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HEINE E MARX (Nel centenario della morte)

Author(s): Lelio Basso


Source: Belfagor , 31 MARZO 1956, Vol. 11, No. 2 (31 MARZO 1956), pp. 121-136
Published by: Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l.

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SAGGI E STUDI

HEINE E MARX

(Nel centenario della morte)

A pochi poeti è accaduto, come ad Enrico Heine, non solo di


in vita tante e così accese polemiche e di attirarsi sul capo, co
dice, « tante mele marce », ma di non trovare neppure ad un
morte un giudizio sereno ed equanime. Ancor oggi fautori e a
Heine son tratti a considerare, anche quando non lo confessano
vincimenti politici da lui manifestati che la sua opera poetica,
del tutto esatto il giudizio di Benedetto Croce che « sotto le sp
quisitoria biografica e della intransigenza politica » si venga c
vie indirette «il carattere e il valore della poesia di Heine».1
In questo saggio io mi propongo comunque soltanto di esaminare l'at
tività di Heine militante politico, e limitata anch'essa all'aspetto dei suoi
rapporti con Marx, convinto peraltro che tutto ciò che contribuisce alla mi
glior conoscenza dell'uomo in ciascuno dei suoi momenti, contribuisca alla
miglior intelligenza del poeta.
(Sono a tutti note le grandi linee della vita di Heine e il generale orien
tamento democratico delle sue idee politiche. Tuttavia questo orientamento
subì influenze e mutamenti diversi, e non c'è dubbio che egli toccò l'acme
del suo «engagement» politico in coincidenza con il suo incontro e la sua
amicizia con Marx. Il suo orientamento democratico aveva radici profonde,
sia in quanto, in qualità di ebreo, apparteneva ad una minoranza persegui
tata e lungamente privata di diritti di eguaglianza, sia perché fin dai suoi
primi anni aveva respirato nella sua patria renana occupata da Napoleone
le idee della rivoluzione francese e cantato la Marsigliese. E quelle idee si
erano così immedesimate in lui che traspiravano attraverso la sua poesia
anche se non ne faceva oggetto di canto : quando uscì il suo Buch der Lieder,
pure interamente apolitico, un critico anonimo lo salutò poeta del Terzo
Stato.

Era perciò naturale che, a misura che cresceva l'oppressione spirituale


in Prussia, che la tirannia si faceva sempre più meschina e gretta e più sof
focante la censura, Heine si sentisse attratto verso la Francia che conside

i Benedetto Croce, Heine, in Poesia e non poesia (Bari, 1935), p. 172.


y.

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rava la sua patria spirituale. E ciò tanto più dopo la rivoluzione de


che aveva suscitato anche in lui tante speranze per la verità non in
mantenute. E interessante a questo proposito la sua lettera del 1°
a Yarnhagen von Ense :

Ciò ch'è universale, è così vasto da non poter dirne per lettera; ciò che lia impor
tanza per la persona, troppo piccolo in confronto delle grandi cose che ogni giorno av
vengono senza il nostro concorso. Ma le cose vanno da sé senza il concorso degl'individui?
Questo è il problema, al quale oggi rispondo sì, domani no, e la mia risposta opera sempre
sulla mia attività particolare, anzi la regola tutta. Quand'osservai dopo le giornate di
luglio che il liberalismo a un tratto ingrossava le sue file, che gli stessi svizzeri anziani
dell'antico regime d'un tratto mettevano in pezzi i loro abiti rossi per farne dei berretti
da giacobini, mi venne quasi voglia di tirarmi indietro e di scrivere novelle d'arte. Ma
quando l'entusiasmo intiepidì e giunsero di Polonia nuove terribili, sebben false, e i
gridatori di libertà smorzarono le loro voci, allora scrissi la prefazione a un libro, che
riceverà fra due settimane, contro la nobiltà,2 dove, mosso dai bisogni del tempo, perdei
forse la bussola, ed ella vi troverà dentro abbastanza di volute imprudenze e le vorrà
benignamente perdonare insieme collo stile ansiosamente rapido e cattivo. In questo mezzo
scrissi anche delle cose più folli, che gettai nella stufa quando tutto si ricompose. E ora?
Ora credo a nuove creazioni, son pieno di brutte profezie e ogni notte sogno che fo il
baule e vo a Parigi per respirare aria pura, darmi tutto ai santi pensieri della mia nuova
religione e ricevere l'ultima consacrazione come suo sacerdote.... Qui vivo pur sempre nel
più penoso travàglio. Col miglior volere mi accorgo che non posso volgere in mio pro la
saggezza dei governi, e non mi resta che mettermi al sicuro dalle loro pazzie. A Monaco,
secondo che odo, va male.... L'ho anche colla Prussia, ma solo in grazia della universale
menzogna, di cui Berlino è la capitale. I tartufi liberali di costà mi fanno schifo."

l'oche settimane dopo Heine era a Parigi, salutato dall'organo sansi


moniano Gioie del 22 maggio 1831 come un emigrato politico e come un
difensore del progresso contro gli aristocratici prussiani. Heine era già da
un paio d'anni lettore del Globe (cfr. lettera a Moses Moser del 22 aprile 1829
e a Varnhagen von Ense del 27 febbraio 1830), e a Parigi prese subito con
tatto con i circoli sansimoniani, interessandosi alla loro dottrina. Cominciò
a frequentare assiduamente le loro riunioni, e, a quanto egli stesso scrisse,
era presente nella loro sala quando il Procuratore del re la fece chiudere.
Strinse amicizia con Enfantin, al quale dedicò l'edizione francese di un suo
libro, e scrivendo a Varnhagen a metà maggio 1832, dice di Michel Cheva
lier ch'era un suo amico carissimo, uno dei più nobili uomini ch'egli cono
sca. Ma nella stessa lettera egli testimonia anche la grande importanza che
attribuisce al sansimonismo come dottrina e all'influenza che essa esercita
su di lui.

Ora mi occupo molto della storia della rivoluzione francese e del sansimonismo.
Scriverò su entrambi. Ma devo studiar molto ancora. Pertanto in quest'ultimo anno, scru
tando il tramenìo del partiti e le manifestazioni sansimoniste, ho compreso molte cose,
per es. il Moniteur del '98 e la Bibbia.4

2 E la prefazione al Kahldorf iiber den Adel.


3 Lettere dì Enrico Heine, a cura di Vittorio Trettenero (Milano, 1933), vol. II, p. 352.
4 Lettere cit., p. 3<30.

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Per la verità egli aggiunge ancora, sempre nella stessa letter


sansimonismo egli prende a cuore solo le idee religiose, e meno l
ma in realtà è evidente dai suoi scritti che la sua vita a Parigi e i suoi con
tatti con i socialisti contribuiscono ad aprire la sua mente anche ai problemi
sociali. Del resto già in patria egli aveva avuto modo di conoscere il nascente
capitalismo industriale e la miseria ch'esso generava nel proletariato. Men
tre il resto della Germania era ancora avvolto nelle spire del Medio Evo,
nella valle del Reno fiorivano l'industria tessile e la metallurgica : Elberfeld
e Barmen, Remscheid e Solingen ricordavano Birmingham e Sheffield. Un
viaggio in Inghilterra nel 1827 gli aveva certo permesso di veder più da vi
cino i complessi problemi sollevati dalla nuova società, ma soltanto il sog
giorno in Francia gli era venuto chiarendo le idee. Se è vero che fin dal
19 novembre 1830 aveva scritto a Varnhagen von Ense : « So benissimo che
la rivoluzione abbraccia tutti gli interessi sociali e che nobiltà e Chiesa non
sono i suoi unici nemici. Ma io le ho rappresentate come gli unici nemici col
legati per far più chiara la necessità di combatterle. Io odio anche di più
l'aristocratie bourgeoise.... »,s è solo nelle sue lettere e nei suoi scritti da
Parigi che l'accento viene posto sul problema sociale. Così per es. nella let
tera a Enrico Laube del 10 luglio 1833 :

Lei sta più in alto di tutti gli altri che della ^Rivoluzione intendono solo l'esteriorità
e non i problemi più profondi. Questi problemi non riguardano né forme né persone, né
l'instaurazione di una repubblica, né la restrizione di una monarchia, ma il benessere
materiale del popolo. La religione spiritualistica fin qui durata era salutare e necessaria
finché la maggior parte degli uomini viveva nella miseria e dovea consolarsi colle gioie
celesti; ma da quando mercè i progressi dell'industria e dell'economia si può togliere gli
uomini dalla miseria materiale e beatificarli sulla terra, da allora.... ella mi capisce. E la
gente ci capirà quando noi le diremo che in avvenire mangerà ogni giorno carne di manzo
in luogo di patate e lavorerà meno e ballerà di più. Stia pur sicuro che gli uomini non sono
degli asini.6

Di questo suo interesse per i problemi sociali e per le idee socialiste


francesi son testimonianza sia le sue letture di Louis Blanc, di Pierre Le
roux e di Proudhon, sia la sua diretta conoscenza di questi uomini di cui
parla in generale con profonda simpatia (conobbe anche Fourier negli ul
timi anni della sua vita), sia le sue corrispondenze sulla vita francese alla
Allgemeine Zeitung di Augsburg. Ma, mentre nei primi tempi del suo sog
giorno parigino i suoi interessi politici si accentuano ed egli sembra voler
prender viva parte anche alle lotte, si nota invece successivamente un certo
distacco.

Da tre anni — scrive al suo editore Oampe il 19 dicembre 1837 — l'eccitamento po


litico da parte mia si è tanto smorzato che adesso in vero non ho bisogno di far conces

5 Lettere cit., p. 347.


6 Lettere cit., pp. 372-73.

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sioni : solo si tratta di mettermi al sicuro dal sospetto di essere stato convertito dal di
fuori o di essere stato guadagnato con denaro o lusinghe.7

Tuttavia l'approfondimento dei problemi sociali gli era comunque valso


per sentire la vacuità del cicaleccio piccolo-borghese, virtuoso limitato e
inconcludente, che era caratteristico del radicalismo tedesco. Al fondo della
sua famosa polemica con Borne, che di quel radicalismo era espressione, non
è difficile sentire, oltre l'asprezza personalistica, l'eco di questo motivo. Il
mondo democratico tedesco si schierò allora contro di lui: Arnold Ruge lo
accusò di abusare della libertà a suo capriccio 8 e anche il giovanissimo En
gels s'indignò fieramente contro di lui.9 Marx invece, che detestava ancor
più di Heine le tendenze piccolo-borghesi, si schierò dalla sua parte, e non
a torto perché, come osserva Mehring,10 il libro di Heine contro Bòrne rap
presentava una Weltanschauung più alta di quella del limitato radicalismo
piccolo-borghese di Bòrne.
Ma per veder risalire in primo piano l'interesse politico di Heine è ne
cessario arrivare al periodo dell'influenza di Marx e del circolo dei suoi
amici. Prima ancora di conoscerlo personalmente, Heine aveva apprezzato
la polemica che Marx conduceva in Germania. In una lettera a Laube del
7 novembre 1842, troviamo appunto citato, accanto agli Hallische Jahrbiicher
di Ruge, la Bheinische Zeitung di Marx come l'organo che esprimeva meglio
le idee a cui andavano le sue simpatie politiche.

Amico carissimo, scrive Heine, noi non possiamo far la parte dei dottrinari prus
siani, noi dobbiamo accordarci cogli Jahrbiicher di Halle e colla Bheinische Zeitung, non
dobbiamo mai nascondere le nostre simpatie politiche e antipatie sociali, dobbiamo chia
mare il male col suo nome e difendere il bene senza rispetti umani, dobbiamo essere in
somma quel che Gutzkow vuol solo parere.11

E noto però come sia Ruge che Marx dovettero poco dopo cessare la loro
attività di pubblicisti in Germania. Ruge, dopo aver trasferito i suoi Jahrbii
cher da Halle a Lipsia, con il nuovo titolo di Deutsche Jahrbiicher, se li
vide proibire anche dal governo sassone nel gennaio 1843. Nel marzo dello
stesso anno Marx dovette lasciare la direzione della Kheinische Zeitung, col
pita da un decreto di soppressione da parte del governo prussiano. La lotta
contro la stampa radicale e contro il pensiero filosofico moderno si faceva
ogni giorno più aspra da parte dei governi. Nasceva così l'idea che la filo
sofia dovesse « impadronirsi delle masse » per diventare anch'essa una forza
materiale da opporre alla forza materiale dei governi. Ma quest'incontro era
difficile nella Germania del 1843, dove le idee non potevano circolare e dove

7 Lettere cit., p. 438.


8 Arnold Ruge, Heine und seine Zeit in Gesammelte Schriften von Arnold Ruge,
Zweiter Band (Mannheim, 1846), p. 54.
9 « Il libro di Heine su Borne è il più infame che mai sia stato scritto in lingua te
desca », scrisse Engels nei Deutsche Jahrbucher fiir Wissenschaft und Kunst (Leip
zig, 1842) : cfr. ora in Marx Engels Oesamt Ausgabe, vol. II, p. 331.
10 Mehring, Sozialistische Lyrik in Arehiv fiir die Oeschichte des Sozialismus und
der Arbeiterhewegung, 1914, pp. 191 sgg.
11 Lettere cit., p. 468.

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l'industrialismo muoveva ancora i suoi primi passi e non me


mento delle masse moderne. Parigi, dove Heine aveva scr
svolgersi sotto i suoi stessi occhi la storia universale, e dove
«la civiltà europea in tutto il suo splendore», Parigi che
tava come la « nuova capitale del mondo nuovo », sembrava la
per quest'alleanza fra le masse più progredite e il pensiero fi
nico, che rappresentava il maggior contributo che la German
allora alla rivoluzione.
Nasceva così l'idea di una rivista franco-tedesca, a cui avrebbero dovut
collaborare i rappresentanti più avanzati della democrazia dei due paesi.
progetto fallì perché la collaborazione francese venne a mancare: tuttav
l'influenza francese si fece egualmente sentire attraverso la penna dei c
laboratori tedeschi che la Francia aveva attratto a sé e che avevano avuto
modo di assorbire tante idee francesi. L'ambiente tedesco di Parigi era in
quel periodo pieno di fermenti. Vivevano a Parigi parecchie decine di m
gliaia di tedeschi, nella grande maggioranza artigiani, venuti sia per
vare lavoro, sia soltanto per perfezionarsi in un mestiere nella capi
mondiale del gusto ; accanto ad essi vi erano emigrati politici, in gran pa
intellettuali, che si mescolavano agli artigiani per fare propaganda polit
e iniziarli sia alle idee repubblicane e socialiste che si respiravano a Pari
sia anche alle società segrete che erano in Francia numerose. Quanto sia
stato importante per Marx il tempo trascorso in questo ambiente è cos
nota : è quello il periodo in cui egli fa definitivamente i conti con la filosofia
in cui compie la sua evoluzione da democratico a comunista e in cui sente
il bisogno di ricercare negli studi economici un fondamento nuovo alle
dottrine. È quindi un periodo decisivo della sua formazione politica.
Per la preparazione della nuova rivista, i Deutscli-Fransosische Jahrh
cher, Ruge precedette Marx a Parigi, dove viveva già Moses Hess, che p
faceva parte del gruppo e che era stato collaboratore della Rlieinische Zei
tung. Hess a Parigi era già in rapporti con Heine, e attraverso di lui arri
vavano al poeta le idee che agitavano gli amici, le idee che troviamo dib
tute nel famoso carteggio del 1843, pubblicato più tardi negli Jahròiiche
che in questi appunto avrebbero dovuto trovare espressione. Che Heine s
tisse fortemente queste nuove idee e le considerasse come un rinnovamento
del suo pensiero, risulta anche dalla sua poesia Lelensfahrt, scritta il 4 mag
gio 1843 e poi inserita al n. 10 delle Zeitgedichte : « io son salito su una
nuova barca — con nuovi compagni ». Poche settimane dopo, il 15 giugno 1843,
egli esprime chiaramente l'opinione che senza la forza materiale dei lavo
ratori il socialismo rimarrebbe un concetto vuoto, e che pertanto sia neces
sario fondere il lavoro teorico (« la parola creatrice ») con i motivi pratici
(«il rozzo bisogno»).

I comunisti — egli scrive — sono l'unico partito in Francia che meriti una decisa
considerazione. Io rivendicherei sia per i resti del sansimonismo, i cui seguaci sono sem
pre in vita sotto strane etichette, sia per i fourieristi, che sono ancora freschi ed attivi,

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la stessa attenzione, ma questi uomini onorati li muove solo la parola, il problema sociale
come problema, il concetto tramandato, ed essi non sono spinti da necessità demoniaca,
non sono i ministri predestinati per mezzo dei quali la suprema volontà del mondo attua
le sue grandi decisioni. Prima o poi la famiglia dispersa di Saint-Simon e tutto lo stato
maggiore dei fourieristi passerà all'esercito sempre crescente del comunismo, e, dando
al rozzo bisogno la parola creatrice, si assumerà la parte che già ebbero i padri della
Chiesa.12

Era naturale perciò che i due futuri direttori dei Deutsch-Franzòsisc


Jahrbucher entrassero in contatto con Heine a Parigi. Tìnge lo incontrò
1° agosto 1843 nel gabinetto di lettura Montpellier, secondo quanto
stesso scrisse l'indomani al proprio fratello ; 13 invece quando Marx, p
dopo il suo matrimonio, giunse a Parigi verso fine ottobre 1843 prend
alloggio in Faubourg Saint-Germain (38, rue Vanneau), Heine era assen
essendosi recato ad Amburgo per far visita alla famiglia e al suo edito
Ne ripartì soltanto l'8 dicembre, rientrando a Parigi il 18. Qualche gio
dopo — la data non è conosciuta con certezza — Heine e Marx s'incont
rono per la prima volta ed ebbe così inizio la loro personale relazione.1
Alla stima che ognuno dei due aveva già in precedenza per l'altro, s
aggiunse una simpatia personale, che diede alla loro relazione un ca
tere di amicizia e una particolare assiduità. Marx dovette ricordare
lunghi anni con affetto questi suoi rapporti con il poeta, se se ne trov
traccia nelle memorie di sua figlia, Eleonora Aveling, che a quell'epoca
era ancora nata e che riferisce quanto ha sentito raccontare in famigl
È da lei che apprendiamo che Heine aveva preso l'abitudine di venire t
i giorni a casa Marx per leggervi i suoi versi e domandare il parere de
vani coniugi. Accadeva a Marx e ad Heine, secondo quanto esso ci racco
di rimaneggiare innumerevoli volte una piccola poesia di otto versi, di
tendone ogni parola, levigando e lavorando fino a rendere impercettibil
minima traccia del lavoro stesso.

Ma non si trattava soltanto di rapporti amichevoli o di collabor


poetica, bensì anche di collaborazione politica. Quando infatti a febbr
apparve il numero doppio dei Deutscli-Franzòsisclie Jahrbucher, ch
primo e l'ultimo della rivista, accanto a scritti di Euge, Marx, E
Jacoby, Hess, Bernays e Herwegh, figurava anche una poesia di He
Sono note le ragioni per le quali quel primo numero non ebbe se
non è materia di quest'articolo soffermarvisi. Yale però la pena di
dare qui come Heine prendesse parte alla vicenda, anche se dich
non volersi maggiormente compromettere. Il 17 aprile scriveva al

12 Oit. in Mehring, Vita di Marx (Roma, 1953), p. 78.


ia Cfr. Walter Haenisch, Heine und Marx in Internationale Literatur, 1936, n. 11,
pp. 122.
14 Ofr. Arnold Ruge, Briefwechsel und TagebuclMàtter ans den Jahren 1825-1880,
hrsg. von Paul Nerrlieh (Berlin, 1886), vol. II, p. 346.
is Heinrich Heine, Lobgestìnge auf Konig Ludwig in Deutsch-Franzosische Jahrbii
oher heramgegében von Arnold Ruge und Karl Marx - Iste und 2te Lieferung (Paris, 1844),
pp. 41 a 44.

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tore Campe, di Amburgo : « I nostri rivoluzionari di un tempo si sono ab


bassati quasi a ' mouchards ' degli ambasciatori di qui, come s'è visto nel
l'occasione della rivista di Ruge, che verrà continuata sotto altra forma.
La. rivista è caduta per mancanza di accordo,16 non di denaro, e meno an
cora di buoni manoscritti (ieri stesso qualcuno si offriva di pagare quaran
tamila franchi se io ne avessi presa la direzione, ma io non ho accettato,
mi sono compromesso abbastanza pro patria). Leske a Darmstadt propone di
stamparla in Germania in fascicoli di ventun fogli. Da Colonia perfino dei
filistei offrono forti somme affinché sia continuata. Dalla Germania sono
stati spediti articoli anonimi, ma ottimi. Lei vede con quali menzogne la
cessazione vien calunniata da fogli tedeschi come un segno d'insuccesso.
Quanto a Ruge non vai molto e il partito l'ha deposto. Io spero che di tutto
noi potremo ragionare insieme a voce».17
Cessata la rivista, Marx e i suoi amici cominciarono allora a interes
sarsi al Vorwàrts, un periodico di lingua tedesca che si pubblicava due volte
la settimana a Parigi dal 1° gennaio 1844, le cui origini erano tutt'altro che
pulite ma che, per una serie di ragioni, nella primavera dello stesso anno
era finito sotto la direzione di Bernays. Marx vi diede una scarsa collabora
zione scritta, ma se ne interessò attivamente 18 e fu un po' l'anima del gruppo
dei collaboratori, fra cui si trovano i nomi di Heine, Herwegh, Weerth,
Engels, Ewerbeck, Burgers, ecc.
E appunto alla collaborazione al Vorwarts che si riferisce la sola let
tera di Heine a Marx che sia stata conservata, e di cui ecco il testo :

Amburgo, 21 settembre 1844


Carissimo Marx !

Soffro di nuovo del mio sciagurato mal d'occhi, e solo a fatica le sgorbio queste li
nee. Pertanto quel che ho a dirle d'importante glielo potrò dire a voce al principio del
nuovo mese, poiché mi preparo a partire premuto da un cenno dall'alto. Io non ho voglia
di farmi arrestare, le mie gambe non hanno alcuna attitudine a portar degli anelli di ferro
come li portò Weitling, che me ne mostrò le tracce. Si suppone che io collabori al Vor
warts più che non possa vantarmi, e in coscienza il foglio dimostra la più grande mae
stria nell'eccitare e nel compromettere. Quel che ciò frutterà sconcerta perfino Maurer.
Di più a voce. Purché non si ordiscano perfidie a Parigi....
Il mio libro è stampato, ma uscirà soltanto fra dieci o quindici giorni per non sol
levar subito un putiferio. Le bozze della parte politica, specie quella dov'è il mio grande
poema, gliele mando oggi sotto fascia per tre ragioni. Prima, perché si diverta; seconda,

16 Fu soprattutto un dissidio fra Huge e Marx che determinò la fine della rivista.
Come si vede dal testo della lettera, Heine si pronunciò contro Ruge e quindi favorevol
mente a Marx.
17 Lettere cit., pp. 495-%.
18 Cfr. lettera di Engels a Liebknecht del 21 agosto 1883 in Marx-Engels, Briefe
an A. Bebel, W. Liebknecht, K. Kautsky und Andere, bersorgt vom Marx-Engels-Lenin
Institut, Moslem, unter Redaktion von W. Adorât ski (Verlagsgenossenschaft auslândi
scher Arbeiter in der UdSSR, Moskau-Leningrad, 1933), vol. I, p. 306: «....Marx badò
essenzialmente che la redazione si mantenesse nella giusta direzione, scrisse anche qua
e là articoli e notizie polemici contro la Prussia. Heine mandò una parte delle bozze della
' favola invernale ' da Amburgo a Marx per la stampa nel Vorwiirts, prima che il libro
apparisse in Germania ».

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perché possa provveder subito ad agire in favore del libro nella stampa tedesca, e terza,
perché se lo stima conveniente, possa far pubblicare nel Vorwarts la prima parte del
nuovo poema. Credo che fino alla fine del sedicesimo capitolo si presta tutto alla riprodu
zione, soltanto dovrà curare che la parte riguardante Colonia, cioè i capitoli 4, 5, 6 e 7,
non esca separatamente, ma nello stesso numero. Lo stesso vale per la parte che riguarda
il vecchio Barbarossa, cioè i capitoli 14, 15 e 16, che devono essere stampati insieme nello
stesso numero.19 La prego di scrivere per codesti estratti una parola d'introduzione. Il
principio del libro glielo porterò io a Parigi; consiste solo di romanze e ballate che pia
ceranno a sua moglie. (La mia più amichevole preghiera è di salutarmela cordialmente;
godo di presto rivederla. Spero che il prossimo inverno sarà per noi meno malinconico del
passato).
Del poema Campe fa ora una speciale edizione, dove la censura ha tolto alcuni passi,
ma io v'ho fatto una prefazione molto franca gettando ai nazionalisti nel modo più reciso
il guanto di sfida. Non appena stampato glielo spedirò. Scriva pertanto a Hess (di cui
non ho l'indirizzo) che sul Reno, tosto che gli vien sott'occhio il libro, faccia per esso
quanto può nella stampa se anche gli orsi gli si precipiteranno addosso. La prego di fai
appello anche a Jung per un articolo d'ausilio. Nel caso ch'ella firmi col suo nome la ri
chiesta parola preliminare nel Vorwarts, può dire che io le spedii subito le prime bozze,
comprende la distinzione.
Cerchi, la prego, di veder Weill e di dirgli in mìo nome che solamente oggi ho rice
vuto la sua lettera eli'era caduta in mano ad un altro Enrico Heine (qui ce ne son molti).
Lo rivedrò tra quindici giorni, frattanto non faccia stampare una riga su me, tanto meno
sul mio nuovo poema. Se gli occhi me lo permetteranno, gli scriverò forse ancora prima
di partire. Cordiali saluti a Bernays. Sono lieto di svignarmela. Mia moglie l'ho già
mandata avanti in Francia presso la madre ch'è malata a morte. Stia bene, caro amico,
e perdoni i miei scarabocchi. Non posso rileggere quel che ho scritto, ma a noi bastano
pochi segni per intenderci.
Cordialissimamente
E. Heine.20

La lettera, come si vede, è scritta da Amburgo, dove Heine si


cato ancora una volta per incontrarsi con la famiglia e con il suo ed
aveva dovuto viaggiare per mare, imbarcandosi a Le Havre, per non
versare la Prussia, il cui governo aveva emanato il 16 aprile di quel
per lui come per gli altri collaboratori dei Deutsch-Franzosìsche Jahr
l'ordine di arresto. L'assenza si era prolungata quasi tre mesi, dal 23
al 16 ottobre, e durante quel periodo era uscita appunto la nuova
poesia, di cui parla nella lettera, che è la celebre « Deutschland - E
termàrchen », comparsa in settembre insieme alle Neue Gedichte.
zione di Heine a Deutschland è datata da Amburgo, 17 settembre 18
lettera a Marx è di soli quattro giorni dopo, cioè proprio mentre u
dalla tipografia i primi fogli di stampa e prima che apparisse l'ediz
libro.

Dal contenuto della lettera appare chiaro come fossero stretti in quel

19 La frase che comincia con le parole « Lo stesso vale » e termina con « stesso nu
mero » è stata omessa, per evidente errore, nel testo contenuto nell'edizione delle Lettere
di Heine, ripetutamente citate.
20 II testo della lettera è stato pubblicato per la prima volta nella rivista Neue Zeit,
anno XIV (1896), vol. I, pp. 14 sgg. Vedi ora la traduzione, mancante della frase di cui
alla nota precedente in Lettere cit., pp. 501-02.

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HEINE E MARX 129

periodo i rapporti fra i due uomini, a cui, come Heine sc


chi segni per intendersi ». Un segno della particolare stim
ceva di Marx emerge anche dal fatto che egli desiderasse u
per pubblicare la poesia sul Yorwdrts. Non sappiamo per q
non scrisse questa prefazione ; estratti del poemetto heinia
sul giornale, nei numeri 84 a 93 e 96. Di questo poemetto h
che esso è «il più libero canto ch'egli abbia mai sciolto: ve
sione annienta col suo umore ; fiamme che cantano, che consu
invecchiato, per far sorgere dalle ceneri la fenice d'un nov
sempre la lotta per l'emancipazione del proletariato echeg
sicuri del trionfo, dalla loro gioviale serietà e dalla loro s
roganza :

Un nuovo canto, un canto migliore — o amici, io vo' sciogliere : — già qui sulla terra
noi vogliamo — erigere il regno dei cieli.
Sulla terra noi vogliamo esser felici — e non vogliamo più stentare ; — il pigro ven
tre non deve deliziarsi — con quel che produssero le mani industri.
Cresce quaggiù pane abbastanza — per tutti i figli dell'uomo, — anche rose e mirti
e bellezza e piacere 21 — ed anche piselli dolci.
Si, piselli dolci per tutti — non appena scoppiano i baccelli ! — Il cielo, lo lasciamo —
agli angeli ed ai passeri.22

Ma non fu questa la sola poesia pubblicata sul Vorwàrts da Heine : ve


ne sono altre undici, qui stampate per la prima volta, qualcuna anche in
forma diversa da come poi apparve nelle opere complete, e sono natural
mente poesie di pretta intonazione politica o sociale. Heine in quel periodo
era acquisito alle nuove idee di cui Marx era il principale esponente, ed era
cosciente del profondo mutamento che esse avevano arrecato in lui.
Già il 29 dicembre 1843, dieci giorni dopo il suo rientro a Parigi e poco
dopo il suo primo incontro con Marx, aveva scritto al suo editore Julius
Campe, proprietario del giornale « Telegraph », proponendogli di dare al
giornale stesso un nuovo indirizzo politico a somiglianza di quello che aveva
tenuto, sotto la direzione di Marx, la Rheinische Zeitung, e aggiungendo
che, se Campe si fosse deciso a un tale mutamento, sarebbero stati a dispo
sizione per il nuovo giornale i superstiti del naufragio della Rheinische
Zeitung. E a fine febbraio 1844, scrivendo allo stesso Campe, diceva che da
allora in poi le sue poesie avrebbero spirato una più alta politica.
Fra le poesie che spiravano questa più alta politica è certo la Canzone
dei tessitori slesiani, scritta in onore degli operai insorti della Slesia, in
favore dei quali anche Marx aveva preso allora la penna, polemizzando tra
l'altro con Ruge sulla maturità di quella insurrezione. È questa una delle

21 Nella traduzione da cui riproduciamo (vedi nota seguente) in luogo di «piacere»


è scritto « aria » : evidente distrazione del traduttore che ha letto « Luft » in luogo di
« Lust ».
22 Franz Mehring, Storia della democrazia sociale tedesca (Roma, 1900), vol. I,
pp. 286-87.

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130 LELIO BASSO

poesie di Heine in cui è più forte l'accento politico-sociale, con l


maledizione al «cieco e sordo dio» che «ci ha deriso e inganna
del ricco.... che ci succhia l'ultimo soldo e manda i suoi soldati
terci come cani», e infine «alla falsa patria.... dove noi soffriamo
miseria», e con i versi famosi: «Abbiamo sofferto e patito la fam
stanza; Vecchia Germania, noi tessiamo un sudario per te».
Engels si affrettò a tradurre questa poesia in inglese e a man
New Moral World, che la pubblicò il 13 dicembre 1844, precedut
breve nota dello stesso Engels che diceva :
« Enrico Heine, il più eminente di tutti i poeti tedeschi viven
unito alle nostre file e ha pubblicato un volume di poesie politich
tiene anche pezzi che predicano il socialismo. Egli è l'autore de
'Canzone dei Tessitori della Slesia', della quale vi do una traduzione
prosaica, ma che, temo, sarà considerata blasfema in Inghilterra. Ad ogni
modo ve la darò, e noterò soltanto che si riferisce al grido di battaglia dei
Prussiani nel 1813: 1 Con Dio per il re e per la patria ! ', che è stato da al
lora uno dei motti favoriti del partito lealista».213
Ma il governo prussiano e le sue spie a Parigi naturalmente vigilavano
sul Vorwàrts e sui suoi collaboratori.24 Dopo la pubblicazione di una poesia
dì Heine, che, nonostante il titolo « Der Kaiser von China », era manifesta
mente una satira del re di Prussia Federico Guglielmo IV, il gabinetto di
Berlino rinnovò il 12 dicembre 1844 l'ordine di arresto di Heine, Marx ed
altri. Nella sua biografia di Marx, così Mehring racconta la fine del gior
nale : « Da quando aveva assunto la direzione del Vorwàrts, Bernays prese
direttamente di petto i ' balordi cristiano-germanici ' di Berlino e non .si
peritò nemmeno, di commettere reati di 'lesa maestà'. Specialmente Heine
lanciava le sue frecce incendiarie, una dietro l'altra, contro il 1 nuovo Ales
sandro ' nel castello di Berlino. La monarchia legittima rivolse perciò una
petizione al bastone della polizia della illegittima monarchia borghese chie
dendo un colpo di forza contro il Vorwàrts. Ma Guizot si mostrò duro d'orec
chie ; con tutti i suoi sentimenti reazionari egli era un uomo di cultura e
sapeva inoltre che gioia avrebbe dato all'opposizione interna se si fosse mo
strato un tirapiedi del despota prussiano. Divenne un po' più condiscen
dente soltanto quando il Vorwàrts pubblicò un < articolo infame ' sull'atten
tato del borgomastro Tschech contro Federico Guglielmo IV. Dopo una di
scussione nel consiglio dei ministri, Guizot si dichiarò pronto a intervenire
contro il Vorwàrts, e in due maniere: una prima con la polizia correzionale,
citando il direttore responsabile per mancato deposito cauzionale, e una
seconda in via penale, rinviandolo davanti ai giurati per istigazione al re
gicidio.... A Berlino si era su tutte le furie contro Heine, che aveva pubbli
cato sul Vorwàrts undici delle sue satire più taglienti sul regime prussiano
e particolarmente anche contro il re. Ma d'altra parte Heine era per Guizot

23' Cfr. ora in M.E.G.A. cit., vol. IV, i>. 841.


24 Cfr. Walter Haenisch, art. cit.

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HEINE E MARX 131

il punto più delicato della delicata faccenda. Era un poeta di fama europea
e per i francesi era quasi un poeta nazionale.... Heine non fu importunato,
ma contro una serie di altri emigrati tedesclii, che avevano scritto per il
Vorwàrts o erano in sospetto di averlo fatto, I'll gennaio 1845, fu emanato
l'ordine di espulsione; tra loro Marx, Ruge, Bakunin, Bòrnstein, Bernays».25
Come conseguenza di questo provvedimento, Marx dovette quindi la
sciare Parigi e si trasferì a Bruxelles, dove rimase fino al 1848. Prima di
partire, egli indirizzò a Heine una lettera non datata, ma verosimilmente
del 1° febbraio 1845, di cui ecco il testo :

Caro amico,
spero di avere ancora tempo domani per vederla. Partirò lunedì. Il libraio Leske è
stato proprio ora da me. Egli pubblica a Darmstadt una rassegna trimestrale non sog
getta a censura. Io, Engels, Hess, Herwegh, Jung, ecc. collaboriamo. Mi ha pregato di
impegnarla per una collaborazione — poesia o prosa. Sono certo che Lei non rifiuterà,
perché noi non dobbiamo perdere nessuna occasione di stabilirci in Germania. Di tutti i
rapporti umani che mi lascio indietro qui, quello che più di tutti mi spiace è il retaggio
heiniano. Vorrei portarla con me. Saluti Sua moglie da parte mia e di mia moglie.
Suo K. Marx.2e

Pochi giorni dopo, il 4 febbraio, Heine dava notizie al suo editore


partenza di Marx con questa lettera:

La ringrazio della parte che prende alle cose mie, come vedo nell'ultima sua le
e ho quanto mai cara la sua mediazione; certo nulla che si può ottenere per via pa
dev'essere trascurato. Le avrei già risposto, ma da quindici giorni sono in una ter
agitazione, principalmente in conseguenza delle persecuzioni prussiane contro tut
che hanno scritto sul Vorvoàrts-, oggi bisogna che Marx prenda il largo, e io son
rittura furente.27

Giunto a Bruxelles, e sistemate le faccende più urgenti, Marx scrisse


una seconda lettera a Heine:

Bruxelles, 24 marzo 1845


Caro Heine!

mi scuserà se, per una massa di contrarietà doganali, le scrivo solo oggi p
Piittmann di Colonia mi ha pregato di chiederle se Lei vuole mandare q
(magari anche la sua deutsche Flotte?) 28 per la rassegna non soggetta
esce a (Darmstadt. Può spedire il materiale a me. Il termine massimo — ma
certo sotto mano — è di tre settimane. Mia moglie mi prega di salutare mo
moglie. L'altro ieri sono stato alla amministrazione locale di pubblica sicure

25 Franz Mehring, Vita di Marx (Roma, 1953), pp. 87-88.


26 Questa, unitamente alle altre due lettere riprodotte in seguito — le s
tere di Marx a Heine che siano conosciute — sono state pubblicate per l
da Gustav Mayer. Cfr. Dreì Briefe von Karl Marx an Heinrich Heine, mitge
stav Mayer (Berlin) in Archiv fttr die Geschichte des Sozialismus under Ar
gung, 1921, pp. 130 sgg.
27 Lettere cit., pp. 516-17.
28 La poesia che Marx cita come deutsche Flotte è la nota poesia Wir
von einer Flotte jiingst, che nelle opere di Heine è chiamata Unsere Marine

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132 LELIO BASSO

dovuto rilasciare una dichiarazione scritta, che non farò mai stampare nulla in Belgio
sulla politica attuale. Renouard e Bornstein hanno fatto stampare a Parigi la sua Favola
invernale con indicazione di New York come luogo di stampa e l'hanno messa in vendita
qui a Bruxelles. Questa edizione deve oltre tutto formicolare di errori di stampa.
Di più un'altra volta.
Suo Marx.

Queste due lettere mostrano come Marx considerasse ormai Heine


litante del suo stesso partito, e del resto lo stesso Heine aveva parla
« partito » in una sua lettera a Campe che abbiamo citato. Perciò M
sisteva perché la sua collaborazione con Heine, che si era già manifestata
nei Deutsch-Franzôsische Jahrbiìcher e nel Vorwàrts continuasse anche nella

nuova rivista progettata, che erano i Rheinische Jahrbuclier} e parl


questo proposito della necessità per « noi » (cioè per il partito cui egli e
Heine appartenevano) di insediarsi in Germania. La collaborazione di Heine
mancò alla rivista, a cui peraltro lo stesso Marx non diede alcun contributo.
La terza ed ultima lettera conservata di Marx a Heine è di circa un
anno dopo, e dice :

Bruxelles, 5 aprile 1846


Mio caro Heine,
approfitto del passaggio del latore di queste righe, signor Annekoff, un russo molto
amabile e colto, per farle avere i miei migliori saluti.
Alcuni giorni fa mi venne per caso fra le mani un piccolo libello contro di Lei — le
Lettere postume di Borne. Io non lo avrei mai ritenuto così stupidamente meschino e di
sgustoso, come qui, nero su bianco, è possibile leggere. E quale miserabile spettacolo ora
l'appendice di Gutzkow ecc. Scriverò in una rivista tedesca un'ampia critica del suo libro
su Borne. Un'accoglienza più balorda di quella che questo libro ha avuto da parte degli
asini cristiano-germanici si può trovare a stento in un qualsiasi periodo della letteratura,
e tuttavia nessun periodo tedesco manca di balordaggine.
Se avesse qualche cosa di « speciale » da comunicarmi sul suo scritto, lo faccia presto.
Suo K. Marx.29

Non esiste per questo periodo altro materiale documentario s


Marx-Heine, e anche negli scritti di Heine si affievolisce l'ispir
lista. Egli era del resto sempre più stretto dalle proprie avversit
già nel dicembre 1844 era morto lo zio Salomone Heine, che lo av
aiutato finanziariamente, ed era cominciato il lungo periodo dell
dispute successorie ; inoltre — cosa assai più grave — era anche c
tragica decadenza fisica che doveva progressivamente e doloros
struggerlo in pochi anni.
Dell'affetto di cui Marx e Engels lo circondavano ci resta tu
monianza nel carteggio dei due amici e nelle notizie che Engels
rigi, mandava a Marx a Bruxelles.
Il 16 settembre 1846, Engels scrive, indirizzando al Comitato Comunista

29 Marx non scrisse mai l'articolo preannunciato sul libro di Heine contro Borne.

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HEINE E MARX 133

di corrispondenza, una relazione politica in cui si parla anche del poeta in


questi termini :

Dato che ormai ci sono, vi voglio anche segnalare per concludere che Heine è di
nuovo qui e che l'altro ieri sono stato da lui con E(werbeck). Il povero diavolo è maledet
tamente a terra. E ridotto magro come uno scheletro. Il rammollimento cerebrale si
estende, e cosi anche la paralisi facciale. E(werbeck) dice che è facilissimo che a un
certo punto muoia di paralisi polmonare o per qualche embolo improvviso; ma anche
che si trascini ancora per tre o quattro anni con alternative di miglioramenti e di peggio
ramenti. Naturalmente è piuttosto depresso, malinconico, e quello che è più significativo,
estremamente benevolo (e lo è proprio sul serio) nei suoi giudizi; soltanto su Maurer
dice continuamente barzellette. Per il resto pieno di energia spirituale, ma il suo aspetto,
reso anche più strano da una barba che si va facendo grigia (non si può far radere in
torno alla bocca), basta a mettere di tristissimo umore chiunque lo veda. Fa una tremenda
impressione veder morire così a pezzo a pezzo un tipo così stupendo.30

Il 14-15 novembre 1847 scrive a Marx :

«Heine manda saluti. È debolissimo e piuttosto languido».31


Il 14 gennaio 1848 ancora a Marx ;

Heine sta crepando. Sono stato da lui due settimane fa. Stava a letto e aveva un
attacco di nervi. Ieri era alzato, ma molto malandato. Non può più far due passi, si tra
scina appoggiandosi al muro dalla poltrona al letto e viceversa. Inoltre a casa sua c'è
un chiasso di seghe e martelli ecc. che lo fa ammattire. Anche spiritualmente è alquanto
giù. Heinzen voleva andare da lui, ma non l'hanno fatto passare.32

Non v'è dubbio che attraverso questi e altri contatti, Heine continuava
a seguire l'attività di Marx e dei suoi amici, i quali alla lor volta continua
vano a contare sulla sua collaborazione. Dopo la rivoluzione di febbraio, Marx,
espulso dal Belgio, ritornò a Parigi, dove rimase dal 5 marzo al 10 aprile,
data della sua partenza per Colonia. Sappiamo che in quel periodo rivide il
poeta, e possiamo supporre abbia ripreso con lui le antiche conversazioni po
litico-sociali. Certo è che, subito dopo il suo arrivo a Colonia e prima ancora
di poter dar vita al giornale che avrebbe dovuto dirigere, e che in fatto poi
diresse, la Neue Rlveinische Zeitung, sollecitò, tramite il comune amico Ewer
beck la collaborazione di Heine. Il 30 aprile Ewerbeck scrisse a Marx infor
mandolo che Heine era disposto a collaborare, 33 ma la promessa non ebbe poi
seguito. La salute del poeta andava sempre peggiorando ; proprio in quegli
stessi giorni, il 25 aprile 1848, egli scriveva a Campe : « Io resterò fino al
7 maggio nella casa di salute, dove giaccio da due mesi e mezzo, e per rispar
miare troppe spese ritornerò alla mia abitazione di 'rue de Berlin n. 9',
dove vorrà indirizzare le sue lettere.... Sono come un sepolto vivo: non vedo
nessuno, non parlo con nessuno ».34

a» Carteggio Marx-Engels, vol. I (Roma, 1950), p. 50.


Carteggio cit., p. 106.
32 Carteggio cit., p. 110.
3,3 Cfr. Karl Marx, Chronik seines Lebens (Moskau, 1934), pp. 50-51.
34 Lettere cit., p. 546.

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134 LELIO BASSO

Continuò comunque, se non la collaborazione, la relazione a


che se non risulta corrispondenza diretta, vi è traccia di not
scambiati attraverso amici comuni, come per es. Weertli e Ber
amico di Marx e fu per qualche tempo segretario di Heine. E
pubblicò contro verità che Marx aveva solidarizzato con lui in
attacchi da lui subiti per aver accettato una pensione dal gove
Marx tacque indulgentemente.35
Abbiamo così tratteggiato lo svolgimento dei rapporti perso
e Heine che, come si è visto, furono intensi soltanto durante
giorno parigino, e cioè praticamente per circa un anno. Le le
biamo riprodotto, e che rappresentano tutto il carteggio oggi con
sufficienti tuttavia a mettere in rilievo la profondità dei sentimenti che li
univano. « Wir ir a lichen ja wenige Zeichen uni uns su verstehen », scrive
Heine. « Ich môchte Sie gem mit einpacken », scrive Marx, che non era certo
uomo da complimenti o da frasi convenzionali.
Corrisponde a questa profondità di sentimenti anche una profonda in
fluenza intellettuale? Per quel che riguarda Marx, non vi è dubbio che egli
sentì grandemente il fascino poetico di Heine, il quale rimase sempre fra i
suoi autori preferiti. Ciò non fece velo alla serenità del giudizio di Marx sulle
debolezze e gli errori del poeta, a cui tuttavia seppe guardare con bonaria
indulgenza, convinto com'era che un uomo di genio ha verso se stesso e verso
l'umanità dei doveri più profondi che non l'ossequioso rispetto alla mediocre
virtù piccolo-borghese.
Ma come Marx subì il fascino della lirica di Heine, Heine subì indubbia
mente il fascino e l'influenza del pensiero di Marx. Molti anni dopo la sua
rottura con Marx, Ruge, testimonio non sospetto, scriveva che Heine doveva
a lui e a Marx la svolta che lo aveva portato alla satira politica. Ma anche
senza questa testimonianza, e senza i riferimenti espressi di Heine che ab
biamo già ricordato, l'influenza di Marx è chiaramente visibile nella poesia
heiniana di quel periodo, non solo per la materia poetica trattata ma anche
per la potenza espressiva che la visione, ispiratagli da Marx, del proletariato
in lotta per la propria emancipazione, raggiunse in lui in quell'anno 1844.
che fu tra i più fecondi della sua attività poetica. E fu un'attività poetica
tanto più significativa, se si pensi che, durante il suo precedente soggiorno in
Francia, Heine aveva scritto più in prosa che in versi, e che successivamente,
dopo che la burrasca del 1848-49 ebbe definitivamente interrotto i suoi con
tatti con Marx e con Engels, e in genere con il movimento rivoluzionario, la
sua vena lirica si trovò inaridita.

Come abbiam visto, Heine si era interessato anche prima di problem


sociali, specialmente nei primi anni del suo soggiorno parigino, e, sotto
fluenza dei socialisti utopisti, aveva visto la limitatezza delle agitazion
colo-borghesi, l'insufficienza del radicalismo e la necessità di affronta

3® Cfr. lettera di Marx a Engels del 17 gennaio 1855 (Carteggio cit., vol. II, p. 348).

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HEINE E MARX 135

problema sociale. Ma quel che solo l'influenza di Marx gli per


è il ruolo di primo piano che la storia affida al proletariato,
protagonista che esso è destinato ad avere nella creazione dell
Certo Heine non riuscì a vincere mai il timore per la sorte ch
vittorioso avrebbe riservato all'arte e alla bellezza, sicché può
certo senso, per accogliere l'influenza di Marx, egli abbia dov
ad una parte di se stesso e vincere l'interna riluttanza, ciò
merito di Marx, ma accresce anche il rispetto che si deve al
Scrivendo sulla Revue des deux Blondes del 15 settembre 1
lava ancora con profondo rispetto di Marx o dei suoi amici e

I capi più o meno segreti dei.comunisti tedeschi sono dei grandi logici, i più forti
dei quali provengono dalla scuola hegeliana, e sono senza dubbio le teste più capaci e i
caratteri più energici della Germania. Questi dottori della rivoluzione, e i loro giovani
spietatamente decisi, sono i soli uomini vivi in Germania e ad essi — io temo — appar
tiene l'avvenire.

ti significativo che, riproducendo più tardi il saggio nel suo libro De


magne, Heine abbia soppresso le due parole «io temo».
Meno di un anno prima della sua morte, scrivendo la prefazione
libro Lutetia, apparso a Parigi con la data del 30 marzo 1855, Heine p
sava ancora una volta la sua posizione rispetto al comunismo. Parlando
sue lettere di molti anni prima alla Allgemeine Zeitung di Augsburg, r
li el libro, egli scrive :

Mi riuscì di trattare questo tema [il comunismo] sulla Allgemeine Zeitung di


Augsburg. Molte lettere furono soppresse dalla redazione, che si ricordava del vecchio
proverbio : non si deve dipingere il diavolo sulla parete. Ma essa non poteva sopprimere
tutte le mie corrispondenze, e, come ho detto, io trovai il mezzo di trattare sulle sue pru
denti colonne un argomento, la cui spaventosa importanza era a quell'epoca affatto sco
nosciuta. Io « dipinsi il diavolo sulla parete », o piuttosto, come si espresse una persona,
di molto spirito, gli feci una buona réclame. I comunisti, che erano isolati e sparsi in
tutti i paesi e privi di una chiara coscienza dei loro sforzi comuni, appresero, attraverso
la Allgemeine Zeitung di Augsburg, che essi esistevano veramente, ed impararono anche
a conoscere in questa occasione il loro vero nome, che a più d'uno di questi poveri trova
telli della società era totalmente sconosciuto. Attraverso la Allgemeine Zeitung di Aug
sburg le stupite comunità di comunisti ricevettero notizie autentiche sugli incessanti pro
gressi della loro grande causa; appresero con loro grande meraviglia che, ben lungi
dall'essere una debole piccola comunità, formavano il più forte di tutti i partiti; che il
loro giorno non era ancor giunto, ma che una tranquilla attesa non è affatto tempo
perduto per uomini cui appartiene l'avvenire.
Questa confessione, che l'avvenire appartiene ai comunisti, io la facevo in tono di
affanno e di estremo timore, e, ahimè, non era per nulla una maschera! In realtà, solo
con sgomento e timore io penso all'epoca in cui questi tenebrosi iconoclasti saran giunti
al potere; colle loro mani callose distruggeranno tutte le statue marmoree della bellezza,
che son così care al mio cuore; elimineranno tutti quei giocattoli e quelle fantastiche
cianfrusaglie artistiche che il poeta amava tanto; distruggeranno i miei boschetti d'al
loro e vi pianteranno patate; i gigli, che non tessono e non lavorano, ma che son vestiti
con la stessa eleganza di re Salomone in tutto il suo splendore, saranno strappati dal:

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136 LKLJO BASSO

suolo della società, perché non prendono in mano i fusi ; le rose, queste oziose spose degli
usignoli, subiranno la stessa sorte, e gli usignoli, questi inutili cantori, saranno cacciati,
e. ahimè, il mio Buoh der Lieder servirà a qualche droghiere per preparare i cartocci in
cui avvolgerà caffè e tabacco da fiuto per le vecchie donne dell'avvenire. Ah ! io prevedo
tutto ciò e son preso da nn'inesprimibile tristezza, se penso alle rovine di cui il proleta
riato vittorioso minaccia i miei versi, che dovranno scendere nella tomba insieme con
tutto il vecchio mondo romantico. Eppure, lo riconosco apertamente, questo comunismo
esercita sulla mia anima un'attrazione a cui non so sottrarmi.

Sessant'anni fa, ripubblicando questo brano insieme con la le


Heine a Marx sopra riprodotta, la Neue Zeit, la rivista di Kautsky,
tava con queste parole :

Qui il poeta non è stato profeta. Sì, oggi si cerca di distruggere i boschetti di alloro
di Heine. Ma non sono i proletari vittoriosi che lo fanno, bensì i loro avversari, i « mi
gliori e più nobili » della nazione tedesca. Sì, vi sono oggi persone per cui le opere di
Heine son buone soltanto a fare cartocci, ma non sono droghieri, bensì noti poeti tede
schi. Sì, ci sarebbero versi di Heine minacciati di morte, se alcune delle attuali correnti
vincessero — ma il proletariato li onora e li conserva, ed assicura loro l'immortalità.
Le mani callose non distruggono le statue marmoree della bellezza, ma preparano una
nuova epoca dell'arte, che faccia la bellezza bene comune di tutti.36

Queste parole sono ancor più vere oggi, a cento anni dalla morte di Heine,
e dopo che il proletariato ha vinto in molti paesi.
Lelio Basso

36 Ofr. riferimento a nota 20.

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