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LA

MORFOLOGIA
È la sezione della grammatica che
studia le parti del discorso

In latino le parti del discorso sono otto e si dividono in:


 parti variabili: sostantivo, aggettivo, pronome e
verbo;
 parti invariabili: avverbio, preposizione, congiunzione
e interiezione.
Le parti variabili del discorso: la
flessione
Le parti variabili del discorso in latino sono quattro: nome,
aggettivo, pronome, verbo.

Esse subiscono delle variazioni nella parte finale che


determinano un cambiamento di significato logico.

L’insieme delle variazioni costituisce la flessione.

In particolare:
 la flessione di sostantivi, aggettivi e pronomi si
chiama declinazione;
 la flessione del verbo si chiama coniugazione.
Si dice che il sostantivo si declina mentre il verbo si
coniuga.

Nelle parole soggette a flessione si distinguono:


la radice, che è il nucleo fondamentale comune a tutte
le parole della stessa famiglia.
Es: ros=rosa, ros=rosetum (roseto),
ros=rosarius (roseto), ros=rosaceus (di rosa).
 il tema, che è costituito dalla radice e dalla vocale
tematica.
Si ottiene togliendo la desinenza del genitivo plurale.
Es: rosarum =tema rosa

 la desinenza, che è la parte finale variabile della


parola.
Es: rosam = desinenza – m
 la terminazione, che è costituita dalla vocale tematica
e dalla desinenza.
Es: rosam = terminazione –am

tema terminazione

radice vocale tematica desinenza

Esempio:
Forma Radice Vocale Tema Desinenza Terminazi
tematica ne
luporum lup- -o- lupo- -rum -orum
amant am- -a- ama- -nt -ant

Nota: Nell’uso comune i due termini, desinenza e


terminazione, vengono spesso sovrapposti.

La declinazione
La declinazione latina è formata da tre elementi:
 il caso,
 il genere,
 il numero.
Il caso è costituito dalle diverse forme che la parola assume
quando muta la desinenza.
= Esso permette di capire qual è la funzione logica svolta
dalla parola all’interno della frase.
= Si parla di caso, quindi, solo per sostantivo, aggettivo e
pronome.

I casi in latino sono sei:


Caso Funzione logica
Nominativo soggetto, nome del predicato, compl.
predicativo del soggetto
Genitivo compl. di specificazione
Dativo compl. di termine
Accusativo compl. oggetto,
compl. predicativo dell’oggetto
Vocativo compl. di vocazione
Ablativo vari complementi

Si chiamano
 casi diretti il nominativo, l’accusativo e il vocativo;
 casi obliqui il genitivo, il dativo e l’ablativo.
In latino, a differenza dell’italiano, ci sono tre generi:
maschile, femminile e neutro.
= Il neutro indica ciò che non viene considerato né
maschile né femminile.

Anche il latino, come in italiano, ci sono due numeri:


singolare e plurale riconoscibili dalla terminazione.
Es: lup-us = nome singolare
lup-i = nome plurale

Le declinazioni del nome in latino sono cinque e si


distinguono dalla diversa terminazione del genitivo
singolare.

declinazione terminazione terminazione esempio


nominativo genitivo
singolare singolare
I declinazione -ă -ae fabula, ae
II declinazione -us, -er, -um -i animus, i puer, i
verbum, i
III variabile -is rex, regis
declinazione
IV declinazione -us -us manus, us
V declinazione -es -ei res, rei

L’aggettivo si declina come i sostantivi, cioè sulla base di


tre generi (maschile, femminile e neutro), due numeri
(singolare e plurale) e sei casi.

Per l’aggettivo si distinguono due classi di flessione:


 la prima classe, che usa la flessione della prima
declinazione dei sostantivi per il genere femminile e i
modelli di flessione della seconda declinazione per il
maschile e il neutro;
 la seconda classe, che usa il modello di flessione della
terza declinazione dei sostantivi per tutti e tre i generi.

Il pronome si declina sulla base di tre generi (maschile,


femminile e neutro), due numeri (singolare e plurale), ma
cinque casi (il vocativo compare solo nei pronomi personali
e possessivi).

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