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LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL

MADAGASCAR? IL CASO DELLA GIBSON GUITAR CORP. E


LA DEFORESTAZIONE*

di
Liliana Mosca

Paragrafo 1: I limiti della globalizzazione


Per il sociologo Anthony Giddens la globalizzazione è «the
intensification of worldwide social relations which link distant
localities in such a way that local happenings are shaped by events
occurring many miles away and viceversa»1.
È certo che la globalizzazione ha un carattere multi-dimensionale,
ovvero che essa può condizionare molteplici aspetti della vita umana.
Da tempo, però, ci si chiede se la globalizzazione, la liberalizzazione
degli scambi e la riduzione degli ostacoli al commercio, con un
maggiore afflusso di investimenti stranieri e la presenza di
multinazionali nei paesi in via di sviluppo, producano danni piuttosto
che benefici, come, spesso, accade nei paesi dove la democrazia
mostra problemi di stabilità, per cui spesso si finisce ad es. per
favorire casi di sfruttamento dei lavoratori o per causare catastrofi
ambientali, il più delle volte permanenti2.
I danni all’ambiente possono essere provocati in particolare da due
fattori: 1-dall’aumento degli scambi con conseguenti redditi elevati e
consequenziale domanda di più beni e servizi ambientali;2-dalla
crescita degli investimenti in paesi con bassi standard ambientali, con
                                                            
* Questa è il testo, rivisto ed ampliato, della relazione, in formato pdf, presentata al
Convegno Giornata del Madagascar 2011 nella sessione: Globalizzazione: dal Madagascar
all’Africa, organizzato il 25 giugno 2011 presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di
Torino.
1
A. Giddens, The Consequences of Modernity, Stanford, Stanford University Press, 1990, p.
64.
2
Sul Business Directory della globalizzazione si legge: «The worldwide movement toward
economic, financial, trade, and communications integration. Globalization implies the
opening of local and nationalistic perspectives to a broader outlook of an interconnected and
interdependent world with free transfer of capital, goods, and services across national
frontiers. However, it does not include unhindered movement of labor and, as suggested by
some economists, may hurt smaller or fragile economies if applied indiscriminately».
http://www.businessdictionary.com/definition/globalization.html.
LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

il pericolo, per nulla remoto, che le risorse naturali globali possono


essere in maniera irreversibile impoverite o danneggiate3.
Da parte di alcuni economisti si chiede, pertanto, di avere una certa
prudenza nell’affrontare la questione, perché la mondializzazione, e
ciò vale anche per il Madagascar, a seconda di come venga messa in
atto, può divenire la migliore come la peggiore delle cose.
L’economista francese Chalmin, ad es., in un seminario nel 2007 nel
Madagascar, dichiarò che gli investimenti nei settori petrolifero e
minerario creano molto di rado ricchezze, osservando che i profitti e le
royalties possono determinare la destabilizzazione dell’economia di un
paese. Consigliò, quindi, alle autorità del paese di essere vigili e di
varare norme ad hoc a difesa dello stato4.
Paragrafo 2: La deforestazione nel Madagascar
Lo sfruttamento del petrolio e di minerali, anche se da tempo è noto
che queste risorse naturali abbondano nel Madagascar5 è un grosso
richiamo per multinazionali e governi stranieri6.
                                                            
3
Su ambiente e globalizzazione si cfr. tra gli altri: A. Najam, D. Runnalls, M. Halle,
Environment and Globalization: Five Propositions, Winnipega, International Institute for
Sustainable Development, 2007, http://www.iisd.org/publications; T. S. Thomas, Impact of
Economic Policy Options on Deforestation in Madagascar, Companion Paper for the Policy
Research Report on Forests, Environment, and Livelihoods, The World Bank, Development
Economics Research Group, 15 June 2007; J. Baek, Y. Sung Cho, W. W. Koo, The
Environmental Consequences of Globalization : A Country-Specific Time Series Analysis, in
«Agribusiness & Applied Economics» Report No. 631, June 2008; J. Gorenflo, C. Corson,
K. M. Chomitz, G. Harper, M. Honza e B. Ozler, Exploring the Association Between People
and Deforestation in Madagascar in Human Population Its Influences on Biological
Diversity ( a cura di) R. P. Cincotta and L. J. Gorenflo, Springer, New York, 2011, pp. 197-
221.
4
R. Volana, Philippe Charmin. Les chances de Madagascar dans la mondialisation, in
«Madagascar Tribune», 20 Septembre 2007; La Lettre de la CADE, Février 2008, n° 107, p.
5.
5
Si ricorda che le genti della costa ovest del Madagascar hanno sempre avuta conoscenza di
una sostanza formata da bitume ed acqua, da loro chiamata sakapanja. Le prime
informazioni sulla reale presenza di idrocarburi in questa parte dell’isola, in particolare nelle
località di Betafo e di Ankavandra e lungo i fiumi Ranobe e Manambolo, circolarono tra la
fine dell’800 e gli inizi del ‘900. Da quel momento coloni francesi, quale il colono Driez, e
dei sudafricani insieme a degli americani, come gli ingegneri Taylor e Corryel,
cominciarono a fare dei sondaggi. I risultati suscitarono delle attese tanto da spingere alla
creazione di società a capitale per lo più sudafricano con una partecipazione franco-inglese
quali: la Sakalava Madagascar Oil Proprietary Oil Fields Ltd., la Madagascar Oil
Developpement Co Ltd. et la Betsiriry Oil Co., l’Ankavandra Oil Co Ltd. Le attività di
queste società andarono avanti con alterna fortuna per c. 15 anni, quando negli anni ‘20
subentrarono delle società francesi. I risultati nell’insieme furono però ancora al disotto dei
pronostici Nel 1932, per rilanciare il settore, fu istituito il Syndicat d’Etudes et de
Recherches Pétrolières, al quale nel 1950 successe la Société des Pétroles de Madagascar.

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L’aspetto che ho preso in esame è solo in apparenza più limtato ed è


quello della Gibson Guitar Corp. di Nashville, Tennessee7, tra le più
note fabbriche di chitarre del mondo, sospettata nel 2009, di avere
importato illegalmente negli Stati Uniti «5,200 pieces of ebony, sawn
sizes (Diospyrus spp., Madagascar) and 2,133 pieces of sawn
                                                                                                                           
Per notizie sulle scoperte di idrocarburi nel Madagascar si cfr. tra gli altri L. Laurent, Les
produits coloniaux d’origine minerale, Paris, Librarie, J.B. Bailliere, 1903 pp. 176-177; L.C.
Tassart, Exploitation du pétrole, Paris, Dunod et Pinat, 1908, p. 502; D. Levat, Richesses
minerale de Madagascar, Paris, Dunod et Pinat, 1912, 241-251. Per notizie sulle società
petrolifere sudafricane si cfr. «The Mining Magazine» (London) e «The South African
Mining Journal» (Johannesburg) per le annate che vanno dal 1911 al 1919. Si veda anche
Direction des Service des Mines de Madagascar, Les richesses du sous-sol, pp. 118-120,
http://fpm.refer.mg:8000/gsdl/collect/butana/index/assoc/HASH017f/d179c6a2.dir/UTBUF
L4547%2528p.109-120%2529.pdf; Vololoniaina RASOAMAMPIANINA. Les informations
sur les ressources minières de Madagascar d’après les documents du fonds Grandidier, in
«Taloha», numéro 16-17, 3 septembre 2006, http://www.taloha.info/document.php?id=319.
Relativamente ai minerali in generale, quali i preziosi, come oro platino e argento, o i metalli
quali ferro, rame, ecc., o quelli radioattivi ed infine quelli industriali come ad es. la grafite,
essi erano conosciuti ed utilizzati dai malgasci, anche se in maniera irrilevante, fatto salvo
l’oro, pietre preziose, ferro e rame. Per notizie si rinvia ai testi sopra indicati.
6
L. Mosca, Opportunità di sviluppo o nuova corsa all’Africa?Il caso del Madagascar, in
Cina e Stati Uniti in Africa. Opportunità di sviluppo o neo-colonialismo del terzo millennio?
Il caso di alcuni paesi (2000-2006) a cura di L. Mosca e L. Sorrentino, in « Meridione Sud e
Nord del Mondo», 3-4, 2008, pp-122-123 e pp.134-135 e 150 note 55 e 56. Relativamente
allo sfruttamento delle ricchezze naturali del Madagascar, vi è una qualche apprensione nella
società civile malgascia, anche se sono state emanate delle leggi. Cfr. B. Sarrasin, Économie
politique du développement minier à Madagascar: l’analyse du projet QMM à Tolagnaro
(Fort-Dauphin), in «Vertigo» - la revue électronique en sciences de l’environnement [En
ligne], Vol. 7, N°2, septembre 2006, http://vertigo.revues.org/2401; DOI :
10.4000/vertigo.2401; Le secteur minier à Madagascar, Fiche de synthèse, UBIFRANCE et
les Missions Économiques, Janvier 2010, http://www.ubifrance.fr/chimie-
materiaux/001B1000120A+le-secteur-minier-a-madagascar.html?SourceSiteMap=1325;
Madagascar. Governance and Development Effectiveness Review A Political Economy
Analysis of Governance in Madagascar, December 2010, Public Sector Reform and
Capacity Building Unit (AFTPR), Africa Region; J.C. STEVE, Secteur minier:
L’élaboration d’une charte minière s’impose, in «Midi Madagasikara», 26 Juillet 2011
7
La fabbrica Gibson Guitar Corp, nata come fabbrica di mandolini ad opera di Orville
Gibson, con la morte del suo fondatore nel 1918, diversificò la produzione e nel 1936 mise
in commercio con successo la prima chitarra acustica ES-150 Spanish Guitar, divenendo in
breve la più famosa ditta americana di chitarre. I più noti chitarristi hanno utilizzato, infatti,
modelli Gibson. Tra il 1974 ed il 1984 la Gibson ebbe due centri di produzione di chitarre
uno a Kalamazoo nel Michigan, l’altro a Nashville nel Tennessee. Nel 1984 la produzione fu
trasferita a Nashville, ma i risultati non furono incoraggianti. La produzione cominciò a
risalire con il cambio della proprietà, che, nel gennaio 1986, passò a Henry E. Juszkiewicz,
David H. Berryman, and Gary A. Zebrowski. Nel 1994 la Gibson Guitar Corp avviò la
collaborazione con la Rainforest Alliance ed altre organizzazioni non profit interessate alla
protezione delle risorse naturali, tra le quali spiccava il legname. Al presente la Gibson ha
fabbriche negli Stati Uniti e in Cina.

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LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

Madagascar black ebony, sawn sizes, KiD. (Diospyros spp.,


Madagascar)»8, impiegati nella fabbricazione di alcuni suoi modelli.
La vicenda può sembrare irrilevante di fronte all’incalzare di notizie
sul taglio di alberi pregiati in diverse aree del Madagascar, ma non è
così9.
Quanti, infatti, avvertono il fascino dell’isola del Madagascar non
possono essere indifferenti alla questione della diminuzione della sua
foresta, la cui distruzione è generalmente attribuita alla necessità della
popolazione di aumentare le terre da mettere a coltura, come alla
distruttiva azione di deforestazione per ricavarne legna da ardere,
carbone e materiale da costruzione10. Nel Madagascar, come è noto, la
gente da sempre per estendere la superficie delle terre da mettere a
coltura ha praticato la tecnica del debbio in malgascio tavy. I contadini
malgasci sono soliti, infatti, abbattere un certo numero di alberi per
poi appiccare il fuoco al terreno, che successivamente è seminato a
riso. Il diboscamento oltre a ridurre il manto forestale mette, però, a
rischio anche la varietà della vita della Grande Isola, come molti
malgachisants, preoccupati per il futuro dell’habitat malgascio,
hanno sempre messo in evidenza11. Con la deforestazione, secondo
                                                            
8
United States of America v. Ebony Wood in Various Forms Case 3:10-cv-00747,
Attachment C, Statement in Support of Search, Doc. 12-1, p.7, http://www.docs-
here.com/12-1%20copy.pdf; Idem, Affidavit of Kevin L. Seiler, Doc.3, August 4, 2010,p. 4,
http://fatlip.leoweekly.com/wp-content/uploads/2010/08/usa_v_ebony-usdc-9aug2010-
seiler_aff.pdf
9
Il sito internet del Parco Nazionale di Marojejy riporta, a partire dall’ottobre 2005 fino al
luglio 2010, notizie sull’attività di taglio illegale di alberi al suo interno. Cfr. http
://www.marojejy.com/Breves_f.htm ; N.T. Andrianarijaona, Exportation de bois de rose:
167.437.114 d’Ariary de redevances en deux mois, in «Madagascar Tribune», Février 2005;
E. R., Volana, Exploitation et commercialisation de bois de rose 4 conteneurs par mois vers
Hong Kong in «Madagascar Tribune», 12 novembre 2007; E. R. Patel, Logging of Rare
Rosewood and Palisandre (Dalbergia spp.) within Marojejy National Park, Madagascar, in
«Madagascar Conservation and Development», vol 2, Issue 1-December 2007, pp. 11- 16
10
Di tutt’altra opinione è, ad es., lo studioso Ch. A. Kull, che sostiene che gli incendi sono e
saranno sempre provocati dai contadini malgasci, per cui se si vuole tentare di risolvere la
questione, si deve tenere conto della dimensione ambientale ed anche del contesto politico.
Ch. A. Kull, Isle of Fire: the Political Ecology of Landscape Burning in Madagascar,
Chicago, University of Chicago Press, 2004
11
N. Myers, R.A. Mittermeier, C.G. Mittermeier, G.A.B. Fonseca, J. Kents, J., Biodiversity
hotspots for conservation priorities in «Nature», 403,2000, 853–858; R.A. Mittermeier, O.
Langrand, P.P. Lowry, Schatz, G. Gerlach, J.Goodman, S. Steininger, M. Hawkins, F.
Raminosoa, N. Ramilijaona, O.Andriamaro, L.Randrianasolo, H. Rabarison, H.Rakotobe,
Z.L., Madagascar and the Indian Ocean Islands, in Hotspots revisited a cura di R.A.
Mittermeier, G.P. Robles, M. Hoffman, J.D. Pilgrim, T.M. Brooks, C.J. Mittermeier, J.F.
Lamoreux, G.A.B. Da Fonseca, CEMEX, Mexico City, 2004; F. MUTTENZER,

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questi studiosi, sono, inevitabilmente, destinate a scomparire anche


specie rare di animali e vegetali, ricchezza naturale della Grande Isola.
L’80% delle piante, tutte le specie di mammiferi, la metà degli uccelli
e il 90% degli anfibi e dei rettili viventi nel Madagascar sono, infatti,
endemici. Ciò vuole dire che si trovano esclusivamente su questa
isola e in nessuna altra parte del mondo, come anche di recente è stato
descritto nel volume Treasure Island. New biodiversity on
Madagascar (1999-2010)12, che ha sul primo di copertina una
magnifica foto di Furcifer timoni, un camaleonte scoperto dai
ricercatori, nel 2009, nella Montagna d’Ambre. Nel libro sono
riportati i ritrovamenti fatti sia nel mondo della fauna che della flora
malgascia negli anni 1999-2010 e da quanto si legge in appendice
ammontano a 615 specie, di cui 385 piante, 42 invertebrati, 17 pesci,
69 anfibi, 61 rettili e 41 mammiferi13.
Il diboscamento, si è detto, è generato sia dal taglio degli alberi,
attività che negli ultimi anni è stata sventuratamente attuata anche in
aree protette per ottenere legno duro, quale legno di rosa, ebano e
palissandro, sia per procurarsi, si ricorda, carbone, come legna da
ardere che per costruire. Ogni anno tratti di foresta malgascia vanno
in fumo. Le stime oscillano tra i 100 mila ed i 200 mila ettari14. Chi
non ha visto i feux de brousse e sentito l’odore della legna bruciata
durante la stagione secca? Chi non è rimasto sorpreso nel vedere,
sopratutto sull’altopiano, un suolo completamente eroso a causa del
diboscamento con la formazione di tanti canyon, in malgascio
lavaka15 ed il colore rossastro delle acque dei fiumi, come nel caso
del Betsiboka, da qui il soprannome dato al Madagascar di Isola
rossa?
                                                                                                                           
Déforestation et droit coutumier à Madagascar, L’historicité d’une politique foncière,
Institut Universitaire d’Etudes du développement, Faculté des Sciences Economiques et
Sociales, Université de Genève, 1 novembre 2006; G. Harper, Steininger, M. Juhn, D.
Hawkins, C. F. Tucker, Fifty years of deforestation and forest fragmentation in
Madagascar, in «Environmental Conservation»,34 (4),2007, pp. 1-9.
12
Ch. Thompson, Treasure island, new biodiversity on Madagascar (1999-2010), [S.l.],
WWF Madagascar & West Indian Ocean Programme Office, 2011
13
Idem, pp. 26-29.
14
Gli ettari di foresta che, annualmente sono dati alle fiamme, non possono essere
quantificati in maniera esatta, di qui la differenza nei dati riportati dalle varie agenzie. Cfr.
http://rainforests.mongabay.com/deforestation/2000/Madagascar.htm#03-deforestation;
http://www.tradingeconomics.com/madagascar/forest-area-percent-of-land-area-wb-
data.html
15
H. Mulder e O. Idoe, Lavaka.The ‘hole’ story, MSc Thesis, K200-714, Wageningen
University, 2004, pp.42-57, http://www.madadoc.mg/v02702_LAV.pdf

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LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

Paragrafo 3: Il taglio degli alberi nelle aree protette nei primi


mesi del 2009
Nei primi mesi del 2009 notizie sempre più frequenti sulla distruzione
della foresta malgascia, resa possibile anche da una disposizione
governativa del 19 gennaio, che consentiva l’esportazione di alberi
tagliati e stoccati, erano cominciate a circolare16. Molti ecologisti ed
associazioni ambientaliste, sebbene la perdita del manto forestale
malgascio è un fenomeno difficilmente contestabile, denunciarono la
vicenda. Il 27 marzo 2009, infatti, con un comunicato dal titolo The
trees must not hide the forest: the loss of Malagasy Heritage, 11
associazioni ambientaliste: World Wide Fund for Nature-Madagascar
et Océan Indien Occidental, Conservation International – Madagascar
et les Îles de l’Océan Indien, Wildlife Conservation Society –
Madagascar, Missouri Botanical Garden, Durrell Wildlife
Conservation Trust, Institute for the Conservation of Tropical
Environment, The Peregrine Fund, ONG Fanamby, Madagascar Fauna
Group, L’Homme et l’Environnement, Plant Resources for Tropical
Africa, informate che si stava procedendo ad un massiccio taglio di
alberi pregiati nella regione della Sava17, rivolserono una perentoria
richiesta alle autorità, nella quale, fra l’altro, dichiaravano: «We
hereby call upon the competent authorities and all Malagasy citizens
to urgently take action to stop and punish such acts so that natural
resources are no longer held hostage to political crises and post-
cyclone emergencies»18.
                                                            
16
L. Razafindramiadana, Région Sava. Abus dans l’exportation de bois, in «L’Express de
Madagascar», 24 Janvier 2009. Il giornalista segnalava l’esistenza di altri problemi: «Selon
nos sources, certains opérateurs agréés autorisés à exporter les bois ravagés et ramassés, lors
du passage des cyclones de 2005 profitent de la situation pour gonfler leur stock allant
jusqu’à employer des individus à couper des arbres même dans les parcs forestiers», ivi;
Scramble to log Madagascar’s valuable rainforest trees in midst of crisis mongabay.com,
March 23, 2009, http://news.mongabay.com/2009/0323-madagascar.html
17
La Sava è una regione della costa nordorientale del Madagascar
18
Il comunicato fu diffuso sia a mezzo stampa che su internet. Cfr. A. C. Revkin,
Madagascar Forest Defenders Send S.O.S, in «The New York Times», March 30, 2009, che
su i siti di alcune organizzazioni ambientaliste quali: Conservation International
http://www.conservation.org/newsroom/pressreleases/Pages/madagascar_forests_new_gover
nment.aspx; Madagascar Wildlige Conservation, http://www.mwc-
info.net/en/services/Journal_Pages/journal_MCD_News.html. Quest’ultimo sito riporta il
documento in lingua francese e malgascia, oltre che in inglese, sua lingua originale. Cfr.
anche J. Hance, Conservation groups condemn ‘open and organized plundering’ of
Madagascar’s natural resources, http://news.mongabay.com/2009/0330-
hance_madagascar.html

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A questo primo documento ne seguirono altri, come quello


dell’Osservatorio Nazionale dell’Ambiente e del Settore Foreste
malgascio: Alerte. Ensemble, agissons...pour sauver notre patrimonie
forestier!!!...19, che concludeva con queste parole: «Ayons l’esprit
ouvert, objectif et novateur et Osons afficher notre Conscience civique
pour ce pays et pour nos enfants [...] Ne dilapidons pas leur capital
chance que sont nos forets exceptionnelles!»20; o il comunicato:
Environmental Governance: Need for aggressive transparent actions
to curb illegal logging in and around Madagascar’s Protected Areas
and World Heritage Sites, rilasciato dalle ambasciate presenti nel
Madagascar insieme ai donatori internazionali e ad alcune
associazioni ambientaliste, con il quale si richiamava il Governo
malgascio ad una «aggressive transparent actions to curb illegal
logging in and around Madagascar’s Protected Areas and World
Heritage Sites»21. Infine il bellissimo poster Precious trees pay off –
but who pays? realizzato da quattro specialisti del Madagascar: L.
Wilmé, D. Schuurman, P. P. Lowry II e H. Peter, in occasione del
Congresso Internazionale delle Foreste di Buenos Aires del 18-23
ottobre 200922.

Paragrafo 4: La legislazione sul commercio del legname pregiato


Il disastro, che stava avvenendo nelle aree ricordate, di cui si erano
avuti i primi sentori all’indomani, come detto, della decisione del
governo del 19 gennaio, divenne irreversibile con la pubblicazione del
decreto interministeriale n°003 del 28 gennaio 2009. Il decreto
autorizzò, infatti, 13 operatori, indicati in un annesso elenco, ad
esportare «à titre exceptionnel à l’état brut, de bois de forêts
                                                            
19
Alerte.Ensemble, agissons…pour sauver notre patrimoine forestier !!!, in «L’Express de
Madagascar», 30 avril 2009.
20
Ivi.
21
D. Braun, News Watch: Act Aggressively to Curb Illegal Logging, Madagascar Urged,
June 5, 2009 http://newswatch.nationalgeographic.com/2009/06/05/madagascar_urged
_to_stop_logging_of_park/
22
A. Patrick, Bois de rose. Des chercheurs révèlent les gains illicites et donnent des noms,
in «Madagascar Tribune», 10 Novembre 2009. Il poster è apparso il 30 ottobre 2009 sul sito
della Chatham House dedicato al diboscamento illegale http://www.illegal-
logging.info/item_single.php?it_id=816&it=document. Successivamente è stato pubblicato
su «Madagascar Conservation & Development», cfr. D.S. Schuurman e P.P. Lowry II, The
Madagascar rosewood massacre, in «Madagascar Conservation & Development» 4, 2: 98-
102, Supplementary Material, http://www.mwc-info.net/en/services/Journal_Pages/jour
na_MCD_ISSUE_4-2.html

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LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

naturelles» per periodo di tempo di c. 3 mesi23. Il decreto fu adottato


in un momento, come è noto, particolarmente critico della vita
politico-sociale del Madagascar. Il 17 gennaio 2009 un numero
considerevole di persone, accogliendo l’appello del Sindaco di
Antananarivo Andry Rajoelina, si era radunato nella spianata di
Ambojatovo in Antananarivo per ascoltare il primo cittadino chiedere
senza mezzi termini che nel paese ci fosse più democrazia, più libertà
di parola, di riunione e di stampa. La protesta contro il governo
continuò nei giorni successivi con momenti di forte tensione e scontri,
che degenerarono ripetutamente in aperta violenza con un numero,
ancora d’accertare in via definitiva, di feriti e morti24.
Dello strisciante malessere socio-politico stabilitosi «entre le
gouvernement central et les dirigeants régionaux et parmi diverses
agences»25, seppero approfittare i cd. «baroni del legno», per operare
in tutta libertà, dal momento che i disordini avevano fortemente
affievolito il potere di controllo sia a livello locale che centrale delle
autorità.
Verso la metà di aprile 2009, intervenne una piccola ripresa
dell’azione di sorveglianza nella regione della Sava, ma gli effetti
sull’attività illegale di taglio degli alberi pregiati furono davvero
minimi. I commercianti, infatti, fecero ricorso allo stratagemma
d’immagazzinare gli alberi tagliati in depositi autorizzati e clandestini
nell’attesa del rilascio da parte delle autorità di nuovi permessi di
                                                            
23
Global Witness et Environmental Investigation Agency, Inc.(US), Enquête sur
l’exploitation, le transport et l’exportation illicite de bois précieux dans la Région Sava à
Madagascar, Août 2009, p. 9, http://www.parcs-madagascar.com/doc/Rapport%20mission
_finale_insert_231109.pdf; p. 22; H. Randriamalala e Z. Liu, Bois de rose de Madagascar :
Entre démocratie et protection de la nature, in «Madagascar Conservation & Development»
5, 1, 2010, p. 36, http://www.mwc-info.net/en/services/Journal_PDF’s/Issue5-
1/MCD_2010_vol5_iss1_Rosewood_democracy_Supplementary_Material.pdf; Global
Witness et Environmental Investigation Agency,Inc. (US), Rapport d’enquête sur le
commerce mondial des bois précieux malgaches:bois de rose, ébène et palissandre, Octobre
2010, p. 22, http://www.eia-global.org/PDF/report--Madagascar--EIA--GW--forests--
oct10FR.pdf
24
Per notizie sugli eventi occorsi nella Grande Isola tra la fine del 2008 ed i primi mesi del
2009 cfr. L. Mosca, La 25ème conférence des chefs d’état d’Afrique et de France: nuova
partnership, rinnovata francafrique o/sarkafrique? Il caso del Madagascar, in «Africa»,
Anno LXV - N. 1-4 Marzo-Dicembre 2010, p, 442; Idem, Madagascar: dalle dimissioni del
presidente Ravalomanana alla proclamazione dellaIV Repubblica(17 marzo 2009 - 11
dicembre 2010), in «Afriche e Orienti», n. 4, 2010, p. 95
25
Global Witness et Environmental Investigation Agency, Inc., Enquête, cit., p. 4

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L’APE INGEGNOSA 1-2/2011

esportazione26. Il quantitativo di alberi tagliati tra gennaio ed aprile


2009, secondo una stima fatta, consentì di riempire 571 container di
legno pregiato per un valore di 120milioni$27. È stato calcolato,
inoltre, che nel corso di tutto il 2009 sono stati caricati tra i 1137 ed i
1187 container per un totale di 36.730 tonnellate di legname pregiato
con un guadagno per i commercianti del legno del settore tra i
200milioni$ ed i 220milioni$28. Dalla sola regione della Sava, l’unica
della quale si dispone di dati certi, sarebbe arrivato nelle casse dello
Stato malgascio denaro per un’ammontare di 15milioni e
311.000mila$29. Secondo gli autori Randriamalala e Liu, in realtà, lo
Stato ha subito un forte danno economico-finanziario sia a causa delle
molte frodi, ai quali i commercianti ed i loro acquirenti hanno fatto
ricorso, per una cifra calcolata intorno ai 4milioni 6mila$, sia per il
mancato rientro di divisa straniera per un ammontare di c. 52
milioni$30.
A rendere tanto redditizio il commercio illegale del legno, da taluni
battezzato «l’or rouge»31, a tutto danno delle condizioni ambientali
nella zona della Sava32 e, come si dirà, anche di altre regioni
dell’isola, fu l’emanazione da parte dell’Alta Autorità di Transizione,
alla guida del paese dal 17 marzo 200933, di altre provvedimenti in
materia. In particolare si è trattato della decisione n°338/09/MEF/MI
del 30 luglio 2009, che consentì ai commercianti del legno di spedire
                                                            
26
R. Débois, La fièvre de l’or rouge saigne la foret malgache, in «Universe Maoré»,n° 13,
Juin 2009, p. 3 ; Global Witness et Environmental Investigation Agency, Inc., Enquête, cit.,
p. 6.
27
D. Schuurman e P. P. Lowry II, The Madagascar rosewood massacre, in «Madagascar
Conservation and development», Vol. 4, Issue 2-December 2009, p.100; L. Wilmé, D.
Schuurman, P.P. Lowry II e P.H. Raven, Precious trees pay off – but who pays?, cit.
28
L. Wilmé, D. Schuurman, P.P. Lowry II e P.H. Raven, Precious trees pay off – but who
pays ?, cit.;J.L. Innes, Madagascar rosewood, illegal logging and the tropical timber trade,
in «Madagascar Conservation and development», Vol. 5, Issue 1-June 2010, p. 8; H.
Randriamalala e Z. Liu, Rosewood of Madagascar: Between democracy and conservation,
ivi, p. 14.
29
H. Randriamalala, e Z. Liu, Rosewood of Madagascar: Between democracy and
conservation,cit. p. 14; Idem, Bois de rose de Madagascar : Entre démocratie et protection
de la nature, cit., p. 15.
30
H. Randriamalala, et Z. Liu, Bois de rose de Madagascar : Entre démocratie et protection
de la nature, cit, p. 21.
31
R. Débois, art. cit., p. 4.
32
Wildmadagascar.org, Destruction worsens in Madagascar, August 20, 2009,
http://news.mongabay.com/2009/0820-madagascar.html
33
L. Mosca, La 25ème conférence des chefs d’état d’Afrique et de France, cit. pp. 448-449;
Idem, Madagascar: dalle dimissioni del presidente Ravalomanana,cit. p. 95.

93
LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

25 container di legno di rosa a testa contro pagamento di una somma


di 36.000$ a container34, del decreto interministeriale n°38244 del 21
settembre 200935, confermato dal decreto n° 38409 del 5 ottobre, che
autorizzò i «baroni del legno» a spedire altri 25 container a testa,
contenenti legno di rosa, ebano e palissandro. La spedizione all’estero,
anche questa volta, fu consentita dietro l’esborso di un’ammenda di
36.000$ per container, da pagare entro la data del 30 novembre 2009
ed una contestuale dichiarazione circa la provenienza, la natura, la
quantità e la qualità del legno36. Il 30 novembre 2009 il neo designato
Primo Ministro, Eugene Mangalaza, con una nota vietò il taglio, il
trasporto ed il commercio del legname pregiato37. Il divieto fu, però,
revocato dal successore, il Primo Ministro Camille Vital, che, con
nota n°218 del 31 dicembre 2009, autorizzò di nuovo l’esportazione
di legname pregiato38. A seguito di quest’ultima nota, una missione di
esperti, formata da donatori internazionali e rappresentanti
diplomatici accreditati nel Madagascar, effettuò, dal 7 al 9 marzo, una
visita nella zona del nordest dell’isola. Al rientro, il 10 marzo 2010,
rilasciarono un comunicato stampa congiunto dal titolo Trafic de bois
precieux à Madagascar. Les partenaires internationaux rappellent les
enjeux. Nel documento si riferì sul perdurare della criticità nell’area
esaminata, per cui si chiese di porre fine al «système d’exceptions
répétées, qui favorise une spirale négative. En effet, il semble que les
acteurs impliqués dans les trafics escomptent la prochaine mesure
d’exception qui leur permettrait de régulariser leurs réserves acquises
de manière illicites, ce qui les encourage dans l’attente à constituer des
nouveaux stocks»39. Il Governo del Madagascar fece proprio l’appello
internazionale ed il 24 marzo emanò il decreto n° 141, che precluse il
                                                            
34
H. Randriamalala, e Z. Liu, Rosewood of Madagascar, cit., p. 13; Idem, Bois de rose de
Madagascar, cit., p. 24, p. 29.
35
H. Randriamalala, e Z. Liu, Rosewood of Madagascar, cit., pp.18-19; Idem, Bois de rose
de Madagascar, cit., p. 13, p. 23, p. 29.
36
Global Witness et Environmental Investigation Agency,Inc.(US), Rapport d’enquête, cit.,
p. 8.
37
H. Randriamalala, e Z. Liu, Bois de rose de Madagascar, cit., p. 28, p. 31.
38
Global Witness et Environmental Investigation Agency,Inc.(US), Rapport d’enquête, cit.,
p.8; H. Randriamalala, e Z. Liu, Bois de rose de Madagascar, cit., p. 28, p. 31 H.
Randriamalala, e Z. Liu, Bois de rose de Madagascar, cit., pp. 28-29, p. 31.
39
Communiqué conjoint des Représentations à Madagascar USA, NORVEGE, UE / BM /
AFD, Trafic de bois précieux à Madagascar. Les partenaires internationaux rappellent les
enjeux, http://madarepdem.net/pdf/COMMUNIQUE%20BOIS%20DE%20ROSE.pdf

94
L’APE INGEGNOSA 1-2/2011

taglio, la raccolta e l’esportazione di legno di rosa e di ebano in tutto il


Madagascar40.

Paragrafo 5: La diffusione del commercio illegale del legno


Secondo gli specialisti del settore, in particolare le citate Global
Witness e l’Environmental International Agency Inc. (US), la norma
si rivelò del tutto inefficace a bloccare il commercio illegale del
legno, sia perché girava sempre più insistente la voce che « the
bolabolists have friends in high places»41 e sia perché le autorità, l’11
maggio, avevano consentito ancora una volta l’esportazione di 79
container di legno pregiato con destinazione principale la Cina42.
Nei mesi successivi, nonostante la richiesta del governo malgascio,
datata 10 giugno 2010, d’inserire tutte le specie di Dalbergia e di
Dyospiros malgasce nell’Allegato III della Convenzione sul
commercio internazionale di specie di fauna e flora minacciate
d’estinzione (C.I.T.E.S.)43, notizie relative al commercio illegale del
legname prezioso seguitarono a diffondersi all’interno del paese e
fuori e tale attività, come si è detto, non era limitata al solo nordest.
Se in quella zona, infatti, le autorità poterono mettere a segno qualche
successo nell’azione di repressione, altrove si verificò un suo
sovradimensionamento. Una nave battente bandiera malgascia con
un carico di legno di rosa fu intercettata al largo delle isole Comore
nel giugno 201044; il 14 luglio 2010 due camion con 30 tonnellate di
legname di proprietà di un Direttore ministeriale furono confiscati alla
periferia di Toamasina45; nel novembre 2010 furono scoperti 100
container di legname pregiato pronti a lasciare il porto di Vohemar 46
                                                            
40
L.T., Exportation de bois de rose Plus que jamais interdite, in» La Gazette de la Grande
Ile», 25 mars 2010; Global Witness et Environmental Investigation Agency,Inc.(US),
Rapport d’enquête, cit., p. 8.
41
New timber ban failing to stop illegal logging in Madagascar, 4/04/2010
http://www.illegal-logging.info/item_single.php?it_id=4320&it=news. Il termine malgascio
bolabolists designa coloro che commerciano in legno pregiato e deriva dalla parola
bolabola, letteralmente: ciò che è rotondo.
42
Ivi.
43
Global Witness et Environmental Investigation Agency,Inc.(US), Rapport d’enquête, cit.,
p. 8, p. 26.
44
A. Maka, Gérard Randrianelson sur la cargaison interceptée aux Comores - Mon bateau
a quitté Madagascar à mon insu, in «La Verité», 7 juillet 2011.
45
R.A. Maxime, Trafics de bois de rose à Toamasina - Un Directeur de cabinet de ministère
impliqué, in «La Verité», 15 juillet 2010.
46
M. Mona, Bois de rose. L’embarquement de 100 conteneurs empêché au port de
Vohémar, in «Madagascar Tribune», 12 Novembre 2010.

95
LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

ed un mese dopo ci fu la scoperta di 250 container pieni di legname


prezioso e prossimi a partire dal porto di Majunga47.
Questi sono alcuni degli esempi di quanto fosse intenso e presente in
più regioni del Madagascar il commercio illegale del legname
pregiato. Oltre ai casi citati, si può ricordare la confisca effettuata nel
distretto di Tolagnaro, Regione dell’Anosy, ad inizio aprile 201148 o
nel parco di Masoala il 28 maggio 2011, che fece recuperare 1000
tronchi49, o ancora la requisizione nella regione della Sava di 732
tronchi di legno di rosa50 e si potrebbe ancora continuare.
Le azioni di contrasto, ed era prevedibile, destarono un forte moto di
protesta come quello che scoppiò, e non era la prima volta, ad es. tra
la fine di maggio e gli inizi di giugno 2011 ad Antalaha, quando
commercianti, taglialegna, ecc. scesero in strada, protestando contro le
requisizioni e contro la carcerazione di alcuni di loro, lanciando anche
un ultimatum alle forze di polizia perché si ritirassero entro 72 ore51.
Tutto ciò si verificava all’indomani del ricordato decreto n° 141 del 24
marzo 2010 del Governo, con il quale era stato deciso di punire dai «
coupeurs aux exportateurs, en passant par les transporteurs»52. Misure
alle quali avevano fatto seguito quelle del Ministro dell’Ambiente,
che aveva disposto di «répertorier et faire l’inventaire des stocks de
bois précieux disponibles»53, così come di rigettare qualsiasi richiesta
«d’autorisation d’exploitation, d’exportations et d’autorisation de
transport de bois de rose et de bois d’ébène»54.
Un’azione di tutela così decisa messa in campo dal governo fu
determinata dal fatto che esso era stato chiamato in causa da parte
della « mafia» del legno e di cui si era avuta notizia grazie a delle
                                                            
47
L. Rabary-Rakotondravony, Illegal Logging Spreading in Madagascar, in «IPS Africa»,
19 May 2001, http://allafrica.com/stories/201105191004.html. A maggio 2011 i 250
container erano sempre bloccati nel porto di Majunga.
48
J. Saraléa, Région Anosy. Trois camions de bois de rose saisis, in «L’Express de
Madagascar», 5 avril 2011.
49
S. Andriamarohasina, Masoala. Saisie de rondins de bois de rose, ivi, 28 mai 2011.
50
J. Saraléa, Bois de rose - Nouvelle saisie de 732 rondins, ivi, 23 giugno 2011.
51
S. Andriamarohasina, Bois de rose. Vive tension à Antalaha, ivi,, 31 mai 2011; Idem, Des
manifestants ont sommé les forces mixtes de quitter Antalaha dans 72 heures. Entre-temps,
ces dernières ont saisi 545 rondins de bois de rose et 67 de palissandre, ivi, 4 juin 2011.
Proteste contro le autorità si erano avute ad es. anche nell’aprile del 2009.
52
M. Rakotondratsima, Bois de rose. Fermeté sur le traffic, ivi, 22 avril 2011.
53
V.R. Coupe et exportation de bois de rose Vers un contrôle très rigoureux du ministère de
l’Environnement, in «Midi Madagasikara», 26 mars 2010.
54
Idem, Trafic de bois précieux: Note de rappel du ministre de l’Environnement, ivi, 15
avril 2010.

96
L’APE INGEGNOSA 1-2/2011

dichiarazioni rese da alcuni» «baroni del legno» ed importatori cinesi.


Le dichiarazioni, oltre a contenere precisi riferimenti a persone
appartenenti a diversi settori dell’apparato dello stato55, chiamavano in
causa lo stesso Presidente dell’Alta Autorità di Transizione: Andry
Rajoelina56. Gli addebiti furono fermamente rigettati e naturalmente
non poteva non seguire una controffensiva57. Dubbi, però, sulla
trasparenza e l’irreprensibilità dell’azione di governo dell’Alta
Autorità di Transizione, se non collegialmente quanto meno di alcuni
suoi componenti, non si sono dileguati anche per il diffondersi di
notizie di esportazione illegale di legno ascrivibili, ad es., ad un ex-
Ministro, al Capo della Regione d’Amoron’i Mania58 e da ultimo al
deputato Joseph Ezekiela Razafindramaro. Quest’ultimo accusato di
essere il proprietario di un carico di legname esportato illegalmente
nell’isola di Mauritius59.
                                                            
55
Prima della divulgazione di queste dichiarazioni, da più parti si ripeteva che persone in
alto loco fossero coinvolte nel redditizio traffico del legname. Cfr. R. Edmond, Filière bois
de rose Des Karana et des dirigeants de la HAT dans le réseau, ivi, 8 mars 2010; A. Maka,
Trafics de bois de rose - De hautes personnalités impliquées, in «La Verité», 19 juillet 2010;
J. Saraléa, Trafic de bois de rose :Des autorités mises en cause, in «L’Express de
Madagascar», 29 octobre 2010.
56
A. Patrick, Une vidéo accuse Andry Rajoelina, in «Madagascar Tribune», 6 novembre
2010; Wildmadagascar.org, Le Président de Madagascar lié au trafic illégal de bois rose
(vidéo), November, 06, 2010, http://fr.mongabay.com/2010/fr1105-
rajoelina_eia_video.html; R. Corinne, Président Rajoelina dans l’Est - «Non implication
dans l’affaire de bois de rose», in «La Verité», 13 novembre 2010.
57
N. Razafimandimby, Andry Rajoelina, Président de la Transition de Madagascar, in
«Revue de l’océan Indien», n° 321, janvier 2011, pp. 21-22.
58
B. Saraléa, Trafic de bois de rose, palissandre et autres: Le chef de Région d’Amoron’i
Mania sur la sellette, in «La Gazette de la Grand’Ile», 31 mai 2011.
59
L. Raharisetra, Propriétaires des bois de rose à Maurice, identifiés… - Un membre du
Congrès, en prison! in «La Verité», 11 juillet 2011. L’arresto del deputato ha scatenato
discussioni nel Parlamento malgascio per l’applicazione o meno nei suoi confronti
dell’immunità parlamentare, cfr. R. Corinne, Affaire bois de rose - Quid de l’immunité
parlementaire? ivi, 12 juillet, 2011; E. Zanastoa, Arrestation d’un Parlementaire -
L’immunité se mérite, ivi, 13 juillet 2011. Il probabile coinvolgimento delle autorità di
governo nel traffico illegale del legno di rosa è stato oggetto di una dura presa di posizione
del Ministero del Tesoro Americano, che, il 1 luglio 2011, si è dissociato dalla decisione
della Banca Mondiale di finanziare alcuni progetti di rimboschimento e di conservazione nel
Madagascar. Secondo l’amministrazione americana l’Alta Autorità di Transizione «has
stood by, and reportedly directly profited from, the exploitation of illegally logged timber
and poached wildlife ed ancora Washington aveva timore che il progetto potesse offrire
financial and moral support to the HAT regime, and [...] may serve inadvertently to allow
this illegal regime to claim international support and enable the de facto leaders to divert
resources to other priorities while continuing to profit from illicit activities». Cfr U.S.
Position on World Bank’s Investment in Madagascar’s «Third Environmental Program
Support Project», http://www.treasury.gov/resource-center/international/development-

97
LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

La rovina delle risorse forestali della Grande Isola, che è stata


paragonata per i danni che causa a quelli prodotti dai diamanti di
sangue in Angola ed in Sierra Leone60, oltre ad avere trovato, si è
detto, terreno fertile nell’instabilità politica del Madagascar, ha avuto,
secondo la ricostruzione che ne è stata fatta, un innegabile sostegno in
attori internazionali quali compagnie marittime, come la francese
Delmas, controllata del gigante CMA-CGM, banche, come la Bank
Africa, filiale Madagascar e la BVF-Société Générale ed ovviamente
industrie, sopratutto del Sud della Cina. Le fabbriche cinesi, infatti,
oltre a rifornire il mercato nazionale di articoli in legno di rosa, ebano
o palissandro, in stile Ming e Qiing molto apprezzati in patria,
esportano parte della loro produzione negli Stati Uniti, come
nell’Unione Europea61, ricavando dalla loro attività ingenti profitti.

Paragrafo 6: Gli Agenti federali nella sede della Gibson Guitar


Corp.
È il momento, ora, di parlare della vicenda nella quale è stata chiamata
in causa la Gibson Guitar Corp., un caso non da sottovalutare, perché
può essere considerato un esempio di quell’incauta e scorretta
globalizzazione della quale si è fatto prima cenno. Da quanto
riportato nella documentazione, se ne deduce che il legame della casa
americana con i commercianti del legno malgascio, come si dirà, è
anteriore al momento in cui i diversi mass media hanno cominciato ad
occuparsi della questione ed anche a lanciare delle critiche alla
fabbrica di Nashville, nonostante l’impegno più che decennale dei
suoi dirigenti nella salvaguardia del patrimonio forestale62. La Gibson
Guitar avrebbe, infatti, in un certo qual modo partecipato a quello che
è stato definito» «le massacre de la forêt pluviale malgache», facendo
ripetuti ordinativi di legname pregiato del Madagascar alla ditta Nagel
GMBH and Company KG di Amburgo. Legname pregiato che
                                                                                                                           
banks/Documents/US%20%20Position%20on%20Proposed%20Madagascar%20Third%20
Environmental%20Support%20Project.pdf.
60
E. Felten, Guitar Frets: Environmental Enforcement Leaves Musicians in Fear, in «Wall
Street Journal», August 26, 2011, http://online.wsj.com/article/SB100014240531119047874
04576530520471223268.html.
61
Il Consiglio dell’Unione Europea l’11 ottobre 2010 ha votato la legge contro il commercio
illegale «Illegal Timber Law» (ITL), che entrerà in funzione all’inizio del 2013.
62
Rainforest Alliance, Statement in Response to the United States Fish & Wildlife Service’s
Investigation of Gibson Guitar Corporation, http://www.webcitation.org/604mQSvpg;
Idem,Gibson Guitar Working with Rainforest Alliance on Wood Sourcing Legality,
September 2011, http://www.rainforest-alliance.org/forestry/gibson-usfws.

98
L’APE INGEGNOSA 1-2/2011

sarebbe stato esportato illegalmente dal Madagascar e che sarebbe


arrivato sul suolo americano in violazione della stessa legislazione
nazionale.
Il 17 novembre 2009, agenti dell’US Fish and Wildlife Service, in
virtù di due mandati di perquisizione emessi, in data 12 novembre
2009, dal giudice E. Clifton Knowles della Circoscrizione giudiziaria
centrale del Tennessee, sezione di Nashville e di un terzo emesso lo
stesso 17 novembre, perquisirono la sede della Gibson Guitar Corp.,
ubicata al 641 e 643 di Massman Drive, Nashville, Tennessee 37210, i
locali della Red Arrow Delivery Service situati al 1120 Visco Drive,
Nashville, Tennessee 37210 ed infine altri locali sempre di proprietà
della Gibson Guitar al 309 Plus Park Boulevard, Nashville, Tennesse
3721763. L’indagine «a federal search and warrant seizure64»era
finalizzata ad accertare se la Gibson Guitar Corp. aveva violati «Title
16, United States Code, Section 3372 (a)(2)(B)(i) and (iii) (the Lacey
Act; trafficking in plants that have been taken, possessed, transported
or sold in violation of an applicable underlying law); and Title 18,
United States Code, Section 545 (importation contrary to law)»65.
Gli agenti federali, come indicato nei mandati, dovevano raccogliere
ogni mezzo di prova utile: dal materiale cartaceo, a quello fotografico,
a quello informatico, ecc., oltre naturalmente al legname originario del
Madagascar66. Come si legge nella dichiarazione scritta resa
dall’Agente Speciale Kevin Seiler dell’U.S. Fish and Wildlife Service,
a sostegno del rilascio del mandato di perquisizione contro la Gibson,
egli aveva ricevuto il 5 ottobre 2009 notizia dall’U.S. Immigration
and Customs Enforcement che il 28 settembre 2009 nel porto di
Newark, New Jersey erano arrivati «2,729 kilograms of sawn
Madagascar ebony (Dyospiros species) and 1,062 kilograms of sawn
Madagascar ebony (Dyospiros species) for a combined total of 3,791
kilograms valued at $76,437.59»67. Merce che non poté essere
                                                            
63
United States of America v. Ebony Wood in Various Forms, Case 09-2133-MK, Search
Warrant, Doc. 3-1, p.1, p.14, p.23, http://fatlip.leoweekly.com/wp-
content/uploads/2010/08/usa_v_ebony-usdc-9aug2010-search_warrant.pdf.
64
United States of America v. Ebony Wood in Various Forms, Case 3:10-cv-00747,
Affidavit of Kevin L.Seiler, Doc. 20-1, p. 2, http://ia600503.us.archive.org/6/items
/gov.uscourts.tnmd.48385/gov.uscourts.tnmd.48385.docket.html.
65
Idem, Attachment C, Statement in Support of Search Warrant, Doc.12-1, cit., pp. 2-3;
Idem, Affidavit of Kevin L. Seiler, Doc. 3, cit., p. 3.
66
Idem, Case 09-2133-MK Search Warrant Case, cit. p. 9, p. 21, p. 25.
67
Idem, Attachment C, Statement in Support of Search, cit., p. 7; Idem, Affidavit of Kevin L.
Seiler, Doc. 3, cit., p. 4.

99
LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

immediatamente scaricata, perché l’U.S. Customs and Border


Protection constatò che nell’incartamento mancava «the plant
declaration», cioè la dichiarazione relativa a: nome scientifico della
pianta, valore, quantità, paese di origine, in base all’emendamento al
«Lacey Act», promulgato dal Congresso americano il 22 maggio
200868.
L’agente Seiler dichiarò inoltre di avere acquisite informazioni sulla
ditta malgascia esportatrice del legname: la Società Roger Thunam di
Antalaha e sulla ditta importatrice: la Nagel GMBH and Company
KG di Amburgo69. Quest’ultima fornitrice di legno pregiato della
                                                            
68
Idem, Attachment C, Statement in Support of Search, cit., p. 7; Idem, Affidavit of Kevin L.
Seiler, Doc.3, cit., pp. 4-5. L’emendamento sancisce come delitto federale l’importazione di
prodotti vegetali e di vegetali privi della dichiarazione, divenuta obbligatoria a partire dal 15
dicembre 2008 e relativa a nome scientifico della pianta, valore, quantità, paese di origine.
Con l’approvazione di questo emendamento presentato dai rappresentanti Earl Blumenauer
dell’Oregon, Jerry Weller dell’Illinois e Robert Wexler della Florida e dai Senatori Ron
Wyden dell’Oregon e Lamar Alexander del Tennessee, gli Stati Uniti sono stati la prima
nazione a vietare il commercio illegale del legno. Cfr. U.S. Code, Title 16, Chapter 53 -
Control of illegally taken fish and wildlife, § 3372. Prohibited acts, Title 18 - Crimes and
Criminal Procedure, Part I, Chapter 27 - Customs, § 545. Smuggling goods into the United
States, http://www.law.cornell.edu/uscode/. Sull’corretto utilizzo e finalità della legge si
cfr.A. Johnson, US Lacey Act: update on implementation & enforcement, EIA, Chatham
House, 2011.
69
Le due ditte, da quanto si legge nella testimonianza di Seiler, avrebbero iniziato il loro
rapporto commerciale nel 2005: «The bank records further documented Thunam exported to
Nagel four (4) exports from Madagascar in 2005, five (5) such exports in 2006, four (4)
more exports in 2007, and three (3) additional exports in 2009. Exports to Nagel totaled $ 1,
317,552.42, in recorded value». Cfr. United States of America v. Ebony Wood in Various
Forms, Case 3:10-cv-00747, Affidavit of Kevin L. Seiler, Doc.3, p. 5. Questo lunga
consuetudine di rapporti commerciali pone a mio avviso due riflessioni. La prima riguarda la
ditta Nagel. È ipotizzabile che casa tedesca non si sia posta la questione di sapere per le
importazioni relative al 2005 e forse anche per quelle del 2006 se il suo fornitore i.e. Società
Roger Thunam esportava illegalmente o meno il legname; per gli acquisti però del 2007 e
per quelle del 2009 la situazione è completamente mutata. Infatti nel settembre 2006 il
governo malgascio aveva emanato il decreto n°16030, che impediva il taglio degli alberi di
ebano e di legno di rosa e consentiva l’esportazione del solo legno pregiato lavorato. Questo
decreto fu successivamente confermato da altro decreto del 3 luglio 2007, per cui la ditta
tedesca a rigore per quel tempo dovrebbe avere importato solo legname finito. Per i carichi
di legname comprati nel 2009 si rinvia a quanto detto nel testo. La seconda riflessione
riguarda la Gibson Guitar. Si è detto che la fabbrica americana cominciò a rifornirsi di legno
pregiato presso la Nagel più o meno verso il 2006. Pur non volendo risalire nel tempo, si
considera che nel caso dei due ordinativi del 2008(febbraio e novembre), la fabbrica di
Nashville era informata che la ditta tedesca non poteva in nessun modo spedire del legno
malgascio certificato e che esso comunque usciva dal Madagascar illegalmente per le leggi
colà vigenti. Per quanto riguarda il carico dell’aprile 2009, c’è da chiedersi non solo se sia
uscito dal Madagascar illegalmente ma anche se al suo arrivo negli Stati Uniti fu fatta la
dichiarazione secondo quanto previsto dal Lacey Act.

100
L’APE INGEGNOSA 1-2/2011

Gibson Guitar Corp. Accertò, ancora, che i 3,791 chili di legname


pregiato non finito erano stati inviati il 9 settembre 2009 dalla ditta
Nagel GMBH and Company KG di Amburgo alla sua corrispondente
americana Hunter Trading Corp. di Westport, Conn., incaricata della
consegna alla fabbrica di Nashville70. Un addetto della Hunter Trading
Corp., il 29 settembre 2009, compilò la dichiarazione mancante, nella
quale il legno fu certificato come ebano del Madagascar della specie
Diospyros, per un volume di 2,364 m³. Il legno poté quindi essere
sdoganato dalla Hunter Trading Corp.71.
Seiler, inoltre, si documentò sulla legislazione vigente nel Madagascar
in merito all’esportazione dell’ebano e del legno di rosa72 e prese
contatto con due istituzioni internazionali, che, in collaborazione con
altre, avevano organizzato, nel giugno 2008, un viaggio nell’isola
degli specialisti del legno di tre ditte di strumenti musicali americane:
la citata Gibson Guitar Corp., la Martin Guitars e la Taylor Guitars73.
In particolare Seiler venne a sapere che, nel corso della missione nel
Madagascar, gli esperti americani erano stati compiutamente informati
che era contra legem abbattere alberi di ebano e di legno rosa, così
come vietato farne esportazione. Sempre nel corso del soggiorno nel
Madagascar, i tre esperti ebbero modo di verificare che le leggi sul
commercio del legname erano raggirate dai «baroni del legno» e di ciò
ebbero ulteriore conferma in occasione della visita fatta alla Società
Roger Thunam. Essi poterono, infatti, accertare che la Thunam
esportava il legname pregiato in maniera illegale e tra i suoi clienti
figurava la Nagel GMBH and Company KG di Amburgo a loro ben
nota74.
                                                            
70
Nella fattura di accompagnamento compilata dalla Nagel per l’invio del legno alla Gibson
Guitar, si legge che la merce avrebbe lasciato il porto di Amburgo il 17 settembre 2009 con
arrivo nel porto di New York il 28 dello stesso mese e da qui sarebbe stata avviata al porto
di Charleston, Carolina del Sud sulla nave «Liverpool Express». Dagli atti giudiziari risulta,
come detto, che la merce arrivò al porto di Newark, dove fu presa in consegna dalla Hunter
Trading Corp.
71
Idem, Attachment C, Statement in Support of Search, cit., pp. 5-7. Nelle autorizzazioni
rilasciate dalle autorità regionali malgasce alla Società Thunam l’ebano venne dichiarato
lavorato.
72
Idem, pp. 4-5.
73
Idem, pp. 8-9;The Forest Trust, Instrument manufacturers support policy and
organizational reforms in Madagascar to improve sustainable forest management,
http://www.tft-forests.org/news/item.asp?n=9759. La Martin Guitar Company ha la sede a
Nazareth, Pennsylvania mentre la Taylor Guitars è di El Cajon, California.
74
Dubbi sulla trasparenza dell’azione oltre che della Thunam esistono anche sull’attività
della Nagel nel Madagascar, da quanto si legge nella Nota Field Report Ebony Concession

101
LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

Gli agenti federali, al termine della perquisizione effettuata nei locali


della Gibson Guitar Corp al 641 di Massman Drive, Nashville,
sequestrarono «303 Gigobites of Data; ST. N° 884002 Customs shop
receipt Russ Spoots; 884006 Wood samples from Gene Nix; 884009
Documents desk Business Cards(Nix); 884001 Documents desk and
cabinet Justin Morris; 884003 Documents desk Scott McDaniels;
884004 Purchase orders- Herb Jenkins office; 884005 Purchase
orders-file cabinet Production office; 884010 Documents- Herb
Jenkins office; Seizure tag ≠ 884011 Pallet of ebony fingerboards;
Pallet of 4 tubs (green) of ebony fingerboards; Pallet of 6 tubs and ore
(1) Box of ebony; 1 Box of fingerboards ebony; 2 Boxes of picks
ebony; Rolling cart w/ drying ebony; Internal movement memo; 2
small of ebony; Seizure tag: 884000 Accounting file on "Nagel", 2
documents on Karl Klier, "Vikwood" file from accounting; 2008,
2009 Accounting documents; Seizure tag ≠884012 Monthly
Accounting /Accounts pagabe (sic!) reports covering the year "2009";
Seizure tag≠884019» IC November 09 Report; ST≠884013 guitar, SN
030790441; guitar, SN 031590512;guitar, SN 03069030(6)cr(8);
guitar, SN 030290647;guitar, SN 029590524; guitar, DF 2396»75.
Nella sede della Red Arrow Delivery Service al 1120 Visco Drive,
Nashville gli agenti confiscarono «2 File Folders Contain Invoices, 7
Pallets w/ pieces of lumber»76.
Dall’immobile della Gibson a 309 Plus Park gli agenti portarono via
«56 Gigobites of data»77

Paragrafo 7: La Gibson Guitar Corp. e l’importazione illegale di


legno
Ora, secondo quanto si legge nella ricordata dichiarazione di Kevin
Seiler, la Gibson Guitar Corp. incominciò a rifornirsi di legno
malgascio dalla Ditta Nagel GMBH and Company KG verso il 2006,
ma nulla di più è dato sapere78. Maggiori notizie si hanno per gli anni
successivi grazie ai registri doganali del porto di Charleston, Carolina
del Sud. Tra il 2008 ed il 2009 la Nagel effettuò tre spedizioni alla
                                                                                                                           
TH Nagel Timbertrade a cura del Dr. Martin Bauert, Curatore dei Progetti di Tutela
Ambientale e Botanica dello Zoo di Zurigo. Cfr. http://www.fichier-pdf.fr/2011/08/08/2010-
12-16-field-report-ebony-concession-th-nagel-timbertradel/
75
Idem, Attachment C, Statement in Support of Search, cit p. 2, pp. 10-13.
76
Idem, p. 22.
77
Idem, p. 24.
78
Idem, Affidavit of Kevin L. Seiler, Doc. 3, cit., p. 6

102
L’APE INGEGNOSA 1-2/2011

fabbrica americana. Il primo carico è del 29 febbraio 2008 e


consisteva in «5124 pieces od sawn wood including and unspecified
quantity of Madagascar ebony», il secondo carico «approximately
fourteen (14) pieces of sawn Madagascar rossewood» è del 14
novembre 2008 ed infine l’ultimo, composto da «8,868 pieces of sawn
Madagascar ebony», è arrivato il 1 aprile 200979.
Da quanto esposto fino ad ora, sembra di capire che la Gibson Guitar
Corp. trasgredì la legislazione in vigore nel Madagascar, in
particolare il decreto interministeriale n° 16030 del 14 settembre 2006,
che vietava appunto l’esportazione di legno di rosa e di palissandro
allo stato greggio80, come è detto chiaramente nei ricordati documenti
di carico, dove è annotato sempre e solo «pieces of sawn». Riesce,
inoltre, difficile credere che la Gibson fosse all’oscuro di
commettere delle violazioni sopratutto dopo quanto si legge in alcune
passi di alcuni messaggi di Gene Nix, consulente della fabbrica
americana ed uno dei tre esperti della ricordata missione nel
Madagascar nel giugno 2008, che sono citati negli atti giudiziari.
Il 20 settembre 2007 Nix esponeva le ragioni per le quali la Gibson si
era interessata all’ebano del Madagascar, pur essendo la ditta al
corrente che nel Madagascar «are no certified-sources of ebony at
Present»81. «[T]he true Ebony species-scriveva Nix il 20 settembre
2007-preferred by Gibson Musical Instruments is found only in
Madagascar (Diospryos perrieri). This is a long slow-growing tree
species with very little conservation protection and supplies are
considered to be highly threatened in its native environment due to
over exploitation»82.
L’esigenza della ditta americana di potere certificare origini sicure e
documentabili del legname malgascio era stata all’origine del viaggio
di Gene Nix e dei suoi colleghi nel Madagascar nel giugno 2008. Le
loro attese furono, come detto, però, frustrate, quando accertarono che
il legname pregiato poteva uscire dal paese solo illegalmente. Nix, al
                                                            
79
Idem, Attachment C, Statement in Support of Search, cit., pp. 7-8.
80
Global Witness et Environmental Investigation Agency, Inc.(US), Enquête sur
l’exploitation, cit., p. 5.
81
United States of America v. Ebony Wood in Various Forms, Case 3:10-cv-00747, Motion
to Strike Claims for Lack of Standing after A Hearing, Doc. 30, p. 3,
http://ia700503.us.archive.org/6/items/gov.uscourts.tnmd.48385/gov.uscourts.tnmd.48385.d
ocket.html.
82
Ibidem; Idem, Memorandum in support of Motion to Strike Claims for Lack of Standing
after A Hearing, Doc. 31, p. 1, http://www.scribd.com/doc/63755524/US-v-Ebony-Wood-
Govt-s-Motion-to-Strike.

103
LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

suo rientro negli Stati Uniti, ne dette notizia all’Amministratore


Delegato della Gibson Guitar, riferendo: «All legal timber and wood
exports are prohibited because of widespread corruption and theft of
valuable woods like rosewood and ebony»83.
Quale fosse la condizione del commercio del legno nel Madagascar
non poteva essere a quel tempo, quindi, ignota alla Gibson. La
promulgazione però del ricordato decreto governativo del 28 gennaio
2009 n°003, che autorizzava l’esportazione, sia pure temporanea, di
legname pregiato ed il difficile momento socio-politico del paese,
dovettero convincere Nix che c’era al momento probabilità di ottenere
dell’ebano malgascio. Di ciò informò il Presidente della Gibson,
David Berryman, scrivendo che la ditta Thunam forse sarebbe stata in
grado di rifornire la ditta Nagel di legno di rosa e di ebano, anche se
ciò poteva avvenire solo in maniera illegale, in considerazione del
fatto che lo stock del commerciante malgascio era stato messo sotto
sequestro dalle autorità malgasce84, ed ancora che nell’elenco annesso
al decreto del 28 gennaio 2009 la Società Roger Thunam era
autorizzata ad esportare due quantitativi di trucioli di legno di rosa
rispettivamente di 8802 e 14384 pezzi, il solo legname di cui al
tempo disponeva in deposito85.
Qualche giorno prima della perquisizione della Gibson Guitar Corp.
del 17 novembre 2009 e precisamente il 4 novembre 2009, la Camera
dei Rappresentanti americana, su proposta di nuovo del deputato Earl
Blumeanauer dell’Oregon, aveva approvata una risoluzione, con la
quale si condannava «the illegal extraction of Madagascar’s natural
resources and its impact on biodiversity and livelihoods of rural
communities, including illegal logging, smuggling of wild species,
and illegal mining»86. La risoluzione Blumeanauer, inoltre, esortava i
paesi importatori «to intensify their inspection and monitoring
processes to ensure that they do not contribute to the demand for
illegally sourced precious woods from Madagascar87 e raccomandava i
                                                            
83
Idem, Motion to Strike Claims for Lack of Standing after A Hearing,cit., pp. 3-4; Idem,
Memorandum in support of Motion to Strike Claims for Lack of Standing after A Hearing,
cit., p. 2.
84
Idem, Memorandum in support of Motion to Strike Claims for Lack of Standing after A
Hearing, cit., p. 2.
85
Global Witness et Environmental Investigation Agency, Inc.(US), Rapport, cit., p. 22.
86
111 Congress, 1st Session, H. RES. 839, Condemning the Illegal Extraction of
Madagascar’s Natural Resources http://www.gpo.gov/fdsys/pkg/BILLS-
111hres839ih/pdf/BILLS-111hres839ih.pdf.
87
Ivi.

104
L’APE INGEGNOSA 1-2/2011

«consumers of rosewood and ebony products to check their origin,


and boycott those made of Malagasy wood, until constitutional order
is restored»88.

Paragrafo 8: La Gibson Guitar Corp. sotto inchiesta:U.S. Sates of


America v. Ebony Wood in Various Forms, Case 3:10-cv-00747
Nell’agosto del 2010 l’avvocato dello stato del Tribunale della
Circoscrizione Giudiziaria Centrale del Tennessee promuoveva un
«Civil Forfeiture Action»89, suffragata da una dichiarazione giurata
dell’Agente Seiler resa il 4 agosto 2010, contro la Gibson Guitar
Corp. per ottenere che le 6 chitarre di ebano come i pezzi di legno non
finito, prese in custodia dalle autorità, fossero ufficialmente
riconosciute dello stato. L’azione prendeva il via dall’emendamento
della legge Lacey del 1981, che disponeva «forfeiture of all plants
imported, exported, transported, sold, received, acquired, or purchased
contrary to the provisions of 16 U.S.C.§ 3372, or any regulation
issued pursuant thereto in violation of 16 U.S.C. 3372 (a) (2)(B)(i)
and (iii). The United States of America also seeks forfeiture of the
Defendant Property pursuant to 18 U.S.C.§ 545 which authorizes
forfeiture of merchandise imported or brought into the United States,
contrary to law, or, merchandise received, concealed, bought, sold, or
which has been transported, concealed or sold after importation,
knowing the same to have been imported or brought into the United
States contrary to law»90.
La Gibson Guitar Corp., informata il 20 agosto 2010 dell’azione, il 23
settembre 2010 si costituiva in giudizio, chiedendo la restituzione di
quanto sequestrato nell’immobile al 641 di Massman Drive.
Contemporaneamente dichiarava di non avere interesse per la merce
sequestrata presso la Red Arrow Delivery Service91. Opposizione
all’azione fu fatta anche dalla Nagel, che il 30 settembre avanzava
richiesta di restituzione della merce, sostenendo che la Gibson Guitar
Corp. non aveva titolo a stare in giudizio in quanto non le aveva
                                                            
88
Ivi.
89
Si ricorda che con l’azione civile è stata attivata anche un «Criminal Investigation which
involves alleged illegal activity concerning the Defendant Property sought for seize in the
Civil Forfeiture Action».
90
United States of America v. Ebony Wood in Various Forms, Case 3:10-cv-00747, Verified
Complain in Rem, Doc.1, p. 2, http://ia700503.us.archive.org/6/items/gov.uscourts.tnmd.483
85/gov.uscourts.tnmd.48385.docket.html.
91
Idem, Verified Claim Contesting Forfeiture, Doc.4, p.1

105
LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

ancora pagata la merce92. La ditta tedesca avviò poi una seconda


azione per recuperare il materiale sequestrato presso la Red Arrow
Delivery Service93.
Nei mesi successivi la Gibson Guitar Corp. faceva ancora dei tentativi
per ottenere la restituzione della chitarre e del legname, le richieste,
però, erano invariabilmente rigettate94. Da parte della fabbrica di
Nashville si è messo l’accento sia sul fatto che non c’era stata nessuna
violazione della legge malgascia, in quanto era permesso
l’esportazione dell’ebano95 e sia che l’azione giudiziaria era carente di
mezzi di prova, né essi potevano conseguirsi con l’interrogatorio,
richiesto nel novembre 2010, della parte incriminata96. La Gibson si
opponeva, infatti, all’interrogatorio, motivando che, esso «untimely;
outside the scope of the Rule (G)(6)(a)- which limits the
interrogatories to the claimant’s identity and relationship to the
defendant property; and (3) calcultated to harass, not relevant or
reasonably calculated to lead to the discovery of admissible evidence,
overly broad, unduly burdensome, vague and ambigouous; (4)
previoulsy produced to another agency in the government; and (5) a
general objection to privileged documents»97.
Per il tribunale, invece, lo strumento dell’interrogatorio era
fondamentale per stabilire chi avesse il diritto reale sulla merce
confiscata; la corte, inoltre, aveva la necessità di definire se la merce
                                                            
92
Idem, Memorandum in support of Motion to Strike Claims for Lack of Standing after A
Hearing, cit., p. 4
93
Ibidem
94
Idem, Claimant Gibson Guitar Corpo.’s Motion to dismiss,Doc.7, p. 1-2,
http://www.scribd.com/doc/63755345/US-v-Ebony-Wood-Motion-to-Dismiss; Idem,
Preliminary Response in Opposition to Claimant Gibson Guitar Corp.’s Motion to Dismiss,
Doc. 13, pp.3-5 http://ia700503.us.archive.org/6/items/gov.uscourts.tnmd.48385/gov.
uscourts.tnmd.48385.docket.html
95
Non si hanno elementi per affermare che il legname spedito dalla Nagel alla Gibson via
Amburgo il 17 settembre 2009 facesse parte dello stock inviato da Roger Thunam alla ditta
tedesca il 27 marzo 2009. Nei documenti allegati dagli avvocati della Gibson al giudizio
civile il legname esportato dal Madagascar in Germania viene indicato come lavorato,
mentre nelle due fatture della Nagel del 9 settembre 2009 con le quali è spedito il legname
alla Gibson Guitar esso viene annotato come non finito. Cfr. Idem, Claimant Gibson Guitar
Corp.’s Response to Plaintiff ‘s Motion to Strike, Document 40-1, 13 July 2011, pp.1-4;
Idem, Memorandum in support of Motion to Strike Claims for Lack of Standing after A
Hearing, Doc. 31-3, p. 20, p.25.
96
Idem, Claimant Gibson Guitar Corp.’s Reply in Further Support of Motion to Dismiss,
Doc. 17, pp. 2-4, http://ia700503.us.archive.org/6/items/gov.uscourts.tnmd.48385/gov.uscou
rts.tnmd.48385.docket.html
97
Idem, Memorandum of Facts and Law, cit., p. 4.

106
L’APE INGEGNOSA 1-2/2011

dovesse essere considerata contrabbando, nel qual caso la Gibson


chiedeva la restituzione di qualcosa che era illegale possedere. Non
ultimo la merce sequestrata era anche oggetto di un’indagine penale,
che avrebbe potuto, secondo il tribunale, prevedere un capo di
accusa98. Nel gennaio 2011 la Gibson Guitar Corp. acconsentì a
rispondere alle domande dell’avvocato dello stato ma le risposte date
furono giudicate insufficienti, tanto da richiedere un supplemento. In
particolare il tribunale era interessato ad avere: «A description of the
exact condition of the seized items at the time of its receipt at Gibson
facility at 641 Massmam Drive, Nashville, Tennessee, including what
have been done at the product and what remained to be done at Gibson
or elsewhere. It is the position of the United States that this
description is probative on the issue of standing and whether the wood
was a finished product or unfinished product and therefore
contraband»99.
Da quanto si legge in un documento depositato dall’Avvocato dello
stato nel giugno 2011, la richiesta fu rigettata per mancanza, così
come per la ditta Nagel, di legittimazione. Secondo l’Avvocato la
merce per la quale la Gibson e la Nagel avevano fatta istanza di
restituzione era merce di contrabbando o merce posseduta
illegalmente. La corte era giunta a questa conclusione, avendo potuto
accertare che l’ebano importato dalla Gibson dal Madagascar era
«blanks [...] Blanks are unfinished products [...] The Defendant
Property was simply rough sawn wood which had to be cut, shaped,
bent and the like to be substantially transformed into a finished
product known as fingerboard [...] In addition[...] precious wood as
Madagascar ebony is contraband or illegal to possess under the Lacey
Act 16 U.S.C. § 3374, et seq. [...] Madagascar ebony is also
contraband or illegal to possess pursuant to 18 U.S.C. §545
[...]Because the Madagascar ebony wood is contraband or illegal to
possess, then Gibson may not assert an ownership interest in it»100.
La Gibson rinnovò la richiesta di restituzione della merce sequestrata,
portando tutta una serie di prove documentali, in base alle quali essa
                                                            
98
Idem, pp. 6-7; Idem, Affidavit of Kevin L. Seiler, Doc. 20-1, cit., p. 3.
99
Idem, Government Response to Gibson Guitar Corp.’s Notice that Its Motion to Dismiss is
Fully Briefed and Ready For Decision, Doc. 24, p. 1-2, http://ia700503.us.archive.org/6
/items/gov.uscourts.tnmd.48385/gov.uscourts.tnmd.48385.docket.html.
100
Idem, Memorandum in support of Motion to Strike Claims for Lack of Standing after
Hearing, Doc. 31-3, pp. 17-20, p. 22, http://www.scribd.com/doc/63755524/US-v-Ebony-
Wood-Govt-s-Motion-to-Strike.

107
LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

intendeva dimostrare di avere il diritto ad agire per il recupero della


merce confiscata, dal momento che l’esportazione dell’ebano era
consentito dalla leggi del Madagascar e a suo parere di conseguenza
cadeva anche l’affermazione del tribunale che la merce confiscata
fosse da considerare merce di contrabbando o posseduta illegalmente.
Nella comparsa gli avvocati della Gibson ponevano inoltre in rilievo
che lo stato non aveva portata nessuna prova evidente a sostegno
della sua azione, né tantomeno documenti e concludevano: «The U.S.
Government’s motion to strike and its entire case are devoid of merit.
Gibson requests that the Court deny the U.S. Government’s motion to
strike, dismiss this unfounded forfeiture proceeding, order the
immediate return of Gibson’s property, and award Gibson of all of its
costs and fees pursuant to 28 U.S.C. 2465 (b)»101.
Come per il passato la risposta della corte non fu favorevole alla
Gibson Guitar, anche se gli avvocati della ditta presentarono una
seconda comparsa in appoggio alle loro tesi102, per un evento nuovo.
L’avvocato dello stato chiese al giudice di sospendere l’azione, in
quanto l’attività legale posta in essere dalla Gibson Guitar aveva
riflessi negativi sul procedimento civile e su un procedimento penale,
promosso su iniziativa della Divisione Crimini Ambientali del
Dipartimento di Giustizia e che era stato portato a conoscenza del
Giudice della causa civile Haynes103.
Nel tentativo di arrivare ad una conclusione del giudizio, le parti erano
convocate dal Giudice Haynes per il 29 agosto 2011104. Nel corso
dell’incontro ancora una volta però si è riuscito solo a concordare un
rinvio per chiarire le questioni ancora oscure. È stato, infatti, stabilito
che lo stato doveva formulare le sue domande entro il 7 settembre e la
Gibson doveva fornire le risposte per il 9 settembre. Nel caso di
definizione del motivo del contendere lo stato avrebbe «file the joint
statement of issues with any motion no later than 13 September.
                                                            
101
Idem, Claimant Gibson Guitar Corp.’s Response to Plaintiff’s Motion to Strike, Doc. 40,
p. 2 pp. 12-19, pp. 19-20, http://www.scribd.com/doc/63755599/US-v-Ebony-Wood-
Gibson-s-Resp-to-Motion-to-Strike.
102
Idem, Claimant Gibson Guitar Corp.’s Reply to Plaintiff’s Supplemental Response to
Gibson’s Motion to Dismiss, Doc. 43, pp.1-3, http://www.scribd.com/doc/63755619/US-v-
Ebony-Wood-Govt-s-Reply-on-Motion-to-Strike.
103
Idem, Motion to Stay, Doc. 44, p. 1, http://ia700503.us.archive.org/6/items/gov.uscourts.
tnmd.48385/gov.uscourts.tnmd.48385.docket.html; Idem, Motion to File Declaration Ex
Parte and Under Seal, Doc. 46.
104
Idem, Order, Doc.52, http://ia700503.us.archive.org/6/items/gov.uscourts.tnmd.48385/
gov.uscourts.tnmd.48385.docket.html.

108
L’APE INGEGNOSA 1-2/2011

2011»105. I termini fissati però sono trascorsi e nessuna evoluzione


utile è occorsa. Il tribunale, pertanto, di fronte all’impossibilità di
sapere dalla Gibson se la merce sequestrata fosse ebano malgascio e in
che modo la fabbrica ne fosse entrata in possesso, non ha avuta altra
scelta che ripetere in data 20 settembre 2011 la richiesta di
sospensione del giudizio presentata il 25 luglio 2011, valendosi della
documentazione posseduta al tempo della domanda. La sospensione
inoltre è stata chiesta anche per evitare che il giudizio civile si legge
nell’istanza «affect the investigation and the prosecution of a related
criminal investigation, as more fully set forth in the governement’s
motion to stay»106.

Conclusione
Per quanti hanno seguito la vicenda è difficile azzardare delle
previsioni, tenuto conto che solo pochi giorni prima del tentativo del
Giudice Haynes e precisamente il 24 agosto 2011, la Gibson Guitar
Corp. è stata oggetto di un’altra perquisizione da parte degli Agenti
dell’US Fish and Wildlife Service. Il 24 agosto 2011, infatti, Agenti
Federali, muniti di un mandato, effettuarono un’ispezione negli
immobili della Gibson siti a Nashville ed a Memphis, così come in
quelli della già nota Red Arrow Delivery Service per sequestrare
legno di rosa e di ebano indiano come di ogni prova che ne potesse
documentare l’arrivo negli Stati Uniti in frode della legislazione
vigente107. L’azione degli Agenti Federali suscitò proteste da parte
                                                            
105
Idem, Joint Notice Regarding Parties Discovery Conference, Doc. 60,
http://ia700503.us.archive.org/6/items/gov.uscourts.tnmd.48385/gov.uscourts.tnmd.48385.d
ocket.html
106
Idem, Renewed Motion to Stay,Doc. 66, pp. 1-2, http://www.docs-
here.com/Refusal%20to%20Answer.pdf.
107
Idem, Affidavit in Support of Search Warrant # 11-mj-1067 A,B,C,D
https://motherjones.com/files/gibsonaffidavit.pdf. Per la Gibson Guitar Corp. si è aperta un
altra vertenza con lo stato, che il 27 settembre ha avviata un’azione civile per ottenere la
proprietà dei 25 colli di ebano indiano requisiti il 27 giugno 2011 a Dallas, Texas. Secondo
l’Agenzia Federale infatti la documentazione che accompagnava la merce recava una falsa
descrizione del contenuto dei colli come una falsa loro codificazione, per cui vi erano gli
estremi della violazione del Lacey Act. Infine fu accertato che destinatario della merce,
contrariamente a quanto indicato nella carte di trasporto, non era la ditta Luthier Mercantile
di Windsor, Ca. ma la fabbrica di Nashville. L’avvocato della stato, dopo avere avviata la
causa civile, ha chiesto al tribunale di sospenderla, pur in presenza della richiesta della
Gibson Guitar di restituzione della merce. Egli ha giustificato la richiesta motivando che la
causa civile poteva essere un intralcio per le indagini penali in corso per la precedente causa
contro la Gibson per importazione illegale del legno dal Madagascar. Cfr. United States of
America v. 25 Bundles of Indian Ebony Wood,Case 3:2011cv00913, Memorandum of Law

109
LA GLOBALIZZAZIONE UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADAGASCAR?

dei tanti ammiratori della fabbrica americana, diversamente dalla


precedente perquisizione108. Allora si erano alzate voci di condanna
nei confronti della ditta di Nashville, per avere importato legno delle
foreste del Madagascar. Quanti allora criticarono avevano ben
presente il fragile equilibrio ambientale esistente nell’isola, il quale
andava tutelato e salvaguardato per le generazioni future. Avevano
valutato, infatti, che, anche in presenza di un’economia di
globalizzazione, la più vantaggiosa possibile, neppure una fabbrica
così famosa nel mondo quale la Gibson Guitar Corp. poteva essere
legittimata a pregiudicare l’isola del Madagascar considerata il
santuario della natura.
La soluzione di questa non semplice vicenda giudiziaria, che ha avuta
una grandissima eco nel mondo, è arrivata, del tutto inaspettata, lo
scorso 6 agosto, quando il Tribunale Distrettuale Federale per la
Circoscrizione Giudiziaria Centrale del Tennessee, Sezione di
Nashville ha reso pubblico quanto segue « Gibson Guitar Corp.
entered into a criminal enforcement agreement with the United States
today resolving a criminal investigation into allegations that the
company violated the Lacey Act by illegally purchasing and importing
ebony wood from Madagascar and rosewood and ebony from
India»109. L’accordo raggiunto tra le autorità americane e la fabbrica
di Nashville prevede: «The criminal enforcement agreement defers
prosecution for criminal violations of the Lacey Act and requires
Gibson to pay a penalty amount of $300,000. The agreement further
provides for a community service payment of $50,000 to the National
Fish and Wildlife Foundation to be used to promote the conservation,
identification and propagation of protected tree species used in the
musical instrument industry and the forests where those species are
found. Gibson will also implement a compliance program designed to
strengthen its compliance controls and procedures. In related civil
forfeiture actions, Gibson will withdraw its claims to the wood seized
                                                                                                                           
in Support of Motion to Stay, Doc. 9, pp. 3-5; Idem, Motion to File Declaration Ex Parte
and Under Seal, Doc. 10;Idem, Claimant Gibson Guitar Corp.’s Response to Plaintiff
Motion to Stay, Doc. 14, pp. 3-8.
108
La Gibson ha avuto, tra l’altro, il sostegno del Partito Repubblicano e dei Gruppi del Tea
Party, che hanno definito la perquisizione della fabbrica del 24 agosto 2011 un esempio di
eccessivo zelo ed una minaccia per i lavoratori americani.
109
United States of America, Department of Justice, Office of Public Affairs, Gibson Guitar
Corp. Agrees to Resolve Investigation into Lacey Act Violations, August 6, 2012.

110
L’APE INGEGNOSA 1-2/2011

in the course of the criminal investigation, including Madagascar


ebony from shipments with a total invoice value of $261,844»110.
All’indomani della notizia dell’accordo, l’Amministratore Delegato
della Gibson Guitar Corp. rilasciava una dichiarazione con la quale
s’intendeva riaffermare la correttezza dell’azienda nella vicenda e che
la decisione di porre fine alla vertenza giudiziaria era dovuto
unicamente alle sue elevate spese giudiziarie.

                                                            
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Ivi. 

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