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Dal punto di vista giuridico la risposta è agevole, visto che tale obbligo è imposto dall'art. 53 della
Costituzione, il quale dispone che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro
capacità contributiva.
Dal punto di vista pratico, invece, la risposta potrebbe esser desunta da una semplice considerazione cioè
gli Enti Pubblici territoriali, al pari dello Stato, devono reperire le somme necessarie per sostenere le spese
dirette all'erogazione di servizi a tutti i cittadini.
Dette spese sono infatti coperte in parte direttamente dai contribuenti ed in parte attraverso i trasferimenti
erariali. A dire il vero, fino a poco tempo fa la percentuale delle somme derivanti dai trasferimenti dello
Stato agli Enti Locali era molto più elevata; si è assistito però negli anni ad una netta inversione di tendenza,
in quanto ci si è resi conto che detti Enti, proprio perché erano sicuri dell'intervento statale, aumentavano in
maniera esponenziale i propri bisogni alimentando il | del bilancio statale.
Nel momento in cui lo Stato ha drasticamente ridotto i trasferimenti, si è assistito ad una maggiore
responsabilizzazione nelle scelte incidenti sulla spesa pubblica, che attualmente è divenuta un elemento
indefettibile, soprattutto in relazione alla necessità di rispettare il ³patto di stabilità´ interno per gli Enti
territoriali. Quest'ultimo, infatti, rappresenta lo strumento attraverso il quale le Regioni, le Province ed i
Comuni concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica, ai fini della tutela dell'unità
economica della Repubblica.
Il risultato raggiunto negli ultimi anni è stato dunque quello di realizzare una gestione tendenzialmente più
attenta delle spese pubbliche di riporre una maggiore attenzione nella gestione dei
locali.
Il potere di imporre
non può però essere libero da qualsiasi vincolo, in quanto deve svolgersi nel
rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico che si desumono essenzialmente nelle norme della
Costituzione, in particolare dall'art. 23, in base al quale nessuna prestazione personale o patrimoniale può
essere imposta se non in base alla legge.
Da ciò deriva che è la legge a dover stabilire gli elementi essenziali dell'obbligazione tributaria.
I Comuni, dunque, hanno il potere di disciplinare con regolamento le proprie entrate, anche tributarie, salvo
per quanto attiene alla individuazione definizione delle fattispecie imponibili, dei soggetti passivi della
aliquota massima dei singoli
, che come si è precisato, devono essere invece stabilite espressamente
dalla legge statale.
A questo punto occorre focalizzare l'attenzione sulle entrate tributarie degli Enti Locali, in particolare, sulle
tasse sulle richieste da Comuni.
Bisogna innanzitutto precisare che non esiste una definizione normativa di tassa, né di imposta né tanto
meno di tributo, ma le sulle quali ancor oggi vengono tessute le più ardite argomentazioni teoriche
sono frutto delle elaborazioni della dottrina della giurisprudenza.
In generale viene definita:
tassa la prestazione pecuniaria di diritto pubblico, il cui presupposto è costituito dalla richiesta di un servizio
alla pubblica amministrazione. In questo caso, il vantaggio particolare che ricava il singolo dall'espletamento
di un servizio pubblico o dall'uso di un bene pubblico è, di per sé, manifestazione di capacità contributiva;
imposta la prestazione coattivamente imposta dalla legge a favore di un Ente Pubblico per effetto di
verificarsi di un presupposto di fatto stabilito dalla legge non contenente una domanda di prestazione
rivolta all'Ente Pubblico.
L'equivoco che bisogna subito evitare è quello di collegare le specifiche spese dell'Ente Locale con gli
introiti acquisiti per un altrettanto specifico tributo. Infatti vi sono dei servizi, come ad esempio quello della
raccolta dei rifiuti solidi urbani, che solo in parte sono coperti attraverso la contribuzione dei contribuenti ed
in parte sono finanziati direttamente dal Comune con le proprie risorse.
Inoltre, non tutte le spese che i Comuni devono sostenere possono essere richieste direttamente ai cittadini,
in quanto non esiste per queste un sicuro collegamento con il servizio che viene erogato a ciascun
soggetto con la parte del costo del servizio che viene assicurato a ciascun partecipante della comunità.
Detti servizi non a caso vengono definiti indivisibili, proprio perché non è possibile ripartire tra i soggetti
che ne usufruiscono il costo totale del servizio che deve essere comunquesostenuto dall'Ente Pubblico, il
quale deve istituzionalmente assicurarlo alla collettività.
Occorre a questo punto procedere all'esatta identificazione dei
percepiti dagli Enti locali.
:
1. Imposta comunale sugli immobili (ICI)
2. Imposta comunale sulla pubblicità diritto sulle pubbliche affissioni
3. Tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche dei comuni (TOSAP)
4. Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni (TARSU)
5. Addizionale comunale all'imposta sul reddito delle persone fisiche
6. Addizionale comunale sul consumo dell'energia elettrica
7. Addizionale comunale sui diritti di imbarco di passeggeri sulle aeromobili
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Dal 1° Gennaio del ¶93, il nostro sistema tributario si è arricchito di una nuova forma di imposizione
sugli immobili: l¶imposta comunale sugli immobili (ICI). Essa è composta da quattro elementi:
1. possesso dell¶immobile
2. determinazione della base imponibile, calcolata con riferimento al reddito catastale
3. pagamento dell¶imposta
4. presentazione della denuncia
L¶imposta comunale sugli immobili deve essere pagata:
Î dai proprietari di fabbricati, aree edificabili terreni agricoli situati nel territorio dello Stato;
Î dai titolari di diritti reali di godimento (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie) sugli stessi beni;
Î dai locatari in caso di locazione finanziaria (leasing);
Î dai concessionari di aree demaniali.
Per i fabbricati iscritti in catasto la base imponibile è rappresentata dalla rendita catastale moltiplicata per un
coefficiente pari a:
Î 100 per le categorie A,B,C (escluse A\10 C\1)
Î 50 per le categorie D A\10
Î 34 per la categoria C\1
L'Ici va versata in due rate:
Î la prima rata, da pagare tra il 1° il 30 giugno, è pari al 50% dell'imposta dovuta, calcolata sulla base
dell'aliquota delle detrazioni dei 12 mesi dell'anno precedente;
Î la seconda rata, da pagare tra il 1° il 20 dicembre a saldo dell'imposta dovuta per l'intero anno, è
calcolata applicando le aliquote le detrazioni deliberate per l'anno in corso sottraendo quanto già
versato a titolo di acconto.
' possibile anche effettuare il versamento dell'ICI in un'unica soluzione entro il termine previsto per
l'acconto, applicando le aliquote le detrazioni stabilite dal Comune per l'anno in corso.Se si posseggono
più immobili nello stesso Comune, basterà un unico versamento per l'ICI complessivamente dovuta.
Se si posseggono invece immobili situati in Comuni diversi, è necessario effettuare distinti versamenti per
ogni Comune. Il pagamento va effettuato presso gli uffici postali o presso il concessionario della riscossione
o presso le banche convenzionate con il concessionario stesso, salvo diverse disposizioni del Comune.
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L¶imposta è dovuta da chiunque effettua la pubblicità tramite:
insegne, fregi, cartelli, targhe, stendardi, striscioni, tele, tende, ombrelloni, globi, fac-simili o altri mezzi
similari, nonché le pubblicità effettuate per mezzo di proiezioni luminose o cinematografiche, con veicoli
pubblicitari, con veicoli in genere, adibiti ad uso pubblico o privato o per trasporti di merci, con aeromobili,
in forma ambulante per mezzo di apparecchi sonori.
Per insegne di esercizio, cartellonistica, insegne pubblicitarie simili
Nei casi di primo impianto nei casi di pubblicità temporanea od occasionale il cittadino che ha ottenuto,
dall¶Ufficio Arredo Urbano, l¶autorizzazione ad effettuare la pubblicità deve compilare apposita denuncia
per l¶applicazione dell¶imposta in oggetto.
Il pagamento si effettua mediante versamento in conto corrente postale su apposito bollettino fornito,
dall¶Ufficio Imposta sulla pubblicità del concessionario GESTOR S.p.A., all¶atto della denuncia. Nei casi di
pubblicità permanente l¶interessato, in base alla denuncia inizialmente presentata, riceverà al suo domicilio
appositi bollettini postali già predisposti per i pagamenti successivi al primo.
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La TOSAP è il corrispettivo per l'occupazione, di qualsiasi natura, effettuata, anche senza titolo, nelle strade,
nei corsi, nelle piazze comunque sui beni appartenenti al demanio al patrimonio indisponibile dei
Comuni delle Province nelle strade private sulle quali risulti, nei modi nei termini di legge, la servitù di
pubblico passaggio.
La tassa è dovuta dai soggetti passivi in proporzione alla superficie effettivamente sottratta all'uso pubblico.
Permanenti: le occupazioni di carattere stabile, effettuate a seguito del rilascio di un atto di concessione,
aventi comunque durata non inferiore ad un anno.
Questa è dovuta da tutti i soggetti che occupano o detengono, nell'ambito del territorio comunale, locali /o
aree scoperte adibiti a qualsiasi uso, in cui si producono rifiuti solidi urbani rifiuti speciali, assimilabili agli
urbani, purché il servizio sia reso in maniera continuativa.
La tassa è corrisposta in base a tariffe prestabilite, come da delibera del Consiglio Comunale
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Il decreto legislativo 28 settembre 1998, n.360, in attuazione della legge delega 16 giugno 1998, n.191, ha
istituito a decorrere dal 1° gennaio 1999, l¶addizionale comunale ( provinciale) all¶IRPEF, attribuendo
all¶Ente Locale una capacità impositiva di tipo personale (cioè che colpisce l¶insieme dei redditi del
contribuente avuto riguardo alle sue condizioni soggettive non).
L¶addizionale è costituita da un¶aliquota di compartecipazione formata da due parti distinte:
l¶aliquota base, fissata dallo Stato uguale per tutti gli enti locali
l¶aliquota opzionale, stabilita da ciascun Comune, entro i limiti predeterminati dal legislatore.
L¶aliquota opzionale dei Comuni è espressa nella misura dello 0,2% annuo,con un massimo dello 0,5%, da
raggiungere nell¶arco di tre anni.
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L¶addizionale sul consumo dell¶energia elettrica, istituita dall¶art.17 del decreto legge n.786 1981, è stata
disciplinata in modo nuovo dall¶art.10 comma 6, successivi, dalla legge 16 maggio 1999, n. 133.
l¶addizionale in favore dei Comuni è applicata per ogni Kw di consumo di energia elettrica nelle seguenti
misure:
Î euro 0,0186 per qualsiasi uso nelle abitazioni, con l¶esclusione delle seconde case delle forniture con
potenza impegnata fino a 3 Kw, effettuate nelle abitazioni di residenza anagrafica degli utenti
Î euro 0,0204 per qualsiasi uso nelle seconde case.
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La legge 24 dicembre del 2003, n. 350, ha istituito (solo per il 2004), l¶addizionale comunale sui diritti di
imbarco di passeggeri sugli aeromobili, pari a 1 ¼ per passeggero imbarcato. L¶addizionale è versato allo
Stato. Successivamente questo riassegnerà la parte eccedente in un apposito fondo presso il Ministero
dell¶interno. Tale fondo sarà poi ripartito:
Î per il 20% a favore dei Comuni del sedime aeroportuale ai Comuni confinanti con questo;
Î per il restante 80% per il finanziamento di misure rivolte al contrasto della criminalità al
potenziamento della sicurezza nelle strutture aeroportuali nelle principali stazioni ferroviarie;
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Altre risorse finanziarie dei Comuni sono costituite dalle entrate extra-tributarie. Appartengono a questo
gruppo i proventi dei servizi pubblici, i proventi dei beni
, gli interessi su anticipazioni prestiti, gli
utili netti dei servizi municipalizzati ed altre poste residuali.
Nella categoria dei proventi dei servizi pubblici rientrano tutte le entrate acquisite dal Comune a seguito
della erogazione di servizi alla cittadinanza; la natura di tali servizi è tanto di carattere istituzionale, quanto
di carattere produttivo ed a domanda individuale.
Sebbene i proventi dei servizi pubblici costituiscano già adesso una delle principali fonti di finanziamento, la
loro importanza è destinata ad aumentare ulteriormente a seguito dell¶attuazione del complesso processo di
decentramento avviato dalla legge n. 59/97. (Bassanini)
I proventi dei beni patrimoniali sono costituiti dagli affitti provenienti dai canoni di locazione.
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Infine altre entrate di varia natura destinazione sono:
le alienazioni di beni patrimoniali: le alienazioni di beni sono una delle fonti di autofinanziamento dell'Ente,
ottenuta mediante cessione a titolo oneroso di fabbricati, terreni, diritti patrimoniali ed altri valori mobiliari.
Salvo eccezioni espressamente previste dal legislatore, il ricavato dello smobilizzo di tali attività, deve
essere destinato alle spese di investimento.
i trasferimenti di capitale le riscossioni di crediti: i contributi in conto capitale sono costituiti dai
finanziamenti a titolo gratuito, finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche od altri interventi
infrastrutturali, che il Comune ottiene dallo Stato, dalla Regione, da altri Enti del settore pubblico da altri
soggetti. Di questo titolo fanno parte anche gli oneri di urbanizzazione.
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Al fine di responsabilizzare la spesa pubblica, secondo i criteri di efficacia, efficienza, economicità, si deve
sottolineare la nascita di una particolare figura professionale, quella del funzionario responsabile della
gestione di ogni fase del tributo.
Tale figura si è resa necessaria ai fini dell'individuazione di un centro di responsabilità dell'applicazione del
tributo, che, naturalmente, necessita di un'idonea struttura per la corretta ed efficiente gestione delle entrate
tributarie.
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È designato, per ogni tributo di competenza dell¶Ente, il funzionario responsabile di ogni attività
organizzativa gestionale attinente il tributo stesso .
Il responsabile deve evitare ogni spreco nell¶utilizzazione dei mezzi in dotazione utilizzare in modo
razionale risorse umane materiali, semplificare le procedure ed ottimizzare i risultati, anche al fine di
garantire la necessaria conoscenza delle procedure agli interessati la minore richiesta possibile di
adempimenti a carico del contribuente.
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Sono responsabili delle attività organizzative gestionali inerenti le diverse entrate non tributarie i
responsabili dei servizi ai quali rispettivamente le entrate sono affidate, nell¶ambito del piano esecutivo di
gestione o altro provvedimento amministrativo.
La scelta della forma di gestione delle diverse entrate deve essere operata con obiettivi di economicità,
funzionalità, efficienza, equità. In ogni caso, l¶affidamento della gestione a terzi non deve comportare oneri
aggiuntivi per il contribuente, eccetto quelli previsti per legge.
La forma di gestione prescelta per le entrate deve rispondere a criteri di maggiore economicità, funzionalità,
efficienza, efficacia ottimale fruizione per i cittadini in condizioni di uguaglianza.
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La gestione delle Entrate avviene attraverso le seguenti fasi stabilite dall¶art. 178 T.U.:
Î ACCERTAMENTO
Î RISCOSSIONE
Î VERSAMENTO
L¶accertamento costituisce la prima fase di gestione dell¶Ente con la quale, in base ad idonea
documentazione viene verificato il motivo del credito e l¶esistenza di un idoneo titolo giuridico, individuato
il debitore, quantificata la somma da incassare fissata la relativa scadenza.
La riscossione costituisce la seconda fase della procedura di entrata consiste nell¶introito da parte del
tesoriere o di altri eventuali incaricati della riscossione delle somme dovute all¶ente.
Il versamento costituisce l¶ultima fase della procedura di entrata consiste nel trasferimento delle somme
riscosse nelle casse dell¶Ente. Gli incaricati della riscossione, interni ed esterni, versano al tesoriere le
somme riscosse nei termini nei modi fissati dalle disposizioni vigenti da eventuali accordi convenzionali.
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Un tema di grande attualità è senza dubbio quello dell'autonomia impositiva degli Enti Locali che, ad un
primo approccio, potrebbe apparire agli occhi di molti, come l'esempio tangibile di quel "federalismo
fiscale" che costituisce, ormai da alcuni anni, il traguardo cui tendono gli sforzi dei soggetti che, a vario
titolo, lo sono coinvolti nella realizzazione di un nuovo sistema di autonomia gestionale delle risorse degli
Enti Locali.
A ben vedere, quello sinora realizzato dal legislatore non può tecnicamente definirsi come il punto di arrivo
del processo di razionalizzazione, ma è indubbio che molti sono i passi che si sono susseguiti, su una strada
che si è rivelata assai densa di ostacoli.
La prima roccaforte conquistata, è stata senz'altro quella del parziale superamento della gestione
centralizzata della finanza degli Enti Locali a vantaggio di un sistema incentrato direttamente sul
collegamento tra contribuente ed Ente Locale.
Sulla base del ³principio di sussidiarietà´, infatti, i Comuni le Province svolgono in maniera più adeguata
le funzioni ad essi assegnate, in quanto, essendo più vicini al cittadino, sono in grado di valutare meglio le
esigenze di quest'ultimo di soddisfare con le modalità più consone le sue aspettative.
Il progressivo allontanamento dello Stato dalla partecipazione alle entrate
, ha significato,
soprattutto per gli Enti in questione, una maggiore responsabilizzazione nella gestione finanziaria quindi,
un migliore rapporto con quelli che sono gli strumenti che danno la dimensione del fenomeno finanziario
stesso, quale è essenzialmente il bilancio preventivo dell'ente, che costituisce il punto di riferimento per gli
impegni di spesa, l'approvazione delle fonti di entrata la loro conseguente quantificazione.
Sul piano pratico il fine ultimo degli Enti Locali è quello di giungere al pareggio del bilancio, operazione
che però non è più realizzata attraverso un mero riappianamento del disavanzo derivante da gestioni
finanziarie più o meno "allegre", ma al contrario, attraverso una manovra che, nella sua globalità, individua
il suo fulcro nella leva fiscale.
Quest'ultimo meccanismo certo non deve essere azionato con il ricorso ad un generalizzato ed
indiscriminato aumento delle aliquote delle tariffe dei
locali ma, piuttosto, utilizzando nella
maniera più efficiente gli strumenti le risorse a disposizione, che garantiscano il raggiungimento degli
stessi obiettivi con maggiore efficacia, in termini cioè di alleggerimento della pressione fiscale, investendo i
propri sforzi verso la realizzazione di una piena equità fiscale.