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settembre 2011
GUIDA ANIT
La legislazione per il risparmio energetico
e l’acustica degli edifici

Requisiti acustici passivi


SINTESI DPCM 5-12-97

Classificazione acustica
SINTESI Norma UNI 11367

Efficienza energetica degli edifici


SINTESI DPR 59/09

Certificazione energetica
SINTESI Linee Guida Nazionali

Guida alle detrazioni 55%


Regole e limiti da rispettare

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


dal 1984.
www.anit.it
GUIDA ANIT
La legislazione per il risparmio energetico
e l’acustica degli edifici

Cap.1 Requisiti acustici passivi degli edifici:


edifici :
s intesi del DPCM 5/12/97
1. 1 In t rod uzi one … …… …… … …… … …… … …… …… … … 1
1. 2 A na li si d e l DP CM 5 / 1 2/ 9 7 …… … …… … …… …… … … 1
1. 3 Me tod o d i ca lc o lo e mi su ra zi o ne i n op e ra … …… … …. 7
1. 4 Il te cni c o c omp e te n te …… … …… … …… … … …… … … 8
1. 5 L a re sp o nsa bi li tà le g ale – c hi d e ve f are c os a ……… … 9

Cap.2 Classificazione acustica


a custica delle unità
immobiliari: sintesi della norma UNI 11367
2. 1 In t rod uzi one … …… …… … …… … …… … …… …… … … 11
2. 2 A na li si d e ll a n o rm a U NI 1 1 3 6 7 … … …… … … …… … … 11

Cap.2 Efficienza energetica degli edifici:


dalla direttiva 2002/91/CE alla 2010/31/UE
3. 1 In t rod uzi one … …… …… … …… … …… … …… …… … … 15
3. 2 Q uad ro te mp o ra le … …… … …… … …… … …… …… ….. 16
3. 3 A na li si d e l DP R 5 9/ 0 9 …… … …… … …… … … …… ….. 17
3. 4 V e ri f i c he d a ri sp e t ta r e …… … …… … …… … … …… ….. 20
3. 5 Re q ui si ti e ne r ge ti ci d e g li e d i f i ci … …… … …… …… …. 27

Cap.4
Cap. 4 Certificazione energetica:
le Linee Guida Nazionali e il DM 26/06/09
4. 1 In t rod uzi one … …… …… … …… … …… … …… …… … … 30
4. 2 Il D M 2 6/ 0 6/ 0 9 …… …… … …… … …… … …… …… … … 30
4. 3 L e L i ne e G ui d a N azi o na li … … …… … …… … … …… ….. 31
4. 4 L a c la ssi f i ca zi o ne e n e r ge ti ca … … …… … …… …… ….. 35
4. 5 I So g ge t ti Ce r ti f i c a to r i …… … …… … …… … … …… ….. 37
4. 6 Q ua li f i c azi one e Ce rti f i ca zi o ne : A Q E e A CE … …… … … 38
4. 7 L ’o bbli g o a l la ce rti f i c azi one … …… … …… … … …… …. 39

Cap.5
Cap. 5 G uida
ui da alle detrazioni 55%:
regole e limiti da rispettare
5. 1 Ite r le gi s la ti vo … … …… … …… … …… … …… …… … … 40
5. 2 L e d e tr a zi o ni d e l 5 5 % …… … …… … …… … … …… … … 41
5. 3 L e ti p o l o gi e d i i n te rve nt o i n te re s sa te …… … … …… …. 42
5. 4 V al ori li mi te p e r a c ce d e re a lle d e t ra zi oni …… ……….. 44

Tutti i diritti sono riservati.


Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta di ANIT.
Le informazioni relative al contenuto di questa pubblicazione sono da ritenersi indicative ed è necessario sempre riferirsi ai
documenti ufficiali. Sul sito www.anit.it nella sezione “Documenti e Leggi” sono disponibili tutti i testi di legge citati.
Edito da TEP srl, Via Savona 1/B – 20144 Milano – 2011

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI
EDIFICI - Sintesi del DPCM 5/12/1997

1.1 INTRODUZIONE
Gli edifici di nuova costruzione devono essere caratterizzati da specifiche prestazioni di
isolamento ai rumori. I limiti da rispettare sono indicati nel Decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi
degli edifici” (Gazzetta Ufficiale - Serie generale n. 297) e riguardano:
• Isolamento dai rumori aerei tra differenti unità immobiliari
• Isolamento dai rumori provenienti dall’esterno (isolamento di facciata)
• Isolamento dai rumori da calpestio
• Isolamento dai rumori degli impianti a funzionamento continuo e discontinuo
• Tempo di riverberazione di aule scolastiche e palestre

Per ogni tipologia di rumore il DPCM indica:


• il descrittore da utilizzare
• i valori limite da rispettare in opera, a fine lavori, in funzione della destinazione
d’uso dell’immobile.
Il testo completo del Decreto è scaricabile dal sit o www.anit.it

1.2 ANALISI DEL DPCM 5/12/1997


INTRODUZIONE
Il Decreto è stato emanato per “fissare criteri e metodologie per il contenimento
dell'inquinamento da rumore all'interno degli ambienti abitativi ” con il fine di ridurre
l'esposizione umana al rumore.
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il DPCM 5/12/1997 è un decreto attuativo dell’art. 3 comma 1 lettera e) della legge 447
del 1995 (Legge quadro sull’inquinamento acustico) e riguarda la determinazione di:
 requisiti acustici di sorgenti sonore interne agli edifici
 requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti in opera
Il Decreto non riguarda sorgenti sonore quali strade, ferrovie, aeroporti, ecc. Per tali
sorgenti sono stati emanati altri decreti attuativi della Legge 447.

DEFINIZIONI
Componenti degli Il Decreto definisce limiti per i requisiti acustici passivi dei
edifici componenti degli edifici. Sono considerati componenti degli edifici
le partizioni verticali (pareti) e le partizioni orizzontali (solai).

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Ambienti abitativi Il Decreto è stato emanato per contenere l’inquinamento da rumore
all’interno degli ambienti abitativi. Secondo l’Art.2 comma 1 lettera
b) della L. 447/1995, è ambiente abitativo: “ogni ambiente interno
ad un edificio destinato alla permanenza di persone o di comunità
ed utilizzato per le diverse attività umane, fatta eccezione per gli
ambienti destinati ad attività produttive per i quali resta ferma la
disciplina di cui al DLgs 15 agosto 1991, n. 277, salvo per quanto
concerne l'immissione di rumore da sorgenti sonore esterne ai
locali in cui si svolgono le attività produttive”.

DESCRITTORI
Potere La capacità di una partizione realizzata in opera di limitare il
fonoisolante passaggio di rumori aerei (voci, TV, radio, ecc.) è definita dal
apparente descrittore indice di potere fonoisolante apparente (R’ w ). Il
R’ w parametro indica in sostanza “quanti dB è in grado di eliminare la
partizione”. Pertanto più il valore di R’ w è alto, migliore è la
prestazione di isolamento.
Isolamento L’indice di isolamento acustico di facciata (D 2 m , n T w ) caratterizza la
acustico di capacità di partizione di abbattere i rumori aerei provenienti
facciata dall’esterno. Anche in questo caso il parametro ind ica in sostanza
D2m,nTw “quanti dB” è in grado di eliminare la facciata. Alti valori di D 2 m , n T w
indicano migliori prestazioni di isolamento.
Livello di rumore L’indice di livello di rumore di calpestio (L’ n w ) caratterizza la
di calpestio di capacità di un solaio di abbattere i rumori impattivi. Si valuta
solai normalizzato azionando una macchina per il calpestio sul solaio da analizzare e
L’ n w misurando il livello di rumore percepito nell’ambiente disturbato (in
genere l’ambiente sottostante). Di conseguenza più basso è il
livello di rumore misurato migliori sono le prestaz ioni di isolamento
del solaio.
Livello di rumore Il livello di rumore di impianti a funzionamento discontinuo è
degli impianti a caratterizzato dal descrittore livello massimo di pressione sonora
funzionamento ponderata A misurata con costante di tempo slow (L A S m a x ). Si valuta
discontinuo in sostanza misurando il “picco massimo” di rumore emesso da un
LASmax impianto. Il DPCM considera impianti a funzionamento discontinuo:
ascensori, scarichi idraulici, bagni, servizi igienici e rubinetteria.
Livello di rumore Il livello di rumore di impianti a funzionamento continuo è definito
degli impianti a dal descrittore livello equivalente di pressione sonora ponderata A
funzionamento (L A e q ). Si valuta misurando il “livello costante” di rumore emesso
continuo dall’impianto. Il DPCM considera impianti a funzionamento continuo
LAeq gli impianti di riscaldamento, aerazione e condizionamento.
Tempo di Il tempo di riverberazione (T 6 0 ) è il tempo necessario perché un
riverberazione suono decada di 60 dB all’interno di un locale. Il parametro varia
T60 con la frequenza considerata.

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VALORI LIMITE
Di seguito i valori limite da rispettare in opera
Parametri [dB]
. Categorie di ambienti abitativi
R’ w D2m,nT,w L’ n w LASmax LAeq
Edifici adibiti ad ospedali, cliniche,
55 45 58 35 25
case di cura e assimilabili
Edifici adibiti a residenze, alberghi,
50 40 63 35 35
pensioni ed attività assimilabili
Edifici adibiti ad attività scolastiche a
50 48 58 35 25
tutti i livelli e assimilabili
Edifici adibiti ad uffici, attività
ricreative o di culto, attività 50 42 55 35 35
commerciali o assimilabili
Tempo di riverberazione (T 6 0 )
Il DPCM richiama quanto riportato nella Circ. Min. LL. PP. n. 3150 del 22/05/1967
“Criteri di valutazione e collaudo dei requisiti acustici negli edifici scolastici”:
“La media dei tempi di riverberazione misurati alle frequenze 250 - 500 - 1000 - 2000 Hz,
non deve superare 1,2 sec. ad aula arredata, con la presenza di due persone al massimo.
Nelle palestre la media dei tempi di riverberazione (qualora non debbano essere utilizzate
come auditorio) non deve superare 2,2 sec”.
Norme locali: Regolamenti edilizi o leggi regionali possono imporre valori più restrittivi.

ENTRATA IN VIGORE
Il Decreto è entrato in vigore il giorno 20 febbraio 1998, dopo 60 giorni dalla
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (22 dicembre 1997).
Per gli edifici realizzati precedentemente a tale data vanno applicate eventuali
prescrizioni riportate all’interno di normative locali (Regolamenti edilizi, ecc.).
Rientrano nell’applicazione del Decreto tutti gli edifici per i quali sia stata rilasciata
Concessione Edilizia (o altra autorizzazione prevista) dopo il 20 febbraio 1998 (cfr. Circ.
Min. Ambiente del 9 marzo 1999 scaricabile dal sito www.anit.it ).

CONSIDERAZIONI SUI LIMITI DA RISPETTARE


Rumori aerei I limiti di R’ w sono valori minimi consentiti e riguardano solo
R’ w “elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari”.
Pertanto non vi sono specifiche prescrizioni per le pareti tra aule
scolastiche, camere d’albergo, camere d’ospedale, uffici o per le
pareti tra appartamento e vano scala comune. Di seguito tre
definizioni di “unità immobiliare”:
D.P.R. 01/12/1949, n.1142 “Nuovo catasto edilizio urbano”:
Unità immobiliare urbana: si accerta come distinta unità
immobiliare urbana ogni fabbricato, o porzione di fabbricato od
insieme di fabbricati che appartenga allo stesso proprietario e che,
nello stato in cui si trova, rappresenta, secondo l'uso locale, un
cespite indipendente.

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D.M. LL. PP.14/06/1989, n.236 "Barriere architettoniche."
Per unità immobiliare si intende una unità ambientale suscettibile
di autonomo godimento ovvero un insieme di unità ambientali
funzionalmente connesse, suscettibile di autonomo godimento.
D.M. 2/01/1998, n.28 “catasto fabbricati e nuova cartografia”:
L'unità immobiliare è costituita da una porzione di fabbricato, o da
un fabbricato, o da un insieme di fabbricati ovvero da un'area, che,
nello stato in cui si trova e secondo l'uso locale, presenta
potenzialità di autonomia funzionale e reddituale.
Facciata I limiti D 2 m , n T , w sono valori minimi consentiti, riguardano i singoli
D2m,nTw ambienti abitativi (non l’intera facciata della U.I.) e non dipendono
dal rumore esterno all’edificio (qualsiasi residenza in Italia deve
possedere un isolamento di facciata pari almeno a 40 dB). Nel caso
l’immobile venga edificato in prossimità di opere rumorose la
L.447/1995 richiede di realizzare una valutazione di “clima
acustico” dell’area. Tale valutazione ha lo scopo di analizzare i
livelli di rumore ambientale e, se necessario, prescrivere adeguati
interventi di mitigazione dei rumori quali, ad esempio, isolamenti di
facciata superiori ai limiti definiti nel DPCM. Per definire l’entità
dell’isolamento possono essere utilizzate le prescrizioni riportate
negli artt. 4 e 5 del DPR 18/11/1998, n. 459 (traffico ferroviario) e
l’art. 6 del DPR 30/03/2004, n. 142 (traffico veicolare) che
indicano i seguenti valori massimi di livello sonoro da misurarsi a
centro della stanza, a finestre chiuse, all'altezza di 1,5 metri dal
pavimento.:
 35 dB(A) Leq notturno (ospedali, case di cura e di riposo)
 40 dB(A) Leq notturno (tutti gli altri ricettori)
 45 dB(A) Leq diurno (scuole)
Altre indicazioni sui livelli di rumori accettabili all’interno di
ambienti abitativi sono riportati nella norma tecnica UNI 8199
Calpestio I limiti di L’ n w sono valori massimi consentiti.
L’ n w Il DPCM non chiarisce se la prescrizione è riferita ai solai “a
soffitto” o ai solai “a pavimento” degli ambienti abitativi esaminati.
Pertanto in caso di edifici a destinazione d’uso mista (ad esempio
uffici a piano terra e residenze a piano primo) non è chiaro quali
limiti si debbano applicare. Si suggerisce di adottare sempre i
valori più restrittivi.
Si segnala però che ragionevolmente i limiti del DPCM possono
avere senso solo se si considera il solaio “a pavimento”
dell’ambiente in esame. Ad esempio è ragionevole che il
“pavimento” di un ambiente destinato ad uffici (L’ n w =55 dB) debba
avere un limite di calpestio più restrittivo del “pavimento” di un
ambiente destinato a residenza (L’ n w =63 dB) (in un ufficio le
persone “camminano di più” che in una residenza…).

4 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


Il Decreto non specifica che la macchina da calpestio debba essere
posizionata in una unità immobiliare differente rispetto a quella
dell’ambiente disturbato. Pertanto è possibile eseg uire rilevazioni di
calpestio anche all’interno della medesima unità immobiliare. La
prescrizione è più che ragionevole se si considerano scuole,
ospedali, alberghi o uffici. D’altro canto si segnala che realizzare
misure di livello di calpestio tra stanze di una unità immobiliare
residenziale può risultare, in alcuni casi, particolarmente
complicato. Gli ambienti infatti possono essere tra loro collegati da
vani scale o altri “ponti acustici”.

Il Decreto non specifica che la sorgente di calpestio debba essere


posizionata nell’ambiente soprastante all’ambiente di misura. È
quindi possibile realizzare anche rilevazioni tra stanze adiacenti
sullo stesso piano o ambienti sfalsati.

Non vi sono specifiche indicazioni nel Decreto in m erito al calpestio


proveniente dalle scale comuni.
Impianti a I limiti di L A S m a x e L A e q sono valori massimi consentiti, il disturbo
funzionamento deve essere misurato in ambienti diversi da quello in cui il
discontinuo e rumore si origina ed è possibile eseguire rilievi anche all’interno
continuo della medesima unità immobiliare. Anche in questo caso
LASmax quest’ultima indicazione è più che ragionevole se si considerano
LAeq scuole, ospedali, alberghi o uffici, ma più difficile da realizzare per
due ambienti interni a una residenza.

Si evidenzia che anche la misura su impianti a funz ionamento


continuo deve essere eseguita in ambienti diversi da quello in cui il
rumore si origina. Pertanto, ad esempio, il rumore di un fan-coil a
servizio di una camera d’albergo deve essere misurato nella camera
adiacente.

I limiti di rumore degli impianti a funzionamento continuo non sono


chiari. Poco sopra alla tabella il DPCM indica che il livello L A e q degli
impianti a funzionamento continuo non deve superare 25 dB(A)
indipendentemente dalla destinazione d’uso degli ambienti
considerati . In merito a quali valori vadano applicati sono stati
espressi pareri discordanti su due circolari ministeriali:
 Il Ministero dell’Ambiente in una circolare del 9/03/1999
sembra far riferimento ai valori riportati nel paragrafo
suddetto.
 Il Consiglio Superiore del Lavori Pubblici in una circolare del
27/05/2003 fa riferimento ai valori riportati in tabella.
I testi delle Circolari possono essere scaricati dal sito www.anit.it

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LEGGI COMUNITARIE 2008 – 2009
La LEGGE 7/07/2009, n. 88 “Legge comunitaria 2008” all’art. 11 (Delega al Governo per
il riordino della disciplina in materia di inquinamento acustico) chiede la riscrittura dei
Decreti nazionali correlati con l’inquinamento acustico. Il comma 5 dell’articolo riporta
alcune informazioni inerenti l’applicazione del DPCM 5/12/1997 . Tali informazioni sono
state modificate l’anno successivo dalla Legge 4/06/2010, n. 96 (Legge Comunitaria
2009). Il “nuovo comma 5” recita:

In attesa dell’emanazione dei decreti legislativi […] la disciplina relativa ai requisiti


acustici passivi degli edifici e dei loro componenti non trova applicazione nei rapporti
tra privati e, in particolare, nei rapporti tra costruttori-venditori e acquirenti di alloggi,
fermi restando gli effetti derivanti da pronunce giudiziali passate in giudicato e la
corretta esecuzione dei lavori a regola d’arte asseverata da un tecnico abilitato.

Il comma 5 può generare confusione nel settore dell’isolamento acustico degli edifici.
ANIT propone quindi alcune considerazioni per interpretarlo.
1. Le Leggi Comunitarie NON ABROGANO il DPCM 5/12/1997. Il Decreto resta in
vigore e gli edifici devono ancora essere costruiti rispettando i limiti in esso
definiti. In particolare i Comuni devono comunque richiedere a chi realizza
l’immobile di documentare il rispetto dei limiti di legge. Il comma 5 infatti
considera solo i rapporti tra privati, non tra costruttori e pubblica
amministrazione. Si evidenzia che se il Comune non farà tale richiesta, con molta
probabilità gli acquirenti di immobili che riscontreranno difformità nell’isolamento
dai rumori nei propri appartamenti cercheranno di rivalersi sull’ente pubblico.
2. È importante evidenziare che il comma 5 specifica che il DPCM 5-12-1997 non
trova applicazione nei rapporti tra privati ferma restando però “la corretta
esecuzione dei lavori a regola d’arte asseverata da un tecnico abilitato”. Questa
frase può prestarsi a molteplici interpretazioni … Ci si limita a sottolineare che la
“regola d’arte” citata, considerato l’argomento trattato dal comma 5, deve essere
riferita all’esecuzione di interventi volti al conseguimento delle prescrizioni di
isolamento acustico specificate nel DPCM 5-12-1997. Il termine “esecuzione dei
lavori” inoltre può essere esteso all’intero processo costruttivo e non alla sola
posa dei materiali. Pertanto può includere, oltre alla costruzione dell’immobile,
anche la progettazione acustica previsionale, il controllo di posa in corso d’opera
e le verifiche fonometriche conclusive.
3. Si suggerisce particolare cautela ai “tecnici abilitati” che dovranno asseverare i
lavori a regola d’arte. Si sconsiglia una asseverazione priva di misure
fonometriche.

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1.3 METODI DI CALCOLO E MISURE IN OPERA

METODI DI CALCOLO
I requisiti acustici passivi R’ w , L’ n w , D 2 m , n T , w e T 6 0 possono essere calcolati
analiticamente utilizzando le indicazioni riportate nelle norme tecniche UNI EN 12354,
parti 1-2-3-6, o nel rapporto tecnico UNI TR 11175

I soci ANIT ricevono il software Echo per il calcol o di tali requisiti acustici
(per informazioni www.anit.it)

Per il calcolo del rumore degli impianti è stata pubblicata nel 2009 la norma UNI EN
12354-5. Il metodo di calcolo però richiede dati di ingresso difficilmente reperibili.
Attualmente per la progettazione del rumore da impianti ci si basa prevalentemente su
indicazioni di corretta posa in opera dei sistemi costruttivi.

MISURE IN OPERA
Rumori aerei Per la misura del potere fonoisolante apparente (R’ w ) nel DPCM si
R’ w fa riferimento alla norma EN ISO 140-5: 1996. Tale norma però
riguarda la misurazione in opera dell’isolamento acustico delle
facciate. Attualmente il riferimento normativo corretto per misurare
in opera R’ è la norma: UNI EN ISO 140–4: Misurazioni in opera
dell'isolamento acustico per via aerea tra ambienti
Facciata Per la definizione dell’isolamento acustico di facciata il DPCM non
D2m,nTw fornisce riferimenti normativi. Vengono inserite una serie di
indicazioni per effettuare le misurazioni (tipologia e posizione della
sorgente esterna, numero minimo di misure da effettuare, ecc.).
Attualmente il riferimento normativo per misurare in opera D 2 m n T è la
norma UNI EN ISO 140–5: Misurazioni in opera dell'isolamento
acustico per via aerea degli elementi di facciata e delle facciate.
Calpestio Per la definizione del livello di rumore di calpestio il DPCM richiama
L’ n w la norma EN ISO 140-6: 1996. Tale norma però riguarda la
misurazione in laboratorio dell'isolamento dal rumore di calpestio
di solai. Attualmente il riferimento normativo per misurare in opera
L’ n è la norma UNI EN ISO 140–7: Misurazione in opera
dell'isolamento dal rumore di calpestio di solai.
Impianti a Per la misura del rumore da impianti il DPCM non richiama alcuna
funzionamento norma tecnica. Indica solo che “le misure di livello sonoro devono
discontinuo e essere eseguite nell'ambiente nel quale il livello di rumore è più
continuo elevato. Tale ambiente deve essere diverso da quello in cui il
LASmax rumore si origina”.
LAeq Per l’esecuzione dei rilievi ci si può riferire a quanto riportato nel
D.M. 16/03/98 “tecniche di rilevamento e di misurazione
dell’inquinamento acustico” e nelle norme tecniche:
UNI 8199/1998 “Collaudo acustico degli impianti di climatizzazione
e ventilazione –Linee guida contrattuali e modalità di misurazione”;

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UNI EN ISO 10052/2005 “Misurazioni in opera dell'isolamento
acustico per via aerea, del rumore da calpestio e della rumorosità
degli impianti - Metodo di controllo”;
UNI EN ISO 16032/2005 “Misurazione del livello di pressione
sonora di impianti tecnici in edifici – Metodo tecnico progettuale”.
Altre indicazioni in merito alle tecniche di misura sono riportate
nella Circolare del Consiglio Superiore dei LL.PP. del 27/05/2003
scaricabile dal sito www.anit.it .
Tempo di Per la misura in opera del tempo di riverbero il DPCM fa riferimento
riverberazione alla norma ISO 3382: 1975. La norma riguardava la rilevazione negli
T60 auditori ed è stata ritirata. I riferimenti normativi aggiornati sono:
UNI EN ISO 3382-1:2009 Misurazione dei parametri acustici degli
ambienti - Parte 1: Sale da spettacolo
UNI EN ISO 3382-2:2008 Misurazione dei parametri acustici degli
ambienti - Parte 2: Tempo di riverberazione negli ambienti ordinari
Calcolo indici di Per il calcolo degli indici di valutazione R’ w , D 2 m n T w e L’ n w il DPCM
valutazione richiama le indicazioni riportate nella norma UNI 8270: 1987, parte
7. Tale norma è stata ritirata e sostituita dalle:
UNI EN ISO 717–1: Valutazione dell'isolamento acustico in edifici e
di elementi di edificio. Isolamento di rumori aerei (per R’ w e D 2 m n T w ).
UNI EN ISO 717–2: Valutazione dell'isolamento acustico in edifici e
di elementi di edificio. Isolamento dai rumori di calpestio (per L’ n w ).
Si segnala che il metodo di calcolo descritto in UN I 8270 è quasi
analogo a quello delle UNI EN ISO 717.

1.4 IL TECNICO COMPETENTE IN ACUSTICA AMBIENTALE

Chi è il tecnico competente in acustica ambientale?


Secondo quanto indicato nella Legge 447 del 1995 “Legge quadro sull’inquinamento
acustico” (art. 2, comma 6), il tecnico competente in acustica ambientale, è “la figura
professionale idonea ad effettuare le misurazioni, verificare l'ottemperanza ai valori
definiti dalle vigenti norme, redigere i piani di risanamento acustico, svolgere le relative
attività di controllo”.
Come si diventa tecnici competenti in acustica ambientale?
È necessario presentare alla propria Regione una domanda corredata da documentazione
comprovante l'aver svolto in modo non occasionale attività nel campo dell'acustica
ambientale da almeno 4 anni per i diplomati e da almeno 2 anni per i laureati o per i
titolari di diploma universitario. Le singole Regioni hanno legiferato in maniera differente
in merito alle modalità di presentazione e valutazione delle domande. Tutte le informazioni
possono essere reperite consultando i siti internet delle Regioni. Nella maggioranza dei
casi si tratta di presentare un elenco di lavori sv olti in affiancamento a un tecnico
competente. Ad ogni tipologia di lavoro è associato un punteggio e la somma dei punti
deve superare un certo valore minimo. In alcune Regioni l’aver partecipato a determinate
tipologie di corsi di formazione contribuisce al raggiungimento del punteggio minimo. I
tecnici competenti, iscritti nell’elenco di una specifica Regione, possono operare in tutta
Italia (cfr. DPCM 31-03-1998).

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Chi può redigere le relazioni di calcolo previsionale dei requisiti acustici passivi?
Nel DPCM non è specificato quale è la figura professionale che deve redigere le relazioni
di calcolo previsionale dei requisiti acustici passivi. Alcuni regolamenti locali, come ad
esempio la Deliberazione n° 809 del 10-07-2006 Regione Marche, richiedono che tali
relazioni vengano redatte da tecnici competenti in acustica ambientale. Altri non
forniscono alcuna prescrizione. Emblematico il caso della Regione Umbria. La L.R. n.8
del 6/6/2002, che all’art. 15 imponeva di essere iscritti all’elenco dei tecnici per redigere
le relazioni di calcolo, è stata modificata su richiesta degli Ordini Professionali dalla L.R.
2 maggio 2006 n°8, la quale permette a qualsiasi progettista di realizzare le relazioni.
Si segnala inoltre che una Circolare del Ministero dell’Ambiente indirizzata all’Ordine degli
Ingegneri della Provincia di Livorno datata 28 maggio 1998 sembra “chiarire” che anche il
“progettista edile, ancorché non abilitato come Tecnico Competente” può redigere le
relazioni.
Le misure in opera invece devono essere eseguite da tecnici competenti in acustica.
Tutti i documenti sopra citati sono scaricabili dal sito www.anit.it

1.5 LA RESPONSABILITA’ LEGALE – CHI DEVE FARE COSA

Responsabilità
Nel caso che un edificio di nuova costruzione non rispetti i valori definiti nel DPCM
5/12/1997 la responsabilità può ricadere su diversi soggetti.
 Il progettista (nel caso non abbia considerato attentamente tali parametri in fase di
progettazione o li abbia calcolati in maniera non corretta).
 Il costruttore (nel caso abbia costruito in maniera non conforme al progetto acustico o
nel caso non si sia preoccupato di verificare il rispetto dei requisiti nel progetto).
 Il Comune (nel caso non abbia richiesto la verifica dei parametri definiti da una legge
nazionale).
 Il committente stesso (nel caso non si sia preoccupato di richiedere la verifica dei
parametri alle figure citate in precedenza e decida successivamente di rivendere a terzi
il proprio immobile).
Come procedere
Come si deve procedere per realizzare un edificio che rispetti i requisiti acustici definiti
nel DPCM? È necessario considerare attentamente il problema fin dalla fase di
progettazione ed eseguire misurazioni acustiche in corso d’opera e a fine lavori.
Di seguito si riporta un elenco indicativo di “chi deve fare cosa”.
Il Comune Il Comune è il primo soggetto che deve preoccuparsi dell’avvenuta
applicazione del DPCM 5/12/1997. Per evitare inadempienze
ingiustificate i tecnici comunali devono essere a conoscenza
dell’esistenza della Legge e dei parametri in essa definiti.
Il DPCM 5/12/1997 non obbliga a redigere relazioni previsionali e
nemmeno ad effettuare prove acustiche. L’unica prescrizione
sostanziale è che i requisiti acustici vengano rispettati in opera .
È quindi facoltà del Comune definire le modalità con cui il
costruttore debba certificare l’avvenuto rispetto della normativa,
ricordando però che la sola relazione di calcolo previsionale non è
garanzia del raggiungimento della prestazione in opera .

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Il progettista Prima di iniziare la costruzione il progettista deve verificare il
rispetto dei limiti del decreto mediante un progett o acustico (norme
di riferimento UNI EN 12354, UNI TR 11175).
Nel progetto acustico è di fondamentale importanza inserire le
stratigrafie delle soluzioni analizzate e tutte le indicazioni di corretta
posa in opera di materiali e sistemi costruttivi.
Il costruttore Durante la realizzazione dell’opera si devono seguire
scrupolosamente tutte le indicazioni riportate nel progetto acustico.
Eventuali difformità dalle prescrizioni (variazioni di materiali in corso
d’opera) o dubbi in merito alla posa dei sistemi edilizi, dovranno
essere valutate con il progettista. È inoltre opportuno realizzare delle
misurazioni acustiche in corso d’opera. Tali misure, anche se
piuttosto complicate da eseguire in molte situazioni, permettono di
evidenziare eventuali errori di posa.
Al termine dei lavori è opportuno eseguire le misurazioni
fonometriche ad edificio ultimato. Tali documenti potranno essere
utilizzati all’atto della vendita come attestati di conformità.
Il committente Per essere sicuri che l’edificio ultimato rispetti i requisiti acustici
passivi definiti nel DPCM 5/12/1997 il committente potrà richiedere
al costruttore di visionare i relativi certificati di prova in opera. In
mancanza degli stessi sarà suo interesse richiedere un documento
che attesti comunque il rispetto di tali parametri.
Si segnala che il D.L. 20 giugno 2005 n° 122 “Disposizioni per la
tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire,
a norma della legge 2 agosto 2004, n. 210.”, all’art. 4 impone al
costruttore di consegnare all'acquirente all'atto del trasferimento
della proprietà una polizza assicurativa indennitaria decennale a
beneficio dell'acquirente e con effetto dalla data di ultimazione dei
lavori a copertura dei danni materiali e diretti all'immobile, compresi
i danni ai terzi, cui sia tenuto ai sensi dell'articolo 1669 del codice
civile, derivanti da rovina totale o parziale oppure da gravi difetti
costruttivi delle opere, per vizio del suolo o per difetto della
costruzione, e comunque manifestatisi successivamente alla stipula
del contratto definitivo di compravendita o di assegnazione.
Contenziosi in Tribunale
Nel caso vi sia il sospetto che i requisiti acustici non siano stati rispettati è consigliabile
procedere interpellando in primo luogo il costruttore stesso, il quale dovrebbe fornire
tutte le relative informazioni in merito. Successivamente è possibile procedere realizzando
delle misurazioni fonometriche. Perché le stesse abbiano valore legale dovranno essere
realizzate da un tecnico competente in acustica ambientale. Gli elenchi dei tecnici
competenti possono essere reperiti sui siti internet delle Regioni.

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CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DELLE DE LLE
UNITÀ IMMOBILIARI - Sintesi della norma UNI 11367

2.1 INTRODUZIONE

Nel mese di luglio 2010 è stata emanata la norma tecnica UNI 11367 dal titolo
“Classificazione acustica delle unità immobiliari – Procedura di valutazione e verifica in
opera”. Il documento spiega come determinare la classe acustica di una unità immobiliare
esistente sulla base dei risultati di misure fonometriche eseguite sull’edificio.
Attualmente (settembre 2011) la UNI 11367 non è richiamata in alcun documento
legislativo. Pertanto l’applicazione delle classi acustiche è volontaria. Il rispetto di una
specifica classe acustica diventa obbligatorio solo se previsto dalle condizioni
contrattuali.

Di seguito si riporta una breve descrizione degli aspetti principali trattati nella UNI 11367.
Il documento completo può essere acquistato su www.uni.com.
I soci ANIT possono usufruire di particolari sconti per l’acquisto delle norme tecniche.
Eventuali promozioni sono riportate sul sito www.anit.it

2.2 ANALISI DELLA NORMA UNI 11367


DESCRITTORI
Le tipologie di rumori considerati e i descrittori adottati nella norma UNI 11367 sono in
sostanza i medesimi del DCPM 5-12-1997. Sono stati modificati in parte solo quelli
relativi al rumore degli impianti ed è stato introdotto un nuovo parametro per
determinare l’isolamento ai rumori aerei delle partizioni che separano camere d’albergo.
Di seguito alcune indicazioni.
Impianti a I rumori di impianti a funzionamento discontinuo e continuo sono
funzionamento identificati rispettivamente dai descrittori L i d e L i c . I parametri sono
discontinuo e in sostanza molto simili a L A S m a x e L A e q , proposti nel DPCM
continuo 5/12/1997, ma i dati rilevati devono essere corretti per tenere in
Lid considerazione il tempo di riverbero dell’ambiente in cui si esegue
Lic la misura.
Isolamento Per determinare la prestazione di isolamento ai rumori aerei delle
acustico partizioni che separano camere d’albergo la norma richiede di
normalizzato con utilizzare il descrittore D n t w , indice di isolamento acustico
il tempo di normalizzato con il tempo di riverbero. Come R’ w anche questo
riverbero parametro indica in sostanza “quanti dB” è in grado di attenuare la
DnTw partizione.

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VALORI LIMITE
Di seguito i valori limite delle classi acustiche.
Le ultime due colonne a destra indicano i limiti di isolamento ai rumori aerei e al
calpestio per le partizioni orizzontali e verticali tra camere d’albergo.
Indici di valutazione Alberghi
Classe
.
D2m,nT,w R’ w L’ n w Lic Lid
Acustica D n T , w [dB] L’ n w [dB]
[dB] [dB] [dB] [dBA] [dBA]
I ≥ 43 ≥ 56 ≤ 53 ≤ 25 ≤ 30 ≥ 56 ≤ 53
II ≥ 40 ≥ 53 ≤ 58 ≤ 28 ≤ 33 ≥ 53 ≤ 58
III ≥ 37 ≥ 50 ≤ 63 ≤ 32 ≤ 37 ≥ 50 ≤ 63
IV ≥ 32 ≥ 45 ≤ 68 ≤ 37 ≤ 42 ≥ 45 ≤ 68
Nel caso vengano rilevate in opera prestazioni peggiori rispetto alla classe IV il requisito
risulta non classificabile e viene identificato con l’acronimo NC.
Nel caso un descrittore non sia significativo per l’unità immobiliare in esame, ad
esempio un appartamento non soggetto a rumori da impi anti a funzionamento continuo,
si adotta la sigla NP, “non pertinente”.

I limiti della tabella sono validi per tutte le destinazioni d’uso ad eccezione di ospedali e
scuole. Per queste tipologie di edifici la norma propone nell’Appendice A alcuni valori di
riferimento per definire costruzioni con prestazioni acustiche “di base” o “superiori”.

DEFINIZIONI
Di seguito alcune delle definizioni riportate nella norma tecnica
Ambienti abitativi Porzioni di unità immobiliare completamente delimitate destinate al
soggiorno e alla permanenza di persone per lo svolgimento di
attività e funzioni caratterizzanti la destinazione d’uso.
Ambienti Parti di unità immobiliare con funzione diversa da quella abitativa.
accessori o di Sono considerati ambienti di servizio i corridoi, le scale interne, i
servizio depositi e i servizi igienici
Ambienti Le rilevazioni fonometriche possono essere realizzate solo in locali
acusticamente di dimensioni sufficienti a consentire l’allestimento di misurazioni
verificabili in conformità ai procedimenti di prova descritti nelle norme
tecniche di riferimento.

CONSIDERAZIONI SUI LIMITI DA RISPETTARE


Rumori aerei Il parametro indice di potere fonoisolante apparente (R’ w ) è riferito
R’ w alle partizioni che separano unità immobiliari distinte, alle partizioni
che separano ambienti abitativi di una unità immobiliare da
ambienti destinati ad autorimessa e alle partizioni, non dotate di
accessi o aperture, che separano ambienti abitativi di una unità
immobiliare da parti comuni.

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Facciata Il requisito di isolamento acustico di facciata (D 2 m n T w ) è riferito alle
D2m,nTw facciate degli ambienti abitativi nella situazione con sistemi
oscuranti aperti e, in caso di presenza di aperture di ingresso aria,
queste devono essere nella normale condizione di utilizzo. Inoltre il
requisito si applica anche alle falde dei tetti nei sottotetti abitabili.
Calpestio Il requisito di livello di rumore da impatto (L’ n w ) riguarda il
L’ n w calpestio percepito all’interno degli ambienti abitativi e generato in
unità immobiliari differenti.
Impianti a La verifica del rumore degli impianti (L i c , L i d ) considera in sostanza
funzionamento la misura del disturbo generato dagli impianti più rumorosi esterni
discontinuo e all’unità immobiliare in esame.
continuo Negli alberghi la verifica degli impianti considera i rumori generati
Lid in unità immobiliari differenti e gli impianti sanitari di camere
Lic contigue. Non sono considerati gli impianti a servizio della stessa
camera.

COME DETERMINARE LE CLASSI ACUSTICHE


La classificazione acustica prevede di rilevare in opera le caratteristiche di tutte le
partizioni e gli impianti significativi per l’unità immobiliare in esame.
Le prestazioni delle singole partizioni devono esse re “peggiorate”, per tenere in
considerazione l’incertezza di misura, utilizzando i coefficienti riportati nella tabella che
segue, in modo da ottenere i “valori utili”.
D2m,nT,w R’ w L’ n w Lic Lid
-1 -1 +1 +1,1 +2,4

La classe acustica di uno specifico descrittore si ottiene mediando i valori utili


pertinenti con le relazioni matematiche indicate di seguito.
Valori medi: R’ w , D 2 m , n T , w , D n T , w Valori medi: L’ n w , L i c , L i d
n − Xi n Yi

∑10 10
∑10 10

X r = −10 log i =1
Yr = 10 log i =1

n n
dove:
X i , Y i valore utile di un determinato requisito di uno specifico elemento tecnico/impianto
n è il numero di elementi tecnici/impianti coinvolti

Dalle classi dei singoli descrittori si ricava la classe acustica globale dell’unità
immobiliare associando ad ogni descrittore un coeff iciente (cfr. tabella seguente) e
calcolando la media aritmetica.
Pre s t az io ni fi no a 5 d B Pre s t az io ni pe r pi ù di 5
Classe I II III IV (o d B A) pe g g io r i d B (o dB A ) pe g gio ri
ris pe t t o al l a c las s e I V ris pe t t o al l a c las s e I V
Coefficiente 1 2 3 4 5 10

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Il valor medio arrotondato all’intero più vicino determina la classe acustica globale.
Nell’attestato di classificazione devono essere riportate, oltre alla classe acustica
globale, anche le caratteristiche di tutti i descrittori, come indicato nella tabella che
segue.
Unità immobiliare UI …
Classe D2m,nT,w R’ w L’ n w Lic Lid
III III II IV NP III

COME INTERPRETARE LE CLASSI ACUSTICHE


La norma tecnica, all’Appendice L, spiega come interpretare i limiti delle classi.
Ipotizzando una normale sensibilità al rumore dei soggetti interessati e livelli sonori
disturbanti di media intensità, vengono definite due tabelle che indicano le prestazioni
acustiche attese. La prima valida per i rumori interni alle unità immobiliari (R’ w , L’ n w ,
L i c , L i d ), la seconda per l’isolamento acustico di facciata (D 2 m n t w ).

. Classe acustica Prestazioni acustiche attese (R’ w , L’ n w , L i c , L i d )


I Molto buone
II Buone
III Di base
IV Modeste

Classe di isolamento acustico di facciata (D 2 m n T w )


Tipologia di area
IV III II I
Molto silenziosa Di base Buone Molto buone Molto buone
Abbastanza silenziosa Modeste Di base Buone Molto buone
Mediamente rumorosa Modeste Modeste Di base Buone
Molto rumorosa Modeste Modeste Modeste Di base

La seconda tabella in particolare correla, seppur m olto qualitativamente, l’efficacia


dell’isolamento di facciata con il clima acustico esterno.

APPENDICI
La norma comprende 10 appendici, normative e informative. Di particolare importanza le
parti G e H che analizzano il tema del campionamento. Nel caso in un edificio vi siano
più elementi tecnici identici tra loro, la norma propone un metodo per limitare le misure
ad alcuni elementi campione ed estendere i risultati, opportunamente corretti, agli altri
elementi. Di seguito si riporta un elenco sintetico delle Appendici.

A Valori per ospedali e scuole F Incertezza di misura


B Isolamento tra UI e vani scala G Campionamento degli elementi tecnici
C Valutazione del tempo di riverbero H Elaborazione dati campionamento
D Valutazione rumore impianti I Esempi
E Misura isolamento utilizzando D n T L classificazione e benessere acustico

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EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI
Dalla Direttiva europea 2002/91/CE alla sua applicazione nazionale
attraverso il DLgs 192/05, il DLgs 311/06 e il DPR 59/09.
Novità in arrivo con la nuova Direttiva 2010/31/UE.

3.1 INTRODUZIONE
In materia di efficienza energetica la Comunità Europea ha indicato ai Paesi membri la
strada da percorrere con la direttiva 2002/91/CE “Rendimento energetico nell’edilizia”
detta anche EPBD, ovvero Energy Performance Buildings Directive.
L’Italia risponde a questa chiamata a più riprese pubblicando diversi decreti legislativi
(abbreviati DLgs) e per ultimo il DPR 59/09, ovvero il Decreto del Presidente della
Repubblica del 2 aprile 2009 n.59 entrato in vigore il 25 Giugno 2009.

Il 9 luglio 2010 è entrata in vigore la nuova Direttiva 2010/31/UE sul rendimento


energetico nell’edilizia che manderà in pensione la Direttiva 2002/91/CE a partire dal 1°
febbraio 2012.

COSA CAMBIA CON LA NUOVA DIRETTIVA 2010/31/UE


L’introduzione della Direttiva 2010/31/UE ha segnato l’avvio di un nuovo iter legislativ o
che porterà alla pubblicazione di regolamenti nazionali e regionali sostitutivi o
integrativi di quelli esistenti.
Le principali novità introdotte riguardano:
- Nuovi limiti in un’ottica costi/benefici (Art.4)
- Edifici a energia quasi zero (Artt. 9 e 2)
- Certificazione energetica indipendente e soggetta a controlli (Artt. 17, 18 e All. II)
Le nuove scadenze dettate dalla Direttiva 31/UE sono:
- 31 dicembre 2011: la Commissione adotta un sistema volontario di certificazione
delle prestazioni energetiche per edifici non resid enziali
- 9 luglio 2012 / 9 gennaio 2013: gli Stati membri adottano le disposizioni
legislative, regolamentari e amministrative necessarie al recepimento della
Direttiva
- 31 dicembre 2018: gli edifici nuovi di proprietà pubblica od occupati da enti
pubblici dovranno essere ad energia quasi zero
- 31 dicembre 2020: tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere ad
energia quasi zero

In questo capitolo si cercherà di fare chiarezza sulle regole attualmente in vigore in tema
di efficienza energetica per gli edifici attraverso un’analisi del contenuto dei testi di legge
(soprattutto il DPR 59/09) non per articoli, ma per argomenti e proponendo un metodo
tabellare per individuare in pochi passaggi le verifiche da rispettare.

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3.2 QUADRO TEMPORALE
L’Italia recepisce i contenuti della direttiva 2002/91/CE con la pubblicazione del DLgs
192/2005, entrato in vigore l’8 ottobre 2005.
Il contenuto di questo decreto è stato poi modificato e integrato dal DLgs 311/06
“Disposizioni correttive e integrative al decreto legislativo 19/8/05 n. 192, recante
attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia” che
entra in vigore il 2 Febbraio 2007.

L’attuazione completa del DLgs192/05 prevede la pubblicazione di ulteriori decreti che


secondo l’art.4 dello stesso devono completare il quadro sui seguenti temi:
1- i criteri di calcolo e requisiti minimi per gli impianti
2- i criteri generali di prestazione energetica per l’edilizia convenzionata, pubblica e
privata
3- i requisiti professionali e di accreditamento per la certificazione
Il DPR 59/09, pubblicato in G.U il 10 Giugno 2009, è il primo di questi decreti in
attuazione al punto 1 e 2 sopra citati. Il decreto introduce un nuovo quadro di disposizioni
obbligatorie a partire dal 25 Giugno 2009 in sostituzione alle indicazioni “transitorie”
dell’Allegato I del DLgs192/05.
L’obbligo di utilizzo di fonti rinnovabili è normato dal DLgs n. 28 del 3 marzo 2011,
entrato in vigore dal 29 marzo 2011 .
Sul tema della certificazione energetica si veda il capitolo 4 di questa Guida dedicato
all’approfondimento del DM 26/06/2009 e delle Linee Guida Nazionali.

QUADRO TEMPORALE LEGISLATIVO


Da: 17 gen 1991 17 ago 2005 8 ott 2005 2 feb 2007 25 giu 2009
29 mar 2011
A: 16 ago 2005 7 ott 2005 1 feb 2007 24 giu 2009 28 mar 2011 --
In DLgs 192/05
LEGGE 10/91 DLgs 192/05
vigore: e decreti LEGGE 10/91 DLgs 192/05 +DLgs311/06
DLgs192/05 +DL gs311/06
+ DM 178/05 +DLgs311/06 +DPR 59/09
attuativi +DPR 59/09
+DLgs 28/11

Per individuare i requisiti e le regole da rispettare si deve far riferimento al testo di legge
in vigore alla data di richiesta del permesso di costruire o della denuncia di iniz io attività
per l’interevento considerato.

Nel caso di variante in corso d’opera la Circolare ministeriale del 23/05/06 di


chiarimento al DLgs 192/05, sottolinea che:
- una variante sostanziale in corso d’opera può essere considerata come un
intervento di ristrutturazione o manutenzione straordinaria di un edificio esistente,
e per tanto deve essere presentata una relazione tecnica coerente con le nuove
norme, ma solo relativamente a quanto sostanzialmente modificato (e se diverse
rispetto a quelle in vigore alla data di richiesta di DIA - ndr.)

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3.3 ANALISI DEL DPR 59/09
DEFINIZIONI (Art. 2)
Si mantengono le stesse definizioni riportate nel DLgs192/05 e nel DLgs 311/06.

Nuove definizioni:
Sistemi filtranti: pellicole polimeriche autoadesive applicabili su vetri, su lato interno o
esterno, in grado di modificare uno o più delle seguenti caratteristiche della superficie
vetrata: trasmissione dell'energia solare, trasmissione ultravioletti, trasmissione
infrarossi, trasmissione luce visibile.
Trasmittanza termica periodica Y I E (W/m 2 K): è il parametro che valuta la capacità di
una parete opaca di sfasare ed attenuare il flusso termico che la attraversa nell'arco
delle 24 ore, definita e determinata secondo la norma UNI EN ISO 13786:2008 e
successivi aggiornamenti.
Coperture a verde: si intendono le coperture continue dotate di un sistema che utilizza
specie vegetali in grado di adattarsi e svilupparsi nelle condizioni ambientali
caratteristiche della copertura di un edificio. Tali coperture sono realizzate tramite un
sistema strutturale che prevede in particolare uno strato colturale opportuno sul quale
radificano associazioni di specie vegetali, con minimi interventi di manutenzione,
coperture a verde estensivo, o con interventi di manutenzione media e alta, coperture a
verde intensivo.
ESCLUSIONI (Art.3)
Casi esclusi dall’applicazione del decreto:
- edifici di particolare interesse storico o artistico nei casi in cui il rispetto delle
prescrizioni implicherebbe un’alterazione delle loro caratteristiche
- fabbricati industriali, artigianali e agricoli riscaldati solo da processi per le
proprie esigenze produttive
- fabbricati isolati con superficie utile < 50 m²
- impianti installati ai fini del processo produttivo realizzato nell’edificio, anche se
utilizzati, in parte non preponderante, per gli usi tipici del settore civile
METODOLOGIE E SOFTWARE DI CALCOLO (Artt. 3,4 e 7)
Si adottano le norme tecniche nazionali ad oggi disponibili (Art.3 comma1):
a) UNI/TS 11300 – 1 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione
del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed
invernale;
b) UNI/TS 11300 – 2 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 2: Determinazione
del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione
invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.
c) UNI/TS 11300 – 3 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 3: Determinazione
del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva
d) UNI/TS 11300 – 4 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 4: Utilizzo di
energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per riscaldamento di ambienti e
produzione di acqua calda sanitaria (norma attualmente in inchiesta pubblica,
ancora non pubblicata )
L’utilizzo di altri metodi e procedure è disciplinato dal comma 27 dell’articolo 4.

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 17


Gli strumenti di calcolo commerciali (software) applicativi delle metodologie descritte
dalle UNI/TS 11300 devono garantire uno scostamento massimo di più o meno il 5%
rispetto ai corrispondenti parametri determinati con l'applicazione dello strumento
nazionale di riferimento predisposto dal Comitato termotecnico italiano (CTI). La
predetta garanzia è fornita attraverso una verifica e dichiarazione resa da CTI o dall'Ente
nazionale italiano di unificazione (UNI). Le software house che hanno attivato una
procedura di verifica per i propri strumenti di calcolo presso CTI o UNI, nell’attesa della
validazione ufficiale possono sostituire la dichiarazione di conformità con
un’autodichiarazione in cui compare il riferimento della richiesta di verifica.
SIMULAZIONE DINAMICA (Art. 4, comma 27, punto o)
Per gli edifici di nuova costruzione del settore terziario con volumetria maggiore di
10.000 m 3 , è ribadito (rispetto al DLgs 192/05) l’obbligo d’adozione di opportuni modelli
di simulazione che tengano conto dell'influenza dei fenomeni dinamici.
L’obbligo decade nel caso si possa dimostrare la scarsa rilevanza di tali fenomeni.
ESERCIZIO E MANUTENZIONE IMPIANTI (Art. 5)
I criteri generali e i requisiti per l’esercizio, la manutenzione e l’ispezione degli impianti
termici per la climatizzazione invernale continuano a seguire le indicazioni previste dal
DLgs 192/05.
In sintesi ricordiamo che i soggetti responsabili del controllo e manutenzione impianti
sono il proprietario, il conduttore, l’amministratore o un terzo per essi e che l’elenco
delle prescrizioni da rispettare sono elencate nell’Allegato L del DLgs 192/05 e s.m.
FUNZIONE DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME (Art. 6)
Per promuovere la tutela degli interessi degli utenti attraverso un’applicazione
omogenea della predetta norma sull'intero territorio nazionale, nel disciplinare la materia
le regioni e le province autonome, nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento
comunitario nonché dei principi fondamentali della direttiva 2002/91/CE e desumibili dal
decreto legislativo, possono:
a) definire metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici, diverse
da quelle di cui al comma 1 dell'articolo 3 ma che trovino in queste stesse
metodologie indirizzo e riferimento;
b) fissare requisiti minimi di efficienza energetica più rigorosi attraverso la
definizione di valori prestazionali e prescrittivi minimi inferiori a quelli di cui
all'articolo 4, tenendo conto delle valutazioni tecnico-economiche concernenti i
costi di costruzione e di gestione dell'edificio, delle problematiche ambientali e
dei costi posti a carico dei cittadini con le misure adottate, con particolare
attenzione alle ristrutturazioni e al contesto socio-economico territoriale.
Per le regioni e province autonome che con riferimento al recepimento della direttiva
europea 2002/91/CE, alla data di pubblicazione del DPR 59/09:
- non hanno provveduto ad adottare propri provvedimenti regionali : si applicano
le disposizioni del DPR 59/09
- hanno provveduto ad adottare propri provvedimenti regionali: si deve
provvedere ad adottare misure per favorire un graduale ravvicinamento al DPR
59/09 e per garantire coerenza nei contenuti

18 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


IMPIANTI CENTRALIZZATI (Art. 4 comma 9)
Il DPR 59/09 sostiene che “è preferibile il mantenimento di impianti termici centralizzati
laddove esistenti” nel caso di:
- edifici esistenti con un numero di unità abitative superiore a 4
- edifici appartenenti alle categorie E1 ed E2 (vd. tabella DPR 412/93 riportata di
seguito) con potenze nominali del generatore di calore dell'impianto centralizzato
maggiore o uguale a 100 kW
Le cause tecniche o di forza maggiore per ricorrere ad eventuali interventi finalizzati alla
trasformazione degli impianti termici centralizzati ad impianti con generazione di calore
separata per singola unità abitativa devono essere dichiarate nella relazione tecnica.
RELAZIONE TECNICA (Art. 4 comma 25)
Il DPR 59/09 non modifica quanto predisposto dal DLgs 192/05, pertanto la relazione
tecnica da depositare in Comune in doppia copia e contestualmente alla denuncia di
inizio dei lavori, continua a seguire le indicazioni dell’All. E dello stesso DLgs 192/05.
PROGETTAZIONE E CONTROLLI (DLgs 192/05. Art.8)
Col nuovo decreto non viene modificato l’aspetto amministrativo relativo alla
documentazione da predisporre e consegnare in Comune contestualmente alla
dichiarazione di fine lavori, resta infatti l’obbligo di consegnare:
- l’attestato di qualificazione energetica asseverato dal Direttore dei Lavori;
- l’asseverazione del Direttore dei Lavori della conformità delle opere rispetto alla
relazione tecnica (relazione ex Legge 10), al progetto e alle sue eventuali varianti
in corso d’opera.
Il Comune:
- dichiara irricevibile una dichiarazione di fine lavori se la stessa non è
accompagnata dalla documentazione sopra elencata;
- definisce le modalità di controllo, accertamenti e ispezioni in corso d’opera
(ovvero entro 5 anni dalla data di fine lavori dichiarata dal committente), volte a
verificare la conformità alla documentazione progettuale;
- effettua le operazioni di controllo e verifica anche su richiesta del committente,
dell’acquirente o del conduttore dell’immobile. Il costo degli accertamenti e
ispezioni è a carico dei richiedenti.
Le verifiche che gli edifici di nuova costruzione o gli interventi su edifici esistenti devono
rispettare sono vincolate al tipo di utenza così come definita dal DPR 412/93:

CATEGORIE EDIFICI (DPR 412/93)


E. 1 (1) EDIFICI RESIDENZIALI con occupazione continuativa
E. 1 (2) EDIFICI RESIDENZIALI con occupazione saltuaria
E. 1 (3) EDIFICI ADIBITI ad ALBERGO, PENSIONE ed attività similari
E. 2 EDIFICI per UFFICI e assimilabili
E. 3 OSPEDALI, CASE di CURA, e CLINICHE
E. 4 EDIFICI adibiti ad attività RICREATIVE, associative o di culto e assimilabili
E. 5 EDIFICI adibiti ad attività COMMERCIALI
E. 6 EDIFICI adibiti ad attività SPORTIVE
E. 7 EDIFICI adibiti ad attività SCOLASTICHE
E. 8 EDIFICI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI riscaldati per il comfort degli occupanti

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3.4 VERIFICHE DA RISPETTARE
Proponiamo la seguente procedura basata su 3 semplici passaggi (I, II e III):
I- Si determina la categoria d’applicazione del decreto in base al tipo di intervento
II- Si ricava l’elenco completo delle prescrizioni da rispettare dallo “Schema delle
verifiche” incrociando il tipo d’intervento e la categoria dell’edificio (vd. pag. 19)
III- Si prende atto delle prescrizioni consultando l’“Elenco delle verifiche” (pag. 21)

I - TIPO DI INTERVENTO (Art. 3, DLgs 192/05)


amp li a me n ti co n u n
e d i f i ci d i n uo v a c os t ru zi o ne vo l ume > 2 0% d e l vo l um e
e i mp i an ti i n e s si c on te nu ti d e ll ’e d i f i ci o ste ss o
(A r t. 3 c om ma 2 , b)

ri s tr u tt u ra zi o ni i n te g ra li d e g li
nu ov a i s t al la zi one d i i mp i an ti
e le me n ti d ’i n vo lu c ro e d e mo li zi oni e
te r mi ci i n e d i f i ci e si s te nti o
ri c os t ru zi o ni i n ma nu te nzi one
ri s tr u tt u ra zi o ne d e gli s te s si
st ra ord i na ri a d i e d i f i ci e si ste n ti c on
i mp i an ti
sup e rf i ci e uti le > 1 00 0 m 2
(A r t. 3 c om ma 2 , c, p u nt o 2 )
(A r t. 3 c om ma 2 , a, p un t i 1e 2 )
ri s tr u tt u ra zi o ni to t ali o p a rzi ali e
sos ti tu zi o ne d i ge ne r a to ri d i ma nu te n zi oni s t ra ord i na ri e
ca lo re d e ll ’i nv o lu cr o p e r tu t ti i c asi d i ve r si
(A r t. 3 c om ma 2 , c, p u nt o 3 ) d ai d ue s op ra d e sc ri tti
(A r t. 3 c om ma 2 , c, p u nt o 1 )

II - SCHEMA DELLE VERIFICHE (Art. 4, DPR 59/09)


Incrociando la categoria d’intervento (colonne) con la tipologia dell’edificio (righe) si
ottiene l’elenco completo delle prescrizione da rispettare (vd. Tab. III a pag. 19)

E1(1) A,B,E,F A,B,E,F C,D,F


E1(2) A,B,E,F
G,H,I,K,L,M G,H,I,K G,H,I,J,K, L*, P,Q,J,K,
O,T,V,W T,V,W M*, T,V,W S,U,V
E1(3) G,H,I,
E2 K,L,M,O
A,B,E,F,G,H A,B,E,F,G,H C,D,F,G,H
T,V,W
E3 I,K,L,M,O I,K I,J,K, L*,M*
T,V,W T,V,W T,V,W
E4 P,Q,J,K, P,Q,R,U,V
E5 A,B,E,F,H,I,K A,B,E,F,H A,B,E,F C,D,F,H U,V
L,M,O I,K,L,M,O H,I,K I,J,K, L*,M*
E7 T,V,W T,V,W T,V,W T,V,W
A,B,E,F,H,K A,B,E,F,H,K,L,
A,B,E,F,H,K C,D,F,H,K
E6 L,M,O M
T,V,W L*,M*,T,V,W P,Q,K,
T,V,W O,T,V,W
U,V
A,B,H,K,L,M, A,B,H,K, L, A,B,H,K C,H,K L*,M*,
E8 O,T,V,W M,O,T,V,W T,V,W T,V,W
( * ) v e r i fi c a r i c h i e s t a s o l o i n c a s o d i d e m o l i z i o n e e r i c o s t r u z i o n e in manutenzione straordinaria

20 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


III - ELENCO DELLE VERIFICHE (Art. 4 DPR 59/09+DLgs 28/11)

A Verificare che: EP i <EP i limite

EPi Dove EP i rappresenta l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione


(commi 2 e
5) invernale ed EP i l i m i t e è il limite calcolato come da Tab. 1.1, 2, 3, 4, 5 e 6
riportate al capitolo 3.5
A In alternativa se il rapporto tra superficie trasparente complessiva
alternativa dell’edificio e la sua superficie utile è inferiore a 0.18 si può attribuire
(comma 8)
direttamente all’edificio un valore di EP i = EP i l i m i t e , se in contemporanea si
verificano le seguenti prescrizioni sugli impianti e sull’involucro:
 Rendimento termico utile (a carico pari al 100% di Pn) > X + 2 log Pn
Con X=90 per le zone climatiche A, B e C, e X=93 per le zone D, E e F
Se Pn > 400 kW, si applica il limite massimo corrispondete a 400 kW
 T media fluido termovettore in condizione di progetto < 60°C
 Installazione centralina di termoregolazione programmabile in ogni unità
immobiliare e dispositivi per la regolazione della temperatura ambiente
nei singoli locali o nelle singole zone con caratteristiche uniformi
dell’edificio per prevenire il surriscaldamento dov uto agli apporti gratuiti
 Nel caso di istallazione di pompe di calore elettriche o a gas: rendimento
utile in condizioni nominale riferito all’en. primaria (η u ) ≥(90+3logPn)
L a ve ri f i ca è f at t a u ti li z za nd o co me f at t ore d i c onv e rsi o ne tr a e ne r gi a e le t t ri ca e d
e ne r gi a p ri ma ri a i l va lo re d i ri f e ri me n t o p e r la c on v e rsi o ne tr a kW h e le t tri ci e MJ
d e f i ni t o co n p r o v ve d i me n to d e l l'A u to ri tà p e r l 'e ne rgi a e le t tri ca e i l g as, al f i ne d i
te ne r co n to d e l l'e f f i ci e nz a me d i a d i p rod uzi o ne d e l p ar co te rm oe le t t ri c o, e s uoi
su cce ssi vi a g gi o r na me n ti
 Trasmittanza strutture opache verticali ≤ valori Tab 2.1 *
 Trasmittanza strutture opache orizzontali ≤ valori Tab3.1 o .2(escl. E8) *
 Trasmittanza chiusure trasparenti ≤ valori Tab 4.a (escl. E8) *
 Trasmittanza vetri ≤ valori Tab 4.b (escl. categoria E8) *
* tr as m i t ta nz e d a v e ri fi ca re a p o n te t er mi c o c o rre tt o o c o n l a tras mi t t an za me di a
B Verificare che Ep e , ≤ Ep e ,
Epe, invol invol invol limite
(comma 3) Dove Ep e , i n v o l rappresenta la prestazione energetica per il raffrescamento
estivo dell'involucro edilizio pari al rapporto tra il fabbisogno annuo di
energia termica per il raffrescamento dell'edificio, calcolata tenendo conto
della temperatura di progetto estiva secondo la norma UNI/TS 11300-1, e:
 la superficie utile dell’edificio per gli edifici residenziali,
 il volume per gli edifici con altre destinazioni d'uso

Ep e , invol limite è pari a:


Per gli edifici residenziali di cui alla classe E1 esclusi collegi,
conventi, case di pena e caserme:
2
 40 kWh/m anno nelle zone climatiche A e B
2
 30 kWh/m anno nelle zone climatiche C, D, E, e F
Per tutti gli altri edifici:
3
 14 kWh/m anno nelle zone climatiche A e B
3
 10 kWh/m anno nelle zone climatiche C, D, E, e F

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C Con riferimento alle tabelle del capitolo 3.5, verificare che:
U limite  Trasmittanza strutture opache verticali ≤ valori Tab 2.1 *
(comma 4)
 Trasmittanza strutture opache orizzontali ≤ valori Tab 3.1 o .2(escl.E8) *
 Trasmittanza chiusure trasparenti ≤ valori Tab 4.1 (escl. E8) *
 Trasmittanza vetri ≤ valori Tab 4.2 (escl. E8) *
* I li mi ti s i a p pl ica n o a ll e s ol e s tr u t tu re in t er es s a t e d all ’i n te rv e n t o

I valori di U devono essere rispettati “a ponte termico corretto”, o in


alternativa dalla trasmittanza termica media della “parete corrente più ponte
termico”. Nel caso di pareti opache verticali esterne in cui fossero previste
aree limitate oggetto di riduzione di spessore, sottofinestre e altri
componenti, il limite è rispettato con riferimento alla superficie totale di
calcolo. Nel caso di strutture orizzontali sul suol o i valori di U da
confrontare col limite sono calcolati con riferimento al sistema struttura-
terreno. Restano esclusi gli ingressi pedonali automatizzati, da considerare
solo ai fini dei ricambi d’aria.
D Solo nel caso di ristrutturazioni totali da realizzarsi in zona climatica C, D, E
divisori ed F, verificare che: U d i v i s o r i o ≤ 0.8 W/m 2 K
(comma 16)
 per tutti i divisori (verticali e orizzontali) di separazione tra edifici o
unità immobiliari confinanti;
 per tutte le strutture opache che delimitano verso l’ambiente esterno gli
ambienti non dotati di impianto di riscaldamento.
E Verificare che: U d i v i s o r i o ≤ 0.8 W/m 2 K
divisori  per tutti i divisori (verticali e orizzontali) di separazione tra edifici o
(comma 16)
unità immobiliari confinanti;
 per tutte le strutture opache che delimitano verso l’ambiente esterno gli
ambienti non dotati di impianto di riscaldamento.
F Verificare l’assenza di condensazioni superficiali e che le condensazioni
co n d e n s a interstiziali delle pareti opache siano limitate alla quantità rievaporabile
(comma 17)
secondo la normativa vigente (UNI EN 13788).
Qualora non esista un sistema di controllo della umidità relativa interna, per
i calcoli necessari si assumono i valori: UR=65% e T i n t e r n a =20°C
G Verificare che (ad esclusione della zona F) per le località in cui il valore
inerzia medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale nel mese di massima
i n v o l u cr o
opaco insolazione I m , s ≥ 290 W/m 2 :
(comma 18)
Per le pareti opache verticali ad eccezione di quelle nel quadrante
Nord-ovest/Nord/Nord-Est:
 la massa superficiale M s (calcolata secondo la definizione
dell’All.A del Dlgs 192/05 come massa superficiale della parete
opaca compresa la malta dei giunti ed esclusi gli intonaci) sia
superiore di 230 kg/m 2
 o in alternativa che il valore del modulo della trasmittanza termica
periodica (Y I E ) sia inferiore a 0,12 W/m²K
Per tutte le pareti opache orizzontali ed inclinate:
 che il valore del modulo della trasmittanza termica periodica (Y I E )
sia inferiore a 0,20 W/m²K

22 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


Gli effetti positivi che si ottengono con il rispetto dei valori di massa
superficiale o trasmittanza termica periodica delle pareti opache, possono
essere raggiunti, in alternativa, con l'utilizzo di tecniche e materiali, anche
innovativi, ovvero coperture a verde, che permettano di contenere le
oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell’irraggiamento
solare. In tale caso deve essere prodotta una adeguata documentazione e
certificazione delle tecnologie e dei materiali che ne attesti l'equivalenza con
le predette disposizioni.
H Il progettista per la limitazione dei fabbisogni per la climatizzazione estiva e
co n t r o l l o per il contenimento della temperatura interna negli ambienti:
cl i m a t i z .
 valuta puntualmente e documenta l'efficacia dei sistemi schermanti delle
estiva
(comma 18) superfici vetrate, esterni o interni, tali da ridurre l'apporto di calore per
irraggiamento solare;
 utilizza al meglio le condizioni ambientali esterne e le caratteristiche
distributive degli spazi per favorire la ventilazione naturale dell'edificio;
 adotta sistemi di ventilazione meccanica controllata nel caso non sia
efficace lo sfruttamento della ventilazione naturale.
In q ue s t o c as o è p re sc ri t ta l ’ad o zi o ne d i u n re c up era to re d i ca l ore o gni q u al v ol t a l a
p or t at a to t ale d i ri ca mbi o ( G ) e i l n ume r o d i o re di f un zi o na me n t o ( M ) d e l s i ste ma d i
ve n ti la zi o ne , si an o sup e ri o ri ai v al ori li mi te ri p or ta ti ne ll a se g ue n te ta b e ll a ( DP R
4 1 2/ 9 3 A rt .5 , c om ma 1 3 e A l le g a to C ):
G M
Po rt a ta t o ta le d ’a ri a Nu me r o d i ore an nue d i f un zi o na me n t o
da 1400 a 2100 ol t re 21 0 0
m3/h
g rad i gi o r no g rad i gi o r no
2. 0 0 0 4. 0 0 0 2. 7 0 0
5. 0 0 0 2. 0 0 0 1. 2 0 0
1 0. 0 00 1. 6 0 0 1. 0 0 0
3 0. 0 00 1. 2 0 0 800
6 0. 0 00 1. 0 0 0 700

I È resa obbligatoria la presenza di sistemi schermanti esterni.


schermature Qualora se ne dimostri la non convenienza in termini tecnico-economici,
(comma 19)
detti sistemi possono essere omessi in presenza di superfici vetrate con
fattore solare (UNI EN 410) minore o uguale a 0,5. Tale valutazione deve
essere evidenziata nella relazione tecnica.
J Il progettista, al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione
schermature estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti, valuta
e sistemi
fi l t r a n t i puntualmente e documenta l'efficacia dei sistemi filtranti o schermanti delle
(comma 20) superfici vetrate, tali da ridurre l'apporto di calore per irraggiamento solare.
Gli eventuali impedimenti di natura tecnica ed economica all'utilizzo dei
predetti sistemi devono essere evidenziati nella relazione tecnica di cui al
comma 25. La predetta valutazione può essere omessa in presenza di
superfici vetrate con fattore solare (UNI EN 410) minore o uguale a 0,5.
K Verificare che in ogni locale o zona a caratteristiche termiche uniformi siano
co n t r o l l o installati dispostivi per la regolazione automatica della temperatura ambiente
Tambiente
(comma 21) per evitare il sovrariscaldamento per effetto degli apporti solari e degli
apporti gratuiti.

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 23


L Gli impianti di produzione di energia termica devono garantire il rispetto
rinnovabile della copertura, tramite il ricorso a fonti rinnovabili, di:
t e r m i co
(Dlgs 28/11 a. 50% EP a c s + 20% (EP i + EP e + EP a c s ) dal 31/05/2012 al 31/12/2013
Art. 11, b. 50% EP a c s + 35% (EP i + EP e + EP a c s ) dal 01/01/2014 al 31/12/2016
abrogati c. 50% EP a c s + 50% (EP i + EP e + EP a c s ) dal 01/01/2017
commi 22 e
23 DPR59) No t a: f i no a l 3 1/ 0 5/ 2 0 1 2 re s t a i n vi g o re l’ obb li g o p re vi s to d a l D P R 5 9/ 0 9 d i c op ri re i l
5 0% (o 2 0 % ne l c as o d i e d i f i ci st o ri ci ) d e l f a bbi so g no d i e ne r gi a p ri ma ri a p e r l a
p rod uzi one d i A C S co n f o nti ri n n ov abi li ]

Tale limite è ridotto al 20% per edifici situati nei centri storici. Vengono
esclusi gli edifici allacciati ad una rete di teleriscaldamento che copre
interamente EP i e EP a c s .
No t a: gli ob bli g hi d i cui sop ra no n p oss on o e s se re ass ol ti t ra mi te i mp i an ti d a f o nt i
ri n no va bi li che p rod uc an o e sc l usi va me n te e ne r gi a e le t t ri c a l a q u ale ali me n t i , a su a v ol t a ,
d i sp osi ti vi o i mp i an ti p e r la p r od u zi o ne d i a cq u a c ald a s ani t ari a, i l ri s ca l d ame nt o e i l
raf f re s ca me n t o. L ’i n osse rv an z a d e l l ’o bb li g o c om p or ta i l d i ni e g o d e l ri la sci o d e l ti t o l o
e d i li zi o. Pe r g li e d i f i ci n e i q uali si ri s co n tr a l ’i m p ossi bi li tà te c ni c a d i ri s p e t ta re q ua n to
sop ra è f at t o obb li go d i ri sp e t t are q ua n to ri p o r ta to al l ’a lle g a to 3 d e l DL gs 2 8 /2 0 1 1.
M È obbligatoria l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili
rinnovabile installati sopra o all’interno dell’edificio o nelle relative pertinenze, di
e l e t t r i co
(Dlgs 28/11 potenza elettrica [kW]:
Art. 11, 1
abrogati P = ∗S
commi 22 e
K
23 DPR59) Dove S è la superficie in pianta dell’edificio al livello del terreno, misurata in
m 2 , e K è un coefficiente (m 2 /kW) che assume i seguenti valori:
a. K = 80 dal 31/05/2012 al 31/12/2013
b. K = 65 dal 01/01/2014 al 31/12/2016
c. K = 50 dal 01/01/2017
No t a: i n cas o d i u ti li z zo d i p a nne l li s ol ari te r mi c i o f o to v ol t ai ci d i sp o s ti sui te t ti d e g li
e d i f i ci , i p re d e t ti c omp on e nti d e vo no e s se re ad e re nti o i nte g ra ti ne i te t ti m e d e si mi , c o n
la s te ssa i nc li na zi o ne e l o s te ss o o ri e nt ame n to d e ll a f a ld a . G li o bb li g hi p r e ce d e n ti s on o
i nc re me n ta ti d e l 1 0 % p e r g li e d i f i ci p ubb li ci . L ’i nos se r v an za d e l l ’o bb li g o comp or t a i l
d i ni e g o d e l ri la sci o d e l ti to l o e d i li zi o. Pe r gli ed i f i ci ne i q ua li si ri s co nt r a l ’i mp ossi bi li tà
te cni ca d i ri sp e t ta re q ua nt o sop r a è f at to o bbli g o d i ri sp e t t are q u an to ri p o r ta to
al l ’a lle g a to 3 d e l DL gs 2 8 /2 0 1 1.
O Obbligo di predisposizione delle opere necessarie a favorire il collegamento
teleriscal- a reti di teleriscaldamento di tratti di rete ad una distanza inferiore a 1000
damento
(comma 24) metri o in presenza di progetti approvati per la realizzazione di tale rete.
P Verificare:
rendimento Rendimento glob. Medio stagionale (η g )≥(75+3logPn)% se Pn<1000 kW
medio
stagionale Rendimento glob. medio stagionale (η g )≥ 84% se Pn ≥1000 kW
(comma 5) Dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del
generatore o dei generatori di calore al servizio d el singolo impianto
termico, espressa in kW.
Q Allegare alla relazione tecnica una diagnosi energetica dell’edificio e
diagnosi dell’impianto che individui gli interventi di riduzione della spesa energetica, i
e n e r g e t i ca
(comma 5) relativi tempi di ritorno degli investimenti, i miglioramenti di classe
energetica dell’edificio, motivando le scelte impiantistiche che si vanno a

24 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


realizzare nel caso di istallazione di potenze nominali al focolare ≥ 100 kW
R Si intendono rispettate tutte le disposizioni vigenti in tema di uso razionale
mera d’energia incluse quelle riportate ai punti P e Q, se coesistono le seguenti
sostituzione
di generatori condizioni:
di calore  rendimento termico utile (in corrispondenza di un carico pari al 100%
(comma 6) della potenza termica utile nominale) ≥ 90 + 2 log Pn
Se Pn > 400 kW, si applica il limite massimo corrispondete a 400 kW
 rendimento utile in condizioni nominali delle nuove pompe di calore
elettriche o a gas riferito all’energia primaria ≥ 90 + 3 log Pn.
La verifica è fatta utilizzando come fattore di conversione tra energia
elettrica ed energia primaria il valore di riferimento per la conversione tra
kWh elettrici e MJ definito con provvedimento dell'Autorità per l'energia
elettrica e il gas, al fine di tener conto dell'efficienza media di
produzione del parco termoelettrico, e suoi successivi aggiornamenti
 sia presente una centralina di termoregolazione programmabile per ogni
generatore con le seguenti caratteristiche:
o d e ve e s se re p i l ot a ta d a so nd e d i ri le va me n t o d e ll a te mp e ra t ur a i n te rn a, e d
e ve n t ua lme n te d a ce n t ra l i na p e r la te mp e ra t ur a e ste rn a, c on re g ol azi one d e ll a
T a m b i e n t e su d ue li ve l li d i t e mp e r at u ra ne ll ’a r co d e l l e 2 4 ore , ne l c as o d i i mp i an ti
te r mi ci ce n tr ali zz a ti ;
o d e ve co nse nti re la p ro g ra mm azi one e l a re g ol azi on e d e ll a T a m b i e n t e s u d ue li v e ll i
d i te mp e r a tu ra ne ll ’ ar c o d e lle 24 o re , ne l ca so d i i mp i a n ti te r mi ci p e r si n g ole
uni tà i mm obi li a ri .
 siano presenti dispostivi modulanti per la regolazione automatica della
temperatura ambiente nei singoli locali o nei singole zone che possono
godere di apporti gratuiti (solari o interni);
 motivare eventuale incrementi di potenza nominale dei nuovi generatori
rispetto a quelli sostituiti;
 verificare la corretta equilibratura del sistema di distribuzione (nel
rispetto di limiti minimi massimi di T a m b i e n t e ) nel caso di generatori di
calore a servizio di più unità immobiliari. Eventuali squilibri devono
essere corretti installando un sistema di contabilizzazione del calore; nel
caso di sostituzione dei generatori di calore con Pn al focolare < 35 kW,
con altri della stessa potenza, è rimessa alle autorità locali competenti
ogni valutazione sull’obbligo di presentazione della relazione tecnica e se
la medesima può essere omessa a fronte dell’obbligo di presentazione
della dichiarazione di conformità.
R Nel caso non fosse possibile rispettare la prima prescrizione al punto R,
alternativa fermo restando il rispetto delle altre prescrizioni elencate, il decreto si
(comma 7)
considera rispettato a condizione di:
 installare generatori di calore che abbiano rendimento termico utile a
carico parziale pari al 30% della potenza termica utile nominale ≥ 85 +
3 log Pn;
 predisporre una dettagliata relazione che attesti i motivi della deroga da
inserire congiuntamente a copia della dichiarazione di conformità,
correlata all’intervento, ai sensi della legge 5 marzo 1990, n.46, e
successive modifiche e integrazioni.

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 25


S In tutti gli edifici esistenti con un numero di unità abitative superiore a 4
co n t a b i l i z . e devono essere realizzati gli interventi necessari per permettere, ove
termoregolaz.
(commi 10 e tecnicamente possibile, la contabilizzazione e la termoregolazione del calore
11) per singola unità abitativa.
Le apparecchiature installate devono assicurare un errore di misura, nelle
condizioni di utilizzo, inferiore a più o meno il 5%, con riferimento alle
norme UNI in vigore. Anche per le modalità di contabilizzazione si fa
riferimento alle vigenti norme e linee guida UNI.
Gli e ve nt ua li i mp e d i me n t i d i na tu ra te cni ca al l a rea li z za zi o ne d e i p re d e t ti i n te r ve n ti ,
ov ve ro l'ad o zi o ne d i al tre sol uzi oni i mp i an ti s ti che e q ui v ale n ti , d e v on o e sse r e e vi d e n zi a ti
ne l la re la zi o ne te c ni c a.
T Per tutte le tipologie di edifici, in cui è prevista l'installazione di impianti di
impianti a climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da
biomassa e
trasmittanze biomasse combustibili, in sede progettuale si procede alla verifica che la
(comma 13) trasmittanza termica delle diverse strutture edilizie, opache e trasparenti,
che delimitano l'edificio verso l'esterno o verso vani non riscaldati, non sia
maggiore dei valori definiti nelle pertinenti tabella dell’Allegato C ( vd . t abe l le
ri p o r ta te a l cap i t ol o 3. 5, p un ti 2, 3 e 4 )
U Per la determinazione del fabbisogno di energia primaria dell'edificio, sono
impianti a considerati ricadenti fra gli impianti alimentati da fonte rinnovabile gli
biomassa
co m e impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati
rinnovabili a biomasse combustibili che rispettano i seguenti requisiti:
(comma 12) a. rendimento utile nominale minimo conforme alla classe 3 di cui alla
norma Europea UNI EN 303-5;
b. limiti di emissione conformi all'allegato IX alla parte quinta del DLgs
152/06 e s.m.i., ovvero i più restrittivi limiti fissati da norme
regionali, ove presenti;
c. utilizzano biomasse combustibili ricadenti fra quelle ammissibili ai
sensi dell'allegato X alla parte quinta del DLgs 152/06 e s.m.i.
V Sono prescritti, fermo restando quanto indicato dall’art.5 comma 6 del DPR
trattamento 412/93 per gli impianti di potenza complessiva ≥ 350 kW all'articolo 5:
ACS
 un trattamento chimico di condizionamento per impia nti di potenza
(comma 14)
nominale del focolare complessiva ≤ 100 kW;
 un trattamento di addolcimento per impianti di potenza nominale del
focolare complessiva compresa tra 100 e 350 kW;
Ta li i nd i c azi oni v al g on o:
o i n as se n za d i p r od u zi o ne d i A C S e i n p re se nz a d i a cq u a d i a li me n ta zi o ne
d e ll 'i mp i a n to c on d ure z za te mp o ra ne a ≥ 2 5 °f ;
o i n c as o d i p r od u zi one d i A C S i n p re se nz a d i a cq ua di ali me n t azi one
d e ll 'i mp i a n to c on d ure z za te mp o ra ne a > 1 5 °f
Pe r q ua n to ri gu ard a i p re d e t ti tr at t ame n ti si f a rif e ri me nt o al la n or ma te cni c a U NI 8 0 6 5.
W In tutti i casi di nuova costruzione o ristrutturazione di edifici pubblici o a
limiti più uso pubblico devono essere rispettate le seguenti ulteriori disposizioni:
severi per gli
e d i f i ci a. i valori limite già riportati alla lettera A e C sono ridotti del 10%
pubblici b. il valore limite del rendimento globale medio stagionale è calcolato
(comma 15) con la seguente formula: (η g )≥(75+4logPn)%
c. i predetti edifici devono essere dotati di impianti centralizzati per la
climatizzazione invernale ed estiva, se quest'ultima fosse prevista.

26 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


3.5 REQUISITI ENERGETICI DEGLI EDIFICI
Indice di prestazione energetica per la climatizzaz ione invernale
I valori limite riportati nelle tabelle sono espressi in funzione della zona climatica, così
come individuata dal DPR 412/93 e del rapporto di forma dell’edificio S/V, dove:
2
 S è la superficie (m ) che delimita verso l'esterno (ovvero verso ambienti non dotati di
impianto di riscaldamento) il volume riscaldato V;
3
 V è il volume lordo (m ) delle parti di edificio riscaldate, definito dalle superfici che lo
delimitano.
Per valori di S/V compresi nell’intervallo 0.2 e 0.9 e, analogamente, per gradi giorno (GG)
intermedi ai limiti delle zone climatiche riportati in tabella, si procede mediante
interpolazione lineare.
Per località caratterizzate da un numero di GG > 3001 i valori limite sono determinati per
estrapolazione lineare, sulla base dei valori fissati per la zona climatica E, con riferimento
al numero di GG proprio della località in esame (DLgs 311/06 All.C).

Edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena, e caserme
TABELLA 1.1 EP i limite (valori in kWh/m² anno) – L im it i di le g g e 2 0 0 6
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 10 10 15 15 25 25 40 40 55 55

≥0.9 45 45 60 60 85 85 110 110 145 145

TABELLA 1.2 EP i limite dal 1 gennaio 2008 (valori in kWh/m² anno) – L im it i di le g g e


Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 9.5 9.5 14 14 23 23 37 37 52 52

≥0.9 41 41 55 55 78 78 100 100 133 133

TABELLA 1.3 EP i limite dal 1 gennaio 2010 (valori in kWh/m² anno) – L im it i di le g g e


Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 8.5 8.5 12.8 12.8 21.3 21.3 34 34 46.8 46.8

≥0.9 36 36 48 48 68 68 88 88 116 116

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Tutti gli altri edifici
TABELLA 1.4 EP i limite (valori in kWh/m 3 anno) – L im i ti di le g g e 2 0 0 6
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 2.5 2.5 4.5 4.5 7.5 7.5 12 12 16 16

≥0.9 11 11 17 17 23 23 30 30 41 41

TABELLA 1. 5 EP i limite dal 1 gennaio 2008 (valori in kWh/m 3 anno) – L im i ti di le g g e


Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 2.5 2.5 4.5 4.5 6.5 6.5 10.5 10.5 14.5 14.5

≥0.9 9 9 14 14 20 20 26 26 36 36

TABELLA 1. 6 EP i limite dal 1 gennaio 2010 (valori in kWh/m 3 anno) – L im i ti di le g g e


Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 2 2 3.6 3.6 6 6 9.6 9.6 12.7 12.7

≥0.9 8.2 8.2 12.8 12.8 17.3 17.3 22.5 22.5 31 31

Trasmittanza termica delle strutture opache verticali


TABELLA 2.1 Strutture opache verticali (U limite in W/m 2 K) – L im i ti di l e g ge
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 0.85 0.72 0.62
B 0.64 0.54 0.48
C 0.57 0.46 0.40
D 0.50 0.40 0.36
E 0.46 0.37 0.34
F 0.44 0.35 0.33
Trasmittanza termica delle strutture opache orizzontali o inclinate
TABELLA 3.1 Coperture (U limite in W/m 2 K) – Li m it i di l e g g e
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 0.80 0.42 0.38
B 0.60 0.42 0.38
C 0.55 0.42 0.38
D 0.46 0.35 0.32
E 0.43 0.32 0.30
F 0.41 0.31 0.29

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TABELLA 3.2 Pavimenti verso locali non riscaldati o esterno (U limite in W/m 2 K)
Lim iti di l eg g e
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 0.80 0.74 0.65
B 0.60 0.55 0.49
C 0.55 0.49 0.42
D 0.46 0.41 0.36
E 0.43 0.38 0.33
F 0.41 0.36 0.32
Trasmittanza termica delle chiusure trasparenti
TABELLA 4.a Chiusure trasparenti (U limite in W/m 2 K)
Lim iti di l eg g e
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 5.5 5.0 4.6
B 4.0 3.6 3.0
C 3.3 3.0 2.6
D 3.1 2.8 2.4
E 2.8 2.4 2.2
F 2.4 2.2 2.0

TABELLA 4.b Vetri (U limite in W/m 2 K)


Lim iti di l eg g e
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 luglio 2008 Dal 1 gennaio 2011
A 5.0 4.5 3.7
B 4.0 3.4 2.7
C 3.0 2.3 2.1
D 2.6 2.1 1.9
E 2.4 1.9 1.7
F 2.3 1.7 1.3

5 - Rendimento globale medio stagionale dell’impianto termico


Rendimento globale medio stagionale (η g ) ≥ (75+3logPn)% se Pn <1000 kW
Rendimento globale medio stagionale (η g ) ≥ 84% se Pn ≥1000 kW

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CERTIFICAZIONE ENERGETICA
Le Linee Guida Nazionali per la Certificazione energetica degli edifici:
Allegato A del DM 26/06/2009 – Attuazione del DLgs 192/05

4.1 INTRODUZIONE
La certificazione energetica degli edifici è uno strumento voluto dalla Direttiva
2002/91/CE e prescritto dal DLgs 192/05 per introdurre il parametro “efficienza
energetica” come nuovo valore del mercato edilizio e per sensibilizzare tutti gli attori del
processo edilizio e in particolare l’utente finale in riferimento alle problematiche
energetico-ambientali.

4.2 IL DM 26/06/2009
Le Linee Guida Nazionali (abbreviate LGN) per la certificazione energetica sono contenute
nel DM 26/06/2009 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 luglio 2009 e in vigore dal 25
luglio 2009 . Il decreto si compone di 8 articoli e di 2 allegati: le Linee Guida Nazionali
per la certificazione energetica sono contenute nell’Allegato A (e sono suddivise a loro
volta in 7 allegati), mentre nell’Allegato B sono elencate e aggiornate le norme tecniche di
riferimento che erano contenute nell’Allegato M del DLgs 192/05.

Il ruolo delle Regioni e Province autonome (Art. 3)


Il contenuto del decreto e delle LGN si applica: “per tutte le regioni e province autonome
che non abbiano ancora provveduto ad adottare propri strumenti di certificazione
energetica degli edifici in applicazione della direttiva 2002/91/CE e comunque sino alla
data di entrata in vigore dei predetti strumenti regionali di certificazione energetica degli
edifici” (Art.3)
Nel disciplinare un proprio sistema di certificazione regionale si deve tener conto degli
elementi essenziali riportati nell’articolo 4. Invece le regioni o province autonome già
dotate di un proprio sistema di certificazione sono tenute “favorire un graduale
ravvicinamento dei propri strumenti regionali di certificazione energetica degli edifici
alle Linee guida. Le regioni e le province autonome provvedono affinché sia assicurata la
coerenza dei loro provvedimenti con i contenuti dell'art. 4.”
Elementi essenziali del sistema di certificazio ne energetica (Art. 4)
Sono elementi essenziali:
- l’attestato di certificazione dovrà contenere l’efficienza energetica dell’edificio, i
valori a norma di legge, di riferimento e le classi prestazionali nonché suggerimenti
per interventi migliorativi economicamente convenienti;
- si dovrà tenere conto delle norme tecniche vigenti;
- presentare metodologie di calcolo anche semplificate finalizzate a minimizzare gli
oneri a carico dell’utente, però che tengano conto delle norme di riferimento
- i requisiti professionali e i criteri di qualificazione e indipendenza dei certificatori;
- la validità temporale
- l’aggiornamento obbligatorio dell’attestato di certificazione energetica.

30 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


Validità temporale dell’ACE (Art. 6)
L’articolo 6 definisce la validità dell’attestato di certificazione in 10 anni purché siano
rispettate tutte le prescrizioni normative vigenti e le operazioni di controllo di efficienza
energetica, compresi i controlli sull’impianto di climatizzazione. In caso di mancato
rispetto di tali disposizioni l’attestato perde efficacia il 31 dicembre dell’anno successivo
a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata. I libretti di impianto o di
centrale devono essere allegati all’attestato di certificazione energetica.
Obblighi d’aggiornamento dell’ACE (Art. 6)
L’attestato deve essere aggiornato:
1- nel caso di interventi di riqualificazione che riguardino almeno il 25% della
superficie esterna dell’immobile;
2- nel caso di installazione di impianti con rendimenti più alti di almeno 5 punti
percentuali rispetto ai precedenti;
3- nel caso di interventi di ristrutturazione impiantistica, sostituzione di componenti o
apparecchi che riducano la prestazione energetica dell’edificio;
4- facoltativo in tutti gli altri casi.

4.3 LE LINEE GUIDA NAZIONALI (All. A del DM 26/06/09)

CAMPO D’APPLICAZIONE (Paragrafo 2)


Vale per tutte le categorie di edifici definiti dal DPR 412/93 indipendentemente dalla
presenza di impianti.
Uniche esclusioni: box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi, strutture
stagionali a copertura di impianti sportivi. Nel caso di edifici con diverse destinazioni
d’uso in cui non è possibile suddividere le zone te rmiche l’edificio è valutato in base alla
destinazione d’uso prevalente.
INDICATORE DI PRESTAZIONE ENERGETICA (Paragrafo 3)
EPgl= EPi + EPacs+ EPe + EPill
EPi: è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale;
EPacs: l’indice di prestazione energetica per la produzione dell’acqua calda sanitaria;
Epe: l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva;
EPill: l’indice di prestazione energetica per l’illuminazione artificiale.
Nel caso di edifici residenziali tutti gli indici sono espressi in kWh/m 2 anno.
Nel caso di altri edifici (residenze collettive, terziario, industria) tutti gli indici sono
espressi in kWh/m 3 anno.
METODI PER LA DETERMINAZIONE DELLA PRESTAZIONE (Paragrafo 4)
Metodo calcolato di Edifici di nuova costruzione, ristrutturazioni totali e
progetto demolizioni e ricostruzioni.
(Par. 5.1) Prevede di partire dai dati di ingresso del progetto energetico
dell’edificio come costruito e di eseguire il calcolo in conformità
con le norme ufficiali di riferimento che sono le UNI/TS 11300,
attualmente disponibili la parte 1 per il calcolo del fabbisogno
dell’energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed
invernale, e la parte 2 per la determinazione dell’energia primaria
e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e la produzione
dell’acqua calda sanitaria.

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Metodo di calcolo Edifici esistenti
da rilievo Prevede di partire da dati di ingresso ricavati da indagini
sull’edificio sull’edificio e sono previsti tre livelli di approfondimento:
(Par. 5.2) I) Per tutte le tipologie di edificio: i dati si possono
ricavare per via strumentale o facendo riferimento alle
tabelle e agli abachi presenti nelle UNI/TS 11300 per
l’acquisizione delle caratteristiche termiche delle
strutture o dell’immobile. Per il calcolo del fabbisogno
si fa riferimento alle UNI/TS 11300;
II) Per edifici esistenti con superficie utile fino a 3000 m 2 :
i dati di ingresso si possono ricavare per analogie con
altri edifici o tramite banche dati o abachi. Per il
calcolo dell’indice di prestazione energetica si fa
riferimento al software DOCET, predisposto in base alla
UNI/TS 11300 dal CNR e dall’ENEA.
III) Per gli edifici esistenti con superficie utile fino a 1000
m 2 : sulla base dei principali dati dell’edificio e climatici
si calcola l’indice di prestazione energetica EPi con un
metodo semplificato riportato all’allegato 2 delle Linee
Guida Nazionali e il metodo semplificato delle UNI/TS
11300 per l’indice di prestazione EPacs.
FABBISOGNO ESTIVO (Paragrafo 6)
Nella valutazione dell’indice di prestazione energetica estiva attualmente non si tiene
conto dell’impianto e quindi non si parla di energia primaria ma solo di energia richiesta
dall’involucro per mantenere le condizioni di comfort estivo (26°C).

L’indicazione della qualità termica estiva dell’involucro edilizio deve essere riportata
negli attestati di qualificazione e certificazione energetica. Tale valutazione è facoltativa
nella certificazione di singole unità immobiliari ad uso residenziale di Sutile inferiore a
200 m 2 che utilizzano il metodo semplificato per la valutazione dell’indice di prestazione
energetica invernale. A tali unità verrà attribuita una qualità prestazionale estiva pari al
livello V.

Metodo dell’EPe, inv (Paragrafo 6.1)


Due sono i metodi di valutazione della qualità termica estiva dell’edificio, il primo si
basa sulla determinazione dell’EPe, inv con il metodo riportato nelle UNI/TS 11300 parte
1 espresso in kWh/m 2 anno e pari al rapporto tra l’energia termica richiesta a mantenere
le condizioni di comfort e la superficie calpestabile del volume climatizzato.
In funzione della valutazione dell’EPe, inv si definisce la classe energetica estiva
dell’edificio in base alla seguente classificazione:
-
EPe,inv (kWh/m 2 anno) Prestazioni Qualità prestazionale
EPe, inv < 10 Ottime I
10≤ EPe, inv < 20 Buone II
20≤ EPe, inv < 30 Medie III
30≤ EPe, inv < 40 Sufficienti IV
EPe, inv ≥ 40 Mediocri V

32 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


Metodo basato su parametri qualitativi (Paragrafo 6.2)
Nel caso di edifici esistenti con superficie utile inferiore a 1000 m 2 in alternativa la
metodo dell’Epe,inv è possibile fare una valutazione della qualità termica estiva
dell’involucro in base alle caratteristiche dinamiche dello stesso: sfasamento e
attenuazione dell’onda termica.
Nel caso che i valori non rientrino coerentemente nella stessa categoria prevale il valore
dello sfasamento.
Sulla base dei valori assunti per questi parametri si definisce la seguente classificazione
valida per tutte le destinazioni d’uso:

Sfasamento (h) Attenuazione Prestazioni Qualità prestazionale


S > 12 fa < 0,15 Ottime I
12 ≥ S > 10 0,15 ≤ fa < 0,30 Buone II
10 ≥ S > 8 0,30 ≤ fa < 0,40 Medie III
8 ≥ S > 6 0,40 ≤ fa < 0,60 Sufficienti IV
6 ≥ S 0,60 ≤ fa Mediocri V
CERTIFICAZIONE DI SINGOLI APPARTAMENTI (Paragrafo 7.5)
Nel caso di singoli appartamenti posso distinguere tre casi:
1. con impianti termici autonomi o contabilizzazione d el calore si prevede un
certificato per appartamento determinato con l’utilizzo del rapporto di forma
proprio dell’appartamento;
2. con impianti centralizzati privi di regolazione o contabilizzazione del calore
l’indice è ricavabile tenendo conto dell’indice di prestazione dell’intero edificio
ripartito in base alle tabelle millesimali del riscaldamento;
3. in presenza di impianto centralizzato e appartamenti che si distinguono per
interventi di riqualificazione energetica o installazione di impianti di regolazione,
si procede come nel caso dell’impianto autonomo con siderando per i calcoli
parametri di rendimento dell’impianto comune.
PROCEDURA DI CERTIFICAZIONE (Paragrafo 8)
La procedura di certificazione energetica degli edifici comprende il complesso di
operazioni svolte dai Soggetti certificatori ed in particolare l’esecuzione di una diagnosi
o di una verifica di progetto, la classificazione dell’edificio e il rilascio dell’ACE.

1. Esecuzione di una diagnosi, o di una verifica di progetto, finalizzata


Diagnosi o alla determinazione della prestazione energetica dell’immobile e
verifica di all’individuazione degli interventi di riqualificazione energetica che
progetto risultano economicamente convenienti, da cui:
a) reperimento dei dati di ingresso, relativamente alle
caratteristiche climatiche della località, alle caratteristiche
dell’utenza, all’uso energetico dell’edificio e alle specifiche
caratteristiche dell’edificio e degli impianti, avvalendosi, in
primo luogo dell’attestato di qualificazione energetica;
b) determinazione della prestazione energetica mediante
applicazione di appropriata metodologia, relativamente a tutti
gli usi energetici, espressi in base agli indici di prestazione
energetica EP totale e parziali;
c) individuazione delle opportunità di intervento per il

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miglioramento della prestazione energetica in relazione alle
soluzioni tecniche proponibili, ai rapporti costi-benefici e ai
tempi di ritorno degli investimenti necessari a realizzarle.

2. La classificazione dell’edificio in funzione degli indici di prestazione


Classificazione energetica e il suo confronto con i limiti di legge e le potenzialità di
miglioramento in relazione agli interventi di riqualificazione
individuati.

3. Il richiedente il servizio può richiedere il rilascio del certificato sulla


Rilascio base di:
dell’attestato di - un precedente attestato di qualificazione energetica;
certificazione - le risultanze di una diagnosi energetica.
energetica
(ACE) Il soggetto certificatore è tenuto ad utilizzare i dati in possesso del
richiedente. L’attestato di qualificazione energetica è comunque
obbligatorio per gli edifici di nuova costruzione, ristrutturazione totale
di edifici con S u t i l e maggiore di 1000 m 2 , interventi di demolizione
ricostruzione, ampliamenti di volume maggiori del 2 0%.

Entro i quindici giorni successivi alla consegna al richiedente


dell’attestato di certificazione energetica, il Soggetto certificatore
trasmette copia del certificato alla Regione o Provincia autonoma
competente per territorio.
Nel caso di edifici di nuova costruzione o ristrutturazione totale di
edifici con superficie utile maggiore di 1000 m 2 , interventi di
demolizione ricostruzione, ampliamenti di volume maggiori del 20%.
la nomina del Soggetto certificatore avviene prima dell’inizio dei
lavori.
Nei medesimi casi, qualora fossero presenti, a livello regionale o
locale, incentivi legati alla qualità energetica dell’edificio (bonus
volumetrici, ecc.), la richiesta dell’attestato di certificazione
energetica può essere resa obbligatoria prima del deposito della
richiesta di autorizzazione edilizia.

Le condizioni e le modalità attraverso cui è stata effettuata la


valutazione della prestazione energetica di un edificio o di una unità
immobiliare viene indicata esplicitamente nel relat ivo attestato, anche
ai fini della determinazione delle conseguenti resp onsabilità.

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4.4 LA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA (LGN Par.7.2)

La classe energetica globale dell’edificio comprende sottoclassi rappresentative dei


singoli servizi energetici certificati: riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria
e illuminazione.
Per la classificazione relativa alla climatizzazione invernale è stato posto come
requisito minimo il limite di separazione tra le classi C e D.
Attualmente si avvia la certificazione energetica limitando la valutazione all’indice di
prestazione ai servizi di climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria:
EPgl = EPi + EPacs

Il certificato energetico esprime il confronto della prestazione energetica globale EPgl con
le classi di riferimento proprie della località e dell’edificio.
La classificazione infatti tiene conto dell’indice di prestazione energetica limite previsto
dal DLgs 192/05 e relative modifiche (Dlgs 311/06 e DPR 59/09), applicando delle
percentuali Kn. Siccome nell’allegato C del DLgs 192/05 sono riportati i valori di EP limite
in funzione dei GradiGiorno e S/V dell’edificio, anche la classificazione corrispondente
dovrà tenere conto di entrambi questi fattori.
EPgl (Classe) = Kn EPilimite + EPacs

Nell’allegato 4 delle Linee Guida Nazionali sono riportate le tabelle che definiscono come
costruire le classi energetiche.
Di seguito sono riportate le tabelle per le classificazioni basate sul:
- fabbisogno energetico per la climatizzazione invernale EPi per un edificio residenziale.
- fabbisogno energetico per la produzione di acqua calda sanitaria EPacs.
- fabbisogno energetico globale che, attualmente, t iene conto solo di EPi e EPacs.

Tabella 1: Classificazione EPi


CLASSE A i + < 0,25 EPi(limite 2010)
0,25 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE A i < 0,50 EPi(limite 2010)
0,50 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE B i < 0,75 EPi(limite 2010)
0,75 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE C i < 1,00 EPi(limite 2010)
1,00 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE D i < 1,25 EPi(limite 2010)
1,25 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE E i < 1,75 EPi(limite 2010)
1,75 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE F i < 2,50 EPi(limite 2010)
CLASSE G i ≥ 2,50 EPi(limite 2010)

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Tabella 2: Classificazione EPacs
CLASSE A A C S < 9 kWh/m 2 anno
9 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE B A C S < 12 kWh/m 2 anno
12 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE C A C S < 18 kWh/m 2 anno
18 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE D A C S < 21 kWh/m 2 anno
21 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE E A C S < 24 kWh/m 2 anno
24 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE F A C S < 30 kWh/m 2 anno
CLASSE G A C S ≥ 30 kWh/m 2 anno

Tabella 3: Classificazione EPgl


CLASSE A g l + <0,25 EPi l i m 2 0 1 0 + 9 kWh/m 2 anno
0,25 EPi l i m 2 0 1 0 + 9 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE A g l <0,50 EPi l i m 2 0 1 0 + 9 kWh/m 2 anno
0,50 EPi l i m 2 0 1 0 + 9 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE B g l <0,75 EPi l i m 2 0 1 0 + 12 kWh/m 2 anno
0,75 EPi l i m 2 0 1 0 + 12 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE C g l <1,00 EPi l i m 2 0 1 0 + 18 kWh/m 2 anno
1,00 EPi l i m 2 0 1 0 + 18 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE D g l <1,25 EPi l i m 2 0 1 0 + 21 kWh/m 2 anno
1,25 EPi l i m 2 0 1 0 + 21 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE E g l <1,75 EPi l i m 2 0 1 0 + 24 kWh/m 2 anno
1,75 EPi l i m 2 0 1 0 + 24 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE F g l <2,50 EPi l i m 2 0 1 0 + 30 kWh/m 2 anno
CLASSE G g l ≥2,50 EPi l i m 2 0 1 0 + 30 kWh/m 2 anno

Autodichiarazione del proprietario (Paragrafo 9)


Per gli edifici di superficie utile inferiore o uguale a 1000 m 2 e ai soli fini di cui al
comma 1bis dell’Art. 6 del DLgs192/05 (ndr: trasferimento a titolo oneroso di interi
immobili o singole unità immobiliari), mantenendo la garanzia di una corretta
informazione dell’acquirente, il proprietario dell’edificio, consapevole della scadente
qualità energetica dell’immobile , può scegliere di ottemperare agli obblighi di leg ge
attraverso una sua dichiarazione in cui afferma che:
- l’edificio è di classe energetica G;
- i costi per la gestione energetica dell’edificio sono molto alti;
Entro quindici giorni dalla data del rilascio di detta dichiarazione, il proprietario ne
trasmette copia alla Regione o Provincia autonoma competente per territorio.
Altri sistemi di classificazione (Paragrafo 7.3)
Nell’ambito di quanto disposto si precisa che nel contesto delle specifiche realtà
regionali possono essere adottati altri sistemi di classificazione in conformità ai principi
generali fissati dal DM 26/06/09.

36 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


4.5 I SOGGETTI CERTIFICATORI
In assenza del terzo decreto di attuazione del DLgs 192/05 che definisca i requisiti
professionali e i criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e indipendenza
degli esperti o degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici e
l’ispezione degli impianti si ritiene che, laddove non ci siano specifiche regionali, debba
essere applicata la normativa nazionale, in particolare DLgs 115/08:

Certificatore Sono abilitati ai fini dell’attività di certificazione energetica, e


energetico quindi riconosciuti come soggetti certificatori tecnici operanti in veste
(DLgs115, All.III) di: - dipendente di enti ed organismi pubblici;
- dipendente di società di servizi pubbliche o private;
- professionista libero od associato,
iscritti ai relativi ordini e collegi professionali, ed abilitati
all’esercitazione della professione relativa alla progettazione di edifici
e d’impianti, asserviti agli edifici stessi, nell’ambito delle competenze
ad esso attribuite dalla legislazione vigente.
Il tecnico abilitato opera quindi all'interno delle proprie competenze.
Ove il tecnico non sia competente nei campi sopra citati (o nel caso
che alcuni di essi esulino dal proprio ambito di competenza), egli deve
operare in collaborazione con altro tecnico abilitato in modo che il
gruppo costituito copra tutti gli ambiti professionali su cui è richiesta
la competenza.
Ai soli fini della certificazione energetica, sono tecnici abilitati
anche i soggetti in possesso di titoli di studio tecnico scientifici,
individuati in ambito territoriale da regioni e province autonome, e
abilitati dalle predette amministrazioni a seguito di specifici corsi di
formazione per la certificazione energetica degli edifici con
superamento di esami finale. I predetti corsi ed esami sono svolti
direttamente da regioni e province autonome o autorizzati dalle stesse
amministrazioni.
Indipendenza e Ai fini di assicurare indipendenza ed imparzialità di giudizio dei
imparzialità soggetti certificatori, i tecnici abilitati, all'atto di sottoscrizione
del dell'attestato di certificazione energetica, dichiarano:
certificatore a) nel caso di certificazione di edifici di nuova costruzione,
(DLgs115, All.III) l'assenza di conflitto di interessi, tra l'altro espressa
attraverso il non coinvolgimento diretto o indirett o nel processo
di progettazione e realizzazione dell'edificio da certificare o con
i produttori dei materiali e dei componenti in esso incorporati,
nonché rispetto ai vantaggi che possano derivarne al
richiedente;
b) nel caso di certificazione di edifici esistenti, l'assenza di
conflitto di interessi, ovvero di non coinvolgiment o diretto o
indiretto con i produttori dei materiali e dei comp onenti in esso
incorporati, nonché rispetto ai vantaggi che possano derivarne
al richiedente.

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 37


4.6 QUALIFICAZIONE E CERTIFICAZIONE: AQE e ACE
Negli allegati delle Linee Guida nazionali sono riportati i modelli degli Attestati di
Certificazione e Qualificazione energetica. Di seguito proponiamo un confronto sulle
finalità e i contenuti dei due documenti:
AQE, ACE,
Attestato di qualificazione Attestato di certificazione
energetica energetica
Definizione: È il documento predisposto ed È il documento redatto nel rispetto
asseverato da un professionista delle norme contenute nel DLgs
abilitato, non necessariamente 192/05 e s.m., attestante la
estraneo alla proprietà, alla prestazione energetica ed
progettazione o alla realizzazione eventualmente alcuni parametri
dell’edificio, che sostituisce a tutti energetici caratteristici dell'edificio.
gli effetti l’attestato di certificazione È redatto da un Soggetto
energetica fino alla data di entrata in certificatore “indipendente” e
vigore delle LGN. nominato prima dell’inizio lavori.
(DLgs192/05, All.A) (DLgs192/05,Art.2; DM26/06/09-LGNPar.8)
Obblighi: È obbligatorio per tutti i tipi di È obbligatorio per gli edifici di
intervento definiti dal DLgs 192/05 nuova costruzione e per gli
ad esclusione delle ristrutturazioni interventi di ristrutturazione
parziali (vd. casistiche a pag.18) e integrale per edifici con S u t i l e >
consegnato per ottenere la fine 1000m 2 . Maggiori dettagli a pag.37.
lavori. ( D M 2 6 / 0 6 / 0 9 - L G N , P a r . 8 ) (DLgs192/05, Art.6)
Finalità: Strumento di controllo delle Strumento d’informazione per
prestazioni energetiche dell’edificio l’acquirente o conduttore circa le
per ottenere la fine lavori. prestazioni e il grado di efficienza
(DLgs192/05, Art.8 comma 2) energetica dell’edificio.
(DLgs192/05, Art.6 commi 3 e 4)
Contenuti: o Frontespizio: AQE o Frontespizio: ACE
(LGN, Allegati o Dati generali edificio o Dati generali edificio
5 e 6)
o Dati generali impianti o Dati generali impianti
o Progettista, DL e costruttore o Progettista, DL e costruttore
o Cruscotto prestazioni energ. o Cruscotto prestazioni energ.
o Prestazioni energ. Parziali o Prestazioni energ. Parziali
o Raccomandazioni o Raccomandazioni
o Eventuali note o Eventuali note
o Fonte dei dati utilizzati o Fonte dei dati utilizzati
o Software utilizzato o Software utilizzato
o Classe energetica proposta o Classe energetica
o Qualità estiva involucro
o Classificazione globale
o Dati Tecnico qualificatore o Dati Soggetto certificatore
o Sopralluoghi
o Data e firma DL o Data e firma certificatori
o Data e firma Qualificatore

38 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


4.7 L’OBBLIGO ALLA CERTIFICAZIONE
OBBLIGO DELLA CERTIFICAZIONE
Obbligo attuale La certificazione energetica è attualmente obbligatoria per:
(Dlgs 192/05 e — nuove costruzioni; ristrutturaz. integrali di edifici esistenti con
s.m.) S u t i l e >1000m 2 e demolizione e ricostruzione in manutenzione
straordinaria di edifici con S u t i l e >1000m 2
— Trasferimento a titolo oneroso di edifici o singole unità
immobiliari
— Accesso a incentivi fiscali.
— Contratti nuovi o rinnovati di gestione impianto termico
(l’attestato deve essere predisposto entro i primi 6 mesi del
nuovo contratto)
DETRAZIONI 55%
Periodo 2008-2011 Nel caso di domanda di detrazione per le spese relative a:
(DM 7 Apr 2008) — riqualificazione energetica dell’edificio (comma 344);
— isolamento involucro opaco (comma 345);
L’attestato di certificazione viene di fatto sostit uito dalla Scheda
“Allegato A” da compilare on-line dal sito dell’ENEA.
ABROGAZIONI DELLA Legge 133/2008
dal 22 Agosto 2008 Abrogati i seguenti passaggi del DLgs 192:
Art.6, comma 3: nel caso di trasf. a titolo oneroso dell'intero
immobile o della singola unità immobiliare, l’ACE è allegato
all'atto di compravendita, in originale o in copia autenticata.
Art. 6, comma 4: nel caso di locazione, l’ACE è messo a
disposizione del conduttore o ad esso consegnato in copia
dichiarata dal proprietario conforme all'originale in suo possesso.
Art. 15, comma 8: in caso di violazione dell'obbligo previsto
dall'Art.6, comma 3, il contratto è nullo. La nullità può essere
fatta valere solo dall’acquirente.
Art. 15, comma 9: in caso di violazione dell'obbligo previsto dall'
Art.6, comma 4, il contratto è nullo. La nullità può essere fatta
valere solo dal conduttore.
INFORMAZIONE IN CASO DI COMPRAVENDITA O LOCAZIONE E ANNUNCI IMMOBILIARI
Dlgs 28/2011 Nei contratti di compravendita o di locazione di edifici o di
Art.13 singole unità immobiliari è inserita apposita clausola con la quale
l'acquirente o il conduttore danno atto di aver ricevuto le
informazioni e la documentazione in ordine alla certificazione
energetica degli edifici. Nel caso di locazione, la disposizione si
applica solo agli edifici e alle unità immobiliari già dotate di
attestato di certificazione energetica in base alla scansione
temporale definita nel Dlgs 192/05.
Nel caso di offerta di trasferimento a titolo oneroso di edifici o di
singole unità immobiliari, a decorrere dal 1° gennaio 2012 gli
annunci commerciali di vendita riportano l'indice di prestazione
energetica contenuto nell'attestato di certificazione energetica.

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 39


GUIDA ALLE DETRAZIONI 55%
Regole e limiti da rispettare per accedere alle detrazioni fiscali per il
triennio 2008-2010 e per l’anno 2011.

5.1 ITER LEGISLATIVO


Le detrazioni 55% rappresentano un’iniziativa per promuovere gli interventi di
riqualificazione e valorizzazione energetica del patrimonio edilizio esistente. L’incentivo è
proposto come detrazione fiscale sull’IRPEF suddivisa in più quote annuali (5 o 10 a
seconda del periodo) del 55% delle spese sostenute. Questo strumento è stato introdotto
nel 2007 e resterà in vigore fino al 31/12/2011.

LA STORIA DELLE DETRAZIONI 55%


Inizio nel 2007 Le detrazioni del 55% sono state introdotte per la prima volta con la
Legge Finanziaria 2007 (Legge 27 Dicembre 2006, n.296) per gli
interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio
esistente e attuate con DM del 19 febbraio 2007.
Triennio Il successo dell’iniziativa ha spinto il Governo a rilanciare l’incentivo
2008-2010 con la Legge Finanziaria 2008 (Legge 24 Dicembre 2007, n.244) che
ha esteso la possibilità d’accesso alle detrazioni fino al 2010. Anche
in questo caso le regole dell’assetto amministrativ o sono state
definite con due decreti ministeriali:
 il DM 11 Marzo 2008 (G.U. 18 Marzo 2008, n.66): limiti
2008/2010
 il DM 7 Aprile 2008 (G.U. 24 Aprile 2008, n.97): assetto
amministrativo 2008/2010
Tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, la legge di conversione del DL
185/2008 (molto discussa nella sua prima versione) ha introdotto la
novità dell’obbligo di comunicazione all’Agenzia delle Entrate per le
spese sostenute a cavallo di due anni consecutivi.
Proroga per il Concluso il triennio iniziale 2008-2010, è stata prevista una proroga
2011 di un anno al limite temporale per godere della detrazione. Questa
proroga valida fino al 31/12/2011, assieme all’obbligo di suddivisione
della detrazione in 10 quote annuali di pari importo, è introdotta dalla
Legge 220/2010 pubblicata il 21/12/2010 in cui si legge all’articolo 1
comma 48 che:
Le disposizioni di cui all'articolo 1, commi da 344 a 347, della legge
27 dicembre 2006, n. 296, si applicano, nella misura ivi prevista,
anche alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2011. La detrazione
spettante è ripartita in dieci quote annuali di pari importo
Enea e l’Agenzia delle Entrate hanno predisposto l’aggiornamento
delle procedure operative per accedere alle detrazioni nel 2011.

40 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


MODIFICHE ALLE IMPOSTAZIONI DI LEGGE
Agosto 2009 L'art. 31 della Legge 99/2009 in vigore dal 15/8/09 abolisce l'obbligo
di produrre l'AQE per coloro che intendono fruire d ella detrazione per
la sostituzione di generatori di calore (comma 347 Finanziaria 2007)
Settembre 2009 Pubblicato in GU il DM 6 agosto 2009 recante semplificazioni e
chiarimenti delle procedure nonché i parametri di p restazione delle
pompe di calore
Febbraio 2010 Entra in vigore il 14 marzo 2010 il DM 26/1/10 riguardante le
detrazioni per le spese sostenute nel 2010. Tra le novità:
 nuove trasmittanze limite per poter accedere alle d etrazioni
 finalmente chiarito che finestre, porte e assimilabili devono
rispettare le trasmittanze dei componenti finestrati
 nuove condizioni per gli impianti a biomassa
CHIARIMENTI E INFORMAZIONI
Per ogni chiarimento in merito alle detrazioni 55% ricordiamo che è disponibile un elenco
di FAQ curato da ENEA e pubblicato all’indirizzo: http://efficienzaenergetica.acs.enea.it

5.2 LE DETRAZIONI 55%


Di seguito è proposta una sintesi dei contenuti delle leggi, dei decreti e delle circolari che
trattano il tema delle detrazioni del 55%.
EDIFICI AMMESSI ( C i r c o l a r e A g e n z i a d e l l e E n t r a t e 3 1 M a g g i o 2 0 0 7 )
La detrazione dell’imposta lorda riguarda solo gli interventi su edifici esistenti di
qualunque destinazione d’uso. La prova dell’esistenza è fornita da una delle seguenti 3
condizioni: iscrizione al catasto, richiesta di accatastamento o pagamento dell’ICI
Gli edifici inoltre, secondo l’Art.2 della Circolare 31/05/07:
- devono essere già dotati di impianto di riscaldamento;
Non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti,
radiatori individuali, scaldacqua unifamiliari; tali apparecchi sono tuttavia
assimilati agli impianti termici quando la somma delle potenze nominali del
focolare degli apparecchi al servizio della singola unità immobiliare ≥ 15kW.
- devono essere dotati, dopo l’intervento, di un impianto t ermico centralizzato, se
l’intervento prevede il frazionamento dell’unità immobiliare;
- devono essere riqualificati rispettando una fedele ricost ruzione dell’esistente, se
l’intervento prevede una ristrutturazione con demolizione e ricostruzione.
REGOLE PER ACCEDERE ALLA DETRAZIONE ( D M 1 9 / 0 2 / 0 7 , A r t t 2 e . 4 e s . m . i . )
Il soggetto richiedente (persona fisica, ente non titolare di reddito d’impresa o soggetto
titolare di reddito d’impresa che partecipa alle spese) deve:
a ) acquisire l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti la rispondenza tra
intervento e requisiti richiesti per accedere alle detrazioni
b ) inviare all’ENEA copia dell’Allegato A (attestato di qualificazione energetica o
certificazione ove prevista) (non più previsto nel caso di sostituzione di infissi in
singole unità immobiliari o installazione di pannelli solari e dal 15/8/09 anche
per la sostituzione di caldaie come dal comma 347 della Finanziaria 2007)

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 41


c ) inviare all’ENEA la scheda informativa dell’intervento (Allegato E o Allegato F)
d ) conservare traccia dei pagamenti relativi alle spese sostenute (nel caso di
privati i pagamenti devono essere fatti con bonifici bancari o postali indicando la
causale)
e ) inviare, solo se la durata dell’intervento si estende su più periodi di imposta, una
comunicazione all’Agenzia delle Entrate tramite apposito modulo
La documentazione va inviata entro 90 giorni dalla fine dei lavori per via telematica dal
sito dell’ENEA (conservando ricevuta informatica).
Il tecnico abilitato ( D M 1 9 / 0 2 / 0 7 , A r t . 1 e s . m . i . )
Secondo il Decreto Ministeriale del 19/02/07 è un tecnico abilitato:
- un ingegnere o un architetto iscritto al proprio ordine professionale
- un geometra o un perito industriale iscritto al proprio collegio professionale
Secondo la Circolare 31/05/07 la definizione vale anche per: dott. agronomi, dott.
forestali e periti agrari iscritti al proprio collegio professionale.
L’attestato di qualificazione (Allegato A) ( D M 1 9 / 0 2 / 0 7 , A r t . 4 e s . m . i . )
È il documento prodotto successivamente all’esecuzi one degli interventi, da redigere
secondo le procedure approvate dalle Regioni o dalle Province autonome o in assenza
delle quali seguendo lo schema riportato nell’Allegato A del DM del 19/02/07.
La scheda informativa (Allegato E o Allegato F) ( D M 1 9 / 0 2 / 0 7 , A r t . 4 e s . m . i . )
Da compilare sul modello dell’Allegato E del DM del 19/02/07 o in caso di sola
sostituzione di infissi in singole unità immobiliari o installazione di pannelli solari per
ACS, secondo l’Allegato F del DM del 07/04/08.
La comunicazione all’Agenzia delle Entrate ( P r o v v e d i m e n t o A d E c o n P r o t o c o l l o n . 5 7 6 3 9 / 2 0 0 9 )
La comunicazione serve per consentire il monitoraggio dell’onere a carico del bilancio
erariale per ciascun esercizio finanziario, derivante dalla detrazione d’imposta del 55%.
Il modello deve essere utilizzato per comunicare le spese sostenute a partire dal periodo
di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2008 e non è necessario qualora
i lavori siano iniziati e conclusi nel medesimo per iodo di imposta

5.3 LE TIPOLOGIE D’INTERVENTO


Riqualificazione energetica Detrazione max 100.000 €
Assev.

EP i ≤ EP l i m DM 11/03/08

Ammesse tutte le spese degli interventi che concorrono al


Spese

raggiungimento dell’obbiettivo sul fabbisogno invernale comprese le


co m ma 3 4 4
opere provvisionali e accessorie, forniture e pose in opera degli
elementi dell’involucro e degli impianti e gli oneri professionali.

42 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


Interventi sull’involucro Detrazione max 60.000 €
- calcolo della trasmittanza prima e dopo l’intervento
- verifica che U d o p o i n t e r v e n t o < U l i m
Assev.
- nel caso di sostituzione di infissi l’asseverazione può essere
sostituita da una certificaz. del produttore che attesti rispetto dei
requisiti min. corredata da certificaz. conformità dei componenti
Sono comprese le spese per opere provvisionali e oneri professionali.
Inoltre per interventi su elementi opachi:
co m ma 3 4 5
- fornitura e messa in opera di materiale coibente e materiali
Spese

ordinari, per il miglioramento delle caratteristiche termiche


- demolizione e ricostruzione dell’elemento costruttivo
Per quanto riguarda la sostituzione di infissi:
- fornitura e posa in opera dell’infisso
- integrazioni e sostituzioni dei componenti vetrati esistenti
Installazione pannelli solari per ACS Detrazione max 60.000 €
- garanzia di 5 anni pannelli solari e bollitori e di 2 anni per i
Assev.

componenti elettrici e presenza del certificato di conformità (UNI


12975) rilasciato da un laboratorio
- istallazione dell’impianto avvenuta in conformità ai manuali
Fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature per la realizzazione
Spese

co m ma 3 4 6 a regola d’arte degli impianti solari termici organicamente collegati alle


utenze e per gli oneri professionali.
Sostituzione di caldaie esistenti Detrazione max 30.000 €
Per caldaie a condens. con potenza nominale al foco lare ≥ 100 kW:
- rendimento termico utile del generatore di calore a
condensazione con carico pari al 100%Pn, η u ≥ (93+2logPn)%
- valvole termost. a bassa inerzia (o reg. mod.)se T f l u i d o >45°C
- presenza di un bruciatore di tipo modulante
- regolazione climatica che agisce direttamente sul bruciatore
- istallazione pompa di tipo elettronico a giri variabili
Asseverazione

Per caldaie a condens. con potenza nominale al foco lare <100 kW:
- verificare solo i primi 2 punti dell’elenco precede nte o recuperare
la certificaz. dei produttori per η u e valvole termostatiche
Per pompe di calore ad alta efficienza o impianti geotermici:
- verificare i limiti di COP e EER del DM 07/04/08 (e DM 06/08/09)
Nel caso di generatori di calore a biomasse va garantito:
co m ma 3 4 7
- η u minimo conforme alla classe 3 di cui alla UNI EN 30 3-5
- limiti di emissione e utilizzo di biomasse di cui all’All.IX e X parte
V del DLgs 152/06 e s.m
- per il 2010 e per edifici in zona climatica C, D, E ed F è richiesta
anche la verifica di U l i m per finestre, porte e vetrine (DM 26/1/10)
- smontaggio e dismissione dell’impianto esistente
Spese

- fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature per la


realizzazione a regola d’arte dei nuovi impianti (rete e generatore)
- oneri professionali

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5.4 VALORI LIMITE PER ACCEDERE ALLE DETRAZIONI

Edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena, e caserme
DM 11/03/08 Valori di EP i limite da verificare fino al 31/12/2009 (in kWh/m² anno)
Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 8.5 8.5 12.8 12.8 21.3 21.3 34 34 46.8 46.8

≥0.9 36 36 48 48 68 68 88 88 116 116

DM 11/03/08 Valori di EP i limite da verificare dal 1/01/2010 (in kWh/m² anno)


Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 7.7 7.7 11.5 11.5 19.2 19.2 27.5 27.5 37.9 37.9

≥0.9 32.4 32.4 43.2 43.2 61.2 61.2 71.3 71.3 94 94

Tutti gli altri edifici


DM 11/03/08 Valori di EP i limite da verificare fino al 31/12/2009 (in kWh/m 3 anno)
Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 2 2 3.6 3.6 6 6 9.6 9.6 12.7 12.7

≥0.9 8.2 8.2 12.8 12.8 17.3 17.3 22.5 22.5 31 31

DM 11/03/08 Valori di EP i limite da verificare dal 1/01/2010 (in kWh/m 3 anno)


Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 1.8 1.8 3.2 3.2 5.4 5.4 7.7 7.7 10.3 10.3

≥0.9 7.4 7.4 11.5 11.5 15.6 15.6 18.3 18.3 25.1 25.1

44 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


Trasmittanza termica delle strutture che compongono l’involucro
Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %

DM 11/03/08 Valori di trasmittanza U da verificare fino al 31/12/2009 (in W/m 2 K)


DM 11/03/08 Valori di trasmittanza U da verificare dal 1/01/2010 (in W/m 2 K)
DM 26/01/10 Valori di trasmittanza U da verificare dal 14/03/2010 (in W/m 2 K)
Strutture opache orizzontali Finestre
Zona Strutture
o inclinate comprensive di
climatica opache verticali
Coperture Pavimenti * infissi * *
A 0.62 0.56 0.54 0.38 0.34 0.32 0.65 0.59 0.60 4.6 3.9 3.7
B 0.48 0.43 0.41 0.38 0.34 0.32 0.49 0.44 0.46 3.0 2.6 2.4
C 0.40 0.36 0.34 0.38 0.34 0.32 0.42 0.38 0.40 2.6 2.1 2.1
D 0.36 0.30 0.29 0.32 0.28 0.26 0.36 0.30 0.34 2.4 2.0 2.0
E 0.34 0.28 0.27 0.30 0.24 0.24 0.33 0.27 0.30 2.2 1.6 1.8
F 0.33 0.27 0.26 0.29 0.23 0.23 0.32 0.26 0.28 2.0 1.4 1.6
* Pavimenti verso locali non riscaldati o verso l’esterno.
** C o n f o r m e m e n t e a q u a n t o p r e v i s t o a l l ’ a r t i co l o 4 , c o m m a 4 , l e t t e r a c) , d e l D P R 5 9 / 0 9 , ch e fi s s a i l v a l o r e
m a s s i m o d e l l a t r a s m i t t a n z a ( U ) d e l l e c h i u s u r e a p r i b i l i , q u a l i p o r t e , fi n e s t r e e v e t r i n e a n c h e s e n o n a p r i b i l i ,
co m p r e n s i v e d i i n f i s s i ( n o t a d e l D M 2 6 / 0 1 / 2 0 1 0 ) .

Limiti di prestazione per le pompe di calore


DM 06/08/09 Valori minimi di COP e EER per pompe di calore elettriche e a
( S tr al ci o A ll. I ) gas
Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %
Pompe di calore Pompe di calore
Ambiente elettriche * * a Gas * * *
Tipo di pompa di
esterno e COP EER COP EER
calore
interno * 2008 2008 2008 2008
2010 2010 2010 2010
2009 2009 2009 2009
aria/aria 3.8 3.9 3.3 3.4 1.42 1.46
Si rimanda alla
aria/acqua lettura del DM 3.9 4.1 3.4 3.8
P≤35kW 06/08/09,
Allegato I
1.34 1.38
aria/acqua Pari a 0.6
(i parametri 3.7 3.8 3.1 3.2
P>35kW rappresentano per tutte le
salamoia/aria le condizioni 4.0 4.3 4.2 4.4 1.55 1.59 categorie
salamoia/acqua co n cu i 4.0 4.3 4.2 4.4 1.44 1.47
e f fe t t u a r e l a
acqua/aria prova) 4.3 4.7 4.2 4.4 1.57 1.60
acqua/acqua 4.4 5.1 4.6 5.1 1.52 1.56
* P e r l a d e fi n i z i o n e d e l l e c o n d i z i o n i a m b i e n t a l i i n t e r n e e d e s t e r n e s i r i m a n d a a l l a l e t t u r a d e l l e s c h e d e
d e l l ’ A l l e g a t o I d e l D M 0 6 / 0 8 / 0 9 s c a r i c a b i l e d a l l a p a g i n a “ D o cu m e n t i e L e g g i ” d e l s i t o w w w . a n i t . i t .
** L a p r e s t a z i o n e d e v e e s s e r e m i s u r a t a i n c o n fo r m i t à a l l a n o r m a U N I E N 1 4 5 1 1 : 2 0 0 4 . A l m o m e n t o d e l l a
p r o v a l a p o m p a d i c a l o r e d e v e fu n z i o n a r e a p i e n o r e g i m e n e l l e co n d i z i o n i i n d i ca t e a l l ’ A l l e g a t o I d e l D M
06/08/09.
*** La prestazione deve essere misurata in conformità alla norma UNI EN 12309-2:2000 (pompe di calore a
gas ad assorbimento) e EN 14511:2004 (pompe di calore a gas a motore endotermico).

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 45


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ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico.
Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:

- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati;


- promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica;
- assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle
problematiche di energetica e acustica in edilizia;
- effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato;
- fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l'isolamento termico ed acustico ed argomenti
affini;
- organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità
di confrontare le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico;
- diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico;
- sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale, quali software applicativi e manuali.

I SOCI
Sono soci ANIT individuali: professionisti, studi di progettazione e tecnici del settore.
Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Assocazione.
Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc.
Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico.
Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività
dell' Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli
strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti. L'Associazione è ad anno solare, con
scadenza al 31 dicembre dell'anno di iscrizione. Per info: associazione@anit.it.

LE PUBBLICAZIONI
ANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali
divulgativi, sintesi di chiarimento dei Decreti DPCM 5-12-97 per i requisiti acustici passivi degli
edifici e DPR 59 per l’efficienza energetica degli edifici, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci)
e distribuite gratuitamente in occasione degli incontri e dei convegni ANIT.

I CONVEGNI
ANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore.
Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni
sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia.
Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate.

Maggiori info su www.anit.it


dal 1984.
Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico
www.anit.it

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