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Articolo 77

Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano
valore di legge ordinaria.

Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua


responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso
presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente
convocate e si riuniscono entro cinque giorni.

I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta
giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i
rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti

La Costituzione conferisce al Governo la facoltà di emanare, esclusivamente in


situazioni eccezionali, provvedimenti provvisori aventi valore di legge: i cosiddetti
“decreti-legge”. Essi sono soggetti a vincoli precisi di approvazione da parte del
Parlamento: il provvedimento deve essere presentato immediatamente (“il giorno
stesso”) alle Camere per la conversione; le Camere si devono riunire entro cinque giorni
e hanno sessanta giorni di tempo per, eventualmente, convertire il decreto-legge in
legge; le Camere durante la conversione possono apportare modifiche al decreto legge,
essi possono inoltre emettere un giudizio di responsabilità, attraverso il quale
censurare il provvedimento se “ispirato a criteri antiliberali e antidemocratici”.

Il decreto-legge è uno strumento legislativo controverso. Secondo alcuni esperti è un


“valido atto normativo”, anche se limitato dalla necessità di essere “stabilizzato”
attraverso la legge di conversione. Secondo altri è un “atto di per sé invalido, destinato,
in caso di conversione, ad essere retroattivamente sostituito dalla legge di
conversione”: si tratta dunque di un atto non valido, che diventa valido solo se
convertito in legge.

Il procedimento di formazione del decreto legge è il seguente: la sua adozione viene


deliberata dal Consiglio dei ministri"governo" ed esso è subito emanato e pubblicato
(accompagnato dalla clausola di presentazione al Parlamento), con contestuale entrata
in vigore. Lo stesso giorno il Governo lo presenta all'organo legislativo
(indifferentemente ad una delle Camere) che deve convertirlo in legge entro 60 giorni.
Abuso della decretazione d'urgenza
L'abuso della decretazione d'urgenza, specialmente dagli anni Settanta in avanti,
produsse il fenomeno della reiterazione dei decreti legge, tutto partiva dal fatto che i
parlamentari dovendo convertire numerosi decreti molte non riusciva a convertirli tutti
e come sappiamo i decreti non convertiti decadono dopo 60 giorni, tutto ciò portò al
fenomeno della reinterazione, che consiste, nella riproposta dello stesso decreto legge,
non convertito in legge, tutto ciò portò alla reinterazione di crecreti per decine di volte
(il record fu 29 volte con il decreto Milleproroghe)risultando anche dei decreti che
duravano due anni e anche di più; tutto ciò portava alla violazione dell'articolo 77 e
70della costituzione.Con la sentenza n.302 del 1988 la regione Toscana d'inanzi alla
corte costituzionale dichiarava illeggittimo un decreto legge riguardante l'abuso edilizio
in quanto reinterato, ma essendo che la ragione può contestare solo le leggi di
distribuzione e competenze la corte dichiarò che il decreto legge era illegittimo ma la
regione non poteva contestarlo in quanto non era nei suoi interessi, questa sentenza fu
riproposta con la sentenza n. 360 del 1996,dovuta alla penna di Enzo Cheli un
costituzionalista fiorentino, esso esprime che la prassi della reinterazione dei decreti
legge viola l'articolo 77 della costituzione( perchè c'è un abuso dell'istituto), l'articolo
70 dellla costituzione perchè la funzione legislativa dalle camere si trasferisce al
governo. la Corte Costituzionale sancisse il divieto di reiterazione, cioè di riprodurre lo
stesso identico decreto allo scopo di protrarne l'efficacia nel tempo, la Corte affermò
che una simile prassi contrastava con elementari principi costituzionali:in generale la
prassi della reiterazione va ad incidere gli equilibri istituzionali alterando il carattere
della stessa forma di governo e l'attribuzione della funzione legislativa ordinaria al
parlamento previsto dall'articolo 70. questa prassi specie se diffusa nel tempo e
prolunga nel tempo, finisce anche nell'intaccare la certezza del diritto nei rapporti tra i
diversi soggetti per l'impossibilità di prevedere sia la durata nel tempo delle norme
reinterate che l'esito finale del processo di conversione con le conseguenze ancora più
grave che quando il decreto reiterato viene ad incidere la sfera dei diritto fondamentali
o nella materia penale o sia comunque tale da produrre degli effetti non più reversibile
nel caso di una mancata coversione finale viene appunto ad essere modificato il
sistema della certezza del diritto . Nello stesso tempo la Corte ritenne legittimo
ripresentare decreti in 2 casi:
 l'intervento di una nuova situazione di necessita e di urgenza (es. emergenza
covid) il governo ricorre ad un nuovo diverso decretazione d'urgenza.

 il secondo decreto legge abbia un contenuto diverso del primo.

"lo stato può sempre impugnare qualunque legge costituzionale e regionale definita per
se illegittima perchè tutela interessi generali mentre la regione può impugnare solo le
leggi riguardanti alla distribuzione delle competenze tra lo stato e le regioni."

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