Sei sulla pagina 1di 6
Origene OMELIE SU GIOSUE Traduzione, introduzione e note a cura di Rosario Scognamiglio @ Maria Ignazia Danieii citta nuova editrice 160 Orig che @ bene per il desiderio del bene stesso.e-76t amore delle benedizioni sono pi nobili di calor che seguong) il bene per paura del male. Gesti, percid, @ il solo a potét discernere tra tutto il popolo anitni e spiriti diquesto genere e stabilire alcu: ni sul monte Garizint le benedizi e altri sul monte Ebal per le maledizioni, non perché ricevano le maledizioy a perché nel considerare le maledizioni prescritté e i castighi stabiliti per i peccatori, se ne {ino dall'incorrervi. i i, 8. In seguito la Scrittura racconta che Gest lesse tutte le parole della Legge, benedizioni e maledizioni, set condo tutto quanto é scritto nel libro della Legge, non ct fu parola di quanto Mos? aveva comandato, che Gest non leggesse davanti a tutta Vassemblea d'Isracle ®. La spiegazione del racconto storico & facile: dire come il figlio di Nave lesse tutte le parole della Legge, scritte da Mos’, davanti a tutta 'assemblea dei figli dsraele Non mi sembra perd privo d'interesse mostrare in che! modo sia nostro Signore Gesti a fare cid. Certo, io ritengo che quando ci viene letto Mos? tolto it velo della leitera® dalla grazia del Signore e cor minciamo a capire che la Legge é spirituale® e che, pet} esempio, se la Legge dice: Non meiterai la museruota al bue che trebbia’', non si riferisce ai buoi, ma agli Apo stoli®; e ancora, quando nella legge & detto che Abra mo ebbe due figli, uno dalla schiava, Valtro dalla donna} libera®, io capisco che queste realia rappresentano Ie} due Alleanze e i due popoli*, questa Legge cost coi presa che Paolo chiama spirituale * @ il Signore Gest Gigs. 8, 34-35 (9, 25), © 2Cor. 3,15 ® Rom.7, 14 Deut. 25, 4. 3 CE 1 Cor.9, 9-10. CF. Om Lv IX, 8, cit, p. 223, * CE Gen. 16, 15;21, 2 CE Gal. 4, 24, CE Rom. 7, 14, : Omelie su Giosue, IX 1st che ce la legge, @ lui che recita queste realta agli orec- chi di tutto il popolo e che ci ordina di non seguire la lettera che uccide ma lo spirito che da vita*. \) Gest dunque ci proclama Ta Legge, quando ce ne Tvela i segreti. Noi che apparteniamo alla Chiesa cat- tolica, infatti, non disprezziamo la Legge di Mosé, ma Tacceitiamo a condizione che sia Gest a leggercela, Perché la Legge noi la potremo capire correttamiente se ce la «legge» Gesu, si che durante la sua lettura noi Pr ypiame tl peasiero di tub il suo modo di intender- Non é da credere forse che di qui avesse attinto il ero colui che diceva: Ora noi abbiamo il pensiero Cristo, per conoscere cid che Dio ci ha donato, cid di parliamo *? Cost pure coloro che dicevano: Il no- cuore non ardeva forse in noi mentre ci spiegava le Scritture lungo il cammino * quando cominciando da [Mose fino a tutti i profeti lesse Dro riveld tutte le cose crite su di lui? ® “Ma-vi-é una mirabile figura della predicazione di ‘questo-brano della Scrittura che dice: Nom ci fu Iparola di tutte quelle che Moss nanidate, che Ge- isinon leggesse agli orecchi di tutia Vassemblea d'Tsracle®__ t & Ch 2 Cor. 3, 6, «Fino a che un velo é posto sopra Ia letrure del- € del profeti, non si vedono belle fe tende né degne di lode e; ma quando sari ‘olto il velo, esi comincera a capire che la fae @spivituale e cost i profeti alora (appariranno) belle ¢ mirabil, pk ease di Giacobbe; e allora appariranno degne di ammirazione le di Israele quando, rimossa la letera che uccide, comincerai Beeize in esse lo Spiito che da la vita» (Om Nm XVI, 4, cit, p 7 co. 2, 1612-13, eta sa, #16 242, sAconando aera Gest (2 Neve) a popaoe Ptun a ess dacepl i Emmans, (Origne)s sateen a init profonda fo fico Testament Vangie, ef eee or che ames og cistianor, (Dante Sacro tp 289 Cercare seo spine dle Sst vol ie dalle man i Gai xcoltare i celle ee siesta el Chis ef De Lac Stine Spr, ci, pee T5 1835 non 8 0,8) 276 Origene che siamo in Gerusalemme, nessun altro abita/éon noi se non quelli che sono santi. | ‘Ma poiché, anche se arriviamo ad una gray(de per- ferione ¢ ei coltiviamo con gli impegni pid penso per® che si arrivi a tale purezza di cyore da non’ essere mai macchiati dal contagio di un pensi trario, # certo che anche i Gebusei abit Giuda in Gerusalemme. Questo perd non Jo diciamo, pét fare a meno di scacciarli nella misura del possibile; noi dobbiamo dar- ci molto da fare nello sforzo, ogni giorno, di scacciar- li da Gerusalemme. Ma, come’sta scritto,’non possia- mo scacciarli tutti in una volts. { Questo dobbiamo pensarlo anche di coloro che pertano frutto, chiamatiA figli di Efraim: devono an- ch’essi cacciare semp dalle loro anime i Cananei, | cio? i pensieri leggerié sensuali. Ma Dio @ potente, per sottometterci i Gebrisei e i Cananei, come sta scritto: | sottomise i Cananei ai figli di Efraim. i Preghiamo pertanto lo stesso Signore perché scac- si da noi i pensferi malvagi e ne apporti di buoni, degni | di Gerusalerame, la citta celeste; pensieri in cui non si trovi alewhché di contaminato o di sordido che possa | W/nel giorno del giudizio in base ai pensieri, &cienza, ma che in noi si trovi la purezza di ‘in Cristo Gesti nostro Signore, cui appartengono ria ela potenza nei secoli dei secoli. Amen”. j Cotidie! Questa lotta di ogni giorno & la verifica della fede evangelica. eLa vittoria del Cristo... non avra i suol effetti che pro-_ gressivamente nel tempo che separa le sue due venuite, in funzione delf'adesione che ciascuno gli dona personalmente» (Crouzel, Orige- ne, cit, p. 268). CE Glos. 17, 13, » CE Ebr. 12,22, ® 1 PL, 11. Le parole della Serittura consentono di riempirsi dei pensieri di Dio, operando il risanamento interfore in quanto mi steri potenti e vivificanti OMELIA XXil LA TRIBO DI EFRAIM E 1 CANANEI 1, Per Ja terza volta @ stato riferito che i Cananei sone tra i figli di Efraim. Ma consideriamo quale ordi- ne ci sia tra i singoli riferimenti, cio® quale sia il conte- Ito del primo che afferma che { Cananei erano in mez. 20 ai figli di Efraim, il contenuto del secondo e poi del terzo. Se infatti prestiamo maggiore attenzione a come @ descritto, la terza volta, il rapporto dei Cananei con i figli di Efraim, e con l'aiuto di Dio potremo ricercare Tordine delle affermazioni, a che cosa si riferisca la pri- ma, la seconda e la terza volta, di questo fatto, ritengo che non avremo pitt dubbi, che effettivamente queste cose sono state scritte non per tramandarci il racconto di soli fatti storici, ma perché sono colme di mister: di- vini e degni di Dio’. Ecco dunque il primo riferimento: Efraim non stermind il Cananeo che abitava a Gheser; i Cananei ‘hanno abitato in mezzo a Efraim sino ad oggi, ma sono diventati servi sotto limposta, sino a quando divenne il Faraone re d'Egitto, e prese Gheser, la diede alle fiamme e trucidd i Cananei e i Perizziti e quanti abitavano in essa, e poi il Faraone l'assegnd in dote a sua figlia?. ©» Linsistenza origeniana sul rapporto fra Yordo dictorum e i di- ving sacramenta sottende la fede che nelle Scriture il Verbo ha pre: s0 un corpo, cosi come da Maria ha assunto una carne: donde Iin- cessante e mai concluso contemplare la grandezza di questo miste- 1. «Si scorge la lettera come la carne,.. si percopisce nascosto al di dentro il senso spirituale come la divinita» (Om Lv Gos. 16, 10 LXX; ef. 1Re9, 16. 1, cit, p, 33) 8 Origone Omelio su Glosue, x11 279 che sono di Cristo hanno suoi vei e le sue passioni Una volta dungue al terzo stadio, cio’ una volta amvivati alla perfezione, quando mortifichiamo le no- stre membra'e portiamo dovurque la morte di Cristo nel nostro corpo’, allora 2 detto che il Cananeo & stato 4 sterminato da parte nostra. sae Tl secondo dice: Avvenne che i fighi d'Israele diven- nero forti e assoggettarono i Cananei, ma non li distrus- sero del tutto*. Il terzo riferisce quando gli uomini della tribé di | Efraim vennero a protestare contro Gest: volevano, in rapporto al loro numero, quantita e potenza, ricevere uma parte di eredita pit grande. Li fecero salire verso la foresta, per procurarsi uno spazio pidi vasto; ¢ per ché potessero occupare spazi ancora piti vasti, lisiau- ~ torizz6 a sterminare il Cananeo‘. 4 cifisso la loro carne con i 3. Ma non va trascurato negligentemente quel passo: Venme il Faraone e prese la eitta di Ghezer in cut coabitava: no il Cananeo ed Efraim, e la diede in dote a sua figlia Ghezer significa unione sireita. Se il corpo e Vani< ma dimorano in una sola e medesima wnione cioé se sono mutuamente congiunte e associ; do che Tanima vive secondo la carne, ¢ 1 con piti prontezza di ridurre la cai diente e sottomessa, ¢ da temers dall'Egitto, renda prigioniera ¥ in dote a sua figlia. S dell’Apostolo: un’aler ci rende schiavi modo il Fe 2. Vediamo adesso cosa voglia dire questo triplice racconto riguardo ai Cananei. 1a prima volta il Cananeo & certo con nol 2 som: getto allimposta, ma non ci obbedisce né @ nostro schiavo. ‘La seconda volta diventa anche schiavo e obbedien- te, Per Cananeo qui dobbiamo intendere la nostra carne fe quanto le appartiene. Questa la prima volta & con noi, nl senso che vive congiunta all'anima, ma non le presta ‘obbedienza, eccetto il fatto che le paga le imposte, ossia Je offre il servizio nel compiere azioni o movimenti; tut- tavia essa ha desideri contrari allo Spirito', e non & sog- getta all'anima, ma cede ai suoi propri desideri. ‘Ma se siamo gia alquanto progrediti, la carne di- venta nostra schiava, sottomessa e obbediente al volere dell'anima: ecco il secondo stadio del progresso dell’ani- ma, quando essai fa obbediee serie dalla came, terzo stadio poi @ quello della perfezione. Una volta, infatti, che arriviamo alla perfezione, ci viene detto che i] Cananeo devessere sterminato ¢ messo a morte. In che modo questo si compie nella nostra car- ne? Ascolta ’Apostolo che dice: Mortificate quelle vostre membra che appartengono alla terra, la fornicazione, Timpurita, con quello che segue. E ancora dice: Quellt ie venga il Faraone ihima infelice, per darla infatti consideri le parole age sorge nelle nostre membra e legge del peccato’, scoprirai in cke , autore e re del peccato, da in dote al- @ la legge del peccato, Yanima che é vissuta carnale"®, CE. Col 3, Gal 5,24 * 2.Cor. 4 10. I/eammino della conescentafa ttn con il dia tase Tapprofondisi dala purezza del cuore. Abbiamo rlevato nella Om Gs Vir (nota 1) Mntariet dela visioneovigeniana: «Pi st sje confide con adenine stale pitas pend Sl feo elas vive, pi last perceplsce.. Quando Origene fai ritatlo deo spiritual e del perfeto, elt guardain rea i suo ideale mai et realization le tas avr sltanto nella beatitudine, per quanti hanno ‘la foro elt Shontelle ae quando san sata, dco prono ad esi in una cesta mlsura (Cre, Ogee, cit, pp 1658. * Cf. Gios. 16, 10 LXX. “ po tess) * Rom. 7,23 " Lrantinomia & sempre radicale: 0 dalla parte di Faraone, 0 citta «del gran res. Che mi giova che (il Cristo) abbia assoggettato limondo intro, epossieda lect del nemic, se non vince anche in » Gios. 17, 13. # Glos, 17, 1418. * Gal. 5,17, OMELIA | 1. Dio ha dato il nome che & al di sopra di ogni altro e nome, al Signore e Salvatore nostro Gestt Cristo. E il nome che @ al di sopra di ogni altro nome é Gesti Dato che questo nome & al di sopra di ogni altro nome, nel nome di Gesti si piega ogni ginocchio nei ciel, sulla terra e sotto terra*. E proprio perché & al di sopra di ogni nome, nessuno é stato chiamato con tale nome per molte generazioni, | ‘Mos? ha scritto il libro della Genesi: in esso leggia- mo di Abramo e di quanti nacquero da lui; tra loro ci sono moltissimi giusti, ma nessuno ha meritato di es- sere chiamato Gest. (Non fu chiamato cost) né Abele, né colui che comtincid ad invocare il nome del Signore Dio?, né colui che piacque a Dio, fu assunto e non se ne vide la morte‘; (non si chiamé Gesti) neanche Noé, il solo che fu trovato giusto tra gli uomini della sua ge: nerazione’, né lo stesso Abramo, che aveva ricevuto la promessa dell’Alleanza‘, né suo figlio Isacco, né Gie- cobbe che aveva soppiantato Esaii’, né alcuno dei suo + FL2,9, » FIL 2; 10 » Gen. 4, 26 + CE Gen. 5, 22.24, 5 Ch Gen. 6, 8-9. Omatie su Giosud, 9 figli. Mos® era fedele itu lui fu chiamato Gest, ‘Ma trovo per la prima volta il nome Gesté nel libro dell Esodo, e vorrei vedere qual @ questa prima volta in cui ess0 viene menzionatol Dice la Seritura: dialec vente e combatteva contro Israele: disse Mosé a Gesti in Rejidim...°. Ecco la prima menzione del nome di Gest, Scegliti — gli dice Mos — alcuni womini forti tra tutti i figli di Israele ed esci per batterti contro Amalec domani. Mosé riconosce di non poter guidare lesercito, 1i- conosce di non poter vincere, benché abbia fatto useire il popolo dalla terra dEgitto ® Percid, racconta la Scrittura, chiamd Gesti e gli disse: Scegliti degli uomini ed esci. Vedi a chi ha ceduto Tincarico di muovere guerra contro Amalec. E in que- sta circostanza che facciamo la prima conoscenza con il nome di Gest, dove lo vediamo alla guida delleserei- to: non che Mos® lo abbia incaricato del comando, ma eli ha ceduto proprio il primato. Tu — gli dice — scegli- tt alcuni uomuni forti fra tutti figli di Israele. A questo | punto faccio la prima conoscenza col nome di Gest, ed _ & qui che scorgo immediatamente il senso simbolico lel suo mistero'": Gest é alla testa di un esercito. utta la casa* e tuttavia neppure ——! * Num, 12, 17; Ebr. 3, 2, * Cf Es. 17, 8.9, «Fino a questo passo non & mai stata fatta ‘menzione del nome beato di Gest; qui per la prima volta rifulse lo splendore di questo nome, qui per Ia prima volta Mose chiamd Ge. Si. Mosé chiama Gest, la Legge invoca il Cristo» (Om Es XI, 3, fit, p. 199). E, per contro, «Non appena Gesii ha brillato nel mon. do, hi tratto con sé alla luce la Legge e i profetin; ef. Omelie sul Car. tico dei Cantici (Om Ct) I, {ML Daniell, CN, Roma 1989, p. 46, * CEES. 32,1 Mysterit sacramentum. Sul mistero che il nome di Gest ax. huncia e dona, la tradizione cristiana & concorde pur nelle sfurnatu. re degli autori. Cf. quanto abbiamo richiamato gia nella Introduclo. nee la relativa nota 49. La elaborazione dei primi dati patristici & | bene illustrata nel compendio di Quadvultdeus, della meta del V ec: «Gest figlio di Nave, consacrato per ordine di Dio dalla mano i Mose, divenne capo del popolo. Né infatt... conveniva che a in trodusre il popolo di Dio nella terra promessa fosse altri, se non co- 300 rigene Non si 2 presa la parte da sé, ma I’ha riceyfita dal popolo: il popolo dava Veredita a colui dal quale I'aveva ricevuta. Cos{ sta scritto, infatti: I figli d'Isréele diedero la parte a Gesti figlio di Nave". A Ma cid avveniva loro in figura”, pérché fosse pro- posto come inodello nol, € nol a/Aestra volta osser- vassimo quel precetto che ha mess6 in pratica, precetto che dice: Quanto pitt sei grandeAanto pitt wmiliati, e co- st troverai grazia davanti al Signore", e ancora quello che sta scritto: Se 1i hanng’fatto capo non esaltarti, ma sii tra loro come uno di ssi”. Vedi dunque come era guida del popoto, lui che li aveva fatti entrare nélla terra santa, nella terra promes- sa. Era il successore di Mos?, ¢ non si permette di prendere la sua’parte di terra, ma aspetta di ricevere la sua piccola porzione dal popolo, lui, capo del popolo. * ricevuto la sua piccola parte, Gest, degno nome, edifica sul terreno che ha ricevuto e vi {sce (abitazioni), allo scopo di renderlo veramen- fgno del dono di Dio e delf'eredita divina”. rend trasparente alla incommensurabile pienezza del Cristo. Orige- ne ritorna tante volte su questo annientamento del Verba gloriosol E la struttura stessa della economia salvifica a riproporci incessan temente questo mistero: per noi che eravamo incapaci di ricevere stutto Gest, il Verbo «si provvisoriamente ridotto, ristretto a no. stra misura, assimilato alle nostre forme, accomodato al nostri iso» fir, ha assunto una «misuras, la misura di potenza edi uno che si& annientato... per non eccedere le possibilita umane» (M. Harl, Orie ine et la fonction révélatrice du Verbe incamss, Paris 1958, pp. 230s.) CE, Gios. 19, 49 "1 Cor. 10, 11. Thritomo in Origene di questa regola esegetica ® Insieme consegna allo Spitito che illumina la Parola nella Chiesa cf.Om Gs II, Le nota 5; V, 2; XII, 1 Sir. 3, 18 Sir 32, 1 ® Le aperture di questa costruzione nella Chicsn ¢ nell'anima sottolineano lattualitt e le potenzialith della lettura biblica orige- nnlana, per cui Tescatologia stessa «non ¢ disancorata dalla storia che viviamo... anzi, sara quella che ci siamo responsabilmente pre- paratan; la Chiesa attende la fine attraverso «tutto un lavoro di unit Ome su Giosue, XXIV 301 3. Ma giacché siamo soliti riferire al Signore e Sal- vatore nostto cid che si scrive di Gesti, pud darsi cl anche oggi tutto questo popolo dia una parte al mio gnore Gest gli attribuisca, diciamo, uno spazio per la sua abitazione. E perché quanto stiamo dicendo non appaia offensivo, cerchiamo di vedere in che modo gli diamo uno spazio per abitarvi, noi suoi servi"! Se potessi diventare buono, io darei uno spazio dentro di me al Figlio di Dio! Il Signore Gesti, ricevuto da me questo spazio che & nell'anima mia, vi edifiche rebbe belle costruzioni, vi farebbe mura inespugnabili, {oni altisime, per costruire in me, se lo meritassi, una dimora degna di Lui e del Padre; abbellirebbe la mia anima in modo da renderla capace di accogliere la sua sapienza, scienza e tutta la santita, portandola a tal punto da farvi entrare insieme a Lui anche Dio Padre ¢ dimorare in essa™; ¢ resterebbe a cena® presso tale ani- ma prendendo cibi che lui stesso ha donati. Perché meritiamo di raggiungere cid, prepariamo dentro di noi un cuore puro, perché volentieri e con piacere il Signore Gesii si degni di entrare nella dimora pura del nostro cuore: a lui la gloria e la potenza nei se- coli dei secoli. Amen. © unificazione, che va compiuto allinterno di not stessi e delle no- sire comunita cristiane in perenne clima di Pentecoste, con un Pegno che esige coerenza, fedeltc, pili di tutto, eostruttivo corag- Bio del futuro» (Scognamiglio, Gioswé nellesegesi.., 7. Il crollo di Ge Fico, cit, p. 61). 4% «Se qualcuno ha meritato di essere un cuore cost puro da es sete eapace di Dio, Dio dice che in lui cammina» (Om Lv XVI, 7, elt, p. 319). ® CE. Gv. 14,23. «Dio vuole dunque che gli facciamo wn santua- tio © promette che, se gli faremo un santuario, potra mostrarsi a noi. Facciamo dunque.. un santuario peril Signore tutti insieme € siascuno singolarinente.. Facelamo tt il santuario che é la Chie= sa... Anche ciascuno di noi pud a sua volta costruire in se stesso un abemacolo per Dio (Om Es IX, 3, cit, pp. 17458). * CE Ap. 3, 20 * ChAPL AIL,

Potrebbero piacerti anche