Frase: tra sintassi e senso compiuto • Aspetto semantico: significato complessivo unitario Aspetto pragmatico: provoca determinati effetti nella comunicazione interpersonale > vuole esprimere un certo messaggio = perché esso si trasmetta non è necessario seguire tutte le regole sintattiche (anche le frasi sgrammaticate a volte sono comprensibili) • Aspetto sintattico: ha almeno un predicato e un soggetto (a meno che la frase sia impersonale) > non devono essere necessariamente espressi: possono essere desunti dal contesto o dal cotesto (tra cui anche l’intonazione) FRASE: unità di discorso costruita secondo le regole di una certa lingua (requisito sintattico), tale da essere relativamente completa e indipendente per quel che riguarda contenuto e intonazione (requisito semantico e pragmatico Frase minima e frase espansa • SOGGETTO: solitamente espresso, può non figurare se è ricavabile (desinenza del verbo) > verbi impersonale quando non hanno il soggetto o hanno una frase come soggetto - Soggetto grammaticale: mi piace andare al cinema > andare al cinema - Soggetto logico: mi piace andare al cinema > io Relazione di significato con il verbo (vale anche per gli altri argomenti) - Agente: compie l’azione - Paziente: subisce l’azione - Esperiente: sperimenta lo stato - Beneficiario: trae profitto dall’azione - Tema (o oggetto): coinvolto nell’azione • VERBO: - Argomenti: completano il significato del verbo, hanno ruoli semantici principali (preposizione rigida e selezionata dal verbo) Assegna un ruolo sintattico ai suoi argomenti (o attanti o elementi nucleari) = valenza La valenza di un verbo può subire ampliamenti e modifiche (escile!) 0. Zerovalente [nevica] 1. Monovalente [il cane abbaia] 2. Bivalente [io mangio la mela] 3. Quadrivalente [io traduco la versione dal latino all’italiano] Alcuni verbi cambiando la reggenza cambiano significato (penso a partire, penso di partire) Possibilità di omettere gli argomenti a seconda dei verbi (studia, dipinge, studia italiano, ecc) A volte se cambia la reggenza cambia il significato del verbo: lavorare qlc, lavorare a qlc - Espansioni: complementi indiretti ed espressioni avverbiali (non argomentali, extranucleari, circostanziali) > non rientrano nella struttura semantica del verbo (preposizione scelta in base alle circostanze) Frasi senza verbo (nominali): il valore predicativo è dato dalla prevedibilità contestuale 2 Frase, proposizione, enunciato • Proposizione ha lo stesso significato di frase nella grammatica tradizionale > proposizione si riferisce soprattutto al contenuto semantico, non alla configurazione sintattica > indica una frase predicativa (dotata di verbo) • Enunciato: qualsiasi espressione linguistica pragmaticamente autonoma e unitaria > ruolo fondamentale dell’intonazione > punto di vista informativo-intonazionale • Frase: punto di vista sintattico Dalla frase al testo Testo: serie di frasi che, per il fatto di essere messe insieme in un certo modo, assumono un significato complessivo > può tuttavia coincidere con una frase o una parola Parola, frase e testo sono regolati da norme grammaticali e trasmettono informazioni: semanticamente pieni Competenza testuale: competenza passiva (conoscenza della lingua) Esecuzione: competenza attiva (uso della lingua nelle situazioni concrete) Requisiti del testo • COESIONE: modo in cui le diverse parti del testo sono collegate tra di loro tramite mezzi grammaticali e retorici - Collegamento grammaticale di tutte le sue parti - Ordine delle parole corretto - Coesivi: legano tra loro le parti del testo > textus = intessuto • COERENZA Collegamento logico di tutti i contenuti del testo e continuità semantica 1. Intenzionalità: atteggiamento dell’emittente che vuole produrre un testo tanto coeso quanto sia necessario perché sia adeguato alle proprie intenzioni comunicative 2. Accettabilità: volontà e capacità del destinatario di riconoscere l’atto linguistico del mittente come testo tanto coeso e coerente quanto è necessario per intenderne il contenuto comunicativo. Dipende dal contesto extralinguistico sociale e culturale (es. parlato = molto implicito) 3. Informatività: grado di informazione veicolata dal testo. Inversamente proporzionale alla probabilità che elementi linguistici si seguano l’un l’altro (lapsus sempre >> freudiano = non dice nulla in più) 4. Situazionalità: dipendenza del testo dalla situazione in cui è prodotto. La situazione aiuta a chiarire un testo e decidere l’uso che dobbiamo farne 5. Intertestualità: rapporto del testo con uno o più testi conosciuti in precedenza. Da qui si può riconoscere tipi testuali, prevederne le caratteristiche e gli scopi. Principi regolativi Controllo circa l’uso dei testi • Efficienza: grado di impegno che un testo richiede per essere prodotto e correttamente inteso (inv prop) • Efficacia: capacità di un testo di fissarsi nella memoria e raggiungere il fine per cui è stato creato • Appropriatezza: accordo tra contenuti e impostazione testuale (in grigio: integrazione di parti tratte dal manuale “elementi di linguistica italiana”) 3 Tipologie testuali Classificazione funzionale - Tipologia di Werlich I tipi di testo dipendono dalla funzione dominante, sono a loro volta divisibili in generi e sottogeneri 5 tipi testuali, classificazione generale: non varia nel tempo o luogo (/forme o generi) La suddivisione nei 5 tipi è collegato a matrici cognitive 1) Narrazione (forma primaria di testualità) = TEMPO > percezione e collocazione di eventi nel tempo 2) Descrizione = SPAZIO > collocazione di oggetti/persone nello spazio 3) Argomentazione = GIUDIZIO > valutare concetti mettendoli in relazione tra loro 4) Informativo-espositivo = COMPRENSIONE > analisi e sintesi 5) Regolativo = PIANIFICAZIONE del COMPORTAMENTO futuro 4 Parametro del vincolo interpretativo – Francesco Sabatini Volontà dell’emittente di regolare in modo più o meno rigido l’attività interpretativa TRATTI TESTUALI: segnalatori del grado di testualità - Vincolanti (soprattutto scritti) = esplicitezza - Non vincolanti (soprattutto orali) = esplicitezza 2. La frase semplice FRASE SEMPLICE: massima unità sintattica, minima unità informativa Che cosa dice e che cosa fa una frase 4 tipi di atti linguistici + Frasi esclamative: non corrisponde uno specifico atto linguistico > evidenzia un particolare atteggiamento emotivo del parlante (segnali: intonazione, ! – anche dopo interiezioni e alcuni segnali discorsivi) • Frasi iussive (comando): infinito se mittente e destinatario sono indistinti, imperativo per 2^ persona, congiuntivo presente per le altre, perifrasi (comando attenuato) cerca di e vedi di • Frasi ottative (desiderio): congiuntivo presente e imperfetto (+ verbo potere), quanto e come + condizionale, vorrei + infinito, introduttori come magari, se, se solo, almeno A) Massimo vincolo interpretativo: rigidità di interpretazione regolata esplicitamente e ristretta L’interpretazione del destinatario deve coincidere con quella dell’autore B) Intende far raggiungere per gradi una conoscenza o una posizione diversa da quella di partenza oppure possibile controvertibilità della propria tesi C) Ampia libertà, consente al destinatario di intrecciare la propria interpretazione con quella dell’autore 5 • Frasi interrogative (domanda o richiesta) - Reali/ fittizie - Totali/parziali (rispetto alla carenza informativa): se parziali introdotte da aggettivi, avverbi, pronomi, perifrasi, perché, ecc - Alternative se si presentano due possibilità di risposta, che si escludono a vicenda • Frasi enunciative o assertive (si parla di qualcosa): si afferma qualcosa di vero, probabile, possibile, presunto, improbabile, impossibile, immaginario o falso > le più frequenti nella comunicazione quotidiana No isomorfismo tra tipi di frase e tipi di atto: ogni enunciato ha un significato letterale e uno contestuale Variare tono e modalità: verbi e avverbi • Verbi modali (o servili: dovere, potere, volere > assumono valore deontico (obbligo o permesso), epistemico (conoscenza), dinamico (capacità) Questi valori possono essere espressi lessicalmente attraverso altri verbi e perifrasi • Verbi parentetici (verbi di opinione e di dire) > posizione libera nella frase (credo, direi, penso) Funzione simile a quella degli avverbi modali, ma sono avverbi di frase (si riferiscono a tutta la frase) = manifestare il proprio atteggiamento nei confronti di quello che si è enunciato • Tempi e modi verbali - Condizionale: dubitativo, potenziale, di dissociazione - Imperfetto indicativo: azione abituale o continua nel passato, prospettivo o di pianificazione (futuro nel passato), ipotetico, ludico, di modestia - Futuro indicativo: epistemico (attenua l’impegno del parlante riguardo la verità dell’asserzione) - Infinito: non manifesta un particolare atteggiamento da parte del parlante – narrativo, descrittivo Esprimersi con atti diretti e indiretti Atti linguistici indiretti: la forza della frase è espressa dalle circostanze > forza illocutiva Comunicazione indiretta = allusiva > funziona solo se il destinatario è in grado e vuole riconoscere come indiretto quell’atto linguistico • Interrogative fittizie = richieste • Interrogative didascaliche o narrative = mantenere l’attenzione (chi incontrò il nostro eroe? Un mago) • Interrogative fatiche = stabilire un contatto comunicativo (bella giornata vero?) • Interrogative retoriche = motivazioni argomentative • Interrogative che si sono trasformate in espressioni intercalari = sai, chissà, come dire • Sono indirette anche: litote, perifrasi, eufemismo, noi invece di io Cambiare l’ordine degli elementi nella frase Ordine naturale, basico della frase italiana: SVO > relativamente stabile, sono ammessi anche ordini diversi • Tema: ciò di cui si parla > Enunciati predicativi: contengono la coppia tema-rema (più frequenti) • Rema: ciò che viene detto a riguardo > Enunciati presentativi o eventivi: contengono solo il rema Elementi (scalarità) • Dato: attivo nella coscienza del destinatario • semi attivo: non è nella memoria a breve termine ma è presente in quella a lungo termine = è necessario riattivarlo - ti ricordi di Giacomo? Vado a trovarlo a Siena - anafora associativa: porre una cornice testuale, es. Al supermercato ho dovuto fare mezz’ora di fila alla cassa per pagare una bottiglia di latte - in altri casi non si ha riattivazione, ma solo presupposizione (Luca finalmente ha smesso di fumare) • Nuovo: non attivo 6 Aspetti di datità • Contestualmente dato = è nel campo indicale di entrambi • Cotestualmente dato = appena nominato • Appartiene alle conoscenze condivise (enciclopedia) Solitamente Soggetto = tema = dato Predicato = rema = nuovo FENOMENI DI SINTASSI MARCATA (focalizzazione) • Tipo intonativo • Tipo lessicale: proprio, davvero, solo, soltanto, esattamente • Tipo sintattico = ordine delle parole (non marcato: svoc) Posizione tematica + ripresa con pronome atono-clitico 1. Anafora: dislocazione a sinistra + ripresa con pronome atono > evita di usare il passivo Porre all’inizio della frase l’elemento che si ritiene più importante (la mela la mangia Maria) > tema sospeso: non indicare subito la funzione sintattica del complemento posto all’inizio la mamma le ho regalato un libro Calandrino, se la prima gli era paruta amara, questa gli parve amarissima (Decameron) 2. Catafora: dislocazione a destra Lo vuoi un caffè? > creare situazione di complicità Gli ho dato da mangiare io, al gatto > ripensamento, volontà di chiarire meglio 3. “C’è” presentativo: distribuisce e alleggerisce le informazioni della frase > attestato già nel 1301 c’è un gatto che gioca nel giardino il fatto è che… Ecco che… 4. Frasi scisse: si riconosce perché ha un profilo intonativo discontinuo Lui è il ragazzo che mi ha presentato Maria > no contrastività È un gatto che gioca nel giardino > contrastività (es: c’è un cane nel giardino? No, è un gatto…) È la mela che mangia Maria > occorre marcatezza intonativa – topicalizzazione contrastiva Ho gli occhi che mi bruciano 5. Frasi pseudoscisse Quello che/chi ha bevuto 5 birre è Andrea Spesso nelle interrogative: isolare l’elemento nuovo 6. FRASE ENUNCIATIVA VS: alcuni verbi vogliono il soggetto (nuovo) postposto > è arrivato Paolo 7. FRASE INTERROGATIVA: soggetto di norma dopo il verbo, se è prima può essere messo in rilievo (importante l’intonazione) o Ripetizione della frase tranne elemento nuovo: Ho baciato Luca. Hai baciato chi? o Perché postposto: Ho litigato con Marco. Hai litigato con Marco, perché? 3. La frase complessa Unione di due o più frasi semplici > diverso tipo di rapporti a seconda del connettivo • Frase complessa o periodo = rapporti di subordinazione tra le frasi Sovraordinata/reggente/principale > subordinata/dipendente • Frase composta = rapporti di coordinazione/paratassi • Frase multipla = rapporti di coordinazione + subordinazione • Periodo monoproposizionale = una sola frase 7 Connettivi coordinativi Coordinazione: linearità di svolgimento (crono)logico > l’inversione delle frasi è possibile solo con qualche adeguamento che esclude il rapporto di coordinazione • Congiunzioni: posizione fissa, proprietà semantica basilare e generica - Copulative: e, né - Avversative: ma - Disgiuntive: o, oppure I due elementi collegati da una congiunzione coordinativa condividono obbligatoriamente - Ruolo sintattico > questa omogeneità può venire meno nelle frasi non argomentali, bilanciata con l’uso dei connettivi (sono intervenuto perché mi sembrava opportuno e perché il progetto potesse andare avanti) - Funzione semantica: accordo semantico con la reggente - Ruolo pragmatico: le frasi devono compiere lo stesso atto linguistico (eccetto pochi casi > es dillo e ti meno) - Non condividono necessariamente la stessa categoria grammaticale • Avverbi: posizione piuttosto libera all’interno della frase, contenuto semantico più ricco Possono essere preceduti dalle congiunzioni coordinative Sono avverbi frasali, ma hanno effetto nella relazione tra frasi - Copulativi: anche, pure - Avversativi-Limitativi: però, tuttavia - Avversativi-oppositivi: anzi, bensì, invece - Esplicativi: cioè, infatti, vale a dire - Conclusivi: perciò, quindi, dunque, pertanto, allora Connettivi subordinativi: nome + frase Congiunzioni, preposizioni, pronomi, modo verbale (gerundio, participio, infinito) Complementi argomentali e non argomentali composi da frasi = subordinate (possono dipendere da un nome o da un’altra frase) • NOME + FRASE COMPLETIVA: frase complessa se anche un solo argomento nominale regge un argomento verbale > proprietà di nomi e aggettivi psicologici (paura di, speranza di) e dichiarativi (richiesta, consiglio, proposta) • NOME + FRASE RELATIVA/PSEUDORELATIVA: un nome può essere determinato da un aggettivo, participio presente o passato, relativa (tempi e modi espliciti) > pronomi e aggettivi relativi – pronome doppio se svolge la sua funzione sia nella principale che nella relativa (chi mi ama mi segua) - Relativa limitativa: è parte integrante del nome, pronunciata senza pause - Relativa appositiva: può essere cancellata senza provocare perdite di senso, è una incidentale - Pseudorelativa: frase dipendente da verbo di percezione (ho visto tuo fratello che giocava), o da un contesto presentativo (tuo fratello è in giardino che gioca, ecco tuo fratello che gioca) Connettivi subordinativi: frase + frase • Frasi argomentali/nucleari Soggettive e oggettive dirette e indirette • Frasi non argomentali/extranucleari/avverbiali/circostanziali: arricchiscono di dettagli quanto è espresso dalla principale e dalle argomentali Ipotetica, causale, concessiva, consecutiva, finale, temporale, comparativa, modale Caratteristiche generali delle subordinate • Posizione fissa del connettivo: sempre a inizio frase • I connettivi introducono frasi con qualsiasi modo e tempo verbale, tranne il gerundio 8 • Valore semantico dei connettivi variabile • Posizione libera della subordinata FRASI ARGOMENTALI Congiunzione facoltativa, obbligatoria o assente a seconda dei casi, idem per il congiuntivo FRASI NON ARGOMENTALI Congiunzioni subordinative sempre a inizio frase Possono comparire con il gerundio o con il participio > soggetto non ripetuto se è lo stesso della principale • Ipotetiche (ipotesi, condizione) • Causali (causa-effetto, presupposto, intenzione) • Finali (fine o scopo intenzionale, fine preterintenzionale e naturale) • Comparative Variare tono e modalità: il verbo • Congiuntivo - Funzione semantica: esprime modalità > funzione maggiormente rispettata Volitivo, dubitativo-valutativo, possibilità-probabilità - Funzione sintattica: segnala subordinazione > funzione spesso trascurata (si usa l’indicativo, specialmente per negare un dubbio e quando il verbo valutativo introduce un volitivo) • Condizionale: eventualità (può alternarsi l’imperfetto prospettivo, il futuro e dovere+infinito) Scegliere i connettivi e l’ordine degli elementi Usi fuori dall’italiano standard • RELATIVA - Dubbi sull’accordo del pronome relativo con l’elemento di un sintagma nominale Uno dei fattori che spinse (per analogia con uno dei fattori ha spinto) Distanza tra relativo e antecedente (possibile solo se gli elementi del sintagma interposto hanno una posizione rigida - Uso estensivo di dove • CONNETTIVI INFORMALI - Completiva: omissione dell’introduttore con nomi e locuzioni con significato simile ai verbi di opinione (con cui è normale) > mi sono fatto l’idea tutto questo sia sbagliato - Temporale: dopo + participio passato (dopo mangiato) - Causale: essendo che - Condizionale: metti che, basta che - Concessiva: con tutto che - Per cui (invece d perciò), quando che, siccome che > uso popolare • CONNETTIVI FORMALI - È pregato (/) rivolgersi - Quello che io credo essere l’ultimo - Ai sensi di, in forza di, in ordine a - Acciocchè, a che, onde, qualora, onde, laddove - In riferimento a, in merito a, per quanto attiene a, di concerto con Nello standard • SPOSTAMENTO DI ELEMENTI: prolessi di elementi dalla completiva alla principale Soggetto: sembra che tuo fratello sia in casa > tuo fratello sembra sia in casa Negazione: sembra che tuo fratello non sia in casa > non sembra che tuo fratello sia in casa Pronome atono: posso, voglio, devo vederlo > lo posso, voglio, devo vedere comincio a, sto per, vado a + infinito, provare e cercare (lo comincio a scrivere, ci sto cercando di andare) 9 4. Il testo TESTO: unità fondamentale dell’attività linguistica – ogni tipo di macroatto linguistico dotato di 1. Unità di senso 2. Obiettivo comunicativo È costituito da una rete di legami sintattici, semantici e di contenuto Oltre la coordinazione e la subordinazione • Frase complessa: la grammatica codifica la relazione semantica tra i concetti coinvolti nella frase • Testo: il compito di codificare le relazioni transfrastiche è svolto da maccanismi semantico- sintattici e dal processo inferenziale richiesto al lettore o ascoltatore > lo porta ad assegnare ad ogni frase il significato giusto Coordinazione, subordinazione, giustapposizione = differenza sintattica, non necessariamente semantica ➢ Frase giustapposta: due frasi non collegate da connettivi o da modo verbale, ma da segni interpuntivi Non codifica un rapporto semantico complesso In esse possono agire i connettivi subordinativi o coordinativi, ma anche i connettivi con struttura verbale o nominale (incapsulatori) ➢ Frase dichiarativa: completiva preannunciata da un elemento incapsulatore posto nella reggente Segnalata da due punti, virgola (meno appropriata), cioè, ossia ➢ Frase incidentale o parentetica: frase o porzione di frase incastonata all’interno di un’altra frase oppure isolata alla fine. Tra le due c’è piena libertà di rapporto sintattico Segnalata oralmente dalla prosodia, nello scritto da virgole, trattini o parentesi Spesso contiene verbi che funzionano come avverbi di frase (credo, penso, direi) La varietà dei legami tra frasi e testo • Esplicitezza > codifica grammaticale • Implicitezza > inferenza = secondo testo non scritto, composto dalle informazioni che il destinatario deduce, volontariamente o no > ogni testo si basa su una determinata enciclopedia > presupposto imposto al lettore e essenziale nelle fasi di composizione del testo Implicature conversazionali > quattro massime: quantità (non darne meno né più del necessario), qualità (non dare informazioni false o incerte), relazione (essere pertinenti), modo (essere brevi ed evitare ambiguità) Accessibilità: le informazioni del testo devono essere distribuite in modo agevole per il lettore AMBIGUITA’: un testo è ben costruito se non genera ambiguità (allusione: finalità giocose e persuasive, può essere decriptata solo conoscendo il contesto) • COESIONE - Collegamento grammaticale di tutte le sue parti - Ordine delle parole corretto - Coesivi: legano tra loro le parti del testo > textus = intessuto o Forme sostituenti > foricità = proprietà di rimando a espressioni linguistiche precedenti (anafora) o seguenti (catafora) ▪ Pronomi, nomi, aggettivi, verbi, perifrasi ▪ Iperonimi, sinonimi, meronimi, ellissi, nomi generali o Segnali discorsivi > connettivi testuali (per lo più collocati all’inizio di un enunciato) Elementi che appartengono a varie categorie grammaticali che perdono parzialmente il loro significato originario e acquistano la funzione di indicare l’articolazione del testo, i rapporti tra le parti e collocarlo in dimensione interpersonale [dunque, guarda, come dire, in altre parole…] 10 • COERENZA Collegamento logico di tutti i suoi contenuti e continuità semantica - Tematica > progressione tematica del discorso, alternanza di tema e rema - Logica: rapporti logici tra i contenuti. Può supplire scarsa coesione - Semantica: le parole si selezionano vicendevolmente, compatibilità tra significati ➢ Coreferenza: parole con lo stesso referente ➢ Cosignificato: parole con lo stesso contenuto ➢ Anafora associativa: con iponimo, iperonimo, meronimo = legame fondato sulla semantica (più elastico) ➢ Incapsulatore: elemento che ha come antecedente un’unità sintattica superiore ad un elemento frasale - Axionimi: incapsulatori valutativi (esprimono giudizio, sentimento, valutazione) - Incapsulatori neutri: non valutativi ➢ Anafora empatica: uso del pronome dimostrativo come coesivo per indicare distacco o vicinanza affettiva ➢ Ellissi - Grammaticali: autorizzate o imposte dalla grammatica - Testuali: utilizzate come mezzo di ripresa, non condizionate dalle regole sintattiche ma motivate dalla sintassi del testo > anafora debole a. si trovano in un contesto di primo piano (foreground, in cui l’antecedente è facilmente accessibile // non nel background, meno accessibile) b. Ellissi possibile se l’antecedente è molto accessibile = tema > strutture sintattiche tematizzanti, assegnano ad un certo elemento il ruolo di tema, il resto della frase svolge funzione di rema > frasi presentative, dislocazione a sinistra e a destra, tema sospeso, focalizzazione, costrutto passivo, anteposizione anaforica (ricalca il passivo ma con il verbo all’attivo) Gerarchia di topicalità in ogni frase - tratto semantico - tratto sintattico (soi nella frase semplice, principale nella frase complessa) ➢ Accordo: problemi e dubbi in alcuni casi > concordanza a senso - Soggetto singolare + complemento di compagnia > verbo plurale (errato) - Soggetto collettivo scisso (la maggior parte di…) > verbo plurale (errato) - Partitivo + che > verbo plurale (errato) - Participio passato in o/a - Sarebbe potuto/voluto/dovuto andare, ecc = avrebbe potuto/voluto/dovuto andare, ecc ➢ Deissi Lega il testo al contesto = mette in relazione l’enunciato con la situazione in cui questo è prodotto Alcuni elementi non hanno più bisogno del contesto per essere interpretati = non sono più inerentemente deittici (es. destra e sinistra) Ogni emittente ha un campo indicale (punto di vista) in base al quale usa i deittici - Io = deissi personale - Qui = deissi spaziale > qui, lì, là, pronomi e aggettivi dimostrativi Il testo stesso può essere considerato come luogo > il testo diventa contesto (deissi testuale) - Ora = deissi temporale > avverbi, espressioni di tempo, aggettivi e pronomi dimostrativi, morfemi verbali = l’interpretazione dipende dal momento dell’enunciazione del testo (centro deittico) Riportare parola d’altri o Discorso diretto: i campi indicali rimangono distinti o Discorso indiretto: il locutore 2 usa una subordinazione per introdurre il locutore 1 e il relativo campo indicale o Discorso diretto libero: solo letterario – non vi è cambiamento dei campi indicali: l’enunciato del locutore 1 è spesso segnato con il corsivo 11 o Discorso indiretto libero: compresenza dei campi indicali Tempo e spazio: locutore 1 (personaggio) Persona: locutore 2 (narratore) Quando il discorso indiretto libero è usato nel parlato trasmesso può causare ambiguità (di chi è il punto di vista?), specialmente in ambito politico. È meglio o Usare discorso diretto o indiretto o Usare il condizionale di dissociazione (la cifra supererebbe i 10 milioni) ➢ Connettivi testuali: connettivi frasali che però articolano unità testuali superiori Variare tono e modalità: la punteggiatura Punteggiatura > coesione. Il sistema interpuntivo non è sottoposto a norme rigide Funzione: ritmica, sintattica, semantica • VIRGOLA nelle frasi argomentali - Sintagmi che aggiungono informazioni e dettagli (ad esempio apposizione) - Mettere in risalto un elemento in una struttura marcata - Omissione del verbo - Quando la congiunzione E collega frasi diverse nel contenuto e nella forma - Prima delle relative esplicative • VIRGOLA nelle frasi non argomentali - Determinare e dividere le funzioni tematiche e rematiche, autonomia che nell’orale è marcata dall’intonazione • PUNTO: impone che si abbiano due frasi distinte, ognuna delle quali abbia un rema Uso estensivo nel linguaggio giornalistico, il punto rompe sintagmi stabili = marcare una frase sintatticamente e informativamente Importante nella scrittura legislativa, che deve essere altamente vincolante, impersonale, chiara • CAPOVERSO: dividere il testo in blocchi tematicamente unitari, e dunque segnalare momenti di passaggio discorsivo, agevolare la lettura, presentando una pagina tipograficamente più leggera