la città di Novgorod ma in cambio gli svedesi proibirono loro l’accesso al Baltico -accesso
per cui lottò senza fortuna Ivan Il terribile-.
Nel 1618 finisce con una tregua temporanea la guerra con la polonia -tregua di Deulino- che
non risolve tutti i conflitti tra polonia e russia e si tratta sempre della città di Smolensk che
cambia proprietario nella storia molte volte. In questi tempi la città è stata conquistata dai
polacchi -1610/1611 presa di Smolensk-. I russi la rivogliono indietro, non la ottengono in
questa guerra e nemmeno nella seconda guerra => Guerra di Smolensk 1632/1634 i russi
tentano senza successo di rivedere la tregua di Deulino, l’unico risultato è che il re polacco
Vladislav IV rinuncia al titolo di Grande Principe di Moscovia -vittoria simbolica-. I russi
sono ancora negli anni 30 e ancora negli anni 40 troppo deboli e il paese come conseguenza
è rovinato e non sono in grado di fare e vincere guerre.
Nel 1637 i cosacchi del Don si impadroniscono della fortezza turca di Azov -tra impero
russo e impero ottomano- che nel 1642 viene restituita ai turchi. I turchi hanno i propri
confini alla costiera del mar Nero e i cosacchi attaccano questi territori non russi e in una di
queste battaglie/campagne di impadroniscono della fortezza turca di Azov, che fa parte del
mar Nero. Regalano la loro vittoria allo zar russo -potevano avere accesso al mar Nero ma il
paese non era in grado in quanto ancora troppo debole.
Solo nel 1667 con la terza guerra russo-polacca i russi riusciranno a conquistare Smolensk.
Michail Fedorovic muore nel 1645, il successore sarà Aleksej, il figlio, soprannominato
Tishaishi -si può tradurre come clementissimus, calmo-. Regna fino alla sua morte nel 1676.
Come suo padre sale al trono a 16 anni. Sono tempi ancora molto difficili per la russia, lui è
il secondo della dinastia e questa non ha ancora raggiunto abbastanza forza e sacralità. Nel
corso del XVII compaiono altri 17 samozvancy che si spacciano per presunti figli di Vasilij
Sujskij o Ivan Grozny e pretendenti al trono.
Lo zar anche se maggiorenne è troppo giovane e inesperto per governare da solo, ha dei
consiglieri, il più importante forse è il boiaro Boris Morozov che avrà un ruolo anche in
alcuni eventi del regno di Alekseij Michailovic. Nel 1647 sposa Marija Miloslavskaja e
intorno a questo matrimonio c’è un complotto anche forse del suo tutore, lo zar aveva scelto
un’altra fidanzata, prima del matrimonio vi è questo incontro con la ragazza scelta dallo zar,
la ragazza sviene -è un cattivo segno perché potrebbe essere malata di epilessia-, viene
allontanata. Ci sono delle voci che dicono che si trattava di un intrigo di morozov, lui l’ha
fatta imballare in un vestito così stretto che lei non riuscì a respirare. Lui voleva che lo zar
sposasse la sorella di una donna che voleva sposare lui, per diventare dunque cognato dello
zar. Morozov era uno degli uomini più ricchi della russia, possedeva migliaia di case e
contadini, era un uomo molto potente.
Morozov diventato parente dello zar diventa anche supervisore di molti dipartimenti
governativi cercando di incrementare le entrate del tesoro e introduce una tassa alta sul sale.
A causa di ciò nel 1648 scoppia a Mosca la rivolta del sale ossia disordini contro la
corruzione amministrativa, i moscoviti dunque uccidono i Boiari e molti funzionari illustri.
Questa fu solo la prima di numerose sommosse, la successiva avvenne nel 1650 a Novgorod
e Pskov. Questa rivolta del sale avrà successo perché lo stato per soddisfare le richieste
degli insorti e una di queste era l’introduzione di un nuovo Zemskij Sobor -organo per
scegliere un nuovo zar in caso di problemi dinastici- che doveva elaborare un nuovo codice
di leggi. Infatti, nel 1649 viene approvato un nuovo codice Sobornoe ulozenie stampato ne
1650 e viene definitivamente stabilito che i contadini sono legati a un determinato terreno,
ossia la zolla, e iniziò l’effettiva servitù della gleba. Questo codice restò in vigore fino al
1832. La prima legge del codice è contro gli eretici.
Sviluppo della servitù della gleba => i contadini russi avevano il diritto a cambiare
proprietario terriero nel periodo di due settimane intorno al 26 novembre ossia il giorno di
San Giorgio e questo diritto è stato per la prima volta limitato nel 1497 => il diritto di
cambiare proprietario è stato limitato a un piccolissimo periodo ogni anno. Nel 1581 è stato
limitato ancora di più in cui iniziarono i cosiddetti zapovednye leta ossia anni senza il diritto
di cambiare proprietario terriero. Nel 1597 iniziarono gli anni della prescrizione ossia il
diritto del proprietario terrieri di recuperare i contadini fuggitivi per un periodo di 5 anni.
Nel 1637 vi è un ampliamento del termine di prescrizione fino a 9 anni, dal 1644 si estese a
10 anni -ampliato durante il regno di Michail Fedorovic, i contadini dovevano nascondersi
per 10 anni e restare 10 anni senza essere trovati per diventare liberi-. Solo nel 1649 venne
abolito il termine di prescrizione per il recupero dei contadini fuggitivi -il proprietario
poteva far cercare i propri contadini scappati anche dopo 20/30 anni e riportarli a lavorare le
proprie terre-.
Alla fine del XVII e inizio del XVIII cambia il carattere della servitù della gleba e avvenne
uno sviluppo dalla libertà personale del contadino legato alla zolla verso la schiavitù
personale legata al proprietario terriero. Nel 1724 venne introdotta la tassa pro capite
secondo la quale il contadino non è più legato alla zolla ed è ammessa la sua vendita
individuale. Nella seconda metà del XVIII -durante il regno di Katerina II- secolo vi fu il
culmine della sottomissione dei servi della gleba ossia l’esclusione dal giuramento dei
sudditi -non vengono più visti come soggetti giuridici veri e propri- e la negazione del
diritto di querela contro il proprietario terriero. Nel 1861 venne abolita la servitù della gleba
in Russia.
Una delle fonti principali di informazioni sulla Russia ai tempi dei primi Romanov fu lo
scrittore tedesco Adam Olearius che per conto del suo principato tedesco ha fatto due viaggi
in oriente: uno in Moscovia e uno di persia. Olearius ha pubblicato per la prima volta la sua
descrizione di viaggio -1633/1635 il primo viaggio in Moscovia, 1635/1638 secondo
viaggio in Persia, 1647 edizione originale della Descrizione del viaggio-. Queste erano
opere che contenevano preziose descrizioni sulle popolazioni e territori di Moscovia e
Persia. Questo libro per la sua ricchezza di fatti è la fonte principale di informazioni sulla
Russia di quei tempi.
Nel 1652 sotto Aleksej Michailovic c’è un nuovo patriarca, Nikon -Nikita Minin- => al suo
nome sono connesse riforme importantissime e con conseguenze gravissime e potentissime,
riforme sulla liturgia ma anche sui libri ortodossi che devono usare i religiosi russi. Nel
1653 inizia questa riforma della Chiesa ortodossa russa e introduce cambiamenti nella
liturgia -l’ordine degli elementi della funzione-, per i russi tradizionalisti è già tanto, non si
tratta di cambiamenti dogmatici ma formali ed esteriori. Nel 1654 i capi della chiesa si
incontrano a mosca nel concilio e iniziano una revisione dei testi ecclesiastici russi sul
modello del testi greci -stampati in occidente-, a questi tempi c’è la stampa a Venezia in cui
vengono stampati i libri ortodossi e Nikon ordina agli ortodossi colti, che erano in grado di
comparare testi greci a quelli russi, di adeguare i testi ortodossi a quelli greci. Tutti questi
cambiamenti formali, sia nel modo di scrivere certe parole che nella liturgia, fanno scattare
un’altra rivolta => un gran numero della popolazione russa si oppone contro questi
cambiamenti, i russi sono così tradizionalisti che non accettano cambiamenti di questo tipo e
così nasce un ceto abbastanza ampio chiamato “vecchi credenti” ossia coloro che seguono il
vecchio rituale. Con questo ceto inizia lo scisma all’interno della chiesa russa ortodossa che
dura fino ad oggi, che non riconoscono cambiamenti e vivono cercando di evitare la cultura
ortodossa e hanno sviluppato una vera e propria controcultura ed entrambi guardano agli
altri come eretici. Dal 1656 inizia la persecuzione dei raskol’niki -scismatici- dichiarati
eretici da un Concilio -1666/1667-.
LEZIONE 4.11.2020
Nel 1648 avvenne l’insurrezione dei cosacchi contro la Polonia, guidati dall’etmano ucraino
Bohdan Chmel’nyc’kyj – un etmano è un condottiero, un capo dei cosacchi ucraini- e così i
cosacchi ucraini si ribellano contro i loro padroni e la polonia manda le truppe e combattono
contro i cosacchi e il conflitto dura circa 5 anni e i cosacchi sono in difficoltà e per cercare
aiuto contro l’esercito regolare polacco e il governo centrale gli abitanti delle periferie
polacche cercano aiuto nella russia -anche loro sono di fede ortodossa come i cosacchi in
questi territori- e così nel 1654 l’Ucraina entra a far parte dell’Impero russo, Chmel’nyc’kyj
presta giuramento di fedeltà allo zar -ciò significa che i cosacchi ucraini ricevono aiuto
militare dallo zar russo e i loro territori resteranno autonomi, l’autonomia era una delle
condizioni chieste dal condottiero allo stato russo, questo fu il primo passo per entrare in
questi territori ucraini, questa autonomia che chiedono e ottengono i cosacchi sarà abolita
nel corso della prima metà del ‘700 => i primo passo nel cammino verso l’appartenenza
dell’ucraina all’impero russo e non più alla polonia, questo ebbe molte conseguenze nella
cultura russa in generale, la cultura russa nella seconda metà del 600 sarà coniata proprio
dalla cultura polacca proprio perché i territori che prima appartenevano alla polonia saranno
una delle cause della guerra russo-polacca e questi territori sono molto più sviluppati nel
corso dei secoli sotto il governo polacco rispetto ai territori sotto il governo russo => la
russia otterrà enormi territori che sono stati sottoposti per due secoli al governo polacco, uno
sviluppo alternativo molto più veloce per la cultura. La polonia, infatti, faceva parte della
cultura occidentale europea dell’epoca, che era più sviluppata di quella russa. In russia,
infatti, non esisteva una poesia secolare, a differenza dell’Europa e della polonia e interi
generi saranno introdotti nella cultura russa proprio come conseguenza di questo atto di
ottenere grandi opere a partire dallo stile polacco. Nella seconda metà del 600 la poesia alta
secolare arriverà in russia e sarà fatta da gente che proviene dall’ucraina e sarà fatta in stile
polacco, con le particolarità metriche della poesia polacca che è completamente diversa da
quella russa -che si svilupperà solo nel 700.
La guerra con la polonia => i polacchi non vogliono che i cosacchi diventino autonomi sotto
un altro regno, solo nel 600 durerà a lungo, finirà con la vittoria della russia -al contrario
delle prime due guerre vinte dalla polonia-.
Tra il 1654 e il 1667 scoppia, come conseguenza del giuramento di Chmel’nyc’kyj allo zar,
la seconda guerra del nord Russia e Svezia contro la polonia, dal 1656 russia contro Svezia e
dal 1660 la polonia contro la russia. Gli svedesi riescono a conquistare quasi tutta la polonia,
nei primi anni di ostilità i russi riprendono la città di Smolensk e arrivarono fino a Vilnius
-ai tempi era polacca-. La guerra dura tanti anni ma conosce alterne fortune e dura fino al
1667 e la fortuna è dalla parte dei russi e così i regno polacco, che era nel 500 un regno
molto potente, diventerà nel corso della seconda metà del 600 sempre più debole e così i
polacchi accettano questa tregua siglata con il regno russo nella città di Andrusovo e
accettano che la città di Smolensk e gran parte dell’ucraina compreso Kiev non saranno più
terre polacche bensì russe. L’autonomia che ha chiesto Chmel’nyc’kyj durante la guerra
viene data all’ucraina che entra a far parte del regno russo ma con uno status speciale di
emanato autonomo: lo zar non doveva invischiarsi dei loro affari e potevano scegliere un
proprio capo chiamato appunto Etmano.
Nel 1655 la guerra con la Polonia ha portato all’emissione di monete di rame, si svalutano
rapidamente rispetto a quelle di argento -nel 1662 una copeca di argento valeva 15 copechi
di rame=> vennero emesse molte monete di rame per finanziare la guerra. Il governo russo
decise dunque di stampare le monete sul rame, che era meno costoso dell’argento,
emettendo queste monete si contribuì all’inflazione, la popolazione infatti le volevano
considerare con lo stesso valore di quelli di argento anche se in realtà valevano meno.
L’inflazione era molto forte e questo porta a una condizione dove, con una moneta con
potere d’acquisto minore, la popolazione fa scoppiare una rivolta, la rivolta del rame -1662-.
Nel frattempo, il patriarca Nikon riteneva la sua funzione superiore a quella dello zar e nel
1658, quando non venne invitato dallo zar a un banchetto si offende e abbandona il suo
posto, senza purtuttavia aver abdicato ufficialmente -lui smette di fare il capo ma
ufficialmente era ancora il capo in quanto non aveva abdicato => questo gesto innescò una
forte crisi. Tra il 1666 e il 1667 il Sobor -Concilio della Chiesa ortodossa russa- conferma le
riforme nikoniane però depone Nikon dalla carica di patriarca e viene degradato a semplice
nobile. Lo stesso Concilio condannò severamente l’arciprete dissidente Avvakum Petrov =>
egli era il capo dei dissidenti, dei vecchi credenti, una personalità straordinaria perché non
era solo il leader spirituale dei vecchi credenti ma era anche un importante scrittore, era
anche la persona che ha scritto la prima autobiografia russa, era un’opera importantissima
che venne poi tradotta in numerose lingue. Il movimento dei vecchi credenti cresce.
Un altro evento importante nel regno di Alekseij Michailovic è un ulteriore rivolta, tra il
1670 e il 1671 scoppiò la grande rivolta dei cosacchi e contadini, guidata dall’atamano
Sten’ka Razin => egli guidò la ribellione di cosacchi e contadini è protagonista di una vera e
propria guerra, i contadini non sono contenti e dopo il 1649 quando venne abolita la
prescrizione per i fuggitivi hanno di fatto perso la loro libertà ed è iniziata la servitù della
gleba. L’atamano proclama l’abolizione della schiavitù e nel 1670 proclama una Repubblica
Cosacca. Lui è in grado di organizzare un esercito potente che è in grado di combattere
contro le forze zariste per più di un anno ma alla fine arrivano sconfitte e tradimenti, viene
tradito da un gruppo dei suoi nell’aprile del 1671 alle autorità zariste, viene portato a mosca,
torturato e il 6.06.1671 viene squartato pubblicamente. È una figura importante perché con
lui nasce un mito, diventa eroe di un mito popolare, che crea soprattutto nel folklore e nella
poesia anonima dei contadini numerose ballate popolari, e in queste canzoni viene
rappresentato come difensore degli umili e vendicatore degli oppressi e per questo diventa
significativo nella storia della cultura russa.
Nel 1669 muore di parto la prima moglie di Alekseij Michailovic, Marija Miloslavskaja con
cui aveva avuto 13 figli, la maggior parte dei quali morì nella prima infanzia. Nel 1670 morì
Aleksej Alekseevic, erede al trono e uno dei pochi figli che riuscì a sopravvivere ai primi
anni dell’infanzia. Gli altri due, Fëdor Alekseevic e Ivan Alekseevic avevano entrambi dei
problemi: il primo era cagionevole di salute mentre il secondo era debole sia fisicamente
che psichicamente. Alekseij Michailovic decide di sposarsi di nuovo per avere altri eredi al
trono. Nel 1671 sposa Natal’ja Kirillovna Naryskina e da lei ebbe tre figli, un maschio e due
femmine. Il 30 maggio 1672 nasce Petr Alekseevic, che era un bambino forte e robusto che
diventa il futuro Pietro Il Grande. Pochi anni dopo, nel 1676 muore lo zar Aleksej
Michailovic. Tutti e tre i figli di Alekseij Michailovic diventeranno zar, il primo zar è:
- Fëdor Alekseevic -è cagionevole di salute e regnerà dal 1676 al 1682. Fëdor diventa
zar a soli 15 anni ed è il primo zar a indossare abiti europei, a causa della sua salute
presto non fu in grado di camminare da solo e sarà dominato dai favoriti. Insieme a
sua sorella Sofia riceve l’educazione dal poeta erudito bielorusso Simeon Polockij
-colui che introdurrà in russia lo stile delle poesie polacche-. Per la brevità del suo
regno, i pochi tentativi di modernizzazione che intraprende non verranno portati a
compimento. Lui cercò di modernizzare l’amministrazione statale infatti nel gennaio
del 1682 cercò di abolire il mestnicestvo ossia un vecchio sistema di ranghi della
nobiltà -nel corso di centinaia di anni si sono moltiplicati i diritti dei boiari e i loro
privilegi che sono stati fissati in diversi libri e cronache e in base a questi libri
venivano definiti i ranghi dei boiari-, per impedire di tornare a questo sistema lui
ordina di bruciare i libri in cui erano scritti i criteri di applicazione dei ranghi dei
boiari; cercò poi di riformare il sistema di tassazione, per cercare di aumentare le
entrate nell’erario e ancora più importante è il tentativo di riorganizzazione delle
forze armate, Fëdor divise le forze armate in distretti militari e questi distretti
diventeranno la base per la formazione dei governatorati -unità amministrative in
vigore dall’inizio del 700 in poi-, e infine fondò anche il primo istituto di istruzione
superiore russo sempre nel 1682, questa accademia sarà la prima per lungo tempo -la
seconda arriverà solo a metà del 700- e così in russia arriva a poco a poco un sistema
di istruzione superiore universitaria. In Europa occidentale le università vengono
fondate nel medioevo -1200 a Ferrara e Padova. In Europa centrale la più antica
viene fondata nel 1350, in polonia nel 1368 circa e questo perché faceva parte
dell’Europa cattolica e della cultura europea. La differenza culturale tra russia ed
Europa sarà superata solo pochi anni dopo da Pietro il Grande.
Nel 1682 dopo la morte di Fëdor e scoppia una lotta per il potere, ci sono due famiglie:
stirpe dei Miloslavskij -prima moglie- e dei Naryskin -seconda moglie-. Un figlio era troppo
giovane, l’altro era malato e non sarebbe stato in grado mentalmente o fisicamente di
governare. Nella lotta al potere si immischia un certo Ivan Chovanskij anche se non si sa di
preciso perché, lui cercò di favorire Sofia Alekseevna -figlia della prima moglie- e nel
maggio del 1682 scoppiò una rivolta degli strelizzi -personale di corte- a favore appunto di
Sofia che viene nominata reggente. Fa arrestare Ivan Chovanskij e lo fa arrestare. Questa
rivolta viene chiamata Chovanschina -nota soprattutto perché è il titolo di un’opera musicale
molto famosa- dal nome di Chovanskij. Ivan Alekseevic è lo zar ma non è in grado di
governare e al posto suo governa sua sorella Sofia come reggente e poi c’è il fratellastro
Petr che ha appena dieci anni e non può ancora governare perché è minorenne. Sofia ebbe
l’incarico di reggente per 7 anni fino al 1689 perché in quell’anno Petr I Alekseevic divenne
maggiorenne. Dopo la morte di Fëdor Alekseevic il regno passò al fratello Ivan V
Alekseevic che era malato di mente che regna dal 1682 con l’aiuto della sorella e poi dal
1689 insieme al fratellastro Petr Alekseevic. Insieme regnano, quando Petr divenne
maggiorenne affiancò il fratellastro fino alla sua morte nel 1696. Nel 1689 abbiamo una
situazione pericolosa perché la sorella dello zar Ivan -egli era epilettico, mentalmente
disturbato e quasi cieco- non accettò di buon grado che il fratellastro prendesse il suo posto
e diventasse zar, Sofia voleva sbarazzarsi di Petr e così quando egli diventò maggiorenne
aveva paura he la sorellastra lo facesse uccidere e così quando stava per compiere gli anni
fuggì dal Cremlino e si nascose in un monastero e organizza nobili che possano sostenerlo e
difenderlo e si oppone con successo contro Sofia e così diventa zar insieme al fratello. Sofia
Alekseevna non serve più come reggente e viene allontanata dalla corte e deposta in un
monastero. Dopo la morte del fratellastro Petr I regnò il paese da solo.
LEZIONE DEL 5.11.2020
Sfondo culturale e letterario
Nel ‘600 => contesto europeo:
- In Inghilterra c’è Shakespeare
- Italia c’è Marino, tassoni
- Francia c’è Moliere, Racine
- Spagna c’è Cervantes