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GUIDA ANIT

ottobre 2009
La legislazione per il risparmio energetico
e l’acustica degli edifici

Requisiti acustici passivi


#

degli edifici:
SINTESI DPCM 5-12-97
!

Efficienza energetica degli edifici:


#

SINTESI DPR 59/09

Certificazione energetica: #

SINTESI Linee Guida Nazionali .

Guida alle detrazioni 55%:


Regole e limiti da rispettare
#
#
# #

Piano Casa e scomputi volumetrici:


Accordo Stato-Regioni
0

e DLgs 115/08

/ * 4
** 1 777
3 83 9 ) 1 4 : ;

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


www.anit.it
GUIDA ANIT
La legislazione per il risparmio energetico
e l’acustica degli edifici

Cap.1 Requisiti acustici passivi degli edifici:


edifici :
s intesi del DPCM 5/12/97
1. 1 In t rod uzi one … …… …… … …… … …… … …… …… … … 1
1. 2 Gui d a a l la co ns ul t azi one d e l DP CM 5 / 1 2/ 9 7 … …… …. 1
1. 3 A na li si d e g li a r ti c oli …… … …… … …… … …… …… ….. 1
1. 4 Me tod o d i ca lc o lo e mi su ra zi o ne i n op e ra … …… … …. 5
1. 5 Il te cni c o c omp e te n te e la re sp on sabi li tà le ga le …… .. 10

Cap.2 Efficienza energetica degli edifici:


edifici :
nuove disposizioni introdotte dal DPR59/09
2. 1 In t rod uzi one … …… …… … …… … …… … …… …… … … 13
2. 2 Q uad ro te mp o ra le … …… … …… … …… … …… …… ….. 13
2. 3 A na li si d e l DP R 5 9/ 0 9 …… … …… … …… … … …… ….. 14
2. 4 V e ri f i c he d a ri sp e t ta r e …… … …… … …… … … …… ….. 18
2. 5 Re q ui si ti e ne r ge ti ci d e g li e d i f i ci … …… … …… …… …. 25

Cap.3 Certificazione energetica:


le Linee Guida Nazionali e il DM 26/06/09
3. 1 In t rod uzi one … …… …… … …… … …… … …… …… … … 28
3. 2 Il D M 2 6/ 0 6/ 0 9 …… …… … …… … …… … …… …… … … 28
3. 3 L e L i ne e G ui d a N azi o na li … … …… … …… … … …… ….. 29
3. 4 L a c la ssi f i ca zi o ne e n e r ge ti ca … … …… … …… …… ….. 33
3. 5 I So g ge t ti Ce r ti f i c a to r i …… … …… … …… … … …… ….. 35
3. 6 Q ua li f i c azi one e Ce rti f i ca zi o ne : A Q E e A CE … …… … … 36
3. 7 L ’o bbli g o a l la ce rti f i c azi one … …… … …… … … …… …. 37

Cap.4
Cap. 4 G uida
ui da alle
all e detrazioni 55%:
regole e limiti da rispettare
4. 1 Ite r le gi s la ti vo … … …… … …… … …… … …… …… … … 38
4. 2 L e d e tr a zi o ni d e l 5 5 % …… … …… … …… … … …… … … 39
4. 3 L e ti p o l o gi e d i i n te rve nt o i n te re s sa te …… … … …… …. 40
4. 4 V al ori li mi te p e r a c ce d e re a lle d e t ra zi oni …… …… ….. 42

Cap.5
Cap. 5 Piano casa e scomputi volumetrici:
l’accordo Stato-
Stato - Regioni e il DLgs115
5. 1 In t rod uzi one … …… …… … …… … …… … …… …… … … 44
5. 2 Il Pi a no Ca sa … …… …… … …… … …… … …… …… ….. 44
5. 3 S co mp u ti v ol ume t ri ci e d i st an ze d ai c onf i ni … …… ….. 45

Tutti i diritti sono riservati.


Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta di ANIT.
Le informazioni relative al contenuto di questa pubblicazione sono da ritenersi indicative ed è necessario sempre riferirsi ai
documenti ufficiali. Sul sito www.anit.it nella sezione “Documenti e Leggi” sono disponibili tutti i testi di legge citati.
Edito da TEP srl, Via Savona 1/B – 20144 Milano – 2009

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI
EDIFICI - Sintesi del DPCM 5/12/1997

1.1 INTRODUZIONE
Il 22 dicembre 1997 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (Serie generale n. 297) il
testo del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 Dicembre 1997 (di seguito
DPCM 5/12/1997): Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici.
Il presente capitolo ha lo scopo di esporre i contenuti del Decreto.
Il testo completo del Decreto è scaricabile dal sito www.anit.it alla sezione Documenti e
Leggi/Acustica.

1.2 GUIDA ALLA CONSULTAZIONE DEL DPCM 5/12/1997


Art. 1 Campo di applicazione
Art. 2 Definizioni
Art. 3 Valori limite
Art. 4 Entrata in vigore
Allegato A Grandezze di riferimento: definizioni, metodi di calcolo e misure
Rumore prodotto dagli impianti tecnologici
Tabella A – Classificazione degli ambienti abitativi (art. 2)
Tabella B – Requisiti acustici passivi degli edifici, dei loro componenti e
degli impianti tecnologici
Nota (tempo di riverberazione edilizia scolastica)

1.3 ANALISI DEGLI ARTICOLI


INTRODUZIONE
Scopo del decreto:
“fissare criteri e metodologie per il contenimento dell'inquinamento da rumore
all'interno degli ambienti abitativi” allo scopo di ridurre l'esposizione umana al rumore.
CAMPO DI APPLICAZIONE (Art.1)
Il Decreto è stato emanato in attuazione dell’art. 3 comma 1 lettera e) della legge 447
del 1995 (Legge quadro sull’inquinamento acustico) e riguarda la determinazione di:
 requisiti acustici di sorgenti sonore interne agli edifici
 requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti in opera
Il Decreto non riguarda gli altri tipi di sorgenti sonore (strade, ferrovie ecc.). Per tali
sorgenti viene fatto riferimento agli altri provvedimenti attuativi previsti dalla Legge 447.

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DEFINIZIONI (Art.2 e All.A)
Di seguito e al capitolo 1.4 sono riportate le nozioni più significative riguardanti
ambienti e grandezze da considerare:
Ambienti abitativi Gli ambienti abitativi sono definiti all’Art.2 comma 1 lettera b) della
L. 447: “ogni ambiente interno ad un edificio destinato alla
permanenza di persone o di comunità ed utilizzato per le diverse
attività umane, fatta eccezione per gli ambienti destinati ad attività
produttive per i quali resta ferma la disciplina di cui al DLgs 15
agosto 1991, n. 277, salvo per quanto concerne l'immissione di
rumore da sorgenti sonore esterne ai locali in cui si svolgono le
attività produttive”.
Il DPCM 5/12/1997 classifica gli ambienti abitativi nelle seguenti
categorie:
A:edifici adibiti a residenza o assimilabili;
B:edifici adibiti ad uffici e assimilabili;
C:edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili;
D:edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilab.;
E:edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilab.;
F:edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili;
G:edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili.
Si evidenzia che il DPCM 5/12/1997 classifica gli ambienti abitativi
come “edifici” a differente destinazione d’uso, la definizione
precedente invece sembra riguardare i singoli “locali”.
Componenti degli Sono considerati componenti degli edifici sia le partizioni verticali
edifici (pareti, ecc.) che le partizioni orizzontali (solai, ecc.)
Unità immobiliari Tre definizioni ricavate dalla legislazione nazionale:
(definizione non D.P.R. 1142 – 01 dicembre 1949 “Approvazione del Regolamento
contenuta nel
per la formazione del nuovo catasto edilizio urbano”:
DPCM 5/12/97) Unità immobiliare urbana: si accerta come distinta unità
immobiliare urbana ogni fabbricato, o porzione di fabbricato od
insieme di fabbricati che appartenga allo stesso proprietario e che,
nello stato in cui si trova, rappresenta, secondo l'uso locale, un
cespite indipendente.
D. M. LL. PP. 14 giugno 1989, n.236 "Prescrizioni tecniche
necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità
degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata
e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle
barriere architettoniche." Art. 2 commi b) e c):
Per unità ambientale si intende uno spazio elementare e definito,
idoneo a consentire lo svolgimento di attività compatibili tra loro.
Per unità immobiliare si intende una unità ambientale suscettibile
di autonomo godimento ovvero un insieme di unità ambientali
funzionalmente connesse, suscettibile di autonomo godimento.

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D.M. 2 gennaio 1998, n.28 (NB successivo al DPCM 5/12/1997)
“Regolamento recante norme in tema di costituzione del catasto dei
fabbricati e modalità di produzione ed adeguamento della nuova
cartografia catastale”:
Art. 2: L'unità immobiliare è costituita da una porzione di
fabbricato, o da un fabbricato, o da un insieme di fabbricati ovvero
da un'area, che, nello stato in cui si trova e secondo l'uso locale,
presenta potenzialità di autonomia funzionale e reddituale.
Descrittori dei requisiti acustici passivi degli edifici
Potere L’indice di potere fonoisolante apparente (R’ w ) caratterizza la
fonoisolante capacità di una partizione realizzata in opera, divisoria tra due
apparente differenti ambienti, di abbattere i rumori aerei.
R’ w
Isolam. acustico L’indice di isolamento acustico standardizzato di facciata (D 2 m , n T w )
standardizzato di caratterizza la capacità di una facciata di abbattere i rumori aerei
facciata provenienti dall’esterno. Il pedice “2m” indica che la misura del
D2m,nTw rumore esterno va eseguita a 2 metri dalla facciata stessa.
Il pedice “nT” indica che la misura deve essere normalizzata sulla
base del tempo di riverberazione proprio dell’ambiente interno.
Livello di rumore L’indice di livello di rumore di calpestio di solai normalizzato (L’ n w )
di calpestio di caratterizza la capacità di un solaio realizzato in opera di abbattere
solai normalizzato i rumori impattivi (di calpestio).
L’ n w Si valuta in sostanza azionando una macchina per il calpestio sul
solaio da analizzare e misurando il livello di rumore percepito in un
altro ambiente (in genere l’ambiente sottostante).
Di conseguenza più basso è il livello di rumore misurato migliori
sono le prestazioni di isolamento del solaio.
Livello di rumore Per misurare il livello di rumore prodotto dagli impianti a
degli impianti a funzionamento discontinuo il DPCM richiede di utilizzare il
funzionamento parametro Livello massimo di pressione sonora ponderata A con
discontinuo costante di tempo slow (L A S m a x ). Si tratta di misurare il picco
LASmax massimo (max) di rumore prodotto da un impianto.
Vengono considerati i seguenti tipi di impianti: ascensori, scarichi
idraulici, bagni, servizi igienici e rubinetteria.
Livello di rumore Per misurare il livello di rumore prodotto dagli impianti a
degli impianti a funzionamento continuo il DPCM richiede di utilizzare il parametro
funzionamento Livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata A (L A e q ).
continuo Si tratta di misurare il livello continuo di rumore prodotto
LAeq dall’impianto.
Vengono considerati i seguenti tipi di impianti: impianti di
riscaldamento, impianti di aerazione e impianti di condizionamento.
Tempo di Il tempo di riverberazione (T 6 0 ) è il tempo necessario perché un
riverberazione determinato suono decada di 60 dB all’interno di un locale. Il
T60 parametro varia al variare della frequenza considerata.

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VALORI LIMITE (Art. 3 e Allegato A)
I valori limite da rispettare sono quelli riportati nella tabella che segue:
Parametri [dB]
. Categorie di ambienti abitativi
R’ w D2m,nT,w L’ n w LASmax LAeq
Edifici adibiti ad ospedali, cliniche,
55 45 58 35 25
case di cura e assimilabili
Edifici adibiti a residenze, alberghi,
50 40 63 35 35
pensioni ed attività assimilabili
Edifici adibiti ad attività scolastiche a
50 48 58 35 25
tutti i livelli e assimilabili
Edifici adibiti ad uffici, attività
ricreative o di culto, attività 50 42 55 35 35
commerciali o assimilabili
 I valori di R’ w e D 2 m n T w sono da intendersi come valori minimi consentiti
 I valori di L’ n w , L A S m a x e L A e q sono da intendersi come valori massimi consentiti
 I valori di R’ w sono riferiti a elementi di separazione tra differenti unità immobiliari
 I valori di D 2 m n T w sono riferiti a elementi di separaz. tra ambienti abitativi e l’esterno
 I valori di L’ n w sono riferiti a elementi di separazioni tra differenti ambienti abitativi
Nota: i valori limite prescritti devono essere verificati in opera
Normativa locale: Regolamenti edilizi locali o regolamenti regionali possono prescrivere
limiti più severi.

ENTRATA IN VIGORE (Art. 4)


Il Decreto è entrato in vigore dopo 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
— Data di pubblicazione su G.U. : 22 dicembre 1997;
— Data di entrata in vigore: 20 febbraio 1998.
Per gli edifici realizzati precedentemente a tale data vanno applicate le eventuali
prescrizioni riportate all’interno di normative locali (Regolamenti edilizi ecc.).
Rientrano nell’applicazione del Decreto tutti gli edifici per i quali sia stata rilasciata
Concessione Edilizia (o altra autorizzazione prevista) dopo il 20 febbraio 1998 (cfr. Circ.
Min. Ambiente del 9 marzo 1999 scaricabile dal sito www.anit.it).
LEGGE COMUNITARIA 2008
Il giorno 14 luglio 2009 è stata pubblicata la LEGGE 7 luglio 2009, n. 88 “Disposizioni
per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alla Comunità
Europea - Legge comunitaria 2008”. L’art. 11 (Delega al Governo per il riordino della
disciplina in materia di inquinamento acustico) indica di riscrivere i Decreti correlati con
l’inquinamento acustico e riporta alcune informazioni inerenti l’applicazione del DPCM
5-12-1997. In particolare il comma 5 recita:

In attesa del riordino della materia, la disciplina relativa ai requisiti acustici passivi
degli edifici e dei loro componenti di cui all’articolo 3, comma 1, lettera e), della legge
26 ottobre 1995, n. 447,[DPCM 5/12/1997] non trova applicazione nei rapporti tra
privati e, in particolare, nei rapporti tra costruttori-venditori e acquirenti di alloggi sorti
successivamente alla data di entrata in vigore della presente legge.
La Legge è entrata in vigore mercoledì 29 luglio 2009.

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Il comma 5 può generare confusione nel settore dell’isolamento acustico degli edifici.
ANIT propone quindi alcune considerazioni per interpretare l’articolo.

1. L’art. 11 NON abroga il DPCM 5/12/1997. Il Decreto resta in vigore e quindi gli
edifici devono ancora essere costruiti rispettando i limiti in esso definiti. In
particolare i Comuni devono comunque richiedere a chi realizza l’immobile di
documentare il rispetto dei limiti di legge. Il comma 5 infatti considera solo i
rapporti tra privati, non tra costruttori e pubblica amministrazione.
2. La legge non è retroattiva. Il comma 5 considera solo i rapporti “sorti” dopo
l’entrata in vigore del documento (si evidenzia che il termine “sorti” deve essere
ragionevolmente riferito ai “rapporti” e non può essere collegato agli “alloggi”).

Si segnala che UNI, ente nazionale di unificazione, su richiesta del Ministero


dell’Ambiente sta elaborando una norma per la classificazione acustica degli edifici. Il
documento verrà ragionevolmente concluso entro la fine del 2009. La norma definisce
una procedura per classificare acusticamente le unità immobiliari sulla base dei risultati
di misure fonometriche a fine lavori. Il documento verrà sottoposto all’attenzione dei
Ministeri competenti per l’eventuale definizione di un “nuovo DPCM 5/12/1997”.

1.4 METODI DI CALCOLO E MISURAZIONE IN OPERA

Metodi di calcolo
I requisiti acustici passivi R’ w , L’ n w e D 2 m n T w possono essere calcolati analiticamente
basandosi sulle indicazioni riportate nelle norme tecniche UNI EN 12354, parti 1-2-3, o nel
rapporto tecnico UNI TR 11175
Tra le UNI EN 12354 ed il Rapporto Tecnico UNI esistono alcune sostanziali differenze.
Le UNI EN 12354 sono state elaborate in sede CEN, si riferiscono a tipologie costruttive
tipiche del Nord Europa ed i modelli di calcoli descritti richiedono dati di ingresso
difficilmente reperibili. Il Rapporto Tecnico UNI invece si basa sul metodo di calcolo
semplificato proposto nelle UNI EN 12354 ed è stato elaborato considerando tecnologie
edilizie tipiche del nostro Paese. Inoltre presenta in appendice un’ampia banca dati
contenente le prestazioni acustiche di strutture edilizie “nazionali”.

ANIT ha sviluppato due software per il calcolo dei requisiti acustici:


• Echo 4.1 - basato su UNI TR 11175;
• Echo 5.0 - basato sulle UNI EN 12354 1-2-3;

Per il calcolo del rumore degli impianti è stata emanata nel 2009 la norma UNI EN 12354-
5. Come per le parti precedenti il metodo di calcolo descritto richiede l’inserimento di dati
difficilmente reperibili. Per la progettazione del rumore da impianti ci si basa quindi
ancora prevalentemente su indicazioni di corretta posa in opera dei sistemi costruttivi.

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Misure in opera
Nella tabella seguente sono indicate le norme tecniche e le considerazioni sulla misura in
opera per ogni parametro del DPCM.
POTERE FONOISOLANTE APPARENTE
Norma tecnica Per la misura del potere fonoisolante apparente (R’ w ) nel DPCM si
fa riferimento alla norma EN ISO 140-5: 1996. Tale norma però
riguarda la misurazione in opera dell’isolamento acustico delle
facciate.
Attualmente il riferimento normativo per misurare in opera R’ è la
norma:
 UNI EN ISO 140–4: 2000 Acustica - Misura dell'isolamento
acustico in edifici e di elementi di edificio - Misurazioni in
opera dell'isolamento acustico per via aerea tra ambienti.
Misurazioni Le misure di R’ w devono essere eseguite su partizioni che separano
differenti unità immobiliari.
Limiti Considerate le 3 definizioni di “unità immobiliare” (si veda il
paragrafo delle Definizioni) resta non chiara l’applicabilità dei valori
di R’w del Decreto per quanto riguarda i muri divisori tra differenti
aule scolastiche, tra differenti camere di ospedale e tra differenti
uffici all’interno del medesimo edificio.
ISOLAMENTO ACUSTICO DI FACCIATA
Norma tecnica Per la definizione dell’isolamento acustico di facciata il DPCM non
fornisce riferimenti normativi.
Vengono inserite una serie di indicazioni per effettuare le
misurazioni (tipologia e posizione della sorgente esterna, numero
minimo di misure da effettuare ecc.).
Attualmente il riferimento normativo per misurare in opera di D 2 m n T è
la la norma:
 UNI EN ISO 140–5: 2000 Acustica - Misura dell'isolamento
acustico in edifici e di elementi di edificio - Misurazioni in
opera dell'isolamento acustico per via aerea degli elementi di
facciata e delle facciate.
Misurazioni Per quanto riguarda la verifica dell’isolamento acustico di facciata
le misurazioni devono essere eseguite per i singoli ambienti
abitativi (sala, camera da letto, ecc.).
Limiti Si evidenzia che i valori di isolamento acustico di facciata definiti
dal DPCM sono indipendenti dai livelli di rumore presenti all’esterno
dell’edificio da realizzare. Di conseguenza i valori prescritti sono da
considerarsi come valori “minimi” che l’edificio deve possedere.
Nel caso l’immobile venga realizzato in prossimità di opere
potenzialmente rumorose la L. 447 del 1995 (Legge quadro
sull’acustica) all’art. 8 richiede che venga effettuata una
valutazione di “clima acustico dell’area”. Tale valutazione ha lo
scopo di analizzare i livelli di rumore presenti e, se necessario,
prescrivere adeguati interventi di mitigazione dei rumori. In
particolare si può intervenire prescrivendo isolamenti di facciata

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superiori a quelli definiti nel DPCM 5/12/1997.
Conoscendo il livello di rumore esterno e ipotizzando un livello
massimo di rumore interno all’edificio, il tecnico può stimare il
valore minimo dell’isolamento acustico di facciata.
Ad oggi però non esiste alcuna legge che prescriva compiutamente i
valori massimi di rumore consentiti all’interno degli ambienti
abitativi. Alcune indicazioni sono riportate agli artt. 4 e 5 del DPR
18 novembre 1998, n. 459 (per il traffico ferroviario) ed all’art. 6
del DPR 30 marzo 2004, n. 142 (per il traffico veicolare).

In particolare vengono stabiliti i seguenti valori limite di livello


sonoro equivalente da misurarsi a centro della stanza, a finestre
chiuse, all'altezza di 1,5 metri dal pavimento.:
 35 dB(A) Leq notturno per ospedali, case di cura e case di
riposo;
 40 dB(A) Leq notturno per tutti gli altri ricettori;
 45 dB(A) Leq diurno per le scuole;

Non esistendo altri riferimenti il tecnico potrà basarsi sui valori


prescritti eventualmente da Comuni o ARPA competente per il
territorio. Ulteriori indicazioni sono riportate nella norma tecnica
UNI 8199 – 1998 “Collaudo acustico impianti di climatizzazione e
ventilazione”.
Al paragrafo 7 della norma, nel prospetto 2 vengono riportati valori
massimi di livello di rumore (L A e q ) per varie destinazioni d’uso dei
locali. Ad esempio:

Civili abitazioni Uffici


Dirigenti: 35 dB(A)
Camere da letto: 30 dB(A) Impiegati singoli: 40 dB(A)
Soggiorno: 40 dB(A) Collettivi: 45 dB(A)
Aree aperte al pubblico: 45 dB(A)
ISOLAMENTO ACUSTICO AI RUMORI DI CALPESTIO
Norma tecnica Per la definizione del livello di rumore di calpestio nel DPCM si fa
riferimento alle indicazioni riportate nella norma EN ISO 140-6:
1996. Tale norma però riguarda la misurazione in laboratorio
dell'isolamento dal rumore di calpestio di solai.
Attualmente il riferimento normativo per misurare in opera di L’n è
la norma:
 UNI EN ISO 140–7: 2000 Acustica - Misura dell'isolamento
acustico in edifici e di elementi di edificio – Misuraz. in opera
dell'isolamento dal rumore di calpestio di solai.
Misurazioni Le misurazioni devono essere eseguite posizionando la sorgente di
calpestio in un ambiente e rilevando il disturbo in un locale
differente. Il DPCM non definisce se gli ambienti abitativi in cui
effettuare le misure debbano appartenere a differenti unità
immobiliari o meno. Si segnala che la misurazione in opera del

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livello di rumore di calpestio all’interno di una medesima unità
immobiliare residenziale può risultare, in alcuni casi,
particolarmente complicata. Gli ambienti infatti possono essere tra
loro collegati da vani scale o altri “ponti acustici”.
Limiti Per quanto riguarda i limiti prescritti per L’ n w non è chiarito nel
Decreto se gli stessi siano riferiti ai solai “a soffitto” o ai solai “a
pavimento” degli ambienti abitativi esaminati.
Si ritiene che i valori prescritti abbiano senso solo se si considera
il solaio “a pavimento” dell’ambiente in esame. Ad esempio è
ragionevole che il “pavimento” di un ambiente destinato ad uffici
(55 dB) abbia un limite di calpestio più restrittivo del “pavimento”
di un ambiente destinato a residenza (63 dB). La considerazione
nasce dal fatto che generalmente in un ufficio le persone
“camminano di più” che in una residenza.
ISOLAMENTO ACUSTICO AI RUMORI GENERATI DAGLI IMPIANTI
Norma tecnica Il DPCM non indica alcuna norma tecnica per la misurazione di tali
parametri. Ad oggi alcuni documenti di riferimento sono le norme:
 UNI 8199/1998 “Acustica – Collaudo acustico degli impianti
di climatizzazione e ventilazione –Linee guida contrattuali e
modalità di misurazione”;
 UNI EN ISO 10052/2005 “Acustica - Misurazioni in opera
dell'isolamento acustico per via aerea, del rumore da
calpestio e della rumorosità degli impianti - Metodo di
controllo”;
 UNI EN ISO 16032/2005 “Acustica – Misurazione del livello
di pressione sonora di impianti tecnici in edifici – Metodo
tecnico progettuale”.
Alcune indicazioni in merito alle tecniche di misura sono riportati
nella Circolare del Consiglio Superiore del LL.PP. del 27 maggio
2003 scaricabile dal sito www.anit.it (Documenti e Leggi/Acustica).
Misurazioni Anche per i rumori da impianti non è definito nel DPCM se gli
ambienti abitativi in cui effettuare le misure debbano appartenere a
differenti unità immobiliari o meno. Si segnala che il rispetto dei
requisiti acustici all’interno della medesima unità immobiliare può
risultare in alcuni casi particolarmente complicato.
Limiti Per quanto riguarda i limiti di rumore degli impianti a funzionamento
continuo si evidenzia che la tabella riporta limiti differenti da quelli
prescritti al paragrafo “Rumore prodotto dagli impianti tecnologici”
incluso nell’All. A. In tale paragrafo è segnalato che:
 il livello L A S m a x degli impianti a funzionamento discontinuo non
deve superare 35 dB(A);
 il livello L A e q degli impianti a funzionamento continuo non
deve superare 25 dB(A) indipendentemente dalla destinazione
d’uso degli ambienti considerati.
In merito a quali valori vadano applicati sono stati espressi pareri
discordanti su due differenti circolari esplicative:

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Il Ministero dell’Ambiente nella circolare del 9 marzo 1999
sembra far riferimento ai valori riportati nel paragrafo
suddetto.
 Il Consiglio Superiore del Lavori Pubblici nella circolare del
27 maggio 2003 fa riferimento ai valori riportati in tabella.
I testi delle Circolari possono essere scaricati dal sito www.anit.it
(Documenti e Leggi/Acustica).
TEMPO DI RIVERBERAZIONE
Norma tecnica Per la misura in opera del tempo di riverberazione nel DPCM si fa
riferimento alla norma ISO 3382: 1975. Tale norma (ad oggi ritirata)
riguardava la misurazione del T60 negli auditori. Si segnala che
attualmente esistono altre norme che forniscono indicazioni sulla
misura tempo di riverberazioni quali:
 UNI EN ISO 3382: 2001 - Acustica – Misurazione del tempo di
riverberazione di ambienti con riferimento ad altri parametri
acustici;
 UNI 10844: 1999 - Acustica – Determinazione capacità di
fonoassorbimento ambienti chiusi.
Limiti e A riguardo del tempo di riverberazione, in una nota a margine della
misurazioni tabella B, il DPCM indica i valori massimi di tale parametro per gli
ambienti interni ad edifici scolastici. In particolare si fa riferimento
a quanto riportato nella Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici
n. 3150 del 22 maggio 1967: “Criteri di valutazione e collaudo dei
requisiti acustici negli edifici scolastici”.
La Circolare, essendo richiamata in un DPCM, assume valore di
legge. In tale documento si legge che:
“La media dei tempi di riverberazione misurati alle frequenze 250 -
500 - 1000 - 2000 Hz, non deve superare 1,2 sec. ad aula
arredata, con la presenza di due persone al massimo. Nelle
palestre la media dei tempi di riverberazione (qualora non debbano
essere utilizzate come auditorio) non deve superare 2,2 sec”.

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1.5 IL TECNICO COMPETENTE IN ACUSTICA AMBIENTALE
E LA RESPONSABILITÀ LEGALE

Chi è il tecnico competente in acustica ambientale?


La figura del Tecnico competente è definita dalla Legge 447 del 1995, Legge quadro
sull’inquinamento acustico. (art. 2, commi 6-7-8-9) e dal DPCM 31/03/1998 “Atto di
indirizzo e coordinamento recante criteri generali per l'esercizio dell'attività del tecnico
competente in acustica”.
Secondo quanto indicato dalla Legge 447-1995: “è definito tecnico competente la figura
professionale idonea ad effettuare le misurazioni, verificare l'ottemperanza ai valori
definiti dalle vigenti norme, redigere i piani di risanamento acustico, svolgere le relative
attività di controllo. Il tecnico competente deve essere in possesso del diploma di scuola
media superiore ad indirizzo tecnico o del diploma universitario ad indirizzo scientifico
ovvero del diploma di laurea ad indirizzo scientifico”.
Inoltre “l'attività di tecnico competente può essere svolta previa presentazione di
apposita domanda all'assessorato regionale competente in materia ambientale corredata
da documentazione comprovante l'aver svolto attività, in modo non occasionale, nel
campo dell'acustica ambientale da almeno quattro anni per i diplomati e da almeno due
anni per i laureati o per i titolari di diploma universitario.”
Il DPCM 31/03/1998 riporta che “la domanda deve essere presentata all'assessorato
preposto all'ambiente della regione di residenza” e che “La regione equipara il
riconoscimento effettuato da altre regioni e permette, sul proprio territorio, l'esercizio
dell'attività di tecnico competente ai possessori dei relativi attestati”.
Le singole Regioni hanno legiferato in maniera differente in merito alle modalità di
presentazione delle domande ed alle valutazioni delle stesse. Tutte le informazioni in
merito possono essere reperite consultando i siti internet delle Regioni.
Nella maggioranza dei casi si tratta di presentare all’ufficio predisposto un elenco dei
lavori svolti, negli anni precedenti, in affiancamento a un tecnico competente. Ad ogni
tipologia di lavoro è associato un punteggio e la somma dei punti deve superare, per ogni
anno, un certo valore minimo.
In alcune Regioni l’aver partecipato a determinate tipologie di corsi di formazione in
acustica contribuisce al raggiungimento del punteggio minimo.
Chi può redigere le relazioni di calcolo riguardanti i requisiti acustici passivi?
Nel DPCM non è indicato chi possa realizzare le relazioni di calcolo previsionale dei
requisiti acustici passivi. Alcuni Regolamenti locali, come ad esempio la Deliberazione n°
809 del 10-07-2006 Regione Marche, richiedono esplicitamente che le relazioni vengano
redatte da Tecnici Competenti in acustica ambientale. Altri non forniscono alcuna
prescrizione. Emblematico è il caso della Regione Umbria. La L.R. n.8 del 6/6/2002, che
all’art. 15 imponeva di essere iscritti all’elenco dei tecnici per redigere le relazioni di
calcolo, è stata modificata su richiesta degli Ordini Professionali dalla L.R. 2 maggio
2006 n°8, la quale permette a qualsiasi progettista di realizzare tali relazioni.
Infine si segnala che una Circolare del Ministero dell’Ambiente indirizzata all’Ordine degli
Ingegneri della Provincia di Livorno del 28 maggio 1998 sembra “chiarire” che anche il
“progettista edile, ancorché non abilitato come Tecnico Competente” può redigere le

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relazioni.
Le prove acustiche in opera invece devono essere eseguite da Tecnici Competenti in
acustica ambientale.
Tutti i documenti sopra citati sono scaricabili dal sito www.anit.it
Responsabilità
Nel caso che un edificio di nuova costruzione non rispetti i valori definiti nel DPCM
5/12/1997 la responsabilità può ricadere su diversi soggetti.
 Il progettista (nel caso non abbia considerato attentamente tali parametri in fase di
progettazione o li abbia calcolati in maniera non corretta).
 Il costruttore (nel caso abbia costruito in maniera non conforme al progetto
acustico o nel caso non si sia preoccupato di verificare il rispetto dei requisiti nel
progetto).
 Il Comune (nel caso non abbia richiesto la verifica dei parametri definiti da una
legge nazionale).
 Il committente stesso (nel caso non si sia preoccupato di richiedere la verifica dei
parametri alle figure citate in precedenza e decida successivamente di rivendere a
terzi il proprio immobile).
Come procedere
Come si deve procedere quindi per realizzare un edificio che rispetti i requisiti acustici
definiti nel DPCM?
È necessario considerare attentamente il problema fin dalla fase di progettazione ed
eseguire misurazioni acustiche in corso d’opera e a fine lavori.
Di seguito si riporta un elenco indicativo di “chi deve fare cosa”.
Il Comune Il Comune è il primo soggetto che deve preoccuparsi dell’avvenuta
applicazione del DPCM 5/12/1997. Per evitare inadempienze
ingiustificate i tecnici comunali devono essere a conoscenza
dell’esistenza della Legge e dei parametri in essa definiti.
Il DPCM 5/12/1997 non obbliga a redigere relazioni previsionali e
nemmeno ad effettuare prove acustiche. L’unica prescrizione
sostanziale è che i requisiti acustici vengano rispettati in opera.
È quindi facoltà del Comune definire le modalità con cui il
costruttore debba certificare l’avvenuto rispetto della normativa,
ricordando però che la sola relazione di calcolo previsionale non è
garanzia del raggiungimento della prestazione in opera.
Considerata l’oggettiva difficoltà di eseguire misurazioni
fonometriche per tutti gli ambienti abitativi di un edificio, sarà
facoltà del Comune definire eventuali indicazioni in merito a quali e
quante misurazioni effettuare.
Il progettista Durante la fase di progettazione si deve realizzare un progetto
acustico preventivo seguendo le indicazioni riportate nelle norme
tecniche di riferimento (UNI EN 12354, UNI TR 11175).
Per garantire una adeguata protezione dai rumori da impianti, dovrà
essere progettata anche l’integrazione impiantistica.
Ogni edificio ha caratteristiche proprie. È quindi necessario
realizzare relazioni particolareggiate all’interno delle quali inserire
tutte le indicazioni di corretta posa in opera. Una relazione tecnica

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basata su indicazioni generiche quali l’adozione di pacchetti tipo
(“soluzioni conformi”), difficilmente potrà garantire il rispetto dei
requisiti acustici passivi.
Il costruttore Durante la realizzazione dell’opera si devono seguire
scrupolosamente tutte le indicazioni riportate nel progetto acustico.
Eventuali difformità dalle prescrizioni (variazioni di materiali in corso
d’opera) o dubbi in merito alla posa dei sistemi edilizi, dovranno
essere valutate con il progettista acustico.
È inoltre opportuno realizzare delle misurazioni acustiche in corso
d’opera. Tali misure, anche se piuttosto complicate da eseguire in
quanto in genere richiedono la realizzazione di apposite camere tipo,
permettono di evidenziare eventuali errori di posa.
Al termine dei lavori è opportuno eseguire le misurazioni
fonometriche ad edificio ultimato. Tali documenti potranno essere
utilizzati all’atto della vendita come attestati di conformità.
Il committente Per essere sicuri che l’edificio ultimato rispetti i requisiti acustici
passivi definiti nel DPCM 5/12/1997 il committente potrà richiedere
al costruttore di visionare i relativi certificati di prova in opera. In
mancanza degli stessi sarà suo interesse richiedere un documento
che attesti comunque il rispetto di tali parametri.
Si segnala che il D.L. 20 giugno 2005 n° 122 “Disposizioni per la
tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire,
a norma della legge 2 agosto 2004, n. 210.”, all’art. 4 impone al
costruttore di consegnare all'acquirente all'atto del trasferimento
della proprietà una polizza assicurativa indennitaria decennale a
beneficio dell'acquirente e con effetto dalla data di ultimazione dei
lavori a copertura dei danni materiali e diretti all'immobile, compresi
i danni ai terzi, cui sia tenuto ai sensi dell'articolo 1669 del codice
civile, derivanti da rovina totale o parziale oppure da gravi difetti
costruttivi delle opere, per vizio del suolo o per difetto della
costruzione, e comunque manifestatisi successivamente alla stipula
del contratto definitivo di compravendita o di assegnazione.
Contenziosi in Tribunale
Nel caso vi sia il sospetto che i requisiti acustici non siano stati rispettati è consigliabile
procedere interpellando in primo luogo il costruttore stesso, il quale dovrebbe fornire
tutte le relative informazioni in merito.
Successivamente è possibile procedere realizzando delle misurazioni fonometriche in
opera.
Perché le stesse abbiano valore legale dovranno essere realizzate da un Tecnico
Competente in acustica Ambientale. Gli elenchi regionali dei Tecnici Competenti possono
essere reperiti sui siti internet delle Regioni.

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EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI
Nuove disposizioni introdotte dal DPR59/09 in sostituzione
dell’Allegato I del DLgs 192/05 e contenuti del DLgs115/08 in
attuazione alla direttiva 2006/32/CE

2.1 INTRODUZIONE
In materia di efficienza energetica la Comunità Europea indica la strada da percorrere ai
Paesi membri attraverso la direttiva 2002/91/CE “Rendimento energetico nell’edilizia” e la
direttiva 2006/32/CE “Efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici”.
L’Italia risponde a questa chiamata a più riprese pubblicando diversi decreti legislativi
(abbreviati DLgs) e per ultimo il DPR 59/09, ovvero il Decreto del Presidente della
Repubblica del 2 aprile 2009 n.59 entrato in vigore il 25 Giugno 2009.
In questo capitolo si cercherà di fare chiarezza sul tema presentando un’analisi del
contenuto dei testi di legge non per articoli, ma per argomenti e proponendo un metodo
tabellare per individuare in pochi passaggi le regole da rispettare.

2.2 QUADRO TEMPORALE


L’Italia recepisce i contenuti della direttiva 2002/91/CE con la pubblicazione del DLgs
192/2005, entrato in vigore l’8 ottobre 2005.
Il contenuto di questo decreto è stato poi modificato e integrato dal DLgs 311/06
“Disposizioni correttive e integrative al decreto legislativo 19/8/05 n. 192, recante
attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia” che
entra in vigore il 2 Febbraio 2007.
L’attuazione completa del DLgs192/05 prevede la pubblicazione di ulteriori decreti che
secondo l’art.4 dello stesso devono completare il quadro sui seguenti temi:
1- i criteri di calcolo e requisiti minimi per gli impianti
2- i criteri generali di prestazione energetica per l’edilizia convenzionata, pubblica e
privata
3- i requisiti professionali e di accreditamento per la certificazione
Il DPR 59/09, pubblicato in G.U il 10 Giugno 2009, è il primo di questi decreti in
attuazione al punto 1 e 2 sopra citati. Il decreto introduce un nuovo quadro di disposizioni
obbligatorie a partire dal 25 Giugno 2009 in sostituzione alle indicazioni “transitorie”
dell’Allegato I del DLgs192/05.
Sul tema della certificazione energetica si veda il capitolo 3 di questa Guida dedicato
all’approfondimento del DM 26/06/2009 e delle Linee Guida Nazionali.

L’attuazione alla direttiva 2006/32/CE invece è affidata al DLgs 115/08, in vigore dal 30
maggio 2008 che introduce novità soprattutto in materia di bonus volumetrici, normativa
tecnica e abilitazione alla certificazione energetica.

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QUADRO TEMPORALE LEGISLATIVO
Da: 1991 17 ago 2005 8 ott 2005 2 feb 2007 25 giu 2009
A: 16 ago 2005 7 ott 2005 1 feb 2007 24 giu 2009 -
In LEGGE 10/91 LEGGE 10/91
vigore: e decreti + DLgs 192/05 DLgs 311/06 DPR 59/09
attuativi DM 178/05

Per individuare i requisiti e le regole da rispettare si deve far riferimento al testo di


legge in vigore alla data di richiesta del permesso di costruire o della denuncia di inizio
attività per l’interevento considerato.

Nel caso di variante in corso d’opera la Circolare ministeriale del 23/05/06 di


chiarimento al DLgs 192/05, sottolinea che:
- una variante sostanziale in corso d’opera può essere considerata come un
intervento di ristrutturazione o manutenzione straordinaria di un edificio
esistente, e per tanto deve essere presentata una relazione tecnica coerente con
le nuove norme, ma solo relativamente a quanto sostanzialmente modificato (e se
diverse rispetto a quelle in vigore alla data di richiesta di DIA - ndr.)

2.3 ANALISI DEL DPR 59/09


AMBITO D’INTERVENTO E FINALITÀ (Art. 1)
Il decreto ha la finalità di promuovere un’applicazione “omogenea, coordinata e
immediatamente operativa” delle norme per l’efficienza energetica sul territorio
nazionale. Vengono pertanto definite metodologie, i criteri e i requisiti minimi di edifici e
impianti relativamente alla:
- climatizzazione invernale (è mantenuto l’assetto del DLgs 192/05)
- preparazione di acqua calda per usi sanitari (sull’argomento in realtà non si
chiarisce il ruolo dell’obbligo delle fonti rinnovabili)
- climatizzazione estiva (la principale novità rispetto al DLgs 192/05)
- illuminazione artificiale di edifici del terziario (anche se poi nel testo del decreto
non se ne parla)
Per quanto riguarda gli ambiti d’applicazione, il quadro del DLgs 192/05 non è stato
modificato:
Casi esclusi dall’applicazione del decreto:
- edifici di particolare interesse storico o artistico nei casi in cui il rispetto delle
prescrizioni implicherebbe un’alterazione delle loro caratteristiche
- fabbricati industriali, artigianali e agricoli riscaldati solo da processi per le
proprie esigenze produttive
- fabbricati isolati con superficie utile < 50 m²
- impianti installati ai fini del processo produttivo realizzato nell’edificio, anche se
utilizzati, in parte non preponderante, per gli usi tipici del settore civile
Per tutti gli altri casi esistono 3 differenti livelli d’applicazione:
a) applicazione integrale a tutto l’edificio
b) applicazione integrale ma limitata al solo intervento d’ampliamento
c) applicazione limitata al rispetto di parametri solo per alcuni elementi

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DEFINIZIONI (Art. 2)
Si mantengono le stesse definizioni riportate nel DLgs192/05 e nel DLgs 311/06.

Nuove definizioni:
Sistemi filtranti: pellicole polimeriche autoadesive applicabili su vetri, su lato interno o
esterno, in grado di modificare uno o più delle seguenti caratteristiche della superficie
vetrata: trasmissione dell'energia solare, trasmissione ultravioletti, trasmissione
infrarossi, trasmissione luce visibile.
Trasmittanza termica periodica Y I E (W/m 2 K): è il parametro che valuta la capacità di
una parete opaca di sfasare ed attenuare il flusso termico che la attraversa nell'arco
delle 24 ore, definita e determinata secondo la norma UNI EN ISO 13786:2008 e
successivi aggiornamenti.
Coperture a verde: si intendono le coperture continue dotate di un sistema che utilizza
specie vegetali in grado di adattarsi e svilupparsi nelle condizioni ambientali
caratteristiche della copertura di un edificio. Tali coperture sono realizzate tramite un
sistema strutturale che prevede in particolare uno strato colturale opportuno sul quale
radificano associazioni di specie vegetali, con minimi interventi di manutenzione,
coperture a verde estensivo, o con interventi di manutenzione media e alta, coperture a
verde intensivo.
METODOLOGIE E SOFTWARE DI CALCOLO (Artt. 3,4 e 7)
Si adottano le norme tecniche nazionali ad oggi disponibili (Art.3 comma1):
a) UNI/TS 11300 - 1 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione
del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed
invernale;
b) UNI/TS 11300 - 2 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 2: Determinazione
del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione
invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.
L’utilizzo di altri metodi e procedure è disciplinato dal comma 27 dell’articolo 4.
Gli strumenti di calcolo commerciali (software) applicativi delle metodologie descritte
dalle UNI/TS 11300 devono garantire uno scostamento massimo di più o meno il 5%
rispetto ai corrispondenti parametri determinati con l'applicazione dello strumento
nazionale di riferimento predisposto dal Comitato termotecnico italiano (CTI). La
predetta garanzia è fornita attraverso una verifica e dichiarazione resa da CTI o dall'Ente
nazionale italiano di unificazione (UNI).
Le software house che hanno attivato una procedura di verifica per i propri strumenti di
calcolo presso CTI o UNI, nell’attesa della validazione ufficiale possono sostituire la
dichiarazione di conformità con un’autodichiarazione in cui compare il riferimento della
richiesta di verifica.
SIMULAZIONE DINAMICA (Art. 4, comma 27, punto o)
Per gli edifici di nuova costruzione del settore terziario con volumetria maggiore di
10.000 m 3 , è ribadito (rispetto al DLgs 192/05) l’obbligo d’adozione di opportuni modelli
di simulazione che tengano conto dell'influenza dei fenomeni dinamici.
L’obbligo decade nel caso si possa dimostrare la scarsa rilevanza di tali fenomeni.

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ESERCIZIO E MANUTENZIONE IMPIANTI (Art. 5)
I criteri generali e i requisiti per l’esercizio, la manutenzione e l’ispezione degli impianti
termici per la climatizzazione invernale continuano a seguire le indicazioni previste dal
DLgs 192/05.
In sintesi ricordiamo che i soggetti responsabili del controllo e manutenzione impianti
sono il proprietario, il conduttore, l’amministratore o un terzo per essi e che l’elenco
delle prescrizioni da rispettare sono elencate nell’Allegato L del DLgs 192/05 e s.m.
FUNZIONE DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME (Art. 6)
Per promuovere la tutela degli interessi degli utenti attraverso un’applicazione
omogenea della predetta norma sull'intero territorio nazionale, nel disciplinare la materia
le regioni e le province autonome, nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento
comunitario nonché dei principi fondamentali della direttiva 2002/91/CE e desumibili dal
decreto legislativo, possono:
a) definire metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici, diverse
da quelle di cui al comma 1 dell'articolo 3 ma che trovino in queste stesse
metodologie indirizzo e riferimento;
b) fissare requisiti minimi di efficienza energetica più rigorosi attraverso la
definizione di valori prestazionali e prescrittivi minimi inferiori a quelli di cui
all'articolo 4, tenendo conto delle valutazioni tecnico-economiche concernenti i
costi di costruzione e di gestione dell'edificio, delle problematiche ambientali e
dei costi posti a carico dei cittadini con le misure adottate, con particolare
attenzione alle ristrutturazioni e al contesto socio-economico territoriale.
Per le regioni e province autonome che con riferimento al recepimento della direttiva
europea 2002/91/CE, alla data di pubblicazione del DPR 59/09:
- non hanno provveduto ad adottare propri provvedimenti regionali: si applicano
le disposizioni del DPR 59/09
- hanno provveduto ad adottare propri provvedimenti regionali: si deve
provvedere ad adottare misure per favorire un graduale ravvicinamento al DPR
59/09 e per garantire coerenza nei contenuti
IMPIANTI CENTRALIZZATI (Art. 4 comma 9)
Il DPR 59/09 sostiene che “è preferibile il mantenimento di impianti termici centralizzati
laddove esistenti” nel caso di:
- edifici esistenti con un numero di unità abitative superiore a 4
- edifici appartenenti alle categorie E1 ed E2 (vd. tabella DPR 412/93 riportata di
seguito) con potenze nominali del generatore di calore dell'impianto centralizzato
maggiore o uguale a 100 kW
Le cause tecniche o di forza maggiore per ricorrere ad eventuali interventi finalizzati alla
trasformazione degli impianti termici centralizzati ad impianti con generazione di calore
separata per singola unità abitativa devono essere dichiarate nella relazione tecnica.
RELAZIONE TECNICA (Art. 4 comma 25)
Il DPR 59/09 non modifica quanto predisposto dal DLgs 192/05, pertanto la relazione
tecnica da depositare in Comune in doppia copia e contestualmente alla denuncia di
inizio dei lavori, continua a seguire le indicazioni dell’All. E dello stesso DLgs 192/05.

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LIMITI E REQUISITI MINIMI (Art.4) – riportati a pagina 25-27
Restano in vigore i limiti descritti dall’Allegato C del DLgs 192/05 e s.m.
relativamente a trasmittanze termica, indice di prestazione energetica per la
climatizzazione invernale e rendimento globale medio stagionale.
Il DPR 59/09 introduce nuovi limiti di legge per quanto riguarda:
- prestazione energetica per il raffrescamento dell’edificio;
- la trasmittanza termica periodica per il controllo dell’inerzia dell’involucro opaco.
PROGETTAZIONE E CONTROLLI (DLgs 192/05. Art.8)
Col nuovo decreto non viene modificato l’aspetto amministrativo relativo alla
documentazione da predisporre e consegnare in Comune contestualmente alla
dichiarazione di fine lavori, resta infatti l’obbligo di consegnare:
- l’attestato di qualificazione energetica asseverato dal Direttore dei Lavori;
- l’asseverazione del Direttore dei Lavori della conformità delle opere rispetto alla
relazione tecnica (relazione ex Legge 10), al progetto e alle sue eventuali varianti
in corso d’opera.
Il Comune:
- dichiara irricevibile una dichiarazione di fine lavori se la stessa non è
accompagnata dalla documentazione sopra elencata;
- definisce le modalità di controllo, accertamenti e ispezioni in corso d’opera
(ovvero entro 5 anni dalla data di fine lavori dichiarata dal committente), volte a
verificare la conformità alla documentazione progettuale;
- effettua le operazioni di controllo e verifica anche su richiesta del committente,
dell’acquirente o del conduttore dell’immobile. Il costo degli accertamenti e
ispezioni è a carico dei richiedenti.

Le verifiche che gli edifici di nuova costruzione o gli interventi su edifici esistenti devono
rispettare sono vincolate al tipo di utenza così come definita dal DPR 412/93:

CATEGORIE EDIFICI (DPR 412/93)


E. 1 (1) EDIFICI RESIDENZIALI con occupazione continuativa
E. 1 (2) EDIFICI RESIDENZIALI con occupazione saltuaria
E. 1 (3) EDIFICI ADIBITI ad ALBERGO, PENSIONE ed attività similari
E. 2 EDIFICI per UFFICI e assimilabili
E. 3 OSPEDALI, CASE di CURA, e CLINICHE
E. 4 EDIFICI adibiti ad attività RICREATIVE, associative o di culto e assimilabili
E. 5 EDIFICI adibiti ad attività COMMERCIALI
E. 6 EDIFICI adibiti ad attività SPORTIVE
E. 7 EDIFICI adibiti ad attività SCOLASTICHE
E. 8 EDIFICI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI riscaldati per il comfort degli occupanti

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2.4 VERIFICHE DA RISPETTARE
Per capire quali indicazioni e limiti di legge si devono rispettare viene proposta la
seguente procedura basata su 3 semplici passaggi (I, II e III):
I- Si determina la categoria d’applicazione del decreto nella quale si ricade a
seconda del tipo di intervento
II- Si ricava l’elenco completo delle prescrizioni da rispettare dallo “Schema delle
verifiche” incrociando la categoria d’intervento e il tipo di utenza (vd. pag. 17)
III- Si prende atto delle prescrizioni consultando l’“Elenco delle verifiche” (pag. 19)
I - TIPO DI INTERVENTO (Art. 3, DLgs 192/05)
amp li a me n ti co n u n
e d i f i ci d i n uo v a c os t ru zi o ne vo l ume > 2 0% d e l vo l um e
e i mp i an ti i n e s si c on te nu ti d e ll ’e d i f i ci o ste ss o
(A r t. 3 c om ma 2 , b)

ri s tr u tt u ra zi o ni i n te g ra li d e g li
nu ov a i s t al la zi one d i i mp i an ti
e le me n ti d ’i n vo lu c ro e d e mo li zi oni e
te r mi ci i n e d i f i ci e si s te nti o
ri c os t ru zi o ni i n ma nu te nzi one
ri s tr u tt u ra zi o ne d e gli s te s si
st ra ord i na ri a d i e d i f i ci e si ste n ti c on
i mp i an ti
sup e rf i ci e uti le > 1 00 0 m 2
(A r t. 3 c om ma 2 , c, p u nt o 2 )
(A r t. 3 c om ma 2 , a, p un t i 1e 2 )
ri s tr u tt u ra zi o ni to t ali o p a rzi ali e
sos ti tu zi o ne d i ge ne r a to ri d i ma nu te n zi oni s t ra ord i na ri e
ca lo re d e ll ’i nv o lu cr o p e r tu t ti i c asi d i ve r si
(A r t. 3 c om ma 2 , c, p u nt o 3 ) d ai d ue s op ra d e sc ri tti
(A r t. 3 c om ma 2 , c, p u nt o 1 )

II - SCHEMA DELLE VERIFICHE (Art. 4, DPR 59/09)


Incrociando la categoria d’intervento (colonne) con la tipologia dell’edificio (righe)
si ottiene l’elenco completo delle prescrizione da rispettare (vd. Tab. III a pag. 19)

E1(1) A,B,E,F A,B,E,F C,D,F


E1(2) A,B,E,F
G,H,I,K,N G,H,I,K G,H,I,J,K P,Q,J,K,L,M
O,T,V,W T,V,W T,V,W S,U,V
E1(3) G,H,I,K,L
E2 M,N,O
A,B,E,F,G,H A,B,E,F,G,H C,D,F,G,H
T,V,W
E3 I,K,N,O I,K I,J,K
T,V,W T,V,W T,V,W
E4 P,Q,J,K,L,M P,Q,R,U,V
E5 A,B,E,F,H,I,K A,B,E,F,H A,B,E,F C,D,F,H U,V
L,M,N,O I,K,N,O H,I,K I,J,K
E7 T,V,W T,V,W T,V,W T,V,W
A,B,E,F,H,K
A,B,E,F,H,K,N A,B,E,F,H,K C,D,F,H,K
E6 L,M,N,O
O,T,V,W T,V,W T,V,W P,Q,K,L,M
T,V,W
U,V
A,B,H,K,L A,B,H,K A,B,H,K C,H,K
E8 M,N,O,T,V,W N,O,T,V,W T,V,W T,V,W

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III - ELENCO DELLE VERIFICHE (Art.4, DPR 59/09)

A Verificare che: EP i <EP i limite

EPi, ηg Dove EP i rappresenta l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione


(commi 2 e
5) invernale ed EP i l i m i t e è il limite calcolato come da Tab. 1.1, 2, 3, 4, 5 e 6
riportate al capitolo 2.5
A In alternativa se il rapporto tra superficie trasparente complessiva
alternativa dell’edificio e la sua superficie utile è inferiore a 0.18 si può attribuire
(comma 8)
direttamente all’edificio un valore di EP i = EP i l i m i t e , se in contemporanea si
verificano le seguenti prescrizioni sugli impianti e sull’involucro:
 Rendimento termico utile (a carico pari al 100% di Pn) > X + 2 log Pn
Con X=90 per le zone climatiche A, B e C, e X=93 per le zone D, E e F
Se Pn > 400 kW, si applica il limite massimo corrispondete a 400 kW
 T media fluido termovettore in condizione di progetto < 60°C
 Installazione centralina di termoregolazione programmabile in ogni unità
immobiliare e dispositivi per la regolazione della temperatura ambiente
nei singoli locali o nelle singole zone con caratteristiche uniformi
dell’edificio per prevenire il surriscaldamento dovuto agli apporti gratuiti
 Nel caso di istallazione di pompe di calore elettriche o a gas: rendimento
utile in condizioni nominale riferito all’en. primaria (η u ) ≥(90+3logPn)
La verifica è fatta utilizzando come fattore di conversione tra energia
elettrica ed energia primaria il valore di riferimento per la conversione tra
kWh elettrici e MJ definito con provvedimento dell'Autorità per l'energia
elettrica e il gas, al fine di tener conto dell'efficienza media di
produzione del parco termoelettrico, e suoi successivi aggiornamenti
 Trasmittanza strutture opache verticali ≤ valori Tab 2.1
 Trasmittanza strutture opache orizzontali ≤ valori Tab3.1 o .2(escl. E8)
 Trasmittanza chiusure trasparenti ≤ valori Tab 4.a (escl. E8)
 Trasmittanza vetri ≤ valori Tab 4.b (escl. categoria E8)
B
Epe, invol
Verificare che Ep e , invol ≤ Ep e , invol limite
(comma 3) Dove Ep e , i n v o l rappresenta la prestazione energetica per il raffrescamento
estivo dell'involucro edilizio pari al rapporto tra il fabbisogno annuo di
energia termica per il raffrescamento dell'edificio, calcolata tenendo conto
della temperatura di progetto estiva secondo la norma UNI/TS 11300-1, e:
 la superficie utile dell’edificio per gli edifici residenziali,
 il volume per gli edifici con altre destinazioni d'uso

Ep e , invol limite è pari a:


Per gli edifici residenziali di cui alla classe E1 esclusi collegi,
conventi, case di pena e caserme:
2
 40 kWh/m anno nelle zone climatiche A e B
2
 30 kWh/m anno nelle zone climatiche C, D, E, e F
Per tutti gli altri edifici:
3
 14 kWh/m anno nelle zone climatiche A e B
3
 10 kWh/m anno nelle zone climatiche C, D, E, e F

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 19


C Con riferimento alle tabelle del capitolo 2.5, verificare che:
U limite  Trasmittanza strutture opache verticali ≤ valori Tab 2.1
(comma 4)
 Trasmittanza strutture opache orizzontali ≤ valori Tab 3.1 o .2 (escl. E8)
 Trasmittanza chiusure trasparenti ≤ valori Tab 4.1 (escl. E8)
 Trasmittanza vetri ≤ valori Tab 4.2 (escl. E8)

I valori di U devono essere rispettati “a ponte termico corretto”, o in


alternativa dalla trasmittanza termica media della “parete corrente più ponte
termico”.
Nel caso di pareti opache verticali esterne in cui fossero previste aree
limitate oggetto di riduzione di spessore, sottofinestre e altri componenti, il
limite è rispettato con riferimento alla superficie totale di calcolo.
Nel caso di strutture orizzontali sul suolo i valori di U da confrontare col
limite sono calcolati con riferimento al sistema struttura-terreno.
Restano esclusi gli ingressi pedonali automatizzati, da considerare solo ai
fini dei ricambi d’aria.
D Solo nel caso di ristrutturazioni totali da realizzarsi in zona climatica C, D, E
divisori ed F, verificare che: U d i v i s o r i o ≤ 0.8 W/m 2 K
(comma 16)
 per tutti i divisori (verticali e orizzontali) di separazione tra edifici o
unità immobiliari confinanti;
 per tutte le strutture opache che delimitano verso l’ambiente esterno gli
ambienti non dotati di impianto di riscaldamento.
E Verificare che: U d i v i s o r i o ≤ 0.8 W/m 2 K
divisori  per tutti i divisori (verticali e orizzontali) di separazione tra edifici o
(comma 16)
unità immobiliari confinanti;
 per tutte le strutture opache che delimitano verso l’ambiente esterno gli
ambienti non dotati di impianto di riscaldamento.
F Verificare l’assenza di condensazioni superficiali e che le condensazioni
condensa interstiziali delle pareti opache siano limitate alla quantità rievaporabile
(comma 17)
secondo la normativa vigente (UNI EN 13788).
Qualora non esista un sistema di controllo della umidità relativa interna, per
i calcoli necessari si assumono i valori: UR=65% e T i n t e r n a =20°C
G Verificare che (ad esclusione della zona F) per le località in cui il valore
inerzia medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale nel mese di massima
involucro
opaco insolazione I m , s ≥ 290 W/m 2 :
(comma 18)
Per le pareti opache verticali ad eccezione di quelle nel quadrante
Nord-ovest/Nord/Nord-Est:
 la massa superficiale M s (calcolata secondo la definizione
dell’All.A del Dlgs 192/05 come massa superficiale della parete
opaca compresa la malta dei giunti ed esclusi gli intonaci) sia
superiore di 230 kg/m 2
 o in alternativa che il valore del modulo della trasmittanza termica
periodica (Y I E ) sia inferiore a 0,12 W/m²K
Per tutte le pareti opache orizzontali ed inclinate:
 che il valore del modulo della trasmittanza termica periodica (Y I E )
sia inferiore a 0,20 W/m²K

20 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


Gli effetti positivi che si ottengono con il rispetto dei valori di massa
superficiale o trasmittanza termica periodica delle pareti opache, possono
essere raggiunti, in alternativa, con l'utilizzo di tecniche e materiali, anche
innovativi, ovvero coperture a verde, che permettano di contenere le
oscillazioni della temp. degli ambienti in funzione dell’irraggiamento solare.
In tale caso deve essere prodotta una adeguata documentazione e
certificazione delle tecnologie e dei materiali che ne attesti l'equivalenza con
le predette disposizioni.
H Il progettista per la limitazione dei fabbisogni per la climatizzazione estiva e
controllo per il contenimento della temperatura interna negli ambienti:
climatiz.
 valuta puntualmente e documenta l'efficacia dei sistemi schermanti delle
estiva
(comma 18) superfici vetrate, esterni o interni, tali da ridurre l'apporto di calore per
irraggiamento solare;
 utilizza al meglio le condizioni ambientali esterne e le caratteristiche
distributive degli spazi per favorire la ventilazione naturale dell'edificio;
 adotta sistemi di ventilazione meccanica controllata nel caso non sia
efficace lo sfruttamento della ventilazione naturale.
In questo caso è prescritta l’adozione di un recuperatore di calore ogni
qual volta la portata totale di ricambio (G) e il numero di ore di
funzionamento (M) del sistema di ventilazione, siano superiori ai valori
limite riportati nella seguente tabella (DPR 412/93 Art.5, comma 13 e
Allegato C):
G M
Portata totale d’aria Numero di ore annue di funzionamento
da 1400 a 2100 oltre 2100
m 3 /h
gradi giorno gradi giorno
2.000 4.000 2.700
5.000 2.000 1.200
10.000 1.600 1.000
30.000 1.200 800
60.000 1.000 700
I
schermature
È resa obbligatoria la presenza di sistemi schermanti esterni.
(comma 19) Qualora se ne dimostri la non convenienza in termini tecnico-economici,
detti sistemi possono essere omessi in presenza di superfici vetrate con
fattore solare (UNI EN 410) minore o uguale a 0,5. Tale valutazione deve
essere evidenziata nella relazione tecnica.
J Il progettista, al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione
schermature estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti, valuta
e sistemi
filtranti puntualmente e documenta l'efficacia dei sistemi filtranti o schermanti delle
(comma 20) superfici vetrate, tali da ridurre l'apporto di calore per irraggiamento solare.
Gli eventuali impedimenti di natura tecnica ed economica all'utilizzo dei
predetti sistemi devono essere evidenziati nella relazione tecnica di cui al
comma 25. La predetta valutazione può essere omessa in presenza di
superfici vetrate con fattore solare (UNI EN 410) minore o uguale a 0,5.

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 21


K Verificare che in ogni locale o zona a caratteristiche termiche uniformi siano
controllo istallati dispostivi per la regolazione automatica della temperatura ambiente
Tambiente
(comma 21) per evitare il sovrariscaldamento per effetto degli apporti solari e degli
apporti gratuiti
L Obbligo di utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia termica in
rinnovabile grado di coprire almeno il 50% del fabbisogno annuo di energia primaria
termico per
ACS richiesta dall’utenza per la produzione di ACS. Tale limite è ridotto al 20%
(commi 22 e per edifici situati nei centri storici.
23) Le valutazioni concernenti il dimensionamento ottimale o l’eventuale
impossibilità tecnica di rispettare le presenti disposizioni, devono essere
dettagliatamente illustrate nella relazione tecnica da depositare in Comune.
Le modalità applicative di questo obbligo, le prescrizioni minime, le
caratteristiche tecniche e costruttive saranno precisate con successivo
provvedimento.
M Obbligo di utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica.
rinnovabile Le modalità applicative di questo obbligo, le prescrizioni minime, le
elettrico
(commi 22 e caratteristiche tecniche e costruttive saranno precisate con successivo
23) provvedimento.
N È obbligatoria l'installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di
fotovoltaico
(comma 23) energia elettrica.
O Obbligo di predisposizione delle opere necessarie a favorire il collegamento
teleriscal- a reti di teleriscaldamento nel caso di tratti di rete ad una distanza inferiore
damento
(comma 24) a 1000 metri o in presenza di progetti approvati per la realizzazione di tale
rete.
P Verificare:
rendimento Rendimento glob. medio stagionale (η g )≥(75+3logPn)% se Pn<1000 kW
medio
stagionale Rendimento glob. medio stagionale (η g )≥ 84% se Pn ≥1000 kW
(comma 5) Dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del
generatore o dei generatori di calore al servizio del singolo impianto
termico, espressa in kW.
Q Allegare alla relazione tecnica una diagnosi energetica dell’edificio e
diagnosi dell’impianto che individui gli interventi di riduzione della spesa energetica, i
energetica
(comma 5) relativi tempi di ritorno degli investimenti, i miglioramenti di classe
energetica dell’edificio, motivando le scelte impiantistiche che si vanno a
realizzare nel caso di istallazione di potenze nominali al focolare ≥ 100 kW
R Si intendono rispettate tutte le disposizioni vigenti in tema di uso razionale
mera d’energia incluse quelle riportate ai punti P e Q, se coesistono le seguenti
sostituzione
di generatori condizioni:
di calore  rendimento termico utile (in corrispondenza di un carico pari al 100%
(comma 6) della potenza termica utile nominale) ≥ 90 + 2 log Pn
Se Pn > 400 kW, si applica il limite massimo corrispondete a 400 kW
 rendimento utile in condizioni nominali delle nuove pompe di calore
elettriche o a gas riferito all’energia primaria ≥ 90 + 3 log Pn.
La verifica è fatta utilizzando come fattore di conversione tra energia
elettrica ed energia primaria il valore di riferimento per la conversione tra
kWh elettrici e MJ definito con provvedimento dell'Autorità per l'energia

22 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


elettrica e il gas, al fine di tener conto dell'efficienza media di
produzione del parco termoelettrico, e suoi successivi aggiornamenti
 sia presente una centralina di termoregolazione programmabile per ogni
generatore con le seguenti caratteristiche:
o deve essere pilotata da sonde di rilevamento della temperatura
interna, ed eventualmente da centralina per la temperatura esterna,
con regolazione della T a m b i e n t e su due livelli di temperatura nell’arco
delle 24 ore, nel caso di impianti termici centralizzati;
o deve consentire la programmazione e la regolazione della T a m b i e n t e su
due livelli di temperatura nell’arco delle 24 ore, nel caso di impianti
termici per singole unità immobiliari.
 siano presenti dispostivi modulanti per la regolazione automatica della
temperatura ambiente nei singoli locali o nei singole zone che possono
godere di apporti gratuiti (solari o interni);
 motivare eventuale incrementi di potenza nominale dei nuovi generatori
rispetto a quelli sostituiti;
 verificare la corretta equilibratura del sistema di distribuzione (nel
rispetto di limiti minimi massimi di T a m b i e n t e ) nel caso di generatori di
calore a servizio di più unità immobiliari. Eventuali squilibri devono
essere corretti installando un sistema di contabilizzazione del calore;
nel caso di sostituzione dei generatori di calore con Pn al focolare < 35
kW, con altri della stessa potenza, è rimessa alle autorità locali
competenti ogni valutazione sull’obbligo di presentazione della relazione
tecnica e se la medesima può essere omessa a fronte dell’obbligo di
presentazione della dichiarazione di conformità.
R Nel caso non fosse possibile rispettare la prima prescrizione al punto R,
alternativa fermo restando il rispetto delle altre prescrizioni elencate, il decreto si
(comma 7)
considera rispettato a condizione di:
 installare generatori di calore che abbiano rendimento termico utile a
carico parziale pari al 30% della potenza termica utile nominale ≥ 85 +
3 log Pn;
 predisporre una dettagliata relazione che attesti i motivi della deroga da
inserire congiuntamente a copia della dichiarazione di conformità,
correlata all’intervento, ai sensi della legge 5 marzo 1990, n.46, e
successive modifiche e integrazioni.
S In tutti gli edifici esistenti con un numero di unità abitative superiore a 4
contabiliz. e devono essere realizzati gli interventi necessari per permettere, ove
termoregolaz.
(commi 10 e tecnicamente possibile, la contabilizzazione e la termoregolazione del calore
11) per singola unità abitativa. Gli eventuali impedimenti di natura tecnica alla
realizzazione dei predetti interventi, ovvero l'adozione di altre soluzioni
impiantistiche equivalenti, devono essere evidenziati nella relazione tecnica.
Le apparecchiature installate devono assicurare un errore di misura, nelle
condizioni di utilizzo, inferiore a più o meno il 5%, con riferimento alle
norme UNI in vigore. Anche per le modalità di contabilizzazione si fa
riferimento alle vigenti norme e linee guida UNI.

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T Per tutte le tipologie di edifici, in cui è prevista l'installazione di impianti di
impianti a climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da
biomassa e
trasmittanze biomasse combustibili, in sede progettuale si procede alla verifica che la
(comma 13) trasmittanza termica delle diverse strutture edilizie, opache e trasparenti,
che delimitano l'edificio verso l'esterno o verso vani non riscaldati, non sia
maggiore dei valori definiti nelle pertinenti tabella dell’Allegato C (vd. tabelle
riportate al capitolo 2.5, punti 2, 3 e 4)
U Ai fini del presente decreto, e in particolare per la determinazione del
impianti a fabbisogno di energia primaria dell'edificio, sono considerati ricadenti fra gli
biomassa
come impianti alimentati da fonte rinnovabile gli impianti di climatizzazione
rinnovabili invernale dotati di generatori di calore alimentati a biomasse combustibili
(comma 12) che rispettano i seguenti requisiti:
a. rendimento utile nominale minimo conforme alla classe 3 di cui alla
norma Europea UNI EN 303-5;
b. limiti di emissione conformi all'allegato IX alla parte quinta del DLgs
152/06 e s.m.i., ovvero i più restrittivi limiti fissati da norme
regionali, ove presenti;
c. utilizzano biomasse combustibili ricadenti fra quelle ammissibili ai
sensi dell'allegato X alla parte quinta del DLgs 152/06 e s.m.i.
V Sono prescritti, fermo restando quanto indicato dall’art.5 comma 6 del DPR
trattamento 412/93 per gli impianti di potenza complessiva ≥ 350 kW all'articolo 5:
ACS
 un trattamento chimico di condizionamento per impianti di potenza
(comma 14)
nominale del focolare complessiva ≤ 100 kW;
 un trattamento di addolcimento per impianti di potenza nominale del
focolare complessiva compresa tra 100 e 350 kW;
Tali indicazioni valgono:
o in assenza di produzione di ACS e in presenza di acqua di
alimentazione dell'impianto con durezza temporanea ≥ 25 °f;
o in caso di produzione di ACS in presenza di acqua di alimentazione
dell'impianto con durezza temporanea > 15 °f
Per quanto riguarda i predetti trattamenti si fa riferimento alla norma tecnica
UNI 8065.
W In tutti i casi di nuova costruzione o ristrutturazione di edifici pubblici o a
limiti più uso pubblico devono essere rispettate le seguenti ulteriori disposizioni:
severi per gli
edifici a. i valori limite già riportati alla lettera A e C sono ridotti del 10%
pubblici b. il valore limite del rendimento globale medio stagionale è calcolato
(comma 15) con la seguente formula: (η g )≥(75+4logPn)%
c. i predetti edifici devono essere dotati di impianti centralizzati per la
climatizzazione invernale ed estiva, qualora quest'ultima fosse
prevista.

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2.5 REQUISITI ENERGETICI DEGLI EDIFICI
Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale
I valori limite riportati nelle tabelle sono espressi in funzione della zona climatica, così
come individuata dal DPR 412/93 e del rapporto di forma dell’edificio S/V, dove:
2
 S è la superficie (m ) che delimita verso l'esterno (ovvero verso ambienti non dotati di
impianto di riscaldamento) il volume riscaldato V;
3
 V è il volume lordo (m ) delle parti di edificio riscaldate, definito dalle superfici che lo
delimitano.
Per valori di S/V compresi nell’intervallo 0.2 e 0.9 e, analogamente, per gradi giorno (GG)
intermedi ai limiti delle zone climatiche riportati in tabella, si procede mediante
interpolazione lineare.
Per località caratterizzate da un numero di GG > 3001 i valori limite sono determinati per
estrapolazione lineare, sulla base dei valori fissati per la zona climatica E, con riferimento
al numero di GG proprio della località in esame (ndr: questa indicazione è contenuta nel
DM 11 aprile 2008).

Edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena, e caserme
TABELLA 1.1 EP i limite (valori in kWh/m² anno) – L im it i di le g g e
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 10 10 15 15 25 25 40 40 55 55

≥0.9 45 45 60 60 85 85 110 110 145 145

TABELLA 1.2 EP i limite dal 1 gennaio 2008 (valori in kWh/m² anno) – L im it i di le g g e


Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 9.5 9.5 14 14 23 23 37 37 52 52

≥0.9 41 41 55 55 78 78 100 100 133 133

TABELLA 1.3 EP i limite dal 1 gennaio 2010 (valori in kWh/m² anno) – L im it i di le g g e


Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 8.5 8.5 12.8 12.8 21.3 21.3 34 34 46.8 46.8

≥0.9 36 36 48 48 68 68 88 88 116 116

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Tutti gli altri edifici
TABELLA 1.4 EP i limite (valori in kWh/m 3 anno) – L im i ti di le g g e
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 2.5 2.5 4.5 4.5 7.5 7.5 12 12 16 16

≥0.9 11 11 17 17 23 23 30 30 41 41

TABELLA 1. 5 EP i limite dal 1 gennaio 2008 (valori in kWh/m 3 anno) – L im i ti di le g g e


Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 2.5 2.5 4.5 4.5 6.5 6.5 10.5 10.5 14.5 14.5

≥0.9 9 9 14 14 20 20 26 26 36 36

TABELLA 1. 6 EP i limite dal 1 gennaio 2010 (valori in kWh/m 3 anno) – L im i ti di le g g e


Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 2 2 3.6 3.6 6 6 9.6 9.6 12.7 12.7

≥0.9 8.2 8.2 12.8 12.8 17.3 17.3 22.5 22.5 31 31

Trasmittanza termica delle strutture opache verticali


TABELLA 2.1 Strutture opache verticali (U limite in W/m 2 K) – L im i ti di l e g ge
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 0.85 0.72 0.62
B 0.64 0.54 0.48
C 0.57 0.46 0.40
D 0.50 0.40 0.36
E 0.46 0.37 0.34
F 0.44 0.35 0.33
Trasmittanza termica delle strutture opache orizzontali o inclinate
TABELLA 3.1 Coperture (U limite in W/m 2 K) – Li m it i di l e g g e
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 0.80 0.42 0.38
B 0.60 0.42 0.38
C 0.55 0.42 0.38
D 0.46 0.35 0.32
E 0.43 0.32 0.30
F 0.41 0.31 0.29

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TABELLA 3.2 Pavimenti verso locali non riscaldati o esterno (U limite in W/m 2 K)
Lim iti di l eg g e
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 0.80 0.74 0.65
B 0.60 0.55 0.49
C 0.55 0.49 0.42
D 0.46 0.41 0.36
E 0.43 0.38 0.33
F 0.41 0.36 0.32
Trasmittanza termica delle chiusure trasparenti
TABELLA 4.a Chiusure trasparenti (U limite in W/m 2 K)
Lim iti di l eg g e
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 5.5 5.0 4.6
B 4.0 3.6 3.0
C 3.3 3.0 2.6
D 3.1 2.8 2.4
E 2.8 2.4 2.2
F 2.4 2.2 2.0

TABELLA 4.b Vetri (U limite in W/m 2 K)


Lim iti di l eg g e
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 luglio 2008 Dal 1 gennaio 2011
A 5.0 4.5 3.7
B 4.0 3.4 2.7
C 3.0 2.3 2.1
D 2.6 2.1 1.9
E 2.4 1.9 1.7
F 2.3 1.7 1.3

5 - Rendimento globale medio stagionale dell’impianto termico


Rendimento globale medio stagionale (η g ) ≥ (75+3logPn)% se Pn <1000 kW
Rendimento globale medio stagionale (η g ) ≥ 84% se Pn ≥1000 kW

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CERTIFICAZIONE ENERGETICA
Le Linee Guida Nazionali per la Certificazione energetica degli edifici:
Allegato A del DM 26/06/2009 – Attuazione del DLgs 192/05

3.1 INTRODUZIONE
La certificazione energetica degli edifici è uno strumento voluto dalla Direttiva
2002/91/CE e prescritto dal DLgs 192/05 per introdurre il parametro “efficienza
energetica” come nuovo valore del mercato edilizio e per sensibilizzare tutti gli attori del
processo edilizio e in particolare l’utente finale in riferimento alle problematiche
energetico-ambientali.

3.2 IL DM 26/06/2009
Le Linee Guida Nazionali (abbreviate LGN) per la certificazione energetica sono contenute
nel DM 26/06/2009 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 luglio 2009 e in vigore dal 25
luglio 2009. Il decreto si compone di 8 articoli e di 2 allegati: le Linee Guida Nazionali
per la certificazione energetica sono contenute nell’Allegato A (e sono suddivise a loro
volta in 7 allegati), mentre nell’Allegato B sono elencate e aggiornate le norme tecniche di
riferimento che erano contenute nell’Allegato M del DLgs 192/05.

Il ruolo delle Regioni e Province autonome (Art. 3)


Il contenuto del decreto e delle LGN si applica: “per tutte le regioni e province autonome
che non abbiano ancora provveduto ad adottare propri strumenti di certificazione
energetica degli edifici in applicazione della direttiva 2002/91/CE e comunque sino alla
data di entrata in vigore dei predetti strumenti regionali di certificazione energetica degli
edifici” (Art.3)
Nel disciplinare un proprio sistema di certificazione regionale si deve tener conto degli
elementi essenziali riportati nell’articolo 4.
Invece le regioni o province autonome già dotate di un proprio sistema di certificazione
sono tenute “favorire un graduale ravvicinamento dei propri strumenti regionali di
certificazione energetica degli edifici alle Linee guida. Le regioni e le province autonome
provvedono affinché sia assicurata la coerenza dei loro provvedimenti con i contenuti
dell'art. 4.”
Elementi essenziali del sistema di certificazione energetica (Art. 4)
Sono elementi essenziali:
- l’attestato di certificazione dovrà contenere l’efficienza energetica dell’edificio, i
valori a norma di legge, di riferimento e le classi prestazionali nonché suggerimenti
per interventi migliorativi economicamente convenienti;
- si dovrà tenere conto delle norme tecniche vigenti;
- presentare metodologie di calcolo anche semplificate finalizzate a minimizzare gli
oneri a carico dell’utente, però che tengano conto delle norme di riferimento
- i requisiti professionali e i criteri di qualificazione e indipendenza dei certificatori;

28 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


- la validità temporale
- l’aggiornamento obbligatorio dell’attestato di certificazione energetica.
Validità temporale dell’ACE (Art. 6)
L’articolo 6 definisce la validità dell’attestato di certificazione in 10 anni purché siano
rispettate tutte le prescrizioni normative vigenti e le operazioni di controllo di efficienza
energetica, compresi i controlli sull’impianto di climatizzazione. In caso di mancato
rispetto di tali disposizioni l’attestato perde efficacia il 31 dicembre dell’anno successivo
a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata. I libretti di impianto o di
centrale devono essere allegati all’attestato di certificazione energetica.
Obblighi d’aggiornamento dell’ACE (Art. 6)
L’attestato deve essere aggiornato:
1- nel caso di interventi di riqualificazione che riguardino almeno il 25% della
superficie esterna dell’immobile;
2- nel caso di installazione di impianti con rendimenti più alti di almeno 5 punti
percentuali rispetto ai precedenti;
3- nel caso di interventi di ristrutturazione impiantistica, sostituzione di componenti o
apparecchi che riducano la prestazione energetica dell’edificio;
4- facoltativo in tutti gli altri casi.

3.3 LE LINEE GUIDA NAZIONALI (All. A del DM 26/06/09)

CAMPO D’APPLICAZIONE (Paragrafo 2)


Vale per tutte le categorie di edifici definiti dal DPR 412/93 indipendentemente dalla
presenza di impianti.
Uniche esclusioni: box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi, strutture
stagionali a copertura di impianti sportivi. Nel caso di edifici con diverse destinazioni
d’uso in cui non è possibile suddividere le zone termiche l’edificio è valutato in base alla
destinazione d’uso prevalente.
INDICATORE DI PRESTAZIONE ENERGETICA (Paragrafo 3)

EPgl= EPi + EPacs+ EPe + EPill

EPi: è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale;


EPacs: l’indice di prestazione energetica per la produzione dell’acqua calda sanitaria;
Epe: l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva;
EPill: l’indice di prestazione energetica per l’illuminazione artificiale.
Nel caso di edifici residenziali tutti gli indici sono espressi in kWh/m 2 anno.
Nel caso di altri edifici (residenze collettive, terziario, industria) tutti gli indici sono
espressi in kWh/m 3 anno.
METODI PER LA DETERMINAZIONE DELLA PRESTAZIONE (Paragrafo 4)
Metodo calcolato di Edifici di nuova costruzione, ristrutturazioni totali e
progetto demolizioni e ricostruzioni.
(Par. 5.1) Prevede di partire dai dati di ingresso del progetto energetico
dell’edificio come costruito e di eseguire il calcolo in conformità
con le norme ufficiali di riferimento che sono le UNI/TS 11300,
attualmente disponibili la parte 1 per il calcolo del fabbisogno

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 29


dell’energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed
invernale, e la parte 2 per la determinazione dell’energia primaria
e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e la produzione
dell’acqua calda sanitaria.
Metodo di calcolo Edifici esistenti
da rilievo Prevede di partire da dati di ingresso ricavati da indagini
sull’edificio sull’edificio e sono previsti tre livelli di approfondimento:
(Par. 5.2) I) Per tutte le tipologie di edificio: i dati si possono
ricavare per via strumentale o facendo riferimento alle
tabelle e agli abachi presenti nelle UNI/TS 11300 per
l’acquisizione delle caratteristiche termiche delle
strutture o dell’immobile. Per il calcolo del fabbisogno
si fa riferimento alle UNI/TS 11300;
II) Per edifici esistenti con superficie utile fino a 3000 m 2 :
i dati di ingresso si possono ricavare per analogie con
altri edifici o tramite banche dati o abachi. Per il
calcolo dell’indice di prestazione energetica si fa
riferimento al software DOCET, predisposto in base alla
UNI/TS 11300 dal CNR e dall’ENEA.
III) Per gli edifici esistenti con superficie utile fino a 1000
m 2 : sulla base dei principali dati dell’edificio e climatici
si calcola l’indice di prestazione energetica EPi con un
metodo semplificato riportato all’allegato 2 delle Linee
Guida Nazionali e il metodo semplificato delle UNI/TS
11300 per l’indice di prestazione EPacs.
FABBISOGNO ESTIVO (Paragrafo 6)

Nella valutazione dell’indice di prestazione energetica estiva attualmente non si tiene


conto dell’impianto e quindi non si parla di energia primaria ma solo di energia richiesta
dall’involucro per mantenere le condizioni di comfort estivo (26°C).

L’indicazione della qualità termica estiva dell’involucro edilizio deve essere riportata
negli attestati di qualificazione e certificazione energetica. Tale valutazione è facoltativa
nella certificazione di singole unità immobiliari ad uso residenziale di Sutile inferiore a
200 m 2 che utilizzano il metodo semplificato per la valutazione dell’indice di prestazione
energetica invernale. A tali unità verrà attribuita una qualità prestazionale estiva pari al
livello V.

Metodo dell’EPe, inv (Paragrafo 6.1)


Due sono i metodi di valutazione della qualità termica estiva dell’edificio, il primo si
basa sulla determinazione dell’EPe, inv con il metodo riportato nelle UNI/TS 11300 parte
1 espresso in kWh/m 2 anno e pari al rapporto tra l’energia termica richiesta a mantenere
le condizioni di comfort e la superficie calpestabile del volume climatizzato.
In funzione della valutazione dell’EPe, inv si definisce la classe energetica estiva
dell’edificio in base alla seguente classificazione:

30 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


EPe,inv (kWh/m 2 anno) Prestazioni Qualità prestazionale
EPe, inv < 10 Ottime I
10≤ EPe, inv < 20 Buone II
20≤ EPe, inv < 30 Medie III
30≤ EPe, inv < 40 Sufficienti IV
EPe, inv ≥ 40 Mediocri V

Metodo basato su parametri qualitativi (Paragrafo 6.2)


Nel caso di edifici esistenti con superficie utile inferiore a 1000 m 2 in alternativa la
metodo dell’Epe,inv è possibile fare una valutazione della qualità termica estiva
dell’involucro in base alle caratteristiche dinamiche dello stesso: sfasamento e
attenuazione dell’onda termica.
Nel caso che i valori non rientrino coerentemente nella stessa categoria prevale il valore
dello sfasamento.
Sulla base dei valori assunti per questi parametri si definisce la seguente classificazione
valida per tutte le destinazioni d’uso:

Sfasamento (h) Attenuazione Prestazioni Qualità prestazionale


S > 12 fa < 0,15 Ottime I
12 ≥ S > 10 0,15 ≤ fa < 0,30 Buone II
10 ≥ S > 8 0,30 ≤ fa < 0,40 Medie III
8 ≥ S > 6 0,40 ≤ fa < 0,60 Sufficienti IV
6 ≥ S 0,60 ≤ fa Mediocri V
CERTIFICAZIONE DI SINGOLI APPARTAMENTI (Paragrafo 7.5)
Nel caso di singoli appartamenti posso distinguere tre casi:
1. con impianti termici autonomi o contabilizzazione del calore si prevede un
certificato per appartamento determinato con l’utilizzo del rapporto di forma
proprio dell’appartamento;
2. con impianti centralizzati privi di regolazione o contabilizzazione del calore
l’indice è ricavabile tenendo conto dell’indice di prestazione dell’intero edificio
ripartito in base alle tabelle millesimali del riscaldamento;
3. in presenza di impianto centralizzato e appartamenti che si distinguono per
interventi di riqualificazione energetica o installazione di impianti di regolazione,
si procede come nel caso dell’impianto autonomo considerando per i calcoli
parametri di rendimento dell’impianto comune.
PROCEDURA DI CERTIFICAZIONE (Paragrafo 8)
La procedura di certificazione energetica degli edifici comprende il complesso di
operazioni svolte dai Soggetti certificatori ed in particolare l’esecuzione di una diagnosi
o di una verifica di progetto, la classificazione dell’edificio e il rilascio dell’ACE.

1. Esecuzione di una diagnosi, o di una verifica di progetto, finalizzata


Diagnosi o alla determinazione della prestazione energetica dell’immobile e
verifica di all’individuazione degli interventi di riqualificazione energetica che
progetto risultano economicamente convenienti, da cui:
a) reperimento dei dati di ingresso, relativamente alle
caratteristiche climatiche della località, alle caratteristiche

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 31


dell’utenza, all’uso energetico dell’edificio e alle specifiche
caratteristiche dell’edificio e degli impianti, avvalendosi, in
primo luogo dell’attestato di qualificazione energetica;
b) determinazione della prestazione energetica mediante
applicazione di appropriata metodologia, relativamente a tutti
gli usi energetici, espressi in base agli indici di prestazione
energetica EP totale e parziali;
c) individuazione delle opportunità di intervento per il
miglioramento della prestazione energetica in relazione alle
soluzioni tecniche proponibili, ai rapporti costi-benefici e ai
tempi di ritorno degli investimenti necessari a realizzarle.

2. La classificazione dell’edificio in funzione degli indici di prestazione


Classificazione energetica e il suo confronto con i limiti di legge e le potenzialità di
miglioramento in relazione agli interventi di riqualificazione
individuati.

3. Il richiedente il servizio può richiedere il rilascio del certificato sulla


Rilascio base di:
dell’attestato di - un precedente attestato di qualificazione energetica;
certificazione - le risultanze di una diagnosi energetica.
energetica
(ACE) Il soggetto certificatore è tenuto ad utilizzare i dati in possesso del
richiedente. L’attestato di qualificazione energetica è comunque
obbligatorio per gli edifici di nuova costruzione, ristrutturazione totale
di edifici con S u t i l e maggiore di 1000 m 2 , interventi di demolizione
ricostruzione, ampliamenti di volume maggiori del 20%.
Entro i quindici giorni successivi alla consegna al richiedente
dell’attestato di certificazione energetica, il Soggetto certificatore
trasmette copia del certificato alla Regione o Provincia autonoma
competente per territorio.
Nel caso di edifici di nuova costruzione o ristrutturazione totale di
edifici con superficie utile maggiore di 1000 m 2 , interventi di
demolizione ricostruzione, ampliamenti di volume maggiori del 20%.
la nomina del Soggetto certificatore avviene prima dell’inizio dei
lavori.
Nei medesimi casi, qualora fossero presenti, a livello regionale o
locale, incentivi legati alla qualità energetica dell’edificio (bonus
volumetrici, ecc.), la richiesta dell’attestato di certificazione
energetica può essere resa obbligatoria prima del deposito della
richiesta di autorizzazione edilizia.

Le condizioni e le modalità attraverso cui è stata effettuata la


valutazione della prestazione energetica di un edificio o di una unità
immobiliare viene indicata esplicitamente nel relativo attestato, anche
ai fini della determinazione delle conseguenti responsabilità.

32 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


3.4 LA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA (Paragrafo 7.2)

La classe energetica globale dell’edificio comprende sottoclassi rappresentative dei


singoli servizi energetici certificati: riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria
e illuminazione.
Per la classificazione relativa alla climatizzazione invernale è stato posto come
requisito minimo il limite di separazione tra le classi C e D.
Attualmente si avvia la certificazione energetica limitando la valutazione all’indice di
prestazione ai servizi di climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria:
EPgl = EPi + EPacs

Il certificato energetico esprime il confronto della prestazione energetica globale EPgl con
le classi di riferimento proprie della località e dell’edificio.
La classificazione infatti tiene conto dell’indice di prestazione energetica limite previsto
dal DLgs 192/05 e relative modifiche (Dlgs 311/06 e DPR 59/09), applicando delle
percentuali Kn. Siccome nell’allegato C del DLgs 192/05 sono riportati i valori di EP limite
in funzione dei GradiGiorno e S/V dell’edificio, anche la classificazione corrispondente
dovrà tenere conto di entrambi questi fattori.

EPgl (Classe) = Kn EPilimite + EPacs

Nell’allegato 4 delle Linee Guida Nazionali sono riportate le tabelle che definiscono come
costruire le classi energetiche.
Di seguito sono riportate le tabelle per le classificazioni basate sul:
- fabbisogno energetico per la climatizzazione invernale EPi per un edificio residenziale.
- fabbisogno energetico per la produzione di acqua calda sanitaria EPacs.
- fabbisogno energetico globale che, attualmente, tiene conto solo di EPi e EPacs.

Tabella 1: Classificazione EPi


CLASSE A i + < 0,25 EPi(limite 2010)
0,25 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE A i < 0,50 EPi(limite 2010)
0,50 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE B i < 0,75 EPi(limite 2010)
0,75 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE C i < 1,00 EPi(limite 2010)
1,00 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE D i < 1,25 EPi(limite 2010)
1,25 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE E i < 1,75 EPi(limite 2010)
1,75 EPi(limite 2010) ≤ CLASSE F i < 2,50 EPi(limite 2010)
CLASSE G i ≥ 2,50 EPi(limite 2010)

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Tabella 2: Classificazione EPacs
CLASSE A A C S < 9 kWh/m 2 anno
9 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE B A C S < 12 kWh/m 2 anno
12 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE C A C S < 18 kWh/m 2 anno
18 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE D A C S < 21 kWh/m 2 anno
21 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE E A C S < 24 kWh/m 2 anno
24 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE F A C S < 30 kWh/m 2 anno
CLASSE G A C S ≥ 30 kWh/m 2 anno

Tabella 3: Classificazione EPgl


CLASSE A g l + <0,25 EPi l i m 2 0 1 0 + 9 kWh/m 2 anno
0,25 EPi l i m 2 0 1 0 + 9 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE A g l <0,50 EPi l i m 2 0 1 0 + 9 kWh/m 2 anno
0,50 EPi l i m 2 0 1 0 + 9 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE B g l <0,75 EPi l i m 2 0 1 0 + 12 kWh/m 2 anno
0,75 EPi l i m 2 0 1 0 + 12 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE C g l <1,00 EPi l i m 2 0 1 0 + 18 kWh/m 2 anno
1,00 EPi l i m 2 0 1 0 + 18 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE D g l <1,25 EPi l i m 2 0 1 0 + 21 kWh/m 2 anno
1,25 EPi l i m 2 0 1 0 + 21 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE E g l <1,75 EPi l i m 2 0 1 0 + 24 kWh/m 2 anno
1,75 EPi l i m 2 0 1 0 + 24 kWh/m 2 anno ≤ CLASSE F g l <2,50 EPi l i m 2 0 1 0 + 30 kWh/m 2 anno
CLASSE G g l ≥2,50 EPi l i m 2 0 1 0 + 30 kWh/m 2 anno

Autodichiarazione del proprietario (Paragrafo 9)


Per gli edifici di superficie utile inferiore o uguale a 1000 m 2 e ai soli fini di cui al
comma 1bis dell’Art. 6 del DLgs192/05 (ndr: trasferimento a titolo oneroso di interi
immobili o singole unità immobiliari), mantenendo la garanzia di una corretta
informazione dell’acquirente, il proprietario dell’edificio, consapevole della scadente
qualità energetica dell’immobile, può scegliere di ottemperare agli obblighi di legge
attraverso una sua dichiarazione in cui afferma che:
- l’edificio è di classe energetica G;
- i costi per la gestione energetica dell’edificio sono molto alti;
Entro quindici giorni dalla data del rilascio di detta dichiarazione, il proprietario ne
trasmette copia alla Regione o Provincia autonoma competente per territorio.
Altri sistemi di classificazione (Paragrafo 7.3)
Nell’ambito di quanto disposto si precisa che nel contesto delle specifiche realtà
regionali possono essere adottati altri sistemi di classificazione in conformità ai principi
generali fissati dal DM 26/06/09.

34 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


3.5 I SOGGETTI CERTIFICATORI
In assenza del terzo decreto di attuazione del DLgs 192/05 che definisca i requisiti
professionali e i criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e indipendenza
degli esperti o degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici e
l’ispezione degli impianti si ritiene che, laddove non ci siano specifiche regionali, debba
essere applicata la normativa nazionale, in particolare DLgs 115/08:

Certificatore Sono abilitati ai fini dell’attività di certificazione energetica, e


energetico quindi riconosciuti come soggetti certificatori tecnici operanti in veste
(DLgs115, All.III) di: - dipendente di enti ed organismi pubblici;
- dipendente di società di servizi pubbliche o private;
- professionista libero od associato,
iscritti ai relativi ordini e collegi professionali, ed abilitati
all’esercitazione della professione relativa alla progettazione di edifici
e d’impianti, asserviti agli edifici stessi, nell’ambito delle competenze
ad esso attribuite dalla legislazione vigente.
Il tecnico abilitato opera quindi all'interno delle proprie competenze.
Ove il tecnico non sia competente nei campi sopra citati (o nel caso
che alcuni di essi esulino dal proprio ambito di competenza), egli deve
operare in collaborazione con altro tecnico abilitato in modo che il
gruppo costituito copra tutti gli ambiti professionali su cui è richiesta
la competenza.
Ai soli fini della certificazione energetica, sono tecnici abilitati
anche i soggetti in possesso di titoli di studio tecnico scientifici,
individuati in ambito territoriale da regioni e province autonome, e
abilitati dalle predette amministrazioni a seguito di specifici corsi di
formazione per la certificazione energetica degli edifici con
superamento di esami finale. I predetti corsi ed esami sono svolti
direttamente da regioni e province autonome o autorizzati dalle stesse
amministrazioni.
Indipendenza e Ai fini di assicurare indipendenza ed imparzialità di giudizio dei
imparzialità soggetti certificatori, i tecnici abilitati, all'atto di sottoscrizione
del dell'attestato di certificazione energetica, dichiarano:
certificatore a) nel caso di certificazione di edifici di nuova costruzione,
(DLgs115, All.III) l'assenza di conflitto di interessi, tra l'altro espressa
attraverso il non coinvolgimento diretto o indiretto nel processo
di progettazione e realizzazione dell'edificio da certificare o con
i produttori dei materiali e dei componenti in esso incorporati,
nonché rispetto ai vantaggi che possano derivarne al
richiedente;
b) nel caso di certificazione di edifici esistenti, l'assenza di
conflitto di interessi, ovvero di non coinvolgimento diretto o
indiretto con i produttori dei materiali e dei componenti in esso
incorporati, nonché rispetto ai vantaggi che possano derivarne
al richiedente.

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 35


3.6 QUALIFICAZIONE E CERTIFICAZIONE: AQE e ACE
Negli allegati delle Linee Guida nazionali sono riportati i modelli degli Attestati di
Certificazione e Qualificazione energetica. Di seguito proponiamo un confronto sulle
finalità e i contenuti dei due documenti:
AQE, ACE,
Attestato di qualificazione Attestato di certificazione
energetica energetica
Definizione: È il documento predisposto ed È il documento redatto nel rispetto
asseverato da un professionista delle norme contenute nel DLgs
abilitato, non necessariamente 192/05 e s.m., attestante la
estraneo alla proprietà, alla prestazione energetica ed
progettazione o alla realizzazione eventualmente alcuni parametri
dell’edificio, che sostituisce a tutti energetici caratteristici dell'edificio.
gli effetti l’attestato di certificazione È redatto da un Soggetto
energetica fino alla data di entrata in certificatore “indipendente” e
vigore delle LGN. nominato prima dell’inizio lavori.
(DLgs192/05, All.A) (DLgs192/05,Art.2; DM26/06/09-LGNPar.8)
Obblighi: È obbligatorio per tutti i tipi di È obbligatorio per gli edifici di
intervento definiti dal DLgs 192/05 nuova costruzione e per gli
ad esclusione delle ristrutturazioni interventi di ristrutturazione
parziali (vd. casistiche a pag.18) e integrale per edifici con S u t i l e >
consegnato per ottenere la fine 1000m 2 . Maggiori dettagli a pag.37.
lavori. ( D M 2 6 / 0 6 / 0 9 - L G N , P a r . 8 ) (DLgs192/05, Art.6)
Finalità: Strumento di controllo delle Strumento d’informazione per
prestazioni energetiche dell’edificio l’acquirente o conduttore circa le
per ottenere la fine lavori. prestazioni e il grado di efficienza
(DLgs192/05, Art.8 comma 2) energetica dell’edificio.
(DLgs192/05, Art.6 commi 3 e 4)
Contenuti: o Frontespizio: AQE o Frontespizio: ACE
(LGN, Allegati o Dati generali edificio o Dati generali edificio
5 e 6)
o Dati generali impianti o Dati generali impianti
o Progettista, DL e costruttore o Progettista, DL e costruttore
o Cruscotto prestazioni energ. o Cruscotto prestazioni energ.
o Prestazioni energ. Parziali o Prestazioni energ. Parziali
o Raccomandazioni o Raccomandazioni
o Eventuali note o Eventuali note
o Fonte dei dati utilizzati o Fonte dei dati utilizzati
o Software utilizzato o Software utilizzato
o Classe energetica proposta o Classe energetica
o Qualità estiva involucro
o Classificazione globale
o Dati Tecnico qualificatore o Dati Soggetto certificatore
o Sopralluoghi
o Data e firma DL o Data e firma certificatori
o Data e firma Qualificatore

36 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


3.7 L’OBBLIGO ALLA CERTIFICAZIONE

EVOLUZIONE DELL’OBBLIGO DELLA CERTIFICAZIONE


DLgs 192/2005
entro un anno Nei casi di edifici di nuova costruzione; ristrutturaz. integrali
( d a l l ’ e n t r a t a i n v i g o r e d e l degli elementi d’involucro di edifici esistenti con S 2
u t i l e >1000m e
DLgs192)
demolizione e ricostruzione in manutenzione straordinaria di
edifici esistenti con S u t i l e >1000m 2 , l’attestato è redatto al termine
della costruzione medesima e a cura del costruttore secondo i
criteri e le metodologie previste dalle LGN.
dal 1 luglio 2007 Nel caso di trasferimento a titolo oneroso dell’intero immobile per
gli edifici con superficie utile > 1000m 2 .
dal 1 luglio 2008 Nel caso di trasferimento a titolo oneroso dell’intero immobile
con esclusione delle singole unità immobiliari per gli edifici con
superficie utile anche < 1000m 2 .
dal 1 luglio 2009 Nel caso di t.t.o. anche delle singole unità immobiliari.
dal 1 gennaio 2007 Necessario l’attestato di certificazione energetica per accedere a
incentivi e agevolazioni di qualsiasi natura fiscali correlati in
qualsiasi modo ad intervento sull’edificio, impianti o modalità
d’esercizio.
dal 1 luglio 2007 Tutti i contratti, nuovi o rinnovati, relativi alla gestione
dell’impianto termico o di climatizzazione degli edifici pubblici
devono prevedere la predisposizione dell’attestato entro i primi 6
mesi con esposizione al pubblico della targa energetica.
DETRAZINI 55%
Periodo 2008-2010 Nel caso di domanda di detrazione per le spese relative a:
(DM 7 Apr 2008) — riqualificazione energetica dell’edificio;
— isolamento involucro opaco;
— sostituzione caldaie esistenti.
ABROGAZIONI DELLA Legge 133/2008
dal 22 Agosto 2008 Abrogati i seguenti passaggi del DLgs 192:
Art.6, comma 3: nel caso di trasf. a titolo oneroso dell'intero
immobile o della singola unità immobiliare, l’ACE è allegato
all'atto di compravendita, in originale o in copia autenticata.
Art. 6, comma 4: nel caso di locazione, l’ACE è messo a
disposizione del conduttore o ad esso consegnato in copia
dichiarata dal proprietario conforme all'originale in suo possesso.
Art. 15, comma 8: in caso di violazione dell'obbligo previsto
dall'Art.6, comma 3, il contratto è nullo. La nullità può essere
fatta valere solo dall’acquirente.
Art. 15, comma 9: in caso di violazione dell'obbligo previsto dall'
Art.6, comma 4, il contratto è nullo. La nullità può essere fatta
valere solo dal conduttore.

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 37


GUIDA ALLE DETRAZIONI 55%
Regole e limiti da rispettare

4.1 ITER LEGISLATIVO


Le detrazioni del 55% sono state introdotte per la prima volta con la Legge Finanziaria
2007 (Legge 27 Dicembre 2006, n.296) per gli interventi di riqualificazione energetica del
patrimonio edilizio esistente.
Le regole per accedere a queste detrazioni sull’imposta lorda delle spese sostenute sono
state emanate col Decreto Ministeriale del 19 febbraio 2007 (parzialmente corretto dal
Decreto Ministeriale del 26 ottobre 2007).
Il successo dell’iniziativa ha spinto il Governo a rilanciare l’incentivo con la Legge
Finanziaria 2008 (Legge 24 Dicembre 2007, n.244) che ha esteso la possibilità
d’accesso alle detrazioni fino al 2010. Anche in questo caso le regole dell’assetto
amministrativo sono state definite con due decreti ministeriali:
 il DM 11 Marzo 2008 (G.U. 18 Marzo 2008, n.66): limiti 2008/2010
 il DM 7 Aprile 2008 (G.U. 24 Aprile 2008, n.97): assetto amministrativo 2008/2010

Tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, la legge di conversione del DL 185/2008 “Misure
urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in
funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale” (molto discussa nella sua prima
versione) ha introdotto le modifiche finali alle detrazioni del 55%.
L’assetto attuale è stato poi completato da ENEA e dall’Agenzia delle Entrate tra febbraio
e maggio 2009 col nuovo sito per l’invio della documentazione e le nuove istruzioni
amministrative.
Tra le ultime novità: l'art. 31 della Legge 99/2009 in vigore dal 15/8/09 che abolisce
l'obbligo di produrre l'AQE per coloro che intendono fruire della detrazione per la
sostituzione di generatori di calore (comma 347 della Finanziaria 2007) e il DM 6 agosto
2009 (pubblicato sulla GU del 26 settembre 2009) recante semplificazioni e chiarimenti
delle procedure nonché i parametri di prestazione delle pompe di calore.

Tra le semplificazioni: l’asseverazione del tecnico abilitato che attesta la rispondenza


dell’intervento ai pertinenti requisiti richiesti potrà essere sostituita da quella resa dal
Direttore lavori sulla conformità al progetto delle opere realizzate ed esplicitata nella
relazione attestante la rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo di
energia degli edifici e relativi impianti.

CHIARIMENTI E INFORMAZIONI
Per ogni chiarimento in merito alle detrazioni 55% ricordiamo che:
 è disponibile un elenco di FAQ curato da ENEA e pubblicato all’indirizzo:
http://efficienzaenergetica.acs.enea.it
 è possibile chiedere informazioni al Numero verde: 800 985 280
(dal lunedì al venerdì, ore 9.00-13.00 e 14.00-18.00)

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4.2 LE DETRAZIONI DEL 55%
Di seguito è proposta una sintesi dei contenuti delle leggi, dei decreti e delle circolari che
trattano il tema delle detrazioni del 55%.

INCENTIVO ( F i n a n z i a r i a 2 0 0 7 - L e g g e 2 9 6 / 0 6 2 7 A r t . 1 , c o m m i 3 4 4 - 3 4 9 e s . m . i . )
È prevista una detrazioni del 55 % delle spese sostenute entro il 31/12/2010
MODALITÀ ( F i n a n z i a r i a 2 0 0 7 - L e g g e 2 9 6 / 0 6 2 7 A r t . 1 , c o m m i 3 4 4 - 3 4 9 e s . m . i . )
L’incentivo è previsto come detrazione fiscale sull’IRPEF ripartita in un 5 quote annuali.
EDIFICI AMMESSI ( C i r c o l a r e A g e n z i a d e l l e E n t r a t e 3 1 M a g g i o 2 0 0 7 )
La detrazione dell’imposta lorda riguarda solo gli interventi su edifici esistenti di
qualunque destinazione d’uso. La prova dell’esistenza è fornita da una delle seguenti 3
condizioni: iscrizione al catasto, richiesta di accatastamento o pagamento dell’ICI
Gli edifici inoltre, secondo l’Art.2 della Circolare 31/05/07:
- devono essere già dotati di impianto di riscaldamento;
Non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti,
radiatori individuali, scaldacqua unifamiliari; tali apparecchi sono tuttavia
assimilati agli impianti termici quando la somma delle potenze nominali del
focolare degli apparecchi al servizio della singola unità immobiliare ≥ 15kW.
- devono essere dotati, dopo l’intervento, di un impianto termico centralizzato, se
l’intervento prevede il frazionamento dell’unità immobiliare;
- devono essere riqualificati rispettando una fedele ricostruzione dell’esistente, se
l’intervento prevede una ristrutturazione con demolizione e ricostruzione.
REGOLE PER ACCEDERE ALLA DETRAZIONE ( D M 1 9 / 0 2 / 0 7 , A r t . 4 e s . m . i . )
Il soggetto richiedente la detrazione deve compiere i seguenti adempimenti:
a ) acquisire l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti la rispondenza tra
intervento e requisiti richiesti per accedere alle detrazioni
b ) inviare all’ENEA copia dell’attestato di qualificazione energetica (o
certificazione ove prevista) (non più previsto nel caso di sostituzione di infissi in
singole unità immobiliari o installazione di pannelli solari e dal 15/8/09 anche
per la sostituzione di caldaio come dal comma 347 della Finanziaria 2007)
c ) inviare all’ENEA scheda informativa dell’intervento (Allegato E o Allegato F)
d ) conservare traccia dei pagamenti relativi alle spese sostenute
e ) se la durata dell’intervento si estende su più periodi di imposta, va inviata
una comunicazione all’Agenzia delle Entrate tramite apposito modulo

La documentazione va inviata entro 90 giorni dalla fine dei lavori per via telematica dal
sito dell’ENEA (conservando ricevuta informatica)
Il soggetto richiedente ( D M 1 9 / 0 2 / 0 7 , A r t . 2 e s . m . i . )
Il soggetto che richiede la detrazione dell’imposta sul reddito può essere:
- una persona fisica o un ente non titolare di reddito di impresa
- un soggetto titolare di reddito d’impresa
La condizione necessaria per poter usufruire della detrazione è che il soggetto partecipi
alle spese dell’intervento. Rientrano quindi anche i familiari conviventi.
La possibilità di usufruire dell’incentivo (essendo una detrazione dell’imposta sul reddito)
dipende dalla capacità fiscale del soggetto al momento della domanda.

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 39


L’asseverazione ( D M 1 9 / 0 2 / 0 7 , A r t . 4 e s . m . i . )
È la dichiarazione firmata da un tecnico abilitato nella quale si afferma che l’intervento
rispetta i requisiti per accedere alla detrazione.
Il tecnico abilitato ( D M 1 9 / 0 2 / 0 7 , A r t . 1 e s . m . i . )
Secondo il Decreto Ministeriale del 19/02/07 è un tecnico abilitato:
- un ingegnere o un architetto iscritto al proprio ordine professionale
- un geometra o un perito industriale iscritto al proprio collegio professionale
Secondo la Circolare 31/05/07 la definizione (secondo la legislazione vigente) vale anche
per: dott. agronomi, dott. forestali e periti agrari iscritti al proprio collegio professionale.
L’attestato di qualificazione (Allegato A) ( D M 1 9 / 0 2 / 0 7 , A r t . 4 e s . m . i . )
È il documento prodotto successivamente all’esecuzione degli interventi, da redigere
secondo le procedure approvate dalle Regioni o dalle Province autonome o in assenza
delle quali seguendo lo schema riportato nell’Allegato A del DM del 19/02/07.
La scheda informativa (Allegato E o Allegato F) ( D M 1 9 / 0 2 / 0 7 , A r t . 4 e s . m . i . )
Da compilare sul modello dell’Allegato E del DM del 19/02/07 o in caso di sola
sostituzione di infissi in singole unità immobiliari o installazione di pannelli solari per
ACS, secondo l’Allegato F del DM del 07/04/08.
La comunicazione all’Agenzia delle Entrate ( P r o v v e d i m e n t o A d E c o n P r o t o c o l l o n . 5 7 6 3 9 / 2 0 0 9 )
La comunicazione serve per consentire il monitoraggio dell’onere a carico del bilancio
erariale per ciascun esercizio finanziario, derivante dalla detrazione d’imposta del 55%.
Il modello deve essere utilizzato per comunicare le spese sostenute a partire dal periodo
di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2008 e non è necessario qualora
i lavori siano iniziati e conclusi nel medesimo periodo di imposta
Per i lavori terminati nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2009 e la data di
pubblicazione del provvedimento, i dati richiesti sono trasmessi dall'ENEA all'Agenzia
dell'Entrate entro il 30 settembre 2009.
Le spese ( C i r c o l a r e A g e n z i a d e l l e E n t r a t e 1 9 F e b b r a i o 2 0 0 8 )
Il soggetto richiedente deve conservare traccia dei pagamenti relativi alle spese
sostenute. Nel caso di privati i pagamenti devono essere fatti con bonifici bancari o
postali indicando la casuale. Le spese per le quali è possibile chiedere la detrazione
dipendono dal tipo di intervento.
L’IVA al 10% è applicabile secondo le regole dell’incentivo sulle ristrutturazioni al 36%:
in fattura deve essere scorporata la cifra relativa alla manodopera e l’aliquota al 10% è
applicabile anche ai beni fino a concorrenza dell’importo della manodopera.

4.3 LE TIPOLOGIE D’INTERVENTO INTERESSATE


Riqualificazione energetica Detrazione max 100.000 €
Assev.

EP i ≤ EP l i m DM 11/03/08

Ammesse tutte le spese degli interventi che concorrono al


Spese

raggiungimento dell’obbiettivo sul fabbisogno invernale comprese le


co m ma 3 4 4
opere provvisionali e accessorie, forniture e pose in opera degli
elementi dell’involucro e degli impianti e gli oneri professionali.

40 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


Interventi sull’involucro Detrazione max 60.000 €
- calcolo della trasmittanza prima e dopo l’intervento
- verifica che U d o p o i n t e r v e n t o < U l i m D M 1 1 / 0 3 / 0 8
Assev.
- nel caso di sostituzione di infissi l’asseverazione può essere
sostituita da una certificaz. del produttore che attesti rispetto dei
requisiti min. corredata da certificaz. conformità dei componenti
Sono comprese le spese per opere provvisionali e oneri professionali.
co m ma 3 4 5
Inoltre per interventi su elementi opachi:
- fornitura e messa in opera di materiale coibente e materiali
Spese

ordinari, per il miglioramento delle caratteristiche termiche


- demolizione e ricostruzione dell’elemento costruttivo
Per quanto riguarda la sostituzione di infissi:
- fornitura e posa in opera dell’infisso
- integrazioni e sostituzioni dei componenti vetrati esistenti
Installazione pannelli solari per ACS Detrazione max 60.000 €
- garanzia di 5 anni pannelli solari e bollitori e di 2 anni per i
Assev.

componenti elettrici e presenza del certificato di conformità (UNI


12975) rilasciato da un laboratorio
- istallazione dell’impianto avvenuta in conformità ai manuali
Fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature per la realizzazione
Spese

co m ma 3 4 6 a regola d’arte degli impianti solari termici organicamente collegati alle


utenze e per gli oneri professionali.
Sostituzione di caldaie esistenti Detrazione max 30.000 €
Per caldaie a condens. con potenza nominale al focolare ≥ 100 kW:
- rendimento termico utile del generatore di calore a
condensazione con carico pari al 100%Pn, η u ≥ (93+2logPn)%
- valvole termost. a bassa inerzia (o reg. mod.)se T f l u i d o >45°C
- presenza di un bruciatore di tipo modulante
- regolazione climatica che agisce direttamente sul bruciatore
- istallazione pompa di tipo elettronico a giri variabili
Asseverazione

Per caldaie a condens. con potenza nominale al focolare <100 kW:


- verificare solo i primi 2 punti dell’elenco precedente o recuperare
la certificaz. dei produttori per η u e valvole termostatiche
Per pompe di calore ad alta efficienza o impianti geotermici:
- verificare i limiti di COP e EER del DM 07/04/08
Inoltre il DM 11/03/08 Art.1 comma 2, specifica che nel caso di
co m ma 3 4 7 intervento finalizzato alla riqualificazione energetica (comma 344) con
sostituzione di generatori di calore a biomasse va garantito:
- η u minimo conforme alla classe 3 di cui alla UNI EN 303-5
- limiti di emissione di cui all’All.IX parte V del DLgs 152/06 e s.m
- utilizzo di biomasse ammesse ai sensi dell’All.X parte V del DLgs
152/06 e s.m.
- smontaggio e dismissione dell’impianto esistente
Spese

- fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature per la


realizzazione a regola d’arte dei nuovi impianti (rete e generatore)
- oneri professionali

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 41


4.4 VALORI LIMITE PER ACCEDERE ALLE DETRAZIONI

Edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena, e caserme
DM 11/03/08 Valori di EP i limite da verificare fino al 31/12/2009 (in kWh/m² anno)
Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 8.5 8.5 12.8 12.8 21.3 21.3 34 34 46.8 46.8

≥0.9 36 36 48 48 68 68 88 88 116 116

DM 11/03/08 Valori di EP i limite da verificare dal 1/01/2010 (in kWh/m² anno)


Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 7.7 7.7 11.5 11.5 19.2 19.2 27.5 27.5 37.9 37.9

≥0.9 32.4 32.4 43.2 43.2 61.2 61.2 71.3 71.3 94 94

Tutti gli altri edifici


DM 11/03/08 Valori di EP i limite da verificare fino al 31/12/2009 (in kWh/m 3 anno)
Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 2 2 3.6 3.6 6 6 9.6 9.6 12.7 12.7

≥0.9 8.2 8.2 12.8 12.8 17.3 17.3 22.5 22.5 31 31

DM 11/03/08 Valori di EP i limite da verificare dal 1/01/2010 (in kWh/m 3 anno)


Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %
Zona climatica
A B C D E F
< 60 0 601 900 901 1 4 00 1 4 01 2 1 00 2 1 01 3 0 00 > 30 0 0
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG

≤0.2 1.8 1.8 3.2 3.2 5.4 5.4 7.7 7.7 10.3 10.3

≥0.9 7.4 7.4 11.5 11.5 15.6 15.6 18.3 18.3 25.1 25.1

42 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


Trasmittanza termica delle strutture che compongono l’involucro
DM 11/03/08 Valori di trasmittanza U da verificare fino al 31/12/2009 (in W/m 2 K)
Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %
Strutture Strutture opache orizzontali Finestre
Zona
opache o inclinate comprensive di
climatica
verticali Coperture Pavimenti * infissi
A 0.62 0.38 0.65 4.6
B 0.48 0.38 0.49 3.0
C 0.40 0.38 0.42 2.6
D 0.36 0.32 0.36 2.4
E 0.34 0.30 0.33 2.2
F 0.33 0.29 0.32 2.0
* Pavimenti verso locali non riscaldati o verso l’esterno

DM 11/03/08 Valori di trasmittanza U da verificare dal 1/01/2010 (in W/m 2 K)


Lim iti p er a cc e de r e all e d etr a z io ni 5 5 %
Strutture Strutture opache orizzontali Finestre
Zona
opache o inclinate comprensive di
climatica
verticali Coperture Pavimenti * infissi
A 0.56 0.34 0.59 3.9
B 0.43 0.34 0.44 2.6
C 0.36 0.34 0.38 2.1
D 0.30 0.28 0.30 2.0
E 0.28 0.24 0.27 1.6
F 0.27 0.23 0.26 1.4
* Pavimenti verso locali non riscaldati o verso l’esterno

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 43


PIANO CASA E SCOMPUTI VOLUMETRICI
I contenuti dell’accordo tra Stato e Regioni e del DLgs115/08 su
ampliamenti e i premi volumetrici

5.1 INTRODUZIONE
A livello nazionale sono previste diverse possibilità per usufruire di premi o scomputi
volumetrici in fase di nuova progettazione o di interventi sull’edilizia esistente. Di seguito
sintetizziamo il contenuto del Piano Casa e i passaggi più significativi del DLgs 115/08.

5.2 IL PIANO CASA


Il 31 marzo 2009 è stato definito un accordo Stato-Regioni per il rilancio dell’economia.
All’interno di questo documento sono contenute le linee guida per attuare il “Piano Casa”
col fine di rispondere ai bisogni abitativi delle famiglie.
A livello nazionale sono state definite due possibilità di ampliamento del 20% e del 35%.
Le Regioni s’impegnino entro 90 giorni ad approvare proprie leggi ispirate a tali obiettivi,
in un’ottica di semplificazione e rapidità dell’attuazione degli interventi.
Di seguito sintetizziamo i contenuti dell’Accordo tra Stato-Regioni, i provvedimenti
d’attuazione regionale sono consultabili sul sito www.anit.it.
L’ACCORDO STATO-REGIONI
AMPLIAMENTI DI
VOLUME
Su ed if ici es is t en t i
res i de n zia li u ni - bi fa mil ia ri

DEMOLIZIONE E
RICOSTRUZIONE CON
PREMI VOLUMETRICI
Per e di fic i r es i de n zia li

RUOLO DELLE REGIONI La natura straordinaria dei provvedimenti regionali non dovrebbe
superare i 18 mesi dalla loro entrata in vigore. Ogni regione può
emanare Leggi che seguano le linee generali di tali indirizzi
riducendoli, confermandoli o ampliandoli.

44 Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico


5.3 SCOMPUTI VOLUMETRICI E DISTANZE DAI CONFINI

Il DLgs 115/08 “Attuazione della direttiva 2006/32/CE” pubblicato in G.U. il 3 luglio


2008, concernente l’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici, prevede
fra le altre cose premi volumetrici e deroghe sulle distanze minime e altezze massime in
caso d’isolamento delle strutture opache. Nello schema seguente i passaggi significativi:

DLgs 115/2008: ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2006/32/CE


Art.1 “Il presente decreto […] stabilisce un quadro di misure volte al
Finalità miglioramento dell’efficienza degli usi finali dell’energia sotto il
profilo costi e benefici […]”
Art.11 comma 1 “Nel caso di edifici di nuova costruzione, lo spessore delle
Edifici di nuova murature esterne, delle tamponature o dei muri portanti,
costruzione
superiori ai 30 cm, il maggior spessore dei solai e tutti i
maggiori volumi e superfici necessari ad ottenere una
riduzione minima del 10% dell'indice di prestazione
energetica previsto dal DLgs 192 e s.m., certificata con le
modalità di cui al medesimo decreto legislativo, non sono
considerati nei computi per la determinazioni dei volumi,
delle superfici e nei rapporti di copertura, con riferimento alla
sola parte eccedente i 30 cm e fino ad un massimo di ulteriori
25 cm per gli elementi verticali e di copertura e di 15 centimetri
per quelli orizzontali intermedi.
Nel rispetto dei predetti limiti è permesso derogare, nell'ambito
delle pertinenti procedure di rilascio dei titoli abitativi di cui al
titolo II del DPR 380 del 6 giugno 2001, a quanto previsto dalle
normative nazionali, regionali o dai regolamenti edilizi comunali,
in merito alle distanze minime tra edifici, alle distanze
minime di protezione del nastro stradale, nonché alle altezze
massime degli edifici.”
Art.11 comma 2 “Nel caso di interventi di riqualificazione energetica di edifici
Edifici esistenti esistenti che comportino maggiori spessori delle murature
esterne e degli elementi di copertura necessari ad ottenere una
riduzione minima del 10% dei limiti di trasmittanza previsti
dal DLgs 192 e s.m., certificata con le modalità di cui al
medesimo decreto legislativo, è permesso derogare, nell'ambito
delle pertinenti procedure di rilascio dei titoli abitativi di cui al
titolo del DPR 380 del 6 giugno 2001, a quanto previsto dalle
normative nazionali, regionali o dai regolamenti edilizi comunali,
in merito alle distanze minime tra edifici e alle distanze
minime di protezione del nastro stradale, nella misura
massima di 20 cm per il maggiore spessore delle pareti verticali
esterne, nonché alle altezze massime degli edifici, nella misura
massima di 25 cm, per il maggior spessore degli elementi di
copertura. La deroga può essere esercitata nella misura
massima da entrambi gli edifici confinanti.”

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico 45


Iscriviti ad ANIT!
ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico.
Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:

- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati;


- promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica;
- assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle
problematiche di energetica e acustica in edilizia;
- effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato;
- fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l'isolamento termico ed acustico ed argomenti
affini;
- organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità
di confrontare le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico;
- diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico;
- realizza e sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale quali software applicativi e
manuali.

I SOCI
Sono soci ANIT individuali: professionisti, studi di progettazione e tecnici del settore.
Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Assocazione.
Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc.
Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico.
Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività
dell' Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli
strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti. L'Associazione è ad anno solare, con
scadenza al 31 dicembre dell'anno di iscrizione. Per info: associazione@anit.it.

LE PUBBLICAZIONI
ANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali divul-
gativi, sintesi di chiarimento dei Decreti DPCM 5-12-97 per i requisiti acustici passivi degli edifici e
Dlgs 311 per l’efficienza energetica degli edifici, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci) e distri-
buite
gratuitamente in occasione degli incontri e dei convegni ANIT.

I CONVEGNI
ANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore.
Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni
sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia.
Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate

www.anit.it
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Maggiori info su

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