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8° Lezione
04/12/2008
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EVAPORATORE
CONDENSATORE
LAMINAZIONE Il gas raffreddato è ora
Il gas caldo e compresso nuovamente libero di
trova una sorgente più Una strozzatura mantiene espandersi raffreddandosi e
fredda e cede il parte del compresso il fluido a preleva calore
suo calore condensando monte nel condensatore dall’ambiente più caldo
COMPRESSORE
Il compressore
comprime il gas
portandolo ad alta
temperatura
Tc COP teorico di
C.O.P. = una macchina
Esempio: Tc − T f ideale
Temperatura esterna: 7°C =280K = Tf
Temperatura interna: 20°C = 293K = Tc
COP=293/13=22,5
Temperatura esterna: -7°C =236K = Tf
Temperatura interna: 20°C = 293K = Tc
COP=293/27=11
Temperatura esterna: 7°C =236K = Tf
Temperatura interna: 30°C = 300K = Tc
COP=300/23=13
Ipoteticamente per ogni kWh elettrico consumato restituisce 13 kWh termici
Ovviamente nella pratica non si raggiungono mai tali rendimenti a causa delle limitate superfici di scambio, dei coefficienti di
sporcamento, delle dissipazioni irreversibili dovute all’attrito, dei consumi di ventilazione e dei rendimenti di
trasformazione. Occorre però notare come i migliori rendimenti si abbiano con salti termici bassi quindi con temperature
esterne miti 5
Caldaia vs. pompa calore
COP 3,00 Il costo del kWh termico prodotto con una pompa
€/kWhe 0,16 POMPA DI CALORE di calore è generalmente inferiore a quello
€/kWht 0,053 prodotto da una caldaia a condensazione entro un
certo range di temperatura esterna e di mandata.
rendimento 1,04 kWht/kWh
Il cop indicato in genere fa riferimento a condizioni
€/m3 0,7 CALDAIA standard di:
kWh/m3 9,97 CONDENSAZIONE
Te 7°C
€/kWh 0,070 METANO
Tm 30°C
€/kWht 0,068
C.O.P. limite 2,5 Ventilatore
assiale
UNI 10348
Ventilatore
centrifugo
Energia primaria
D.A.L. 156/08
…la verifica per le pompe di calore elettriche, è fatta utilizzando come fattore di conversione tra
energia elettrica ed energia primaria 0,36 When.elettr/When. primaria ;
kWht kWhe kWht
C.O.P. = 3.5 ⋅ 0.36 = 1.26
kWhe kWhEP kWhEP
Vanno quindi esclusi i luoghi dove la temperatura scende al di sotto degli 0°C, a meno di usare un sistema di tipo bivalente
con caldaia ausiliaria in grado di coprire in fabbisogno di energia quando la temperatura scende al di sotto degli 0°C.
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L’inverter è in dispositivo elettronico di cui sono dotati alcuni condizionatori.
Questo dispositivo permette di modulare la potenza erogata dalla macchina in maniera proporzionale
alla effettiva richiesta di “freddo” o di “caldo”.
Quando nell’ambiente si è raggiunta la temperatura impostata, entra in funzione l’inverter che anziché
spegnere la macchina ne riduce la potenza diminuendo il numero di giri del compressore. In questo modo
vengono eliminati i continui “attacca e stacca” del motore riuscendo a mantenere costante la
temperatura dell’ambiente che così varierà solo di circa 0,5°C rispetto a quella impostata, contro i 2°C
dei classici condizionatori on/off.
Rispetto a un normale condizionatore, che supponiamo in funzione per otto ore al giorno, il
condizionatore dotato di inverter consuma circa il 30% di energia elettrica in meno.
In alcuni condizionatori dotati di tecnologia inverter troviamo le sigle DC, PAM, e PWM che stanno a
significare:
DC Direct Current
Il climatizzatore funziona completamente a corrente continua. Questo fa sì che l’unità interna
sia più silenziosa ed efficiente.
PAM Pulse Amplitude Modulation
È una funzione che fa sì che la variazione della potenza avvenga velocemente. Consente di
raggiungere la temperatura impostata rapidamente.
PWM Pulse With Modulation
È una funzione che interviene dopo la PAM e mantiene la temperatura impostata facendo funzionare
il compressore alla minima velocità possibile e in maniera costante.
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Sorgente fredda
L’aria come sorgente fredda ha il vantaggio di essere disponibile ovunque; tuttavia la potenza resa dalla
pompa di calore diminuisce con la temperatura della sorgente. Nel caso si utilizzi l’aria esterna, il
riscaldamento degli ambienti è adottabile nelle zone climatiche dove la temperatura esterna scende
raramente sotto ai 5 °C,altrimenti sarebbe necessario un sistema di sbrinamento che comporta un
ulteriore consumo di energia. Per questo si deve realizzare un sistema bivalente,costituito dalla pompa di
calore e da un sistema di riscaldamento ausiliario, cioè una caldaia tradizionale che copra il fabbisogno
termico quando la temperatura dell’aria scende solo al di sotto di 5 °C. Diverso e più vantaggioso, è
l’impiego come sorgente dell’aria interna viziata (aria estratta) che deve essere comunque rinnovata.
L’acqua come sorgente garantisce le prestazioni della pompa di calore senza risentire delle condizioni
climatiche esterne; tuttavia richiede un costo addizionale dovuto al sistema di adduzione.
Il terreno, come sorgente ha il vantaggio di subire minori sbalzi di temperatura rispetto all’aria, riscendo
così a mantenere costante il livello COP ed essere tranquillamente usata per il riscaldamento.
LA DEUMIDIFICAZIONE
Come è noto la sensazione di disagio che proviamo in una calda giornata estiva è dovuta soprattutto al tasso di umidità che
limita la traspirazione della pelle.
Il condizionatore svolge anche un’azione di deumidificazione dell’aria.
Infatti, quando l’aria passa attraverso lo scambiatore per raffreddarsi, l’umidità in essa contenuta si deposita sotto forma di
goccioline di condensa.
Queste goccioline cadono nella vaschetta dello scarico della condensa e l’acqua così raccolta viene allontanata dal locale
attraverso un tubo, mentre l’aria esce dallo scambiatore ben asciutta.
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Impianti ad aria esterna
Come già accennato, se la temperatura dell’aria esterna scende sotto i 5-6°C, i fattori di resa, e quindi la potenza
disponibile, delle pompe di calore diminuiscono sensibilmente. In relazione a tale limite, si possono adottare i seguenti tipi
d’impianto:
•Impianti monovalenti
Il fabbisogno termico è dato solo dalla pompa di calore. Sono impianti realizzabili in zone con temperature esterne di
progetto superiori a 5-6°C.
•Impianti monoenergetici Il fabbisogno termico è dato da una pompa di calore e da una resistenza elettrica. Sono
impianti realizzabili in zone con temperature esterne di progetto superiori a 2-3°C.
•Impianti bivalenti
Il fabbisogno termico è dato dalla pompa di calore e da una caldaia di supporto. Sono impianti realizzabili in zone con
temperature esterne di progetto inferiori a 2-3°C. La caldaia è regolata in modo da intervenire solo quando la temperatura
dell’aria esterna scende al di sotto di 5-6°C. Quando è attivata la caldaia è bene disattivare la pompa di calore per evitare
che essa lavori con fattori di resa troppo bassi.
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Sorgente calda
Abbiamo già visto che le prestazioni delle pompe di calore aumentano col diminuire della differenza di
temperatura fra la sorgente fredda e il fluido caldo. Pertanto è bene riscaldare con basse
temperature. In relazione a tale aspetto, i normali impianti di riscaldamento presentano i seguenti
vantaggi e svantaggi:
VENTILCONVETOTRI usati con pompe di calore devono essere comunque in grado di poter funzionare a
basse temperature (40-45°C). Inoltre, se installati in camere, vanno adottati modelli con ventilatori a
bassa rumorosità.
IMPIANTI A PANNELLI RADIANTI consentono un buon utilizzo delle pompe di calore in quanto funzionano a
basse temperature. È bene comunque abbassare il più possibile tali temperature. Il che si può ottenere
adottando pannelli con piccoli interassi (10-15 cm).
IMPIANTI AD ARIA che possono essere realizzati con pompe di calore aria-aria o aria-acqua. Nel
primo caso la pompa di calore alimenta direttamente i canali di distribuzione interna dell’aria. Nel
secondo caso, invece, la pompa di calore fornisce l’acqua calda che serve ad alimentare una
centrale di trattamento aria.
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- Utilizzabile solo laddove si abbia la presenza di il calore oltre 5 metri di profondità si trova disponibile a
uno specchio di acqua superficiale di adeguata temperature variabili da 8 a 13°C
dimensione
- Maggiore variabilità termica dell’acqua
superficiale e conseguente minor efficienza
soprattutto nelle condizioni di picco (periodi più
freddi in inverso e periodi più caldi in estate)
- Costo contenuto in quanto non è richiesto
alcun intervento di perforazione o scavo
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BOLLITORI
Hanno funzione di volano termico
serve a ridurre gli avviamenti delle
pompe di calore. Serve quindi a
migliorare le loro prestazioni e a
ridurre l’usura dei vari componenti.
I bollitori tampone possono essere
dimensionati considerando:
• 20÷25 l per ogni kW fornito dalla
pompa di calore per impianti a pannelli
radianti
• 40÷45 l per ogni kW fornito dalla
pompa di calore per impianti a
radiatori e ventilconvettori
• Specie se sovradimensionati, questi
bollitori possono servire anche ad
accumulare calore nelle fasce orarie a
tariffa ridotta.
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Sonde verticali
Tale calore, fino a 15 metri, è fornito essenzialmente dal sole e dalle piogge. Poi, dai 15 ai 20 metri, questi
apporti si riducono fino quasi ad annullarsi, ed inizia a dare un significativo contributo l’energia geotermica.
Infine, sotto i 20 metri, è in pratica solo quest’ultima forma di energia a rifornire di calore il sottosuolo,
facendone aumentare la temperatura di circa 3°C ogni 100 metri di profondità
Sono impianti che utilizzano il calore disponibile nel sottosuolo fino ad una profondità di 200 metri e
anche oltre.
Le sonde geotermiche (cioè le sonde che derivano dal sottosuolo calore di natura essenzialmente
geotermica) sono realizzate con perforazioni il cui diametro varia da 100 a 150 mm. Nei fori, vengono poi
inseriti uno o due circuiti ad U, realizzati con tubi in PE ad alta resistenza (in genere con diametri DN
32 e DN 40) specifici per applicazioni geotermiche. Per facilitare il loro inserimento nei fori, questi
circuiti sono zavorrati con appositi pesi a perdere di 15-20 Kg.
L’unica variante riguarda il fatto che l’impianto in esame è in grado di produrre acqua calda sanitaria sia in
inverno che in estate. Per tale ragione, il fluido proveniente dai collettori esterni è fatto passare sempre
attraverso la pompa di calore.
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Sonde Duplex (doppia U) 50 W/m
Coassiali 20
Esempio
Edificio 200 m2 Superficie Utile 5 persone
Dispersioni invernali massime 6kW produzione di ACS 1 kW totale potenza ncessaria= 7kW
Pompa di calore con C.O.P. 4,4
7 kWt
Potenza assorbita dalla rete = 1,6kWe
kWt
4,4
kWe
Potenza che deve essere assorbita dal terreno = 7kW – 1,6 kW = 5,4 kW
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Potenza termica estraibile 3 W/mK x 16 K circa 48 W/m
Lunghezza delle sonde 5400W
= 112,5m
W
48
Occorre calcolare il COPA annuo m
Ed è questo, e solo questo, il coefficiente che va considerato nel calcolare i costi di gestione di un impianto a pompa di
calore nonché i relativi tempi di ammortamento.
Non è facile comunque determinare i valori del coefficiente COPA in quanto dipendono da diverse variabili spesso assai
indefinite, quali ad esempio:
- le variazioni di temperatura della sorgente fredda;
- il sistema di distribuzione e i terminali utilizzati;
- il tipo di regolazione che gestisce l’impianto;
-il tipo di regolazione che gestisce la pompa di calore.
Ha un ruolo molto importante anche il numero di attivazioni e disattivazioni del compressore.
Nelle fasi di attivazione, infatti, la pompa di calore si comporta come un motore che deve scaldarsi.
Pertanto, in tali fasi, i suoi COP sono inferiori a quelli di riferimento, ottenuti con prove di laboratorio svolte a regime e in
condizione ideali. Una correlazione tra il COPA e il COP stimato sulla base delle temperature estreme di lavoro (nel condensatore
e nell’evaporatore) e delle caratteristiche termiche della PAC, ha mostrato che quest’ultimo è in generale inferiore di 0.4 a 0.5.
La sensibilità del COPA al livello di temperatura ha mostrato che 1 grado in meno sul livello di temperatura del fluido termico nel
condensatore (sorgente calda) ha un effetto più importante (0.10 COP/K) che 1 grado di più su quello dell’evaporatore (sorgente
fredda) (0.07 – 0.08 COP/K).
COPA=4 10150kWh / a
= 2540kWhe / a
Costo annuo bolletta energia elettrica 4
2540kWhe / a × 0,16€ / kWhe = 406€ / a
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Pali geotermici
Sono impianti che derivano calore dal sottosuolo utilizzando i pali in cemento
armato di fondazione: cioè i pali che servono a sostenere gli edifici dove il
terreno non ha la portanza necessaria e quindi richiede opere di consolidamento.
Questi pali, che possono essere prefabbricati o gettati in loco, hanno diametri
variabili da 0,4 a 1,5 m e possono raggiungere in lunghezza i 30- 40 m. Al loro
interno, e con ancoraggio alla loro armatura, sono installati i circuiti che derivano
il calore dal sottosuolo e il cui sviluppo può essere ad U (come per le sonde
geotermiche) oppure a spirale. I vari circuiti possono essere raccordati ai
collettori all’esterno della fondazione o nella platea della stessa.
Il getto di calcestruzzo immesso nell’armatura consente, infine, di ottenere un buon
scambio termico fra i circuiti e il terreno.
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L’impianto è costituito da tre pompe di calore a bassa temperatura (temperatura massima = 55°C) collegate in
cascata al bollitore tampone, dal quale è derivato direttamente il circuito che alimenta le stazioni di zona.
Una quarta pompa di calore ad elevata temperatura (temperatura massima = 65°C) è prevista per la produzione di
acqua calda sanitaria. È così possibile assicurare i trattamenti termici antilegionella.
L’acqua che alimenta il bollitore dell’acqua calda è preriscaldata nel bollitore tampone, per aumentare la resa
termica globale dell’impianto
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Verticale
Costi GEOTERMIA COSTI
vitocal 300 BW110 € 7'616
pompa primaria € 435
accessori vari € 5'967
scambiatore cool € 1'100
pompa secondaria € 400
pompa secondaria cool € 400
bollitore 200l € 929
sonde € 9'350
perizie e altro € 3'000
TOT (iva10%) € 29'197
Orizzontale
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Ciclo assorbimento
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Pompe di calore ad assorbimento
Pompa di calore ad assorbimento reversibile aria-acqua, ad alta efficienza e con ciclo
termodinamico acqua-ammoniaca (NH3 - H2O), atta a produrre in modo alternato acqua
calda o acqua fredda, utilizzando nella stagione invernale l’aria esterna in qualità di
fonte energetica rinnovabile o il calore geotermico.
Elevatissima efficienza energetica: è possibile raggiungere, in condizioni nominali,
efficienze pari al 140%
L'efficienza di una pompa di calore a gas è misurata dal valore di efficienza di
utilizzazione del gas "G.U.E.“ (Gas Utilization Efficienty), che è il rapporto tra l'energia
fornita (calore ceduto al mezzo da riscaldare) ed energia consumata dal bruciatore.
Il G.U.E. è variabile in funzione del tipo di pompa di calore e delle condizioni di
funzionamento ed ha, in genere, valori intorno a 1,5. Questo vuol dire che per 1 kWh di
gas consumato fornirà 1,5 kWh di calore al mezzo da riscaldare.
La pompa di calore a gas può funzionare fino a temperature dell'aria di -20°C fornendo
un efficienza ancora intorno a 1, paragonabile a quella di una caldaia a condensazione.
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C.O.P. pompe di calore elettriche calcolato sull’energia primaria
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Nel funzionamento geotermico consentono di ridurre notevolmente la quantità delle sonde
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