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18446
Fatto Diritto P.Q.M.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TRIBUTARIA
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. DI IASI Camilla - Presidente -
Dott. STALLA Giacomo Maria - Consigliere -
Dott. PAOLITTO Liberato - Consigliere -
Dott. CAVALLARI Dario - rel. Consigliere -
Dott. MARTORELLI Raffaele - Consigliere -
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 19230/2018 R.G. proposto da P.G., rappresentato e difeso dall'Avv. Eugenio Cerutti,
elettivamente domiciliato in Roma, piazzale Clodio 14, presso lo studio dell'Avv. Andrea Graziani;
- ricorrente -
contro
Comune di Arona;
- intimato -
avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale del Piemonte, n. 51/06/18, depositata il 10
gennaio 2018.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 26 aprile 2021 dal relatore Dott. Cavallari Dario.
P.G. ha impugnato davanti alla CTP di Novara due avvisi di accertamento relativi all'ICI 2009 e 2010.
La CTP di Novara, nel contraddittorio delle parti, con sentenza n. 16/02/2016, ha accolto il ricorso.
Il Comune di Arona ha proposto appello che la CTR del Piemonte, nel contraddittorio delle parti, con sentenza
n. 51/06/18, ha accolto.
P.G. ha presentato ricorso per cassazione sulla base di tre motivi.
Il Comune di Arona non ha svolto difese.
Parte ricorrente ha depositato memorie.
1) Con i tre motivi di ricorso, che possono essere trattati insieme stante la stretta connessione, P.G. lamenta
la violazione e falsa applicazione del D.Lgs. n. 446 del 1997, art. 59, comma 1, lett. e), in combinato disposto
con l'art. 4 del regolamento per l'applicazione dell'ICI approvato con delibera del Consiglio comunale di Arona
il 27 marzo 1999 e successive modificazioni, nonchè degli artt. 53 e 97 Cost., della L. n. 212 del 2000, art. 6,
comma 4 e della L. n. 241 del 1990, art. 18, poichè la CTR avrebbe errato nel ritenere che egli non potesse
godere del beneficio del pagamento dell'ICI in misura ridotta con riferimento all'immobile di sua proprietà
nel Comune di Arona concesso in uso gratuito ai suoi genitori solo perchè non aveva comunicato la relativa
richiesta di variazione e nel non considerare la sua buona fede.
La doglianza è infondata.
Il D.Lgs. n. 446 del 1997, art. 59, comma 1, lett. e) citato dispone, nella versione ratione temporis applicabile,
che:
"1. Con regolamento adottato a norma dell'art. 52, i comuni possono:
(...);
e) considerare abitazioni principali, con conseguente applicazione dell'aliquota ridotta od anche della
detrazione per queste previste, quelle concesse in uso gratuito a parenti in linea retta o collaterale, stabilendo
il grado di parentela;
(...)";
Se ne ricava che il regolamento in esame deve rispettare il medesimo D.Lgs. n. 446 del 1997, art. 52, il quale
prevede, al comma 1, che "Le province ed i comuni possono disciplinare con regolamento le proprie entrate,
anche tributarie, salvo per quanto attiene alla individuazione e definizione delle fattispecie imponibili, dei
soggetti passivi e della aliquota massima dei singoli tributi, nel rispetto delle esigenze di semplificazione degli
adempimenti dei contribuenti. Per quanto non regolamentato si applicano le disposizioni di legge vigenti".
Pertanto, ai sensi dell'art. 52 in questione, il Comune, nell'esercizio della sua potestà regolamentare, non
incontra limiti ulteriori rispetto a quanto ivi previsto, con l'effetto che ben può imporre degli oneri di
comunicazione al contribuente, benchè non menzionati espressamente dalla legge, purchè non eccessivi e
funzionali alla sua attività di accertamento.
Inoltre, si rileva che, in tema d'imposta comunale sugli immobili, il D.L. n. 223 del 2006, art. 37, comma
53, conv. nella L. n. 248 del 2006, ha fatto salvo l'obbligo di denunciare le variazioni soggettive ed oggettive
incidenti sulla determinazione dell'imposta degli immobili già dichiarati e comportanti riduzioni d'imposta,
non conoscibili per via officiosa dal comune, sicchè, in tali casi, l'ente impositore è esonerato dall'onere di
accertamento degli eventi che giovino al contribuente, al quale, in assenza della denuncia, non surrogabile
P.Q.M.
La Corte:
- rigetta il ricorso;
- ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, inserito dalla L. n. 228 del 2012, art. 1, comma
17, dichiara la sussistenza dei presupposti per il versamento, ad opera di parte ricorrente, dell'ulteriore
importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso.
Così deciso in Roma, il nella camera di consiglio della 5 Sezione Civile, tenuta con modalità telematiche,
il 26 aprile 2021.
Depositato in Cancelleria il 30 giugno 2021