Sei sulla pagina 1di 62

CULTURA RUSSA Lezione 2

Periodizzazione della storia e della cultura russa in generale


I criteri sui quali si può decidere quando finisce un periodo e ne inizia uno nuovo:
- Criteri politici, quando cambia qualcosa nella politica, come una rivoluzione
- Criteri ideologici -della Weltanschauung, quando cambia la concezione del mondo e
della vita, gli uomini del medioevo pensavano in modo diverso degli uomini dell’età
moderna
- Criteri scientifici, quando cambia il paradigma scientifico, ad esempio verso la metà
del 600 con il cambio del paradigma astronomico con il libro di Copernico che ha
ribaltato il modo fi vedere l’astronomia, lui ha messo il sole in mezzo all’universo e
non la terra cambiando dunque il paradigma scientifico vigente fino all’epoca
- Criteri estetici quando cambiano gli stili dell’epoca.
Tenendo conto di questi criteri abbiamo diverse epoche principali della storia europea:
- Prima dell’invenzione della scrittura si sa poco, questo periodo è chiamato preistoria
- Con l’invenzione della scrittura inizia il periodo dell’antichità, inizia verso il 3000
a.C. e finisce verso il 476 d.C. => cade l’Impero Romano d’occidente (476), solo una
data possibile per la fine di questo periodo, di solito si tratta di un periodo di
centinaia di anni. Alcuni dicono anche che la fine dell’antichità inizia con il
trasferimento della capitale imperiale da Roma a Costantinopoli del 330 d.C., per
altri coincide con il primo sacco di Roma del 410 d.C. Solitamente con la data 476 si
ha anche l’inizio del medioevo;
- Medioevo, dal 476 con la caduta dell’Impero Romano d’occidente -si tratta
comunque di una possibile data. Nel 1492 abbiamo la scoperta dell’America per
mezzo di Colombo, intorno a questa data, 50 anni prima o 50 anni più tardi accadde
una serie di eventi importantissimi che sono i segni sia scientifici che politici sia sul
piano della mentalità che segnalano che il mondo sta per cambiare, è in movimento.
Abbiamo ad esempio l’invenzione della stampa a caratteri mobili nel 1450 circa ad
opera di Gutenberg, questa invenzione ha cambiato il mondo e ha contribuito, secoli
dopo, all’invenzione di internet. Ciò che internet ha fatto ai nostri tempi è lo stesso
che ha fatto Gutenberg ai suoi tempi, le conseguenze erano enormi, già nei primi 50
anni dopo l’invenzione della tecnica, il sapere si poteva diffondere in un modo mai
visto prima. Prima, quando tutto si doveva scrivere, trascrivere e ricopiare c’erano in
circolazione pochissime copie di manoscritti. L’invenzione della stampa ha posto le
basi anche per lo sviluppo scientifico, anche per la scienza come la conosciamo noi.
Sempre all’intorno alla fine del medioevo e l’inizio dell’età moderna vi fu la caduta
di Costantinopoli 1453 => Costantinopoli era la seconda capitale della cristianità
orientale ed è il nome della città che oggi si chiama Istanbul. In Turchia c’era un
nuovo impero aggressivo, gli ottomani, che cercava da tempo di conquistare l’impero
bizantino che durava da circa 800 anni e i turchi con l’impero ottomano sono riusciti
nel 1453 a sconfiggere i bizantini e a prendersi Costantinopoli. La Russia antica
faceva parte del mondo ortodosso di cui Costantinopoli era la capitale, la sua caduta
avrà delle conseguenze importantissime anche per la Russia della seconda metà del
1400.
- Le tesi di Lutero => l’inizio della riforma sulla divisione del mondo cristiano
occidentale in cattolici evangelici e luterani 1517, circa 100 anni dopo l’invenzione
di Gutenberg vi fu la rivoluzione copernicana => pubblicazione dell’anno della sua
morte -di Copernico- del libro De revolutionibus orbium coelestium => della
rivoluzione/rivolte dei corpi astrali, in cui accenna la sua idea di mettere il sole al
centro dell’universo e non la terra. I pianeti giravano intorno al sole e non il
contrario.
1543 => età moderna

Tra la fine del 1700 e l’inizio dell’800 => rivoluzione industriale, Watt inventa il
motore a vapore che cambia completamente nel corso della storia il modo di
produrre, con la conseguente industrializzazione. Nel 1789 avvenne la rivoluzione
francese che fu un importantissimo evento politico => la prima volta che verrà
introdotto un esperimento democratico che durerà pochi anni per poi finire con
Napoleone che proverà a conquistare metà Europa, verrà sconfitto e nel 1814-1815 il
nuovo ordine europeo verrà discusso e concordato al congresso di Vienna => la
prima volta in cui si cercherà di risolvere un problema politico non in modo bilaterale
ma una serie di potenze cercano di sistemare le cose in Europa parlando tra loro =>
modello della futura democrazia. Età contemporanea.
In Russia è diverso:
il medioevo finisce intorno al 1700 -con la sua mentalità e il rapporto tra uomo e dio-,
rimane in Russia il religioso carattere della cultura. Abbiamo 300 anni di differenza rispetto
all’Europa occidentale. Dopo il medioevo in campo artistico c’è un susseguirsi delle epoche
stilistiche, degli stili epocali -periodo del rinascimento, periodo barocco-, in Russia invece il
rinascimento non esiste, il barocco e il classicismo vengono percepiti in modo diverso, non
uno dopo l’altro ma contemporaneamente e così il classicismo russo è pieno di elementi
barocchi. A partire del 1700 la cultura quotidiana russa sarà abbastanza simile a quella
dell’Europa occidentale perché grazie alle riforme di Pietro I succederà questo importo di
tutti gli elementi della cultura europea in Russia.
Periodizzazione della storia russa
X sec fino al 1237 c’è un lungo periodo che si chiama La rus’ di Kiev -kievsky rus-, ai
tempi Kiev era la prima capitale dello stato rus’. Nel 988 avvenne il “battesimo della Rus”.
Appaiono i mongoli e i tartari e conquistano i territori e impongono il loro diritto 1237-1480
=> il gioco tartaro
Nel 1462 prende il potere a mosca – che nel frattempo è diventato il principato più
importante- il principe Ivan III, prende il potere ma solo nel 1480 Ivan III sarà in grado di
cacciare via i tartari in modo decisivo, non ci sarà neanche una battaglia ma l’incontro dei
due eserciti -moscovita e tartaro- su un fiume e i tartari capiscono che non ha senso
combattere e decidono di ritirarsi. Con il ritiro dei tartari ha inizio il periodo di moscovia
-moscovskaja- 1480-1598 che durerà circa 140 anni fino al 1598 => questo anno morirà
l’ultimo rappresentante della dinastia dei Riuchini , muore l’ultimo maschio della dinastia,
una situazione cha fa cadere la Russia in n periodo di 15 anni di caos totale, dal 1598 al
1613 => questo periodo nella storia russa viene indicato come il periodo dei “Torbidi”,
periodo povero dal punto di vista culturale ma ricchissimo dal punto di vista storico. Nel
1613 nasce la dinastia del Romanov che durerà 304 anni (nel 1654 avvenne lo scisma della
chiesa ortodossa, tra i vecchi credenti e i nuovi credenti. Intorno al 1700 vi sono le riforme
pietrine che catapultano al Russia dal medioevo all’età contemporanea europea occidentale.
Nel 1861 un altro fatto importante è l’abolizione della servitù della gleba) => Nikolaj II
abdicherà durante la rivoluzione di febbraio del 1917, la Rivoluzione d’ottobre farà uccidere
Nikolai e la sua famiglia nel 1918. Nel 1917 inizia il governo dei bolscevichi che dalla fine
del 1922 porterà il nome dell’unione sovietica => durerà fino al 1991, anno nel quale
l’URRSS si dissolverà. Lo stato si dissolverà e sulle sue rovine nascerà un nuovo stato: la
federazione russa che esiste tutt’ora.
Periodizzazione della cultura (arte e letteratura) russa
In Europa occidentale dopo il medioevo c’è il periodo del rinascimento (16 esimo secolo).
Dalla fine del 16esimo fino alla metà del 17esimo c’è il periodo del barocco e dalla seconda
metà del 17esimo fino alla seconda metà del 18esimo c’è il periodo del classicismo,
soprattutto in Francia ma anche in Germania e Italia.
In Russia il rinascimento non c’è, c’è una breve recezione del barocco, conosciuto in Europa
occidentale già da più di 100 anni, tutti gli elementi del barocco come arte e letteratura
arrivarono in ritardo di 100 anni verso il 1700 e poi continueranno e andranno per un
periodo in parallelo con l’influenza occidentale del classicismo, vigente fino alla seconda
metà del 1700. Negli anni 90 inizia un periodo importante del sentimentalismo -nome russo
per un periodo antecedente al romanticismo-, in Europa vi è una tendenza preromantica che
si può notare già nella seconda metà del 1700, diventerà dominante nel 1810 mentre in
Russia nel 1820.Tutte le correnti arrivano in Russia dall’occidente in ritardo e vengono
copiate dai russi anche se recepiti con un altro stile. Il classicismo è stato introdotto come
reazione al barocco. Intorno alla metà dell’800 lo stile d’epoca dominante diventa il
realismo in concordanza con lo sviluppo dell’Europa occidentale -naturalmente stiamo
parlando di correnti dominanti, ovviamente nel 1800 ci sono poeti che scrivono in stile
romantico anche se la corrente dominante era il realismo-. Il realismo, non la poesia ma
soprattutto la prosa e i romanzi. C’è un cambio bipolare di stili: barocco è irrazionale,
classicismo razionale, sentimentalismo irrazionale e realismo razionale e quando un modo
di scrivere diventa noioso si prende un modo di scrivere nuovo ma con una certa
somiglianza con il modo di scrivere precedente sempre con la dicotomia
razionale/irrazionale. Dopo il realismo c’è una nuova corrente irrazionale chiamata
simbolismo -o avanguardia, sempre opposti al realismo-, dopodiché c’è una rinascita del
realismo in chiave socialista, il realismo socialista si sviluppa nel 1934, anno esatto in cui
questo modo di scrivere sarà imposto agli scrittori sovietici con una conferenza.
Oggi negli ultimi decenni è importante una corrente post-modernista non razionalista.
Stili primari => stili piuttosto razionalisti, dopo il rinascimento è razionale e chiaro,
orientato al modello occidentale e subito dopo come reazione arriva il barocco, irrazionale,
interessato non tanto al mondo reale piuttosto alla letteratura, come reazione ancora sul
barocco vi è il periodo della chiarezza, armonia e razionalismo con il classicismo. Quando il
classicismo ha iniziato a stancare avvenne una rivoluzione nella letteratura e nell’arte e si
inventano una nuova corrente irrazionale, non chiara, non intuitiva, concentrata meno sul
mondo reale che è il romanticismo, come risposta avviene il realismo, poi il simbolismo e le
avanguardie, poi il neorealismo -realismo sovietico- e poi la postmodernità
Stili secondari => stili piuttosto irrazionalisti
Questa concezione ha sviluppato gli stessi gesti della storia dello spirito russo, uno dei più
importanti scienziati storici della letteratura e della cultura russa: D. Cizevsky con una
piccola brochure pubblicata nel periodo in cui era professore di Harvard “out line of
comparative slavic literatures” dove lui presenta questo schema che vale solo per una parte
della cultura russa, solo per la letteratura. La proposta di C. non è stata inventata da lui
-quella del cambio degli stili in primari e secondari-, lui l’ha presa in prestito da uno storico
d’arte tedesco, Heinrich Wolfflin, che nel 1915 ha pubblicato un libro che si chiama
Concetti fondamentali della storia dell’arte, pubblicato a Milano nel 1953 => è stato proprio
lui a sviluppare sulla base dell’arte questa concezione del cambio regolare degli stili
-primari e secondari- con due dominazioni diverse, lo stile primario avrebbe una
dominazione ideologica e gli stili secondari una dominazione estetica.
Stili primari:
- Contenuto più importante della forma
- Ragione e pensiero
- Razionalismo
- Complessità e globalità
- Unità
- Forma chiusa
- Chiarezza
- Armonia
- Funzionalità -importante in classismo e realismo.
- Semplificazione
- Nuovo contenuto
- Oggetto di rappresentazione: mondo reale
- Bellezza della natura
Stili secondari:
- Forma più importante del contenuto
- Intuizione e sentimento
- Irrazionalismo
- Varietà e diramazione
- Molteplicità
- Forma aperta
- Vaghezza
- Disarmonia
- Ornamentalità
- Complessità
- Enfasi della forma
- Oggetto di rappresentazione: mondo delle idee
- Bellezza dell’arte
Questa dicotomia funziona abbastanza bene anche nella cultura russa ma solo nel 1700 in
poi. Il problema non è la concezione come tale che funziona ma il problema è piuttosto nel
nome. Non si può dire con precisione cosa c’era prima, la concezione ideologica, perché
dovrebbe essere la prima mentre il barocco che sottolineano la forma devono essere
secondari?

“LA SANTA RUSSIA”, il cristianesimo ortodosso nel medioevo


La storia russa inizia nel nono secolo con l’arrivo nelle terre abitate dagli slavi -senza stato
ne organizzazioni- i Variaghi, commercianti e guerrieri svedesi che arrivano in Russia
usando delle navi non troppo profonde per essere utilizzate per navigare sui fiumi in Russia
che portano verso sud per poter esplorare il paese con l’uso delle barche. I variaghi arrivano
fino al territorio dell’ucraina di oggi, tutto questo gigantesco territorio era raggiungibile
grazie ai fiumi. I variaghi fondano regni tributari sottomettendo e facendo pagar tributi sui
popoli finlandesi, baltici e slavi orientali. Il capo dei variaghi si chiamava Rjurik, che morì
nel 879 – data ricordata perché scritta su una cronaca russa-, Rjurik assume il controllo della
città, del villaggio di Novgorod -Russia del nord vicino ai territori svedesi- intorno all’862.
Altri variaghi/vichinghi chiamati Askol’d e Dir occupano la città di Kiev. Un altro principe
vichingo Variago chiamato Oleg, morto nel 912, ha unito i singoli regni dei variaghi e fonda
la dinastia dei Rjuridiki (fino al 1598, quando muore l’ultimo maschio discendente della
dinastia, figlio di Ivan il terribile che era malato e non in grado di avere figli) e il regno di
Kiev.
Il racconto dell’invito dei Variaghi nella Cronaca di Nestore:
secondo il cronista si tratta di un invito, i Variaghi non hanno invaso la Russia ma sono stati
invitati perché i russo non erano in grado di governarsi da soli e avevano bisogno di
qualcuno che imponesse un po’ di statalista che loro non avevano.
Nell’anno 6367 (859 -il calendario bizantino conta gli anni a partire dalla presunta
creazione del mondo), i Varjaghi d’oltremare si fecero pagare tributo dai Čudi, dagli Slavi,
dai Meri, dai Vesi e dai Kriviči -nordovest della russia contemporanea-. In quel tempo, i
Poljani, i Severjani e i Vjatiči erano tributari dei Chazari-impero scomparso che si trovava
nel nordovest del mar caspio che aveva una certa influenza sulla popolazione slava
orientale e hanno imposto delle tasse su ogni folcoale, ogni casa, e la tassa era una pelle di
scoiattolo-, che prelevavano una pelle di scoiattolo per ogni focolare.
Nell’anno 6370 (862), i Varjaghi furono scacciati oltremare e questa volta i popoli che essi
avevano già sottomesso rifiutarono di pagare il tributo e vollero governarsi da soli, ma non
c’era tra loro giustizia: una famiglia s’alzava contro un’altra e non c’erano che discordie e
si dilaniarono tra loro. E alla fine dissero: “Cerchiamo un principe che ci governi e ci
giudichi secondo giustizia”. Per trovarlo, gli Slavi attraversarono il mare e si recarono dai
Varjaghi che si chiamavano Varjaghi-Russi […]-per la prima volta appare il nome russi in
contesto nordico, vichingo, termine norvegese o scandivano in generale-. E i Čudi, gli Slavi,
i Kriviči e i Vesi dissero ai Varjaghi-Russi: “La nostra terra è grande, e tutto vi è in
abbondanza, ma l’ordine e la giustizia vi mancano; venite a regnare e a governarci”. Tre
fratelli varjaghi si offrirono con le loro genti e portarono con loro tutti i Varjaghi-Russi,
andarono dagli Slavi, e Rjurik, il maggiore, si stabilì a Novgorod, il secondo Sineus a
Beloozero, e il terzo, Truvor, a Izborsk. Questa terra ricevette più tardi dai Varjaghi il
nome di Rus’. -li hanno chiamati come loro stessi-. È stato grazie all’aiuto degli stranieri
che i russi sono riusciti nascere come stato.
I capi dello stato russo sono dei nobili, delle élite, delle guide, dei condottieri nordici,
vichinghi. Il popolo invece è russo. Questo regno degli stranieri in russia ha lasciato pochi
elementi nella lingua e nella cultura materiale dei russi, i variaghi non erano un popolo con
una cultura abbastanza forte da poter influenzare gli slavi orientali, al contrario, i variaghi
nel corso del X secolo si sono russificati o slavizzati => lo strato superiore dei variaghi
hanno smesso di parlare la loro lingua nordica e hanno imparato la lingua slava orientale e
hanno, alcuni di loro, accettato il cristianesimo, i contatti con Bisanzio che accadono nel
corso del x secolo sono simili ai contatti con gli slavi orientali, un po’ di commercio e un
po’ di guerra, un po’ come capitava. I principi dei variaghi si sono anche cristianizzati. La
principessa Ol’ga -nome russo per Helga- moglie del figlio di Rjurik, Igor’ Rjurikovic si è
battezzata non oltre il 957. Il figlio di Igor, Svjatoslav Igorevic era un uomo bellico, cercava
di conquistare le regioni dell’attuale Bulgaria sul Danubio, 967, ma venne sconfitto
dall’imperatore bizantino nel 971. Alla sua morte si scatena una lotta fratricida , esce
vincitore nel 980 Vladimir Svjatoslavic che sconfigge i suoi parenti e porterà poi il nome
Vladimir il Santo, sarà proprio lui a portare il suo stato -governava su Kiev- verso il
cristianesimo, farà battezzare il suo paese infatti. Vladimir regna sul principato di Kiev e
decide di avvicinarsi all’impero bizantino che è l’impero più vicino, altamente acculturato e
con forti strutture statali ma anche con una religione cristiana molto forte. Vladimir decide,
dopo l’accettazione del battesimo della Rus’ nel 988, di sposare la principessa bizantina
Anna -sorella dell’imperatore bizantino Basilio II-. La condizione per il matrimonio era
l’accettazione del battesimo e la conversione degli slavi al cristianesimo. Accetta e nel 988
il paese viene completamente cristianizzato con un rito simbolico -si buttano ad esempio gli
idoli pagani nel fiume-. Dopo il 988 inizia con l’aiuto di Bisanzio e tutta la cultura bizantina
cristiana ortodossa inizia la culturizzazione e cristianizzazione del paese sul modello greco
bizantino di Costantinopoli, ciò significa sul campo della religione che si accetta la religione
nella forma bizantina e non romana. Non si accetta come lingua del rito il greco e si prende
come lingua della liturgia una lingua slava artificiale che era già in giro da 150 anni
inventata intorno alla seconda metà del nono secolo da due monaci, Cirillio e Metodio.
Vennero poi edificate cattedrali e chiese e vennero fondate diverse città.
LEZIONE 3
La Russia entra a far parte del mondo cristiano nel 988 e assume il cristianesimo nella sua
forma greca-bizantina, non quella cattolica occidentale ma quella orientale e come lingua
ecclesiastica e liturgica usano il cosiddetto slavo ecclesiastico -al posto del greco-, una
lingua artificiale che esiste già da 150/200 anni. Con l’accettazione del cristianesimo si
costruiscono cattedrali e chiese e questo dà una grande spinta culturale al paese, si fondano
delle città e inizia una nuova età dello sviluppo della cultura. È un evento importantissimo
che contribuisce alla nascita di molte opere d’arte.
Quando muore Vladimir il Santo lui lascia il suo principato senza erede definito e scoppia
una guerra fratricida dei figli di Vladimir, guerra di Jaroslav al fratello Svjatopolk (detto il
dannato) per il dominio del territorio di Kiev. Tra i fratelli assassinati nel 1015 c’erano
Boris e Gleb, i primi santi canonizzati della chiesa ortodossa, proprio per il fatto di essere
morti da martiri. Svjatopolk è stato poi sconfitto ed è scappato dal paese -probabilmente in
polonia-. Kiev va quindi in mano a Jaroslav che sarà un principe importante. Sotto il suo
governo (lui verrà poi soprannominato Mudryj, il saggio) lo stato russo inizia a fiorire. È un
principe abile, sotto il suo regno inizia a fiorire la cultura e l’espansione del regno. Edifica
la cattedrale di Santa Sofia, l’edificio centrale della Kiev antica. Nel corso del grandissimo
cambiamento culturale si introduce la scrittura e in particolare la letteratura. Nel periodo
iniziale si tratta soprattutto di traduzioni dal greco, libri ecclesiastici soprattutto e parti della
bibbia che vengono tradotti per supportare le funzioni ecclesiastiche nelle chiese. Vengono
tradotti in slavo ecclesiastico, lingua slava ma non parlata, inventata sulla base di un dialetto
slavo meridionale inventata verso la fine del nono secolo da Cirillio e Metodio =>
provenivano da una regione delle Grecia settentrionale, vicino ai territori abitati dalla
popolazione slava e ha dato la possibilità di creare questa lingua artificiale. Hanno inventato
l’alfabeto slavo e hanno iniziato a missionari i paesi slavi iniziando dai paesi slavi
meridionali -Bulgaria, Macedonia, Serbia ecc.- La lingua veniva solo parlata ma non
esisteva lo scritto. I due fratelli hanno inventato l’alfabeto per tradurre in forma scritta
quella lingua solo parlata. Lo slavo ecclesiastico si usa ancora oggi per le funzioni religiose.
Sempre di più si diffonde la conoscenza della scrittura e i portatori sono soprattutto il clero e
i monaci e sono gli unici in grado di leggere e scrivere. Sempre nell’XI secolo inizia anche
la scrittura non ecclesiastica soprattutto nel campo della cronaca e della storiografia. Le
cronache fissano degli eventi, ad esempio la cronaca di Nestore. Un altro campo non
ecclesiastico che inizia a svilupparsi nella metà dell’XI secolo è la giustizia: si scrive il
primo codice Russkaya Pravda, che significa giustizia, verità. Nel codice confluiscono tanto
leggi bizantine quanto elementi di diritto consuetudinario -vale nei paesi in cui non c’è
ancora una scrittura- sia scandinavo che slavo. Questo codice è stato importante fino al
16esimo secolo, solo nel 1589 ci sarà un altro codice che rimpiazzerà la russkaya pravda.
Il territorio della Russia cambia e cresce sempre di più. La capitale era Kiev ma poi
cambierà e si sposterà verso nord perché prima o poi questo luogo sarà mosca. All’epoca
mosca non era importante e non veniva nemmeno segnato sulle mappe geografiche. La
prima volta che il nome mosca viene scritto è all’interno di una cronaca del 1147, solamente
nel XII secolo c’è la menzione di un villaggio sperduto e lontanissimo da Kiev. Nel corso
dei secoli mosca diventerà la capitale, Kiev perderà questo titolo e lo spostamento della sede
del metropolita avrà un ruolo decisivo. Da Kiev si sposterà prima a Vladimir e poi a Mosca.
Il paese russo antico ha iniziato nel corso di questi 100 anni a spaccarsi in piccoli principati,
perché dopo la morte di Jaroslav ha cercato di evitare la situazione causata dalla morte di
suo padre -la lotta fratricida-, Jaroslav ha 3 figli e ha deciso di introdurre un nuovo principio
di conferimento del regno -seniorato-, un principio che è opposto dal principio vigente in
occidente, principio della primogenitura. Il principio del seniorato sancisce che c’è un
grande principe e diversi principati. Tutto il regno viene diviso tra i figli e il grande
principato verrà assegnato al primogenito. Quando muore il figlio più vecchio il principato
va nelle mani di uno dei suoi fratelli. Non ha funzionato perché il fratello maggiore se aveva
dei figli il territorio voleva lasciarlo a loro e non affidarlo al fratello, come invece aveva
deciso Jaroslav. Questo causò comunque guerre fratricide tra fratelli maggiori e minori. Non
solo non ha funzionato ma ha portato all’inizio di un graduale processo di frazionamento
perché i domini vengono divisi sempre di più. Lo stato russo antico ha iniziato a disgregarsi
col risultato di un sempre maggiore indebolimento. Un’altra conseguenza era un isolamento
dall’Europa, perché in Europa vigeva l’altro principio. Nella russia antica questo non è stato
introdotto diversamente dallo sviluppo dell’Europa occidentale e questo ha portato anche a
un forte isolamento. Una situazione simile accadde anche in Polonia. Questa situazione avrà
delle conseguenze gravi perché lo stato slavo-orientale (russo anche se la russia non esisteva
ancora) si stava indebolendo e non era in grado di difendersi da nemici esterni: a sud e a est
del territorio abitato dagli slavi occidentali c’era la steppa abitata da tribù che potevano
attaccare i principati russi.
Dopo la morte di Jaroslav viene applicato il principio di seniorato e tutto funziona per una
cinquantina d’anni dopodiché verso la metà del XII secolo iniziano i problemi, il regno
peggiora sempre di Kiev. Negli anni 60 del XII secolo avvenne il sacco di Kiev. Nel
frattempo, abbiamo altri due principi in grado di tenere nelle loro mani l’unità del paese e in
grado di frenare i conflitti tra i parenti sempre più numerosi: il nipote di Jaroslav Vladimir II
Vsevolodovic detto Monomach e il figlio Mstislav, sotto il loro governo vengono frenati in
gran parte i conflitti. Nel 1147 la città di mosca viene per la prima volta menzionata nella
cronaca. È una città molto più giovane di Kiev e verso la metà del XII secolo
completamente senza importanza. Nel corso del XIII secolo diventerà la capitale di un
piccolo principato e diventerà sempre più importante nel corso dei secoli perché il principe
di mosca diventerà sempre più potente perché riuscirà poco alla volta a conquistare tutti i
principati vicini fino ad unirli tutti e creare uno stato russo. Muore il quinto figlio di
Vladimir monomach, Jurij Dolgorukij e dopo la sua morte si scatena una guerra di
successione. Jurij non era in grado di governare questa successione com’è avvenuto
precedentemente e così si scatenò un caos nel 1157. Il paese inizia a sbriciolarsi
definitivamente, i piccoli principati perdono sempre di più la loro importanza, l’importanza
politica si sposta sempre di più verso le città stato soprattutto quelle che si trovano a nord,
ad esempio, Pskov e Novgorod => Novgorod acquisterà una grande importanza
commerciale diventando una specie di repubblica, in confronto a quello che accadeva
intorno c’era una specie di governo con tratti leggermente democratici. L’inizio della
repubblica di Novgorod iniziò nel 1136 e terminò nel 1478 quando il grande principato di
mosca conquistò tutti i principati. Mosca diventerà negli anni successivi l’unico principato
rimasto, e questa è la condizione per diventare 50 anni più tardi uno stato sotto il controllo
di Ivan il terribile, il primo re. È proprio Ivan il terribile a diventare il primo zar ma la
condizione è che questa sgretolazione del paese slavo orientale, avvenuta come reazione al
principio di seniorato, viene confrontata da un grande principato sempre più forte che sarà
poi in grado di convincere o conquistare gli altri principati.
1237 inizio del gioco tartaro. Fino al 1237 abbiamo il fenomeno della disgregazione del
paese e infatti erano principati sempre più piccoli e deboli. Nella seconda metà del XII
secolo i principi lottano tra di loro per il principato più grande e lottano non solo tra di loro
ma anche contro i popoli della steppa -peceneghi e polovcy soprattutto-. “usobica” => lotta
tra Novgorod e suzdal. Una delle campagne militari che è diventata più importante di queste
lotte della seconda metà del XII secolo è una campagna di un principe chiamato Igor
Svjatoslavic che nel 1185 cercava di attaccare i popoli della steppa. Lui proveniva da un
piccolo principato sulla frontiera dei paesi della steppa e questa campagna militare andò
proprio male. È importante perché una di queste numerose campagne fungeva da ispirazione
per un poeta anonimo che scrisse proprio in seguito a questa campagna un epopea unica nel
suo genere “il canto della schiera di Igor” => epopea di una qualità sorprendente. Questa
campagna diventerà importante non solo per la creazione dell’epopea ma anche perché ha
influenzato altri artisti, sia scrittori che poeti che pittori.
1169 Andrej Bogoljubskij – nipote di Vladimir Monomach- è rimasto con un principato
piccolissimo e decide di conquistare e saccheggiare la capitale del grande principato Kiev
=> con il sacco di Kiev iniziò la decadenza del grande principato di Kiev e il centro del
potere ha iniziato a spostarsi verso il nord e poi verso nord-est, diventano più importanti i
principati di Vladimir e Suzdal. Nel frattempo, si fanno anche vedere i primi mongoli o
tartari con Gengis Khan -nato nel 1162 e morto nel 1227- non ha nulla a che fare con la
russia -perché lui ha conquistato un enorme territorio nell’asia centrale uscendo dalla sua
Mongolia- ma i suoi nipoti sì. I nipoti di Gengis Khan continuano l’opera iniziata da lui e
conquistano la maggior parte dell’asia centrale fino ad arrivare in russia e sono arrivati
anche fino all’Europa centrale nel 1242 hanno conquistato alcune città tedesche -oggi in
polonia-. Il progetto di conquista dell’Europa, tuttavia, fallì perché l’armata non continuò la
conquista e si ritirò in asia centrale -1220-. Per la prima volta nei territori abitati dagli slavi
orientali compaiono queste nuove popolazioni molto belliche e forti e sconfiggono per la
prima volta gli slavi orientali nel 1223 sul fiume Kalka ma questa vittoria non avrà delle
conseguenze: si ritirano -a causa di un funerale -e rimarrà un episodio ma non ebbe
importanza politica. Nel 1223 i russi iniziano a conoscere questo nuovo pericolo che inizierà
a conquistare il paese nel 1237 => anno dal quale si inizia a contare il gioco tartaro.
1223 primo incontro tra gli slavi orientali e i mongoli, la città di Kiev si trova già alle
periferie dei territori russi e una serie di piccoli principati che si sono creati come
conseguenza di questo volere di voler regalare un piccolo principato anche a fratelli e
parenti, una strategia che ha portato a questa disgregazione che non ha neanche tano
funzionato perché di trovano nella storia della russa antica tra 1200 e 1300 una serie di lotte
fratricide. Nel 1223 c’è un paese debole e disgregato non in grado di difendersi da questa
nuova potenza che viene dall’asia centrale e che nel 1237 attaccherà e conquisterà quasi
l’intera russia. Vladimir diventerà la nuova sede metropolita, del capo della chiesa regionale
russa orientale, il Capo della chiesa ortodossa si chiama Patriarca mentre il capo di una
regione si chiama Metropolita, prima c’era un metropolita a Kiev e nel corso del 200 la sede
e il potere religioso -che è legato al potere secolare, il potere politico- si sposteranno sempre
più a est prima a Vladimir e poi a Mosca, dove si trova tutt’ora.

LEZIONE 4
La scrittura arriva in Russia con il cristianesimo, prima non esisteva né l’alfabeto né una
forma scritta della lingua. I testi ecclesiastici venivano tradotti dal greco in una lingua
meridionale chiamata slavo ecclesiastico già in uso da circa 150/200 anni dagli slavi
ortodossi. Ci sono tre blocchi di lingue slave: meridionale, occidentale e orientale, sempre
differenti in qualche dettaglio. La lingua della chiesa è stata creata come una lingua scritta
artificiale, sulla base di una lingua slava meridionale già esistente, l’antico bulgaro. La
lingua scritta di questo dialetto in uso sul territorio dell’odierna Bulgaria è stato sviluppato
solo nel corso del X secolo sempre nei territori degli slavi meridionali -la Bulgaria è stata
cristianizzata intorno all’anno 865- sulla base dei caratteri greci. Questo alfabeto cirillico
prende il nome del suo ideatore Cirillio, tuttavia non è il primo alfabeto. Il primo e più
antico alfabeto slavo è il glagolitico, sempre inventato da Cirillio e Metodio. Questa
invenzione è un alfabeto molto più complicato e difficile da memorizzare. Questo alfabeto è
stato in uso ancora nel medioevo soprattutto nei territori della Serbia, esistono delle
incisioni in cui è stato utilizzato questo alfabeto ma è stato meno diffuso rispetto alle
scritture prodotte con l’alfabeto cirillico la cui forma delle lettere si basa per la gran parte
all’alfabeto greco. Alcune di queste lettere esistono già nell’alfabeto greco, altre sono state
prese in prestito dall’alfabeto latino -tipo la m-.
I due monaci sono morti nella seconda metà del IX secolo. Cirillico è stato sviluppato da
uno dei discepoli di questi monaci all’inizio del X secolo. I primi scritti durante la
cristianizzazione sono strettamente connessi con la cristianizzazione stessa e sono testi
religiosi cristiani appartenenti al culto cristiano ortodosso greco, soprattutto frammenti della
bibbia che nel corso dei secoli è stata tradotta interamente. La prima versione della bibbia in
una lingua slava orientale esiste come manoscritto, neanche stampato, la cosiddetta bibbia di
Ghenari prodotta verso il 1495, la prima bibbia slava orientale. Nel 1582 venne pubblicata
la bibbia di Ostromir. Nei primi secoli dall’inizio della cristianizzazione esistono soprattutto
i testi principali, i più utili per la diffusione della chiesa cristiana, cioè i vangeli, il santerio
(?). Si inizia anche a diffondere i testi liturgici con un certo scenario che serve ai preti per
svolgere il loro ruolo, poi ci sono gli inni -canzoni che si cantano durante la funzione-, ci
sono dei sinassari -calendari e vite dei santi-. Questi calendari servono per ricordarsi quando
arriva il giorno del santo, anche i santi hanno le loro vite e pezzi delle loro vite vengono letti
come parti di funzioni religiose e vengono scritti anche dei padri della chiesa, gli scrittori
medievali cristiani scrivevano testi legati alla religione. La traduzione manoscritta inizia con
gli slavi orientali nel XI secolo, i primi manoscritti datati: l’evangelario di ostromir (10556),
la raccolta (izbornik) di Svjatoslav (1073), izbornik (1076), il vangelo di Archangel’sk
(1092) => unici manoscritti rimanenti e di cui conosciamo una data più o meno precisa.
Il libro più antico che si conosce è costituito da 4 tavole di tiglio coperte di cera
-19x15x1cm- che è il Codice di Novgorod -luogo in cui si trovano molti resti medievali-,
scoperto nel 2000. Le tavole contenevano le parole di due salmi dal santerio, che era l’opera
più richiesta insieme ai vangeli. Queste pagine non portano una data ma sono databili con il
metodo dendrocronologico -metodo della cronologia degli alberi, metodo sviluppato
confrontando alberi di diversi periodi e contando i cerchi dentro i tronchi, questi segno sono
come segni dattiloscopici che permettono di identificare ogni anno in praticamente qualsiasi
albero, sulle tavole infatti erano presenti questi cerchi. Usando questo metodo cronologico si
è risaliti al 1015 e +/- 35 anni: -35 siamo nell’anno 980, ancora prima del battesimo ed è la
data minima in cui il codice poteva essere creato, 1040 la data massima. Il codice era scritto
in slavo ecclesiastico, è di difficile interpretazione, si possono riconoscere alcune lettere ma
molte si sono cancellate.
Un altro manoscritto databile del XI secolo è il cosiddetto Izbornik, la maggior parte della
letteratura russa di quei secoli erano testi religiosi, come la Bibbia e i testi intorno alla
funzione e tutto quello di cui ha bisogno un prete e la chiesa ortodossa per funzionale. Solo
una piccola parte (dal 2 al 10%) dei testi erano letteratura secolare, che inizia a svilupparsi
sempre nel corso dell’XI secolo e abbiamo diversi generi tra cui:
- Storiografia, ossia le cronache (tipo la cronaca di Nestore), eventi e dati venivano
fissati e poi copiati da altri cronisti che poi aggiungevano altri dettagli e informazioni
e così via;
- Racconti profani, solo pochi esempi, che fanno parte di questo periodo che sono
entrati come parte delle cronache. Tra l’elenco degli eventi storici ogni tanto
compaiono tra le cronache anche testi che si possono interpretare come racconti
profani, ad esempio le leggende;
- Testi giuridici, risale alla metà dell’XI secolo ossia la russkaya pravda;
- Raccolte gnomiche, generi proverbiali o aforistici, raccolte di citazioni da altri testi.
Parole dei padri della chiesa, versi dalle commedie o tragedie degli autori antichi,
anche di queste si tratta di traduzioni dal greco. Quando i monaci trovano un detto
bello e preciso e con contenuto moralizzante lo fissavano in questi testi e poi questi
aforismi si mettevano in ordine alfabetico in base all’alfabeto greco. Raccolte di
aforismi, sentenze, proverbi che sono essenzialmente citazione di diversi testi. Il
nome del genere greco è Melissa -nome popolare per le raccolte- => significa ape,
come un’ape che prende il polline da un fiore all’altro. Un’altra opera è stata scritta
in slavo meridionale -pur sempre ecclesiastico, intorno al XIII secolo- e si intitola La
saggezza del Menandro il saggio, Menandro era un commediografo greco-antico
vissuto circa nel 400 a.C. si tratta di versi che si potevano prendere dal testo della
commedia perché contenevano parole sentenziose, con un carattere che aveva un
senso generale che poteva fungere anche fuori dal testo come aforismo con una
sentenza che poteva essere usata come proverbio.
I testi per noi non religiosi più interessanti possono essere: i testi secolari che nel corso
dell’intero medioevo sono abbastanza scarsi. Fino alla fine del 600, quando finisce il
medioevo in russia, la maggior parte dei testi prodotti dalla cultura russa la maggior parte
dei testi sono testi religiosi, un altro carattere medievale delle scritture.
Gli autori erano chierici e monaci, infatti erano gli unici in grado di scrivere e leggere
perché la letteratura faceva parte della chiesa perché serviva per gli scopi religiosi per cui
erano solo gli appartenenti a imparare a leggere e scrivere. La letteratura non esisteva come
sottosistema sociale autonomo, in generale quasi tutti i tratti della cosiddetta “letteratura”
sono diversi sotto diversi punti di vista: non c’è il concetto di autore, confini tra autore e
compilatore e copiatore sono fluttuanti, la maggior parte dei testi medievali, non solo slavo
orientali ma anche europei, non sono firmate e non si capisce se l’autore del testo è solo uno
o se hanno preso diversi testi e li hanno fusi insieme creando qualcosa di nuovo. I chierici
non avevano la coscienza di essere autori in senso moderno e non sentivano l’esigenza di
firmare i testi. Un esempio dalla cultura polacca viene da una cronaca, la più importante
polacca del medioevo, scritta in latino, il testo principale come fonte di conoscenza della
storia antica polacca, abbastanza lungo ma di piccole dimensioni, non è mai stato firmato, si
sa che l’autore è un monaco francese, uomo gallo anonimo. Questo monaco non sentiva il
bisogno di mettere il suo nome su questo manoscritto, a differenza di quanto succede oggi.
Questa opera descriveva i tempi preistorici e istorici del territorio polacco, gli eventi
accaduti sul suolo polacco nel corso dei secoli. Le opere storiche si chiamano appunto
cronache. Se il nome c’è si può trovare solo alla fine.
In relazione a ciò i testi si possono denominare aperti, aperti perché potevano essere
ricambiati dal compilatore di turno, ad esempio sulla base di una vecchia cronaca potevano
essere aggiunte delle piccole cronache locali. Sono inoltre instabili, proprio perché sono
modificabili. Le cronache russe medievali slavo orientali è un campo abbastanza ampio
della ricerca e vengono pubblicate tra la fine del 19eismo secolo e l’inizio del 20esimo in
una serie chiamata “l’edizione completa delle cronache russe”, il primo volume è la cronaca
più antica, vengono ordinati prima secondo l’età e poi secondo il luogo di scrittura.
L’edizione è composta da volumi di grandi dimensioni con 400/500 pagine e sono stati
pubblicati circa 40 volumi, la maggior parte sono composte da copie di cronache precedenti
a cui vengono aggiunte cronache locali dei vari villaggi o principati.
La letteratura medievale non comporta un funzione estetica, non viene scritta per piacere,
quasi non ci sono segni di uno stile individuale, le scritture medievali non conoscono generi
letterari e non esiste il concetto di autore e di opera inteso in senso moderno.
Il grado di alfabetizzazione era in generale scarso perché erano solo membri della chiesa a
essere in grado di leggere e scrivere, ma c’è un’eccezione e per molto tempo non si sapeva
che c’era ed è la regione di Novgorod. Proprio là è stato trovato un gran numero di iscrizioni
su corteccia di betulla, i cosiddetti berestjanye gramoty. Non si sapeva fino al 1951 che
queste iscrizioni esistessero -nonostante venivano citati in una cronaca-, in quell’anno infatti
è stata trovata la prima gramota -significa iscrizione e più i generale ogni forma di scrittura,
un gramotj cheloviek è un uomo che sa scrivere e leggere ad esempio-, storie della lingua
russa più antiche. Ogni anno si scoprono nuovi reperti, fino ad oggi sono stati trovati più di
1200 iscrizioni e fuori Novgorod altri 100 circa sempre su corteccia di betulla. Solo nel
corso del XX secolo si è scoperto che a Novgorod anche la gente comune era in grado di
scrivere, forse un livello non sofisticato ma conoscevano l’alfabeto ed erano alfabetizzati.
La gramota 591 contiene l’alfabeto e probabilmente si trattava di un’incisione effettuata in
ambito scolastico. Nelle gramote di Novgorod sono stati trovati testi religiosi, lettere
d’amore, incantesimi, elementi di vita quotidiana. Il fatto che si trovano solo a Novgorod
può anche significare che si sono salvati solo lì, in altri luoghi russi sono stati trovati altri
resti ma meno di Novgorod. Può significare che lì ci siano delle condizioni ambientali e
della terra che permette alla corteccia di non sciogliersi e questo potrebbe significare che
questa scrittura anche a livello quotidiano in realtà sia stata molto più ampia e diffusa anche
in altri luoghi ma i resti si sono sciolti e non si sono salvati.
La cronaca di Nestore (Cronaca degli anni passati, povest’ vremennych let) è la più
importante cronaca russa medievale scritta appunto da Nestore, un monaco. E la più antica
cronaca russa, scritta a Kiev nel monastero delle Grotte, scritta nel corso di un secolo, l’XI
esimo, scritto da diversi monaci e poi messo in ordine, corretto e ampliato e inserito
un’introduzione da Nestore. Ha vissuto verso la fine dell’XI esimo e l’inizio del XII esimo.
La struttura è come un elenco delle date con degli eventi, inizia nel 6360 (852) in cui appare
per la prima volta il nome Rus’ in merito all’invito dei variaghi. Termina del 6621 (1113)
con la morte del principe Svjatopolk Izjaslavic e l’inizio del principato di Vladimir
Monomach. Probabilmente è stata scritta da Nestore nel 1116, è importante da sapere che
non si è salvata la cronaca originale, scritto proprio da Nestore, probabilmente distrutto o
bruciato. Si sa però che è proprio questo che è alla base delle altre cronache, è proprio
questo bocco di notizie che si ripete in tutte o quasi tutte le altre cronache. Il testo che non si
è salvato è stato tramandato come copia, come parte di cronache posteriori. La più vecchia
copia conosciuta risale a un periodo di 250 anni più tardi, la cronaca di Lavrentij, si sono
persi probabilmente una serie di testi cronistici copiati e ricopiati. Significa che ci sono dei
passaggi anche abbastanza oscuri, non chiari, basta che un monaco che sta scrivendo, che
sta copiando salti una linea o manca un pezzo di frase e il testo diventa subito di difficile
comprensione, questo poi succede con altri copiatori che copiano dal testo sbagliato e così
via.
La cronaca di Radziwill è un’altra cronaca datata XV secolo su cui ogni pagina è inserita
una miniatura.
La cronaca di nestore è un materiale eterogeneo dal momento in cui si trovano all’interno
diversi “generi letterari” e diversi stili, non trovano problemi a mettere tra una data e l’altra
un testo diverso dal punto di vista stilistico e tematico che magari non appartiene neanche
al genere storico e così abbiamo anche a che fare con un disadorno protocollo degli eventi
storici, spesso interrotto da digressioni, vengono incollati documenti, leggende, racconti
bellici e agiografici, testi di oratoria come prediche, elogi dei principi ecc.. Nonostante
questo, il testo possiede una visione unitaria, una comune coscienza storica, al storia dello
stato russo che stava per nascere e la storia della stirpe dei principi. Un ulteriore filo rosso
che la tiene insieme è la concezione storica cristiana con la prospettiva della salvezza, si
capisce che ogni testo è stato scritta da un cristiano neofita.
Due anni prima del battesimo della russia, nel 986 (6494) => questa scelta del battesimo è
avvenuta in modo diplomatico, il principe Vladimir voleva legarsi con la potenza locale più
importante, l’impero bizantino, e per questo ha proposto di sposare la sorella
dell’imperatore, questo era un business interessante anche per l’imperatore bizantino perché
poteva missionare in territori fino ad allora pagani e allargare la sua influenza a nord est del
suo regno. Questa azione diplomatica, il matrimonio, viene rappresentata nella cronaca in
modo diverso, in modo molto più poetico, viene scritto come una scelta consapevole della
fede che il principe poteva scegliere: poteva scegliere quella musulmana, cattolica, greco-
ortodossa ecc. sceglie quella greca ortodossa e l’argomentazione è molto interessante:
Il racconto della scelta della fede nella Cronaca di Nestore:
Nell’anno 6494 (986). Vennero da lui i Bulgari di fede islamica dicendo: “Principe, tu sei
saggio e assennato, ma non hai religione. Convertiti alla nostra religione e prosternati a
Maometto” -si era diffusa la voce che Vladimir non voleva essere più pagano ma cambiare
religioso insieme al suo popolo, arrivarono i bulgari (non bulgari odierni), un popolo
islamico-. E Vladimir disse: “Qual è la vostra fede?” Essi dissero: “Noi crediamo in Dio, e
Maometto ci insegna a circoncidere i membri celati, a non mangiare carne di maiale, a non
bere vino, così dopo la morte potremo fornicare con le donne. […] Vladimir li ascoltò,
perché amava le donne e la dissolutezza, li ascoltava con piacere, ma non gli piacevano la
circoncisione e l’astinenza dalla carne di maiale e, tanto meno, dal vino -a Vladimir non
piaceva la circoncisione e l’astinenza da carne di maiale e vino- . Disse: “Bere è un diletto
per i Russi, non possiamo rinunciarvi” -questa idea di prendere la religione islamica non
andava bene per i russi antichi-. Poi vennero i Nemcy -gli stranieri, nel senso che non
parlano la loro lingua e per questo sono come i muti o sordomuti- da Roma [stranieri,
nell’accezione di cattolici] […] Vladimir disse: “Quali sono i vostri precetti?” “Digiunare
secondo le nostre forze: “Sia che mangiate, sia che beviate, fate tutto per la gloria di Dio”,
come scrisse il nostro maestro Paolo”. Vladimir rispose ai Nemcy: “Andatevene, perché i
nostri padri non vi hanno creduto” -è un passaggio un po’ oscuro, non si capisce bene a
cosa non hanno creduto e cosa significhi, può essere che non sia stato copiato bene-.
Avendo saputo ciò, degli Ebrei di Chazaria -regno che si trovava a nord ovest del Mar
Caspio- vennero e dissero: […] Vladimir disse: “E come pensate di istruire gli altri se voi
stessi siete scacciati da Dio e dispersi? Se Dio amasse voi e la vostra legge, non sareste
dispersi in paesi stranieri -come si sa gli ebrei sono dispersi in tutto il mondo- ; volete che
questa sventura ricada anche qui?”. In seguito, i Greci inviarono un filosofo a Vladimir per
dire: […]
Nell’anno 6495 (987). […] Essi [i bojari] -aristocratici, gli ambasciatori, l’alta nobiltà
russa- dissero: “Visitammo in primo luogo i Bulgari e vedemmo che si recavano nel loro
tempio, cioè nella moschea, senza cintura; quindi, dopo gli inchini, si sedettero, guardando
da una parte all’altra come ossessi e non c’è gioia fra loro, ma solo tristezza e un lezzo
insopportabile. La loro legge non è bella. E andammo presso i Nemcy e li abbiamo visti
celebrare il loro servizio nel tempio, ma non vedemmo alcuna bellezza -il criterio della
bellezza è molto importante-. Infine, giunti dai Greci, fummo condotti nel luogo in cui
celebrano il servizio al loro Dio. Non sapevamo se eravamo in cielo o in terra, perché, in
verità, non c’è sulla terra un simile spettacolo, né tanta bellezza. -l’idea è che i russi hanno
scelto la fede ortodossa non per ragioni diplomatiche ma perché trovarono la fede greco-
ortodossa più bella rispetto alle altre fedi, la bellezza sarà sempre una delle idee più
importanti in russia. “la bellezza salverà il mondo”-.

Leggenda tratta dalla cronaca di Nestore

Non esistevano generi e stili e neanche retoriche, questo tipi di libri, le retoriche, che
contenevano anche la suddivisione della letteratura in generi, non era conosciuta e non era
ritenuta utile nella letteratura medievale.
Una storia breve ma impressionante perché contiene alla fine il cambiamento della storia e
la conferma degli indovini, ma è interessante che un testo del genere, che parla del regno di
Oleg, ambientato verso la metà del X secolo, prima di Vladimir, il cronista non vedeva
nessun problema di mettere insieme con dati o fatti anche un racconto così ornato e poetico
e non è possibile che sia morto proprio così ma così è riportato nella cronaca di Nestore. Le
prima cronache mischiano leggenda, fatti, invenzione e fantasia.
Un secondo testo del primo periodo della storia russa, il periodo della Rus’ di Kiev, dagli
inizi fino al 1237 è il Canto della schiera di Igor (o poema della campagna di Igor) =>
questo canto è un’opera singolare, è l’unico esempio di un poema etico nella storia della
letteratura russa medievale. Nel XIV secolo, intorno al 1350, c’è un alto testo per alcuni
tratti simile a questo che si chiama l canto delle cose che sono successe al di là del Don =>
probabilmente ha usato il canto della schiera di Igor come testo perché ci sono alcuni tratti
che legano entrambi i testi, anche se è molto più inferiore sul lato della tecnica. Il canto
della schiera di Igor rimane un testo molto singolare, parliamo della seconda metà del XII
secolo, scritto probabilmente in seguito a questa campagna andata male di Igor Svjatoslavic,
principe di Novgorod-Severskij -è un’altra Novgorod-. La lingua del testo è diversa dai testi
scritti in slavo ecclesiastico perché sostanzialmente è antico russo, antico russo orientale,
senza mescolanza con lo slavo ecclesiastico => lo slavo ecclesiastico era la lingua della
letteratura dall’invenzione di questa lingua nell’ambiente slavo orientale antico e ci sono
pochi testi che non usano questo slavo ecclesiastico. Il canto della schiera di Igor è scritto in
una lingua diversa appunto.
La trama è la fallita campagna militare condotta dal principe Igor contro i Polovcy nel 1185
e il messaggio che questo poema veicola è un appello ai principi della Rus’ di Kiev affinché
cessino le lotte fratricide per contrastare le minacce provenienti dai nemici esterni. Il
frontespizio della prima edizione, pubblicata a mosca nel 1800, il testo è stato pubblicato
sotto il titolo “Un canto eroico sulla campagna/schiera contro i Polovcy del piccolo principe
-regna su un piccolo principato- di Novgorod-Severskij che si chiama Igor Svjatoslavic,
scritta in una antica lingua russa verso la fine del XII esimo secolo, con traduzione nella
lingua in uso oggi”. Il testo è diventato l’unica edizione originale del testo che c’è, il testo
originale è stato ritrovato in un’unica copia, verso la fine del 1700 -1788- in un monastero e
questo è già un’anomalia perché di solito la gran parte dei testi medievali slavi -e non solo-
sono stati tramandati in diverse copie. Ad esempio, la russkaya pravda è stata copiata
centinaia di volte, perché c’era bisogno di salvarla. In questo caso abbiamo una copia unica
-del XV secolo- trovata in un monastero -nel 1788-, questa unica copia conosciuta è stata
scoperta come parte di un codice di un manoscritto medievale in questo monastero, 12 anni
dopo la scoperta -fino a questo momento i russi non sapevano che esistesse un’opera poetica
risalente al medioevo- è stato pubblicato con le conoscenze che le persone avevano a quei
tempi: la filologia non era molto sviluppata, ha iniziato a svilupparsi solo nel corso dell’800,
il testo probabilmente è stato mal letto in qualche modo perché questo testo contiene dei
passaggi abbastanza oscuri, non si capisce il significato di certi passaggi, ci sono delle
parole che non si trovarono in altri manoscritti russi dei tempi, i cosiddetti “hapax
legomenon”, dal greco “detti una volta”. Non si può più analizzare il documento originale
del XV esimo secolo, o così l’hanno datato i pubblicatori del 1800, perché il manoscritto è
stato portato a mosca e lì in una biblioteca è stato distrutto nel corso dell’incendio di mosca
nel 1812, quando Napoleone iniziò la guerra contro la russia e arrivato a mosca trovò la città
in fiamme. Questo grande incendio, appiccato dai cittadini stessi, ha distrutto moltissimi
libri e oggetti di valore culturale, tra cui questo manoscritto unico. Il manoscritto del 1800 è
dunque ora l’unica fonte del testo.
Questo status del testo, del manoscritto, l’unico carattere di questo testo ossia l’assenza di
copie, non è stato recepito nel corso del medioevo, è stato scritto nel XII esimo secolo. Non
si tratta di un testo religioso e dunque può essere stato scritto nella corte di un principe e si
può dedurre che non esisteva solo la cultura ecclesiastica ma anche altri centri come le corti
dei principi, dove forse si cantavano le canzoni secolari e componevano poesie fino alla
creazione di un poema come questo. Ma non tutte ipotesi che non possono essere
confermate perché non esistono fonti. Per un certo periodo si è ipotizzato che il testo fosse
un falso, è stato però dimostrata la sua autenticità ma ci sono scienziati e filologi che hanno
detto che si tratta probabilmente di un falso già nel corso dell’800 e poi nel 900. Oggi, con
le conoscenze odierne della filologia, si può dire che al 99% si tratta di un testo autentico.
Perché un’unica copia? Probabilmente è stato composto come opera nell’ambiente della
corte, un ambiente non ecclesiastico e poi scritto in un manoscritto che era un evento
straordinario e poi è stato dimenticato e non tramandato forse perché chi faceva le copie
erano solo chierici e monaci e visto che il testo era non religioso e conteneva anche elementi
pagani -per alcuni tratti è collegato alle tradizioni slavo orientali precedenti al
cristianesimo-, i monaci avevano altri testi più importanti da trascrivere. Nel caso in cui
un’opera secolare veniva trascritta questo avveniva per errore, la rarità dell’unica copia è un
segno che il testo, dopo essere stato creato non ha trovato lettori. Altri elementi che
potevano dimostrare che si trattava di un falso erano questi hapax legomenon, gli oppositori
sostenevano che erano cose inventate che non esistevano nel russo antico. È un argomento
debole perché esistevano degli hapax legomenon anche in altri testi, non è un argomento che
potrebbe dimostrare la falsità. Un altro elemento è l’unicità della copia, la sua qualità
poetica è straordinaria e altissima, tanto che venne tradotta in ogni lingua. Il testo è stato
scoperto verso la fine del 1700 in un periodo in cui prima in Europa e poi in russia, i lettori
ha iniziato a interessarsi al suo passato, anche poetico. Sono infatti segnali che
preannunciano il romanticismo. Un segno di questo interesse è dato da opere come, ad
esempio, le canzoni di Ossian, venne pubblicato nella seconda metà del 1700 da un inglese
un libro in cui scriveva di aver trovato un manoscritto russo del V/VI secolo scritto con le
poesie di un certo Ossian, un frate. È stato tradotto in molte lingue e si è sviluppato il
cosiddetto ossianismo, tantissimi autori hanno iniziato ad imitare la scrittura di Ossian.
Successivamente si è scoperto che questo inglese non aveva realmente trovato questo libro
ma lo aveva inventato scrivendo lui stesso queste poesie. Visto questo si poteva anche dire
che forse questo canto dell’impresa di Igor era una cosa simile. La difficoltà è che a questi
tempi, verso la fine del 1700 in russia, non c’era nessuno in grado di scrivere una cosa del
genere in lingua slava orientale antica. Le conoscenze filologiche non erano ancora così
sviluppate. Questo canto contiene pochissimi errori dal punto di vista linguistico -possono
anche risalire a una lettura sbagliata della prima pubblicazione-, secondo i linguisti tuttavia
è un manoscritto originario. Forse l’unico che avrebbe potuto scrivere un opera del genere
era Karanvin, un famosissimo poeta del sentimentalismo e poi è diventato storico di corte,
autore della storia dello stato russo in 12 volumi dal medioevo arrivando fino al 1600 -lui
morì al 12esimo volume-. Lui era forse l’unico con abbastanza forza poetica per scrivere
una poesia geniale dal punto di vista poetico, con delle conoscenze storiche e linguistiche e
solo lui era l’unico in grado di farlo. Tuttavia, il suo carattere, per quanto si conosceva, non
era incline a queste cose.
Un esempio di un altro slavo, un cecoslovacco, Vacláv Hanka, era un poeta e filologo che
soffriva proprio questa idea che nella cultura ceca non esisteva una poesia ceca antica che
potrebbe fungere da epos nazionale e dunque scrisse un poema in ceco antico e solo dopo la
sua morte alla fine dell’800 è stato scoperto essere un falso. Analizzando l’opera si scoprì
che era pieno di errori, lui infatti non era in grado di scrivere un testo corretto in ceco antico.
PRIMA PAGINA DEL POEMA DI IGOR

I manoscritti slavo orientali non sono stati scritti in versi, sono difficili da decifrare perché a
volte non si capisce dove finisce la frase. Questo testo tradotto è già un’interpretazione, sta
interpretando dove finisce la frase e ne inizia una nuova. Bojàn, uno dei personaggi che per i
russi era importante come padre fondatore della poesia. Questa pagina si trova all’inizio,
prima dell’inizio stesso del poema. Abbiamo un inizio meta poetico dove si discute di
diversi mezzi poetici esistenti.

Il cristianesimo ortodosso slavo orientale


Origini => il battesimo della Rus’ che risale all’anno 981 che dura qualche decennio,
esisteva già da prima una comunità cristiana, la principessa Olga ad esempio era già
battezzata. Il battesimo di Vladimir era una scelta diplomatica e non religiosa, aveva infatti
la possibilità di avvicinarsi all’impero bizantino sposando la sorella dell’imperatore. La
Rus’ diventa una metropolita -provincia ecclesiastica- del patriarcato di Costantinopoli. Il
metropolita aveva sede a Kiev. La croce ortodossa è diversa da quella cattolica, non sono
solo due rette che di incrociano ma è una croce con otto “fini”. Col battesimo della Rus il
paese entra a fare parte della cultura ecclesiastica bizantina che era molto antica e complessa
e conosceva la differenza tra la letteratura profana e secolare e quella ecclesiastica. Il blocco
della cultura profana dei primi scrittori/lettori ecclesiastici russi, i monaci che avevano
copiato parti di testi religiosi come la bibbia, si sono concentrati sulla parte religiosa della
cultura. La Rus’ fa parte sia della cultura bizantina dal punto di vista religioso ma poi
inserisce, nella tradizione religiosa e linguistico culturale della slavia ortodossa => la cultura
slava di religione ortodossa -Bulgaria, Serbia, macedonia-. I russi antichi prendono come
lingua del culto si poteva scegliere anche il greco, così come i cattolici hanno scelto il latino
per quasi tutta Europa. Non hanno scelto il greco ma hanno scelto la lingua slava
ecclesiastica creata artificialmente sullo scritto basata su un dialetto sud-slavo e diventa la
lingua della funzione e della liturgia e in generale della religione. Nella lingua slava
ecclesiastica entrano numerosi prestiti linguistici – i russi non traducono il senso della
parola greca ma prendono la parola greca e la esprimono con gli elementi e l’alfabeto slavo,
ad esempio eucarestia, monastero che sono molto simili in entrambe le lingue. Vi è un forte
impatto del greco in due modi: usando i calchi -traducendo le parole dal loro senso greco- e
usando i prestiti -prendendo parole straniere e trasformandole in parole russe. Per gli slavi
orientali del medioevo la lingua era comprensibile, vi erano sia vantaggi che svantaggi:
- Vantaggi:
la recezione era molto più immediata, non dovevano imparare il greco, per esempio,
per capire cosa succedeva nella funzione, non dovevano imparare un lingua
completamente diversa per partecipare ad una funzione cristiano-ortodossa e un altro
vantaggio è dato da un rapito sviluppo della propria letteratura;
- Svantaggi:
non c’era bisogno di imparare una lingua straniera, in occidente le persone che
volevano studiare dovevano per forza imparare il latino che era lingua della chiesa e
della scienza fino al 1600, usata in ogni disciplina, era la lingua franca della gente
colta in occidente per tutto il medioevo e anche in tempi moderni. Dovendo imparare
il latino a scuola gli studenti avevano accesso immediato senza intermediari ai tesori
della cultura antica, per lo meno quella latina, potevano leggere i classici della
letteratura romana. Se i russi avessero deciso di scegliere il greco come lingua della
funzione si sarebbe diffuso in modo abbastanza massimo il greco, questo
significherebbe che i russi che avrebbero avuto accesso ad un’istruzione un pochino
più elevata avrebbero avuto accesso ai tesori della cultura antica greca. Questo non
accadde: la conseguenza della scelta dello slavo era lo scarso sviluppo dell’istruzione
perché le fonti non erano accessibili -quelle della letteratura e la cultura greca e
latina- e se lo erano solo per pochissimi monaci colti. La cultura russa si è formata in
modo completamente diverso rispetto alla cultura occidentale, quella occidentale ha
delle radici nella cultura antica, quella russa invece no, esistono pochissime
traduzioni del corso del medioevo di testi greci fuori dal canone religioso che serviva
per le funzioni, non c’erano nemmeno traduzioni di filosofi greci antichi.
Effetti generali di questo sviluppo
Il cristianesimo diventa religione statale e contribuisce in modo massivo alla formazione del
volto spirituale, mentale e intellettuale della Russia, il battesimo per la Rus’ significava
integrazione con uguali diritti nel mondo statale cristiano europeo, in questi tempi era una
questione molto importante. Una conseguenza, subito nel X/XI secolo sono i matrimoni: ci
sono molti matrimoni tra il ceto reggente dei rjurikidi e le famiglie regnanti occidentali.
Continuarono questa politica diplomatica di far sposare i figli con i figli di altre famiglie
reggenti di altri regni stringendo così alleanze => questo accadde solo durante l’XI esimo
secolo e non più e questo perché nel 1054 viene formalizzato finalmente lo scisma tra la
chiesa cattolica romana e la chiesa ortodossa greca -grande scisma-, le due chiese si
dividono in due blocchi anche dal punto di vista dogmatico. Questa spaccatura risale al IV
secolo 300/320 ed è solo la formalizzazione della spaccatura che si sviluppò circa 600 anni
prima. Una delle conseguenze dello scisma è l’isolamento della Rus’ dall’Europa
occidentale, non ci sono più matrimoni perché tra cattolici e ortodossi non corre più buon
sangue. Ci sono tentativi di riconciliazione delle due chiese e il più importante risale al
1439, c’è un concilio -una conferenza di alti capi della chiesa sia cattolica che ortodossa-, il
concilio di Firenze -durò 5/6 anni e non si svolse solo a Firenze-, il risultato di questo
concilio era una riunificazione -si arrivò alla conclusione che le differenze dogmatiche non
sono più poi così profonde e marcate- che però non è stata accettata da nessuno. Il tentativo
è stato tentato da parte della chiesa ortodossa greca e non russa, dopo questo fallito tentativo
della chiesa greca, i russi si consideravano traditi dai greci che volevano ricongiungersi coi
cattolici e così i russi ortodossi iniziarono a considerare i greci come eretici e traditori e
condannarono la riunificazione come apostasia dei greci alla vera fede. Pochi anni dopo
l’impero ottomano è diventato molto potente e ha conquistato Costantinopoli nel 1453, la
capitale del mondo greco ortodosso viene conquistata e i russi pensano che la caduta di
Costantinopoli è la punizione divina per l’apostasia greca alla vera religione. Dopodiché la
Russia si vede come l’unico baluardo dell’ortodossia e tutte le altre formazioni cristiane
sono ritenute eretiche. La spaccatura tra la chiesa greca ortodossa -patriarcato- e quella russa
-metropolia- viene formalizzato solo nel 1589, fino a quell’anno la Rus’ dal punto di vista
religioso rimane formalmente una metropolia e nel 1589 viene fondato il patriarcato di
mosca, una chiesa autonoma con il suo capo non a Costantinopoli ma a Mosca. Stessa cosa
accadde poi con la chiesa ortodossa Ucraina -pochi anni fa dopo la crisi politica,
sicuramente dopo il 2014 in seguito alla guerra non dichiarata tra Russia e Ucraina- che
decide di fondare il proprio patriarcato a Kiev e trasformarsi da metropolia a patriarcato.

Lezione 5 del 13 ottobre


Le caratteristiche della religiosità russo-ortodossa: la corrente prevalente della teologia russa
antica è il cosiddetto apofatismo -la comprensione della natura di Dio non può essere
espressa a parole-, una corrente mistico-ascetica. Gli slavi orientali all’inizio del loro
passaggio al cristianesimo non avevano grandi teologi e si concentravano su questa pratica
importata dal cristianesimo bizantino/ortodosso-greco, questo significava che nella chiesa
ortodossa-russa dominava l’aspetto liturgico -la messa, la funzione aveva una funzione
prioritaria così come la pratica eucaristica, ossia la comunione. La funzione ortodossa era
vista come un’opera d’arte complessa che parlava a tutti i sensi, fino ad oggi nella chiesa
ortodossa russa sono molto importanti incenso e candele, molto diversa dalla chiesa
cattolica e protestante. La pratica religiosa è dunque più importante dello studio della bibbia
e dei libri ecclesiastici, i preti erano gli unici in grado di leggere e trasmettevano i contenuti
della bibbia come parte della liturgia ma più importante era la funzione, la pratica religiosa
stessa e così lo stesso vale anche per la preghiera nei confronti della predica, la preghiera è
più importante della predica -che comunque nella chiesa ortodossa russa è un elemento
anche abbastanza nuovo e raro, si trovava anche nella chiesa ortodossa medievale ma come
parte della funzione è stata introdotta nella seconda metà del 600 con un’innovazione della
chiesa ortodossa, le cosiddette riforme Nikoniane che sono state poi rifiutate dai vecchi
credenti-.
La chiesa ortodossa riconosce alcuni elementi che combaciano con la chiesa cattolica, ossia:
- Sette sacramenti
- La comunione
- Nella chiesa ortodossa il battesimo si effettua tramite tripla immersione -si mette in
acqua tutto il corpo di colui che vuole il battesimo-
- Messa cantata e letta, non si accetta infatti nessuno strumento musicale -fino ad oggi
anche- tutte le canzoni sono acapella.
- Una differenza specifica è il segno della croce con tre dita da destra a sinistra, un
segno che si fa oggi e c’erano differenze nella chiesa ortodossa, c’era un dibattito nel
corso delle riforme nikoniane nella seconda metà del 600 dove nel corso
dell’unificazione e adeguamento della chiesa ortodossa alla fede iniziale greca, è
stato introdotto che il segno della croce, che nel frattempo si faceva con due dita, si
deve fare con tre dita. Questa variazione era uno dei punti principali per lo scisma
della chiesa ortodossa russa negli anni 50 e 60. Per i vecchi credenti era una cosa
inaccettabile.
- Diversamente dalla chiesa cattolica, ma uguale alla chiesa protestante evangelica, il
clero ortodossa si può sposare una volta sola, il clero semplice -i preti-. Non possono
divorziare e se vedovi non possono risposarsi. Per i ranghi più elevati come vescovi e
arcivescovi, scelti solo dalla categoria dei monaci, -per i quali vale la regola del
celibato.
- Diversamente dalla chiesa protestante, in quella russa non è possibile avere donne
preti, non esiste un sacerdozio femminile.
- Le chiese ortodosse hanno orientamenti, come gli edifici, diretti verso est.
- La chiesa ortodossa riconosce il culto della madonna e dei santi e venerano molto le
icone => un aspetto importantissimo, all’interno delle chiese ortodosse, la parete
dell’altare è piena di icone.
La chiesa ortodossa non riconosce:
- La formula filioque, formula aggiunta al credo. Questa formula è stata discussa e
stabilita al concilio di Nicea nel 325, dopo una discussione dei teologi al consiglio,
hanno deciso -alcuni- che lo spirito santo proviene dal padre e dal figlio
congiuntamente. Gli ortodossi non erano d’accordo con questa formula aggiunta al
credo, per loro lo spirito santo proviene solo dal padre e non anche dal figlio. Gesù e
Dio non sono sullo stesso livello perché lo spirito santo non proviene da Gesù.
Questa differenza nelle idee della rappresentazione di dio nella trinità è una delle
principali differenze e dispute tra la chiesa cattolica e quella ortodossa => ha portato
nel corso dei prossimi anni -dal 325 fino al 1054- al grande scisma tra chiesa
occidentale e quella orientale. Lo scisma, tuttavia, inizia con il concilio di Nicea.
Filioque => et filio, e il figlio, il figlio è allo stesso livello del padre.
- Il primato e l’infallibilità del pontefice, non riconoscono il papa come capo della
chiesa, è riconosciuto come vescovo di Roma e patriarca dell’occidente ma non come
capo della chiesa cristiana in generale
- Il dogma dell’Immacolata Concezione e quello dell’Assunzione della Madonna
- La dottrina del purgatorio, la terza istanza tra cielo e inferno molto importante della
chiesa cattolica. Questa dottrina non viene riconosciuta, infatti la parola purgatorio
non c’è nella bibbia e dunque non viene da loro riconosciuta.
La santa Russia => è una citazione di una formula che si trova nella cultura medievale
inizialmente folcloristica, il cosiddetto epitheton ornans -un aggettivo e un sostantivo
combinati che si trovano sempre congiunti per abbellire- ossia dei versi spirituali popolari,
nel cosiddetto golubinaja kniga ossia il libro delle colombe -fine XV /inizio XVI secolo- =>
idea di un concetto di una Russia degli altissimi valori spirituali, espressione di un’idea
guida che aiuta nella ricerca della verità di dio e porta con sé l’aspirazione alla perfezione
dell’animo e dello spirito e con esso le aspettative escatologiche => la fine del mondo. La
rus si salverà con la fine del mondo perché è particolarmente vicina a dio. Presunto stato
ideale della Rus’ del passato come modello e obiettivo da ripristinare, questa formula
cambierà nel corso della storia e della cultura russa il suo senso.
Il senso di questa frase cambierà nel corso della formazione dell’assolutismo -le idee
cambieranno quando la russia inizia a diventare un regno con gli zar nel corso del 500-,
infatti assumerà un contenuto politico. Verrà utilizzata ancora nell’800 diventando un
concetto sempre più nazionalista e finisce per identificare la santità etnica tribale: la tribù
dei russi è santa e per questo migliore delle altre nazioni che non hanno un legame così
stretto con Dio.
Mikolaj Michailovic Jazykov => “la santa Rus’ è forte e affidabile/ e il dio russo è ancora
grande!” (1844). Il dio russo => per i nazionalisti il Dio in assoluto è russo. Ci sono due
parole che hanno a che fare con l’elemento che gira intorno a dio: svjatoj -che significa
santo- e svjashienny -che significa sacro-. Usando la parola santo in questo modo si usa la
parola non distinguendo tra santo e sacro, sacro è tutto ciò che l’uomo stabilisce per la
religione: tempi, spazi, cose. Santo invece significa tutto ciò che hanno a che fare con Dio e
che proviene da Dio stesso.
L’idea della particolare vicinanza del popolo e dello stato russo a dio che addirittura dio è
russo si trova raffigurato in diversi dipinti, ad esempio quello di Nesterov “Na Rusi. Dusha
naroda” => nella rus’ l’anima del popolo, 1914/1916.
IL GIOGO TARTARO – LA CRISI STATAKE E SPIRITUALE DEL XIII-XV SECOLO
1237-1480
Nel 1237 il khan Batyj, nipote di Gengis-Khan, ha iniziato una campagna militare verso
l’occidente e arriva nella Rus’ e conquista la città di Rjazan’ -proprio nel 1237- e nel corso
degli anni seguenti altre città importanti russe: Suzdal e Vladimir nel 1238 e Kiev nel 1240.
Dopo aver conquistato i territori russi, per la maggior parte quelli meridionali, i mongoli
continuano la loro battaglia in occidente verso est e verso ovest e si spingono verso la
Slesia, regione che fino al 1945 era tedesca ma ora è polacca. Nel 1241 c’è una battaglia a
Liegnitz vinta dai mongoli e appaiono invincibili. Continuano combattere contro i paesi
occidentali finché ritornano in asia centrale da dove sono venuti, probabilmente perché
morto un uomo importante nella loro orda e non hanno potuto continuare la conquista
dell’occidente con le loro forze. È probabile che sarebbero finiti fino all’atlantico se
avessero continuato. Con questi eventi bellici molto crudeli – all’inizio hanno fatto
conquiste esemplari con massacri e uccisioni di tutti gli abitanti delle città, soprattutto le
prime tre, per passare il messaggio alle altre che era meglio sottomettersi e non provare a
combatterli-.
Signoria => il governo, l’amministrazione. Lo stato dei mongoli porta il nome di Orda
d’Oro e il governo si trova nella capitale Saraj, una città fondata nel 1251 poco fuori dalla
russia antica ma non molto lontana, una città che poi è diventata una delle più grandi del
medioevo con più di mezzo milione di abitanti e si trovava a nord ovest del mar Caspio.
Questa città è stata distrutta completamente da Ivan il Terribile nel 1556 => Ivan IV ha
iniziato le sue conquiste dei paesi vicini al sud est -partendo da mosca-. Questa città è stata
distrutta talmente tanto che oggi non si sa nemmeno con esattezza il luogo preciso in cui si
trovava -c’è da dire che probabilmente le costruzioni erano anche deboli e non fatte di
pietra-.
Dopo la distruzione di altre città russe, molti principi e principati russi decisero di farsi
governare e diventare vassalli di questa orda d’oro, dal 1237 in russia governano stranieri,
asiatici, mongoli, tartari => una cultura completamente diversa e anche la religione.
Governano in russia tramite i principi che devono chiedere aiuto dalla capitale, dai capi di
questa orda d’oro e devono pagare dei tributi per poter regnare al posto dei Khan, i
proprietari della russia a quei tempi.
L’orda d’oro diventa nel 1260 uno stato autonomo dallo stato mongolo centrale asiatico e i
principi russi devono riconoscere la sovranità di questo stato chiamato appunto orda d’oro. I
principi devono recarsi alla capitale per ottenere il cosiddetto jarlyk che è il permesso di
governare -subendo tra l’altro cerimonie umilianti- e devono accettare di far risiedere presso
le loro corti luogo tenenti del Khan dell’orda d’oro e così nel corso dei prossimi duecento
anni -dal 1242 al 1430- i principi sono costretti a compiere viaggi umilianti -circa 130 o di
più-, devono sottomettersi per chiedere clemenza per non essere distrutti e uccisi come
accaduto ad altre città. I principati e le città devono pagare ingenti tributi e la riscossione di
questi tributi succedeva tramite i cosiddetti baskaki che erano rappresentanti del capo dello
stato, del khan mongolo. Essi arrivarono nelle città dei principati sottomessi e prendevano
parte della ricchezza del paese come tributi. Il primo principe che è andato dal Khan Batyj
per ottenere lo jarlyk e la conferma del suo titolo è stato Jaroslav Vsevolodovic -grande
principe di Vladimir Suzdal’- nel 1243. Dopo di lui ogni piccolo principe doveva fare
questo viaggio, in molti casi molti principi non sono ritornati a casa perché uccisi dai
mongoli.
I tartari non erano cristiani ma erano musulmani -una parte piccola- ma erano tolleranti e
così hanno spremuto i principi ma hanno lasciato stare la chiesa che aveva dei privilegi e
non dovevano pagare le tasse. Lasciarono le strutture ecclesiastiche intatte anche durante la
distruzione delle città. I mongoli concedevano ai rappresentati dei territori sottomessi la
cosiddetta payza => una tavola di metallo o legno simile a un “passaporto” -oggetto anche
pesante da portare con sé- come simbolo della delega del potere. Le tasse non erano le
uniche cose che pesavano sulla popolazione, i mongoli hanno anche reclutato i giovani slavi
in modo forzato per annetterli al loro esercito, hanno deportato giovani uomini e donne per
renderli schiavi, era un periodo molto difficile per i russi sia dal punto di vista economico
che culturale che ha portato decadenza in entrambi i campi.
Nel principato di Galizia-Volinia -nella periferia a sud ovest del blocco dei principati russi-
il principe Daniil Romanovic Galickij si sottomette al Khan dei Batyj nel 1245 ma egli non
voleva pagare le tasse ai mongoli e dunque cercava di sviluppare una politica di alleanze
con l’occidente -il suo principato era vicino all’Ungheria e poi accessibile anche a Roma e a
papa Innocenzo IV-. Lo scopo era creare una lega contro i tartari, non ebbe successo
tuttavia. Nel corso di questa politica, nonostante la sottomissione, è riuscito a dare un
impulso alla cultura nel suo principato e sono state fondate alcune città, tra cui L’vov nel
1256 -in ucraina- e per questo Daniil Romanovic Galickij oggi è finito su un francobollo
ucraino come eroe nazionale ucraino. Nei tempi seguenti questo portò a uno sviluppo
diverso rispetto alla rus’ centrale e dunque questo principato si divide dal punto di vista
religioso. Nel XIII esimo secolo la chiesa ortodossa russa era una metropolia del patriarcato
di Costantinopoli, questo principato si è per un certo periodo diviso dalla metropolia della
rus’, così il patriarca di Costantinopoli ha fondato nel 1302 la cosiddetta metropolia della
Mikra Russia (la piccola rus’) che poi è sparita nel 1401, dopodiché è stato di nuovo
inghiottito dalla metropolia di Vladimir e Mosca e così con questa divisione politica e
religiosa dagli altri principati, un distacco politico e culturale di questa regione occidentale e
meridionale ha avuto luogo nei confronti del nordest russo e la conseguenza è che la Piccola
Rus’ diventa Malaja Rus’ - Malorossija che è una parola che nel XVII esimo secolo sarà
utilizzata come sinonimo di Ucraina-. Questo esperimento, questo sviluppo è stato interrotto
verso la metà del 1300 infatti il principato di Galizia- Volinia si disintegra e il principato
sparisce e i vicini si spartiscono le parti, una parte va alla polonia e una alla Lituania. Per
questo in polonia ci sarà sempre una minoranza ortodossa, soprattutto contadina.

LEZIONE 6 DEL 14 OTTOBRE


Uno sviluppo particolare rispetto ad altri principati russi è quello che accadde alla
Repubblica di Novgorod => città repubblica, vicina al mar Baltico, e per questo più
facilmente poteva intrattenere rapporti commerciali con l’occidente => aveva una struttura
quasi democratica/pseudo-democratica, per questo viene chiamata repubblica, infatti sulle
questioni riguardanti la città c’era un consiglio di cittadini che decideva. Questo finì a metà
del 1400 quando venne annessa al grande principato di Mosca, era uno degli ultimi
principati ad aver subito questa annessione al principato di mosca che stava diventando il
principato più forte e importante. Mosca divenne infatti la capitale dello stato russo.
Il principe di Novgorod si chiamava Aleksandr Jaroslavic Nevskij -vicino a Novgorod c’era
il fiume Neva, disabitato ma poco dopo venne fondata vicino a questo fiume la città di San
Pietroburgo e proprio per questo fiume ha preso il nome Nevskij, perché ha vinto una
battaglia importante contro gli svedesi/scandinavi nel 1240, ha difeso il fiume e le sue terre
e due anni più tardi l’ha difeso ancora dai cavalieri teutonici, cavalieri con la croce=> ordine
religioso che è stato scatenato in questi territori come una forza per contrastare ogni forma
di paganesimo -anche se i russi non erano più pagani-, Aleksandr diventò anche santo per
aver difeso la patria. Questa battaglia contro i cavalieri teutonici -cavalieri nobili sotto i capi
dell’Europa occidentale- si svolse sul lago ghiacciato (1242, battaglia del lago Peipus), una
battaglia che finì anche nell’immaginario storico russo anche per merito di un film =>
“Aleksandr Nevskij” di Sergej Ejzenstejn (1938), film di propaganda, i cavalieri teutonici
sono stati paragonati ai tedeschi di Hitler, era un film per il popolo sovietico contro il
possibile futuro nemico, che lo diventò nel 1941 quando Hitler attaccò l’unione sovietica. I
cavalieri erano coperti di metallo come protezione, avevano armature molto resistenti e
anche i cavalli erano coperti di armature. Attaccando tramite il lago -siamo in inverno e
dunque era ghiacciato- l’armata era talmente pesante che il ghiaccio si ruppe durante
l’attraversamento del lago (scena del film, non si sa se accadde anche nella realtà).
Nevskij diventò santo per i suoi meriti ma nella vita quotidiana e politica interna fece una
politica di collaborazione con i tartari, anche lui riscuoteva le tasse per conto dei tartari e
infatti nel 1257 -15 anni dopo queste vittorie gloriose- a Novgorod scoppia un disordine
contro l’obbligo di pagare un tributo ai Tartari. La città di Novgorod diventerà importante
per lo sviluppo della storia russa, infatti il figlio di Nevskij, Daniil Aleksandrovic diventerà
il primo principe di Mosca. Nel 1147 vene menzionata Mosca per la prima volta all’interno
di una cronaca ed era poco più di un piccolo villaggio poco abitato, 100 anni più tardi
diventò talmente importante da diventare la dimora dei principi e Daniil diventa il primo
principe di Mosca. Sono proprio gli eredi di Nevskij e di Daniil che poi inizieranno ad
accumulare potere proprio in questo principato che per ora è ancora poco importante ma un
giorno diventerà il principato prevalente che assoggetterà tutti gli altri principati fino ad
unificarli tutti.
La dinastia dei principi e degli zar moscoviti. XIII–XVI sec.
Daniil Aleksandrovič (1261–1303), dal 1276
Ivan I Danilovič Kalita (1284/88 – 1340), dal 1325
Semen Gordyj (dal 1340) / Ivan II Krasnyj (dal 1353)
Dmitrij Donskoj (1350–1389), dal 1359
Vasilij I (1371–1425), dal 1389
Vasilij II Temnyj (1415–1462), dal 1425
Ivan III il Grande (1440–1505), dal 1462
Vasilij III (1479–1533), dal 1505
Ivan IV Groznyj (1530–1584; regno: 1533–1584)
Fedor I Ivanovič (1557–1598; regno: 1584–1598)

Ivan, figlio di Ivan il terribile, morirà per mezzo del padre e uccise dunque anche la sua
dinastia. Il secondo figlio, Fedor, era malato sia fisicamente che mentalmente e non era in
grado di governare il paese e non aveva figli. Il 1598 ossia anno della sua morte è
considerata la fine della dinastia dei Riurikini.

Ivan I Danilovic Kalita diventa principe a Mosca come figlio di Daniil e anche lui collabora
con i tartari -estremamente attivo nell’aiuto ai tartari a conquistare il paese-, lui reprime la
rivolta nella città di Tver’ contro i tartari e così agli occhi dei tartari lui è un uomo di merito
e per i suoi meriti ottiene dal Khan il titolo di Grande Principe. Mosca diventa un principato
più importante e proprio Ivan Kalita è colui al quale i tartari affidano la riscossione dei
tributi perché si è dimostrato molto affidabile, era un posizione comoda dal punto di vista
economico perché una parte dei tributi raccolti li teneva lui. Il nome Kalita significa
“borsa/borsellino” proprio con l’allusione che lui si riempiva la borsa coi soldi del tributi e
così contribuì ad arricchire il principato di Mosca ed è con Ivan Kalita che ha inizio la
riunificazione delle terre russe sotto il controllo del principato di Mosca “sobiranie russkoj
zemli” => il processo, che durò più di 200 anni, di superamento dei piccoli principati
(udel’nye knjazestva) e riunifica politicamente la rus nord-occidentale e nord-orientale. I
moscoviti iniziano con Ivan Kalita a conquistare un principato dopo l’altro.
Il principato di Mosca diventa importante anche perché nel corso del tempo diventerà anche
la sede del Metropolita, processo che durò più di 100 anni, la sede del metropolita è stata da
sempre Kiev ma nel 1240 Kiev viene saccheggiata e distrutta dai Tartari. Dopo questo
secondo saccheggio Kiev perdette la sua importanza e non era dunque più importante
nemmeno come sede del metropolita, egli, Maksim, infatti decise di trasferire nel 1299 la
sede da Kiev a Vladimir, circa 100 km a nord est da Kiev. Conservò tuttavia il nome
“Metropolita di Kiev e di Vladimir”. Nel 1325 il metropolita Pietro trasferì la sede del
metropolita da Vladimir a Mosca diventando “metropolita di Kiev e di tutta la Russia” =>
denominazione che tennero fino alla fondazione di un patriarcato in seguito allo scisma con
la chiesa ortodossa greca.
Verso la metà del 1300 scoppiò un epidemia di peste in russia e anche nell’Europa in
generale (boccaccio scrive il Decameron). I mongoli, l’orda d’oro, inizia a disgregarsi e a
diventare meno potente già alla fine del XIV esimo secolo e così i russi riescono a
combattere per la prima volta di Tartari sotto la guida di Dmitrij Donskoj, nipote di Ivan
Kalita. I russi sono ormai diventati così potenti che fanno il primo tentativo di liberarsi dal
gioco tartaro -più di 230 anni di governo straniero, unico caso così importante nella storia
russa-; Dmitrij Donskoj nel 1380 combatte i tartari in una battaglia vittoriosa a Kulikovo
pole, vicino al fiume don -per questo Donskoj-. Dmitrij sconfigge il condottiero tartaro
Mamaj e questo rientra nella storiografia russa sotto il nome “Mamaevo poboisce” e come
conseguenza abbiamo che il prestigio di mosca rispetto agli altri principati russi cresce
ancora di più. Il giogo tartaro finì però nel 1480, cento anni più tardi. Già due anni più tardi,
nel 1382, un generale tartaro Tochtamys conquista Mosca per vendetta e la città viene data
alle fiamme, tutta la città -che è ancora piccola- viene bruciata e gli abitanti massacrati.
Mosca doveva riprendere a pagare i tributi all’Orda D’oro.

Un altro principe Vasilij I, figlio di Dmitrij Donskoj, diventò Grande Principe e nel suo
regno ci fu una guerra contro un suo parente, suo suocero, Grande principe di Lituania,
Vitovt, ma il principato dovette sopportare un’altra invasione tartara nel 1408 guidata dal
tartaro Edigej.
Vasilij II Temnyj, figlio di Vasilij I, diventa Grande principe dopo la morte del padre e nel
frattempo l’orda d’oro decade sempre di più e si divide in una serie di piccoli Khanati
khanato di Crimea, di Kazan’, di Astrachan’-. Nel regno di Vasilij II accadde il concilio di
Firenze nel 1439 -dal 31 al 39, non solo a Firenze ma in diverse città italiane, soprattutto in
toscana- => tentativo di conciliare il mondo religioso cristiano occidentale con quello
orientale, tentativo non riuscito anche perché i russi non accettano il risultato di questo
concilio. i greci ortodossi che fanno parte della delegazione della chiesa ortodossa -il
metropolita di Kiev Isidoro- anche per nome dei russi. Arrivò dopo due anni di viaggio a
Mosca e annuncia il risultato -gli ortodossi sono ancora uniti ai cattolici- ma il risultato non
venne apprezzato e il metropolita venne addirittura arrestato. I capi russi vedono l’unione
con i cattolici come un tradimento. Il concilio servirà come motivazione principale per la
separazione tra la chiesa ortodossa russa e quella greca di Bisanzio. Processo che durerà più
di cento anni fino al distacco generale e giuridico con la creazione di un Patriarcato russo. I
russi guardano ai greci come degli infedeli ed eretici, coloro che hanno lasciato la vera fede.
Nella metà del 1400 diventa sempre più potente l’impero ottomano, nuova forza politica al
sud est dell’Europa, tanto che conquista la città di Costantinopoli nel 1453. Questo fatto
storico politico viene visto dai russi come una punizione divina, la punizione di dio per
l’apostasia dall’ortodossia. I russi si vedono come l’unico grande popolo ortodosso
circondato da eretici ed infedeli.

Ivan III il Grande, figlio di Vasilij II, grande principe dal 1462 -a volte si considera anche
questa data come la data della fine del giogo tartaro-=> Costantinopoli è stata presa dai
turchi e l’impero bizantino non esiste più ma i russi mirano in alto e dunque Ivan III è il
primo a proclamarsi Zar di tutta le Russia, usando la dicitura di re senza essere stato
incoronato. Nel 1472 sposa la nipote dell’ultimo imperatore bizantino, Zoe (Sofia),
Paleologa. Sposandola lui intende acquistare un po’ dell’aura del vecchio impero bizantino
ormai andato distrutto, la sua sposa doveva essere necessariamente una partente stretta
dell’impero bizantino.
Sotto il regno di Ivan III il Grande -grande perché terminò il processo di riunificazione dei
principati russi- accadde l’assoggettamento di Jaroslav nel 1463 e nel 1478 annette la
repubblica di Novgorod -questo esperimento democratico finisce dunque con l’annessione
al principato di Mosca- e poi i principati di Tver’ e Vjatka. Importante il momento della
rimozione della campana dell’assembla popolare, simbolo della repubblica di Novgorod.
Assoggettando la repubblica di Novgorod i Moscoviti asportarono la campana come
simbolo, senza campana non c’è niente che richiami i cittadini per le assemblee popolari,
niente campana niente democrazia. Marfa Posadnica -la moglie di un posadnik ossia un
capo di città- era uno dei capi dell’opposizione verso Mosca che cercò di ribellarsi contro
Ivan III, venne rappresentata in numerose opere letterarie e artistiche russe. Vince il
principio totalitario della Moscova, impero non democratico ma autocratico secondo il quale
tutte le decisioni sono prese dallo zar. La repubblica di Novgorod era un’alternativa di
governo ma non ha vinto.
1480 data della fine del giogo tartaro => grande scontro sul fiume Ugra, i tartari cerano di
nuovo di sottomettere e punire i russi che sono diventato troppo forti e si rifiutano di pagare
i tributi. Sul fiume Ugra avvenne uno scontro, non ci fu una battaglia bensì uno stare
“stojanie”, entrambi gli eserciti stanno fermi a guardarsi aspettando che l’altro esercito inizi
la battaglia ma i tartari decidono di ritirarsi. Torneranno in futuro ma solo come banditi per
distruggere qualche città ma non come stato organizzato come l’orda d’oro.
Sotto il governo di Ivan IV Grosnij c’è un periodo in cui lui quasi distrugge il proprio regno,
massacra nobili e aristocratici e getta il paese in un caos quasi totale e i tartari usano questo
caos nel 1560/1572 e attaccano Mosca e la conquistano.

Lo sfondo culturale e letterario


I tempi del giogo tartaro non erano tempi buoni per la rus antica medievale, il paese è
decaduto dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista culturale. I collegamenti
con ‘occidente sono stati quasi completamente distrutti tranne per la città di Novgorod che
ha mantenuto i rapporti con l’occidente. La vecchia unità della russia antica è stata distrutta
e gli stati vicini sono sempre più influenti e una nuova potenza di forma nella seconda metà
del 1300 con la polonia e insieme la Lituania che poi assoggetterà una parte dei paesi
popolati dagli ortodossi e così inizia proprio nel periodo del giogo tartaro il processo della
differenziazione dei popoli slavi orientali => oggi abbiamo a che fare con diversi popoli:
bielorussi, ucraini e russi.
Dall’altra parte l’ascesa politica di Mosca nel corso del XV esimo secolo porta con sé la
fioritura delle arti raffigurative e dell’architettura. Mosca è sempre più potente non solo dal
punto di vista politico, i principi moscoviti sono consapevoli che devono far vedere a tutti
che sono diventati importanti e potenti e così iniziano a costruire chiese di pietre e ad
invitare architetti stranieri. La prima chiesa di pietra fu Uspenskij sobor distrutta e poi
ricostruirà dall’architetto italiano Aristotele Fioravanti => questa chiesa si trova dentro al
Cremlino. I moscoviti sentono il bisogno di sottolineare la loro acquistata nuova importanza
anche sul piano culturale.
In questo periodo si sviluppa l’arte dell’icona: Andrej Rublev -il salvatore 1410, san paolo
apostolo 1410- è considerato il più grande pittore di icone, un altro nome importante è
Feofan Grek, pittore bizantino di icone e affreschi nelle chiese di Novgorod e di Mosca.
Per quanto riguarda la letteratura anche in questo campo il giogo tartaro non è stato un
benevolo affare per lo sviluppo letterario, c’è proprio una fase di ristagno nel XIV esimo
secolo. Questa continua a essere svolta solo da monaci chierici ma la funziona cambia: non
ci sono quasi testi importanti o molto importanti che si scrivono in questi tempi e l’attività
ha soprattutto la funzione di conservare e perpetuare il patrimonio culturale acquisito -si
limitano solo a fare copie su copie di opere già esistenti-. Grazie ai monaci sopravvivono i
monumenti della cultura e i testi più importanti ma a questo patrimonio non viene aggiunto
nulla di valore -ci sono state opere ma nessuna abbastanza importante per cui valga la pena
fare delle traduzioni-.
Verso la fine del XIV secolo vi è una nuova tecnica stilistica: pletenie sloves (c’è sempre
l’uso dell’ipotassi ma in modo massiccio viene anche usata la paratassi ossia frasi più
lunghe e complicate che porta a volte a una difficoltà maggiore nella lettura e
comprensione) -intreccio di parole- => questa tecnica si sviluppa nel corso della correzione
delle traduzioni dal greco, un’impresa compiuta dal patriarca bulgaro Eutimio di Tirnovo =>
lo stile dello slavo ecclesiastico diventa molto più elevato e complesso.
Con la conquista di Costantinopoli dagli ottomani nel 1453 la città stessa ma anche i territori
che prima facevano parte dell’impero bizantino cadono nella mani dei turchi e questo portò
a un’ondata di migrazioni, soprattutto studiosi e letterati che cercano di fuggire dal governo
ottomano e fuggono in un paese ortodosso, verso oriente, verso la Russia. Gli studiosi sono
slavi e ortodossi ma appartengono alle lingue slave meridionali che sono diversi dallo slavo
orientale => scrivendo e trascrivendo le loro opere i testi aggiungono delle particolarità che
appartengono da lingue non slave orientali ma meridionali. Ci sono elementi linguistici nei
testi diversi che vengono appunto da quella nuova lingua e per questo si parla di “influenza
slava meridionale” -nel corso della seconda metà del XV esimo secolo dopo la caduta di
Costantinopoli- .
La chiesa ortodossa russa in questi tempi del giogo tartaro è un’istituzione che ha portato via
la cultura russa medievale ortodossa. I tartari erano però tolleranti con la religioni e avevano
lasciato la chiesa in pace come elemento che stabilizzasse la società. Ci sono sviluppi da
notare nell’ambito della chiesa stessa: (Tschiezewskij) l’invasione tartara aveva comportato
una forte crisi spirituale, con l’acquisto del cristianesimo vi era molto ottimismo. Con il
giogo tartaro l’imposizione spirituale ottimista e la fiducia in un futuro migliore vennero
gravemente scosse.
La crisi derivava dal fatto che fino alle catastrofi del XIII secolo -giogo tartaro- e dei secoli
successivi gli slavi orientali non avevano sviluppato una cultura autonoma -la cultura
sviluppatasi era troppo debole per resister senza sostanziali cambiamenti in corso del giogo
tartaro. In questi secoli si sviluppano nuove correnti e forme della religiosità: ascetiche ed
eretiche. Una delle correnti ascetiche si chiamava “L’esicasmo” dal greco calma e
tranquillità/pace. Questa corrente della pratica ascetica consisteva in una ripetizione
meditativa della stessa formula della preghiera di Gesù secondo il ritmo del respiro
(“Signore Gesù Cristi, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”). Si sviluppa poi nel
due/trecento la cosiddetta stoltezza -follia- di Cristo -jurodstvo- => la chiesa ortodossa ha
venerato questi rappresentanti di questa forma religiosa e di questi 36 jarudivye sono
venerati dalla chiesa russa. Tra i primi Prokopij Ustjuzskij. I seguaci di questa corrente
ascetica fanno cose folli come nel dipinto “Un juridivyj seduto sulla neve” di Surikov nel
quale un seguace ascetico siede in inverno sulla neve vestito solo di stracci. Scelgono
coscientemente il modo di comportarsi folle per praticare questa specifica forma di pratica
ascetica.
A parte questo si sviluppano diversi movimenti eretici, tra cui gli strigol’niki (tonsori) e i
“giudaizzanti” -si sa poco di loro perché la chiesa li ha combattuti- => la chiesa ortodossa ha
visto in loro tratti della religione ebraica. Tutto quello che si sa si sa da opere polemiche
scritte da monaci, non è neanche detto che sia per forza vero, potevano anche essere
inventati -data la mancanza di prove- come calunnia verso gli oppositori.
Il movimento più importante dal punto di vista culturale è il movimento degli eremiti

LEZIONE 7 DEL 18.10.2020


Eremiti => monaci che abbandonano il mondo abitato perché cercano la salvezza della loro
anima fuori dai luoghi abitati, ritenuti abitati da pagani. Questo movimento sarà
importantissimo per lo sviluppo della cultura e per quello territoriale del paese perché loro
vanno sempre più lontano in cerca di posti desolati dove fare pratica di questo nuovo tipo di
ascetismo -concepito non più solo come mortificazione corporale ma come purificazione
dell’anima -. Ritirandosi verso queste zone vastissime della russia -soprattutto verso nord,
poco abitato- arrivando fino al mar bianco, questi eremiti hanno creato nuovi posti di cultura
essendo uomini santi attiravano persone che li seguivano e fungevano come basi per non
solo futuri monasteri ma anche futuri villaggi => con loro iniziava la civilizzazione e
acculturazione di un nuovo pezzo del paese. Era un processo che portava a sempre un
maggiore allontanamento con la conquista pacifica di nuove zone sempre più lontane da
zone abitate. Quando gli eremiti hanno notato che i luoghi prima spopolati si popolavano da
persone che li seguivano -altre persone che volevano pace e volevano allontanarsi dalla
città- si ritiravano in luoghi ancora più lontani. Nel giro ci centinaia di anni i monaci sono
arrivati fino al mar bianco. Il movimento aveva dunque la funzione di elemento di
colonizzazione e popolamento del paese. Un esempio in cui sono finiti gli eremiti è il
Monastero delle Solovki -isole del mar bianco- => questo monastero è distante di circa
2000km da Mosca, fondato nel 1429 -durante il giogo tartaro- dagli eremiti e futuri santi
German, Zosima e Savvatij => il monastero era circondato da un kremlin -delle mura che lo
circondano-, le Solovki sono isole che si trovano oltre la cerchia polare con un clima molto
rigido -nei tempi dell’URRS il monastero è stato trasformato in una prigione/campo di
concentramento, è stato scelto quello perché il mare è talmente freddo che era impossibile
scappare-.
Il rappresentante più importante del movimento degli eremiti era Sergej Radonezskij,
vissuto nel XIV esimo secolo, è diventato la più autorevole guida spirituale della russia
medievale e ancora oggi tra i russi ortodossi credenti è una delle figure di santi più venerati.
Proprio lui è il fondatore del monastero Troice-Sergeiva Lavra -monastero della trinità di
San Sergio, nel 1337, un monastero abbastanza vicino a Mosca -nella città di Sergiev
Posad-. Il fondatore è una delle figure più importanti del movimento degli eremiti nel XIV
secolo, lui e i suoi seguaci hanno fondato oltre 400 monasteri, la russia era ed è piena di
monasteri, in questi secoli -altrimenti molto bui per la cultura- fiorisce questo movimento di
eremiti che fuggono dai centri abitati per fondare luoghi sacri.
Lui è diventato un santo e come un santo ha anche la sua agiografia -genere letterario
medievale che significa “vita di un santo”- l’autore della sua agiografia si chiamava
Epifanio il Saggio, un suo seguace. Poche decine di anni dopo la sua morte -morto nella fine
nel XIV secolo- viene scritto “la vita di Sergej Radonezskij”
[Stefan, il fratello di Sergej, non riusciva a sopportare la vita nell’eremo:]
Lui visse poco nell’eremo insieme con suo fratello e vide, che era una vita dolorosa, una
vita dura, dovunque strettezze, dovunque privazioni, senza cibo, senza bevande e tutto il
resto che è necessario per vivere; nessuno veniva né portava nulla; perché allora nei
dintorni di quest’eremo non vi erano paesi né corti né persone che vi vivessero; da nessuna
parte era una via umana che vi conducesse; nessuno passava o cercava questo luogo, bensì
da ogni parte vi era soltanto bosco, soltanto solitudine. […]
A volte erano intrighi e spaventi diabolici, a volte invece gli assalti delle bestie […] Vi era
tra loro una bestia, un orso, che prese l’abitudine di andare dal venerabile; ma il
venerabile vedeva, che l’animale veniva da lui non per cattiveria, bensì per prenderne cibo
e nutrimento; e gli portava dalla sua capanna una fettina di pane e la posava per l’orso su
di un tronco d’albero o su di un ramo divelto, affinché l’animale, che veniva come al solito,
trovasse una specie di pasto preparato.

Si conforma alla tradizione occidentale del santo che fa amicizia con gli animali, ad
esempio: San Girolamo, la sua vita contiene un modello di comportamento cristiano
eremita, il suo vero nome era Sofronius Eusebius Hieronymus, visse tra il 347 e il 419, era
un monaco cristiano importantissimo, era un teologo ma soprattutto noto perché lui tradusse
la bibbia in lingua latina (Vulgata). Nella sua agiografia e decritto come lui si ritirò nel
deserto inventando questo modello di comportamento e facendo amicizia con gli animali, un
leone che soffre a causa di un pezzo di legno nella zampa va da lui per farselo togliere. Solo
il fatto di essere in grado di fare amicizia con animali così feroci è un simbolo del suo essere
santo -fare una cosa ritenuta impossibile tipo avvicinarsi e fare amicizia con animali così
feroci come orsi e leoni-.

un altro aspetto da ricordare in questi secoli, soprattutto il XV secolo, è lo sviluppo


dell’opposizione di due diversi pensieri religiosi, due concezioni diverse della religione
ortodossa. Queste due correnti sono legate ai nomi di due futuri santi, due monaci,
pensatori: Nil Sorskij -Nikolai Mijkov, monaco, mistico e seguace/ideologo del movimento
degli eremiti e lui era anche ideologo del movimento dei cosiddetti Nestjazateli, santo della
chiesa russa ortodossa. I nestjazateli -non possessori- si opposero alla proprietà fondiaria
ecclesiastica, i suoi seguaci erano contrari al fatto che i conventi possedessero paesi e
contadini che vi abitavano. La russia è un paese dove i contadini sono sostanzialmente parte
delle terre e di chi possiede queste terre, i contadini non possono lasciare le loro terre senza
permesso e questo legame tra contadini e signore verrà poi chiamato servitù della gleba. Le
terre sono possedute dai nobili, gli aristocratici, monasteri e chiede. Nil Sorskij riteneva che
la chiesa non dovesse possedere terre e contadini perché in contraddizione con lo spirito
della bibbia dove viene affermato che è meglio essere povero che ricco. Queste idee della
povertà come uno stato più giusto per un cristiano, che poi è stato alla base delle idee di S.
Francesco. Questa ideologia riteneva che l’assenza di proprietà sarebbe stata per la chiesa
una condizione necessaria per la libertà dal bisogno di appoggiarsi al potere secolare.
Sorskij e i suoi ritenevano che la chiesa non è identica allo stato, ha interessi diversi e per
questo non dovrebbe appoggiarsi al potere secolare. Questo complesso di idee è stato poi
abbandonato in seguito allo scontro con un’altra ideologia/corrente. Essi furono sconfitti
durante il Concilio -sobor- del 1503. La corrente opposta fu sviluppata da un altro monaco,
altro futuro santo: Iosif Volockij -o Volokolamskij, Ivan Sanin-, fondatore del convento a
Volokolamsk. Era un teorico del cosiddetto cesaropapismo – l’idea dell’unità della chiesa e
dello stato, addirittura un’unità teocratica, il Capo dello stato era nel caso ideale anche capo
della chiesa- : opposto alle idee di Sorskij. La funzione della chiesa sarebbe quella di
organizzatore e regolatore della giustizia sociale. I giosefiti erano contrari all’idea di povertà
della chiesa. La corrente di Volockij uscì vincitrice.

Dmitrij Tschižewskij. Storia dello spirito russo. Firenze: Sansoni, 1965. P. 108–110.
Spesso un presunto conservatore può essere in realtà un “ardito innovatore”, e tale era
anche Iosif Volockij. Egli creò la base ideologica per quella teoria dello “Stato di servitù”
(služiloe gosudarstvo), che, con diversi nomi, è rimasta fino a oggi (fino al “comunismo”),
la specifica forma di Stato russa, la quale a stento concede all’individuo la propria sfera,
sia pure circoscritta, di libertà. […] Egli che era obiettivamente un innovatore era
soggettivamente un tradizionalista. Poiché riteneva che in Russia esistessero già tutti i
valori culturali e che fosse necessario soltanto custodirli.
[…] Iosif Volockij fonda una tradizione nuova, un’ideologia sostanzialmente nuova nel XVI
secolo russo, con una errata interpretazione dell’antico (anche la semplice ripetizione
dell’antico in un testo nuovo è già un’interpretazione!). Nel corso del XVI secolo gli
elementi negativi dell’ideologia di Iosif vennero ulteriormente consolidati dai suoi seguaci.
Accadeva così che, dopo cento anni, anche i Greci che giungevano in Russia si trovassero
di fronte a una mistificazione del cristianesimo, che appariva loro del tutto inspiegabile e di
cui non sapevano spiegarsi l’origine.
Opere letterarie:
-Povest’ o razorenii Rjazani Betyem => pianto sulla distruzione di Rjazan’, nel 1237, anno
di inizio del giogo tartaro la città di Rjazani è stata una delle prime città conquistate e
distrutte dai tartari, questo racconto narra la storia della distruzione della città con la quale
inizia il gioco tartaro. Si tratta del testo di una cronaca, nel manoscritto pubblicato si trova
subito la data 6741 -1237, la data manca nella traduzione italiana. Il testo è stato presentato
come un poema, ma in realtà il testo russo originale era scritto in prosa.
La prima grande opera che racconta la tragedia della città che poi diventa una tragedia
nazionale perché dopo la distruzione di questa città e una serie di altre città della russia
antica sui popoli slavi orientali si pone questa nuova potenza asiatica che per oltre duecento
anni la controllerà.
Altra opera:
-Il racconto su Dracula voedova => il vero Dracula era una figura storica, c’era davvero un
rumeno chiamato Dracula -Vladislav III di Valacchia, Vlad Dracula-, era un voedova -capo
di una regione-, venne poi soprannominato anche Vlad Tepes, Vlad l’Impalatore perché
questa era la sua punizione preferita per i nemici. Aveva una reputazione di uomo crudele e
sanguinario e per questo era la figura perfetta per diventare un vampiro, uno dei personaggi
più spregevoli del 1400. È diventato famoso in tutta Europa per la sua violenza ma anche
per il modo in cui trattava sia i nemici che la popolazione. Questo testo è stato scritto nel
1486 -fuori dal giogo tartaro- ma il personaggi ha vissuto durante il periodo del giogo
tartaro -anche se non viveva in Russia ma in Romania-. Si tratta del più antico testo di
narrativa nella letteratura russa, testo previsto come una sorta di giallo, non religioso ma
scritto per divertire un pubblico usando il genere “horror. Non si sa chi l’ha scritto, è
probabilmente una compilazione di testi che circolavano in giro per l’occidente. Ci sono
molte edizioni, il che significa che era un testo popolare, è composto da una ventina di
racconti su questo Dracula.
LEZIONE 8 DEL 21 OTTOBRE
La Moscovia nel XVI secolo. “Mosca, terza Roma”
Sfondo storico
La fine del giogo tartaro, siamo arrivati a Ivan III che scaccia i tartari. Suo figlio, Vasilij III,
nel 1505 diventerà grande principe alla morte del padre. Lui è il continuatore della politica
del padre =>il completamento della riunificazione delle terre russe, gli ultimi elementi
mancanti -Pskov, Rjazan’, Novgorod-Severskij- vennero annessi negli anni Dieci del 500.
Dagli anni Venti in poi il paese è riunificato e ci sono i presupposti per fondare un regno
forte e unito, un nuovo stato che verrà assoggettato alla guida di uno zar. Il figlio di Vasilij
III -ha avuto problemi coi figli, con la prima moglie non è riuscito ad averli e ha divorziato,
anche se non si poteva, con la seconda moglie ebbe Ivan IV-, Ivan il Terribile sarà il primo
zar della Moscovia.
Negli anni del regno del grande principe c’è un conflitto militare con la Lituania, uno stato
alleato alla polonia -ai tempi era lo stato più ampio- => nel 1514 Vasilij III è in grado di
conquistare e annettere la città di Smolensk che oggi è russa ma apparteneva da 110 anni
alla Lituania. A questi tempi c’era infatti la guerra russo-polacca -i lituani si erano
coalizzato con la Polonia contro la Russia-.
Il grande principato di mosca diventa sempre più potente fino a diventare non più solo un
grande principato ma un forte stato centralizzato pari agli altri stati che si trovano in Europa
centrale. Ivan IV continua la politica del padre e sviluppa e rafforza l’autocrazia -il potere
nelle mani del grande principe e poi nello zar- e sviluppa una politica contro l’alta
aristocrazia dei Boiari => i rappresentanti delle stirpe più potenti a cui non piaceva essere
sottomessi sotto un governante troppo forte. Questa politica è un alto elemento di uno stato
forte e indipendente e autocratico. Un altro sviluppo è lo sviluppo della burocrazia che in
russia si sviluppo all’interno dei prikazy, erano degli uffici/ministeri, un elemento
dell’amministrazione statale centrale. Senza una burocrazia statale uno stato non
funzionerebbe, è proprio quello che accadde in questi decenni, prima metà del XVI secolo,
uno sviluppo e professionalizzazione degli organi statali -che lo rendono poi uno stato a tutti
gli effetti-.
Vasilij III si sposa con Solomonija Saburova nel 1505 e non hanno figli -il potere viene
tramandato al primogenito, se sopravvive, infatti in questi secoli la mortalità infantile è
alta-, se non hanno figli non hanno eredi e dunque divorziano nel 1525, la legge canonica
non prevedeva il divorzio, nonostante questo i capi della chiesa che guardano anche agli
interessi dello stato, il divorzio venne ammesso, Vasilij III costringe la moglie a diventare
monaca. Sposa dunque Elena Glinskaja, con lei ebbe alcuni figli e nasce Ivan IV e poi Jurij
Vasil’evic, diventò principe di Uglic, seppur con problemi mentali, e muore nel 1563. La
mancanza dei figli di un regnante è un gravissimo problema per l’entità statale, non si sa chi
governerà il paese e dunque la dinastia si interrompe, per questo la chiesa concesse il
divorzio. In questi anni i bambini raramente sopravvivevano all’infanzia a causa di mortalità
alta e malattie che colpivano soprattutto i bambini.
Vasilij trova un rappresentante del clero giosefita e sostenitore del cesaropapismo russo e
dunque può divorziare => il divorzio infrange la legge ecclesiastica, per essere legittimato
dalla Chiesa Vasilij III utilizza il conflitto tra i giosefiti e i non-possessori e trova un alleato
nel metropolita Daniil.
Quando Ivan IV ebbe soli tre anni Vasilij III muore nel 1533 e vi è di nuovo in problema,
c’è sì un erede al trono ma aveva solo 3 anni. Diventerà zar solo nel 1547 quando raggiunse
17 anni -la maggiore età-. Non essendo in grado di governare è necessario designare un
regnante e venne scelta la madre Elena. Il soprannome Groznij -terribile- venne coniato solo
durante il romanticismo e non significa terribile, bensì minaccioso/severo.
Nel 1533 quando Ivan IV ha soli 3 anni e il padre muore la madre diventa regnante => una
persona che svolge le funzioni dello zar fino al momento in cui lui sarà in grado di regnare.
Diventa la prima donna nella storia a governare un regno russo unitario. Subito fa
incarcerare e poi uccidere i fratelli di Vasilij III imponendo il principio del primogenito
invece che quello del seniorato -il più anziano della stirpe come successore-. Nel 1535
riforma il sistema monetario introducendo una valuta unica all’interno del regno -per evitare
problemi di cambio e rendere i commerci più semplici, riformando questo sistema ha posto
le condizioni per la creazione di un paese più forte anche economicamente-. Dopo la morte
di Elena -1538 forse avvelenata- si scatenano grandi lotte per il potere tra le grandi famiglie
aristocratiche -Glinskij, Shujskij, Bel’skij, Obolenskij- => la stirpe dei boiari Shujskij risulta
vincitrice, nel 1539 venne destituito il metropolita Daniil -con il metropolita Iosaf-. Sono
loro che si occupano degli affari statali e di Ivan IV e cercano di influenzare la politica dello
stato.
In questi anni c’è una serie di cambiamenti nel governo della chiesa: cambiano spesso i
metropoliti -Iosaf venne destituito nel 1542-, nel 1542 il metropolita diventa un monaco
chiamato Makarij, un metropolita importante che diventerà il più vicino consigliere dello
zar. Ivan IV a questi tempi è ancora minorenne e è sempre sotto influenza dei membri dei
boiari => gli altri aristocratici spingono Ivan IV a sbarazzarsi dei Shujskij e così Ivan IV a
13 anni è abbastanza potente per far uccidere i principe Shujskij -con l’aiuto di altri
principi-. Ivan è ancora piccolo ma è già in grado di far uccidere uno dei più alti aristocratici
del paese e gli altri boari iniziano a temerlo.
Nel corso degli anni Quaranta Ivan IV diventa maggiorenne e così nel gennaio del 1547
viene incoronato zar, diventa zar e non solo gran principe. Il suo protettore ecclesiastico,
Makarij, decide insieme a lui di farlo incoronare. Makarij non poteva farlo ufficialmente
perché non aveva il potere di incoronare senza il consenso del patriarca di Costantinopoli,
un re poteva essere incoronato solo dal capo della chiesa. Commettendo di fatto
un’usurpazione, Makarij sosteneva che l’effettivo peso politico della Moscovia consentiva
tale usurpazione => da allora tutti i sovrani russi si chiamano zar e si fanno incoronare.
I capi della chiesa ortodossa russa non vogliono più seguire il patriarca e dunque nel 1589
sceglieranno il loro patriarca russo, diverso da quello di Costantinopoli.
La parola russa zar => deriva dal latino Caesar e indica non solo gli imperatori romani e
greci ma anche i re veterotestamentari Davide e Salomone, questa parola ha anche per
questo valenza religiosa. Un mese dopo l’incoronazione -3 febbraio 1547- si sposa con
Anastasia Romanovna Zachar’ina-Jur’eva => è proprio questa stirpe che cambiando nome
diventerà Romanov, portatori della nuova dinastia dopo gli anni torbidi -una di loro era
appunto la moglie dello zar Ivan IV-. I figli nascono subito e muoiono, nasce due anni dopo
Anna, muore subito, poi Maria, muore subito anche lei, e poi nasce Dmitrij ma anche lui
morirà. Nel 1554 nasce il nuovo primogenito Ivan Ivanovic che diventerà l’erede al trono e
lui sarà anche il primo figlio a non morire -ce ne saranno altri due- => non diventerà zar
Nel primo periodo del suo governo Ivan IV è un riformatore, avvia un serie di riforme in
campo amministrativo, giuridico e militare. Si fa consigliare da un organo, una sorta di
governo informale composto da alcuni elementi del clero e alcuni principi -izbrannaja Rada,
consiglio di eletti dallo zar => attivo tra il 1549 e il 1560. Tra i membri i più famosi sono il
principe Andrej Kurbskij -letterario, scapperà in Polonia diventando forse il primo emigrato
politico della storia russa e poi scambierà delle lettere con Ivan- e il sacerdote della corte, il
monaco Sil’vestr.
La riforma militare => nel 1550 istituisce un esercito permanente di strelizzi, circa 3000
persone che all’inizio svolgono la funzione di guardia del palazzo ma col passare del tempo
sono la base per un esercito permanente, prima di questo le guerre si svolgevano senza
esercito permanente ma chiedendo ai vari nobili o principi di fornire uomini per un esercito
temporaneo.
Iniziano gli scambi diplomatici con i re occidentali, l’imperatore di Vienna, Massimiliano I,
e poi il suo erede Carlo V, mandano un ambasciatore in Moscovia a Mosca => Sigismund
von Herberstein che visse in russia per qualche anno e dopo esser tornato a Vienna ha scritto
un importantissimo libro, la prima fonte attendibile “RERVM MOSCOTIVI carum”,
contiene anche numerose incisioni e raffigurazioni del paese e dei suoi abitanti. Si trovano
anche le prime carte sia della Russia che dell’Europa.
In una prima campagna venne conquistato il khanato di Kazan nel 1552 => i tartari, nel
frattempo, sono diventati così deboli sbriciolati in diversi khanati che succede l’opposto:
loro conquistano i territori occupati dagli slavi ma Ivan Grozny vuole ingrandire il suo
regno a spese dei territori tartari e dunque conquista prima il khanato di Kazan e poi quello
di Astracan. Nel marzo del 1553 Ivan Grozny che ha appena 23 anni si ammala gravemente
e pensava di morire, convoca dunque i boiari e chiede loro di giurare fedeltà al figlio Dmitrij
-all’epoca aveva solo 5 mesi, nacque appunto ad ottobre-, i boiari rifiutano -il bambino
sarebbe potuto morire- ma contro tutte le aspettative Ivan guarisce ma lui si ricorderà il
comportamento dei boiari che si sono rifiutati di giurare fedeltà al figlio e pochi anni più
tardi, negli anni Sessanta, si vendicherà.

Negli anni 50 iniziano gli insediamenti in Siberia, a parte iniziare a conquistare i terrori
vicini di Kazan e Astracan, Ivan Grozny, volendo ampliare sempre di più il suo territorio
inizia ad organizzare delle campagne di insediamento in siberia. La conquista della siberia
sistematica inizia nei tempi di Ivan Grozny solo nel 1582. La siberia è nelle mani del
khanato di Sibir, Ermak Timofeevic -cosacco- è ricordato come colui che inizia ad
impadronirsi di questi territori enormi della russia occidentale.
Un navigatore inglese apre una via marittima del Mar Bianco e grazie a questo iniziano i
rapporti commerciali con l’Inghilterra => il mar Baltico è ancora chiuso per i russi, il modo
più “vicino”, dunque, resta solo il Mar Bianco. Ivan Grozny cercherà di aprire rotte marine
anche nel Mar Baltico ma fallirà. Trent’anni dopo venne fondata la città di Archangel’sk nel
1584 con un porto per facilitare il commercio.
Nel frattempo, i cosacchi sotto la guida di Ermak Timofeevic marciano verso l’oriente.

LEZIONE 9 DEL 22 OTTOBRE


Nel 1558 scoppia la Guerra di Livonia -termine utilizzato per indicare i territori vicino al
Mar Baltico dove si trovano oggi le repubbliche di Estonia e Lettonia-, la guerra prende
anche il nome di prima guerra del nord e finisce nel 1583 e termina quasi con niente, con
una sconfitta, si perde appunto tutto il poco accesso al mar Baltico che avevano in passato i
russi. Si tratta di paesi abitati da popoli baltici ma anche colonnisti tedeschi -dove abitano
popolazioni id fede cattolica e protestante- e così questa invasione da parte di russi è una
grande novità ed è il primo confronto militare con la moscovita => le azioni dei russi sono
drastiche e così delle notizie si diffondono nell’occidente tramite piccole brochure che
circolavano all’epoca dove vengono descritti questi eventi straordinari. Si diffondono le
conoscenze sulla moscovia e con questo la paura dei moscoviti. Una brochure in tedesco
pubblicata nel 1561 -XM.D.L.XL- “una novità nuova tremenda e paurosa che tirannia
crudele dei moscoviti è stata fatta contro i prigionieri che sono stati asportati dai popoli
cristiani della Livonia, sia uomini che donne, e anche i bambini piccoli. E qual danno i
moscoviti hanno fatto ogni giorno al loro paese. Parte di questo si dimostrerà in quale
grande pericolo si troveranno gli abitanti della Livonia, …” => così l’Europa occidentale
impara a conoscere i moscoviti, quando i russi iniziano a fare guerra contro i territori della
periferia europea occidentale.
Nel 1560 muore la prima moglie di Ivan IV, Anastasia Romanovna. Con la morte della
moglie, che aveva un certo controllo sul marito e la sua sanità mentale, tre anni dopo muore
anche il metropolita Makarij, altro con potere di mitigare lo zar, Ivan Grozny cambia modo
di comportarsi, inizia a conflittasi coi boiari e così inizia ad essere Grozny adottando sempre
di più metodi dispotici e violenti. Già nel 1561 si sposò – con Kucenej Temrjukova, nome
tartaro- ancora ma fino alla sua morte ebbe altre sei mogli. Inizia ad essere il terribile e un
membro importante del suo consiglio, la rada, Andrej Kursbskij inizia a temere per la sua
vita e fugge in Polonia, 1564 => lo zar aveva appunto intrapreso misure drastiche contro il
ceto dei boiari, Kurbskij diventa dunque il primo migrante politico. È importante perché c’è
uno scambio di lettere con Ivan Grozny, lettere che saranno poi pubblicate. Negli anni 60
inizia un periodo di vero e proprio terrore -opric’nia- con l’uccisione non solo della
popolazione semplice -era, infatti, in grado di far massacrare un’intera città- ma l’ira
irrazionale dello zar e delle guardie del corpo chiamate “opricini” era diretta contro alcuni
boiari che potevano rappresentare gli oppositori politici. Verso la metà del decennio, nel
1565, venne fondata un’associazione, l’opricnina => opric nel russo di oggi non esiste ma
all’epoca significa qualcosa a parte. L’opricnina sono territori assoggettati solo allo zar con
una propria amministrazione e un proprio esercito. In questi territori operavano gli
opricniki, una specie di polizia e guardia del corpo. Inizia un lungo periodo di terrore che
finirà solo negli anni 70, gli oppositori vennero massacrati o deportati, le loro proprietà
sequestrate e interi villaggi e città vennero devastate e gli abitanti massacrati. Il più famoso
massacro avvenne a Novgorod, 1569-1570, la popolazione della città ai tempi non superava
i 30.000 abitanti, lui fece massacrare minimo 5.000 e al massimo 15.000 abitanti => come
atto di terrore puro senza motivo valido, l’unico obiettivo era il tentativo di imporre il suo
tentativo di regime assoluto e illimitato contro i boiari. Questo evento non venne ricordato
solo in Russia ma anche all’estero. La conseguenza distrugge il paese, l’economia crolla e
subito dopo ci fu carestia e peste verso la fine degli anni 60 e così è colpa dello zar che il
paese si trova in rovina e 100 anni dopo la fine del giogo tartaro i tartari dell’ultimo khanato
ancora nelle mani dei tartari nel 1571, i tartari di Crimea sono in grado di raggiungere la
capitale russa e riescono a distruggerla e incendiarla. Solo un anno più tardi i russi
riusciranno a cacciarli via. Nel 1572 Ivan Grozny, rendendosi conto della sua follia, abolisce
l’opricnia lasciando il paese in uno stato disastroso.
Un altro episodio significativo per il grado di follia di Ivan Grozny => nel 1574 Ivan
Grozny realizza una sorta di farsa politica, finge di lasciare la carica di zar e il Cremlino
-dopo aver massacrato un altro gruppo di boiari- e nomina il tataro e khan di Qasim, Simeon
Bekbulatovic, Grande Principe di Mosca, sovrano della Moscovia. Nel 1576 si riprende il
titolo cacciando via Bekbulatovic. La follia più grande di Ivan Grozny avvenne nel 1581:
figlio, ed erede al trono, sopravvissuto -figlio della prima moglie, unico figlio legittimo-
sano e in grado di governare -aveva un fratello che diventerà poi zar ma anche lui era malato
mentalmente e non in grado di governare- venne ucciso durante una lite dal padre.
Uccidendo il figlio, Ivan Grozny sta uccidendo la dinastia dei Riurikidi perché col figlio
muore un figlio che era in grado di continuare la dinastia -il fratello non sarà in grado di
continuarla-. Dopo la fine della dinastia inizia un periodo di insicurezza e caos. Il paese avrà
bisogno di 15 anni di lotte e massacri per uscire dalla situazione e per scegliere una nuova
dinastia di zar, che inizia nel 1613 con i Romanov. Tra le due dinastie c’è il periodo dei
torbidi.
Nel 1582 nasce Dmitrij Ivanovic, figlio di Ivan Grozny e della settima moglie Maria
Fedorovna Nagaja, sposata nel 1580 -questa moglie non era legittima ma vista la situazione,
nessun erede legittimo, Feder era l’unica speranza per la continuazione della dinastia. Lui
morirà nel 1591 a 9 anni a Uglic ucciso pugnalato in circostanze misteriose => si organizza
addirittura una commissione per capire cosa sia successo, la tesi di molti storici è che la
morte di Dmitrij è stata orchestrata da Boris -il cognato di Ivan Grozny- => l’ha ucciso per
poter fondare una propria dinastia -sarà poi lui il nuovo zar-. Egli aveva una posizione molto
forte perché era il cognato dello zar e proprio lui che guidava il paese per conto del cognato
malato.
Ivan Grozny morì nel 1584, lo zar di ammala nei primi mesi dell’anno così che è di nuovo
costretto a decidere chi deve diventare il nuovo zar, ha due figli: feder -grande ma è malato
di mente e fisicamente-, l’latro Dmitrij -è un bambino di due anni- per cui decide che Feder
deve diventare zar e a causa di questa malattia egli muore a marzo dello stesso anno. Si
ritiene di Ivan Grozny sia stato avvelenato, nel XX esimo secolo è stata aperta la tomba e
analizzato lo scheletro e gli scienziati hanno trovato alte quantità di mercurio =>
probabilmente una congiura. Ivan Grozny muore. L’erede diventa Feder Ivanovic -nato nel
1557- ed è l’ultimo zar -il fratello è stato ucciso prima-. Feder soffriva di gravi deformità
fisiche e gravi disturbi mentali, ha sposato una certa Irina Federovna Gudunova -ebbero una
figlia ma questo non contava perché non poteva diventare zar-. Visto che la moglie era la
sorella di un uomo capace, abile e importante Boris Fedorovic Godunov, il paese dall’anno
in cui si sposa la sorella è governato dal cognato. Lo zar era malato mentalmente e non era
in grado di regnare. Dopo la sua morte diventò lui il nuovo zar.
“L’imperatore attuale (chiamato Fëdor Ivanovič) è di misera costituzione, un po’ basso e
grosso, di carnagione pallida, incline alla idropisia, con il naso adunco, dall’andatura
instabile per la debolezza delle gambe, pesante e inattivo, ma sempre sorridente. Riguardo
le altre qualità, è semplice e ottuso, ma molto gentile e di natura tranquilla, calmo,
compassionevole, senza disposizione alla guerra e non molto adatto alla politica e
infinitamente superstizioso. A parte le preghiere in casa, ogni settimana si reca in
pellegrinaggio in un monastero o luogo simile nelle vicinanze. Ha circa trentaquattro anni
e regna ormai da quasi sei.”
[Giles Fletcher. Of the Russe Common Wealth. Or Maner of Governement by the Russe
Emperor (common-ly called the Emperour of Moskowia) with the manners and fashions of
the people of that Countrey [1590] // Russia at the close of the Sixteenth Century / Edited by
Edward A. Bond. London, 1856.]
Nel 1589 viene fondato il patriarcato di Mosca e accade il distacco definitivo e giuridico dal
patriarcato di Costantinopoli, il distacco di fatto accadde circa 140 anni prima in seguito al
concilio in cui avvenne lo scisma tra chiesa ortodossa russa e chiesa ortodossa greca. I capi
della chiesa ortodossa russa dal 1589 in poi porteranno il titolo di patriarca, separato da
quello di Costantinopoli. Il primo eletto è stato Giobbe -Iov- => patriarca di Mosca e di tutta
la Russia. Questo titolo è portato fino ad oggi, lui è stato patriarca fino al 1605, due anni
prima della sua morte perché -siamo negli anni dei torbidi- si rifiuta di riconoscere il Falso
Dmitrij I come figlio di Ivan Il Terribile -un impostore-. Inizia un lungo periodo degli
impostori e questo Giobbe che sapeva che Dmitrij Ivanovic era morto si è rifiutato di
riconoscere il Falso e per questo venne destituito e si ritira in un monastero in cui morì due
anni dopo.
Nel 1596 avvenne l’unione di Brest, la metropolia ortodossa di Kiev- Halyc passa dalla
giurisdizione del patriarcato di Costantinopoli alla giurisdizione del papa di Roma, per
evitare la dipendenza dal nuovo patriarcato di Mosca. In polonia c’era una grande
minoranza non cattolica ma russo-ortodossa -i territori che diventeranno poi Ucraina e
Bielorussia-. Sette anni dopo l’installazione del patriarcato di Mosca gli ortodossi slavi
orientali ucraini non volevano essere dipendenti dal nuovo patriarcato di Mosca. Non
volevano essere sottomessi al patriarcato di Mosca e la metropolia di Kiev-Halyc decide di
passare dalla giurisdizione del patriarcato di Costantinopoli alla giurisdizione del papa di
Roma. Nel 1598 l’ultimo figlio di Ivan Grozny, Fëdor I muore senza figli e termina dunque
la dinastia dei Rjurikidi.

SFONDO CULTURALE E LETTERARIO


Nel 1499 l’arcivescovo di Novgorod Gennadij termina la redazione della bibbia di Gennadij
=> il primo manoscritto completo della Bibbia in slavo ecclesiastico, fonte principale della
prima Bibbia in Russia pubblicata nel 1581. Inizia questo processo di riformazione di un
grande e unitario regno russo, il processo si può descrivere su diversi livelli:
- Livello politico con la riunificazione delle terre
- Livello religioso
- Livello ideologico con la creazione dell’idea di Mosca come terza Roma
Nella metà del XVI secolo inizia una generale opera di riorganizzazione del patrimonio
culturale slavo ortodosso con l’obiettivo di legittimare la grandezza del potere autocratico
moscovita. Nascono una serie di opere in sostegno del futuro, o nascente, regno russo
intorno allo Zar Ivan Grozny:
- Nel campo dell’agiografia viene redatto il Grande Menologio a cura del metropolita
Makarij ed è una racconta di vite dei santi e altri testi religiosi di diverso genere. Fino
ad oggi non è stato pubblicato integralmente è diviso in dodici libri, uno per ogni
mese, e a sua volta diviso in giorni. Venti anni di lavoro e di raccolta e di redazione
-tra il 1530 al 1554 circa.
- 1550, emanazione dello Carskij sudebnik -codice zarista- => limita i privilegi dei
boiari, una nuova legge che centralizzasse il potere solo nelle mani dello zar
- 1551 accade una riforma della chiesa ortodossa, c’è un concilio nel 1551 e i risultati
di questo concilio vengono raccolti e fissati nel libro dei cento capitoli -stoglav- così
abbiamo un rinfrescamento del diritto ecclesiastico dove viene fissato il legame più
stretto tra chiesa e autocrazia che diventa legge ecclesiastica
- Il libro dei gradi -stepennaja kniga- è un libro genealogico e agiografico realizzato su
iniziativa di Makarij, redatto nel 1560-1563 dal futuro metropolita Afanasij => è una
compilazione monumentale delle vite di principi e metropoliti e serve a scopi della
ricostruzione della genealogia della casa dei regnanti da Rjurik a Ivan Grozny. Ivan
Grozny e i futuri zar possono mostrare che sono un impero forte e longevo che dura
da più di 600 anni e la genealogia è affermata e autenticata.
- Verso il 1568-1576 viene redatto il manoscritto del Licevoj letopisnyj svod -cronaca
illustrata- appositamente per la biblioteca di Ivan Grozny. Dieci volumi di circa
10.000 fogli di carta, su ogni foglio c’è un illustrazione che racconta l’intera storia
dell’umanità vista dal punto di vista russo. Contiene circa 16.000 miniature in ordine
cronologico: storia biblica, storia romana, storia bizantina, storia russa
LEZIONE DEL 27.10.2020
“I TORBIDI” – 1598/1613: la successione della dinastia regnante
15 anni pieni di eventi ma dal punto di vista letterario e culturale non succede granché.
Ivan Il terribile ha lasciato il regno in dissesto, ha infatti ucciso l’unico figlio in grado di
governare e di mantenere la dinastia, l’ultimo figlio Fëdor Ivanovic era malato sia
fisicamente che mentalmente e non era in grado da solo di guidare il paese e di lui si era
occupato il cognato che governava per conto di Fëdor. Fëdor non lascia eredi ed è
necessario trovare nuove misure circa l’elezione di uno zar. È un periodo carico di conflitti
politici, sociali, religiosi e culturali, un periodo di lotte sia all’interno del paese che
all’esterno, ci sono infatti dei paesi, come Polonia e Svezia, che cercheranno di trarre
profitto dall’instabilità del governo russo. Ci sono due tendenze sociopolitiche: il tentativo
di recuperare il potere da parte dei boiari => Ivan Grozny ha cercato con la sua politica di
concentrare il poterà nelle sue mani e di liquidare il potere dell’alta aristocrazia e così dopo
la sua morte i rappresentanti rimasti della stirpe aristocratica cercano di recuperare il loro
potere e cercano di riprendersi anche dal punto di vista economico. Questi tentativi sono
contrari a quelli dei contadini per ottenere la libertà => i nobili vogliono che i contadini
lavorino per loro nei loro territori senza lasciare le terre e loro temono di perdere del tutto la
poca libertà rimasta. La libertà dei contadini è stata limitata già anni prima, verso la fine del
1400 quando vennero introdotte una serie di misure già da parte di Ivan III che ha intrapreso
misure che porteranno poi alla servitù della gleba che si stabilità in modo definitivo nel
1649 => i contadini appartenevano al terreno ma avevano la possibilità di lasciare la terra
per una o due settimane all’anno intorno all’inizio di novembre e dunque potevano anche
dichiarare di lasciare padrone e di andare altrove. Proprio nei tempi di Fëdor Ivanovic, verso
la fine degli anni ’80, questo poco di libertà che i contadini possedevano è stata lesa perché
sono stati introdotti anni dove non c’era questa possibilità di cambio per i contadini. Nel
1649 questo periodo della prescrizione viene liquidato, i contadini che scappavano potevano
essere catturati e riportati indietro sempre. I contadini sono dunque sempre più vicini alla
servitù della gleba e dal 1597 iniziarono gli anni di prescrizione -il proprietario terrieri
aveva il diritto di recuperare i contadini fuggitivi per un periodo di 5 anni-. => il risultato
furono crescenti tensioni sociali e di conseguenza un periodo di anarchia a volte quasi totale
-che iniziò appunto con il problema della dinastia che avrebbe sostituito i Rjurikidi-, definita
appunto con “il periodo dei torbidi”. Verso la fine del 500 e inizio 600 ci fu una piccola era
glaciale che portò a cattivi raccolti e questo significava fame e morte nonché malattie legate
alla nutrizione e anche questo è un elemento addizionale che comportò all’inasprirsi del
periodo.
“i torbidi” iniziò con la morte di Fëdor Ivanovic e termina solo nel 1613 dopo 15 anni con la
scelta di un organo che funzionava già prima “il consiglio delle terre” che avrebbe scelto lo
zar => nel 1613 iniziò la dinastia dei Romanov.
Quando muore il figlio di Ivan IV, Fëdor I Ivanovic, il nuovo zar è il cognato Boris
Fedorovic Godunov che effettivamente già guidava il paese al posto di Fëdor Ivanovic
-sposato con la sorella Irina Fedorovna Godunova-. Godunov era un bravo governatore ma
ebbe sfortuna sia per i piccoli disastri climatici ma lui in gioventù faceva parte dell’opricina,
le truppe di Grozny che nella seconda metà degli anni 60 avevano creato un regime del
terrore => un altro problema era che lui era sposato con la figlia di Grigorij Luk’janovic
Skuratov-Bel’skij, Marija Grigor’evna, che era il capo degli opricniki ed era uno dei più
spietati e aveva ucciso nel 1569 il metropolita Filipp segnò come una macchia il suo
destino.
Boris era già regnante fu eletto dallo zemskij sobor, l’assemblea della terra, da lui abilmente
guidato, come nuovo zar. Il zemskij sobor era una specie di proto-parlamento su base
feudale, istituzione di rappresentanza della popolazione russa con la partecipazione della
nobiltà e dei boiari, dell’alto clero ortodosso e dei rappresentanti di mercanti e cittadini.
Boris Godunov era capace e dotato ma poco popolare e sfortunato e infatti tra il 1601 e il
1604 ci fu una grande carestia, aridità, tre cattivi racconti di seguito con centinaia di morti di
fame.
Nel 1601 il primo Falso Dmitrij compare in Polonia, spacciandosi per il figlio di Ivan
Grozny, l’impostore-pretendente al trono, samozvanec (autonominato) => è stato un
giovane monaco scappato da un monastero e nella sua testa è nata l’idea di diventare zar
spacciandosi per il figlio scomparso di Ivan Grozny. Egli venne sostenuto da alcuni magnati
polacchi ed egli si converte al cattolicesimo promettendo di fare della Russia un paese
cattolico. Egli ebbe inoltre il sostegno informale del re polacco Zygmunt III. Anche in
Polonia finisce una dinastia -dei Jagelloni regnante da metà del 1300- e l’ultimo
rappresentante, morto nel 1571, muore senza figli e dopodiché i magnati polacchi, che
possono decidere chi sarà il rappresentante della prossima casa reggente, e decidono di
cambiare il modo di governare il paese: non ci sarà solo una dinastia ma una serie di
elezioni => venne eletto un francese e regnò per un anno prima di morire e l’erede sparisce
verso la francia per diventare re. La polonia è ancora senza re e questo sarà un ungaro e così
via. Quasi tutti i re non saranno polacchi perché i magnati non vogliono che uno di loro sia
migliore di altri. Il re polacco Zygmunt III Vasha non decide di sostenere il falso Dmitrij
apertamente, questo avrebbe causato guerra tra i due paesi, ma lo fece informalmente.
Dmitrij riuscì a creare un piccolo esercito per condurre una guerra privata. Nell’autunno del
1604 il falso Dmitrij invade la Russia, con la sua piccola armata privata. La campagna
militare è infatti condotta dalla nobiltà polacca e soprattutto dal voedova di Sandomierz,
Jerzy Mniszech -padre della futura moglie di falso Dmitrij-. Circa 2.000 cavalieri polacchi e
circa 200 ex sudditi della Moscovia partirono ad agosto da L’Vov e attraversarono ad
ottobre il fiume Dnepr -la frontiera- al nord di Kiev e si muovono verso Mosca. L’azione
militare è accompagnata da un’azione propagandistica con volantini che promettono
maggiori libertà, soprattutto per i contadini che negli ultimi anni hanno iniziato a perdere le
poche libertà che avevano. L’esercito cresce sempre di più perché agli invasori si
aggiungono anche i cosacchi del Don e del Dnepr. Nonostante una prima sconfitta militare
nel gennaio del 1605 una serie di città russe dichiara l’adesione al Falso Dmitrij => queste
città iniziano a pensare che Falso Dmitrij sia il vero erede e questo porta a una crescente
popolarità verso la popolazione. Falso Dmitrij a differenza degli altri zar ha un aspetto
diverso: lui si rade e questo è un tratto tipicamente occidentale.
Il 13 aprile del 1605 Boris Godunov morì improvvisamente per cause naturali e sconosciute
e iniziò effettivamente la smuta ossia il periodo dei “torbidi” => un periodo di caos di 15
anni che sconvolse il paese in quanto si trovava senza una guida. Dopo la morte di Boris
Godunov segue il breve regno di suo figlio Fëdor Borisovic -alla morte del padre aveva 16
anni- che aveva ricevuto un’ottima educazione, il padre infatti lo aveva educato per essere
zar e per continuare la dinastia dei Godunov ma lo zar stesso muore prima di poter
combattere questi impostori. A mosca c’è un giovane inesperto a causa della sua giovinezza
e muori mosca una campagna militare che intende togliere Fëdor dal trono. Fëdor inoltre è
noto come cartografo e ha creato una carta della Russia che venne pubblicata nel 1613 ad
Amsterdam.
Dopo la morte dello zar la crisi si inasprisce anche perché alcune truppe zarista disertano e
passano alle truppe del falso Dmitrij e soprattutto il tradimento del generale di armata Petr
Fedorovic Basmanov ha portato molti soldati a cambiare schieramento. Il giovane zar non
poteva fare più nulla contro le truppe del Falso Dmitrij e nel giugno nel 1605 viene arrestato
insieme alla madre e la sorella Ksenija. Il 10 giugno 1605 venne ucciso.
Il 20 giugno 1605 Falso Dmitrij arriva a Mosca e si auto dichiara zar un mese dopo con
l’incoronazione. Dopo un anno, il 3 maggio 1606 arriva a Mosca la moglie di Falso Dmitrij
-sposata con lui per procura, a distanza, nel novembre del 1605 a Cracovia- Maryna
Mniszech, seguita da una grande scorta. L’8 maggio 1606 il Falso Dmitrij sposa Maryna a
Mosca e lei viene incoronata zarina russa col nome di Marija Jur’evna. Tuttavia, lei fu
zarina solo per una settimana. Gli zar per regola dovevano essere ortodossi ma lei si rifiutò
di convertirsi prima del matrimonio ma non ebbe il tempo di farlo dopo. Le feste insolite ed
estranee polacche -balli in maschera e fuochi di artificio- scioccano e scandalizzano i
moscoviti, questo shock culturale porta a dei problemi nella città di mosca e porta a scontri
tra moscoviti e polacchi e anche il fatto che la zarina non si voleva convertire causò forte
malcontento nella popolazione. L’atmosfera a mosca non era pacifica non tanto contro lo
zar -che lo era già da un anno-, ma i problemi erano creati dai polacchi. Dall’altra parte nel
Cremlino stesso c’è una congiura. Vasilij Sujskij organizza un complotto per uccidere il
Falso Dmitrij. Il 17 maggio 1606 ci fu una sommossa popolare in cui vennero uccisi il Falso
Dmitrij insieme a Petr Basmanov e con loro vennero uccisi circa 500 polacchi e lituani al
seguito.
Il 19 maggio 1606 Vasilij IV Sujskij si è proclamato zar da un gruppo di sostenitori dalla
stirpe dei boiari e vanta di discendere per linea diretta dalla dinastia dei Rjurikidi. Regnò
tuttavia solo 4 anni, dal 1606 al 1610. Il primo falso Dmitrij muore e dopo di lui c’è un altro
falso Dmitrij che si spaccia per il Dmitrij ucciso. Nel frattempo, il conflitto sociale cresciuto
anche a causa dei problemi sociali ed economici porta a una vera e proprio rivolta sociale.
Tra il 1606 e il 1607 nella Russia meridionale si scatena una rivolta contadina nella quale
partecipano anche cosacchi e nobili guidata da Ivan Isaevic Bolotnikov. Un’armata di circa
30.000 ribelli cercò nell’ottobre-novembre del 1606 di conquistare Mosca ma senza
successo. Sono opposti al regno di Vasilij Sjuskij. All’inizio del 1607 appare un secondo
Falso Dmitrij -Lzedimitrij II- chiamato anche il brigante Tushino e gli insorti lo sostengono.
Bolotnikov si dichiara voedova dello zar Dmitrij. L’insurrezione fallisce nell’ottobre del
1607 e Bolotkinov viene arrestato, esiliato e poi accecato e annegato. Secondo una leggenda
lo zar aveva promesso di non spargere il sangue degli insorti che si sarebbero arresti, per
mantenere la parola lo zar scelse un metodo senza spargimento di sangue: annegandoli.
Il secondo Falso Dmitrij continua a lottare e ha sempre i suoi seguaci e il suo esercito e
diventa sempre più forte: le lotte durano per tutto il 1608 e 1609. Sujskij non sa come
vincere il conflitto e dunque chiede aiuto agli svedesi => con il trattato di Vyborg del 28
febbraio 1609, lo zar rinuncia alla Livonia in cambio di aiuti militari contro il secondo Falso
Dmitrij. Nel frattempo, i polacchi, visto che guardano alla russia come un territorio di
influenza, non sono contenti e in seguito all’intervento svedese partecipano alla guerra
anche i polacchi contro la russia. Inizia la guerra polacco-moscovita dal 1609 al 1618 e il re
polacco Zygmunt III assedia Smolensk -prima apparteneva alla Lituania e poi è stato preso
da uno dei principi moscoviti all’inizio del 500 e i polacchi la vogliono perché è la chiave
per entrare a mosca- dal settembre del 1609 e la fortezza capitola dopo 20 mesi di assedio
=> nel giugno nel 1611.
Uno dei condottieri russi di questi tempi, Michail Vasil’evic Skopin-Sujskij, era nipote dello
zar Vasilij Sjuskij, era un popolare e giovane condottiero che combatteva il Falso Dmitrij, si
narra che si stato avvelenato su incarico dello zio che temeva la sua popolarità, per non
avere altri concorrenti che potessero rubargli il trono.
Nella primavera del 1610 le truppe polacche marciano verso Mosca, la sconfitta
dell’esercito di Vasilij Sjuskij contro i polacchi nella battaglia di Klushino -24 giugno 1610-
compromise definitivamente l’autorità dello zar, vittoria di 2.700 ussari -truppe pesanti
coperti con delle armature che anche se in pochi erano potenti e in grado di combattere un
esercito 10 volte più grande di russi e svedesi- polacchi contro un esercito russo di circa
30.000 militari e una divisione svedese di circa 5.000 soldati.
Visto che Vasilij ha perso in questo modo perde la sua autorità di zar, non è stato in grado di
fermare i polacchi o il secondo falso Dmitrij, nel luglio nel 1610 egli è costretto ad abdicare
e a farsi monaco per non poter più pretendere al trono -i monaci non potevano essere zar-.
Venne poi deportato in polonia.
Inizia il periodo della Semibojarscina -governo transitorio di sette boiari- tra il 1610 e il
1613 e come successore dello zar i boiari scelgono Wladyslaw, il figlio minorenne del re
polacco Zygmunt III Vasa -il futuro re della Polonia Wladyslaw IV Vasa. Egli non arrivò
mai Mosca e non accettò la fede ortodossa e non fu incoronato. Mantenne il titolo di Grande
Principe di Moscovia fino al 1634.
Tra il 20 e il 21 settembre i sette boiari lasciano entrare a mosca le truppe polacco-lituane
come protezione contro il falso Dmitrij -da più di due anni sta cercando di conquistare
mosca e sta creando problemi al governo centrale. Nel settembre 1610 inizia l’occupazione
polacca del Cremlino fino al 1612, non c’è uno zar, c’è solo quello polacco che governa su
carta perché non si fa vedere a mosca e questo non sta bene alla popolazione russa. Nel
frattempo, si risole il problema del secondo falso D, nel dicembre del 1610 viene ucciso ma
il problema rinasce con l’apparizione del terzo falso D, chiamato Brigante di Pskov -città a
nord ovest di mosca dove è comparso questo D che continua a creare problemi al potere
centrale, si proclama zar proprio a Pskov, inizialmente ebbe successo ma poi venne
giustiziato nel giugno del 1612.
Il 17 marzo 1611 la guarnigione polacca a mosca -non si sente benvoluta- confonde una lite
al mercato con una sommossa e intervenendo compie un massacro, nel quartiere di
Kitajgorod muoiono circa 7mila moscoviti, così questa è la goccia che fa traboccare il vaso
e queste atrocità portarono alla formazione delle milizie popolari, le persone iniziano a
organizzarsi per difendersi dagli stranieri, si formano una serie di milizie e si parla di Pervoe
narodnoe opolcenie -prima milizia popolare volontaria- guidata dal principe Dmitrij
Timofeevic Trubeckoj e libera circa il 95% delle città di mosca -tranne il Cremlino- dai
polacchi tra aprile e maggio 1611 e dopodiché venne assediato il Cremlino.
Nel frattempo, i polacchi conquistano Smolensk il 13 giugno 1611 e gli svedesi a metà
luglio 1611 conquistano Novgorod. Nasce un nuovo conflitto, ci sono due aggressori: i russi
hanno i polacchi nel Cremlino e nel nord ovest gli svedesi che stanno conquistando e
colpendo il territorio russo. Così, nasce nel corso del 1611 una seconda milizia volontaria
popolare che è più importante e più nota guidata dal commerciante Kuz’ma Minin e un
nobile Dmitrij Michailovic Pozarskij => secondo esercito unito dalle città russe contro
l’intervento svedese e polacco, liberano mosca e il Cremlino nel 1612 e l’assedio del
Cremlino finisce, i polacchi si arrendono e il 7 novembre 1612 avvenne la capitolazione
della guarnigione polacca a Mosca -hanno capitolato in cambio della possibilità di uscire
vivi dal Cremlino e tornare in patria-.
Il 21 febbraio 1613 il paese è liberato dagli stranieri e ha risolto parte delle crisi che ospitava
ed è di nuovo in grado di pensare a coprire la funzione di zar che era assente
dall’abdicazione di Vasilij. Si organizzò ancora il zemskij sobor che elegge Michail
Romanov, figlio del metropolita Filaret e questo diede inizio alla dinastia dei Romanov, una
dinastia che inizia nel 1613 e termina solo nel 1917 con lo sterminio della famiglia reale e
l’abdicazione di Nikolaj II.

SFONDO CULTURALE E LETTERARIO


In questi anni di caos non c'era spazio per cultura e letteratura ma ci sono testi non letterari
ma soprattutto testi storici scritti in questo periodo e su questo periodo pochi anni più tardi,
soprattutto narrazioni d’intonazione patriottico-religiosa o sulla storia dell’invasione dei
polacchi e svedesi. Uno degli autori importanti è il primo capo della chiesa ortodossa nella
funzione di patriarca, Iov -Giobbe- che era anche un letterato che diventa il primo patriarca
nel 1589 -fino al 1605 e non fino alla sua morte, sarà costretto all’esilio e all’abdicazione
perché rifiuta di riconoscere il falso Dmitrij come il figlio di Ivan il Terribile e si ritira in un
convento vicino a Tver-. Egli scrisse “storia della vita dello zar Fëdor Ivanovic”, scritto
all’inizio dei tempi della smuta, non più tardi del 1603. Fëdor Ivanovic è stato l’ultimo figlio
rimasto in vita di Ivan Grozny che poi ha governato il paese con l’Aiuto di Boris Godunov,
egli scrisse la storia della sua vita.
Altri tre testi di questo periodo sono:
- nuova storia sull’illustrissimo impero russo e grande Stato moscovita
- pianto per l’assoggettamento e l’estrema distruzione dell’altissimo e luminosissimo
stato moscovita -autore ignoto-
- storia della morte e delle esequie del principe Michail Skopin-Sujskij -condottiero
molto famoso- anonimo
l’unico nome a parte quello del patriarca Giobbe è Avraamij Palicyn un altro monaco, uno
storico e scrive delle opere in cui racconta l’assedio dei polacchi al convento di Troice-
Sergiev -monastero più importante della russia- => “Skazanie” -narrazione-, descrizione
degli avvenimenti tra il 1584 e il 1618 => la più importante opera documentale e storica
dell’inizio del XVII secolo.
Fenomeno del samozvanstvo -autoproclamazione- => con il falso Dmitrij inizia una lunga
serie di impostori e pretendenti al trono della Russia, che si spacciavano per zar e altri
personaggi storici mirando ai loro titoli e alle loro funzioni, i cosiddetti samozvancy. In
russia il fenomeno fu esteso e duraturo fino all’inizio del Novecento e proprio questo lo
rende un tratto della mentalità russa. Infatti, tra il XVII e il XIX secolo appaiono in russia
dozzine di samozvancy.
La parola samozvanec -autoproclamato- indica non solo l’identità di una persona concreta
ma anche una violazione dell’ordine vigente, diventava un elemento di polemica politica,
come un argomento contro e pro un certo politico o un certo regnante che era in pericolo di
perdere il suo potere da parte di questi samozvanec. La parola diventa anche una metafora
per indicare l’usurpazione del potere -non conferito in modo legale-, il concetto veniva
utilizzato per meglio legittimare le pretese di chi voleva rimanere al potere. Ha anche una
connotazione anarchica e ribelle, questa connotazione nasce perché i movimenti dei S. sono
spesso causatori di problemi e piccole guerre. Un samozvanec nel 17esimo secolo si
spacciava per il marito di Ekaterina II ucciso nel 1762 in un colpo di stato di corte dei
seguaci di Ekaterina, lui 11 anni più tardi terrorizzava per quasi due anni un territorio
grande come la Francia, lui aveva dei seguaci ed era un territorio nelle sue mani. Ha
conquistato una serie di città ed è servito un esercito per sconfiggerlo.
Disposizione religiose => dopo la morte di Dmitrij Ivanovic nel 1591 è stata convocata una
commissione governativa che cercavano di capire cos’era successo, c’erano molte prove
della sua morte -che vennero pubblicati e diffusi-. Una grande parte della popolazione in
Russia credeva al falso Dmitrij e per convincere una gran parte della popolazione servivano
delle disposizioni mentali, ideologiche e anche religiose. Per quanto riguarda la religione, ci
sono due disposizioni:
- sanzione religiosa dell’autocrazia => per Iosif Volosckij -capo dei giosefiti- il potere
secolare del sovrano cristiano è illimitato, per sua natura lo zar è uguale a tutti gli
uomini ma per la sua potenza è uguale a dio, mettere in dubbio il potere del monarca
unto da dio è percepito come una grave eresia, la sanzione celeste non si estende ad
un monarca come Boris Godunov, non appartiene alla dinastia sacra. Boris Godunov
dal punto di vista religioso era meno zar di Fëdor Ivanovic, perché Fëdor apparteneva
a una dinastia sacra e come tale era può legittimata agli occhi della chiesa. Visto che
Boris è stato eletto e non aveva ancora occasione di accumulare quest’aura di
sacralità, questo ha aiutato i suoi nemici e ha permesso loro di combattere contro lui
-combattere contro Boris Godunov era meno grave rispetto che combattere contro un
vero zar-.
- intrigo dinastico => la comparsa del presunto zarevic Dmitrij della sacra dinastia
forniva il preteso per opporsi a Boris Godunov in quando falso zar, già che uno che
veniva da fuori con ragioni dubbie spacciandosi per Dmitrij Ivanovic poteva essere
usato per una congiura
oltre alle disposizioni religiose ci sono anche quelle psicologiche, particolarità della
psicologia popolare. Il popolo russo era disposto a credere che il figlio di Ivan Grozny si
sarebbe miracolosamente salvato perché:
- la fine della plurisecolare dinastia dei Rjurikidi era un evento difficile da recepire, era
uno shock psicologico anche per la popolazione.
- il nuovo zar eletto, Boris Godunov, non era popolare -egli dovette governare in un
periodo di carestia e con migliaia di morti-. I contemporanei lo accusavano di aver
ucciso Dmitrij Ivanovic in quanto concorrente al trono.
Dmitrij Ivanovic venne canonizzato nel 1606 e il suo culto si diffuse rapidamente, venne
infatti ritenuto taumaturgo, ossia colui che fa miracoli. V’è una serie di eventi religiosi russi
ortodossi che vengono considerati i miracoli di Dmitrij Ivanovic e anche questo aggrava la
posizione di Boris Godunov perché è sì grave uccidere un discendente della dinastia dei
Rjurikidi ma ancora più grave è per un uomo religioso uccidere un santo. Questa è
un’interpretazione che darà il poeta Aleksandr Puskin. Egli pubblicò tra gli anni 20 e 30 un
dramma storico nello spirito di Shakespeare - mezza prosa e mezzo versi, versi bianchi-
“Boris Godunov” => secondo uno scienziato tedesco, il dramma è interno alla tragedia di
Boris Godunov e lui è cosciente di ciò che ha fatto -fatto uccidere un santo-, ha la coscienza
sporca.
Altre disposizioni psicologiche:
- sostegno di quasi tutti i ceti sociali con aspettative diverse, vi è un grande appoggio
da parte delle masse popolari per il falso Dmitrij che vedevano in lui uno zar-
liberatore.
- Un altro aspetto alla base psicologica del fenomeno del samozvanstvo è la
concezione del popolo russo di uno zar giusto, uno zar buono, soprattutto nelle fiabe
russo, nelle leggende popolari russe c’è l’idea di uno zar buono e giusto, una
psicologia utopica di uno zar che protegge soprattutto la gente semplice come i
contadini. È un’utopia perché i veri zar di solito agivano sostenendo i nobili e gli
aristocratici anche perché mostravano
sostegno allo zar e chi pagava erano i contadini.
- I russi credevano nei miracoli, il popolo semplice faceva parte della fede russa -e
cristiana- che alla morte di un certo personaggio questo avrebbe portato dei miracoli
=> altro pensiero religioso
- Fascino di un destino straordinario, tutti siamo attratti dalla straordinarietà della vita,
altro elemento di disposizione psicologica che si aggiunge a queste disposizioni che
hanno portato a fiorire questo fenomeno
Così il samozvanstvo diventerà sempre più importante nella coscienza storica russa, prima
servirà per la giustificazione della dinastia dei Romanov, il Falso Dmitrij aveva il difetto
della scarsa legittimità. Un altro aspetto che i Romanov potevano sottolineare in questo caso
è che il Falso Dmitrij ha portato in russia forze straniere, lui è arrivato in paese coi polacchi
e ha istituito un esercito privato polacco e avrebbe commesso una violazione della integrità
del paese, era un traditore. Un altro elemento è questa promessa fatta in polonia di rendere
la russia un paese cattolico, è significativo soprattutto per la futura comprensione del
fenomeno e lui poteva diventare simbolo di una nascosta infiltrazione straniera, base per il
rafforzamento di posizioni antisociali e anticattoliche in Russia.
Adattamento nell’arte e nella letteratura:
- I drammatici avvenimenti della smuta erano molto adatti come soggetto per le opere
d’arte di ogni tipo e genere come romanzi, drammi, opere musicali, film, dipinti.
Queste opere, tuttavia, non erano solo russe ma vi sono opere provenienti anche da
altri paesi.
- Nel campo musicale l’opera più importante è di Modest Petrovic Musorgskij -uno dei
più importanti compositori russi dell’Ottocento- e scrisse Boris Godunov nel 1874
- Nel campo della letteratura abbiamo opere di letteratura russa, tra cui il dramma
Boris Godunov del 1831 di Puskin, poi la tragedia Car’ Boris del 1870 scritta da
Aleksej Konstantinovic Tolstoj ma anche letteratura tedesca come Der Falsche
Demetrius del 1805 scritto da Schiller e letteratura polacca come Agaj-Ham scritto
da Zygmunt Krasinski del 1834.

LEZIONE 3.11.2020
“RASKOL” -scisma della chiesa ortodossa russa nel XVII secolo-
Sfondo storico
21 febbraio 1613 => elezione e incoronazione di Michail Fedorovic Romanov che regna dal
1613 al 1645, diventa zar a 16 anni perché lui era designato come sostituto di suo padre -che
era uno zar mancato, non poteva diventare zar perché nel frattempo è stato fatto monaco da
Boris Godunov che l’ha costretto per sbarazzarsi di un contendente, infatti gli uomini di
chiesa non potevano diventare zar- che sarà il futuro patriarca Filaret. La politica di Michail
Fedorovic -ma soprattutto quella del padre- era una politica di rigoroso rafforzamento
dell’autocrazia. Il padre è lo zar mancato perché già nel 1587 era concorrente di Boris
Godunov, egli cercò di allontanarlo e l’unico modo era costringerlo a diventare monaco e lo
esilia in un monastero lontano. Nel 1605 dopo la morte di Boris, Filaret -nome religioso di
Fëdor Romanov- torna a mosca nei tempi del falso Dmitrij, diventa un funzionario molto
alto nella struttura della chiesa ortodossa ossia Metropolita -della provincia di Rostov
Jaroslav- e nei tempi della smuta svolge funzioni di un diplomatico => Nel 1610 inizia la
guerra tra russia e polonia e questa guerra durerà fino al 1618/1619, Filaret come
metropolita è capo di una delegazione russa, va il polonia per trattare con i polacchi e viene
arrestato dal re polacco Sigismondo III e rimane prigioniero là per tutta la guerra polacco-
russa. Al suo ritorno diventa patriarca fino al 1633 e come padre dello zar non poteva essere
suo suddito -questo perché era anche capo della chiesa e non si poteva definire se fosse più
importante lo zar o il patriarca- e dunque ebbe il titolo di Grande sovrano ed era de iure e di
fatto il reggente. Per la personalità dominante proprio Filaret regnò fino alla morte sul paese
ed egli contribuisce al consolidamento della giovane dinastia dei Romanov e al
ristabilimento della autocrazia.
La prima moglie di Michail Fedorovic si chiamava Marija Vladimirovna Dolgorukaja ma
muore per una malattia il 7 gennaio 1625 -si sposano del settembre del 24, quindi pochi
mesi prima-. Con la seconda moglie -matrimonio febbraio 1626- Evdokija Stresneva ebbe
dieci figli: tre maschi e sette femmine. Sei di loro muoiono nell’infanzia – questo dimostra
che anche nelle case più nobili le malattie infantili erano molto diffuse- e l’unico figlio
maschio che sopravvive, Aleksej Michailovic, diventerà erede al trono e poi dunque zar.
A questi tempi -anni ‘10 del sedicesimo secolo- la russia era in guerra sia con la Svezia che
con la polonia. Nel 1617 ci fu la pace di Stolbovo con la Svezia, venne restituita alla russia
la città di Novgorod ma in cambio gli svedesi proibirono loro l’accesso al Baltico -accesso
per cui lottò senza fortuna Ivan Il terribile-.
Nel 1618 finisce con una tregua temporanea la guerra con la polonia -tregua di Deulino- che
non risolve tutti i conflitti tra polonia e russia e si tratta sempre della città di Smolensk che
cambia proprietario nella storia molte volte. In questi tempi la città è stata conquistata dai
polacchi -1610/1611 presa di Smolensk-. I russi la rivogliono indietro, non la ottengono in
questa guerra e nemmeno nella seconda guerra => Guerra di Smolensk 1632/1634 i russi
tentano senza successo di rivedere la tregua di Deulino, l’unico risultato è che il re polacco
Vladislav IV rinuncia al titolo di Grande Principe di Moscovia -vittoria simbolica-. I russi
sono ancora negli anni 30 e ancora negli anni 40 troppo deboli e il paese come conseguenza
è rovinato e non sono in grado di fare e vincere guerre.
Nel 1637 i cosacchi del Don si impadroniscono della fortezza turca di Azov -tra impero
russo e impero ottomano- che nel 1642 viene restituita ai turchi. I turchi hanno i propri
confini alla costiera del mar Nero e i cosacchi attaccano questi territori non russi e in una di
queste battaglie/campagne di impadroniscono della fortezza turca di Azov, che fa parte del
mar Nero. Regalano la loro vittoria allo zar russo -potevano avere accesso al mar Nero ma il
paese non era in grado in quanto ancora troppo debole.
Solo nel 1667 con la terza guerra russo-polacca i russi riusciranno a conquistare Smolensk.
Michail Fedorovic muore nel 1645, il successore sarà Aleksej, il figlio, soprannominato
Tishaishi -si può tradurre come clementissimus, calmo-. Regna fino alla sua morte nel 1676.
Come suo padre sale al trono a 16 anni. Sono tempi ancora molto difficili per la russia, lui è
il secondo della dinastia e questa non ha ancora raggiunto abbastanza forza e sacralità. Nel
corso del XVII compaiono altri 17 samozvancy che si spacciano per presunti figli di Vasilij
Sujskij o Ivan Grozny e pretendenti al trono.
Lo zar anche se maggiorenne è troppo giovane e inesperto per governare da solo, ha dei
consiglieri, il più importante forse è il boiaro Boris Morozov che avrà un ruolo anche in
alcuni eventi del regno di Alekseij Michailovic. Nel 1647 sposa Marija Miloslavskaja e
intorno a questo matrimonio c’è un complotto anche forse del suo tutore, lo zar aveva scelto
un’altra fidanzata, prima del matrimonio vi è questo incontro con la ragazza scelta dallo zar,
la ragazza sviene -è un cattivo segno perché potrebbe essere malata di epilessia-, viene
allontanata. Ci sono delle voci che dicono che si trattava di un intrigo di morozov, lui l’ha
fatta imballare in un vestito così stretto che lei non riuscì a respirare. Lui voleva che lo zar
sposasse la sorella di una donna che voleva sposare lui, per diventare dunque cognato dello
zar. Morozov era uno degli uomini più ricchi della russia, possedeva migliaia di case e
contadini, era un uomo molto potente.
Morozov diventato parente dello zar diventa anche supervisore di molti dipartimenti
governativi cercando di incrementare le entrate del tesoro e introduce una tassa alta sul sale.
A causa di ciò nel 1648 scoppia a Mosca la rivolta del sale ossia disordini contro la
corruzione amministrativa, i moscoviti dunque uccidono i Boiari e molti funzionari illustri.
Questa fu solo la prima di numerose sommosse, la successiva avvenne nel 1650 a Novgorod
e Pskov. Questa rivolta del sale avrà successo perché lo stato per soddisfare le richieste
degli insorti e una di queste era l’introduzione di un nuovo Zemskij Sobor -organo per
scegliere un nuovo zar in caso di problemi dinastici- che doveva elaborare un nuovo codice
di leggi. Infatti, nel 1649 viene approvato un nuovo codice Sobornoe ulozenie stampato ne
1650 e viene definitivamente stabilito che i contadini sono legati a un determinato terreno,
ossia la zolla, e iniziò l’effettiva servitù della gleba. Questo codice restò in vigore fino al
1832. La prima legge del codice è contro gli eretici.
Sviluppo della servitù della gleba => i contadini russi avevano il diritto a cambiare
proprietario terriero nel periodo di due settimane intorno al 26 novembre ossia il giorno di
San Giorgio e questo diritto è stato per la prima volta limitato nel 1497 => il diritto di
cambiare proprietario è stato limitato a un piccolissimo periodo ogni anno. Nel 1581 è stato
limitato ancora di più in cui iniziarono i cosiddetti zapovednye leta ossia anni senza il diritto
di cambiare proprietario terriero. Nel 1597 iniziarono gli anni della prescrizione ossia il
diritto del proprietario terrieri di recuperare i contadini fuggitivi per un periodo di 5 anni.
Nel 1637 vi è un ampliamento del termine di prescrizione fino a 9 anni, dal 1644 si estese a
10 anni -ampliato durante il regno di Michail Fedorovic, i contadini dovevano nascondersi
per 10 anni e restare 10 anni senza essere trovati per diventare liberi-. Solo nel 1649 venne
abolito il termine di prescrizione per il recupero dei contadini fuggitivi -il proprietario
poteva far cercare i propri contadini scappati anche dopo 20/30 anni e riportarli a lavorare le
proprie terre-.
Alla fine del XVII e inizio del XVIII cambia il carattere della servitù della gleba e avvenne
uno sviluppo dalla libertà personale del contadino legato alla zolla verso la schiavitù
personale legata al proprietario terriero. Nel 1724 venne introdotta la tassa pro capite
secondo la quale il contadino non è più legato alla zolla ed è ammessa la sua vendita
individuale. Nella seconda metà del XVIII -durante il regno di Katerina II- secolo vi fu il
culmine della sottomissione dei servi della gleba ossia l’esclusione dal giuramento dei
sudditi -non vengono più visti come soggetti giuridici veri e propri- e la negazione del
diritto di querela contro il proprietario terriero. Nel 1861 venne abolita la servitù della gleba
in Russia.
Una delle fonti principali di informazioni sulla Russia ai tempi dei primi Romanov fu lo
scrittore tedesco Adam Olearius che per conto del suo principato tedesco ha fatto due viaggi
in oriente: uno in Moscovia e uno di persia. Olearius ha pubblicato per la prima volta la sua
descrizione di viaggio -1633/1635 il primo viaggio in Moscovia, 1635/1638 secondo
viaggio in Persia, 1647 edizione originale della Descrizione del viaggio-. Queste erano
opere che contenevano preziose descrizioni sulle popolazioni e territori di Moscovia e
Persia. Questo libro per la sua ricchezza di fatti è la fonte principale di informazioni sulla
Russia di quei tempi.
Nel 1652 sotto Aleksej Michailovic c’è un nuovo patriarca, Nikon -Nikita Minin- => al suo
nome sono connesse riforme importantissime e con conseguenze gravissime e potentissime,
riforme sulla liturgia ma anche sui libri ortodossi che devono usare i religiosi russi. Nel
1653 inizia questa riforma della Chiesa ortodossa russa e introduce cambiamenti nella
liturgia -l’ordine degli elementi della funzione-, per i russi tradizionalisti è già tanto, non si
tratta di cambiamenti dogmatici ma formali ed esteriori. Nel 1654 i capi della chiesa si
incontrano a mosca nel concilio e iniziano una revisione dei testi ecclesiastici russi sul
modello del testi greci -stampati in occidente-, a questi tempi c’è la stampa a Venezia in cui
vengono stampati i libri ortodossi e Nikon ordina agli ortodossi colti, che erano in grado di
comparare testi greci a quelli russi, di adeguare i testi ortodossi a quelli greci. Tutti questi
cambiamenti formali, sia nel modo di scrivere certe parole che nella liturgia, fanno scattare
un’altra rivolta => un gran numero della popolazione russa si oppone contro questi
cambiamenti, i russi sono così tradizionalisti che non accettano cambiamenti di questo tipo e
così nasce un ceto abbastanza ampio chiamato “vecchi credenti” ossia coloro che seguono il
vecchio rituale. Con questo ceto inizia lo scisma all’interno della chiesa russa ortodossa che
dura fino ad oggi, che non riconoscono cambiamenti e vivono cercando di evitare la cultura
ortodossa e hanno sviluppato una vera e propria controcultura ed entrambi guardano agli
altri come eretici. Dal 1656 inizia la persecuzione dei raskol’niki -scismatici- dichiarati
eretici da un Concilio -1666/1667-.

LEZIONE 4.11.2020
Nel 1648 avvenne l’insurrezione dei cosacchi contro la Polonia, guidati dall’etmano ucraino
Bohdan Chmel’nyc’kyj – un etmano è un condottiero, un capo dei cosacchi ucraini- e così i
cosacchi ucraini si ribellano contro i loro padroni e la polonia manda le truppe e combattono
contro i cosacchi e il conflitto dura circa 5 anni e i cosacchi sono in difficoltà e per cercare
aiuto contro l’esercito regolare polacco e il governo centrale gli abitanti delle periferie
polacche cercano aiuto nella russia -anche loro sono di fede ortodossa come i cosacchi in
questi territori- e così nel 1654 l’Ucraina entra a far parte dell’Impero russo, Chmel’nyc’kyj
presta giuramento di fedeltà allo zar -ciò significa che i cosacchi ucraini ricevono aiuto
militare dallo zar russo e i loro territori resteranno autonomi, l’autonomia era una delle
condizioni chieste dal condottiero allo stato russo, questo fu il primo passo per entrare in
questi territori ucraini, questa autonomia che chiedono e ottengono i cosacchi sarà abolita
nel corso della prima metà del ‘700 => i primo passo nel cammino verso l’appartenenza
dell’ucraina all’impero russo e non più alla polonia, questo ebbe molte conseguenze nella
cultura russa in generale, la cultura russa nella seconda metà del 600 sarà coniata proprio
dalla cultura polacca proprio perché i territori che prima appartenevano alla polonia saranno
una delle cause della guerra russo-polacca e questi territori sono molto più sviluppati nel
corso dei secoli sotto il governo polacco rispetto ai territori sotto il governo russo => la
russia otterrà enormi territori che sono stati sottoposti per due secoli al governo polacco, uno
sviluppo alternativo molto più veloce per la cultura. La polonia, infatti, faceva parte della
cultura occidentale europea dell’epoca, che era più sviluppata di quella russa. In russia,
infatti, non esisteva una poesia secolare, a differenza dell’Europa e della polonia e interi
generi saranno introdotti nella cultura russa proprio come conseguenza di questo atto di
ottenere grandi opere a partire dallo stile polacco. Nella seconda metà del 600 la poesia alta
secolare arriverà in russia e sarà fatta da gente che proviene dall’ucraina e sarà fatta in stile
polacco, con le particolarità metriche della poesia polacca che è completamente diversa da
quella russa -che si svilupperà solo nel 700.
La guerra con la polonia => i polacchi non vogliono che i cosacchi diventino autonomi sotto
un altro regno, solo nel 600 durerà a lungo, finirà con la vittoria della russia -al contrario
delle prime due guerre vinte dalla polonia-.
Tra il 1654 e il 1667 scoppia, come conseguenza del giuramento di Chmel’nyc’kyj allo zar,
la seconda guerra del nord Russia e Svezia contro la polonia, dal 1656 russia contro Svezia e
dal 1660 la polonia contro la russia. Gli svedesi riescono a conquistare quasi tutta la polonia,
nei primi anni di ostilità i russi riprendono la città di Smolensk e arrivarono fino a Vilnius
-ai tempi era polacca-. La guerra dura tanti anni ma conosce alterne fortune e dura fino al
1667 e la fortuna è dalla parte dei russi e così i regno polacco, che era nel 500 un regno
molto potente, diventerà nel corso della seconda metà del 600 sempre più debole e così i
polacchi accettano questa tregua siglata con il regno russo nella città di Andrusovo e
accettano che la città di Smolensk e gran parte dell’ucraina compreso Kiev non saranno più
terre polacche bensì russe. L’autonomia che ha chiesto Chmel’nyc’kyj durante la guerra
viene data all’ucraina che entra a far parte del regno russo ma con uno status speciale di
emanato autonomo: lo zar non doveva invischiarsi dei loro affari e potevano scegliere un
proprio capo chiamato appunto Etmano.
Nel 1655 la guerra con la Polonia ha portato all’emissione di monete di rame, si svalutano
rapidamente rispetto a quelle di argento -nel 1662 una copeca di argento valeva 15 copechi
di rame=> vennero emesse molte monete di rame per finanziare la guerra. Il governo russo
decise dunque di stampare le monete sul rame, che era meno costoso dell’argento,
emettendo queste monete si contribuì all’inflazione, la popolazione infatti le volevano
considerare con lo stesso valore di quelli di argento anche se in realtà valevano meno.
L’inflazione era molto forte e questo porta a una condizione dove, con una moneta con
potere d’acquisto minore, la popolazione fa scoppiare una rivolta, la rivolta del rame -1662-.
Nel frattempo, il patriarca Nikon riteneva la sua funzione superiore a quella dello zar e nel
1658, quando non venne invitato dallo zar a un banchetto si offende e abbandona il suo
posto, senza purtuttavia aver abdicato ufficialmente -lui smette di fare il capo ma
ufficialmente era ancora il capo in quanto non aveva abdicato => questo gesto innescò una
forte crisi. Tra il 1666 e il 1667 il Sobor -Concilio della Chiesa ortodossa russa- conferma le
riforme nikoniane però depone Nikon dalla carica di patriarca e viene degradato a semplice
nobile. Lo stesso Concilio condannò severamente l’arciprete dissidente Avvakum Petrov =>
egli era il capo dei dissidenti, dei vecchi credenti, una personalità straordinaria perché non
era solo il leader spirituale dei vecchi credenti ma era anche un importante scrittore, era
anche la persona che ha scritto la prima autobiografia russa, era un’opera importantissima
che venne poi tradotta in numerose lingue. Il movimento dei vecchi credenti cresce.
Un altro evento importante nel regno di Alekseij Michailovic è un ulteriore rivolta, tra il
1670 e il 1671 scoppiò la grande rivolta dei cosacchi e contadini, guidata dall’atamano
Sten’ka Razin => egli guidò la ribellione di cosacchi e contadini è protagonista di una vera e
propria guerra, i contadini non sono contenti e dopo il 1649 quando venne abolita la
prescrizione per i fuggitivi hanno di fatto perso la loro libertà ed è iniziata la servitù della
gleba. L’atamano proclama l’abolizione della schiavitù e nel 1670 proclama una Repubblica
Cosacca. Lui è in grado di organizzare un esercito potente che è in grado di combattere
contro le forze zariste per più di un anno ma alla fine arrivano sconfitte e tradimenti, viene
tradito da un gruppo dei suoi nell’aprile del 1671 alle autorità zariste, viene portato a mosca,
torturato e il 6.06.1671 viene squartato pubblicamente. È una figura importante perché con
lui nasce un mito, diventa eroe di un mito popolare, che crea soprattutto nel folklore e nella
poesia anonima dei contadini numerose ballate popolari, e in queste canzoni viene
rappresentato come difensore degli umili e vendicatore degli oppressi e per questo diventa
significativo nella storia della cultura russa.
Nel 1669 muore di parto la prima moglie di Alekseij Michailovic, Marija Miloslavskaja con
cui aveva avuto 13 figli, la maggior parte dei quali morì nella prima infanzia. Nel 1670 morì
Aleksej Alekseevic, erede al trono e uno dei pochi figli che riuscì a sopravvivere ai primi
anni dell’infanzia. Gli altri due, Fëdor Alekseevic e Ivan Alekseevic avevano entrambi dei
problemi: il primo era cagionevole di salute mentre il secondo era debole sia fisicamente
che psichicamente. Alekseij Michailovic decide di sposarsi di nuovo per avere altri eredi al
trono. Nel 1671 sposa Natal’ja Kirillovna Naryskina e da lei ebbe tre figli, un maschio e due
femmine. Il 30 maggio 1672 nasce Petr Alekseevic, che era un bambino forte e robusto che
diventa il futuro Pietro Il Grande. Pochi anni dopo, nel 1676 muore lo zar Aleksej
Michailovic. Tutti e tre i figli di Alekseij Michailovic diventeranno zar, il primo zar è:
- Fëdor Alekseevic -è cagionevole di salute e regnerà dal 1676 al 1682. Fëdor diventa
zar a soli 15 anni ed è il primo zar a indossare abiti europei, a causa della sua salute
presto non fu in grado di camminare da solo e sarà dominato dai favoriti. Insieme a
sua sorella Sofia riceve l’educazione dal poeta erudito bielorusso Simeon Polockij
-colui che introdurrà in russia lo stile delle poesie polacche-. Per la brevità del suo
regno, i pochi tentativi di modernizzazione che intraprende non verranno portati a
compimento. Lui cercò di modernizzare l’amministrazione statale infatti nel gennaio
del 1682 cercò di abolire il mestnicestvo ossia un vecchio sistema di ranghi della
nobiltà -nel corso di centinaia di anni si sono moltiplicati i diritti dei boiari e i loro
privilegi che sono stati fissati in diversi libri e cronache e in base a questi libri
venivano definiti i ranghi dei boiari-, per impedire di tornare a questo sistema lui
ordina di bruciare i libri in cui erano scritti i criteri di applicazione dei ranghi dei
boiari; cercò poi di riformare il sistema di tassazione, per cercare di aumentare le
entrate nell’erario e ancora più importante è il tentativo di riorganizzazione delle
forze armate, Fëdor divise le forze armate in distretti militari e questi distretti
diventeranno la base per la formazione dei governatorati -unità amministrative in
vigore dall’inizio del 700 in poi-, e infine fondò anche il primo istituto di istruzione
superiore russo sempre nel 1682, questa accademia sarà la prima per lungo tempo -la
seconda arriverà solo a metà del 700- e così in russia arriva a poco a poco un sistema
di istruzione superiore universitaria. In Europa occidentale le università vengono
fondate nel medioevo -1200 a Ferrara e Padova. In Europa centrale la più antica
viene fondata nel 1350, in polonia nel 1368 circa e questo perché faceva parte
dell’Europa cattolica e della cultura europea. La differenza culturale tra russia ed
Europa sarà superata solo pochi anni dopo da Pietro il Grande.
Nel 1682 dopo la morte di Fëdor e scoppia una lotta per il potere, ci sono due famiglie:
stirpe dei Miloslavskij -prima moglie- e dei Naryskin -seconda moglie-. Un figlio era troppo
giovane, l’altro era malato e non sarebbe stato in grado mentalmente o fisicamente di
governare. Nella lotta al potere si immischia un certo Ivan Chovanskij anche se non si sa di
preciso perché, lui cercò di favorire Sofia Alekseevna -figlia della prima moglie- e nel
maggio del 1682 scoppiò una rivolta degli strelizzi -personale di corte- a favore appunto di
Sofia che viene nominata reggente. Fa arrestare Ivan Chovanskij e lo fa arrestare. Questa
rivolta viene chiamata Chovanschina -nota soprattutto perché è il titolo di un’opera musicale
molto famosa- dal nome di Chovanskij. Ivan Alekseevic è lo zar ma non è in grado di
governare e al posto suo governa sua sorella Sofia come reggente e poi c’è il fratellastro
Petr che ha appena dieci anni e non può ancora governare perché è minorenne. Sofia ebbe
l’incarico di reggente per 7 anni fino al 1689 perché in quell’anno Petr I Alekseevic divenne
maggiorenne. Dopo la morte di Fëdor Alekseevic il regno passò al fratello Ivan V
Alekseevic che era malato di mente che regna dal 1682 con l’aiuto della sorella e poi dal
1689 insieme al fratellastro Petr Alekseevic. Insieme regnano, quando Petr divenne
maggiorenne affiancò il fratellastro fino alla sua morte nel 1696. Nel 1689 abbiamo una
situazione pericolosa perché la sorella dello zar Ivan -egli era epilettico, mentalmente
disturbato e quasi cieco- non accettò di buon grado che il fratellastro prendesse il suo posto
e diventasse zar, Sofia voleva sbarazzarsi di Petr e così quando egli diventò maggiorenne
aveva paura he la sorellastra lo facesse uccidere e così quando stava per compiere gli anni
fuggì dal Cremlino e si nascose in un monastero e organizza nobili che possano sostenerlo e
difenderlo e si oppone con successo contro Sofia e così diventa zar insieme al fratello. Sofia
Alekseevna non serve più come reggente e viene allontanata dalla corte e deposta in un
monastero. Dopo la morte del fratellastro Petr I regnò il paese da solo.
LEZIONE DEL 5.11.2020
Sfondo culturale e letterario
Nel ‘600 => contesto europeo:
- In Inghilterra c’è Shakespeare
- Italia c’è Marino, tassoni
- Francia c’è Moliere, Racine
- Spagna c’è Cervantes

Gli stili di tutti questi autori sono barocco e classicismo.


La situazione in russia è diversa dai paesi europei, infatti fino al XVIII secolo la letteratura
russa ha ancora carattere medievale e solo a partire dal XVIII secolo vi sono elementi del
barocco provenienti da Polonia e Ucraina. In ambiente russo prevalgono ancora testi
manoscritti, in Europa occidentale i libri si stampano già dalla metà del 1400. Solo con le
riforme culturali di Pietro il Grande il modo di scrivere occidentale arriva anche in russia. Il
piccolo numero di libri scritti e stampati è legato al numero basso di persone che erano in
grado di leggere e scrivere, rimane per la gran parte un privilegio del clero anche se non
esclusivo, infatti dalla seconda metà del 600 ci sono anche funzionari amministrativi,
commercianti e abitanti delle città che sono in grado di leggere e scrivere. Circa il 97% della
popolazione era analfabeta.
Nel XVI secolo si stampano circa 20 libri -primo stampatore Ivan Fedorov che stampa da
solo una quindicina di libri-, nel XVII secolo vengono prodotti quasi 500 libri ma quasi tutti
questi libri sono di carattere religioso, solo 7 erano di argomento non religioso:
- Abbecedari per bambini -tre edizioni: 1634, 1637, 1696-
- Grammatica slavo ecclesiastica di Meletij Smotrickij -non era grammatica russa, ma
slava ECCLESIASTICA, fino al 700 non esiste una codificazione delle regole
grammatiche del russo non ecclesiastico -
- Il codice -1650, questo codice rimarrà l’unico codice stampato con le leggi russe fino
al 1832 quando finalmente verranno formulate nuove leggi e in quell’anno si iniziano
a pubblicare una serie delle leggi precedenti, un’edizione di dozzine di volumi.
- Traduzione slavo ecclesiastica di un manuale tedesco sull’arte della guerra -Manuale
di esercizi per la fanteria, 1649- (Traduzione di una delle opere del militare e storico
tedesco Johan Jacobi von Wallhausen -Alphabetum pro tyrone pedestri, oder, Der
Soldaten zu Fuss ihr ABC- 1631 ). La copertina del libri venne incisa su rame e
prodotta in Olanda, fu il primo monumento russo di calcografia -incisioni su rame-.
Tendenze di sviluppo della letteratura:
- Significativo incremento di autori e di opere -si può affermare basandosi su un
dizionario degli scrittori della russia antica, 3 volumi ciascuno dei quali è composto
in sotto volumi, il primo volume sono i primi 200 anni, il secondo i 200 anni dopo,
l’ultimo volume di occupa solo del ‘600, vengono descritti tutti gli scrittori e le opere
anonime, solo basandosi su questo dizionario si può vedere che nel 600 inizia uno
sviluppo che il livello dell’istruzione è sempre più alto in confronto ai primi secoli
- Progressiva secolarizzazione -i testi diventano sempre più testi non religiosi, la
letteratura russa del ‘600 inizia a fare i primi passi verso una letteratura meno
religiosa e più secolare-appaiono le prime satire e le prime parodie della letteratura
russa, ci sono parodie di testi antichi e anche di opere religiose (?)
- Incremento di testi narrativi -gli autori sono sempre sconosciuti ma non sono tanti, un
volume moderno che contiene questi racconti sono circa 200/300 pagine
- Poesia come nuova forma di comunicazione letteraria – prima la poesia non esisteva
e arriverà solo nel 600, sempre tramite la letteratura polacca. Questo è il periodo in
cui la poesia appare come una nuova forma di comunicazione letteraria, gli scrittori
iniziano a firmare le loro opere perché consapevoli della loro individualità come
autori.
- Primi segni di una concezione moderna dell’autore – l’autore inizia a firmare le sue
opere
Dalla fine del 600 iniziano a diffondersi delle stampe popolari, gli impulsi per un rinnovo
della cultura e della letteratura russa arriva dall’esterno tramite la ricezione delle traduzioni
e penetrano in russia generi letterari fino a quel momento sconosciuti: poesia, dramma
scolastico, novelle, romanzi cavallereschi e proprio in questo periodo ha inizio la letteratura
umoristica, satirica e parodistica -non erano stampati ma manoscritti-. Spesso vi erano
traduzioni di traduzioni tramite la letteratura polacca, i traduttori erano per lo più teologi e
studiosi ucraini e bielorussi -educati in polonia nei territori occidentali. L’influenza della
cultura polacca è molto alta e proprio tramite l’ambiente ucraino che apparteneva come
territorio alla polonia fino alla seconda metà del ‘600 e così in russia le forme di poesia
arrivano anche nella prima metà del ‘600 ma senza una grande maestria, imitato le poesie
polacche, nei testi in prosa comparvero versi presillabici -la poesia polacca funziona come
poesia sillabica, si contano delle sillabe e questa poesia sillabica viene introdotta in russia
con lo sforzo di un monaco studioso Bielorusso, Simeon Polockij, giunto a mosca nel
giugno del 1664, egli fu autore delle raccolte poetiche manoscritte: Vertograd mnogocvetnyj
-giardino variopinto, 1676/1680- e Rifmologion -1679-.
Solo nel 1735 verrà scritto un libretto in cui si proporrà un nuovo sistema per scrivere
poesie basandosi sulle poesie tedesche -sistema sillabo-tonico-, sistema in vigore ancora
oggi.
Nel 1632 venne fondato il collegio di Petro Mohyla, dal 1701 Accademia di Kiev e nel 1682
la prima università in russia a mosca inaugurata nel 1687 -Slaviano-greko-latinskaja
akademia-, fondata dallo zar Fëdor.
Situazione linguistica:
- Il popolo russo parla la lingua russia, la lingua vernacolare -l’introduzione di variante
locali nella lingua porta alla formazione di una sintesi tra lo slavo ecclesiastico e la
lingua vernacolare, usata in alcuni generi spirituali-, dalla seconda metà del 600 si
sviluppa una lingua cancelleresca, una lingua dell’amministrazione civile e una
nuova forma di russo scritto, perché l’amministrazione scrive e dunque deve esserci
una lingua scritta -la lingua vernacolare era solo orale e non scritta- => cerca di
formare un linguaggio unificato con l’eliminazione dei dialettismi. La lingua della
letteratura, tuttavia, è ancora lo slavo ecclesiastico.
- Verso la fine del Seicento si sono affermate due forme di russo scritto, una
ecclesiastica e una cancelleresca, oltre al russo parlato vernacolare => la situazione è
dunque abbastanza caotica. Vi è un ampio spettro di variazioni stilistiche all’interno
dei generi, con diverse sfumature -ecclesiastiche, cancelleresche, vernacolari e questo
porta a una grande confusione stilistica. Il vocabolario era un insieme di russismi,
slavismi, polonismi, latinismi, calchi slavi dal greco, latino, ucraino. i russi avevano a
disposizione così tanto materiale linguistico tanto che non erano in grado di gestirlo.

Lo scisma come conflitto culturale


Nella seconda metà del XVII secolo la santa russia venne divisa e da questo movimento vi
furono due russie che accampavano ambedue la pretesa di essere veramente sante => da
questo momento la scissione diviene un carattere distintivo della storia spirituale russa. Lo
scisma si sviluppa dai tentativi di riformare il rito e la liturgia e dalla revisione dei testi
ecclesiastici, le differenze non sono dogmatiche ma sono semiotiche e filologiche che
venivano concepite come divergenze teologiche. Agli occhi dei vecchi credenti queste
differenze venivano viste come divergenze teologiche e questo per un pensiero medievale
che riteneva che l’essenza sia attaccata alla forma, al modo in cui si scrive una parola,
questo veniva visto come un attacco gravissimo.

Alcune innovazioni delle riforme nikoniane:


- Correzione di testi ecclesiastici russi sul modello dei testi greci
- Cambiamenti nell’ortografia e nell’accentuazione
- L’alleluia doveva essere pronunciato tre volte invece di due
- Introduzione della predica -i vecchi credenti consideravano la predica
un’innovazione diabolica-
- Riduzione del numero degli inchini
- Il segno della croce con due dita fu sostituito da quello con tre, in entrambi i casi si
mantiene la simbologia cristiana -tre dita, simbolo della trinità, due dita, simbolo
della natura doppia, divina e umana, di Cristo - => elemento principale dello scisma
che ancora oggi divide la chiesa cristiana ortodossa da quella cristiana cattolica. Non
è chiaro perché non vanno bene 3 dita, entrambe le forme si possono spiegare
nell’ambito della simbologia cristiana e dunque non ci sono problemi dogmatici nello
spiegare la differenza tra questi due gesti che saranno significativi tra nuovi credenti
e vecchi
LEZIONE 10.11.2020
Due tipi di mentalità:
- Medievale => quella dei vecchi credenti, per la quale non solo il contenuto ma anche
la forma era considerato un riflesso della volontà divina, i vecchi credenti soprattutto
pensavano che i testi e i riti erano immutabili e, rispetto agli altri religiosi, sviluppano
un diverso rapporto verso il segno sacro: la forma viene identificata con il contenuto,
i seguaci dell’antico rituale, portatori di una coscienza tradizionale, sono convinti che
il loro rituale sia corretto in modo assoluto e incondizionato sulla base della
tradizione e dell’esperienza mistica delle generazioni precedenti
- Moderna => il segno è convenzionale, non è essenziale, può essere cambiato. La
forma è qualcosa di esteriore rispetto al contenuto e i seguaci del nuovo rituale,
basandosi sui testi greci, sottolineano la conformità al contenuto originale =>
Nell’accettare questa nuova denominazione dei nuovi contenuti si può vedere un
inizio di una concezione moderna di segno.
Conseguenze dello scisma per la storia della cultura
Le conseguenze immediate sono gravi per i vecchi credenti, le riforme provocano veementi
proteste di numerosi russi ortodossi fino ai suicidi di massa e al darsi fuoco, sono
pesantemente perseguitati dal potere statale che sostiene le riforme di Nikon e così i vecchi
credenti hanno una vita difficile nella russia fino all’inizio del 700. I contrasti rimanevano
insormontabili e ogni gruppo si irrigidiva nella propria posizione, quelli che non accettavano
le riforme erano considerati scismatici ed eretici e furono crudelmente perseguitati dallo
stato. Nel 1667 i monaci delle Solovki non accettano i nuovi libri liturgici e rifiutano le
riforme, dal 1668 le truppe zariste assediano il monastero e pochi anni dopo, nel 1676 ci fu
la presa della fortezza con l’aiuto di un monaco traditore che ha mostrato alle truppe zariste
un passaggio segreto per entrare nel monastero.
Le comunità di vecchi credenti cercavano rifugio nei territori inaccessibili lontano dai centri
abitati, soprattutto nella russia settentrionale e si sviluppò una controcultura religiosa con
propri scritti spirituali -testi agiografici, racconti dei martiri, scritti polemici teologici,
poesia religiosa. La difesa di presunti testi religiosi originali ebbe come conseguenza che
proprio grazie ai vecchi credenti si sono conservati numerosi manoscritti russi antichi.

Potrebbero piacerti anche