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© 1968, 1988, Gios, Lateraa & Fig [Nella « Picola Biblioteca Filesfie Lateas » prima edizione 1968 Nella « Universale Lateza » prima edizione 1988 fecanda edizione 1990 Propeietd leeraia riservata Gius. Later ée Fgli Spa, RomeBart AD Armando Plebe BREVE STORIA DELLA RETORICA ANTICA Editori Laterza 1990 UNIVERSIDAD DE NAVARRA 2G126\ BIBLIOTECA DE HUMANIDADES PREFAZIONE Fiito di tampare nel febbraio 1990 nello stebilimento dari grfche Gius. Lateran & Fig, Bei CL 2030179 ISBN 88-420:30174, La prima edizione di questo libro apparve nel 1961, appena tre anni dopo la pubblicazione del cele- ae ‘trattato di Perelman e Olbrechts-Tyteca, che segnd ‘nascita della nouvelle rhétorique e, con essa, Ta tinascita degli studi di retorica ¢ di storia della reto- fe Di quelle wets queso libro pot dtl uno dei risultati. Quando poi, nel 1968, ne usci la seconda edizione, si era alla vigilia dell’apparizione della Rbé- torique générale del Gruppo (1970), che segnd Ia seconda tappa essenziale del rilancio della retotica: in quell’atmosfera gia potevo sctivere nella prefazione re i pregiudizi contro la retorica Arps ormai cosa passato, Oggi non ® neppure pit il earo di ticor dare al lettre che la retorice al ® ormal rscattata dal lange dlsereito che Faveva colpta ogg orn non solo pit in Francia, ma anche ¢ soprattutto in Ame- ica la nuova ret ., la rhetoric of fiction, la rhetoric (of, motives ‘sono. divenute ingredienti indispensabii dlavesttcn della este Teter ‘A questimportenza innegabile della retorica al giorno d’oggi non cortisponde ancora in Italia lesi- stenza di una storia della retorica antica, che sarebbe invece essendiale per Vestetologo, per il critica ¢ an- che per il flosofo, dato che anche oggi la retorica non ha affatto reciso i legami che tuttora la congiun- ‘gono con Pepoca d’oro della sua storia, le sua nascita rel mondo greco e latino. Pereid la breve sites! di 7 questo libro condivide con Ia traduzione del volu- metto, altrettanto breve, di Barthes La retorica antica (1978), il destino di essere al momento I'unico str ‘mento 'a disposizione del lettore italiano che voglia acquisire un'informacione essenaiale sull'srgomento. Di qui Fopportunita di questa terza edizione, che si anricchita di tre muovi paragrai: uno su Teodette, tuno sulle tecnica postaristotelica delle figure e del Pinyenzione, uno sulla controversia fra Quintiliano ¢ Seneca, Naturalmente & stata aggiomata anche Tinfor- tazione bibliografica, AP. NOTA BIBLIOGRAFICA Opere di carattere generale R. Vouxaaais, Die Rhetorik der Griechen und der Rimer, Teipeig 1885" A.B. Cuatownr, Le rbévorique et son bistoire, Pasis 1888, W, Suess, Exhos, Leipzig 1910. C.S. Barpwm, Ancient Rbctoric and Poetic, New York ‘924, W. Knout, Rbctorik, io R. E. Supplementband (s. v2), 1940, coll. 1039-1338, B. 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ILL, 1922; Un nuovo capitolo nella storia della reto- ‘ora enttambi in Seristi minor, 1, Ae 1955, pp, 76254 © 137 (da questi studi sono tratte anche alcane citaz, pitegoriche del presente studio). J. Mewator, Kulturkampf der Sopbisten, Tébingen 1928, W. Nestix, Voor Mythos zum Logos, Stuttgart 1940, M, Unraxsininen, I’ sofsti, Torino 1949; 1967* M. Buccsiiaro, Sulla retorica sofstica, in Studi di flow sofia greca (in onore di R. Mondolfo), Bari 1950. Anmiung Scarpronas (Reste der voraristotelischen Rbe- ‘orik), hsgg. von L. Redemarcher, «Stzb. d. deter. ‘Ak, ‘Wiss:», Philosoph. hist, Klasse, 227, 3, Wien 1951, Poetica pre-platonice. Testimoniance ¢ frammenti, a cara iG, Lanata, Firenze 1963, R, Virats, Gorgia: retorica e filosofia, Urbino 1971, Sulla retorica in Platone R, Hinzws, Usher dat Rbotorsché und seine Bedewung bet Pleo, Leipig 1871 W. J. 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BREVE STORIA DELLA RETORICA ANTIGA | LA RETORICA DEI PITAGORICI E DEI SOFISTI Gli studi novecenteschi (in particolare quelli del Pohlenz, de! Suess, del Rostagni, del Nestle), mentre da un lato hanno rivalutato Voriginalita della retorica sofistica nei confronti della teorizzazione aristotelica, altro lato hanno messo in luce il profondo intreccio che lega il pensiero retorico dei sofisti alle correnti pitagoriche e para-pitagoriche sieiliane e italiote, Oggi Fes al sogllono fees le origin dale reorca Se tks nelle Magna Grecia del Vsezolo a, Ge cb cor risponde, del resto, alle testimonianze degli antichi, che vedevano in Empedocle o nei retori siciliani Co- tace Tisia i fondatori_della retorica. Mentre le te- stimonianze intomo a Empedocle sono pluttosto va. ghe, sull’opera di Corace e di Tisia come precursori feta teoria retorica gorgiane sembra ton potersi du- fare 1. Corace e Tisia. La retorica del verosimile. La vestimonianza fondamentale su Corace ¢ Tisia & quella di Cicerone: « Ait Aristoteles, cum sublatis in Sicilia tyrannis ree privatae longo intervallo iudi- iis repeterentur, tum primum, quod eseet acuta illa jens et controversiae nata, artem et praecepta Sicu- los Coracem et Tisiam conscripsisse: nam antea ne- ‘minem solitum via nec arte, sed accurate temen et 5 descripte plerosque dicere »'. Apprendiamo cost da Cicerone come la pratica retorica fosse in Siclia an cor pid antica di Corace e di Tisia, ma che soltanto questi due retori ln teorizzarono « con metodo e pre- cettistca » (via et arte) ‘Tea, Corace ¢ Tisia il primo fu il macstro ¢ il se condo if discepolo, come. apprendiamo da un noto aneddoto riporistoci da Exmogene*, secondo cul Th. sia si sarebbe rifiucato di pagare Corace per Vinsegna- mento ricevuto, asserendo che se era sto ben istuito dda Tui era in grado di convinceslo a rinunziate allono- ratio ¢ se non ne era in grado, era stato allora mele {struito € non era quindi debitore dell’onoraro. Sic- come la caduta delfa tirannide in Sicilia @ del 467, probabilmente i praccepta scrtti di Corace e Tisia fone porteior a tale data, mentte invece Tinsegra, mento di Corace deve risaire pit indieto alla pritna meti del V secolo, come sembra testimoniare il suo probabile infusso su Epicsrmo, Secondo le testimonianza piatonica * it fordamen- to filosafica della retorica di Tisia (e con ogni probe- bilita, quindi, anche di quella di Corace) era che « i 4 verosimile (sb slsira) & de stimarsi molto pit del vero ». Tl fulcro delle retorica di Corace e Tisia era aid Ia ricerea del verosimile ¢ la loro retoricn do- vveva essete quindi di quel caratteristico tipo probe tivo, di ricerea delle slows, che sara poi teorizzato da Aristotele. Per questo Ia loro retoriea assumeva Faspetto tecnico di una ars con precetti impostati scientficamente: sappiamo cost di una loro teoria del proemio oratorio, definite xaséerams*, Essa doveva irae a studire Te tecniche della dimostrazione della verosimiglianza di una data tes La larga eco, in Sicilia, di questa retorica della verosimigianza ci & testimoniata da due frammenti 5 Br 12 6, ‘ Pheede 26700 Anas. Ree 29-5 16 i Epicarmo. II pid explicito di easi@ il fr. 252 Kaib, «gli disse cid non secondo verosimiglianza (elses), sna secondo veriti (Siattos) »: in ess0 & evidente [a polemica contro la retoriea della verosimiglianza, L'a to & il noto fr, 170 Kaib,; in esso si ironizea quello che seta poi definito 8 aiSfuevos Aiyos (= discorso csagerato), Ja cui argomentazione tipice & quella del debitore che si rifute di pagare il credivore,asserendo che come tutto passa cost passa anche il debito, 2. 1 discorst pitagarici ¢ la retorica dell'anttesi Dopo le ricerche det Suess ¢ del Rostagai, pace formal aecertato che Ia retorica siciliana del V tecolo non dovette esaurissi nella séxvn retorica di Corsce ¢ Tisia. Mentre questi due retori sostenevano una rc- torica scientifea, besate sulla dimostrazione tecnica del verosimile, un'altra scuole ad essi contemporanca andavapraticando ¢ teorizzando una retorica non scientifiea, ma psicagogics, fondata clot sulPalletea ‘mento irrazionale che Ja parola, sapientemente usata, esercita sulPsnimo degli ascoltatori. Quest ultima co rente retorica & legata strettamente al mondo pits gorico, Alle redici di questa corrente div retorica irvazio- nalistica stanno i cosidetti « discorsi di Pitagora », rvenutici attraverso Giamblico’. I! Rostagni* ha dimostato che ess islgono veramente al peiode del primo pitegorismo e che comungue sono anteriori a Gorgia, Le caratteristiche fondamenteli di. questi discorsi sono due: anzitutto il lore proposito di usare stile ed argomenti diversi « seconda dei diversi acol tatoris quindi Pimpiego costante della figura retotica dell antitesi La prima carat 4! Vie yeh, 9757. < Un nuovo capitol delle retorca e della softs, pp. Al ag ice & data cio’ dal ‘acto che a ape ee ese eee Peseta eee eeese eee eee eee eee eeeeeeeese eee reese eee Mmeeeeeeeeese eee eeeeeeese eee eeeeeeese eee eeeeeee ees eee eeeeeeese eee eeeeeeese eee i « discorsi pitagorici » non sono validi per tutti, ben- vi sono quel nsibeot valid per i giovancti, quel ‘yorunstor per le donne, quelli derovenot per gli ar conti, quelli tonprvol per’ gli efebi, La teorizzazione di questa caratteristica ci 2 conservata in un fram- ‘mento di Antistene, di cui if Rostagni, ha mostrato Votigine pitagorica.” Qui essa viene definita come sohvsevsla,o facolta di trovare i diversi modi di espres- sione convenienti a cisscuno. Invece il servitsi di un solo tipo di discorso, 1a wovoweonia 2 indice di igno- ranza, La wowtensia perd rappresenta anche una dote positiva qualora sia intess nel senso di quellunica espressione che a ciascuno si addice, A sua volta la sohurgsala ha pure un significato deteriore qualora la si applichi al discorso generico, che « a molti contem- pporaneamente non si conviene » Che questa teoria della saivsoosis retorica sia da collegatsi con Ia dotttina dei contrari propria de! pri ‘mo pitagorismo & mostrato dal confronta. con altze testimonianze, come quella di Giamblico*, secondo er Pitagora « il bello partecipa del brutto ¢ il giusto delVingiusto > ¢ quindi « questa 2 la ragione per cui il discorso prende il suo avviamento ora nel- Puno ora nellaltro senso ». Dalla stessa teoria dei contrati detiva Je seconda caratteisticn dei « discorsi pitagoriel »: Vimpicgo dellanttesi e la particolare at- tenzione ad essa rivelta: ad esempio ai fanciulli, per mostrare che cid che antecede & pitt apprezzato di cid che segue, si contrappone Toriente al tramonto, 'au- tore alla sera, il principio alla fine, la nascita alla morte; per esortatli alle visti: si contrappongono i buon risultati di chi & bene educato ai cattivi risul tati di chi non fo &, ecc. Limpicgo di questi due tipici strumenti retorici, Ie sokrentia @ Vantitesi, & volto evidentemente ¢ tuno scopo diverso di quello del. dimostrare la « ve- 1 E, Dismeuen, Antstbenics, Halle 1882, p. 27 + Vie Py 182 rosimiglianza » attraverso le prove, secondo il me- todo tecnico-scientifico di Corace e di Tisia. Esso in tende piuttosto far leva sulle reazioni psicologiche dell’ascoltatore che non convincerlo con Ia strings: texza del ragionamento. Essenziale ad esso @ quindi Videa di una psicagogia tetorica 3. Lidea pitagorica della psicagogia retorice. Le otigini della teoria psicagogice della retorica sono cllegate alla distineione parmenides tra il mondo della vert ¢ il mondo del'pinione, Is quale distin. dione vorge al centro dle corentpitagoiche dell Mogne Grecia, ne & infuengam e a'sua volta le in- fhuenzs, Per Pamenide mentre la caratetstcn dl rondo della verti & data dal ropionamento scient- Bo vee cattery del mando dla ia ck Indi exsre soggetta al fscing ingannafore della poe ful, al xooyov'exdow azarnléy", Tf compito della i. fotige poteva presentars alloa, peri ptagotic, quello. ai sfruttare questa forza insta nela parol, cit quella ai trascinaresalletare anche con Hnganno, 7A questo propocito ® importante ilevare Ie no- tala, ditad da Aritorle ne dieloge glovanile 2a tris, secondo cul Empedocle sarebbe stato Tiover- tore della retorica, La retoria che a sifaceva ad Emme ocle non poteva essere che una refories irarione- [itic,pitvo meno imparentata con la magia, In eft it ricordo che Gorgia, dcepolo di Empedoce, ripor- tava del suo macs, ern appunto quello d'un nu tore di magi ‘Accanto allimmagine psiagonice della magia, Ia retoriea nel primo pitagoriamo ¢ college alltime fine (@ quei tempi non molto diferente) dells med Gina. Nel frammento antistenico sopra cltato & detto 4 Mt 98. fr, 8, v.52 Diels ve Taqreeors, Sardn, ap. Dios. Later, VIEL, 58 19 : appunto che la achergonia « 8 specialita che appartiene anche alla medicina, nel caso che sia bene esercitata poiché la cura degli infermi dev'essere sohixgonos in ragione delle vatie predisposizioni dei curati », La vi- tea dll cove all medicine Faccomuna » gue Vacte che per i pitegorici era terepeutica per eccel- Jenna, Ta msica ‘Socondo la testimonianzs di Gia. blico la musica (non diversamente da quanto abbiamo visto pet, Peloquenza) trascinava sentimentalmente, on una forza medico-magica gli animi degli asco toti, Pitagora, secondo Giamblico, ideava « combing oni di certicanti diatonic crométici ed enatmonici, er vit del sual faciimente devltevano e diver vvano, a sensi opposti, Ie passioni dell'anime » * Stintende allora come, nell’ambiente autrito di pensiero pitagorico della Magna Grecia del V secolo, Parmenide abbia parlato-di un ordinamento éuwyiv i parole, proprio dellopinione, formando cost per Ia prima volta una formule di teorizeazione della’ reto- rica che doveva avere grande success nel pensiero antico. L’eloquenza & ingennatrice, cos) come la mux sica & incantesimo (2nebr) perché entrambe non sono scienze dimostrative (come voleva la retorica del « ve- rosimile »), benst arti medico-magiche, Ie cul essenza risiede proprio nella forza di una persuasione psico- logica, irazionale, A questa forza tosto Gorgia, disee- polo di Empedocle, troveri Ie denominaaione pro- prin, definendola wrayer, Per questo Pembiente pitagorics non, voleva. ne- gare alla tetorice il earattere di un’arte, di una sexv0 feria, in quanto Peloguenza richiedeva un'arte rafi- rata quale quella della medicina, tuttavia non inten- deva guestarte nel senso assoluto di una disc precettistica. II che ci @ ancora testimoniato da Giam- blico; « dicevano [i pitagorici] che sino a un certo punto Popportunita retorica pud insegnarsi ¢ non & © Vi th ie By 2 20 irvazionale ¢ si presta a un’esposizione tecnica: perd in senso aniversale e assoluto nessuoa di queste pro- prieta le compete ». 4. Origint deta teoria del ws196 retorico Questa teoria pitagorica del discorso sokisgoras non pud non richiamare quella dottring che ebbe poi tanto successo nel mondo antico, ciot la dottrina del xed: retorico, Tn effetti anche questa dottrina & gid pre: sente, pid o meno esplicitamente, nel mondo pitago- rico della Magna Grecia del V’secolo. Secondo la testimonianza di Aristotele, i pitagorii_discutevano del xed; nel senso di un’armonia numerica: « Prima i pitagorici avevano cercato di definite le cose; pet definite si erano serviti dei numeri: ad esempio, che cos il mie6s, che cos’ la giustiia, ece, >" Lraccoppiamento di questo eoncetto di « opportu- nit » numericamente determinebile con quello della giustica, tiferitocl da questa testimonianza aristote lice, ci 2 confermato da Giamblico “, il quale ricorda 4] concetto proporzionale della giustizi, cio’ di une aiustizia non ciecamente eguale per tutti, bens) con- ipiunta al se6s, cio’ atctibuente a ciascuno il proprio patticolare diritto. Enon v’é da dubitare che questo stess0 concerto di xc.ais fosse quello che ispirava la concezione retorica pitegorica testimoniataci dal fram- ‘mento di Antistene, in cui tra il resto si dice: « Tro- vare il modo di sapienza conveniente a ciascuno proprio della sapienza. Tnvece & segno di ignoranza adoperare un'unica forma di discorso con coloro che sono variamente disposti ». Non salo, ma questo con: cetto del ie’: retorico si collega, daltxo lato, con Tintera concezione pitagorica dell'« armonia ». Come infatti ba notato il Rostagni, « ad Sovovia equivale, © Anssror, Alesaph, XII, 4, 1078 21 seg “View yt. 80; 167 se, a ee | anche per ragioni etimologiche, quella facoltd da Pi- ‘agora adoperata di scegliere Mrois bquobions, di oo. uquéreiv framov txdove, di tenere per i fanciulli di scorsi fanciulleschi, per le donne adatti a donne, per ali arconti arcontici, per gli efebi efebici » Tl concetto del’s opportunita » retorica rivelava gid allora uno degli aspetti fondamentali della reto- rica antica: cio il suo impegno sociale. L’uso oppor- tuno del lingusggio & infatti, gi& per i pitagorici, una forza operante nell‘mbito delleducazione e della so- citi. E ancora Giamblico 2 mostrarci le applicezioni della. concezione tetorice del »sets alla convivenza sociale, secondo i pitagorici: « Vi 2 per esempio una forma di conversazione che fra giovane e giovane non pare inopportana, ma inopportuna serebbe verso un io. Verso slunta ad un eerto grado di dlignita ion & né bello né opportuno adoperare grande licenza di parola, né gli altri modi testé nominati. Analoghe cose i pitagorici dicevano anche proposito oni cot cosl, pure coi bene- Alle teoria pitagorica del xsteés retorico pud in- fine collegars il nominalismo linguistico professato da Parmenide ¢ sicuramente sorgente in ambiente pita ‘gorico; secondo cui le parole (évousta) sono denomi- fnezioni arbitratie dele cose, le quali non provengono dalle natura, me da una convenzione 3. Gli inixi delta retorica nella Grecia continentale. Protagora. Se da un lato le prime teorie retoriche vanno 1i- cercate nei fermenti di pensiero delia Magna Grecia del V secolo, d’altro lato anche nella Grecia conti- 6 Un myovo captolo eccy pp. W415. 1 Vie By, 180.182, Pana, #8, 38 sau 2 nentale da tempo si era venuto creando Vhunus per tun affermarsi delle dottrine retoriche, Gia Cicerone notava che il primo: ideale di un’educazione retorica si trova nellepisodio omerico di Feniee del IX libro dell'Iiade: «ut ille apud Homeram Phoenix, qui. se Peleo patre Achlli iveni comitem esse dattim dict ad bellum, ut effceret oratorem verborum auctorem- que rerum». La parole di Omero, widov ve én “Fe fuevos sembrano gia indicare una vicinanza della retotic alle poesia, in quanto Poratore racconta pc, cio8 creazioni fantestiche € non puramente razionall come i Aor. Asli inizi del V secolo, Pindaro appare in pole- mice contro Videale dell'somo oratore: egli_ammira Aliace "che non sa patlare, ma & valotoso: drkeeaas why, soe B°eniog, Anche in Eschilo 2 presente la polemica antitetorice: nelle Supplic (v. 273), dove & detto che « la cittd non ama un lungo discorso » € nei Sette contro Tebe (v. 1052), dove si disprezza le iwexenvoela, Perd, come he notato il Nestle, Eschilo mostra git di aver conoscenza dei principal concetti retorii della Magna Grecia. Cos il concetto del xaveés retorico emerge dalle parole di Pelasgo nelle Sup- plici: « se Ta lingua non ba espresso parole conve: nient (1 «4 xa'e), il discozs0 pud in seguito calmare ali effetti assai dolorosi causati nell'animo dal primo discorso » (446-448). ‘Ma il primo a portare effettivamente la retotica siciliana nella Grecia continentale fu Protegora. Dalla oncordanza delle testimonianze di Platone” e di Aristotele ™ si pud dedurte che Protagora soggiornd in Sicilia e fu in contatto con Corace Tisia: Tppia To avrebbe appunto trovato ld émiquovrres wai eiBowt- De orat, TH, 15, 57 14, © News, ‘VILL, 24 sg, 2% Vom Mythos. zum Logos, pp. 17879, Hipp. ma. 282d Rbet If, 24, 14024 17 sep B natweos , Tuttavia Protagora, pur derivendo i suot concetti retoric: dal mondo pitagorico, Ti elabord in maniera autonome ¢ in gran parte divergente dai pi- tagorici, La sua opposizione alla forma mentis pita gorica & testimonisia da parccehi indizi: dallavver- sone alla matematica, testimoniata da Aristotele *; dall'avvcrsione alla musica, testimoniata da Platone ™. Percid anche i concetti retorici che egli teasse dal ‘mondo pitagorico, Ii rielabord in forme nuova, svin- colandoli dal moralismo tipico dei pitagorici. ‘Anzitutto Ia teoria dell’ opportunith » retorica viene formulata da Protagora su di un piano sostan- zielmente scmanticoespressivo, anziché motelstico. Cosi, secondo Diogene Leerzio ”, Protagora « per pti mo distinsc i tempi del verbo ed espose la potenze del xs1e6s»; il nuovo significato di questa esposi- ione & chimto dal Protagora platonico, dove si dice che Protagore sapeva mods discors 3 he venisscro lunghi quando v'era bisogno di dilungarsi 6 molto bev! guande Vera bisogno di eonisione. Un altro concerto protagoreo, congiunto con quello del xsi, @ quello della éytoéwn, Essa da un lato 2 la propricta del trovare parole convenient all’espres- sione: per questa il Socrate del Fedvo repute famoso Protagore ™. Dialtro lato essa 2 la stessa potenza del tagionamento, per exi sappiamo che Protagora garey- ava con Peticle nella ricerca del Abyos 6obSraros™, Ma "ideale della retorica protagorea & espresso dalla ce Iebre formula & wv sexo hovor xeelrto rowtv, conser vataci da Aristotele , la cui traduzione pit probabile 2 quella di « rendere pit: potente il discorso meno velido »: in ess0 va vista, secondo noi, soprattutco & Hipp. maj Lc 2 Metaph Ii, 2, 9976 32 Prot 386 150 aus. =, A 1, 25 Unterseciner. iat, Pherae. 2676 Pr A 10 Untestelnes © Ret, IE, 1é02a 23, 24 ups rivalutazione del mondo parmenideo della Site, che, come dicemmo, doveva essere V'ambito naturale dello sviluppo di una retorica 6. Le « Antilogie » La dottcina pid importante ereditata da Procagors ella Magne Grecie ® perd quella del'anites, Se condo la testimonianza di Diogene Laerzio, Prozagora Sosteneva che « intorno ad ogni argomento vi sono dliscorsi reciprocamente opposti »’". Questa dottrina si diffuse assai_ presto nell’Attica: la troviamo_pre- sente anche in un frammento della Antiope di Euri- pide (fr. 189); «Se uno @ abile a parlare, pud potre tuna disputa di due opposti discorsi intorno ad ogni argomento ». Secondo Fudosto, Proteyora avtebbe ap- ‘punto insegnato ai suoi allievi « a biasimare ¢ a lodare tino stesso wore » Sulla base della teorie di questi « duplici discorsi » (soack téy01) sorge quindi In tecnica del « contraddi- te», la som dvetoyees, che diviene tosto il fulero della retorica sofstica. Nel Protagora platonico (3358) Protagora ricotda appunto di aver spesso ingaggiato tun dydwa héye, cio’ tna contesa retoriea, in cul ['av- versario era appunto 6 dvaiéyon, il « conttaddittore » Exempi di queste « antilogie » si possono trovare pres: 80 non pochi autori del V e del IV secalo. Liesempio pit famoso & quello delle Nuvole di Aristofane (wv. 889 sae) dove i due Méyot sono addizittura per sonificati coi due contendenti © dove sicorte spesso il voeabolo tecnico doudéyee (vv, 88, 901, 938, 1040) E quindi molto significativo che una delle opere ptincipali di Protagora avesse per titolo appunto Ar: tilogie. Secondo il Nestle" esse dovevano -costituire 8 Dro. Essa. 1X, 51 % Prot, fe. 2. © Von! Njibes sane Logor, pe 23% 23 ‘il manuale retorico di Protagora; secondo I’Unter- ticner" «le Antlogle tettavano quarto. problemi fondamentali: 1) intorno agli déi; 2) intorno all'es- sete; 3) intorno alle leggie @ tutti i problemi che Higuardano il mondo della polis; 4) intorno alle acti », ‘Ma peril nostro problems non interesa tanto icon. tenuto dell Antlople protagorse quanto la loro ge. nerale impostazione antilogics, con la quale si crea un genere fondamentale retorica antica, ‘Lresempio pitt noto di questo genere # uno scritto. anonimo ‘ella fine del V secolo, tramandatoci sotto ITdoppio Gtolo di Swine e dt wn toy, Secondo il Rostagni esso risale esch amente al pitagorismo; secondo [Untcrttsiner eso orge alla confcann tra ‘il pitagorismo ¢ la sofistica, Comunque sia, certamente ess0 deve avet avuto presente, come modello, le An- Hlogie di Protegora. Patticolarmente interessante per Ja storia della retorica é il capitolo VIII delle Avedttns, dove @ richiesta dall'oratore I’abilita di parlare su di tun argomento tanto con un discotso conciso quanto con uno lungo. La teenica\antilogica rappresentd forse V'aspetto i vistoso della retorica solistica, ancor pil: che non. [e sottll teorie di Gorgia, pit profonde ia meno ap- parscent, Lense combative dal prim didlogel Platonic &appuntointesasopratutto secondo lo scbe- Ina dalle antlogie nell Buetdemo pletonico | due pici tappresentanti della Sofistica, i giovani ‘retell Eutidemo e Dionisodoro, sono appunto tali in quanto sostenitori dei tiesoi Aéyor"*, E ancora nella retorica grecoramana il pemo forte’ del virmosiemo del te tori rimarra sempre l’esercizio dell’in utramque par tem disputare, come tel celebre esemplo dall'aba- sciata di Carneade a Roma. 15 « Das shetotizche Lehrbuch » T sofett, pp. 178. Buthyd Be 6 7. I rapporti tra retorica e poctica in Gorgia Se Protagora pod considerarsi il padre della re. totica pratca delle antilogic nella Grecia continentale, il primo esplicito teorizzatore di un'arte retorica come disciplina a s€ stante fu Gorgia. Egli rappresenta, an- che per le vicende della sua vita, il ponte di college. mento tra Ia retotica della Magna Grecia © quella della Grecia continentale: siiliano, allievo di Empe- docle (di cui vedemmo i eet origini della retorica sciliana), trascorse perd la mag- gior parte delle sua lange vite ad_Atene, dove piunse in un anno particolarmente signifcatvo: il 427, Pan- 10 di nascita di Platone. ‘Una questione preliminare « chi intraprenda a stu diate Ia retorica di Gorgia ® quella di stable i con- fini (0 Tassenaa di confini) tra le sua dotttina retotica ce Ia sue dottrina poctica, Egli infatti si preoceupd so- pratrutto di studiare Veficacia del 20s, distinguendo prosa e poesia soltanto come due sottospecie di esso: HT Aéyos Gvev ubrqou e il Abyos Eyer uétgor. B quindi lecito distinguere una retorica gorgiana da un'estetica gorgiana? L’Immisch, detrattore delle dissertazioni estetiche di Gorgia, sosteneva che sostanzialmente non esiste un pensiero estetico di Gorgia ma soltanto una empitica vn grog; e che quindi le osserva- joni di Gorgia sulla poesia non avtebbero altro va- ote se non quello di esemplificare quella. sua ‘empirica, Al contratio il Rostagni sostenne che in Gor- ia la retosica deriva dalla poetica e, recensendo V'im- misch, affermd che, mentre pitt tardi la. poetica di- ventd ancella della’ retorica, in Gorgia si assiste in- vece a una sostantile figliesione dela retociea della poetica e dalla musicologia ”. Crediamo di aver altrove mostrato che « si pos- + © Ineatsex, Gorgiae Helena, Berlin und Leipalg 1927, .30; A, Restaent, ex in «Riv. fel. clase», 1937, p. 524, * Grignt 2 problemi dellsteica antics, Milano. 1959, pa 27 sono individuare nel pensiero di Gorgie due proble Iatiche diverse, anche se non sempre distinte: quella della acts, ciok della persuasione che trascina Pazio- ne, che sta alla base del pensiero retorico; © quella deil'éxinn, cio’ delPillusione poetics, che ste alla base del pensicro poctico gorgiano ». E questa concezione concorda appunto con Vides sociale della retorica che Platone attribuisce al pensiero gorgiano nel Gorsia, dove le retoriea ¢ per natura abilissima a istituire con: tatti dialogicl (eo sqoooubetv) con gli uomini Si deve quindi vedere nel concetto di persuasione Tidea centrale della retorica gorpiane. 8. La teoria della persuasione nella retorica goreiana Nella dottsina di Gorgia vi sono dunque due too- rie: quella della poesia come ddim (letter. « ingan- no», ma qui «iflusione » secondo Pinterpretazione del Poblenz, menize il Cetaudelle intende meno bene 4 nostro avviso — con « seduzione »), espressa nel famoso fr, 23 B Unterst, ¢ nel § 10 dell’Encomio dé Elena; dall’alira quella delcloquena come 2806, ciot ‘come « persuasione » *. Oxcorre dungue cogliere bene il valore di questi due termini, per intendere bene il rapporto di poeticn e retorica in Gorgie Il concetto della poesia come dvéon & certamente ‘connesso all'edueszione pitagorice ricevuta in gioventt da Gorgis, discepolo di Empedocle, Esso & infatsi con nesso col concetto magico-stetico, proprio dei pitar gorici, di un « incantesimo » poctico: teed, yontla Senonch il suo sgnifento diverge novevlmete ds ‘quello pitagorico. Peri pitegoric, infatt, l'art doveva Servire @ goarire sia le malattie del corpo che quelle dellanimo: # wows... nabs Syelay si legge in Giam- 5% Gone, Helen. 14 ir sopmstrta Ta, definoione gorgiana della eetorica In Wale, Rher Gr, VIL, 33, 27588, 28 blico , Per Gorgia’invece I’ inganno » e Vincante- simo poctico, apziché guarire, creano essi stessi una dolce malattia delPanimo, un suo traviamento, che pperd 2 assai mipliore della piatta normalith: « dellin- cantesime ¢ della magia si son trovate due ati [ls poesia ¢ la prosa arte], che costiruiscono un trav ‘mento dell'anima ¢ un inganno dell'opinione » *. IL celebre esempio di questo traviamento e « inganio » 2 quello della drammatica: «la tragedia.. coi suoi iti c le sue passioni provoce un inganno, in cui chi hha ingannato mostra miglior ingegno di chi non ha ingannsto c chi sl ® lastiato ingennare ® pid saggio di'chi non si lasciato,.. infatti solo chi non & insen- sibile si lascia vincere dal piacere delle parole » A differenza dei pitagoric, quindl, i quali si preoceu- pavano soprattutto di guatite anita e corpo, a Gor gia non imports af Ia normal della vin, ma Importe invoce il merwigono sreviaento operato Ia parola poetica, sia che ess0 serve a guatire, sin che eo sured rangle un « doles multe > (fos sin), Per oui Pesempio dela medina, pico lei pitagorici, viene ipreso da Gorgia, ma in questo ‘nuovo signifieato: « come alcuni farmaci eliminano dal corpo alcuni umori, altri altri, e certi strappeno alla malatia, alte alla ‘vita, cos) delle parole alcune affiggono, elt dilettano, altre attertiscono, altre di spongono chi ascolta in uno stato di ardimento, altre infine con efficace persuasione maligna avvelenano ¢ ammaliano anima 9“. ‘Accanto a questa problematica dell” poetica si svolge, vicinissima, quella della « persuasione » re toriea. Entrambi i concetti risalgono a un unico con. cetto generatore, quello della « psicagogia », ma poi se ne distaceano, seguendo ciascuno una sua propria vite: mentee cio Ia problematica dell’éxiim isols di © Vie, Poth. 110. © Helen Unters, © Fr 23 B Unies \ Holon, 4 neers pet sé il momento della persuasione, prescindendo de ali effetti sociali e pratici della persuasione stessa; uella della « persuasione » retorica, invece, miza al Pazione e allaspetto sociale e dialogico della parola Percid anche Ia « persuasione > retoriea & dad come la poesia; perd non 2, come quella, Ia malia che wuol trascinare Puomo fuori dalla reale!’a sognare intorno ad azioni che non sono reali (come & il caso della ‘agedia), benst & persuasione ad agire, a =¢ooonieiv rois Sve *, Per cui si pud dire che in Gorgia Poetica e retorica sono tra loro indisgiungbili e tut tavia distinguibili nelle loro problematica ‘Questa particolare struttura della « persuasione » ietorica in Gorgia conduce poi ad’ slcuni corolla in- teressanti. Cost il tipo di « inganno » da esse attuato sembra fosse stato per [ui diverso da quello della poesia: mentre Ia poesia fa credere allesistenza di ‘oggetti che non esistono, la « persuasione » retorica fa invece credere che le cose siano diverse da quelle che sono, a seconda degli intenti dellorstore*”. E, mentze in tema di poctica Gorgia ama insistere sul fine di « render partec passioni > (Bp réorew)*, in tema di setorica epli insiste piuttosto sul compito di « soggiogare » (Soviovy) gli altri at traverso la presentazione alterata della realed Entrambe le problematiche si riconducono poi, nelle loro redici, come s% detto, alldea della forza psicagogica del ¥4y0s, E nella dottrina psictgoica del Aéyos si riassumono tanto le caratteristiche dell’ éxéoy poetica quanto quelle della xt retorica. Questa sursma della dottsina poctica e retotica di Gorgia Ia si pud trovare nei §§ 89 dell'Encomio dé Elena: ‘cE ilviéyos un gran signore che con piccolissimo © Come gi nozeva A. Gancin, Die alte cByen prope sind ilve Gopher, « Hermes », XIX, 1897, p. 334 ile td * Cfe ls testimonianza platonica di Phzedr. 2686. & Cle Helen 9 © Cte Bist, Phieb, 58a 30 | impercettibile corpo compie opere divinissime. Infat- ti, 8 capace di far cessere il terrore, portar via il do- lore, ingenerare Ia gioia, alimentare Ja pietd... T suoi divini incantesimi sono epportatori di piacere, aspor- tatori di dolore. Accostandosi all’opinione dellsnima, iI suo potere incantatore la affascina, fa persuade, la tuavia € modifica con magica illusione » * 9. Le tecnica retorica di Gorgia Giuot cont determina il sgnfnto del con: ‘etto. gorgiano di « persuasione » rezorice, prime di ‘strinare la definisione gorgiana della retorica, sara utile uno sguardlo su quello che fu, praticamente, lin- segoamenc delle ua thon retoria. A questo piopo- sito due sono i documenti fondamentali che posse diamo: Ia suddivisione dei 26 nell’Encomio di Ele- nia ¢ Velenco delle figure retoriche gorgiane in Dio- doro. Nel § 13 dell’Encomio di Elena Gorgia suddivide i discorsi in tre gruppi fondamentali: 1) gli criti < meteorologi », cit gli scriti dei filosof naturalist 2) i discorsi pubblici dinanzi ai tribuneli nelle assem- ‘lee popolart (Svarputor Au Adqaw dyOvec); 3) le di pute filosofche (qtooépay hirer dyihhat), Prescin- endo dal primo gruppo che & sostanzialmente estra neo alla retorica, Gorgia ha qui ormai individuato, ‘ci due ultimé gruppi, f due poli fondamentali tra cui si aggirerd utes Ia retorica antica: da un lato Ia pra- tica givdiziasia, dallaltro Ja dialettica filosofica, An- cora nella Retorica avistotclca questi due interessi sa ranno i due fondamentali moventi della retorica, Se- nonché in Aristotele, e prima di lui gi in Platone, Pinteresse dialettico-retorico diverrd predominante sia nella definizione della retorica, sia nella teorizzezione della sua técnica © Trad, Rostamni in Us nuovo captelo ccc, p. 154 3 Distinti cosi i genesi di discorsi, Ia tecnica reto- ice gozglane distinse anche le fondamentali forme at- traverso cui Pelocuzione (88s) doveva cffettuare il compito delle retoric, indipendentemente dal. conte- rnuto. Esse sono le famose « figure » retoriche, le quali, secondo le testimonianza di Diodoro (XII, 53, 4), cerano per Gorgia parecchic, tra cui in particolare Van titesi,Visocolia, la parisasi, Vomoteleato. Tra esse fon- damentele era Fantites: essa riconduce infatti Pespres- sione retorica a une forms logica e quindi trasforma sostanzialmente la retorica in dialettica. Quello cio che, nell’ambito pit: vasto di un discorso contrapposto 2 un altro discorso, compivano le Antilogie protago- ee e le anonime Maddie: lo compie Vantites! nel Hambito it ristetio dellespresione verbal: cot a tun_periodo si contrappone un perfodo opposto, 0, telfinterno di uno stsio peiodo, un termine 2 con- tuapposto a un aliro, Abbiamo gia detto dellorigine pitagorice di questa figura retoriea; ¢ forse origini pi- {agotiche possono aver evuto anche le alire figure te toriche gorgiane. L’Untersteiner he visto in esse ad- dicieuura delle otiginasie formule magiche: « La sacra Hie magica dello tle sinconta co tigorisn Iogico di modo che le conseguenze tragiche di questo ven- gono annullatc della forza suasiva e ingannatrice di particolati atteggiamenti formali » ". 10. La definizione gorgiane della retorica Su queste basi si pod ben intendere la definition gorgiana della retorica quale ci & stata tramandata Lenunciazione pitt ampia si trova in Phutarco ": « la retorica 8 Tarte relativa ai discorsi, che he la sua forza nellessere artefice di una persuasione (ae.o% Squtoveyss) net dscorsi poitict intorno ad ogni argo: 2 soft, p. 247 9 Wale, Rhet. Gr, VIL, 33, 27 seg 32 segnamento; i suoi argomenti propri sono soprattutto intorno al gusto c allingiusto, al bene © al wale, al bello ¢ al brutto ». Questa definizione conservataci da Plutareo detiva sostanvialmente da due luoghi del Gor- aia platonico: da 453a, dove & detto appunto che per Gorgia In teorca& «neice dl persuasion > © de 4352, dove si aggiunge a questa prima carattcristica anche quella che questa persussione 2 « create convincimento € non di insegnamento » (mowitts, inn? os Bbanahs), La definizione gorgiane contiene danque in sé due clementi essenzial Vindicazione della « persuasione » come essenza della retotica la delineazione dei com- pito pursmente psicagogico © non sciemtifico delle re- torica. Del primo di questi clementi & difficile negare Vappartenenza ¢ Gorgia, pet quanto se ne posse rico- rnoscere, come fa il Nestle, Vorigine siciliana. Il se- condo elemento ? invece spesso sitenuto (Schmid, Untersteiner) un'aggiunte platonica, Qualora perd lo si riconduca al signifcato che la retorica non insegna tuna verita valida per sempre, beosl come, attraverso il precetto del xot0és, si possa adattare sempre il di- seorso alluditore con abilita quindi tecnica © non scientifica: allora anche il secondo elemento della de- finitione pud essere veramente attribuito a Gorgia, Il collegamento della definizione gorgiana con la teoria del smiods-& stato mostrato dal Rostagni attra- verso Ia concordanza di essa con Ie testimonianza di Dionisio di Alicarnasso, che asserisce che per Gorgi il ra106s retorico «2 da ottenersi non con Ia scienza in genere, ma con l'opinione » "sil che si ticonduce poi alle idee sopra esaminate della retorica siciliena 1a defintione gorgiana della retoriea ei conduce qui: di ad un ultimo elemento della sua dottrina retorica cob la riprese del concetto di »25s, di « oppottu- % Vom Myttor vam Logon p34 ™ De comp. verb, p. 45, Ome, ‘UsenerRadermacher, 33 rare ee ee ee ee ee Cote eee eee ee eee eee eee aa ee eee eee ee ee eee eee eet ee ee ee eee eee eee rita » retorica, adattata al tipo dell’ascoltatore € ai fini del parlatore E discutibile se sia da accettarsi la notivia di uno specifico seritto programmatico di Gorgia teal wo 5 ma certo il rugés avéva un’importanza fonds: mena nels daira st, ANS propio, questa sua tecnica egli andd famoso tra gli antichi ‘Xegli,cosi, mostrd che sapeva tutto e che avrebbe po- ‘tuto parlare su ogni argomento, afidandosi allopporta- nit». Al conceito di mui: andava poi congiunto quello del seénov, il « conveniente » nel senso della ‘congruenza delle parole col contenato ". Entrambi i ‘concetti passarono poi da Gorgia a Tsoctate, i quale riconobbe la pacernita gorgiana del principio di « non trasgredire Vopportunita » e di vatiare tutto il di scorso moerdvs0s™, ‘Questa particolare cura attribuita da Gorgia al Feloeuzione non meno che al contenuto fu quelle che ali valse Ie fama di aver mescolato Ia. prosa con la poesia. In effet presso gli antichi il oendtow fu rie fenuto sinonimo di prosa poetica: ancore Aristotele Jo intende cost "*. Se cid ® pur vero, questo perd non fu che un aspetto —come abbiamo visto — della re- toriea gorgiana. Giacché in Gorgia, accanto alla preoc- cupazione dellelocazione v2, non’ meno forte, quella del contenuto. Persino le principale delle forme reto- riche gorgiane delPelocuzione, Vantitesi, & fondata su di un valore logico prima ancora che espressivo, S'in- tende perc come agli cctht di Phong e Aristo tele Gorgia abbia potuto rappresentare In scieaza re- fovea nella un compless toulith come ate del er suadere sia attraverso la forme che attraverso il com tenuto. © Che. W. Sigs, Etbas, p. 1. % Punuosim, Vi. Soph. EL © Cle Punt, Gong. 5032! Pheedr, 2684, Teocx. Panes. 9 Conte soph. 16 sg Roos IIT, t, 140da 24 sep, a4 LA RETORICA IN PLATONE 1. La retorica come empiria nell’« Eutidemo > ¢ nel , Diverso era invece Pattegglaento di Gorgia: come abbiamo visto, egli inclndeva, tra ives deal doves. ere expen. treo quelli « meteorotogici », quanto quelli gindiziari, quan- {© quell flonolc © Ein migior prove della sus con vinzione dellmportanza del contenuto per la retorica era il fatto che egli stesso, che si proclamava retore ¢ non filosofo, avesse dedicato un’attenzione tut’altro che dilettantesca si problemi filosofici. Per Platone invece Ia retorica ha come. sua caratteristica non il ‘nyvbovaw, ma lo ovoxitay, cio® non la preoccupazione i conoscere i suoi argomenti, ma soltento quella di rggiungere il suo scopo pratico Tl Gorgia rappresenta il calmine della reazione platonica contro la retotica sofistica; © questo dilogo contribul non poco a gettare so di essa quel diseze dito che Ja coperse sia in gran parte del mondo an- tico, sia nella stesa storiografia moderna. Nonostante che’ Platone, come abbiamo deito, mosiri ii nello stesso Gorgia (¢ ancor pid lo mostrera nel Fedro) un interesse non superficiale per le retorica, wuttavia il Gorgia ha lanciato la formula della retorice sofistica come di una persuasione attuata da incompetenti; la qual formula sino # poco tempo fa. stata general rmente ripetuta. Soltanto gli studi pit: fecenti comin- ciano a svineolarsi da questo pregiudizio; ¢ sono al proposito da rieordare le opportune parole di B. Ri 5 Helen. 13. * Gort Ake a posati': « A parte tutto, io non sono riuscito mai a persuadermi, come, nonostante gli atteggiamenti po- lemici dei socratici, Paitivita culturale dei sofisti ab- bia cos eficacemente fermentato la nuova letteratura del mondo antico, dove la retorice s‘innest® nelledu- cazione liberale del cittedino, si, chiamd con Tsocrate “filosofia” ¢ divenne con Iui Parte del “ vivere” del" bello scrivere ”» 4, Nuovi aspetti della polemica antiretorica nel « Fe- dro. Come abbiamo detto, il Fedro rappresenta, tra i ialoghi della maturita platonies, quello che il Gorgia tat dialoghi giovanili:ciot il dialogo espressamente impegnato nella problematica retorica. Tutta Tultia parte del Fedro (2584279) 2 appunto dedicata alla retorica. E, come nel Gorgia, la parte pit vistose di essa 2 costituita dalla polemica antiretorica; senonché nel Fedro Ia polemica assume un aspetto ¢ un"impo- stazione nuova, che rispecchia sostancialmente una valutazione pit’ positiva della retorca La novith maggiore costituite della polemica anti- retorica del Fedro nei riguardi di quella del Gorgia & data dal fatto che, mentre nel Gorgia Platone po- lemizzava contro la retorica rout court, nel Fedvo in- vece il Socrate platonico intende polemizzare contro tuna retoric (Ia tetoties sofistiea), che non & in realtd quella vera, ma & solo une retoriea apparente, perehé Ia vera retoriea ® soltanto la dislettica, Queste ione risulta abbastanza chiaramente dalle parole i Socrate in 269b-c: «Non bisogna inquictarsi, ma in ulgere, se alcuni, inesperti della dialettcs, sono in- ‘eapaci di definire che cosa sia Ia retorica e, per questo fatto, possedendo invece le conoscenze che precedono necessariamente Tarte, son portati a credere di aver ° Problems di rtorea entice, p. 651. 2 scoperto Ia retorica, mentre credano, come se fosse impresa da nulla, che anche i loro discepoli debbano portare ad effetto nei loro discors il dire ciascuna cosa in forma persuasiva e il conferire armonia allinsie- me >. B evidente di qui che il Socrate platonico noo polemizza pit, come nel Gorgie, conto la retorica in generale, bens soltanro contto quella che & una re- forica apparente enon sostanzeie, Per questo, dopo che Soetate si & cost capresso, Fedo gli chiede come Si possa invece procuratsi «Tarte della effettive reto- rica ¢ della persussione » (269c-d). Percid wueta le polemica platonica del Fedro con. tro la retorien & una polemiea volta al raggiungimento i un isultato positivo: quello ciot di un vista, fnaiché i una eliminavione della retorica. L_antites! he gui Platone pone in primo piano non & pitt quella del Gorgia tra term, ¢ éurcigia, ma 2 piuttosto quella tua Papparenza e Pessenza, ua il sembrare © lesere i & clot una fala retorica che fa mostra di sapere cid che invece non s4; € vi & poi un’autentica reorien che sa davvero cid che mostra, Le revoriee contro eu gui Platone combatte ® quella di chi sostione « che non sia necessario, per chi vuol diventare oratore, di cercare di apprendere cid che 2 effetivamente giusto, bens cid che sembra tale alla maggioranza che ap: fo deve glade: ¢ aon eb ce ®efetivanente ono e bello, ma eid che sembra ale; poiehé de que- sto detiverebbe Ia persuasione © non dalla vetita» {259e-260a). Lesempio tipioo di questa revorice sp- parente & costituito da quello di chi convinea na persona, che non conosce la diferenea tra tn etino € un cavello, a comprare un asino pertuadendolo che il cavallo & appunto quella bestia che ha le oreechie pit lunghe (2606-). Ma, di fronte a questa polemica contro la fala retoriea, sta la definizione che della retorea qui of fe il Socrate platonico, la quale —a difference della defnizione del Gorgia—- apre la via @ una valutazione positiva: della vera zetorea:« Dunque, in. generale, a non @ forse Ie retorica una specie di atte di trascinare sli animi attraverso i discorsi non solo nei tribunali © in qualsivoglia assemblee, ina anche in discorsi pri vati tanto nelle piccole cose come nelle grandi © nn 2 forse maggiormente stimeta Ja giusta conoscenza juando sia diretia a cose impottanti anziché a cose ? » (26la). 5. Retorica e dialettica nel « Fedro ». La vga retorica, per Platone, non pud pitt ormai chiamarsi retorica, bens dialettica: senonché questa, dialetsica & congiunta da pid di un’analogia con Parte dei retori. I rapporti precisi tra dialettica e retorica sembrano indicati cos} *: « Se ritersd un uomo capace di considerare Puno ¢ i molti qui gener dd dietzo di come come a un dio”. che sono capaci di fare cid (Dio s2 se dico giusto 0 no) iho chiamati sinora dislettii. Quelliinvece che ban- no imparato da tc ¢ da Lisie, dimmi come si deve chiamazli. Non & forse proprio questa Parte dei scorsi pet cui Trasimaco ¢ gli altri sono ess stessi divenuti abili nel parlaze © per cui essi_rendono tali coloro che vogliano offtir loro dei doni come « dei re? », La retorica sembra quindi essere una storia di disletica profana, umene, una dialettca sub specie fnitudinis, Per questo alla domanda di Fedro se valga la pena di occuparsi ulteriormente di che cosa sia que- sta dialetsica umana, il Socrate platonico risponde che ‘occorre mette conto esaminare meglio che cosa sia ‘questa retoriea umana (2664) E, se si guarda pit alle sostenca che non alleppa renza della polemict, appare che per Platone la reto- rica umana non & riprovevole in blocco, ma & ripro. wevole sotto ell igre incu esa ignore ta di Tettica, Cio’ soltanto Ja dialertiea indica il duplice me- * Phaedr. 2666. 4 todo necessario ad ogni discorso: sintesi‘e anaisi, os sia induzione ¢ divisione. Con la sintesi si enucleano le nozioni disparate intorno a una sola idea ¢ si giunge cos) alla definizione dellssgomento; con Panalisi si divide idea € se ne considerano gli clementi costi- tut, «Prime di aver fatto Gib ton sa pestle costruite, per quanto & concesso da natura, il genere dei discorsi, né insegnaze nulla, né persuadere nulla » (27h), Tatto eid perd non significa un completo r- pudio della retorica {come nel Gorgia), ma soltanto la sua necessatia fondazione sulla dialettica, che ® poi la vera retorice, Una volta acquisita la diaettica, i di scorsi diventano non solo non siprovevoli, ma addi- ritura giovevoli: « Io penso che ci sia una maniera assai pitt bella di oocuparsi di queste cose se un uomo, servendosi della dialettica, e presa Panima adatta, v'im- pianti evi semi dei discorsi che sap- piano essere d'iuto @ se stessle a chi Ii a impiantas e che non restino senza frutti, bens) abbiano semi di cui possano nascere altri discorst in altre condizioni di spirito, ¢, cosi, sono adatti a rendere immortale aque! seme, facendo felice chi lo possiede, per quanto pity @ possibile all'uomo » (2760-2778). Ma non soltanto un fondamento metodologico Pla- tone richiede alla retorice, bens} anche un fondamento psicologico. Platone riconosce cio’, d’eccordo coi so- fist, Ia natura necessariamente sociale della retotica, E proprio per questo Ia ritiene impossibile senza una conoscenza adeguata della psiche umana: « Giacché la virth propria del discorso & quella di guidare le anime, occorze che chi aspira ad essere oratore seppia di quante specie @ Panima. Ce ne sono, dunque, pa- recchic © di diverse qualita, per cui alcuni uomiai sono di un modo, altri di un altro. E poiché eostoro sono differenti, anche nei discorsi vi sono altretrante forme, ciascuna col proprio carattere » (27ied). B cvidente Ta parentela di quest'esigenza platonica con Ja dottrina prima pitagosica e poi sofstica del x06: rerorico, Questa parentela dimostra ancora una volta 43 rar ee ee ee ee ee Cet ee eee ee eee ee eee eee eee eRe en eee ete ee ee eee eee te eee ee ee eee eet eee

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