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L’italiano: frasi e testo – Telve Nuova edizione

1. Che cos’è una frase, che cos’è un testo


Frase: tra sintassi e senso compiuto • Aspetto semantico: significato complessivo unitario
Aspetto pragmatico: provoca determinati effetti nella comunicazione interpersonale
> vuole esprimere un certo messaggio = perché esso si trasmetta non è necessario seguire
tutte le regole sintattiche (anche le frasi sgrammaticate a volte sono comprensibili)
• Aspetto sintattico: ha almeno un predicato e un soggetto (a meno che la frase sia
impersonale)
> non devono essere necessariamente espressi: possono essere desunti dal contesto o
dal cotesto (tra cui anche l’intonazione)
FRASE: unità di discorso costruita secondo le regole di una certa lingua (requisito sintattico),
tale da essere relativamente completa e indipendente per quel che riguarda contenuto e
intonazione (requisito semantico e pragmatico
Frase minima e frase espansa
• SOGGETTO: solitamente espresso, può non figurare se è ricavabile (desinenza del verbo) >
verbi impersonale quando non hanno il soggetto o hanno una frase come soggetto
- Soggetto grammaticale: mi piace andare al cinema > andare al cinema
- Soggetto logico: mi piace andare al cinema > io
Relazione di significato con il verbo (vale anche per gli altri argomenti)
- Agente: compie l’azione
- Paziente: subisce l’azione
- Esperiente: sperimenta lo stato
- Beneficiario: trae profitto dall’azione
- Tema (o oggetto): coinvolto nell’azione
• VERBO:
- Argomenti: completano il significato del verbo, hanno ruoli semantici principali (preposizione
rigida e
selezionata dal verbo)
Assegna un ruolo sintattico ai suoi argomenti (o attanti o elementi nucleari) = valenza
La valenza di un verbo può subire ampliamenti e modifiche (escile!)
0. Zerovalente [nevica]
1. Monovalente [il cane abbaia]
2. Bivalente [io mangio la mela]
3. Quadrivalente [io traduco la versione dal latino all’italiano]
Alcuni verbi cambiando la reggenza cambiano significato (penso a partire, penso di partire)
Possibilità di omettere gli argomenti a seconda dei verbi (studia, dipinge, studia italiano, ecc)
A volte se cambia la reggenza cambia il significato del verbo: lavorare qlc, lavorare a qlc
- Espansioni: complementi indiretti ed espressioni avverbiali (non argomentali, extranucleari,
circostanziali) > non rientrano nella struttura semantica del verbo (preposizione scelta in base
alle
circostanze)
Frasi senza verbo (nominali): il valore predicativo è dato dalla prevedibilità contestuale
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Frase, proposizione, enunciato
• Proposizione ha lo stesso significato di frase nella grammatica tradizionale
> proposizione si riferisce soprattutto al contenuto semantico, non alla configurazione
sintattica
> indica una frase predicativa (dotata di verbo)
• Enunciato: qualsiasi espressione linguistica pragmaticamente autonoma e unitaria > ruolo
fondamentale
dell’intonazione
> punto di vista informativo-intonazionale
• Frase: punto di vista sintattico
Dalla frase al testo Testo: serie di frasi che, per il fatto di essere messe insieme in un certo
modo, assumono un significato
complessivo > può tuttavia coincidere con una frase o una parola
Parola, frase e testo sono regolati da norme grammaticali e trasmettono informazioni:
semanticamente pieni
Competenza testuale: competenza passiva (conoscenza della lingua)
Esecuzione: competenza attiva (uso della lingua nelle situazioni concrete)
Requisiti del testo
• COESIONE: modo in cui le diverse parti del testo sono collegate tra di loro tramite mezzi
grammaticali e
retorici
- Collegamento grammaticale di tutte le sue parti
- Ordine delle parole corretto
- Coesivi: legano tra loro le parti del testo > textus = intessuto
• COERENZA
Collegamento logico di tutti i contenuti del testo e continuità semantica
1. Intenzionalità: atteggiamento dell’emittente che vuole produrre un testo tanto coeso
quanto sia
necessario perché sia adeguato alle proprie intenzioni comunicative
2. Accettabilità: volontà e capacità del destinatario di riconoscere l’atto linguistico del
mittente come testo
tanto coeso e coerente quanto è necessario per intenderne il contenuto comunicativo. Dipende
dal
contesto extralinguistico sociale e culturale (es. parlato = molto implicito)
3. Informatività: grado di informazione veicolata dal testo. Inversamente proporzionale alla
probabilità che
elementi linguistici si seguano l’un l’altro (lapsus sempre >> freudiano = non dice nulla in più)
4. Situazionalità: dipendenza del testo dalla situazione in cui è prodotto. La situazione aiuta a
chiarire un
testo e decidere l’uso che dobbiamo farne
5. Intertestualità: rapporto del testo con uno o più testi conosciuti in precedenza. Da qui si
può riconoscere
tipi testuali, prevederne le caratteristiche e gli scopi.
Principi regolativi Controllo circa l’uso dei testi
• Efficienza: grado di impegno che un testo richiede per essere prodotto e correttamente
inteso (inv prop)
• Efficacia: capacità di un testo di fissarsi nella memoria e raggiungere il fine per cui è stato
creato
• Appropriatezza: accordo tra contenuti e impostazione testuale
(in grigio: integrazione di parti tratte dal manuale “elementi di linguistica italiana”)
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Tipologie testuali Classificazione funzionale - Tipologia di Werlich I tipi di testo dipendono
dalla funzione dominante, sono a loro volta divisibili in generi e sottogeneri 5 tipi testuali,
classificazione generale: non varia nel tempo o luogo (/forme o generi)
La suddivisione nei 5 tipi è collegato a matrici cognitive
1) Narrazione (forma primaria di testualità) = TEMPO > percezione e collocazione di eventi nel
tempo
2) Descrizione = SPAZIO > collocazione di oggetti/persone nello spazio
3) Argomentazione = GIUDIZIO > valutare concetti mettendoli in relazione tra loro
4) Informativo-espositivo = COMPRENSIONE > analisi e sintesi
5) Regolativo = PIANIFICAZIONE del COMPORTAMENTO futuro
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Parametro del vincolo interpretativo – Francesco Sabatini
Volontà dell’emittente di regolare in modo più o meno rigido l’attività interpretativa
TRATTI TESTUALI: segnalatori del grado di testualità
- Vincolanti (soprattutto scritti) = esplicitezza
- Non vincolanti (soprattutto orali) = esplicitezza
2. La frase semplice FRASE SEMPLICE: massima unità sintattica, minima unità informativa
Che cosa dice e che cosa fa una frase 4 tipi di atti linguistici
+ Frasi esclamative: non corrisponde uno specifico atto linguistico > evidenzia un particolare
atteggiamento
emotivo del parlante (segnali: intonazione, ! – anche dopo interiezioni e alcuni segnali
discorsivi)
• Frasi iussive (comando): infinito se mittente e destinatario sono indistinti, imperativo per 2^
persona,
congiuntivo presente per le altre, perifrasi (comando attenuato) cerca di e vedi di
• Frasi ottative (desiderio): congiuntivo presente e imperfetto (+ verbo
potere), quanto e come +
condizionale, vorrei + infinito, introduttori come magari, se, se solo, almeno
A) Massimo vincolo interpretativo: rigidità di interpretazione regolata esplicitamente e
ristretta L’interpretazione del destinatario deve coincidere con quella dell’autore
B) Intende far raggiungere per gradi una conoscenza o una posizione diversa da quella di
partenza oppure possibile controvertibilità della propria tesi
C) Ampia libertà, consente al destinatario di intrecciare la propria interpretazione con quella
dell’autore
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• Frasi interrogative (domanda o richiesta)
- Reali/ fittizie
- Totali/parziali (rispetto alla carenza informativa): se parziali introdotte da aggettivi,
avverbi, pronomi,
perifrasi, perché, ecc
- Alternative se si presentano due possibilità di risposta, che si escludono a vicenda
• Frasi enunciative o assertive (si parla di qualcosa): si afferma qualcosa di vero, probabile,
possibile,
presunto, improbabile, impossibile, immaginario o falso > le più frequenti nella comunicazione
quotidiana
No isomorfismo tra tipi di frase e tipi di atto: ogni enunciato ha un significato letterale e uno
contestuale
Variare tono e modalità: verbi e avverbi
• Verbi modali (o servili: dovere, potere, volere > assumono valore deontico (obbligo o
permesso),
epistemico (conoscenza), dinamico (capacità)
Questi valori possono essere espressi lessicalmente attraverso altri verbi e perifrasi
• Verbi parentetici (verbi di opinione e di dire) > posizione libera nella frase (credo, direi,
penso)
Funzione simile a quella degli avverbi modali, ma sono avverbi di frase (si riferiscono a tutta la
frase) =
manifestare il proprio atteggiamento nei confronti di quello che si è enunciato
• Tempi e modi verbali
- Condizionale: dubitativo, potenziale, di dissociazione
- Imperfetto indicativo: azione abituale o continua nel passato, prospettivo o di pianificazione
(futuro
nel passato), ipotetico, ludico, di modestia
- Futuro indicativo: epistemico (attenua l’impegno del parlante riguardo la verità
dell’asserzione)
- Infinito: non manifesta un particolare atteggiamento da parte del parlante – narrativo,
descrittivo
Esprimersi con atti diretti e indiretti Atti linguistici indiretti: la forza della frase è espressa
dalle circostanze > forza illocutiva
Comunicazione indiretta = allusiva > funziona solo se il destinatario è in grado e vuole
riconoscere come
indiretto quell’atto linguistico
• Interrogative fittizie = richieste
• Interrogative didascaliche o narrative = mantenere l’attenzione (chi incontrò il nostro eroe?
Un mago)
• Interrogative fatiche = stabilire un contatto comunicativo (bella giornata vero?)
• Interrogative retoriche = motivazioni argomentative
• Interrogative che si sono trasformate in espressioni intercalari = sai, chissà, come dire
• Sono indirette anche: litote, perifrasi, eufemismo, noi invece di io
Cambiare l’ordine degli elementi nella frase Ordine naturale, basico della frase italiana: SVO >
relativamente stabile, sono ammessi anche ordini diversi
• Tema: ciò di cui si parla > Enunciati predicativi: contengono la coppia tema-rema (più
frequenti)
• Rema: ciò che viene detto a riguardo > Enunciati presentativi o eventivi: contengono solo il
rema
Elementi (scalarità)
• Dato: attivo nella coscienza del destinatario
• semi attivo: non è nella memoria a breve termine ma è presente in quella a lungo termine = è
necessario
riattivarlo
- ti ricordi di Giacomo? Vado a trovarlo a Siena
- anafora associativa: porre una cornice testuale, es. Al supermercato ho dovuto fare
mezz’ora di fila
alla cassa per pagare una bottiglia di latte
- in altri casi non si ha riattivazione, ma solo presupposizione (Luca finalmente ha smesso di
fumare)
• Nuovo: non attivo
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Aspetti di datità
• Contestualmente dato = è nel campo indicale di entrambi
• Cotestualmente dato = appena nominato
• Appartiene alle conoscenze condivise (enciclopedia)
Solitamente
Soggetto = tema = dato
Predicato = rema = nuovo
FENOMENI DI SINTASSI MARCATA (focalizzazione)
• Tipo intonativo
• Tipo lessicale: proprio, davvero, solo, soltanto, esattamente
• Tipo sintattico = ordine delle parole (non marcato: svoc)
Posizione tematica + ripresa con pronome atono-clitico
1. Anafora: dislocazione a sinistra + ripresa con pronome atono > evita di usare il passivo
Porre all’inizio della frase l’elemento che si ritiene più importante (la mela la mangia Maria)
> tema sospeso: non indicare subito la funzione sintattica del complemento posto all’inizio
la mamma le ho regalato un libro
Calandrino, se la prima gli era paruta amara, questa gli parve amarissima (Decameron)
2. Catafora: dislocazione a destra
Lo vuoi un caffè? > creare situazione di complicità
Gli ho dato da mangiare io, al gatto > ripensamento, volontà di chiarire meglio
3. “C’è” presentativo: distribuisce e alleggerisce le informazioni della frase > attestato già nel
1301
c’è un gatto che gioca nel giardino
il fatto è che…
Ecco che…
4. Frasi scisse: si riconosce perché ha un profilo intonativo discontinuo
Lui è il ragazzo che mi ha presentato Maria > no contrastività
È un gatto che gioca nel giardino > contrastività (es: c’è un cane nel giardino? No, è un gatto…)
È la mela che mangia Maria > occorre marcatezza intonativa – topicalizzazione contrastiva
Ho gli occhi che mi bruciano
5. Frasi pseudoscisse
Quello che/chi ha bevuto 5 birre è Andrea
Spesso nelle interrogative: isolare l’elemento nuovo
6. FRASE ENUNCIATIVA VS: alcuni verbi vogliono il soggetto (nuovo) postposto > è arrivato
Paolo
7. FRASE INTERROGATIVA: soggetto di norma dopo il verbo, se è prima può essere messo in
rilievo
(importante l’intonazione)
o Ripetizione della frase tranne elemento nuovo: Ho baciato Luca. Hai baciato chi?
o Perché postposto: Ho litigato con Marco. Hai litigato con Marco, perché?
3. La frase complessa Unione di due o più frasi semplici > diverso tipo di rapporti a seconda
del connettivo
• Frase complessa o periodo = rapporti di subordinazione tra le frasi
Sovraordinata/reggente/principale > subordinata/dipendente
• Frase composta = rapporti di coordinazione/paratassi
• Frase multipla = rapporti di coordinazione + subordinazione
• Periodo monoproposizionale = una sola frase
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Connettivi coordinativi Coordinazione: linearità di svolgimento (crono)logico > l’inversione delle
frasi è possibile solo con qualche
adeguamento che esclude il rapporto di coordinazione
• Congiunzioni: posizione fissa, proprietà semantica basilare e generica
- Copulative: e, né
- Avversative: ma
- Disgiuntive: o, oppure
I due elementi collegati da una congiunzione coordinativa condividono obbligatoriamente
- Ruolo sintattico > questa omogeneità può venire meno nelle frasi non argomentali, bilanciata
con
l’uso dei connettivi (sono intervenuto perché mi sembrava opportuno e perché il progetto
potesse
andare avanti)
- Funzione semantica: accordo semantico con la reggente
- Ruolo pragmatico: le frasi devono compiere lo stesso atto linguistico (eccetto pochi casi >
es dillo e ti
meno)
- Non condividono necessariamente la stessa categoria grammaticale
• Avverbi: posizione piuttosto libera all’interno della frase, contenuto semantico più ricco
Possono essere preceduti dalle congiunzioni coordinative
Sono avverbi frasali, ma hanno effetto nella relazione tra frasi
- Copulativi: anche, pure
- Avversativi-Limitativi: però, tuttavia
- Avversativi-oppositivi: anzi, bensì, invece
- Esplicativi: cioè, infatti, vale a dire
- Conclusivi: perciò, quindi, dunque, pertanto, allora
Connettivi subordinativi: nome + frase Congiunzioni, preposizioni, pronomi, modo verbale
(gerundio, participio, infinito)
Complementi argomentali e non argomentali composi da frasi = subordinate (possono dipendere
da un
nome o da un’altra frase)
• NOME + FRASE COMPLETIVA: frase complessa se anche un solo argomento nominale regge
un
argomento verbale > proprietà di nomi e aggettivi psicologici (paura di, speranza di) e
dichiarativi
(richiesta, consiglio, proposta)
• NOME + FRASE RELATIVA/PSEUDORELATIVA: un nome può essere determinato da un
aggettivo, participio
presente o passato, relativa (tempi e modi espliciti)
> pronomi e aggettivi relativi – pronome doppio se svolge la sua funzione sia nella principale
che nella
relativa (chi mi ama mi segua)
- Relativa limitativa: è parte integrante del nome, pronunciata senza pause
- Relativa appositiva: può essere cancellata senza provocare perdite di senso, è una incidentale
- Pseudorelativa: frase dipendente da verbo di percezione (ho visto tuo fratello che giocava),
o da un
contesto presentativo (tuo fratello è in giardino che gioca, ecco tuo fratello che gioca)
Connettivi subordinativi: frase + frase
• Frasi argomentali/nucleari
Soggettive e oggettive dirette e indirette
• Frasi non argomentali/extranucleari/avverbiali/circostanziali: arricchiscono di dettagli
quanto è espresso
dalla principale e dalle argomentali
Ipotetica, causale, concessiva, consecutiva, finale, temporale, comparativa, modale
Caratteristiche generali delle subordinate
• Posizione fissa del connettivo: sempre a inizio frase
• I connettivi introducono frasi con qualsiasi modo e tempo verbale, tranne il gerundio
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• Valore semantico dei connettivi variabile
• Posizione libera della subordinata
FRASI ARGOMENTALI
Congiunzione facoltativa, obbligatoria o assente a seconda dei casi, idem per il congiuntivo
FRASI NON ARGOMENTALI
Congiunzioni subordinative sempre a inizio frase
Possono comparire con il gerundio o con il participio > soggetto non ripetuto se è lo stesso
della principale
• Ipotetiche (ipotesi, condizione)
• Causali (causa-effetto, presupposto, intenzione)
• Finali (fine o scopo intenzionale, fine preterintenzionale e naturale)
• Comparative
Variare tono e modalità: il verbo
• Congiuntivo
- Funzione semantica: esprime modalità > funzione maggiormente rispettata
Volitivo, dubitativo-valutativo, possibilità-probabilità
- Funzione sintattica: segnala subordinazione > funzione spesso trascurata (si usa l’indicativo,
specialmente per negare un dubbio e quando il verbo valutativo introduce un volitivo)
• Condizionale: eventualità (può alternarsi l’imperfetto prospettivo, il futuro e
dovere+infinito)
Scegliere i connettivi e l’ordine degli elementi Usi fuori dall’italiano standard
• RELATIVA
- Dubbi sull’accordo del pronome relativo con l’elemento di un sintagma nominale
Uno dei fattori che spinse (per analogia con uno dei fattori ha spinto)
Distanza tra relativo e antecedente (possibile solo se gli elementi del sintagma interposto
hanno una
posizione rigida
- Uso estensivo di dove
• CONNETTIVI INFORMALI
- Completiva: omissione dell’introduttore con nomi e locuzioni con significato simile ai verbi di
opinione (con cui è normale) > mi sono fatto l’idea tutto questo sia sbagliato
- Temporale: dopo + participio passato (dopo mangiato)
- Causale: essendo che
- Condizionale: metti che, basta che
- Concessiva: con tutto che
- Per cui (invece d perciò), quando che, siccome che > uso popolare
• CONNETTIVI FORMALI
- È pregato (/) rivolgersi
- Quello che io credo essere l’ultimo
- Ai sensi di, in forza di, in ordine a
- Acciocchè, a che, onde, qualora, onde, laddove
- In riferimento a, in merito a, per quanto attiene a, di concerto con
Nello standard
• SPOSTAMENTO DI ELEMENTI: prolessi di elementi dalla completiva alla principale
Soggetto: sembra che tuo fratello sia in casa > tuo fratello sembra sia in casa
Negazione: sembra che tuo fratello non sia in casa > non sembra che tuo fratello sia in casa
Pronome atono: posso, voglio, devo vederlo > lo posso, voglio, devo vedere
comincio a, sto per, vado a + infinito, provare e cercare (lo comincio a scrivere, ci sto cercando
di andare)
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4. Il testo TESTO: unità fondamentale dell’attività linguistica – ogni tipo di macroatto
linguistico dotato di
1. Unità di senso
2. Obiettivo comunicativo
È costituito da una rete di legami sintattici, semantici e di contenuto
Oltre la coordinazione e la subordinazione
• Frase complessa: la grammatica codifica la relazione semantica tra i concetti coinvolti nella
frase
• Testo: il compito di codificare le relazioni transfrastiche è svolto da maccanismi semantico-
sintattici e dal processo inferenziale richiesto al lettore o ascoltatore > lo porta ad assegnare
ad ogni frase il significato
giusto
Coordinazione, subordinazione, giustapposizione = differenza sintattica, non necessariamente
semantica
➢ Frase giustapposta: due frasi non collegate da connettivi o da modo verbale, ma da segni
interpuntivi
Non codifica un rapporto semantico complesso
In esse possono agire i connettivi subordinativi o coordinativi, ma anche i connettivi con
struttura
verbale o nominale (incapsulatori)
➢ Frase dichiarativa: completiva preannunciata da un elemento incapsulatore posto nella
reggente
Segnalata da due punti, virgola (meno appropriata), cioè, ossia
➢ Frase incidentale o parentetica: frase o porzione di frase incastonata all’interno di un’altra
frase oppure
isolata alla fine. Tra le due c’è piena libertà di rapporto sintattico
Segnalata oralmente dalla prosodia, nello scritto da virgole, trattini o parentesi
Spesso contiene verbi che funzionano come avverbi di frase (credo, penso, direi)
La varietà dei legami tra frasi e testo
• Esplicitezza > codifica grammaticale
• Implicitezza > inferenza = secondo testo non scritto, composto dalle informazioni che il
destinatario
deduce, volontariamente o no
> ogni testo si basa su una determinata enciclopedia
> presupposto imposto al lettore e essenziale nelle fasi di composizione del testo
Implicature conversazionali > quattro massime: quantità (non darne meno né più del
necessario), qualità
(non dare informazioni false o incerte), relazione (essere pertinenti), modo (essere brevi ed
evitare
ambiguità)
Accessibilità: le informazioni del testo devono essere distribuite in modo agevole per il
lettore
AMBIGUITA’: un testo è ben costruito se non genera ambiguità
(allusione: finalità giocose e persuasive, può essere decriptata solo conoscendo il contesto)
• COESIONE
- Collegamento grammaticale di tutte le sue parti
- Ordine delle parole corretto
- Coesivi: legano tra loro le parti del testo > textus = intessuto
o Forme sostituenti > foricità = proprietà di rimando a espressioni linguistiche precedenti
(anafora)
o seguenti (catafora)
▪ Pronomi, nomi, aggettivi, verbi, perifrasi
▪ Iperonimi, sinonimi, meronimi, ellissi, nomi generali
o Segnali discorsivi > connettivi testuali (per lo più collocati all’inizio di un enunciato)
Elementi che appartengono a varie categorie grammaticali che perdono parzialmente il loro
significato originario e acquistano la funzione di indicare l’articolazione del testo, i rapporti
tra le
parti e collocarlo in dimensione interpersonale [dunque, guarda, come dire, in altre parole…]
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• COERENZA
Collegamento logico di tutti i suoi contenuti e continuità semantica
- Tematica > progressione tematica del discorso, alternanza di tema e rema
- Logica: rapporti logici tra i contenuti. Può supplire scarsa coesione
- Semantica: le parole si selezionano vicendevolmente, compatibilità tra significati
➢ Coreferenza: parole con lo stesso referente
➢ Cosignificato: parole con lo stesso contenuto
➢ Anafora associativa: con iponimo, iperonimo, meronimo = legame fondato sulla semantica (più
elastico)
➢ Incapsulatore: elemento che ha come antecedente un’unità sintattica superiore ad un
elemento frasale
- Axionimi: incapsulatori valutativi (esprimono giudizio, sentimento, valutazione)
- Incapsulatori neutri: non valutativi
➢ Anafora empatica: uso del pronome dimostrativo come coesivo per indicare distacco o
vicinanza affettiva
➢ Ellissi
- Grammaticali: autorizzate o imposte dalla grammatica
- Testuali: utilizzate come mezzo di ripresa, non condizionate dalle regole sintattiche ma
motivate
dalla sintassi del testo > anafora debole
a. si trovano in un contesto di primo piano (foreground, in cui l’antecedente è facilmente
accessibile // non nel background, meno accessibile)
b. Ellissi possibile se l’antecedente è molto accessibile = tema > strutture sintattiche
tematizzanti,
assegnano ad un certo elemento il ruolo di tema, il resto della frase svolge funzione di rema >
frasi presentative, dislocazione a sinistra e a destra, tema sospeso, focalizzazione, costrutto
passivo, anteposizione anaforica (ricalca il passivo ma con il verbo all’attivo)
Gerarchia di topicalità in ogni frase
- tratto semantico
- tratto sintattico (soi nella frase semplice, principale nella frase complessa)
➢ Accordo: problemi e dubbi in alcuni casi > concordanza a senso
- Soggetto singolare + complemento di compagnia > verbo plurale (errato)
- Soggetto collettivo scisso (la maggior parte di…) > verbo plurale (errato)
- Partitivo + che > verbo plurale (errato)
- Participio passato in o/a
- Sarebbe potuto/voluto/dovuto andare, ecc = avrebbe potuto/voluto/dovuto andare, ecc
➢ Deissi
Lega il testo al contesto = mette in relazione l’enunciato con la situazione in cui questo è
prodotto
Alcuni elementi non hanno più bisogno del contesto per essere interpretati = non sono più
inerentemente deittici (es. destra e sinistra)
Ogni emittente ha un campo indicale (punto di vista) in base al quale usa i deittici
- Io = deissi personale
- Qui = deissi spaziale > qui, lì, là, pronomi e aggettivi dimostrativi
Il testo stesso può essere considerato come luogo > il testo diventa contesto (deissi testuale)
- Ora = deissi temporale > avverbi, espressioni di tempo, aggettivi e pronomi dimostrativi,
morfemi verbali = l’interpretazione dipende dal momento dell’enunciazione del testo (centro
deittico)
Riportare parola d’altri
o Discorso diretto: i campi indicali rimangono distinti
o Discorso indiretto: il locutore 2 usa una subordinazione per introdurre il locutore 1 e il
relativo
campo indicale
o Discorso diretto libero: solo letterario – non vi è cambiamento dei campi indicali: l’enunciato
del
locutore 1 è spesso segnato con il corsivo
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o Discorso indiretto libero: compresenza dei campi indicali
Tempo e spazio: locutore 1 (personaggio)
Persona: locutore 2 (narratore)
Quando il discorso indiretto libero è usato nel parlato trasmesso può causare ambiguità (di chi
è il punto
di vista?), specialmente in ambito politico. È meglio
o Usare discorso diretto o indiretto
o Usare il condizionale di dissociazione (la cifra supererebbe i 10 milioni)
➢ Connettivi testuali: connettivi frasali che però articolano unità testuali superiori
Variare tono e modalità: la punteggiatura Punteggiatura > coesione. Il sistema interpuntivo non
è sottoposto a norme rigide
Funzione: ritmica, sintattica, semantica
• VIRGOLA nelle frasi argomentali
- Sintagmi che aggiungono informazioni e dettagli (ad esempio apposizione)
- Mettere in risalto un elemento in una struttura marcata
- Omissione del verbo
- Quando la congiunzione E collega frasi diverse nel contenuto e nella forma
- Prima delle relative esplicative
• VIRGOLA nelle frasi non argomentali
- Determinare e dividere le funzioni tematiche e rematiche, autonomia che nell’orale è
marcata
dall’intonazione
• PUNTO: impone che si abbiano due frasi distinte, ognuna delle quali abbia un rema
Uso estensivo nel linguaggio giornalistico, il punto rompe sintagmi stabili = marcare una frase
sintatticamente e informativamente
Importante nella scrittura legislativa, che deve essere altamente vincolante, impersonale,
chiara
• CAPOVERSO: dividere il testo in blocchi tematicamente unitari, e dunque segnalare momenti
di passaggio discorsivo, agevolare la lettura, presentando una pagina tipograficamente più
leggera

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