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ANATOMIA VEGETALE

L'anatomia è la scienza che studia il livello di organizzazione che si trova sopra quello

tissutale, l'organo. Questa disciplina si occupa di tutti gli organi e gli insiemi di organi

che formano gli esseri viventi, l'anatomia vegetale studia i tre organi che formano il

corpo delle piante più evolute (quelle che sono chiamate spermatofite), quella

comparata studia gli organi dei vari gruppi di animali e, infine, l'anatomia umana si

occupa di descrivere la forma degli organi degli esseri umani.

Mentre l'istologia vegetale è molto più grande di quella animale, l'anatomia delle

piante si occupa solamente di pochi tipi di organi. Tutte le piante, infatti, hanno il

corpo formato unicamente da tre tipi di organi:

1. radice

2. fusto

3. foglia

A questi tre organi, però, si devono aggiungere quelli specializzati per la riproduzione

(il fiore ed il frutto), che sono presenti solo in alcuni gruppi di vegetali e, in realtà,

derivano da modificazioni degli altri tipi.

Per la radice ed il fusto, inoltre, bisogna prendere in considerazione l'età della pianta.

Questi due organi, infatti, hanno due tipi di struttura: primaria e secondaria. La

struttura primaria è quella che l'organo ha nel primo anno di vita e che viene formata

dai due meristemi apicali, quella secondaria (chiamata anche crescita laterale)

sostituisce quella primaria a partire dal secondo anno di vita e dipende dalla presenza

nella pianta dei meristemi secondari. La struttura secondaria si trova solo in alcune

specie di piante, tutte quelle che hanno una corteccia, è importante specificare che le

palme non hanno una vera corteccia e nemmeno i meristemi secondari, per questo

motivo non hanno una struttura secondaria.

La radice ed il fusto, inoltre, presentano una struttura comune. Sono formate da tre
regioni: epidermide (lo strato più esterno), corteccia e cilindro centrale (la zona dove

si trovano i tessuti conduttori), che rendono più facile il loro studio.

RADICE

La radice è un organo quasi sempre ipogeo (ovvero è un organo che si trova quasi

sempre sotto la superficie del terreno) e svolge tre funzioni fondamentali per la

pianta: ancoraggio al suolo, assorbimento delle sostanze utili dal terreno e trasporto

della linfa grezza fino al tronco della pianta. Oltre a queste tre funzioni, in molte

piante la radice svolge un'importante funzione di riserva. Nel suo parenchima, infatti,

possono essere accumulate sostanze utili (ad esempio nelle carote o nelle barbabietole

da zucchero).

Un altro caso particolare è dato dalle radici

modificate, che vengono chiamate austori, di

alcune piante che servono per entrare nei

fusti di altre piante e succhiare via la loro

linfa. Un esempio di austori è quello del

vischio, una pianta che cresce sopra i tronchi

delle quercie, o di altri alberi, affondando i

suoi austori nel tronco. Oltre al vischio si può

ricordare un'altra pianta presente in italia,

chiamata cuscuta, che utilizza i suoi austori per succhiare la linfa dalle erbe dei campi

formando sopra queste una rete di filamenti gialli.

In alcuni casi le radici possono svolgere anche altre funzioni, possiamo fare due

esempi: le radici respiratorie delle mangrovie (che dal terreno sommerso arrivano in

superficie per assorbire aria) e le radici avventizie dell'edera (che vengono utilizzate

dalla pianta per aggrapparsi ad un sostegno). Un ultimo caso particolare è quello del

velamen (in questo modo viene chiamata la radice di queste piante) delle orchidee, in

questo caso la radice è verde ed è in grado di fare fotosintesi per permettere alla

pianta di ottenere la linfa elaborata.


Visto che la radice deve crescere in un ambiente solido, in cui possono essere presenti

rocce o altri ostacoli, la sua forma è molto variabile ed in grado di modificarsi in base

a quello che incontra mentre cresce. Se si fa crescere una radice in un terreno molto

grande e privo di ostacoli, questa può assumere due forme:

1. radice a fittone, in cui si vede bene una radice principale che cresce verso il

basso ed una serie di piccole radici (chiamate radici secondarie) che partono

dalla radice principale

2. radice fascicolata, in cui dalla pianta partono molte radici tutte uguali tra loro

per quanto riguarda le dimensioni


Esaminando la struttura primaria della radice possiamo riconoscere facilmente le tre

regioni che la compongono (epidermide, corteccia e cilindro centrale) grazie alla

presenza di uno strato di cellule molto diverse da quelle che hanno intorno e che

formano l'endoderma. Questo strato separa la corteccia ed il cilindro centrale.

Epidermide

Cilindro
centrale

Corteccia

È molto importante ricordare che la punta della radice è formata da un gruppo di

cellule che servono a proteggere le cellule del meristema primario. Queste cellule

permettono alla radice di muoversi nel terreno senza subire danni; la struttura che

formano viene chiamata cuffia radicale ed è formata da un gruppo di cellule che

vengono rovinate e distrutte durante la crescita della radice. Quando viene rotta la

parete di queste cellule, infatti, si versano nel terreno intorno alla radice delle

sostanze che ammorbidiscono la terra e rendono più scivolose le rocce permettendo

l'avanzamento della radice nel terreno. Le cellule morte, inoltre, vengono subito

sostituite da nuove cellule prodotte dal meristema per mantenere stabile la cuffia e

permettere la continua crescita dell'organo.

La zona del rizoderma è quella in cui si trovano le strutture che permettono alla

radice di assorbire i nutrienti dal terreno, i peli radicali. Questi peli sono prodotti in

continuazione dal tessuto meristematico per spostare sempre in avanti la zona di

assorbimento. In questo modo la pianta può sfruttare sempre nuove zone mentre in

quelle vecchie, dove le sostanze nutrienti sono minori o finite, i peli radicali muoiono e
vengono distrutti. In pratica in questa zona succede lo stesso che succede nella zona

della cuffia radicale.

Il cilindro centrale è una struttura costituita da tessuti parenchimatici e tessuti di

trasporto. Il primo strato di cellule, quello che si trova subito dopo l'endoderma, è

chiamato periciclo. Questo strato è formato da tessuto parenchimatico con cellule

che possono modificarsi; è da qui, infatti, che si formano le radici laterali che escono

dal lato della corteccia.

I tessuti di conduzione sono raggruppati a formare dei cordoni che risalgono verso il

tronco e che vengono chiamati arche (arche legnose e arche floematiche) e che si

dispongono a formare dei raggi. Proprio per questa disposizione, la struttura della

radice viene chiamata actinostele (aktis in greco vuol dire raggio).

Endoderma Arca floematica

Periciclo
Arca legnosa

Il passaggio dalla struttura primaria a quella secondaria si svolge quando le cellule che

si trovano vicino al periciclo si modificano e tornano ad essere cellule meristematiche,


in questo modo si forma un nuovo tessuto meristematico secondario, il cambio cribro-

vascolare, da cui si formeranno il nuovo xilema ed il nuovo floema. In un secondo

momento anche alcune cellule della corteccia si modificano per formare un nuovo

meristema, che però funziona per pochissimo tempo (in genere solo una stagione).

Questo meristema secondario, chiamato fellogeno, si occupa di produrre nuova

corteccia e nuovo tessuto tegumentale visto che quello vecchio non riesce più a

contenere la struttura secondaria.

FUSTO

Il fusto è un organo vegetale che svolge principalmente la funzione di collegamento

tra la radice e la foglia (ovvero tra l'organo che raccoglie i nutrienti e quello che li

elabora) e la funzione di sostegno. In alcune piante, però, il fusto può modificarsi e

svolgere differenti funzioni:

• In tutte le erbe ed in alcuni cespugli, il fusto è verde e svolge la funzione di

fotosintesi utilizzando le sostanze raccolte dalla radice. Un esempio è dato dal

fusto dei cactus, in cui le foglie sono modificate in spine. In alcuni casi il fusto,

oltre ad essere verde, si allarga e prende la forma di una foglia per aumentare

la sua superficie esposta al sole, in questo caso si parla di cladofilli ed un

esempio è dato dalle pale di fico d'India.

• In alcune specie il fusto è formato quasi solamente da parenchima di riserva e

serve come sito di accumulo delle sostanze. Un esempio di questo fusto

modificato (che viene chiamato tubero) è dato dalla patata.

• Alcune piante hanno i rami, che per i botanici non sono altro che parti del fusto,

modificati per poter svolgere funzione di difesa. Questi rami prendono il nome

di aculei (bisogna fare attenzione a non confonderli con le spine, che sono foglie

modificate). Un esempio di aculei si trova nel biancospino.

• In alcune specie, ad esempio le fragole, il fusto è molto sottile e striscia sul

terreno. Dopo un certo periodo di crescita, dal fusto, che viene chiamato

stolone, si sviluppa una nuova piantina, con radici e foglie, che diventa
indipendente dalla prima e dalla quale riparte lo stolone per produrne una nuova

poco distante.

• Un secondo tipo di fusto che cresce orizzontalmente è il rizoma. In questo

caso, però, il fusto cresce sotto la superficie del terreno. Un esempio di rizoma

è quello della liquirizia (la parte commestibile è proprio il rizoma).

La struttura primaria di un fusto presenta le stesse zone della radice: epidermide,

corteccia e cilindro centrale. Al contrario della radice, però, nella struttura primaria

del fusto non è facile capire dove finisce la corteccia e dove inizia il cilindro centrale.
La corteccia è una struttura complessa, formata da più tessuti differenti (si trovano

tessuti parenchimatici e tessuti meccanici) che formano pochi strati cellulari. I

tessuti parenchimatici possono essere clorofilliani, di riempimento o di riserva o altri

in specie particolari che vivono in condizioni insolite. I tessuti meccanici si trovano

nella zona più esterna, si trovano prevalentemente collenchimi visto che la pianta

ancora non ha dimensioni tanto grandi da richiedere la presenza di sclerenchimi. È

importante notare che nella zona corticale del fusto non è presente l'endoderma.

Il primo strato del cilindro centrale è, anche nel fusto, il periciclo, che ha le stesse

caratteristiche di quello della radice. In questo caso, però, non origina radici

secondarie. La maggior parte di questo strato è formato da tessuto parenchimatico,

che occupa quasi tutto lo spazio disponibile. Il resto dello spazio viene occupato dai

tessuti conduttori, xilema e floema, che formano dei cordoni in cui i due tessuti sono

vicini. Nella maggior parte delle piante evolute, nelle gimnosperme e nelle dicotiledoni,

questi cordoni si trovano nella parte periferica del cilindro centrale e sono disposti a

formare un cerchio, questa struttura viene chiamata eustele.

Tessuti conduttori

Corteccia Parenchima
Nei gruppi di piante più evoluti, le monocotiledoni, i cordoni di tessuti conduttori sono

sparsi in tutto il cilindro centrale senza uno schema preciso. Questa struttura viene

chiamata atactostele.

È importante specificare che la struttura eustele viene sostituita dalla struttura

secondaria del fusto, in cui si formano gli anelli di accrescimento, la struttura

atactostele rimane identica per tutta la vita della pianta.

FOGLIA

La foglia è un organo vegetale con accrescimento limitato nel tempo. Questo indica

che in questo organo non c'è una struttura secondaria che sostituisce quella primaria.

La foglia compare sulla pianta a livello dell'apice vegetativo e viene chiamata prima

bozza fogliare. Quando le cellule iniziano a dividersi molto velocemente grazie alla

mitosi, la bozza si trasforma in foglia e rimarrà stabile fino alla sua morte.

Anche le foglie possono essere modificate per svolgere funzioni differenti, la sua

funzione principale è quella di produrre linfa elaborata per la pianta. Tra le varie

modificazioni delle foglie ricordiamo:

• Cotiledoni, sono le foglie contenute nel seme, non contengono plastidi

fotosintetici ma di accumulo. Queste foglie possono essere due o una e


rappresentano la zona della pianta più ricca di proteine. Servono a nutrire la

piantina quando, appena germinata, non può ancora fare fotosintesi.

• Petali, sono le foglie che costituiscono la parte colorata del fiore. Servono per

attirare gli animali che devono spargere il polline.

• Perule, sono le foglie che proteggono la gemma apicale (svolgono una funzione

analoga a quella delle cellule della cuffia radicale).

• Spine, anche queste foglie sono modificate per svolgere la funzione di difesa

della pianta, le loro cellule sono tutte morte e con le pareti lignificate per

renderle più dure.

Una foglia è costituita da tre differenti tipologie di tessuti definitivi: tessuti

tegumentali, tessuto parenchimatico (di tipo clorofilliano) e tessuti conduttori. In

alcune specie sono presenti i tessuti meccanici, ad esempio nelle fogle che devono

difendere la pianta e che si modificano in spine, in altre specie sono presenti i tessuti

segregatori.

Osservando una parte di foglia al microscopio si vedono molto bene i due strati di

tessuto tegumentale, uno superiore (con pochi stomi e ricoperto di cera visto che è

sempre esposto ai raggi solari) ed uno inferiore (con molti più stomi e, spesso, peli che

diminuiscono l'evaporazione dell'acqua dalle camere stomatiche).

Tra i due strati di epidermide si trovano gli altri tessuti, tutti insieme formano il

mesofillo.
Il mesofillo è formato principalmente da parenchima clorofilliano, con cellule tutte

attaccate nella zona superiore e cellule più separate in quella inferiore, che svolge la

funzione di produrre zuccheri attraverso la fotosintesi clorofilliana.

Immersi nel parenchima clorofilliano ci sono i tessuti conduttori, xilema e floema, che

sono raggruppati a formare un grande cordone, in alcune piante ce ne sono due o tre,

che forma la nervatura principale. In base a come sono disposte le altre nervature è

possibile dividere le foglie in due gruppi:

1. reticolinervie, quando dalla nervatura principale partono altre nervature che

formano una rete ramificata ben visibile anche ad occhio nudo

2. parallelinervie, quando la nervatura principale è affiancata da altre nervature

tutte parallele tra loro

Le foglie, inoltre, possono essere classificate anche in base alla loro forma. Anche in

questo caso si dividono in due gruppi a seconda delle differenze tra la faccia

superiore e quella inferiore:

1. foglie a simmetria dorso-laterale, sono quelle foglie che crescono parallele al

terreno ed hanno la faccia superiore diversa da quella inferiore, in genere sono

reticolinervie

2. foglie a simmetria iso-laterale, sono quelle foglie che crescono verticalmente

rispetto al suolo ed hanno le due facce praticamente uguali, sono quasi sempre

parallelinervie

Un discorso importante che si deve fare parlando della foglia, è quello della

abscissione fogliare, ovvero il meccanismo con il quale le piante perdono le foglie.

Affinché la foglia cada si deve staccare dal fusto, per farlo è necessario che le cellule

che si trovano alla sua base si rompano. Quando la foglia deve cadere si forma, alla

base del picciolo, uno strato di cellule deboli e con pareti sottili che si rompono con

facilità, cosa che comporterà la caduta della foglia stessa. Questo strato è chiamato

strato di abscissione.

Tra lo strato di abscissione ed il resto della pianta è presente uno strato di cellule di

protezione, formato da cellule morte e con la parete ricoperta di suberina, che serve
a proteggere la pianta quando la foglia cade. Questo strato, chiamato cicatrice

fogliare, blocca l'ingresso dei microrganismi nella pianta formando una barriera

protettiva.

L'abscissione fogliare svolge una funzione molto importante, oltre a quella di

permettere il rinnovamento delle chiome. È grazie a questo fenomeno che le piante

possono eliminare molte sostanze di rifiuto. Le piante, infatti, al contrario degli

animali, non hanno meccanismi che permettono di eliminare continuamente i rifiuti

come le feci o le urine. Prima della caduta la pianta porta via dalla foglia tutto quello

che può ancora essere utile (sostanze nutritive e clorofilla) e ci accumula i prodotti di

rifiuto. Diventano evidenti, perché non vengono rimossi, i carotenoidi; prima non si

vedevano perchè il colore della clorofilla (verde) copriva i colori rossi e giallo-

arancione degli altri pigmenti. L’insieme di queste cose comporta il cambiamento di

colore delle foglie in autunno.

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