ILSA
Insegnanti Italiano Lingua Seconda Associati
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italiano L2 in classe
RIFLESSIONI DOCUMENTAZIONE
Che cosa si nasconde dietro Uno sguardo sugli altri:
le “classi ponte”? la Francia
0
indice EDITORIALE pag.
MASSIMO MAGGINI 4
RIFLESSIONI
Che cosa si nasconde dietro le “classi ponte”? 8
DUCCIO DEMETRIO
ESPERIENZE/ATTIVITÀ
Una nuova proposta per la didattica delle lingue straniere 14
nella scuola elementare: il modello Langopolis
GIUSEPPE NUCCETELLI E ANDREA VILLARINI
DOCUMENTAZIONE
Uno sguardo sugli altri: la Francia 27
CAMILLA SALVI
RISORSE IN RETE
MASSIMO MAGGINI 29
APPUNTAMENTI
30
Per informazioni:
http://associazioni.comune.firenze.it/ilsa
ilsafir@libero.it
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abstract
L T
a rivista ILSA Italiano L2 in his first issue of ILSA Italiano L2
classe propone in questo numero in Classe presents a number
di apertura un percorso fra teoria of articles both theoretical
e prassi didattica particolarmente and practical which address
rivolto alle problematiche the questions related to teaching
inerenti l’insegnamento Italian in public schools.
dell’italiano nella scuola dell’obbligo. In the section devoted to Riflessioni, one of the
Nella sezione dedicata alle Riflessioni viene most discussed topics at the present is analyzed;
esposta un’analisi teorica di uno dei temi then Esperienze/Attività offers more practical
attualmente più discussi; la parte insight and two didactic experiences conceived
di Esperienze/Attività entra invece più with and for real students.
nella prassi didattica e offre quindi Finally Documentazione and Risorse in Rete are
due contributi didattici elaborati quick tools for readers who want to have a better
sulla scorta di esperienze sul campo. knowledge of the previously discussed topics.
La Documentazione e le Risorse in Rete
infine puntano a fornire agili strumenti
di approfondimento delle conoscenze attinenti
agli argomenti trattati nelle pagine precedenti.
Ada Bertini, specialista in multimedialità e didattica Andrea Villarini, professore associato di Didattica
delle lingue. In qualità di Adjunct Professor presso delle lingue moderne presso l’Università per Stranieri
la “John Cabot University” di Roma insegna Italiano di Siena, dove dirige anche la Scuola
come L2/LS a studenti angloamericani; come di Specializzazione in Didattica dell’Italiano
consulente per l’intercultura collabora con alcuni come Lingua Straniera
istituti scolastici di Roma (villarini@unistrasi.it).
(abertini@johncabot.edu).
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editoriale
DIMASSIMO MAGGINI
PRESIDENTE ILSA
UNIVERSITÀ PER STRANIERI, SIENA
L’associazione ILSA ha intrapreso una nuova avventura con il Un’altra sezione, non presente nella precedente versione del-
primo numero del 2009 della sua rivista: una nuova collabo- la rivista, è quella denominata “Documentazione” che offre ai
razione editoriale con Le Monnier Italiano per stranieri che lettori una documentazione aggiornata su aspetti riguardanti
costituisce l’occasione per ridisegnarne l’articolazione grafica gli altri paesi, le altre lingue e culture. Ad esempio, in questo
e contenutistica. Pertanto “ILSA – Italiano a stranieri” ora de- primo numero la sezione ospita delle informazioni concer-
nominata ILSA Italiano L2 in classe si presenta come rivista nenti le modalità di inserimento nel sistema scolastico fran-
quadrimestrale sotto una nuova veste grafica e risulta arti- cese degli alunni e alunne stranieri.
colata nelle seguenti sezioni: una sezione denominata “Ri- Un’altra sezione, “Risorse in rete”, anche questa non pre-
flessioni” che ospita i contributi a carattere teorico-pratico sente nelle precedenti edizioni della rivista, vuole offrire ai
su questioni di pedagogia linguistica inerenti l’apprendi- lettori un possibile percorso di risorse web per approfondi-
mento/insegnamento dell’italiano L2 a diverse tipologie di re meglio i contenuti che ogni numero della rivista propone.
apprendenti stranieri, una sezione “Esperienze/Attività” che L’ultima sezione, “Appuntamenti”, termina il percorso di
presenta sia le esperienze più significative maturate nel- lettura da noi proposto.
l’ambito dell’insegnamento linguistico ad apprendenti stra- Questo primo numero del 2009 è interamente dedicato al-
nieri, sia le attività didattiche più originali sperimentate nel- la scuola italiana, al problema dell’inserimento degli alunni
l’insegnamento dell’italiano L2. In questa sezione particola- e delle alunne straniere nelle sue classi.
re attenzione avranno le strategie didattiche impiegate nel- Il contributo di apertura nella sezione “Riflessioni” è ad ope-
l’insegnamento linguistico. ra di Duccio Demetrio, noto pedagogista italiano dell’Uni-
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versità degli Studi di Milano-Bicocca. Lo spunto di questa pedagogiche più avanzate improntate alla “didattica auto-
riflessione è costituito dalla mozione parlamentare del ca- biografica”. Demetrio spiega ai lettori esaurientemente i ca-
pogruppo della Lega, onorevole Cota, sull’istituzione delle ratteri e i principi dell’approccio autobiografico, che è stato
cosiddette “classi di inserimento”, in una versione prece- anche il tema di una sua apprezzata relazione al convegno
dente denominate “classi ponte”, per gli alunni stranieri del- annuale dell’ILSA che si è tenuto a Firenze nell’autunno
la scuola italiana, presentata nell’ottobre 2008 alla Camera 2008.
dei Deputati. La sezione “Esperienze/ Attività” ospita un interessante con-
Demetrio coglie un aspetto importante della mozione leghi- tributo di Giuseppe Nuccetelli e Andrea Villarini relativo
sta: non si tratta semplicemente di confutare un dispositivo all’illustrazione di un nuovo materiale didattico, denomina-
tecnico procedurale relativo all’inserimento di studenti non
italofoni nell’organizzazione scolastica italiana, ma di mette-
re in discussione i principi pedagogici, culturali più ampi,
insiti in tale iniziativa parlamentare. L’articolo offre ai letto-
ri proprio una disamina attenta dei presupposti culturali
della mozione Cota, che fa terra bruciata di ogni possibile
esperienza scolastica precedente nel campo interculturale.
Questo è forse, a detta di chi scrive, uno degli aspetti più
preoccupanti: l’assoluta ignoranza, voluta o meno, di quel
patrimonio prezioso di esperienze maturate nel campo del
dialogo interculturale, del sostegno e dell’accoglienza degli
alunni stranieri nella scuola italiana. Demetrio focalizza la
sua analisi critica sulla concezione separatista insita nelle
modalità di inserimento degli apprendenti stranieri suggeri-
te dalla mozione leghista.
Questi rilievi critici sono anche l’occasione per ribadire una
diversa concezione pedagogica, ispirata a “una concezione
dell’educazione improntata ad apertura, liberalità, consapevo-
lezza in merito al presente e al futuro di una società irreversi-
bilmente multiculturale e plurietnica, cui bambini, bambine
e ragazzi di qualsiasi origine già appartengono”.
Fra i tanti aspetti negativi di questa proposta parlamentare,
sottolineati nell’articolo, ci paiono degni di attenzione alcu-
ni elementi riconducibili agli effetti deleteri causati sui ge-
nitori stranieri: il tentativo di scoraggiarli nel pretendere lo
stesso trattamento educativo per i loro figli e il consolida-
mento di atteggiamenti separatisti presenti in alcune fami-
glie immigrate. Una parte del contributo di Demetrio è ri-
servata all’illustrazione della “via italiana” all’accoglienza, in
cui si citano alcuni provvedimenti legislativi che hanno fat- to Langopolis, destinato all’insegnamento/apprendimento di
to del nostro paese per un certo periodo un paese all’avan- italiano, francese, sloveno e tedesco nelle classi finali del ci-
guardia in merito alle prassi adottate per l’inserimento sco- clo elementare. L’aspetto innovativo di tale materiale ci pa-
lastico di allievi stranieri. re rappresentato dalla rottura con il tradizionale strumento
L’ultima parte dell’articolo è dedicata ad un aspetto che sta didattico del libro cartaceo. Come gli autori sottolineano,
particolarmente a cuore all’autore, cioè la ricaduta negativa Langopolis opera una frattura con l’idea dell’apprendimento
dell’istituzione delle classi di inserimento sulle esperienze sequenziale, idea che presuppone che “l’apprendimento pos-
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sa essere progressivo, lineare, ordinato”. Il percorso didattico vi non un elemento di disturbo, ma invece un elemento di
proposto fa riferimento invece ad un’altra concezione di ap- sostegno al progredire della competenza linguistica.
prendimento linguistico, ad un apprendimento linguistico Il secondo contributo della sezione “Esperienze/Attività” pro-
“aperto, variabile e irriducibilmente creativo”. La natura del viene da un’insegnante, Ada Bertini, che ci fa conoscere delle
materiale didattico ideato è multimediale, in quanto utiliz- attività didattiche sperimentate in due fasi, la prima a soste-
za e integra vari media. gno di un piccolo gruppo di studenti maghrebini di una scuo-
Dal punto di vista metodologico Langopolis evidenzia lo svi- la media statale di Roma, la seconda in un corso post-elemen-
luppo della competenza lessicale, ma non si limita a questa tare con una classe di studenti universitari della John Cabot
prospettiva glottodidattica, bensì intende integrarla con al- University di Roma.
tri approcci metodologici. Quindi due contesti d’insegnamento profondamente diversi
Il modello glottodidattico a cui si ispira il materiale didatti- ma con risultati analoghi, secondo la sperimentatrice. La
co fa esplicito riferimento al modello di competenza lingui- proposta didattica elaborata si prefiggeva obiettivi differen-
stico/comunicativa del Quadro Comune Europeo di riferi- ziati: a livello referenziale, a livello morfo-sintattico e a livel-
mento per le lingue, adattato e rivisitato secondo le esigen- lo fonetico.
ze specifiche degli autori. Il livello di competenza linguistica delle due classi era A2-
Il livello di competenza linguistica su cui sono state proget- B1(secondo le denominazioni per i livelli comuni di compe-
tate le attività didattiche di Langopolis è quello di contatto tenza adottate dal Quadro Comune Europeo di riferimento
(A1). Aspetto non trascurabile del modello glottodidattico per le lingue) per gli studenti maghrebini di 12-13 anni e A2
proposto è quello di considerare la lingua madre degli allie- per gli studenti anglofoni di 18-20 anni. Altro aspetto im-
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portante da considerare in questa esperienza è quello che applicate con successo anche ad un altro pubblico di ap-
per gli studenti maghrebini della scuola media romana si è prendenti purché si tengano in considerazione “il grado di
trattato di apprendimento dell’italiano come lingua seconda interesse che le attività stesse sono in grado di generare, il per-
perché verificato nel paese ospite di residenza mentre per corso didattico che si vuole seguire e gli obiettivi che ci si pre-
gli studenti americani si è trattato di apprendimento dell’i- figge di raggiungere”.
taliano come lingua straniera. La sezione “Documentazione” redatta da Camilla Salvi offre
Sono state sperimentate tre unità di apprendimento, un’u- agli insegnanti un’utile panoramica su come vengono inse-
nità di un’ora circa dedicata all’esercitazione fonologica, due riti nella scuola francese gli alunni stranieri.
unità di apprendimento di un’ora e mezzo ciascuna mirate a Nei prossimi numeri della rivista seguiranno altre note
sviluppare la funzione referenziale e a rinforzare l’uso del informative su come avvenga in ambito europeo l’inseri-
passato prossimo. mento scolastico di apprendenti stranieri. Da tale confron-
Bertini ci descrive esaurientemente gli strumenti utilizzati to gli insegnanti potranno rilevare tutti quegli elementi uti-
(computer, video, audio) e le attività sviluppate per ogni li per rafforzare il nostro progetto italiano di accoglienza e
unità di apprendimento. per indebolire tutte quelle proposte “separatiste” che in am-
Secondo l’insegnante che ha sperimentato queste attività, bito italiano purtroppo sono fiorite.
esse hanno avuto successo con entrambi i pubblici, pur in La sezione denominata “Risorse in rete”, realizzata da chi
contesti diversi, perché l’uso del computer e del video le scrive, è dedicata a tutte quelle risorse web che i lettori po-
hanno rese più motivanti e la tecnica ludica adottata si è ri- trebbero esplorare per approfondire meglio i contenuti del-
velata ugualmente stimolante per i due gruppi di appren- le sezioni precedenti.
denti. L’ultima sezione “Appuntamenti” è dedicata all’informazione
Bertini nelle sue conclusioni sottolinea come delle attività sui principali eventi legati all’insegnamento delle lingue stra-
pensate per un pubblico di discenti preciso possano essere niere: convegni, seminari, presentazioni di manuali e saggi.
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RIFLESSIONI 8
Che cosa
si nasconde dietro
le “classi ponte”?
DI DUCCIO DEMETRIO
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA
9 RIFLESSIONI
ne (più che di parte e faziose, riconducibili a valori Nella separazione istituzionalizzata dai coetanei italia-
universali da difendere per sé e per gli altri) debbono ni o stranieri già capaci? Entro “camere di compensa-
ribadire il ruolo educativo della scuola, i suoi doveri zione” evocatrici di un periodo di quarantena? Quan-
formativi in merito alla difesa e alla diffusione di una do basterebbe consolidare il patrimonio più che de-
comune cultura democratica. Tanto verso di noi, in ve- cennale di esperienze che hanno affrontato il proble-
ste di nativi spesso all’oscuro dei nostri doveri costitu- ma degli inevitabili dislivelli di abilità in lingua 2, sen-
zionali, quanto verso chiunque giunga za riesumare dal passato la dizione “classi
nel nostro Paese o vi nasca recando con Perché mai speciali”. Terminologia che il documento
sé lingua e tradizioni genitoriali. Inevita- evita di riproporre, cancellata ufficial-
bilmente già influenzato da altre tradi-
l’abilitazione mente dalla legge, nelle quali però finiro-
zioni e modalità di convivenza. Spesso indispensabile no durante il boom economico migliaia e
all’oscuro di libertà, doveri, possibilità a proseguire migliaia di piccoli immigrati, figli e figlie
che, per noi, sono un lascito e una ricon- delle migrazioni interne e non solo porta-
quista quotidiana. negli studi in una tori di handicap. Senza giri di parole, tali
La proposta governativa, come è stato classe normale classi, già ribattezzate bridging, destinate
subito evidente, non rappresenta perciò
soltanto un dispositivo tecnico-procedu-
dovrebbe avvenire soltanto agli stranieri, le si denomini pu-
re spazi di recupero, di accelerazione, di
rale volto ad inserire nel sistema di istru- quasi adattamento, di “inserimento”, “non ordi-
zione chi non parli affatto la nostra lin- “a porte chiuse”? narie”, rinvierebbero pur sempre a quel
gua o la possegga e scriva ancora troppo modello estinto. Pur essendo ancora la-
debolmente. In ogni caso perché mai l’abilitazione in- cunosi e già opinabili alcuni criteri di ingresso e di
dispensabile a proseguire negli studi in una classe nor- uscita (fra cui: la tipologia dei test, il numero dei fre-
male, nell’auspicio che tale evento non sia reversibile quentanti, il tempo settimanale e la durata complessi-
e cioè che i meno capaci tornino a ritroso sul “ponte” va di tale ambito di apprendimento, l’innalzarsi ad un
non varcato, dovrebbe avvenire quasi “a porte chiuse”? certo punto dell’anno nell’auspicato rientro nella nor-
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RIFLESSIONI 10
malità degli alunni in classe, ecc.), essi non potrebbe- dell’offerta e della domanda di forza lavoro sul piano
ro che rispondere ad una concezione separatista del internazionale, va garantita ad ogni buon conto
modo di affrontare la questione. Come se anche per la un’istruzione della stessa dignità. Sempre che la Costi-
scuola dovesse valere il criterio di rego- tuzione Repubblicana continui a costi-
lamentazione giuridica degli accessi e Per fare una buona tuire il documento per eccellenza diri-
delle liste di attesa, che va sotto la ben
nota denominazione di “quote” degli in-
didattica occorre mente di ogni controversia. Provvedendo
a dotarla, dove necessario, di forme di so-
gressi. Infatti chi si presentasse alle por- riconoscersi stegno e di incentivazione, che però non
te di un istituto dopo il 31 dicembre non in una concezione si prefiggano di accrescere separazioni,
potrebbe mai essere inserito nelle classi diversità, penalità già presenti nell’ordi-
ordinarie e c’è da credere che si verreb- dell’educazione narietà quotidiana dell’attuale difficile
bero a creare delle vere e proprie corsie improntata ad convivenza. Ma che, piuttosto, sappiano
parallele per i ritardatari e per i più svan-
taggiati.
apertura, liberalità, accrescere le opportunità e le occasioni
di contatto e di interazione linguistico-
Nonostante ogni maldestro tentativo di consapevolezza culturale: dove i diversi livelli di scolariz-
negarlo, quanto avanzato, costituisce la zazione possano rivelarsi il fattore di me-
dimostrazione più evidente che intervenire in materia diazione più efficace e insostituibile. Ciò significa
di immigrazione, solleverà ancora per molto tempo al- però avanzare, giova giocoforza ribadirlo, opzioni e opi-
larmismi, paure e fantasmi capaci di coinvolgere an- nioni non riducibili ai soli provvedimenti tecnico-di-
dattici, come se essi fossero esenti da
qualsiasi interferenza di altra matrice.
Falsamente asettici e non invece veico-
latori di modelli comportamentali, di
atteggiamenti mentali e non solo; le cui
conseguenze nelle storie di chi diven-
terà adulto e italofono con un passato
“speciale” o normale, potranno essere
osservate soltanto nel lungo periodo.
Insomma, in questo caso, per fare una
buona didattica – non solo linguistica –
occorre riconoscersi in una concezione
dell’educazione improntata ad apertura,
liberalità, consapevolezza in merito al
presente e al futuro di una società irre-
versibilmente multiculturale e pluriet-
nica, cui bambini, bambine e ragazzi di
qualsiasi origine già appartengono. In-
segnare l’italiano, e qualsiasi altra lin-
gua, significa insegnare molto di più
anche in ragione degli stili di lavoro in-
tegrati o viceversa differenziali che si
intendano adottare nel proporre, oltre
alle nozioni disciplinari da apprendere,
modelli di vita e di convivenza attraver-
so le modalità di essere, fare, stare in-
sieme oppure no. E inoltre volte a valo-
che le componenti più fragili e in completa balia delle rizzare, ascoltare, stimare una storia culturale prece-
nostre scelte dei molti mondi migranti. Rispetto ai dente (anche linguistica, narrativa, cognitiva) o, vice-
quali c’è ancora, e non solo a livello di opinione poco versa, subito facendola apparire negativa, distorta, in-
informata, chi si ostina a ritenerli transeunti e ad au- feriore.
spicarne tutta la emergenzialità. Ben al di là dunque della questione specifica, le rea-
Ai figli della migrazione, ma nondimeno ai loro padri e zioni e le discussioni cui i media, almeno nei giorni im-
madri, a chiunque decida di eleggerci a terra di transi- mediatamente successivi, hanno dato un inusuale spa-
to o di permanenza definitiva, e quale ne sia la natura, zio, sono valse almeno a riattizzare le braci, quasi
temporanea, ovvero fisiologica alla attuale caoticità spentesi, di argomenti che sembrava stessero perden-
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11 RIFLESSIONI
do la loro spinta propulsiva sul piano ideale. Nei cui ta meno la capacità – recepita ministerialmente – di
confronti, ripetutamente, sono e sono state avanzate accompagnare i principi alla concretezza di fatti didat-
da chi esprime un’esplicita e aggressiva avversione ver- tici concreti che si sono chiamati: interventi di facili-
so tutto ciò che orienti e faciliti l’integrazione, accuse tazione collaterali (volti ad aiutare nel più rapido ap-
di carattere ideologico. Non a caso, il documento Co- prendimento della nostra lingua degli alunni neoarri-
ta nella sua premessa accusa di “ideologismo intercul- vati), che però mai hanno messo in dubbio il principio
turale” i pronunciamenti dei passati governi di centro- della classe per tutti. Principi che sono riassumibili al-
sinistra in materia; sottacendo tuttavia quanto il testo meno in tre “no” recisi e perentori: nessuna discrimi-
“Linee guida per l’accoglienza degli alunni stranieri” nazione, nessuna ghettizzazione, nessuna omologazio-
congedato dalla Ministra Letizia Moratti nel febbraio ne delle diversità ad una cultura unica. Le reazioni
del 2006, attinga non poco a tali principi. Senz’altro pubbliche – del mondo dell’istruzione, delle opposi-
indispensabili, quando si intenda assegnare all’istru- zioni, di una parte del movimento degli studenti – co-
zione pubblica un ruolo ben più importante di quello me è noto, si sono inserite fra l’altro in un momento di
meramente funzionale all’esercizio dello studio e alla grande tensione per le sorti della scuola primaria. Tut-
efficienza dei processi di insegnamento e di apprendi- ta l’enfasi ministeriale profusa a favore del ripristino
mento. del “maestro/a unico/a” (e come è noto dopo le criti-
che riconsiderata dalla parte proponente), non ha rap-
2. L’ ossimoro della “ discriminazione positiva” presentato del resto che un avamposto più generale al-
Le “classi ponte” (dizione poi sostituita nella redazio- la proposta leghista. Nella quale leggiamo un’idea di
ne finale del documento dalla voce “classi di inseri- “discriminazione transitoria positiva” (un ossimoro di
mento”) sono perciò divenute da un lato un messaggio origine anglofona di rara ambiguità) che varrebbe a
simbolico e un progetto operativo volto a tranquillizza- non penalizzare né gli studenti italiani, né i piccoli im-
re chi non possa o voglia spostare i propri figli verso migrati o qui nativi – quindi italiani a tutti gli effetti.
scuole a minor densità multiculturale; dall’altro, si Ma è la parola discriminazione a dover essere messa in
tende a scoraggiare gli stessi genitori stranieri a voler stato di aperta denuncia. Se in un recente passato, si
pretendere quello di cui non avrebbero diritto e cioè discusse se adottare forme volte ad assimilare (a non
una parità di trattamento educativo per i tener conto delle differenze) o viceversa
loro figli. Inducendoli, fra l’altro, a guar- Mentre in altre di integrazione (a tenerne conto pur nella
dare alle strutture private, connotate da nazioni si va prospettiva di privilegiare le azioni volte a
espliciti orientamenti religiosi, a consoli- facilitare l’inserimento nel nuovo paese),
dare atteggiamenti separatisti presso le facendo marcia oggi l’uso inquietante di questo termine –
famiglie immigrate più impermeabili es- indietro rispetto ben oltre ogni addolcente sua “positività”–
se stesse ad ogni dialogo con la nostra
cultura. Inoltre, il sostegno subito di-
alle classi separate, diviene emblema di un’avversione senza
mezzi termini, verso chi sempre più abi-
chiarato verso il provvedimento, da parte l’Italia che fino terà le nostre scuole.
della Ministra Gelmini, la cura con cui si ad ora è stata
evita di citare la stessa parola intercultu- 3. La spontaneità narrativa minacciata:
ra, non hanno fatto altro che accrescere all’avanguardia crisi dell’approccio autobiografico
le preoccupazioni di chiunque avesse ed rischia In sintesi, le classi di inserimento per gli
abbia ancora a cuore taluni principi in- alunni stranieri che non si mostrassero in
terculturali fondamentali. I quali, da
di regredire grado di rispondere a test atti a reputarli
vent’anni almeno, hanno ispirato una “via italiana” al- idonei ad accedere alle classi comuni, transitorie o di
l’accoglienza (vedi il testo ministeriale dell’ottobre breve durata, qualora proseguissero il loro iter scolasti-
2007), all’inizio rammentata cui l’Europa di recente co, non si rivelerebbero altro che:
sempre più ha guardato con interesse, dopo i reiterati - luoghi ghetto annunciati, additati dai bambini italia-
interventi che hanno sovente compromesso i processi ni e dagli stranieri più capaci come ambiti di esplicita
di integrazione, nonché contrari ai principi universali esclusione rispetto alla normale quotidianità didattica.
di cui si è detto. Nei quali, prima ancora del sottoporsi dei neoarrivati
Mentre in altre nazioni si va facendo marcia indietro o meno ai test di profitto, si attuerebbe una discrimi-
rispetto alle classi separate, l’Italia che fino ad ora è nazione anticipata; inoltre, si rivelerebbero privati di
stata all’avanguardia delle prassi migliori di inserimen- ogni spontanea emulazione e competizione (forse che
to (si vedano già le circolari 301 del 1989 e 205 del non si vuole assistere alla superiorità dei non autocto-
1990), rischia pertanto di regredire qualora tali opzio- ni? Al loro eccellere in alcuni campi disciplinari?);
ni si traducessero in norme cogenti. Non dobbiamo di- - strumenti induttori di immagini e rappresentazioni di
menticare che in vent’anni di “via italiana” mai è venu- sé negative: il percepirsi fin dall’inizio isolati dai coe-
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RIFLESSIONI 12
tanei, non può infatti che indurre nei più fragili, in chi dere dall’esercizio corretto del dire, del capire, dell’im-
più è stato traumatizzato ed offeso dall’esodo migrato- parare letterale e corretto.
rio, sentimenti di disistima e di isolamento come de- A tal proposito, infine, non dobbiamo dimenticare che
stino; le esperienze migliori e avanzate condotte in questi
- metodi antipedagogici negatori del diritto universale anni nelle classi multietniche – non solo ai primi livel-
di stare insieme ai propri coetanei per imparare reci- li di integrazione – hanno saputo privilegiare un meto-
procamente, soprattutto l’italiano, che come ogni lin- do didattico di esplicito valore educativo, costituito
gua esige venga appreso in ambienti naturali anche sul dall’approccio narrativo e autobiografico in più situa-
piano del contatto interattivo ed emotivo oltre che co- zioni adottato1. L’attenzione mostrata da una miriade
gnitivo. Ma nondimeno ad assimilare stili e posture di insegnanti per le risorse narrative personali, per il
narrative comprensibili – e ricomunicabili – a prescin- racconto della propria autobiografia, per la memoria
Il Kit didattico per insegnare allegato alla guida offre strumenti e contenuti
per Lavagna Interattiva Multimediale utilizzabili anche senza questo strumento.
Per informazioni: Servizio clienti Mondadori Education
email: servizioclienti.edu@mondadorieducation.it - Tel. 199122171
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13 RIFLESSIONI
delle storie appartenenti alle proprie tradizioni allocto- ze incontrate, alla rievocazione poetica, alla ricerca di si-
ne, oltre a rappresentare una via esemplare ed estre- gnificati, ecc.). Queste svolgono una funzione educati-
mamente feconda, ha mostrato di saper concretizzare va di riflesso (eco) quando nel passato si tenti di capire,
i principi su richiamati. Si tratta di una modalità che organizzare, progettare il presente. Al contempo tutto
facilita il contatto e la conoscenza reciproca, anche ciò – se condotto con sistematicità e con l’intento di svi-
avendo a disposizione poche abilità discorsive e di luppare “intelligenza autobiografica” – (l’intelligenza di
comprensione necessarie ad entrare in comunicazione capire per il tramite del meglio capirsi) – stimola un
con chi ci sia ancora sconosciuto. È, se condotta con maggiore “amore di sé” che conosce variazioni osserva-
rigore, una metodologia che si prefigge di risvegliare il bili a seconda dell’età di chi si racconta. Ogni bambino,
desiderio di apprendere a partire dall’in- nel parlare della propria storia, si autoper-
dagine retrospettiva di quel che si è vissu- Qualora la linea cepisce imparando ad autostimare quel
to (visto, ascoltato, sentito, inventato, pro- governativa che la sua mente, la sua lingua d’origine e
dotto, ecc. nel corso del proprio tempo, la nuova, gli consentono di fare con la pro-
lungo o breve esso sia) e che ha impegna- annunciata dovesse pria vita. Rifamiliarizzarsi con una memo-
to la mente e gli affetti; poiché – ormai è affermarsi ria ferita, con la propria storia ancorché
risaputo – l’oblio ha meno possibilità di risulterebbe maltrattata, diventa quindi una precondi-
metterci in scacco, di ostacolare l’aspira- zione psicologica fondamentale di reazio-
zione al futuro, laddove si sia stabilita prevalente ne al trauma per incoraggiare apprendi-
un’alleanza naturale, casuale o architetta- il modello menti e il desiderio di emergere nonostan-
ta apposta tra l’intelligenza emotiva e te le crisi esistenziali attraversate diretta-
quella cognitiva. Il lavoro sulle storie di di insegnamento mente o delle quali si sia stati inevitabili
vita come incontro-confronto tra diffe- soltanto scolastico spettatori.
renze culturali, perciò, non costituisce
più un itinerario di indagine sulle crono-
ed efficientistico Ebbene, qualora la linea governativa an-
nunciata dovesse affermarsi, anche que-
logie, le stagioni della vita, i ricordi più significativi (o sta cruciale prospettiva ne sarebbe non poco minac-
non più soltanto questo). ciata; per la ragione che risulterebbe prevalente il
La didattica autobiografica si prefigge comunque sco- modello di insegnamento di una lingua diversa dalla
pi prevalenti di carattere cognitivistico funzionali al- propria, soltanto scolastico ed efficientistico. Dove la
l’apprendimento migliore sia della propria lingua, sia spontaneità interattiva, il gioco degli scambi, dei pre-
di un nuovo idioma. Rispetto ai quali, chiunque si rac- stiti e dei debiti a livello di storie, fiabe, leggende,
conti, fa lavorare la propria mente e le emozioni, onni- ecc. ne risulterebbero alquanto penalizzati. Per non
presenti quando si rivada al proprio passato, e ritrova accennare al fatto che riducendo la presenza dei pic-
il senso di ciò che ha significato l’aver imparato dall’e- coli immigrati (già denominati NAI: neoarrivati in
sperienza, dalle diverse circostanze della vita, da se Italia) nelle classi normali dislocandoli in sezioni
stessi come esploratori del mondo e delle narrazioni apartheid delle scuole, l’ascolto di storie lontane, la
altrui. Dal momento che il ricordare è produzione di curiosità come risorsa educativa, il rispetto della lin-
racconto (e quindi di pensiero narrativo) nel corso del gua narrante degli altri subirebbero una inevitabile
quale, in solitudine o discorsivamente con altri, ci si riduzione di attenzione pedagogica. In ragione di
avvede in una sorta di “teleologia retrospettiva” che è un’idea vincente di scuola tutta strumentale alla
la propria mente ad aver elaborato, secreto, suturato produttività, come le classi ponte o di inserimento
insieme (sintetizzato) innumerevoli insegnamenti. sembrerebbero inequivocabilmente indicare.
“Fare autobiografia” è però non soltanto un “far memo-
ria”, ma una vera riattivazione di abilità apprenditive ne-
cessarie alla rimemorazione (dall’analisi dei fatti, alla
1 Per un approfondimento: D. Demetrio, G. Favaro, Per una didat-
classificazione degli accadimenti; dalla intuizione di al- tica interculturale. Milano, Franco Angeli, 2003; G. Favaro, L. Luatti
cune possibili spiegazioni attribuite a figure e circostan- (a cura di), Intercultura dalla A alla Z. Milano, Franco Angeli, 2004
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ESPERIENZE/ATTIVITÀ 14
15 ESPERIENZE/ATTIVITÀ
esistenti sia per quanto riguarda le lingue target che al- degli strumenti linguistici necessari, la topografia di
tre lingue, in particolare l’inglese. A partire da questa base della polis (plasticamente rappresentata nella
ricognizione, ICoN ha incaricato chi scrive di presen- plancia del gioco) in quella di una urbs della propria
tare ai partner una proposta di modello didattico e di fantasia e dei propri desideri. Possono così nascere vil-
2
struttura del corso di italiano . laggi del passato o del futuro, extraterre-
Il partenariato ha, in seguito, esaminato e Langopolis stri o animali, ecc., abitati dai bambini
recepito le proposte, decidendo di assu- stessi attraverso degli avatar che rappre-
mere il corso di italiano come base per lo è un materiale sentano il loro alter ego nel piano dell’im-
sviluppo – attraverso un complesso pro- didattico maginario.
cesso di adattamento – dei corsi per le al- La progressiva costruzione di questi mon-
tre lingue target. per l’insegnamento/ di può, inoltre, essere condivisa tra tutti i
Un segmento del percorso – limitato ma apprendimento gruppi che, nel mondo, “giocano” a Lan-
adeguato per testare la validità del model- gopolis, attraverso strumenti web based
lo – costruito per la lingua italiana è sta-
delle lingue appositamente predisposti.
to poi sperimentato in due contesti diffe- straniere che assume Il gioco, dunque, non entra nel modello
renziati, ognuno a suo modo molto signi- fino in fondo soltanto come elemento metodologico
ficativo, come vedremo più sotto. I risul- funzionale alla dinamizzazione delle atti-
tati della sperimentazione sono stati più i presupposti vità didattiche, bensì delinea l’orizzonte
che confortanti e permettono di ritenere dell’approccio ludico di fondo entro il quale le attività didatti-
che Langopolis, oggi, sia una realtà. che acquisiscono senso e per il quale di-
Quali sono le caratteristiche di fondo che distinguono vengono esse stesse funzionali. Il risultato auspicato è
Langopolis nell’attuale panorama glottodidattico ed quello di creare negli apprendenti un livello di motiva-
editoriale? Vedremo a seguire le premesse teoriche e i zione e di attivazione tale da generare un tipo di impli-
dettagli strutturali dell’opera, ma è forse importante cazione non comparabile a quello degli scenari con-
evidenziare da subito alcuni aspetti di fondo. sueti di insegnamento/apprendimento.
Langopolis è un materiale didattico per
l’insegnamento/apprendimento delle
lingue straniere che assume fino in
fondo i presupposti dell’approccio ludi-
co, fino a presentarsi nella forma gene-
rale di gioco, a partire dal suo aspetto
esteriore: una scatola immaginata sul
modello di quella dei giochi da tavolo,
destinata alla classe e non al singolo
apprendente.
L’obiettivo generale del gioco coincide
con la costruzione, in L2, di un mondo
virtuale, un villaggio fantastico: ogni
classe, o gruppo di apprendenti, ha la
possibilità di trasformare e ampliare,
attraverso la progressiva acquisizione
ESPERIENZE/ATTIVITÀ 16
2. Il modello glottodidattico: premesse far pesare sugli allievi il fatto di essere immersi in un
Il modello che è alla base di Langopolis si fonda su al- compito di apprendimento difficile qual è quello di
cune caratteristiche glottodidattiche che qui svolgia- apprendere una L2. Basare il percorso didattico sull’idea
mo a mo’ di premessa, anche per meglio far compren- di gioco ci ha consentito, inoltre, di attivare dinamiche
dere le scelte operate in sede di realizzazione delle at- motivazionali estremamente proficue per bambini della
tività didattiche, che presenteremo più avanti. nostra fascia d’età.
Innanzitutto, esso riprende e fortifica l’idea che nella Rompere con il tradizionale strumento didattico del li-
relazione per scopi didattici tra docente e apprenden- bro cartaceo comporta una serie di altre scelte dal sa-
te vadano privilegiate le istanze formative dell’appren- pore innovativo nel campo della didattica delle lingue,
dente, i suoi bisogni comunicativi, i suoi stili di ap- a cominciare dall’idea di frattura dell’apprendimento
prendimento e le sue esigenze didattiche. In altri ter- sequenziale, necessariamente ancorato al susseguirsi
mini, il modello si basa sulla centralità dell’apprenden- organizzato delle pagine di un libro. Sequenza che na-
te. Inoltre, il modello può essere fatto rientrare in una sconde (come una scatola cinese) l’idea che l’appren-
visione cosiddetta umanistico-affettiva dell’apprendi- dimento possa essere progressivo, lineare, ordinato.
3
mento , dal momento che le scelte didattiche sono Quando, in realtà, sappiamo bene che ogni forma di
tutte orientate verso la ricerca e l’esalta- apprendimento linguistico (per qualsiasi
zione delle potenzialità d’apprendimento Basare il percorso gruppo target e qualunque sia la L2 di ri-
insite in ciascun apprendente, con una didattico sull’idea ferimento) è aperto, variabile e irriduci-
bilmente creativo5. Langopolis, perciò, fa
particolare attenzione riservata all’inter-
cettazione dei suoi assetti motivazionali di gioco ci ha riferimento ad una didattica meno rigida e
e affettivi per orientarli massimamente consentito monodirezionale. Una didattica dove, pur
verso la L2 di arrivo. Tra gli approcci in presenza di tratti sequenziali nella pro-
umanistico-affettivi presi in considera- di attivare posta dei contenuti di insegnamento, sia
zione, ampio risalto è stato dato al Total dinamiche possibile esperire sviluppi della compe-
Physical Response (Asher, 2003, tra gli al- tenza diversi, più corrispondenti al suo
tri). Questo approccio è alla base soprat-
motivazionali “naturale” evolversi ed in linea con le linee
tutto di alcune delle scelte didattiche estremamente intraprese di volta in volta dalla classe.
che hanno portato alla creazione di atti- proficue In ultimo ma non per ultimo, il gioco da
vità fortemente influenzate dal movi- tavolo è assai più motivante per l’appren-
mento, dalla partecipazione attiva degli apprendenti e dente-bambino, e già il solo averlo per le mani consen-
dall’importanza data alla motricità. te di attivare spinte motivazionali molto più forti ri-
La centralità dell’apprendente ed il ricorso agli aspetti spetto al classico libro di testo.
affettivi dell’esperienza didattica non sono certo una Il nostro modello didattico infine si basa su un’idea di
novità; tuttavia, alla loro apparente diffusione molto didattica e di utilizzo delle risorse a disposizione della
spesso non corrispondono reali ricadute applicative, classe priva di un baricentro forte. Come abbiamo vi-
così che tutto troppo spesso si risolve in pure afferma- sto in sede di presentazione, infatti, il nostro materia-
zioni di principio. Soprattutto, poi, quando si prendo- le utilizza, integrandoli, vari media (carta, pc, internet
no in considerazione i materiali didattici. Se, infatti,
nella prassi il docente riesce in qualche modo a recu-
perare principi di didattica centrati sull’apprendente,
3 Sui modelli umanistico-affettivi si rimanda a Serra Borneto,
nei materiali didattici i riferimenti alla didattica “cen- 2001.
trata sull’apprendente” trovano spazio soprattutto nel- 4 Queste nostre affermazioni sono anche il frutto di una indagine
le parti di presentazione/introduzione più che nell’arti- compiuta da chi scrive sui principali materiali didattici in uso nei cor-
colazione delle attività didattiche proposte4. Nel no- si di italiano come L2 (cfr. Menna, Nuccetelli, 2008 e Villarini,
2008).
stro caso, invece, l’obiettivo è stato tradurre questo prin-
5 Crediamo che sia per questo che quasi tutti gli insegnanti, pur
cipio nel concreto sviluppo delle attività. Attraverso la adattando per il loro corso un libro di testo, sono costretti ad un cer-
costruzione di processi di insegnamento/apprendimen- to punto a ricorrere alle fotocopie, ai collage di spezzoni di libri di te-
sto presi qua e là, alle attività costruite in casa, insomma, ai materia-
to effettivamente e operativamente centrati sulla perso- li grigi. Essi, infatti, sono molto più flessibili e quindi in grado di pie-
na – in questo caso, il bambino – che apprende. garsi alle esigenze formative che la classe esprime in quel determina-
to punto del corso. Ciò che intendiamo mettere in discussione qui
L’altra premessa è solo apparentemente legata all’a- non è la capacità dei vari autori dei libri di testo per la didattica del-
spetto esteriore dell’opera, ma in realtà determina in- le lingue di riuscire a costruire materiali in grado di assecondare le
vece in profondità la natura del modello. Ci riferiamo istanze formative della classe di lingua, quanto la possibilità stessa
che ha un materiale didattico cartaceo (obbligatoriamente strutturato
alla configurazione del materiale didattico come gioco secondo una sequenza lineare di contenuti) di potere intercettare le
da tavolo e quindi all’importanza data agli aspetti ludi- aperture improvvise e gli scarti (in avanti o indietro) nello sviluppo
della competenza linguistica che ogni classe, anzi ogni singolo com-
ci dell’apprendimento, cercando per il possibile di non ponente della classe, manifesta in un corso di lingua.
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17 ESPERIENZE/ATTIVITÀ
ecc.), consentendo alla classe di muoversi in varie di- denti, come garante e facilitatore delle attività di ricer-
rezioni per lo sfruttamento delle attività didattiche. ca testuale e come fonte di sostegno e di integrazione
In sintesi, Langopolis si fonda su un’idea di didattica del lavoro degli apprendenti, in vista dell’adempimen-
liquida, capace, cioè, di assecondare e non ostacolare to dei compiti comunicativi.
le spinte centrifughe attivate dalla classe. Occorre, infine, segnalare che la non sequenzialità del
Dal punto di vista della diffusione dei contenuti lingui- percorso è anche garanzia di due importanti corollari
stici, il corso tiene in particolare conside- metodologici:
razione la proposta di Lewis (1997) che Siamo partiti - la possibilità di tornare ciclicamente in
pone al centro lo sviluppo della compe- modo naturale su contenuti pregressi;
tenza lessicale (seppur in una visione di riprendendo - la possibilità di anticipare, in modo or-
ciò che è lessico riveduta e corretta). Tut- il concetto ganizzato anche se non analizzato, parti-
tavia, non assume rigidamente quest’uni- colari elementi linguistici in ragione di
ca prospettiva, bensì aspira ad arricchirla
di competenza specifiche necessità d’uso.
con il meglio che altre prospettive glotto- linguistico/
didattiche possono offrire in relazione al comunicativa, 3. I criteri fondanti del modello
target degli apprendenti. glottodidattico
La definizione degli aspetti linguistico- mutuandolo dalle Langopolis si va a collocare saldamente
comunicativi procede da questa com- proposte contenute all’interno di un quadro di riflessioni nel
plessità di base, seguendo una mappa campo della didattica delle lingue che
dai seguenti punti fermi: la centralità
nel Quadro da anni hanno saputo configurare un
del testo come dimensione di riferimen- Comune Europeo modello innovativo per la glottodidattica
to dei compiti comunicativi; la defini- di riferimento rivolto a tutti coloro che, specie in am-
zione delle attività come procedimenti bito europeo, si occupano di promuove-
di ricerca testuale ai quali gli apprendenti sono siste- re, diffondere e insegnare le lingue straniere. E da
maticamente chiamati, in modo tale che essi non si queste prospettive teoriche, note anche come politi-
trovino mai – in nessuna situazione prevista dal cor- che linguistiche europee, ci siamo mossi per la co-
so – in posizione di passività; la configurazione del struzione del nostro materiale.
ruolo dell’insegnante a partire dai due aspetti prece- Siamo partiti, innanzitutto, riprendendo il concetto stes-
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ESPERIENZE/ATTIVITÀ 18
so di competenza linguistico/comunicativa, mutuandolo definizione dei livelli di entrata e di uscita dal corso.
dalle proposte contenute nel Quadro Comune di Riferi- Per la realizzazione del cosiddetto sillabo del corso ab-
mento per le Lingue (2001) (d’ora in avanti, più sinteti- biamo fatto riferimento, perciò, ai can do statements
camente, Quadro Comune) adattandolo alle nostre esi- (cds), e cioè quegli indicatori di competenza basati sul
genze attraverso la rivisitazione di alcuni nuclei tematici. saper fare qualcosa, selezionati per delineare i livelli di
competenza ‘A’, ‘B’ o ‘C’ (Consiglio d’Europa: 27-53).
3.1 La competenza come saper fare, i contesti Il livello sul quale abbiamo orientato le nostre attività
comunicativi e gli indicatori di competenza è quello di contatto, definito anche “competenza in-
La nostra idea di competenza, che fa riferimento a troduttiva” (Trim, 1978).
quanto indicato in più parti nel Quadro Comune, si Gli indicatori sono stati selezionati adattandoli ad un
fonda sul binomio aggettivale “linguistica e comunica- bambino di 8-10 anni e alle competenze necessarie
tiva”, e ciò implica che essa venga vista non solo come per far sì che egli cominci ad essere in grado di muo-
la capacità di conoscere e riconoscere regole e struttu- versi nei domini pubblici, privati e scolastici tipici di
re della lingua oggetto di apprendimento, ma anche un bimbo della sua età.
come la corrispondente possibilità di comunicare, ov-
vero nella possibilità di gestire (produttivamente e ri- 3.2 L’ambiente di apprendimento come story telling
cettivamente) testi in lingua straniera adeguati al com- Abbiamo visto che la competenza linguistico/comuni-
pito, nel contesto, nella situazione e nel dominio entro cativa è tale solo se consente ad un parlante/appren-
i quali questo compito deve svolgersi. dente di spenderla in contesti di uso determinati da
In questo senso, il modello didattico tiene conto di un compito, con uno o più attanti (con i loro ruoli so-
questo duplice significato del termine competenza e ciali, con relazioni via via diverse con il parlante ecc.)
adotta conseguenti misure per svilupparla. e in ambienti sociali di volta in volta diversi. È stato
Gli obiettivi didattici che ci siamo dati, poi, partono necessario quindi, al momento della progettazione,
dal presupposto che la competenza debba essere vista immaginare un percorso di apprendimento che possa
anche come la capacità di “muoversi” nei contesti do- in qualche modo svolgersi e definirsi in un orizzonte di
ve, presumibilmente, una persona per età, interessi, senso concreto, le cui coordinate siano facilmente ri-
istanze comunicative si trova a comunicare. In altri conoscibili, nel quale possano svolgersi azioni possibi-
termini, la competenza è vista come il saper fare qual- li in universi di socialità diversi da quello della classe
cosa con la lingua che si sceglie di apprendere e i par- e che possa richiedere l’esecuzione di compiti comu-
lanti sono visti come attori sociali chiamati a fare cose, nicativi motivanti.
eseguire compiti comunicativi nella società. Per realizzare un ambiente di apprendimento che ab-
Seguendo questa prospettiva, gli obiettivi formativi bia le succitate caratteristiche, abbiamo scelto di indi-
presenti in Langopolis sono stati individuati sulla base viduare un contesto che sia in qualche modo motivan-
dell’ipotetico vissuto di un bambino di 8-10 anni e su- te per giovani apprendenti e che consenta di attivare
gli ipotetici compiti comunicativi che egli sarà chia- delle dinamiche didattiche ludiche o, almeno, ludifor-
mato a svolgere. mi più consone per il nostro target, ed, infine, che pos-
Il Quadro Comune, poi, ci ha guidati anche per quel sa attivare forme di story telling.
che riguarda gli indicatori di competenza utili per la L’ipotesi dello story telling viene in Langopolis assunta,
perciò, come un contenitore per sviluppare competen-
ze linguistico-comunicative, svolgendo attività, attra-
verso la gestione (attiva e passiva) di testi (orali e scrit-
ti). La sua funzione, quindi, va intesa come la possibi-
lità di intrecciare nuove storie a partire da un canovac-
cio dato. La scelta di quale percorso attivare è lasciata
al docente che, sviluppando una vera didattica centra-
ta sull’apprendente, può intervenire e manipolare lo
strumento didattico6.
19 ESPERIENZE/ATTIVITÀ
ESPERIENZE/ATTIVITÀ 20
spazi liberi, delle “aree edificabili” da riempire con ul- mazioni linguistiche, giochi pertinenti in ludoteca.
teriori ambienti pertinenti. Naturalmente, ognuno degli ambienti è completo di
Il processo di costruzione procede per “isole”: ognuno tutto il necessario, e può essere ulteriormente arric-
degli ambienti tematici è, infatti, suddiviso in tre se- chito a cura del co-autore, l’insegnante.
zioni, di complessità linguistica crescente. All’inizio, Il percorso interno all’isola conserva un suo tratto di
gli apprendenti dovranno acquisire – attraverso una sequenzialità e il diverso grado di complessità delle tre
serie di attività didattiche e di “uscite” verso gli am- isole di un determinato ambiente suggerisce un ordi-
bienti procedurali e ricreativi – le strutture linguisti- ne tipico di successione interna; la transizione, però,
che necessarie per poter procedere alla creazione del- da un’isola all’altra è completamente libera: nulla im-
la propria versione dell’«isola». pone di cominciare da un determinato ambiente né di
Per rimanere al nostro esempio, una delle “isole” del- proseguire in una determinata direzione. La scelta
l’ambiente scuola è “lo zainetto”; l’obiettivo finale de- spetta solo al gruppo degli apprendenti, che può deci-
gli apprendenti sarà quello di creare lo zainetto del lo- dere di seguire le proprie curiosità, o di affidarsi a
ro avatar nel villaggio; per poter arrivare a farlo, il grup- meccanismi aleatori, ad esempio utilizzando uno dei
po dovrà affrontare uno specifico training, attraverso software originali di Langopolis: l’Oracolo.
le schede di lavoro fornite, i lavori suggeriti in labora- Parimenti, durante il percorso all’interno di un’isola
torio, le visite consigliate o resesi utili all’ufficio infor- sono possibili tutte le uscite desiderate verso ambien-
Il Kit didattico per insegnare allegato alla guida offre strumenti e contenuti
per Lavagna Interattiva Multimediale utilizzabili anche senza questo strumento.
Per informazioni: Servizio clienti Mondadori Education
email: servizioclienti.edu@mondadorieducation.it - Tel. 199122171
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21 ESPERIENZE/ATTIVITÀ
ti procedurali o ricreativi. Sono, insomma, possibili in- sintetizzare il ventaglio di possibili situazioni nelle
finiti itinerari diversi, secondo una possibilità di ri- quali è previsto l’apprendente si trovi ad affrontare i
combinazione indefinita lasciata alla iniziativa della propri compiti:
classe e alla progettualità degli insegnanti. - individualmente, in un numero limitato di casi;
All’interno di questi itinerari, trova spazio l’utilizzazio- - in piccoli gruppi;
ne di tutti gli strumenti previsti nella scatola: dalle - con l’intero gruppo classe;
schede di lavoro di ciascun ambiente alle risorse digi- - in cooperazione con apprendenti di altri gruppi
tali presenti in cd-rom, da oggetti come dadi, palline, classe della medesima scuola;
carte al sito web. - in cooperazione, via web, con apprendenti conna-
Insomma, l’arredamento didattico di ogni ambiente e zionali che utilizzano il medesimo corso;
di ogni isola è sviluppato integrando i diversi supporti: - in cooperazione, via web, con apprendenti madre-
cartaceo, cd-rom, sito internet. È, in particolare, sul lingua della lingua bersaglio del corso, che utilizza-
sito che si potranno prevedere gli strumenti per le for- no il corso relativo a un’altra delle lingue bersaglio
me di collaborazione e di supporto a distanza tra pari del progetto;
integrate nel modello. - secondo specifici percorsi “a spirale”, che giustap-
Infatti, i segmenti di mondo via via creati – sia inter- porranno in sequenza alcuni dei precedenti.
pretando gli ambienti tematici stabiliti che creandone
di nuovi sulle “aree fabbricabili” – possono e, nella mi- Anche su questo, naturalmente molto dipende da
gliore delle ipotesi, devono essere condivise con tutti quanto e come l’insegnante deciderà di utilizzare tutti
gli altri gruppi di apprendenti che, nel medesimo mo- gli strumenti offerti e di esercitare la sua funzione co-
mento, stanno giocando a Langopolis. Il sito web, pre- autoriale, sfruttando fin dove possibile la logica del
disposto per accogliere immagini, fotografie, video, te- percorso, che si offre come una mappa orizzontale del-
sti e così via, configura così un archivio di mondi pos- le tappe dei percorsi possibili per acquisire le compe-
sibili a cui gli apprendenti potranno accedere per con- tenze e le conoscenze obiettivo, come intreccio di spa-
dividere il proprio lavoro, conoscere quello degli altri, zi eterogenei, percorribili secondo ordini diversi, pre-
lavorare con gli strumenti per lo sviluppo della compe- visti per essere espansi o ristrutturati in ragione delle
tenza linguistica ivi previsti. specifiche esigenze o dei particolari interessi di ogni
Sullo specifico delle attività, interverranno in un reale gruppo di apprendenti.
prossimo numero Eleonora Fragai ed Elisabetta Ja- Centralità e autonomia dell’apprendente: nel mondo
francesco, che ne hanno curato l’estensione di con- fantastico di Langopolis, forse, possono divenire meno
certo con chi scrive. In questa sede, vale la pena di virtuali.
Bibliografia
Asher, J. J. 2003. Learning Another Language Through Serra Borneto, C. (a cura di) 2001. C’era una volta
Actions. Los Gatos CA. Sky Oaks Production. il metodo. Roma. Carocci.
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di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, CUP.
valutazione. Firenze. La Nuova Italia. Trim, J.L.M. 1978. Some Possible Lines of Development
Lewis, M. 1997. Implementing the Lexical Approach. on Overall Structure for a European Unit Credit Scheme
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Hove UK. Villarini, A. 2008. Il lessico dei materiali didattici presenti
Menna, L., Nuccetelli, G. 2008. Le attività per lo sviluppo in L.A.I.C.O. – Lessico per Apprendere Italiano Corpus
della competenza lessicale nei libri di testo utilizzati con adulti di Occorrenze: Linee di analisi tra lessicometria e linguistica
migranti nei Centri Territoriali EDA di Roma. In G. Bernini acquisizionale. In G. Bernini et alii (a cura di), Competenze
et alii (a cura di), Competenze lessicali e discorsive lessicali e discorsive nell’acquisizione di lingue seconde. Perugia.
nell’acquisizione di lingue seconde, Perugia. Guerra Edizioni: Guerra Edizioni: 251-264.
265-282.
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ESPERIENZE/ATTIVITÀ 22
Uno strano
condominio:
due esperienze
a confronto
DI ADA BERTINI
ADJUNT PROFESSOR,
JOHN CABOT UNIVERSITY, ROMA
23 ESPERIENZE/ATTIVITÀ
b) livello morfo-sintattico: la formazione del passato mate 3 Unità di Apprendimento (UdA) per entrambe
prossimo, con particolare attenzione all’uso corretto de- le classi. La prima, una classe di italiano L2 con 6 stu-
gli ausiliari e dei participi passati regolari e irregolari. denti di età compresa fra 12 e 13 anni, era caratteriz-
c) livello fonetico: la differenza fra E e I. Pronuncia e zata da un livello di competenza d’uso della lingua A2-
ortografia. B1, secondo i parametri stabiliti dal Quadro Comune
2. Partendo da queste premesse sono state program- Europeo. La seconda invece – la classe di italiano LS
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ESPERIENZE/ATTIVITÀ 24
25 ESPERIENZE/ATTIVITÀ
AVERE ESSERE
HO CHIUSO
ESPERIENZE/ATTIVITÀ 26
b6) Alla fine si leggeranno le storie e gli studenti ne riositi dal gioco e dalla competizione, sia per i ragaz-
sceglieranno una che verrà successivamente pubblica- zi universitari che sono ancora emotivamente in una
ta nel giornalino di classe. fase di transizione fra l’adolescenza e l’età adulta e
che certamente considerano questi due elementi co-
Come si può facilmente dedurre queste attività mi- me strumenti facilitatori nell’apprendimento lingui-
rano a stimolare e a sollecitare tutte le abilità neces- stico.
sarie alla produzione linguistica ed è stato possibile
applicarle con successo in contesti tanto diversi poi- Concludendo, si può dedurre che molte attività che
ché l’uso del computer e del video hanno reso più inizialmente possono sembrare pensate per uno spe-
motivanti e accattivanti strutture grammaticali che cifico gruppo di discenti possono essere applicate
spesso risultano, a studenti di questo livello lingui- anche ad altri, purché si tengano in considerazione
stico, piuttosto ostiche e di difficile concretizzazio- alcuni punti fondamentali: il livello di interesse che
ne. Inoltre, inserire in queste realtà anche l’aspetto le attività stesse sono in grado di generare, il percor-
ludico è sicuramente un’arma vincente sia per i bam- so didattico che si vuole seguire e gli obiettivi didat-
bini delle scuole secondarie, che sono attratti e incu- tici che ci si prefigge di raggiungere.
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DOCUMENTAZIONE
27
Questa sezione della rivista è dedicata ISCRIZIONE E SCOLARIZZAZIONE di accoglienza (CLA) nella scuola
alle modalità in cui viene attuato I nuovi allievi sono iscritti media (Collège) e liceo. Mentre nella
l’inserimento degli alunni e delle obbligatoriamente nelle classi scuola elementare la valutazione
alunne stranieri nei sistemi scolastici ordinarie corrispondenti alla loro età è effettuata dagli insegnanti della
dei paesi di accoglienza, europei e non. anagrafica (con deroga al massimo scuola stessa, per i gradi successivi
Nonostante che per alcuni di questi di un anno). è il CASNAV a occuparsi dell’intera
paesi i fenomeni migratori non siano Due principi guidano questa fase: procedura (valutazione e assegnazione).
una novità recente, abbiamo notato - facilitare l’adattamento dei giovani I CASNAV sono i cosiddetti “centri
come concreti punti di riferimento al sistema scolastico francese con accademici per la scolarizzazione dei
normativo siano stati resi espliciti solo strumenti adeguati allo scopo; nuovi arrivati e degli alunni nomadi”,
negli ultimi anni. Circolari, - assicurare l’integrazione nelle classi operano a livello provinciale e sono
regolamenti e direttive saranno le nostre ordinarie. responsabili anche della formazione
fonti di informazione: lasciamo ai lettori degli insegnanti delle classi
e alle lettrici il compito di confrontarli, Un primo, fondamentale intervento di accoglienza.
valutarne l’efficacia e coglierne gli riguarda la valutazione di cui ogni
elementi positivi o critici che possano alunno potrà beneficiare, nella forma di: SCUOLA ELEMENTARE
aiutare a migliorare gli orientamenti - valutazione linguistica del grado Gli allievi della scuola elementare
in materia di integrazione degli alunni di conoscenza della lingua francese (1° grado) sono raggruppati in classi
stranieri, oggi all’attenzione del dibattito parlata e/o scritta; di iniziazione (CLIN) per
pubblico in Italia. - valutazione della scolarità l’insegnamento del francese lingua
pregressa ovvero delle competenze seconda, quotidianamente e per un
ACCOGLIENZA E RAPPORTO acquisite durante la scolarizzazione tempo variabile (e rivedibile nella
CON LE FAMIGLIE precedente, familiarità durata) in funzione dei loro bisogni.
Obiettivi: facilitare la conoscenza delle con la scrittura scolastica; Le CLIN sono classi aperte con al
regole di funzionamento dei plessi - valutazione delle esperienze massimo 15 allievi il cui obiettivo
scolastici cui sono assegnati gli alunni extrascolastiche e delle è che al più presto questi possano
di nazionalità straniera, informando, competenze di diverso tipo, inclusi seguire la totalità degli insegnamenti
soprattutto nei primi giorni, sugli orari, gli interessi perché possono diventare nella classe ordinaria.
il servizio mensa, le possibilità importanti punti di appoggio Per gli allievi poco o non scolarizzati
di accesso ai diversi servizi pedagogico. precedentemente e che arrivano
e le funzioni del personale della In seguito a queste valutazioni sono nell’età dell’inserimento nel 3° ciclo
scuola. Sono consigliati documenti decise le risposte pedagogiche più (CM1 – CM2), può essere
di presentazione e informazione nella adatte al profilo di ciascun allievo raccomandata una permanenza più
lingua di origine (L1) accompagnati e la sua assegnazione alle classi lunga nella classe di iniziazione, fino
da traduzione in francese. di iniziazione (CLIN) nella scuola a un anno supplementare; in seguito
elementare e alle classi sarà necessario un intervento
personalizzato se si vuole evitare che
questi allievi siano ulteriormente
L’integrazione scolastica degli alunni stranieri in Francia* penalizzati nei loro apprendimenti.
Terminata la frequenza delle CLIN gli
IL SISTEMA SCOLASTICO FRANCESE allievi dovranno essere valutati da una
équipe di insegnanti. Queste
scuola materna: da 3 a 6 anni di età valutazioni aiutano a definire i campi
scuola elementare: da 6 a 11 anni di competenze acquisite meglio
e quelli per i quali una continuazione
corso preparatorio (CP 1 anno)
e un sostegno specifico sono ancora
corso elementare (CE 1 + CE 2) necessari.
corso intermedio (CM 1 + CM 2)
scuola media: da 11 a 14 anni 6°/ 5°/ 4° / 3°
*FONTI: Modalités d’inscription et de
liceo: da 15 a 18 anni (2° = orientamento scolarisation des éleves de nationalité étrangère
con scelta di materie specifiche des premier et second degrés. Circolare
n° 2002-063 / Circolare n° 2002-100 in
1°/ Terminal – Bac) “Bulletin officiel de l’éducation nationale”
spécial n°10 du 25 avril 2002.
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DOCUMENTAZIONE
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SCUOLA MEDIA E LICEO strutture aperte deve permettere agli Si consiglia inoltre che il programma
Per quanto riguarda gli allievi da insegnanti di non avere più di 15 di lavoro della CLIN e della CLA
inserire nella scuola media (2° grado) allievi per classe. In alcuni distretti, non comprenda meno di 12 ore
e nel liceo, una particolare attenzione per esempio Parigi, e nella misura in di francese, ma anche ore specifiche
viene dedicata dalla circolare cui se ne rileva la necessità, le classi per le materie principali in modo
ministeriale ai casi di insufficiente di accoglienza sono precedute da corsi da permettere agli allievi di
scolarizzazione pregressa. intensivi di francese (FLEI) e seguite, appropriarsi della lingua delle
Le classi di accoglienza per allievi dopo l’inserimento nelle classi consegne scolastiche di ciascuna
non scolarizzati precedentemente ordinarie, da lezioni di rinforzo per il disciplina, lingua che non dovrà essere
(CLA-NSA) dovranno permettere francese lingua di studio (SFLS). insegnata indipendentemente
a questi alunni “di apprendere il I licei professionali devono attuare dei da una pratica della disciplina stessa.
francese e di acquisire le conoscenze dispositivi che rispondano ai bisogni Si farà in modo che al loro arrivo
di base corrispondenti al 3° ciclo della particolari dei nuovi allievi per gli studenti stranieri possano usufruire
scuola elementare”. Tuttavia la permettere loro di acquisire di un insegnamento della lingua
circolare sottolinea ancora una volta rapidamente la lingua francese straniera che permetta loro
come sia “non di meno opportuno e garantire a ciascuno una di perseguire una scolarità conforme
integrare questi alunni nelle classi scolarizzazione che li porti a alle loro attitudini e alle competenze
ordinarie per quelle materie in cui la conseguire un diploma qualificante. acquisite. Questi allievi verranno
padronanza del francese scritto non è I progetti delle classi di accoglienza incoraggiati a proseguire lo studio
fondamentale (ed. fisica, musica, sono parte integrante del progetto della loro prima lingua come lingua
arte …) per favorire più di istituto che definisce peraltro moderna (prima o seconda)
concretamente la loro integrazione le condizioni di integrazione nelle nella classe ordinaria o nel quadro
nelle classi ordinarie”. classi ordinarie dei nuovi arrivati. dell’insegnamento delle lingue
Le classi di accoglienza per allievi Nei casi in cui la dispersione degli e culture di origine.
normalmente scolarizzati allievi non permetta il loro
precedentemente (CLA) forniscono raggruppamento in classi di DALLE CLIN/CLA ALLE CLASSI ORDINARIE
insegnamenti adatti al livello degli accoglienza, saranno forniti L’integrazione nelle classi ordinarie
allievi, in relazione alle valutazioni insegnamenti specifici del francese avverrà quando l’allievo dimostri
effettuate al momento dell’iscrizione. e potranno essere costituiti dei gruppi di aver acquisito una padronanza
I nuovi arrivati saranno comunque di sostegno sul modello di quelli già sufficiente della lingua francese,
iscritti nelle classi ordinarie previsti per il recupero degli allievi sia orale che scritta, e di aver
corrispondenti al loro livello scolare con difficoltà scolastiche. In generale sufficientemente familiarizzato
(doppia iscrizione) senza che si devono essere incoraggiate quelle con le condizioni di funzionamento
oltrepassi uno scarto di età superiore misure che conciliano il sostegno e le regole di vita della scuola.
a due anni dall’età di riferimento linguistico con l’integrazione ottimale Si farà quindi in modo che possa
corrispondente a queste classi; nelle classi ordinarie. fruire di un sostegno per completare
dovranno beneficiare sin dal primo la sua formazione in francese
momento di una parte importante CONTENUTI e procedere a eventuali altri recuperi.
dell’insegnamento impartito nella L’obiettivo essenziale A questo scopo sono necessari
classe ordinaria, soprattutto nelle dell’insegnamento nelle CLIN e nelle contatti regolari tra insegnanti
discipline nelle quali le loro CLA è la padronanza del francese delle classi di accoglienza
competenze sono state verificate come lingua di studio. Perciò e quelli delle classi ordinarie.
(lingua moderna, matematica…). le finalità comunemente adottate Un libretto scolastico con
Un approccio più individualizzato nelle pratiche di apprendimento informazioni dettagliate, che presenti
dovrà loro permettere di seguire del francese lingua straniera non per esempio la valutazione
il più spesso possibile, l’insegnamento saranno necessariamente le principali delle competenze acquisite
proposto nella classe ordinaria. anche qui, anche se un certo numero in francese basandosi
In generale, l’orario scolastico dovrà di tecniche di apprendimento possono sul Portfolio delle lingue realizzato
essere identico a quello degli altri essere utilmente applicate. dal Consiglio d’Europa, può costituire
allievi iscritti allo stesso livello. L’insegnamento del francese come un buon supporto per la
Il numero degli studenti nelle classi lingua di studio non dovrà essere solo comunicazione tra insegnanti
di accoglienza dovrà essere analogo compito degli insegnanti delle CLIN in modo da assicurare la continuità
a quello delle classi ordinarie; tuttavia e delle CLA : esso è responsabilità degli apprendimenti tenendo conto
il loro funzionamento flessibile in di tutto il corpo insegnante. delle difficoltà legate alla lingua.
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RISORSE IN RETE
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Risorse in rete
A CURA DI MASSIMO MAGGINI
In questa sezione della rivista intendiamo indicare ai lettori dei percorsi di lettura
di siti web collegati ai contributi ospitati in ogni numero.
LA MOZIONE COTA
Per potere visionare con attenzione il Testo della Mozione Cota (parlamentare della Lega Nord) sulle classi di inserimento o clas-
si ponte, approvata il 14 ottobre 2008 dalla Camera dei Deputati si consiglia:
http://www.cidi.it/newsletter/mozione14ott08.pdf
Per potere conoscere le posizioni sulla mozione Cota delle associazioni dei linguisti, SIG –Società Italiana di Glottologia, SLI –
Società di Linguistica Italiana, AltLA – Associazione Italiana di Linguistica Applicata, GISCEL – Gruppo di Intervento e Studio
nel Campo dell’Educazione Linguistica, ci si può collegare al seguente sito web:
http://www.edscuola.eu/board/viewtopic.php?t=4757
Altre posizioni sulla mozione Cota del mondo scolastico italiano si possono rinvenire nei seguenti siti web:
http://www.scuolapertutti.net/index.php/documenti/31-petizioni/92-il-mondo-della-scuola-respinge-la-mozione-cota
http://www.cgil.brescia.it/sns/2008/Documento%20su%20mozione%20Cota.pdf
http://www.edscuola.it/archivio/ped/alunni_stranieri.htm
IL PROGETTO LANGOPOLIS
Per saperne di più sull’esperienza del progetto Langopolis si consiglia la consultazione dei seguenti siti web:
http://www.italicon.it/index.asp?codpage=news04 (si tratta del sito di ICoN, il consorzio di Università Italiane che ha lo sco-
po di promuovere e diffondere, per via telematica, la lingua, la cultura e l’immagine dell’Italia nel mondo);
http://www.flachi-socrates.eu/site/ (sito web europeo dedicato al progetto lingue straniere per bambini);
http://vids.myspace.com/index.cfm?fuseaction=vids.individual&videoid=46335132 (in questo sito web è possibile visio-
nare un filmato dove gli autori del progetto Langopolis presentano il materiale didattico ideato).
EDUCAZIONE INTERCULTURALE
Delle risorse utili all’integrazione scolastica degli alunni stranieri nella scuola italiana si possono trovare nel sito del FADIS (Fede-
razione Associazioni di Docenti per l’Integrazione Scolastica): http://www.integrazionescolastica.it/article/571
In relazione all’attività pensata per alunni maghrebini ospitata in questo numero della rivista consigliamo questi siti web in lingua
francese sulla cultura del Maghreb:
http://culture-maghrebine.clictopic.com/
http://maghreb.nuxit.net/Maghreb/rubriques_/culture_maghrebine/culture_maghrebine.php
http://pagesperso-orange.fr/jacques.nimier/page54.htm
Segnaliamo alcuni cd-rom interattivi per l’educazione interculturale, in particolare dedicati agli alunni marocchini, albanesi e cinesi:
http://www.applidea.it/educazioneinterculturale/.
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APPUNTAMENTI
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La comunicazione parlata
III congresso internazionale del Gruppo di Studio
sulla Comunicazione Parlata
Napoli, 23-25 febbraio 2009
http://www.comunicazioneparlata.org/Convegni/
Napoli2009/Napoli2009_info_it.html
LIDIA COSTAMAGNA, MARINA FALCINELLI, BIANCA MAURIZIO TRIFONE, ANTONELLA FILIPPONE, ANDREINA
SERVADIO SGAGLIONE
IO&L’ITALIANO AFFRESCO ITALIANO
Corso di lingua italiana per principianti assoluti Corso di lingua italiana per stranieri
LE MONNIER LE MONNIER
Riflessioni, proposte
didattiche, documentazione,
appuntamenti:
Italiano L2 in classe
offre un panorama completo
sull’insegnamento
dell’italiano come lingua
seconda.
La nuova rivista,
nata dalla collaborazione
tra ILSA e Le Monnier
Italiano per stranieri,
presenta in questo numero
di apertura un percorso
dedicato in particolare
ai temi e alle problematiche
dell’insegnamento
dell’italiano
nella scuola dell’obbligo.