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HEINE E MARX
Ciò ch'è universale, è così vasto da non poter dirne per lettera; ciò che lia impor
tanza per la persona, troppo piccolo in confronto delle grandi cose che ogni giorno av
vengono senza il nostro concorso. Ma le cose vanno da sé senza il concorso degl'individui?
Questo è il problema, al quale oggi rispondo sì, domani no, e la mia risposta opera sempre
sulla mia attività particolare, anzi la regola tutta. Quand'osservai dopo le giornate di
luglio che il liberalismo a un tratto ingrossava le sue file, che gli stessi svizzeri anziani
dell'antico regime d'un tratto mettevano in pezzi i loro abiti rossi per farne dei berretti
da giacobini, mi venne quasi voglia di tirarmi indietro e di scrivere novelle d'arte. Ma
quando l'entusiasmo intiepidì e giunsero di Polonia nuove terribili, sebben false, e i
gridatori di libertà smorzarono le loro voci, allora scrissi la prefazione a un libro, che
riceverà fra due settimane, contro la nobiltà,2 dove, mosso dai bisogni del tempo, perdei
forse la bussola, ed ella vi troverà dentro abbastanza di volute imprudenze e le vorrà
benignamente perdonare insieme collo stile ansiosamente rapido e cattivo. In questo mezzo
scrissi anche delle cose più folli, che gettai nella stufa quando tutto si ricompose. E ora?
Ora credo a nuove creazioni, son pieno di brutte profezie e ogni notte sogno che fo il
baule e vo a Parigi per respirare aria pura, darmi tutto ai santi pensieri della mia nuova
religione e ricevere l'ultima consacrazione come suo sacerdote.... Qui vivo pur sempre nel
più penoso travàglio. Col miglior volere mi accorgo che non posso volgere in mio pro la
saggezza dei governi, e non mi resta che mettermi al sicuro dalle loro pazzie. A Monaco,
secondo che odo, va male.... L'ho anche colla Prussia, ma solo in grazia della universale
menzogna, di cui Berlino è la capitale. I tartufi liberali di costà mi fanno schifo."
Ora mi occupo molto della storia della rivoluzione francese e del sansimonismo.
Scriverò su entrambi. Ma devo studiar molto ancora. Pertanto in quest'ultimo anno, scru
tando il tramenìo del partiti e le manifestazioni sansimoniste, ho compreso molte cose,
per es. il Moniteur del '98 e la Bibbia.4
Lei sta più in alto di tutti gli altri che della ^Rivoluzione intendono solo l'esteriorità
e non i problemi più profondi. Questi problemi non riguardano né forme né persone, né
l'instaurazione di una repubblica, né la restrizione di una monarchia, ma il benessere
materiale del popolo. La religione spiritualistica fin qui durata era salutare e necessaria
finché la maggior parte degli uomini viveva nella miseria e dovea consolarsi colle gioie
celesti; ma da quando mercè i progressi dell'industria e dell'economia si può togliere gli
uomini dalla miseria materiale e beatificarli sulla terra, da allora.... ella mi capisce. E la
gente ci capirà quando noi le diremo che in avvenire mangerà ogni giorno carne di manzo
in luogo di patate e lavorerà meno e ballerà di più. Stia pur sicuro che gli uomini non sono
degli asini.6
sioni : solo si tratta di mettermi al sicuro dal sospetto di essere stato convertito dal di
fuori o di essere stato guadagnato con denaro o lusinghe.7
Amico carissimo, scrive Heine, noi non possiamo far la parte dei dottrinari prus
siani, noi dobbiamo accordarci cogli Jahrbiicher di Halle e colla Bheinische Zeitung, non
dobbiamo mai nascondere le nostre simpatie politiche e antipatie sociali, dobbiamo chia
mare il male col suo nome e difendere il bene senza rispetti umani, dobbiamo essere in
somma quel che Gutzkow vuol solo parere.11
E noto però come sia Ruge che Marx dovettero poco dopo cessare la loro
attività di pubblicisti in Germania. Ruge, dopo aver trasferito i suoi Jahrbii
cher da Halle a Lipsia, con il nuovo titolo di Deutsche Jahrbiicher, se li
vide proibire anche dal governo sassone nel gennaio 1843. Nel marzo dello
stesso anno Marx dovette lasciare la direzione della Kheinische Zeitung, col
pita da un decreto di soppressione da parte del governo prussiano. La lotta
contro la stampa radicale e contro il pensiero filosofico moderno si faceva
ogni giorno più aspra da parte dei governi. Nasceva così l'idea che la filo
sofia dovesse « impadronirsi delle masse » per diventare anch'essa una forza
materiale da opporre alla forza materiale dei governi. Ma quest'incontro era
difficile nella Germania del 1843, dove le idee non potevano circolare e dove
I comunisti — egli scrive — sono l'unico partito in Francia che meriti una decisa
considerazione. Io rivendicherei sia per i resti del sansimonismo, i cui seguaci sono sem
pre in vita sotto strane etichette, sia per i fourieristi, che sono ancora freschi ed attivi,
la stessa attenzione, ma questi uomini onorati li muove solo la parola, il problema sociale
come problema, il concetto tramandato, ed essi non sono spinti da necessità demoniaca,
non sono i ministri predestinati per mezzo dei quali la suprema volontà del mondo attua
le sue grandi decisioni. Prima o poi la famiglia dispersa di Saint-Simon e tutto lo stato
maggiore dei fourieristi passerà all'esercito sempre crescente del comunismo, e, dando
al rozzo bisogno la parola creatrice, si assumerà la parte che già ebbero i padri della
Chiesa.12
Soffro di nuovo del mio sciagurato mal d'occhi, e solo a fatica le sgorbio queste li
nee. Pertanto quel che ho a dirle d'importante glielo potrò dire a voce al principio del
nuovo mese, poiché mi preparo a partire premuto da un cenno dall'alto. Io non ho voglia
di farmi arrestare, le mie gambe non hanno alcuna attitudine a portar degli anelli di ferro
come li portò Weitling, che me ne mostrò le tracce. Si suppone che io collabori al Vor
warts più che non possa vantarmi, e in coscienza il foglio dimostra la più grande mae
stria nell'eccitare e nel compromettere. Quel che ciò frutterà sconcerta perfino Maurer.
Di più a voce. Purché non si ordiscano perfidie a Parigi....
Il mio libro è stampato, ma uscirà soltanto fra dieci o quindici giorni per non sol
levar subito un putiferio. Le bozze della parte politica, specie quella dov'è il mio grande
poema, gliele mando oggi sotto fascia per tre ragioni. Prima, perché si diverta; seconda,
16 Fu soprattutto un dissidio fra Huge e Marx che determinò la fine della rivista.
Come si vede dal testo della lettera, Heine si pronunciò contro Ruge e quindi favorevol
mente a Marx.
17 Lettere cit., pp. 495-%.
18 Cfr. lettera di Engels a Liebknecht del 21 agosto 1883 in Marx-Engels, Briefe
an A. Bebel, W. Liebknecht, K. Kautsky und Andere, bersorgt vom Marx-Engels-Lenin
Institut, Moslem, unter Redaktion von W. Adorât ski (Verlagsgenossenschaft auslândi
scher Arbeiter in der UdSSR, Moskau-Leningrad, 1933), vol. I, p. 306: «....Marx badò
essenzialmente che la redazione si mantenesse nella giusta direzione, scrisse anche qua
e là articoli e notizie polemici contro la Prussia. Heine mandò una parte delle bozze della
' favola invernale ' da Amburgo a Marx per la stampa nel Vorwiirts, prima che il libro
apparisse in Germania ».
perché possa provveder subito ad agire in favore del libro nella stampa tedesca, e terza,
perché se lo stima conveniente, possa far pubblicare nel Vorwarts la prima parte del
nuovo poema. Credo che fino alla fine del sedicesimo capitolo si presta tutto alla riprodu
zione, soltanto dovrà curare che la parte riguardante Colonia, cioè i capitoli 4, 5, 6 e 7,
non esca separatamente, ma nello stesso numero. Lo stesso vale per la parte che riguarda
il vecchio Barbarossa, cioè i capitoli 14, 15 e 16, che devono essere stampati insieme nello
stesso numero.19 La prego di scrivere per codesti estratti una parola d'introduzione. Il
principio del libro glielo porterò io a Parigi; consiste solo di romanze e ballate che pia
ceranno a sua moglie. (La mia più amichevole preghiera è di salutarmela cordialmente;
godo di presto rivederla. Spero che il prossimo inverno sarà per noi meno malinconico del
passato).
Del poema Campe fa ora una speciale edizione, dove la censura ha tolto alcuni passi,
ma io v'ho fatto una prefazione molto franca gettando ai nazionalisti nel modo più reciso
il guanto di sfida. Non appena stampato glielo spedirò. Scriva pertanto a Hess (di cui
non ho l'indirizzo) che sul Reno, tosto che gli vien sott'occhio il libro, faccia per esso
quanto può nella stampa se anche gli orsi gli si precipiteranno addosso. La prego di fai
appello anche a Jung per un articolo d'ausilio. Nel caso ch'ella firmi col suo nome la ri
chiesta parola preliminare nel Vorwarts, può dire che io le spedii subito le prime bozze,
comprende la distinzione.
Cerchi, la prego, di veder Weill e di dirgli in mìo nome che solamente oggi ho rice
vuto la sua lettera eli'era caduta in mano ad un altro Enrico Heine (qui ce ne son molti).
Lo rivedrò tra quindici giorni, frattanto non faccia stampare una riga su me, tanto meno
sul mio nuovo poema. Se gli occhi me lo permetteranno, gli scriverò forse ancora prima
di partire. Cordiali saluti a Bernays. Sono lieto di svignarmela. Mia moglie l'ho già
mandata avanti in Francia presso la madre ch'è malata a morte. Stia bene, caro amico,
e perdoni i miei scarabocchi. Non posso rileggere quel che ho scritto, ma a noi bastano
pochi segni per intenderci.
Cordialissimamente
E. Heine.20
Dal contenuto della lettera appare chiaro come fossero stretti in quel
19 La frase che comincia con le parole « Lo stesso vale » e termina con « stesso nu
mero » è stata omessa, per evidente errore, nel testo contenuto nell'edizione delle Lettere
di Heine, ripetutamente citate.
20 II testo della lettera è stato pubblicato per la prima volta nella rivista Neue Zeit,
anno XIV (1896), vol. I, pp. 14 sgg. Vedi ora la traduzione, mancante della frase di cui
alla nota precedente in Lettere cit., pp. 501-02.
Un nuovo canto, un canto migliore — o amici, io vo' sciogliere : — già qui sulla terra
noi vogliamo — erigere il regno dei cieli.
Sulla terra noi vogliamo esser felici — e non vogliamo più stentare ; — il pigro ven
tre non deve deliziarsi — con quel che produssero le mani industri.
Cresce quaggiù pane abbastanza — per tutti i figli dell'uomo, — anche rose e mirti
e bellezza e piacere 21 — ed anche piselli dolci.
Si, piselli dolci per tutti — non appena scoppiano i baccelli ! — Il cielo, lo lasciamo —
agli angeli ed ai passeri.22
il punto più delicato della delicata faccenda. Era un poeta di fama europea
e per i francesi era quasi un poeta nazionale.... Heine non fu importunato,
ma contro una serie di altri emigrati tedesclii, che avevano scritto per il
Vorwàrts o erano in sospetto di averlo fatto, I'll gennaio 1845, fu emanato
l'ordine di espulsione; tra loro Marx, Ruge, Bakunin, Bòrnstein, Bernays».25
Come conseguenza di questo provvedimento, Marx dovette quindi la
sciare Parigi e si trasferì a Bruxelles, dove rimase fino al 1848. Prima di
partire, egli indirizzò a Heine una lettera non datata, ma verosimilmente
del 1° febbraio 1845, di cui ecco il testo :
Caro amico,
spero di avere ancora tempo domani per vederla. Partirò lunedì. Il libraio Leske è
stato proprio ora da me. Egli pubblica a Darmstadt una rassegna trimestrale non sog
getta a censura. Io, Engels, Hess, Herwegh, Jung, ecc. collaboriamo. Mi ha pregato di
impegnarla per una collaborazione — poesia o prosa. Sono certo che Lei non rifiuterà,
perché noi non dobbiamo perdere nessuna occasione di stabilirci in Germania. Di tutti i
rapporti umani che mi lascio indietro qui, quello che più di tutti mi spiace è il retaggio
heiniano. Vorrei portarla con me. Saluti Sua moglie da parte mia e di mia moglie.
Suo K. Marx.2e
La ringrazio della parte che prende alle cose mie, come vedo nell'ultima sua le
e ho quanto mai cara la sua mediazione; certo nulla che si può ottenere per via pa
dev'essere trascurato. Le avrei già risposto, ma da quindici giorni sono in una ter
agitazione, principalmente in conseguenza delle persecuzioni prussiane contro tut
che hanno scritto sul Vorvoàrts-, oggi bisogna che Marx prenda il largo, e io son
rittura furente.27
mi scuserà se, per una massa di contrarietà doganali, le scrivo solo oggi p
Piittmann di Colonia mi ha pregato di chiederle se Lei vuole mandare q
(magari anche la sua deutsche Flotte?) 28 per la rassegna non soggetta
esce a (Darmstadt. Può spedire il materiale a me. Il termine massimo — ma
certo sotto mano — è di tre settimane. Mia moglie mi prega di salutare mo
moglie. L'altro ieri sono stato alla amministrazione locale di pubblica sicure
dovuto rilasciare una dichiarazione scritta, che non farò mai stampare nulla in Belgio
sulla politica attuale. Renouard e Bornstein hanno fatto stampare a Parigi la sua Favola
invernale con indicazione di New York come luogo di stampa e l'hanno messa in vendita
qui a Bruxelles. Questa edizione deve oltre tutto formicolare di errori di stampa.
Di più un'altra volta.
Suo Marx.
29 Marx non scrisse mai l'articolo preannunciato sul libro di Heine contro Borne.
Dato che ormai ci sono, vi voglio anche segnalare per concludere che Heine è di
nuovo qui e che l'altro ieri sono stato da lui con E(werbeck). Il povero diavolo è maledet
tamente a terra. E ridotto magro come uno scheletro. Il rammollimento cerebrale si
estende, e cosi anche la paralisi facciale. E(werbeck) dice che è facilissimo che a un
certo punto muoia di paralisi polmonare o per qualche embolo improvviso; ma anche
che si trascini ancora per tre o quattro anni con alternative di miglioramenti e di peggio
ramenti. Naturalmente è piuttosto depresso, malinconico, e quello che è più significativo,
estremamente benevolo (e lo è proprio sul serio) nei suoi giudizi; soltanto su Maurer
dice continuamente barzellette. Per il resto pieno di energia spirituale, ma il suo aspetto,
reso anche più strano da una barba che si va facendo grigia (non si può far radere in
torno alla bocca), basta a mettere di tristissimo umore chiunque lo veda. Fa una tremenda
impressione veder morire così a pezzo a pezzo un tipo così stupendo.30
Heine sta crepando. Sono stato da lui due settimane fa. Stava a letto e aveva un
attacco di nervi. Ieri era alzato, ma molto malandato. Non può più far due passi, si tra
scina appoggiandosi al muro dalla poltrona al letto e viceversa. Inoltre a casa sua c'è
un chiasso di seghe e martelli ecc. che lo fa ammattire. Anche spiritualmente è alquanto
giù. Heinzen voleva andare da lui, ma non l'hanno fatto passare.32
Non v'è dubbio che attraverso questi e altri contatti, Heine continuava
a seguire l'attività di Marx e dei suoi amici, i quali alla lor volta continua
vano a contare sulla sua collaborazione. Dopo la rivoluzione di febbraio, Marx,
espulso dal Belgio, ritornò a Parigi, dove rimase dal 5 marzo al 10 aprile,
data della sua partenza per Colonia. Sappiamo che in quel periodo rivide il
poeta, e possiamo supporre abbia ripreso con lui le antiche conversazioni po
litico-sociali. Certo è che, subito dopo il suo arrivo a Colonia e prima ancora
di poter dar vita al giornale che avrebbe dovuto dirigere, e che in fatto poi
diresse, la Neue Rlveinische Zeitung, sollecitò, tramite il comune amico Ewer
beck la collaborazione di Heine. Il 30 aprile Ewerbeck scrisse a Marx infor
mandolo che Heine era disposto a collaborare, 33 ma la promessa non ebbe poi
seguito. La salute del poeta andava sempre peggiorando ; proprio in quegli
stessi giorni, il 25 aprile 1848, egli scriveva a Campe : « Io resterò fino al
7 maggio nella casa di salute, dove giaccio da due mesi e mezzo, e per rispar
miare troppe spese ritornerò alla mia abitazione di 'rue de Berlin n. 9',
dove vorrà indirizzare le sue lettere.... Sono come un sepolto vivo: non vedo
nessuno, non parlo con nessuno ».34
3® Cfr. lettera di Marx a Engels del 17 gennaio 1855 (Carteggio cit., vol. II, p. 348).
I capi più o meno segreti dei.comunisti tedeschi sono dei grandi logici, i più forti
dei quali provengono dalla scuola hegeliana, e sono senza dubbio le teste più capaci e i
caratteri più energici della Germania. Questi dottori della rivoluzione, e i loro giovani
spietatamente decisi, sono i soli uomini vivi in Germania e ad essi — io temo — appar
tiene l'avvenire.
suolo della società, perché non prendono in mano i fusi ; le rose, queste oziose spose degli
usignoli, subiranno la stessa sorte, e gli usignoli, questi inutili cantori, saranno cacciati,
e. ahimè, il mio Buoh der Lieder servirà a qualche droghiere per preparare i cartocci in
cui avvolgerà caffè e tabacco da fiuto per le vecchie donne dell'avvenire. Ah ! io prevedo
tutto ciò e son preso da nn'inesprimibile tristezza, se penso alle rovine di cui il proleta
riato vittorioso minaccia i miei versi, che dovranno scendere nella tomba insieme con
tutto il vecchio mondo romantico. Eppure, lo riconosco apertamente, questo comunismo
esercita sulla mia anima un'attrazione a cui non so sottrarmi.
Qui il poeta non è stato profeta. Sì, oggi si cerca di distruggere i boschetti di alloro
di Heine. Ma non sono i proletari vittoriosi che lo fanno, bensì i loro avversari, i « mi
gliori e più nobili » della nazione tedesca. Sì, vi sono oggi persone per cui le opere di
Heine son buone soltanto a fare cartocci, ma non sono droghieri, bensì noti poeti tede
schi. Sì, ci sarebbero versi di Heine minacciati di morte, se alcune delle attuali correnti
vincessero — ma il proletariato li onora e li conserva, ed assicura loro l'immortalità.
Le mani callose non distruggono le statue marmoree della bellezza, ma preparano una
nuova epoca dell'arte, che faccia la bellezza bene comune di tutti.36
Queste parole sono ancor più vere oggi, a cento anni dalla morte di Heine,
e dopo che il proletariato ha vinto in molti paesi.
Lelio Basso