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MATERIA E GEOMETRIA

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COLLANA DELLA SEZIONE


ARCHITETTURA E DISEGNO
DEL DIPARTIMENTO DI PROGETTAZIONE
DELL’ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITÀ
DEGLI STUDI DI FIRENZE

Direttore:
EMMA MANDELLI

Consiglio di redazione:
ROBERTO MAESTRO
MARCO BINI
ROBERTO CORAZZI
Il disegno di copertina è tratto dalla ‘Carta militare del Regno d’Etruria e
del Principato di Lucca’, disegnata nel 1806 dall’incisore C. Bordiga,
scala 1:200.000, conservata presso l’Istituto Geografico Militare di
Firenze.

Questo volume è frutto di lavoro inserito nello studio “ Il paesaggio


e le preesistenze nella Val di Sieve” svolto presso il Dipartimento di
Progettazione dell’Architettura dell’Università degli Studi di Firenze,
finanziato con fondi MURST ex 40%.
Coordinatore della ricerca Prof. Emma Mandelli
Montaggio grafico a cura di Michela Rossi

finito di stampare nel novembre 1998


d.t.p.: “Alinea editrice srl” - Firenze
stampa:
EMMA MANDELLI MICHELA ROSSI

PERCORSI RELIGIOSI NEL MUGELLO


PIEVI E PIVIERI
INTRODUZIO-

INTRODUZIONE - IL MUGELLO, LE PIEVI, I PERCOORSI


di Emma Mandelli

Studiare un territorio significa conoscerlo e analizzarlo al fine di presenza sistematica e pianificata degli edifici religiosi, edifici che
impostare una metodologia scientifica di approccio e di conse- diventarono nel medioevo i“riferimenti” a carattere religioso (in
guenza di riferimento per la conservazione delle sue caratteristiche sostituzione dei luoghi pagani) e a carattere amministrativo di
ambientali e per i possibili interventi futuri. governo nell’equilibrio tra plebe e feudi
Nel nostro caso il tema dello studio delle preesistenze nell’area L’importanza dei tracciati antichi è senza dubbio derivata dalla
del Mugello è stato affrontato con gli strumenti del “disegno”, le posizione geografica della regione toscana collocata tra i paesi
strutture che costituiscono il complesso sistema generale della valle europei (in particolare la Francia) e Roma. A questa situazione
sono state individuate nei loro elementi costitutivi ed approfondite strategica si è sommata la morfologia collinare delle sue valli di
con studi separati. Se l’analisi geomorfologica permette di capire le facile accesso e attraversamento.
caratteristiche fisiche naturali dei luoghi nei quali si sono stratificati Le vie consolari romane, decadute ed in parte abbandonate, dal
gli interventi dell’uomo. Uno dei primi sistemi di riferimento che IX, X secolo furono sostituite nel centro Italia dalle nuove maglie
hanno segnato e segnano il territorio costruito è l’impianto viario stradali legate alle pievi e alle vie dei pellegrini. I nuovi tracciati
che determina i collegamenti tra i singoli insediamenti. si adeguarono alle posizioni dei centri abitati e religiosi sfruttando
Nell’esame delle variabili processuali del territorio i tracciati viari ove possibile gli antichi tracciati romani e completandoli capillar-
hanno rappresentato e rappresentano tuttora gli assi di scambio, mente con la rete di scorciatoie e strade vicinali esistenti.
sono loro i luoghi lineari di massimo interesse, in grado perciò di In virtù di ciò si crearono due situazioni stabili:
organizzare e razionalizzare: territorio, tessuti ed insediamenti in Una generale – la viabilità si consolidò a servizio dell’assetto
un unico impianto distributivo. Sono l’origine delle matrici-maglia dato dalla istituzione religiosa, essendo questa divenuta in quel
delle città storiche e preludono prima, creano poi e ricreano, in periodo l’unico riferimento che possedesse una distribuzione
alternanze storiche ricorrenti, il processo evolutivo dal territorio territoriale riconoscibile.
alla città e viceversa. Una particolare - si consolidò la presenza della una via storica (la
via Francigena) segnata dal flusso dei pellegrini che si recavano a
I percorsi storici che attraversano la Toscana nella loro sovrappo- Roma e ancora oggi riconoscibile in un percorso abbastanza piano
sizione cronologica sono la testimonianza dell’assetto urbanistico che dal nord/Ovest si dirige, passando per Siena, verso Roma.
dato al territorio prima dal popolo etrusco poi dall’impero romano Questa arteria baricentrica in realtà si articolava anche in percorsi
ed infine dalla società medioevale con la diffusione strategica delle collaterali e raccoglieva lungo il suo cammino il flusso delle vie
postazioni difensive (Torri, castellari, castelli, città murate) e delle trasversali che allacciavano i punti nodali e strutturali del territorio
strutture religiose (Pievi e Conventi). a formare una fitta rete stradale secondaria di pellegrinaggio locale.
Questi tracciati sono ancora oggi funzionali e trafficati, anche se La città di Firenze, crocevia di grande rilevanza, era il polo più
la introduzione della ferrovia e delle grandi arterie li ha relegati al importante del sistema insediativo compreso tra l’Appennino e la
ruolo di percorsi alternativi. Percorsi lungo i quali si susseguono provincia laziale, collegato alla via Francigena da un percorso di
ed emergono episodi architettonici e paesaggistici di grande pre- fondazione romana.
gnanza storica ed estetica. Uno dei sistemi di “reti” che insistono E’ opportuno precisare che sarebbe assai riduttivo assumere le
sul territorio, generando i percorsi viari di grande rilevanza, è la vie di antica origine presenti in Toscana solo come vie di pelle-
10/PERCORSI RELIGIOSI NEL MUGELLO

Orografia, idrografia e viavili-


tà del bacino del fiume Sieve.
Disegni di Simona Rossellini e
Lorenzo Tilli, A.A. 1993/94

grinaggio. Anche se come tali furono nominate e usate si debbono portare non solo alla loro riscoperta ma alla comprensione degli
viceversa attribuire agli stessi percorsi molteplici funzioni in avvenimenti che si sono verificati nel tempo con una prospettiva
alcuni casi coincidenti fra loro. Si potrebbe parlare in maniera storica non banale. La conoscenza diretta con percorsi guidati può
analoga alla citata via dei Pellegrini della presenza della via del contribuire inoltre a dare risposte convincenti e affascinanti sulla
grano, della via del sale, della via della pietra etc. vita sociale delle popolazioni del luogo
I percorsi usati dai devoti in viaggio attraverso i luoghi sacri, da
Santiago di Compostela fino a Roma, sono stati battuti, qualche Ad un esame ravvicinato dei percorsi storici, sempre nell’area
volta aperti e certamente presidiati dai militari e da alcuni Ordini intorno a Firenze, si possono osservare le gerarchie e l’uso della
religiosi per più motivi. Motivi che vanno oltre alla semplice viabilità che collega tre territori: quello Mugellese, quello della
funzionalità derivante dalla situazione geografica, e che sono da conca fiorentina e quello del fiume Pesa.
ricercarsi negli interessi di dominio politico e amministrativo La evidente percorrenza che collega Firenze con l’Emilia-Roma-
esercitati dalle varie categorie sul territorio. gna a nord e Firenze con Poggibonsi nella direzione Siena Roma
Le pievi, luoghi religiosi di aggregazione sociale e aiuto per la o Pisa solca i tre ambiti territoriali.
popolazione, hanno avuto per un lungo periodo il compito di sal- Firenze è sempre stato il luogo nodale generato e generatore dei
vaguardare le strade e mantenere il controllo diffuso e capillare flussi mercantili, dei pellegrinaggi, degli interessi artistici e mili-
dell’area di competenza (i pivieri). Le chiese, attraverso la loro tari, che si intersecavano fiorenti tra nord e sud ed est e ovest, in
presenza architettonica, marcavano sul territorio un “riferimento” parole povere tra l’Europa e Roma, e tra il mare e l’entroterra.
al quale si sommavano gli edifici funzionali (ospizi, cimiteri, chiese Il Mugello ha sempre avuto un ruolo dominante per la presenza
suffraganee) necessari per l’accoglienza e la vita del popolo. dei percorsi di valico verso l’Emilia e Romagna e per gli scambi
Ogni pieve, dedicata ad un Santo protettore,era il centro ed il rife- dei prodotti legati alla campagna e agli allevamenti del bestiame.
rimento di una piccola società che in essa si riconosceva, ciascuna Grande importanza hanno avuto i mercati agricoli che hanno
comunità era inoltre legata alle pievi vicine nel sistema diocesano accompagnato la nascita e la crescita dei centri urbani sorti lungo
di appartenenza comune il quale raccoglieva sotto la sua giurisdi- le direttrici nord sud a salvaguardia degli interessi multipli degli
zione un congruo numero di edifici religiosi. Nell’area mugellese abitanti, i quali dovevano essere protetti e mantenuti in un equi-
erano presenti la diocesi fiorentina e la diocesi fiesolana con confini librio non sempre facile.
di competenza avulsi dai confini territoriali geografici.
L’architettura come base di riferimento rappresenta sempre Nell’affrontare lo studio del territorio dell’intera valle del Mugel-
l’espressione materiale di una antropizzazione specializzata e lo è stato necessario mettere a punto gli strumenti più idonei di
che racchiude in sè tutte le “conoscenze” culturali, tecniche e analisi per cercare di comprendere attraverso l’esame ragionato
funzionali della società che la crea. dei reti presenti, li interrelaziona e apre il campo alle successive
La visita dei luoghi emergenti ed i riferimenti sul territorio posso- letture dei sottosistemi.
no diventare la fonte scientifica di informazione e, attraverso lo Gli ambiti generali affrontati nella ricerca sono raggruppabili e
studio successivo di interpretazione e approfondimento, possono sinteticamente descritti in:
INTRODUZIO-

Studi del paesaggio e dell’insediamento di


Sant’Agata del Mugello.
Disegni di Sonia Squilloni, A.A. 1993/94
12/PERCORSI RELIGIOSI NEL MUGELLO

Studi dell’abitato di Sant’Agata del Mugello.


Disegni di Sonia Squilloni, A.A. 1993/94
INTRODUZIO-

“sistemi territorili” alla sedimentazione dell’opera dell’uomo fino 1) - Studio del territorio:
alla conoscenza diretta degli “individui”. Si è confermato anche qui morfologia
che se le tracce nell’ambiente naturale, il paesaggio, le architetture, le paesaggio
opere d’arte recano in se il portato spesso eccezionale di un passaggio emergenze
storico e se l’approccio visivo, geografico di un ambito territoriale antropizzazione
si svolge sui parametri naturalistici e costruiti, risulta evidente che delimitazione area di interesse
la matrice reale, la spina dorsale creata dall’uomo in grado di “con- 2) - I percorsi storici come struttura del territorio:
nettere” ciascuna parte è la viabilità: il percorso, la congiunzione classificazione storica dei percorsi
tra i luoghi. Le vie, relazionate alle opere rappresentano il legame, tipologie di percorsi
anche nel tempo, fra i luoghi funzionali del vivere umano. 3) - Reti territoriali: (Religiose – Mercantili – Militari
Lo studio particolare contenuto in questo volume è centrato sul si- - Civili):
stema delle Pievi in relazione ai percorsi viari di antica origine. A-
Gli itinerari a larghe maglie che collegano le vie e i percorsi che I percorsi ed i collegamenti
interessano le pievi fanno riferimento ai percorsi di devozione nei L’organizzazione territoriale
pellegrinaggi locali e le pievi stesse, situate a distanze variabili Le famiglie e i loro possedimenti terrieri
in relazione alla difficoltà di cammino e di conseguenza ai tempi B-
di percorrenza, rappresentano i veri “centri amministrativi” del I centri storici
territorio. I luoghi di sosta
L’analisi del sistema riporta l’attenzione alle matrici del territorio I luoghi di presidio
che pur nelle trasformazioni conserva i segni sensibili della storia I mercatali
dei luoghi. Le Pievi e i Pivieri, Badie, Conventi etc
La ricerca scientifica a livello generale prevedeva lo studio del Le ville
paesaggio e delle preesistenze nella Val di Sieve articolata in Alto
Mugello, Mugello e Val Di Sieve. Con questa ottica l’individuazione del sistema delle reti non è
Gli strumenti adottati si sono basati sull’utilizzo di tecniche avanzate stata solo la classificazione delle conoscenze in un campo di
miste per l’analisi e il rilievo dell’esistente costruito/naturale indagine specifica, ma anche l’approfondimento del suo essere
L’impostazione dell’analisi si è fondata su due scale di riferimen- “elemento” essenziale nei processi di trasformazione continua
to: dell’ambiente naturale e di quello artificiale. Deriva dai risultati
- Indagine di Rilievo ambientale un interesse multiplo nella ricerca che, per principio, perseguiva
- Indagine di Rilievo in scala architettonica come fine il mantenimento e riconoscimento della “identità” di
un luogo. Gli obiettivi, che si sono posti come essenziali nella
Nella sperimentazione è stato ha affrontato il problema della meto- rappresentazione della complessa compagine naturale/artefatto
dologia di analisi critica e oggettiva del territorio in esame conside- del paesaggio, sono stati la documentazione delle quantità e
rando come base di riferimento la sua struttura morfologica di valle delle qualità.
percorsa da un corso d’acqua e tagliata trasversalmente da antichi Le operazioni di riconoscimento delle emergenze (o evidenze)
percorsi transappenninici. del contesto e la conoscenza integrata - storica, geografica,
Nelle fasi di elaborazione seguite sono emersi tre punti fra loro idrografica, vegetazionale, antropica etc. -. sono stati la tradu-
connessi e determinanti per gli approfondimenti: zione operativa dei due parametri valutativi.
1) Lo studio della evoluzione storica e antropizzazione del territo-
rio. Le finalità che hanno dato il via alla ricerca sul Mugello e alla
2) La creazione della “carta delle reti di sistemi” come visualiz- metodologia scelta, hanno trovato nel fiume il riferimento fon
zazione del complesso di relazioni intercorrenti. Questa carta
rappresenta un risultato che evidenzia i sistemi di
3) Lo studio del carattere paesaggistico dei luoghi in termini qua-
litativi e quantitativi.
14/PERCORSI RELIGIOSI NEL MUGELLO

damentale. La scelta delle “viste” ad esempio ha seguito il filo mi di rappresentazione per gli aspetti legati alla pianificazione
della via d’acqua, spina dorsale del sistema geografico oppure generale e alla presenza delle situazioni peculiari a scala sempre
le vie trasversali costruite dall’uomo per superare il valico degli più ravvicinata.
Appennini. Le rappresentazioni ordinate per sezioni sono il risul- La schedatura dei manufatti, inseriti nelle reti civili, religiose
tato ottenuto. o militari,aiutata dalla rilevazione adeguata, rientra, infatti, per
La presenza costante nella valle della Sieve dei due versanti metodologia e resa grafica nell’ambito della rappresentazione
montuosi ha portato facilmente alla formulazione di un ideo- a più scale. La metodologia, validamente sperimentata, colloca
gramma lineare (la direttrice segnata dal fiume) intersecato da gli edifici all’interno di un preciso sistema (geografico, naturale
linee ortogonali secondarie sulle quali si ritrovano i manufatti, e costruito) per poi descrivere graficamente le caratteristiche di
e con la sovrapposizione di una maglia di percorsi secondari di ciascuno (tipologiche, formali, strutturali etc).
collegamento. La rete delle Pievi è documentata nelle pagine che seguono in
Gli enti geometrici lineari sono stati la chiave di lettura di questo tutti gli aspetti indicati e con particolare accuratezza nella resti-
sistema collocato nel contesto generale. La sintesi, che ordina tuzione in scala della rilevazione misurata e completa di ciascun
e astrae desumendole dalle forme reali le trasformazioni e gli edificio.
elementi paesaggistici, ha trovato infine la logica collocazione e Il repertorio della architettura delle pievi è esauriente in se stes-
lettura nel quadro planimetrico. so, il suggerimento successivo a completarne la “conoscenza”
A scala non più territoriale ma ambientale si è cercato di focalizzare percorrendo le antiche strade, oltre a far apprezzare dal vero le
le caratteristiche insediative e paesaggistiche impostando una meto- caratteristiche del paesaggio, permette di visitare i manufatti col-
dologia originale di impatto visivo e della sua rappresentazione. locandoli nel loro contesto e “vivendone” il loro spazio esterno
L’individuazione e il censimento dei sistemi di insediamento posti ed interno.
strategicamente sul territorio hanno inoltre messo in luce i proble-
IL SISTEMA DeLLEPIllV11i5 I

LA PIEVE E L'AMMINISTRAZIONE DEL TERRITORIO


di Michela Rossi

La pieve, il pi viere e la Cl/ TG delle anime suffraganee, gli oratori e le cano niche, con diritto alla riscossione
delle decime. Ma la molteplici tà delle funzioni e la durata tempo-
Le pievi sono istituti medievali asssimi lilabili alle parrocchie rale del sistema rendono complessa la definizione sintetica de l
attuali (l), la cui presenza caratterizza la prima organizzazione ruolo della pieve, che mantiene una posizione organica alI'ordina-
religiosa italiana del contado nelle regioni centro settentrionali. mento civile e religioso contemporaneo.
Qui le pievi urbane in seguito divenute cattedrali e quelle rurali Le prime pievi rurali furono fondate da preti missionari che si
costituirono il cardine della struttura diocesana. La zona di diffu- stabilirono nei luoghi evangelizzati, ponendosi a capo delle comu-
sione sembra coincidere con l'estensione del sistema pagense, nità cristiane, le quali crearo no la loro chiesa battesimale. L' uso
restrando e tranea alle aree di influenza greca e poi bizanti na, del termine plebs riferito alla chiesa battesimale compare ne i
anche se nella parte più meridionale di questa area il sistema documenti ufficiali della chiesa solo a partire dall'i nizio del IX
pievano potrebbe esse re stato introdotto dal regno longobardo o secolo. Gli storici ritengono che la diffusione della parola sia
franco (2). Nella zona con il tempo si sviluppa una struttura avvenuta a livello popolare partendo dalla Toscana all' inizio del
ecclesiale gerarchizzata, nella quale le chiese battesimali facenti VIII secolo, dove si ebbe la massima intensità plebale, per esten-
capo al vescovo gove rnavano un distretto territoriale definito, dersi poi alla Romagna, alle Marche, all'U mbria. In seguito il
attrave rso le chiese suffraganee distribuite nei villaggidelcontado. fenomeno interessò la provincia reggiana e quella veronese. Verso
Questa struttura, che in origine era gestita con collegiali tà, era il X secolo le pievi si diffusero anche in Lombardi a e, in misura
diversa sia dall' organizzazione individualistica delle grandi par- minore, Piemonte e Liguria. Nell' Italia centro-meridionale la loro
rocchie dell ' Europa centro settentrionale che da quella dell' Italia presenza fu molto limitata e non si spinse a sud del Cilento e della
meridionale e insulare. Queste ultime non avevano succursali Puglia (5).
come le chiese suffraganee delle pievi. Se nel territorio esisteva una diocesi vescov ile la pieve si fondeva
L'etimologia della parola pieve, che deriva dal latino plebs = con la chiesa del vescovo, ma presto distinse un proprio distretto
popolo, si riferisce alle chiese del popolo delle campagne, in territoriale, si costituì un patrimonio autonomo e si occupò diret-
contrapposizione alle chiese urbane e alle chiese magistrali dei tamente della formazione del suo clero, il presbi teryum. La crea-
signori e alla cattedrale dalla quale dipendono (3). Lo stesso zione del clero rurale fu più lenta di quella urbana e in Italia ebbe
termin e indica va l' edificio e la comunità dei credenti, ma anche il sviluppi diversi al nord rispetto al meridione, dove alla testa delle
territorio della pieve, detto poi piviere o plebato. La pieve comunità si poneva direttamente il vescovo. Nel settentrione a
altornedievale è stata considerata come l' ordinamento unitario di capo delle cbiese battesimali del contado fu po sto un semplice
un primitivo gruppo sociale organizza to sotto tutti gli aspetti civili prete coadiuvato da diaconi . Questi presbiteri potevano battezzare
e religiosi. Quin di in origine il termi ne non aveva un significato durante tutto l'anno, effettuare rogazioni, benedire persone e cose
escl usivamente ecclesiastico, ma esprimeva anche il conce tto di ed assunsero il compito di governare il cl er o inferiore. Con
com unità della popolazione e mantenne ancbe nello sviluppo l'assenso del vescovo del quale assumevano in parte i compiti
success ivo un legame stretto con la vita civile (4) . In termi ni disciplinari, questi preti avevano anche faco ltà di deporre i chierici
semplicistici si può dire che la pieve corrisponde alla più antica sottoposti. La pieve divenne così il centro amministrativo dell'uni-
chiesa pubblica son a nel contado, dalla quale dipendono le chiese tà relig iosa di base, presso il quale viveva un c lero numeroso, che
I521PERCORSI RELI GIO S I NEL MUGELLO

in origine si occ upava d i officiare il culto anche nelle chiese Sino alla metà del X secolo la giurisdizione della pieve venivu
suffraganee. Per que sto moti vo il co mplesso plebano si trova va in individuata dai villaggi che ad essa erano appartenuti o che I
un luogo isolato ma centra le rispetto al distretto amministrato, in paga vano decime per consuetudine consolidala; poi prevalse il
modo da essere raggiungibile da tutta la popolazione senza privi- criterio della territoriali tà e nel XII secolo erano riconosciute
legiare alcun villaggio. soggette alla pieve tutte le cappelle che si trovava no nel suo
L'ordo plebis era co st ituito dai sacerdoti ordinati presso la pieve distretto ( lO). I pivieri ricalcavano la suddivisione dei pa gi romani
stessa e ad essa incard inati in modo stabilee il loro numero variava e in origine la pieve sorse nel capoluogo o in un qual siasi luogo dci
secondo l' importanza dell a sede. La struttura collegiale che ha distretto, mentre le chiese suffraganee si insed.iarono nei vici.
caratterizzato le origini de lla chiesa si riflette dalle cattedrali Semb ra infatti acce rtato che nell' alto medioevo I'organi zzazi ne
cittadine alle chiese rurali e in particolare alle pievi, che provvede- territoriale della chiesa primi tiva abbi a ricalcato quella dell'impe-
vano autonomam ente all' edu cazione rel igiosa necessaria alla for- ro romano. Nella corrispondenza tra le precedenti circosc rizioni
mazione eccles iastica dei chierici,che vivevano presso la collegiata. territ ori ali delle civitates e quelle delle dioces i nascenti sembra che
La collegialità dell' antica chiesa romana interessava numerosi le pievi, sul modello dei pagi , fossero le sue unità ammini strati ve
istituti della pieve, non solo come funzione, ma anche co me vita in di base. La chiesa avrebbe così modellato la propria struttura su
comune e godimento di un patrim onio collettivo, il cui possesso quella dello stato ro mano e riprendend one l' organizzazione ha
caratter izzava non solo la diocesi primit iva ma anche le sue chiese co nsentito la sopravv ivenza attrave rso il medioevo della funzione
battesimali rurali (6) . Nel VI secolo i preti che avevano sotto di sè e del concetto di città. La civitas divenne la sede episcop ale e In
un certo numero di chie rici, basiliche ed orato ri assunsero il titolo presenza vescovile garanti quella continuità della coscienza civica
di «rchipresbyterum e il titolo di arc iprete restò al titolare della municipale che poi favorì lo sviluppo della città comunale. Questa
pieve (7). continuilàebbe i suoi riflessi anche sull'organizzazione del contado
L' or igine del decentramento delle pievi è giustificata dalla neces- che corrispondeva in buona misura al terr itorio del mun icipium o
s ità di assicurare il culto stabile nelle ca mpag ne, in modo indipen- della colonia romana (I l ). La co rrisponde nza amministrativa
dente dall a presenza monastica. Le pievi rurali iniziarono adiffon- sembra essere sopravv issuta nei terr itor i dei co muni appenninici,
der si in epoca romana, tra il IV e il V seco lo, ed affermaro no il loro ed è stato ipotizzato un rapporto tra le comunalie rurali e le
svil uppo in epoca longobarda, quand o si strutturarono in un consuetudini di vita civile e religiosa della pieve, in particolare la
sistema organico. Anche le parrocchi e rurali di origine monast ica collegialità iniziale ( 12).
nel periodo di maggior splendore dell 'orga nizzazione bened ettina Il processo di decentramen to attuato dalla proliferazione delle
furo no inizialmente cappelle minori inserite nell'organizzazione pievi creò autonomia rei igiosa ed economica senza creare situazio-
dei distretti plebani, e divennero pievi o parrocchie solo a part ire ni di indipendenza; la diocesi si co nfigurò in una federazione di
dal periodo carolingio e comunale (8). chiese raggruppate intorno alla chiesa madre, sotto il co ntrollo e la
In Italia il processo di cristianizzazione delle ca mpagne non fu giurisdizione del vescovo. In or igine le pievi rurali, co me chiese
promosso dai ceti dominanti e sembra che spesso esso sia avven uto del vescovo , avevano la stessa dignità della pieve urbana , come
in opposizione al potere dell'aristocrazia di origine romana o veniva individuata la cattedrale. Ne l corso dell'XI secolo a fianco
ger manica che deteneva la prop rietà fondi aria. La chiesa rimase della chesa maggiore nella sede vescovile sorse la basilica baptiste rii
diffidente nei confronti delle chiese private fondate dai grandi e la pieve urbana si differen ziò dalle altre ass umendo il titolo di
proprietari terrieri, cercando di impedire che potessero dedicarsi cattedrale. In Toscana e in Umbri a essa era incarnata dall' edificio
alla cura delle anime. E' significativo che l' uso del termine plebs battesimale ( 13). Secondo Guid o Mengozzi (14) l' obbligo de lle
riferito alla chiesa, al suo popolo e al piviere si diffonda intorno al decime prescritto dalla legislazione caro lingia fu una delle cause
VIII (9) secolo, quando inizia a fissarsi il territorio di pertin enza. principati della perdit a di identità tra la circoscrizione eccle siastica
U na volta definito, il piviere mantiene una certa stabilità, anche se della pieve urbana e quella civile , con l' allargamento della prim a
a lc uni oratori privati fondati da persone di alto rango avevano un rispetto alla seco nda.
loro rettore e talvoha tendevano a dedicarsianche alla cura delle Nella stru ttura gerarchica della chiesa medievale, che in un certo
a nime, Questa pratica fu ostegg iata dal papato, che vietava di senso ripete e si contrappone all' ordinamento feudale della società
istituire battisteri negli oratori di origine privata e di tenervi un laica, la pieve dipende direttamente dal vescovo, rappresentando
p rete stabile. una suddivisione della diocesi co n co mpiti istituziona li specifici
IL SISTEMA DELLE PIEVUI 53

l - La regione
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5at_.Do:o:oo
Il bacino si divide in M ugello,che interessa la s...~.w­
s-c__.. ~

par te a lta d ella valle e Va l di Sieve.


L'a mmistrazione religiosa è affidata alle dio- .....-.-
S-e-.l ...........

S- fdala dì FaluM
S. CIioo_ ~
cesi di Firenze e di F iesole, la prima controlla !iM ao...-i N..ou-t
s.. Goo_ oIi "'*'-
anche l' Alto Muge llo, che si trova nell'alta ~.r ........ Ita-'"
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va lle d el Se r io , o lt re lo spa r t iacq ue s..l....o<ftA> ...
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appenninico. La m a ggior pa rte delle pievi si tS. lllI L...... li f'1rooa.~""' )


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tr ova nella fascia di med ia collina , lungo gli ~IO M .... . , , -
ll""J<otlo'''' ""C,,,.u.
affluenti delle du e r ive d el fiume Sieve. La Ila M:ortI..... '" s.>.'1"'"
.'IòonM.. IId<"' M,.....""" ~ ,
loro distribuzione evide nzia distanze costa n- 5... ~ . S io",
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ti sulle due spo nde e consente di ipoti zzare s.....,R,""';Q ...........'"
$... s~_'. ~. ,
l' esistenza di percorsi d i mezzacosta cbe ri-
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salivano la vallata contro llando il fondovalle. l. " , * -I
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Qui le pievi era no poche in corrispondenza .(,0....... <11 1......... ""
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degli attrave rsamenti Ouviali, o sono di isti- \:.00-- \1........
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2 - [ percorsi e la for mazione de l sistema


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S- . . . . . do~ . , da l XII al XIV st'Colo
n e d elle pìevì più antiche, e le prime notizie S-Oìo'r-"~
S - w.v..
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a ll'Xl secolo. Dopo l'inizio de l xn il sislema s. ~ .. PariDlo


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territeriaìe orga nica chesi infitti sce solo nel- s...... . . -
Sa. e.-s . VaDo.
la pa rte bassa del bacino, dove si fro nteggia- s. ...... . JccpdD
S- c-..iII hddo
n o le due diocesi di Firenze e Fiesole. (s- S- di~
S. . . . . S- 8I'oeUD
La vallata del mugello non era interessata .,. DiItk . s-todI:)
s. ~ . _

d al passa ggio dellegrandi strade di pellegri-


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S-s..-di CaIlIl_
(Sat. o.-io .. Ntfa)
n a ggio medievali ma dai tracciati delle vie s .a...- . ......
che attraverso i valici appenni nici collegava - MI I D al XIV
n o Firenze e Fiesolea Bologna, Imola, Faenza S-lIItollaodi Codia
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IS4/1'''R ORS I RELlGIÒSI NEL MUGe LLO

non solo religiosi m a a nche civili, che riguardavano tra le altre il popolazione romana ebbero una grande influenza sullo sviluppo e
censimento della popol azione. La registrazione anagrafica dei sull' infittimento della rete plebale, considerala funzionale alle
battesimi, dei matrimoni e delle sepo lture avvenivano nella pieve, esigenze politiche della monarchia , che attraverso l'organizzazio-
dove si trovavano il fonte battesimale, il cimitero e i registri ne ecclesiastica delle camp agne intendeva rafforzare l' autorità e la
parrocchiali . Altri u ffici rli carattere civile erano legati all' istru zio- potenza dei vescovi in contrapposizione ai feudatari laici. La
ne scolastica (15), alla leva militare e alla manutenzione della rete struttura ecclesiastica organizzata per pievi divenne così lo stru-
stradale, o all'esecuzione di altre opere pubbliche ( 16). Inoltre le mento del controllo politico del territorio. La pieve fu dichiarala
pievi hanno svolto un ' importante funzione di controllo e manuten- forrnalme nte chiesa particolare del vescovo con una posizione
zione delle strade che attraversavano il loro territori o, situato a paritetica, anche se su un piano diverso, a quella della cattedra le;
cavallo rli ostacoli naturali . dall'inizio del X secolo viene indicata anch'essa come ecclesia
Le chiese suffraganee si trovavano negli insediamenti di maggior mater. Chi aveva ricevuto il battesimo da una pieve ne restava
consistenza demografica del piviere e in seguito danno origine aUe figlio per tutta la vita con l'obbli go di partecipare alla manutenzio-
parrocchie , la cui struttura organizzativa fu officializza ta dal ne attraverso il pagamento delle decime. Il dovere di tornare in
Concilio di Trento ( 17). Esse erano più piccole, ma spesso simili morte dove si era nati alla vita cristiana si tramutò nella consuetu-
alla chiesa madre; sino al basso medioevo non hanno avuto fonte dine alla sepoltura presso la pieve di origine.
battesimale e cimite ro. li loro numero era legato alla consistenza G ià a partire dall'VITI seco lo si era istituzionalizza la dipendenza
della popolazione del territorio ed è indicativo dell 'importanza degli oratori dalla chiesa battesimale alla quale erano demand ate
della pieve che ne riscuoteva i tributi . A partire dal XIV seco lo il le funzioni sacramentali e liturgiche più importanti . All'inizio del
fonte battesimale viene concesso anche alle chiese parrocchiali più regno caro lingio si manifesta una maggior tendenza delle chiese
importanti, ma questa abitudine si conso lida solo dopo il concilio, private alla cura delle anime o alla privatizzazione di quelle che vi
che ricono sce ufficialmente la posizione delle parrocchie (18). I erano già destinate, nonostante i divieti conciliari e regi alla
mona steri erano indipendenti dal sistema dei plebati. concess ione delle pievi ai laici. Da parte loro i vescovi aveva no
interesse a concedere beni e rendite di chiese a loro partigiani laici
per iostaurare rapporti vassalla tici ed estendere la loro influenza.
La concess ione non era di tipo patrimoniale, ma riguardava ufficio
Gli adattamen ti del sistema e godime nto; la pieve mantenne la sua peculiarità di chiesa
pubblica che il rapporto particolare con il vescovo differenziava
li sistema per pievi era il frutto rli un insediamento sparso nel quale dalle altre ( 19).
il ce ntro religioso non era rappresentato da un' unica chiesa nel In seguito all' incastellamento che caratterizza in alcune regioni il
villaggio più popoloso, ma da una chiesa madre con molte succur- X seco lo, la popolazione sparsa delle campagne si concentra
sa li sparse. La pieve sitrovava nel punto più agevole per la raccolta intorno al castello, provocando la crisi, e in alcuni casi la scompar-
dei fedeli e per la propagazione dei sacerdoti verso le suffraganee sa, della pieve edelle sue suffraganee, sostituite nella loro funzione
e il suo rapporto con il territorio circos tante si traduceva nella dalla chiesa castellana (20). Questo fenomeno caratterizzò in
ricerc a rli una posizione privilegiata rispetto ai fiumi e alle strade particolare il Lazio, la Campani a e gli Abruzzi, e fu limitato nelle
(18). Alla fine del VIsecolo le chiese battesimali erano rade e poco regioni settentrionali. Qui il cas tello era al centro di una proprietà
effic ienti in seguito alle distruzioni provocate dalle guerre gotiche; terriera frazionata e dispersa e le popolazioni furono attratte dalle
so tto il pontificato di Gregorio Magno, preoccupato della scars ità campagne alle città; la cappella cas tellana non ebbe così nessuno
del clero e della persislenza di culti pagani nelle campagne, inizia sviluppo parrocchiale o pievano. Le pievi incastellate nel corso del
la cos tituzione del sistema pievano in una rete omoge nea. In X secolo erano preesistenti l'incastellamento, mentre quelle isola-
origine le pievi non avevano un' organizzazione territoriale, ma a te continuaro no ad esercitare la cura delle anime anche quand o la
partire dall'Vlll secolo esse rliventano istituzioni ammini strative popolazione si concentrò nel castello, ma raramente il distretto
del controllo religioso del contado, dotate di un distretto rurale di religioso coinc ise con quello feudale. Il criterio di insediamento
pertinenza e responsabilidella giurisdizione della sua popolazione della pieve rimase quello della centralità rispetto alla popolazione
e della raccolta deitributi per il vescovo. La progressiva conver- del suo territorio e non la coincidenza con la sede del potere civile
s ione dei Longobardi al cristianesimo e la loro fusione con la o della maggior concentrazione urbana, secondo un criterio di
IL SISTEMA DEllE PlEVlJ l55

3 - La rete

La distribuzione d ell e pievi sul territorio


evidenzia una rete uniforme che interessa la
parte più abi ta ta d el ba cin o. Nel versante
sinistro del basso corso le pievi di istituzion e
tardomedievale consolidano la rete in una
regione imp ervia, mi glior and o il controllo
del sistema, nella parte alta le ma glie si infit-
tiscono in epoca tarda , qu ando si accentuan-
do il valore past orale. Gli spostamenti delle
sedi plebali non incidono in mani era signìfi-
cativa sulla rete. La posizion e in relazione ai
ce ntr i a bitati riflette l' influen za degli
sposta menti della popola zione sulle vicende
del sistema plebale. Oggi le pievi più isolate
sono marginali e sono spesso abbandonate;
quelle di fondovalle, inse rite nel tessu to ur-
ban o o inglobat e nello stesso, continua no la
loro funzione religiosa come poli di r iferi-
mento della popolazione.

4 • Le suff raganee

D numero delle chiese tribu tarie è indicativo


dell'im portanza dellesingole pievi e della con-
sistenza della popolazioneamminist rata. J du e
pivieri più consistenti risultano essere quelli
della pieve di San GavinoAdima ri, cbe prima
d el distacco di San Silvestro a Barberino e San
Bartolomeoa Gallianocontava 16suffraganee
e di quella soppressa cii San Ditale a Sandetole.
En trambe si trovavano in posizione di impor-
tanza stra tegica per il controllo delle vie di
attraversamento dell'Appennino. La prima si
t rova sotto il passodella Futa alla congiunzio-
n e dei percorsi che provenivano da Prato pas-
sando per la pieve di Montecuccoli, da Firen-
ze-Sesto per quella cii Petrioio, da Firenzel
Fiesole per quellecii Macioli/Vagliae dal basso
M ugello lungo i percorsi cii mezzacosta che
dovevano collegare le pievi dei due versanti.
L'altra si trovava soIIa svolta del fiume tra il
Mugello e la Val cii Sieve, dove i percorsi che
risalivano la vallata si dividono per i passi che
conducono nel Faentino e nel Casentino.
I56/I'ERCORS\ RELIGIOS I NEL MUGELLO

origine romana o pre romana. Quando le chiese incastellate diven- che durò sino ai primi decenni del nostro secolo. Una delle zone
nero pievi ne ereditarono il tipo di struttura e di organizzazione dove l' istituzione di nuove pievi si protrasse più a lungo, docum en-
territoriale, in alcuni casi assu mendo il titolo e il piviere di quelle tando la maggior vitalità del sistema, è la vallata del Mugello.
decadute; altre vo lte la pieve esterna all'abitato mantenne inalte- Questo occ upa la parte appenninica della provin cia di Firenze, a
rate le sue funzion i ma in ge nerale quelle inurbate rafforzaro no la nord del capoluogo sino al confi ne regionale. Dal punto di vista
loro posizione nell' organizzazione eccle siastica (21). Così il siste- geografico esso interessa il bacino del fiume Sieve, affluente
ma mantenne inalterata la sua forza orga nizzativa e il fonte dell' Arno e l' alta valle del Senio e del Santerno. La regione si
battesimale rimase , sa lvo rare eccez ioni, un privileg io delle pievi, divide in tre pani , identificate come Basso Mugello (val di Sieve).
Nel corso del XII secolo si dissolse la collegia lità del clero Mugello e Alto Mugello. Quest'ultimo si trova oltre lo spartiacque
pievano, caratterizzato da una distinzione di prebende individuali appenninico , sul versante adriatico ed ha una posizione marginale
sino alla istituzione dei benefici sinecura. Questo processo provo- rispetto alla vallata principale. In passato però il suo dominio era
cò la crisi econ omi ca delle pievi, il cui diritto alla riscossione delle importante per il contro llo dell'a ttrave rsamento del crinale princ i-
decime veniva insidiato dal sistema parrocchiale nascente. I pale.
beneficiari potevano cumulare più prebende e da questo derivò la La piana mugellana ha un fondovalle ampio con un rilie vo do lce
non residenza dei pievani presso la loro sede religiosa. Nel frattem- di altitudine variabile tra i 200 e i 400 metri sul livello del mare.
po nacquero nuove sedi diocesane presso antichi munic ipi rom ani Dalla pane toscana essa è deli mitata ad ove st dalla catena calcarea
o pievi inurbate in cittadine borghigiane e si perse l'i denti tà dei Monti della Ca lvana, che ha un crinale di altitudine relativa-
territorial e tra i pivieri e i distretti ammi nistrativi civili (22). mente costante etermina con il Valico delle Croc isopra Calenzano.
La fondazio ne di nuove pievi divenne sempre più rara a partire dal Oltre il passo lo spartiacquee prosegue verso est co n un rilievo più
XII e il sistema plebale entrò in crisi nel XII1 secolo con la irregolare, che culmina nelle sommità di monte Maggiore (9 18
diffusione nelle campagne degli ordini mendi canti e lo sviluppo metri), monte Morello (934) , monte Senario (815) e monte Giovi
de lle cittadine borghigiane nel secolo successivo. Dalla fine del (992).
secolo in quasi tutte le regioni interessa te il processo di decadenza Il hacino si divide tra le diocesi di Firenze e di Fieso le, ma non sono
del sistema acelerò. Solo in Toscana e nella Valle Pada na nel noti i rapporti tra i due territori vescovi li nell ' alto medioevo nè le
trecento erano ancora poche le parrocchie con funzione battesim a- circoscr izioni romane da cui sarebbero derivati. La parte alta della
le e le pievi restavano il polo di riferimento religioso e ammi nistra- vallata si trova interamente nella diocesi di Firenze. Nella Val di
tivo ; dalla fine del XII secolo i pivieri costituirono i distrett i civili Sieve la podesteria del Ponte a Sieve occupava la parte occide ntale
co n cui i comu ni cittadini organizzava no il contado co nquistato de ll' isola fiesolana con i plebati di Monteloro e di Lob aco, mentre
(23). In particolare, nella campagna fiorentina vi furono rapporti la diocesi di Firenze controllava i plebati di Remole, Doccia,
significativi tra la formazione delle co nfraternite di laici e il Mo ntefieso le ed Acone e tutti quelli del Mugello. Ad est del
s istema pievano, che sopravvisse alla nuova organizzazione reli- corridoio fiorentino erano in territorio fiesolano i plebatidi Diacceto.
giosa per parrocchie, reputata più co nsona alla diversa cultura Pelago, Pomino e Castiglioni.
de lle cittadine borghigiane. Le chiese dei co mplessi mugellani sono spesso edifici modesti.
privi di cara tteristiche monum entali, ma la scheda tura e il rilievo
delle pievi dell' intera regione permette di individuare nel sistema
l'esistenza di una struttura consolidata che evidenzia nella sua
La rete delle pievi nel Mugello e nella Val di Sieve orga nizzazione e nei suoi cambiame nti i rapporti tra la popolazio-
ne e il terr itorio, condizionati in modo organ ico dalle esigenze
N e l contado fiorentino la struttura organizzativa del sistema plebale politiche e di difesa e dalle tecniche di conduzione agricola del
m a ntenne la sua efficienza più a lungo che altrove; il rapport o tra suolo. Dall' osservazione diretta del paesaggio mugellano si perce-
il p iviere e il distretto arnntinistrativo civile si perse solo nel co rso pisce la soppravv ivenza parziale degli antichi tratti viari co ntrollati
de l quattrocento. La soppravvivenza della struttura territoriale dalle pievi lungo le direttrici di attrave rsamento della vallata de lla
d e lle pievi alla riorganizzazione civile moderna facilitò il mante- viabilità attuale e nei tracciati minori che le raggiungono si
lli meruo del sistema religioso, che sopravvisse alla struttura per possono ritrovare alcuni tratti co n selciati molto antichi. Dai
parrocchie con un posto di privilegio nella gerarchia ecclesiastica. percors i rurali si intuisce la presenza di collega menti di lunghezza
lL S ISTEMA DELLE PlEVII I57

relativamente costan te tr a le pievi sui due versant i de lla vallata, spostamento della popolazione nella piana. Anche quando si
percorribili con un cammino più breve di quello necessario se- trovano nel fondoval le o all' intern o de i centri ab itati, le pievi sono
guendo la moderna viab ilità di fondovalle. L 'individuazione dei accom unate da una posizione rilevata su dossi o speroni al riparo
tracciati viari medievali è so lo uno degli eleme nti ev idenziati dal da rischi di alluvioni .
sistema plebale. La pos izi o ne delle pievi ev idenzia una rete unifo r- L' osservazione de lla posizio ne de lle pievi nel territorio mugellano
me che interessa la parte più abitata del baci no, dove le pievi si mette in ev ide nza che la loro presenza interessa la fascia collinare
trovavano a distanza regolare sui percorsi principali ed erano med ioalta senza spingersi verso i crinali principali del bacino se
collegate una all'altra in modo da costituire una rete difensiva e non lungo i percorsi verso i valichi più im portan ti, co me San
informativa che tute lava la popolazione e il vescovo con un Bab ila sulla strada per il Muraglione e San Gav ino Adimari lungo
sistema parallelo a quello dei castelli. I nodi di questa rete rifletto- la via della Futa. In modo analogo la presen za di pievi nel
no la distrib uzione della popolazione nel co ntado, esp ressa dal fond ovalle è correlata alla posizione degli attrave rsame nti fluviali
numero delle chiese sufr aganee, mentre la loro storia ne evide nzia dei tracc iati tra nsappe nninici.
gli spostamenti. La posizione apparta ta delle piev i antiche anche in presenza di
La maggior parte dell e pievi si trova su promontori nella fascia di insediamenti vicini viene connessa al recupero di luoghi già
media collina, lungo gli affluenti delle due rive del fiume Sieve, o consacrati a culti preceden ti, per mantenere co ntinuità alle abitu -
in posizione ridossata subito sotto i crinali. La loro distribuzione dini degli abitanti. Esse co nservano nella cripta, che spesso è stata
evidenzia distanze abbastanza costanti sulle due sponde, che murata, le reliquie o il sepolcro de l santo cui so no ded icate. Questo
conse nte di ipoti zzare l' esistenza di due perco rsi di mezzacosta piega l' assenza, nella maggior parte dei casi, di pievi all ' interno
lungo la vallata che domin avano il fond ovalle, co llegando tra loro di borghi o castelli (25). Dall ' osservazione della posizione del
le pievi e raccordando i div e rsi per co rsi document ati d i co mplesso plebale nei co nfro nti deg li insedi amenti si nota co me la
attraversamento transappennin ico (24) . Nel versante sin istro del presenza de lla chiesa all' interno del paese interessi quasi esclusi-
basso co rso le pievi di istituzione tardom edievaJe co nsolidano la vame nte il fond ovalle, dove il polo religioso ha dato il nome agli
rete in una regione dal rilievo part ico larmente impervio, miglio- abitati che ha aggregato, le pievi di istitu zione tarda o quelle la cui
rando la funzionalità di controllo de l siste ma, nella parte alta della sede è stata spostata. Le pievi situate nei fondov alle sugli
vallata invece le maglie si infittiscono pe r l' istitu zione di nuove attra versame nti fluviali più importanti si sono inurbate in seguito
pievi in epoc a tard a, quando il rapporto co l territorio co minciava allo sviluppo di insediamenti agg regati attorno alla pieve stessa,
a modificare il suo significato, acce ntuando il valore pastorale. co me a Borgo San Lorenzo, a San Piero a Sieve e a Le Sieci.
I documenti medievali non perme ttono di individuare co n esattez- L'u nica ecc ezione è rappresentata da Sant' Agata, pe r la quale si
z a la data di istitu zione delle pievi muge llane più antiche, ma a può ipotizzare che lo sviluppo de l tessuto sia stato stimolato dalla
partire dall'Vlll secolo esse si organ izzano in un sistema ca piUare presenza della pieve, che era una delle più importanti del Mugello.
c he as sicura il controllo eccle iastico e l' evangelizzazione del A Vicchio, Pelago e Dico mano l' istituzione della pieve all' interno
conta do , nel quale era ancora diffuso il paganesimo . Le prime de l borgo è avven uta nel basso medioevo come trasferimento di
noti zie certe della maggior parte di esse risalgo no all' XI secolo e sedi plebali più antiche e decad ute;questo documenta la vitalità del
a li' inizio del xn il sistemaplebale appare già strutturato in una rete sistema, che altrove aveva iniziato a disfarsi. Chiese situate all' in-
te rrito riale organ ica. Nei secoli success ivi si infittisce nella parte terno de l tessuto, co me queste ultime hanno sostituito pievi prece-
b a s s a del bac ino, dove si fronteggiano le due diocesi di Firenze e de nti situate all ' esterno dell ' abitato. In particolare queUa di Vicc hio
F iesole e dove si concentravano i maggiori interessi politico- ha ereditato il piviere di Santo Stefano di Botena, ogg i scomparsa,
sconom ici del Comune di Firenze. mentre San Clemente a Pelago, che era suffraganea di San Clemen-
pi e vi più antiche si trovano su promontori nelle zone di media te a Diacceto ha assunto i privilegi della pieve di San Gervasio a
.o ltin a o in posizione ridossata subito sotto i cri nali ; quelle di Pelago, già caduta in disuso. Anche pieve di San Ditale a Sandetole
Is t it uzione succes siva sono più spesso all ' interno dei centri di è sco mparsa, ing lobata da quella di Dicomano. Un altro sposta-
1'< m d o valle (o inglobatedallaloro cresc ita) o in prossimità deU' abi- mento di sede può essere intuito nell' attuale piviere di Montefiesole
u u o . Le pievi in prossimilàdelfiume individuano gli attraversamenti (26), dove il topo nimodiuna suffraganea, Santa Luciad i Pievecchia.
p i ù importanti a Borgo SanLo renzo e a Sa n Piero a Sieve; le altre suggerisce che questa sia stata la posizione originale di una pieve
on o d i istitu zione più tarda. dop o la bonifi ca del fondovalle e lo prima del XIII secolo, quando divenne pieve la chiesa di Sa li
1581PERCOR SI RELIGIOS I NE L MUGELLO

Lorenzo a Montefie so le. Ma gli spostamenti delle sedi plebali non ristrutturare l'organizzazione del contado per esercitarvi un mag-
incidono in maniera significativa sulla rete. gior controllo a difesa della città e promosse la costituzione delle
l! sistema evidenzi a co sì nel rapporto popolazione-territorio il leghe in funzione antifeudale. Queste furono associazioni civili
condizionamento dell e es igenze politiche del capoluogo e dalla imposte dalla signoria cittadina, intese anche come organizz azioni
tecnica agricola. In prossimità dei centri più popolosi la prima militari per la resistenza contro i signori feudali. Esse si appoggia-
chiesa plebana è stata am pliata o sostituita da edifici più grandi, rono alla struttura dei pivieri, riuniti o divisi a seconda della
che talvolta manten gono poche tracce delle strutture precedent i. necessità e ogni lega ebbe il suo capitano. La Podesteria del Ponte
Completa mente ricostruite sono le chiese di San Lore nzo a Vicchio a Sieve era strutturata in tre leghe, Rignano, Diacceto e Monteloro
e San Silvestro a B arberino, che nel medioevo era su ffraganea (27) .
della pieve di Adirnari . Il cosiddetto Lib ro di Montaperti testim onia la struttura dell'orga-
l! numero delle chie se suffra ganee, variabile nel tempo, è legato nizzazione civile extraurbana alla metà del 200. Sulla struttura
alla consistenza e alla di stribuzione della popolazione ed è indica- ecclesiastica di base esso riflette gli stessi dati che emergo no dalle
tivo dell'importanza della pieve. La ripartizione delle chiese Rationes Decimarum, documentando che il siste ma plebano fu
dipendenti, fond ate per la maggior parte tra il XII e il Xli seco lo, utilizzato anche per l' ammini strazione politica de l contado da
individua le aree di maggior sviluppo dell' agricoltura nel basso parte della città egemone (28). Quando tra il xm e il XIV secolo
medioevo. I due pivieri più consistenti erano quelli della pieve di il comune cittadino al culmine della sua potenza favorì la fondaz io-
San Gavino Adimari, che prima del distacco di Sal) Silvestro a ne di nuovi centri nel contado, questi ebbero la loro chiesa
Barberino e San Bartolomeo a Galliano contava 16 suffraganee e dipendente direttamente dalla pieve entro la cui giurisdizione
di quella soppressa di San Ditale a Sandetole. Entrambe si trova- venivano a trovarsi. Per questo motivo in Toscana le pievi medie-
vano in posizione di importanza strateg ica per il controllo delle vie vali non sono mai situate all' in terno di un castello e quando questo
di attraversamento dell' Appennino. San Gavino è sotto il passo succede, come a Vicchio e Diacceto, la posizione non corrisponde
della Futa alla congiunzione dei percorsi che provenivano da Prato a quella originaria, situata all' esterno dell'abitato.
passando per la pieve di Montecuccoli, da Firenze per quella per La corrispondenza esistente tra la suddivisione territoriale delle
Vaglia/Petrioio, da Fiesole per quelle di Macioli e dal basso leghe e l'organizzazione eccle siastica dei plebati documenta l' im-
Mugello lungo i percorsi di mezzacosta che dovevano collegare le portanza che ebbe la struttura religiosa del contado fiorent ino per
pievi dei due versanti. San Ditale si trovava sulla svolta del fiume il controllo del territorio da parte dell' amministrazione civile del
tra il Mugello e la Val di Sieve, dove i percorsi che risalivano la comune. Que sto fatto fu importante perchè rafforzò e consolidò il
va llata si dividono per i passi che conducono nel Faentino e nel ruolo delle pievi in un periodo in cui nelle altre regioni italiane il
Casentino . loro sistema stava perdendo la sua funz ionalità, consentendo loro
la sopravvivenza alla dissoluzione tra la corrispondenza tra il
Nel basso medioevo l' istituzione di nuove pievi all' interno dei piviere e l'unità amm in istrat iva civile.
ce ntri abitati del fondovalle rappresenta un effetto della sua
b onifi ca e colonizzazione, stimolata da fattori politicied economi-
c i. La confluenza della Sieve nell' Arno era diventata un punto
strategico per il controllo della viabilità di fondovalle in fase di Il controllo amministrativo e la viabilità
co mpletamento, e dell'espansione politica e militare del comune
d i Firenze a danno dei grandi feudatari del contado. Il dominio [n Toscana tra l'alto medioe vo e l'i nizio del XIV secolo, l' orga-
d e lla Val di Sieve consentiva quello delle strade per la Romagna nizzazione plebana assolse funzioni di ammi nistraz ione civile che
e per il Casentino (Arezzo). Il Comune di Firenze sostenne la furono poi trasferite alle strutture comuna liquando queste estesero
poli tica espansionistica delle grandi famiglie cittadine e di quelle in maniera definiti va il loro governo al contado. Quella più diretta
inu rbate da tempo ai danni di quelle del contado, che detenevano fu la gestione anagrafica della popolazione attraverso la registra-
il controllo dei centri fortificat i di altura grazie al cootrollo del zione dei sacramenti, che venivano celebrati presso la pieve, dove
fo ndovalle. La suuu ura organizzativa delle pievi si dimostrò si trovavano il fonte battesimale e il cimitero. n battesimo e la
fun zionale al consolidamento de l potere politico e militare. A sepoltura segnavano rispetti vamente l' inizio e la fine della vita
part ire dalla metà dci XIII seco lo il comune fiorentino iniziò a fisica e spirituale della persona.Sempre in Toscana,dove nel basso
IL SISTEMA DELLE PlE VIII 59

5 - I collegamenti interni

L'osservazione d iretta del territorio e l' esa-


me della cartografia evi de nziano una rete di
collegamenti interni diretti da una pieve al-
l'altra, costellati di croci elo maestà e dall a
presenza di num erosi edifici religiosi, come
cimiteri, oratori e chiese s ufl'raganee . In ge·
oere i perco rsi si trov ano in posizi one rialza-
ta e tendono a manten ere, pe r quanto poss i-
bile la quota . La loro lunghezza media è
stimabile intorno ai 6/10 chilometri e quindi
il tempo di percor renza è valutabile in U3
ore di cammino a seco nda della
L'indi viduazione dei tracciati è spesso ìncer-
ta a causa delle modificazioni opera te dalle
trasformazioni subite in seguito alla creazio-
ne della rete carrabile e per la riconoscibilità
di percorsi alternativi di lunghezza an aloga.
Nelle zone più impervie la minore distanza in
linea d'ari a tra le pievi sembra compensare
la maggior asperità dei percorsi.

Il - Spartiacque inlerno Firenze I Mugello


h - Percorsi di attraversa-mento e collega-
m enli di vallata - Piana di Barbe-rin o
I6OJPERCORSI RELI GIOSI NE L MUGELL O

medioevo l' analfabetismo delle campagne era meno diffuso d i le direttrici principali co nsente di rico struire la rete dei percorsi
quanto si creda, è sta to supposto ehe i sacerdoti possano aver med ieva li, talvo lta ridotti a tracciati rurali in seg uito alle trasfor-
organizza to, forse di etro co mpenso da parte delle famiglie, l' istru- mazioni imposte alla viabilità dalla realizzazione della rete carra -
zione scolastica nelle località più povere e isolate che non si bile. L' esten sione di molti pivieri mugellan i in più valla te, attra-
potevano permettere la presenza di un maestro d i scuo la (29). verso valichi impegnativi, o a caval iere dei fiumi, e la loro form a
Nel territorio fiore ntin o l'utilizzo delle circo scrizioni ecclesiasti- allunga ta lungo le direttrici dei collegamenti principali sono state
che da parte de ll' autori tà civile cittadina è riscon trabile nel sistema co nside rate la riprova dell'import anza delle pievi nel co ntro llo e
descritto dal Libro di Montaperti che presenta una rete omogenea nel mant enimento in efficienza del sistema viano che attraversava
di novanta pievi inv est ite d i funzioni civili a partire dalla metà del il loro territorio (34) . La particolare co nformaz ione dei pivier i
XIU seco lo. TI rappo rto tra le pievi e la struttura organizzativa de lle sembra legam e l' origine alla ma nuten zione e al controllo delle
leghe nel contado docum enta come esse abbiano assolto anche strade e dei ponti, face ndo ne deri vare il terri torio e la funzione
funzioni mil itari o di polizia attraverso il co ntrollo della leva per civile dai d istretti stradali romani (35). Anche il lega me tra
conto delle auto rità civili, facilitato da lla dispo nib ilità de i reg istri sacerdozio, stra da e ponti esistente nella simbo logia della chiesa e
parr occhiali e dalla co nosce nza diretta degli ahitanti del territorio. ancora prima nella Roma antica sembra supportare questa ipotesi
Durante la guerra co ntro Siena il comune di Firenze usò i plebati suggestiva (36).
per ese rcitare la leva sulla popolazione de l contado, delegando loro Le pievi mugellane d imostrano il loro legame co n le strade d i
la coscrizione d i un certo numero d i abitanti e limitand osi ad attravers ame nto o co n quelle locali . La viabilità medievale, la cui
annotare i nomi dei soldati; in modo anal ogo si servì delle pievi per riorgan izzazione iniziò co n la ripresa economi ca del IX - X secolo
la raccolta del gra no necessar io al sostentamento delle trupp e (30). e lo sviluppo dei co mmerci e dei pellegrinaggi, riutilizzò i tratti
Importan te fu anche la funzione co nnessa alla manut enzio ne e al superstiti delle vie conso lari rom ane e tracciati mino ri il cui uso si
ripri stino dei tracciati viari e alla ges tione d i lavo ri pubblici. era mantenuto attrave rso l' alto medioevo. La vallata de l Mugello
L ' attività delle pievi nella esec uzio ne di opere d i interesse genera- non era interessata dalle grandi strade europee d i pellegrin aggio
le è acce rtata nel basso med ioevo, ed è noto che in Toscana si co me la Via Franc igena -Romea, ma era importante per il passag-
tra ttava di una prassi generale. Molti deg li esempi co nusci uti gio dei tracciati tra nsappennin ici che collegavano Firenze e Fieso le
riguardano il territorio rnugellano, per il quale i documenti copro- a Bologna, Imola, Fae nza. La parte bassa de lla val di Sieve era
no un arco temporale di circa 150 anni dalla fine del XIll secolo attraversata dalle strade per il Casentino ed era lambita dal ramo
all' inizio del XV (3 1). L' esecu zione dei lavori veni va svo lta per le de lla Cass ia che conduceva ad Arezzo e Roma passando per
necessità della popolazione o per conto e su im posizione del Pelago e Diacceto (37). I diari dei viaggiatori medievali descrivo-
Comune di Firenze, che si serviva dell ' organizzazione plebale no i percorsi attraverso i luoghi attrave rsati e molti sono q uelli
co me circoscrizione amministrativa esistente, incaricata dello individ uati con una pieve. Un itinerario da Rom a al Gottardo della
svolgimento delle opere (32). l Co muni quindi si appogg iaro no fine del xm seco lo documenta il passaggio per la pieve di
all 'organ izzaz ionei ecclesiastica per supplire alle care nze del- Co rnaec hiaia; alla fine del quattr ocento la strada che passava per
l ' amministrazione civile. Essi ne mantennero il controllo attaverso Vaglia, San Piero a Sieve, Fagna e Firenzuola era ancora la via
g li Sraruri, che attribuivano alla popolazione, individuata in plebati, transappeni nica più util izzata tra Fire nze e Bo logna (38).
popoli e comuni, la manutenzione delle strade e la costruzione dei Se si osserva la rete delle pievi mugellane si nota come le strade per
p ozzi. Co sì nel 1285 il Consilium Speciale e il Consilium Genera le il versante adr iatico lamb ivano la maggior parte delle piev i più
di F irenze impongono ad un co nso rzio d i set te pievi la riparazione antiche e important i. La via Bologne se seguiva un tracciato pros-
d el ponte sulla Sieve nei pressi del borgo di San Pietro. L' anno simo a quello attua le, passando per Macio li, Vaglia, Perr ioio c Sa"
p recedente una riparazione stradale era stata affidata alla pieve di Piero a Sieve; qui attraversava il fiume e proseguiva con due
S an Gavin o Adimari, mentre nel 1297 la riparazione del po nte tracc iati alternativi. TI primo ragg iunge va la Fut a per San Gav ino
pre sso Bovino fu affidata ad otto pievi e due popo li (33) . Adirnari, l' alt ro passava per Fagna e Sa nt' Agat a e procedeva verso
L a posizione dellepievi, la forma dei pivier i e la loro distribuzione il passo d i Cà Bruciata; presso Co rnacc hiaia i due tracciati ,i
nel territorio evidenziano un rapp orto profondo co n la viabilià ricongiungevano e scen deva no per Pietrarnala e Bord igiano. "
a ntica. dal quale emerge il legame tra l' ed ifi cio e la strada co me pivcrc di Adi mar i controllava il primo passo o ltre il quale avcvn
e le mento di riferimento dei percorsi . La presenza delle pievi lungo una suftraganea. mentre quello d i Sa nt' Agata si estendeva oltre il
IL SISTE MA DELLE PIEVII 161

c . Ansa di Dicomano

d - V al di Sieve
'OR," I(bU I SI NEL M ua ELLO

" Il pivrere di San Pie ro e quell o d i Petrio io avevano te te Remole, risaliva la vallata de lle Sieci passando per Mo nteloro e i sClrigine 1'1'
, o ltre il fi ume e ne co ntro llava no gli attraversame nti, il raccordava alla Faentina . Qu esta strada racco rdava il Vald arno al 1'~l'e, piùpl
Ici pressi della pieve, il secondo a Bi lancino, da dove Mugello cd era un diverti colo della via per Roma. Z1 ' a se i l'~K~
una scor iato ia per Sant' A gata (39). L' osservazione della distrib uzione suggerisce r esistenza di altri Rqe piel'i e ~
orso meno importante sal iva da Prato e passava per le pievi collegamenti trasver sali tra le pievi lungo i due versan ti dell a q U1i di San ~
tecuccoli e di Pimonte : q ue sto tracciato attraversava il vallata, con percorsi d i mezza cos ta d i lung hezza regolare e Il aal'ale hilI
e lle roci e poi con una strada di rnezzaco sta del quale dislivelli co ntenuti che ass icurav ano una rete di collegamenti è 'sa.
dei relitti (40) raggiu ngeva la Pieve di Santa Reparata, intern i alla vallata, Questi tracciati si so no in parte mantenuti nei pa salule!e~
) tl O il crinale. Entrambe le pievi hanno il piviere a ca vallo percorsi rurali e in parte sono rico noscibi li nei vecchi selciati che mafieidocuIl
nniacque e si tr ovano sui du e versanti opposti; in pan ico- ne caratter izzano alcuni tratti. calaarsi nei
irima non è nel bacino mu gell ano. La via Faentina ancora mll1apiel'~e.
T acca nto alla pieve di F alto na, attraversa il fiume n Borgo daione reli!~
·c nt o. sale verso il cr inale passando per San Giovan ni l'lIlrivodi\iu
re e dopo lo spaniacque arriva alla pieve di San Giovan ni I relitti del sistema ne superstiri ti
che nel medioevo apparteneva alla dioce si di Imola, e da SOlaiolestiJljl
idc in Ro magna. [] plebato di San Lorenzo a Borgo, Nei secoli il sistema de lle pievi si è sv iluppato e modifi cato per guItoSlJUitoi
I Ira le due spo nde del Sieve, è l' unico de l contado ada ttar i alle trasformazioni de ll' insediamento. in questo modo hl all'esentanoil
IO che si trovi interamente in pianura (4 1). La strada chiesa ha mantenuto inalter ata la sua struttura org anizzativa senza hatma conn~
mie da Fiesole i raccordava alla Faent ina ne i pressi della perdere il contro llo del terri torio, ada ttandosi alle rn odi fi caz ioni rer.a, della ql
M acioli. La via che co nduceva a For lì passava perle pievi de ll' insed iamento de lla popo lazione che nel corso dei seco li si int!truI co~
mano e di San Bab ila, che co ntrollava il passo de l sposta dai rilievi al fond ovalle bonificalo. cdiviabilill31
one : sino a Dicom ano il traccia to non risa liva la Val di La presenza de lle pievi ha avuto una funzione importante nell ' or 10 rlrasfonnaD
la aurave rsava i pivieri di Rernole. Acon e e Doccia (42). ga nizzaz ione e nella gestione del territorio dopo la cad uta dell' irn pae
cvi d i Rem ole, Diacceto e Pelago passava la strada per pero romano. La distribuzione nella dioc e i era tale da ass icurarn e gel
(43), mentre per le pievi della Val di Sieve passava no i un co ntro llo omogeneo e ca piIlare, con significaii non so lo rei igio II~
I c a li pe r il Casentino. si ma anche civili per circa un mil1enio, poi esse sono rimaste un ed
Idel le istituzioni religiose documenta co me anche le pievi importa nte riferimento religioso della popol azione, Oggi le pievi ogr
Jalln viabilità prin cipale fossero interessate dall' esi teuza hanno perso il loro originale significato religioso e amministrati l 'er
ucrna di pe llegrinaggi locali legato alla vene razio ne dei va. Dopo la riforma della struttura organ izza tiva diocesan a del co r
li m artir io dei primi missionari cri stiani. Uno dei più 1935 es c non so no più il centro di rifer imento religio so della ali
111 e ntri d i irradiame nto del cristiane simo nel muge llo fu popolazione, ed hann o perso il loro ruolo specifico alli nterno me
va, d o ve la pieve di San Cresci fu co stru ita sul sepolcro d i della gerarc hia ecclesias tica. dar
lTi m a rtirizzati nel li secolo. Appare significa tivo che il Lo spopolame nto del territorio montano e la sostituzione se mpi han
.i r istian izzazione si trovasse sulle pend ici de l Monte più acce ntuata della residen za tab ile con q uella temporanea hn Pa,
OV' s i tro vava un' area sacra etrusco -romana. 11 manie è progressivamente ridotto l'importanza delle pievi meno accesxilu qua
u da lle piev i d i San Cresci. Acone, San Martin o d i li, essend o venuto a mancare il popo lo che ne aveva giu tifi cutu IInf
. c a n Martino in Lobaco. Quest'ultima si trova al ce ntro l'i stitu zione. l cam biamenti della d istribuz ione demica si riflcuo più
vierc intere ssato in modo sensibile da l fenomeno dei no nell'abbandono degli edi fici religiosi delle aree montune " chi.
lag g i lo c ali alla chiesa dcIIa Madonna del Sasso. Anche la meno popo late, La d issolu zione dell a rete riflette l'emigra/ rom Sig
w I Ila led icaz ione a SanMartino, patrono dei pellegrini, della popolazio ne dalle zone marginali verso le aree produu ivc chc In t
nst I rata indicativa dell'importanza del pellegrin aggio hanno invaso i fondovalle co me sate lliti di una città d iffusa, "" )li la
, me d ie vale (44) , La sede della pieve in orig ine si tr ovava ev ide nzia la perd ita de l signi ficato originale senza lo sviluppo dr dcII
1<11 1ti , m a era caduta in disuso in seguito allo spos tamento una funzio ne diversa. L' osser vazione dello stato d' uso delle liIl'\! divr
l" l' ione e nel 1102 fu trasferita in un luogo più idoneo, mugellanc evidenzia co me quelle situate nelle zo ne pie. i 111 PCf\" IItUI
itl tra cc iato che dall'Arno dove si trova la pieve di dove la popol azione stabile " contrana in modo maggi r ' ,lÌ~ 'i Il,, ,
IL SISTEMA DELLE PLEV U163

sonochiuse O ve ngo no offic iate 010saltuariam ente. In alcu ni cas i hann o un impianto ad aula absida ta. La prima in origine avevano
l'uso estivo della pie ve ha provocato l' adattamento e la trasforma- il tetto sorretto direttamente da pilastri co me la pieve, più grande.
zionedelle altre stru tt ure de l uo co mplesso, co me quelle di Sa nta diSant'Agata, mentre la seconda aveva due navate a sei valich i co n
Reparata e di San Mic hele , trasfo rmate in colo nie e tive, una delle pilastri. Il co nfronto tra gli spazi attuali di queste tre piev i e que lla
quali dotata di pisci na . di San Cresi in Valcava, che ha le stess e di mensioni di San Babila
11 segno de lla perdita d i fun zionalità del sistema è l' abbandono che e San Martino ed ha mantenuto la scansio ne in tre navate chiarisce
è destinato a portare a l decadimento strutturale in tempi brevi. I l'effetto dell'intervent o sulla spaz ialità della chiesa.
paramenti es terni so no i più soggetti al deperimento, a ca usa dell a Lo stato attuale delle delle pievi è indicativo della salute generale
mancanza di manute nzi one che in molti cas i ha provocato la loro del paesaggio extraurbano. La schedatura deg li edifici docume nta
caduta, rendendo le stru ttu re più vulnerab ili al degrado. Cosl la un si tem a territori ale organ ico che ha saputo adattarsi nei secoli
mancanza di manuten z io ne provoca un decadimento che procede ai cambiamenti della struttura insed iativa. 11 sistema pievale, che
dai rive timenti al le stru tture , sino al crollo. L1 trasformazione e ha perso la sua importan za storica e la sua funzione religiosa e
l'ampliame nto degli ed ific i co nnessa alle modi fiche d' uso rientra amminis trativa, si presenta oggi co me un insieme privo di vitalità,
nella normale dinamica de l cos truito ed è stato funzionale alla nel q uale i complessi plebali costituiscono i relitti uperstiti di un
sopravv ivenza di \ 111 istituto millenario co me la pieve. Le conse- organismo co mplesso, ancora car ichi di un significato testimo nia-
guenze di eventi tr aumatici co me guerre e terremoti ne hanno le es press o dalle caratteristiche architettonìche del costru ito e dal
altera to la memoria costruila, in altri cas i interventi strutturali tipo di insediament o nel territ orio. Gli edi fici rappr esentano i nodi
hanno stravolto le caratte ri tiche spaz iali dell' interno. L'in diffe- di una rete in dissoluzione, nella quale il sistema co nnettivo
renza nei confronti de lle caratteristiche architenoniche che ha materiale era rappr esentato dalla viabilità antica, della quale
inte re sato gli interventi sulle strutture e la manu tenzione degli restano ormai poche tracce . La co noscenza del sistema consente di
edi fici privi di valore monumentale provoc a risultati stride nti. Nel individuare in queste tracce superstiti i relitti della viabilità anti ca
loro insieme questi contribuisco no a q uel decadiment o estetico del della valla ta, che ha cos tituito l' os atura della trasform azione
paesaggio che manifesta l'i mpove rime nto culturale e il degrado umana del paesaggio.
ge nerale del terri torio.
LI Mugello è zo na sismica; i cro lli provocati dai terremoti del 1542
e del 1.9 19 hanno favorito la sos tituzione del costruito, riadattato
og ni volta alle nuove esigenze o dispon ibilità. [n alc uni casi
l' edificio è stato spostato e i è persa la traccia delle preesistenze,
co me nella chiesa di San Mart ino di Core Ila, distruna e ricostruita
alla fine del XV Ili secolo. La pieve di Diacceto è stata co mpleta-
mente ricostru ita nel secolo scorso e ancora distrutta dai bombar-
damen ti de ll' ultima guerra. Degni di nota so no i cambiame nti che
ha nn o seguito la ricostruzione della pieve di San Cassiano in
Padule, distru tta dal terremoto de119l9. L'edificio preced ente, del
quale restano l' abside e le testate delle navate laterali, avev a
im p ianto basilicale atre navate, mentre l' edificio è stato ricostruito
pi ù p iccolo a navata unica, davanti aJla parte restante della vecchia
c h iesa. che sembra ridotta a va ni access ori.
ig nificative sono le trasformazioni inte rne provocate dal cambia-
m ento recente della truttura del tetto con l' elimi nazione dei
p ilastri cbe reggevano la copertura precedente e l'i ntroduzione
ti Ile cap riate, Questa ha determinato la crea zione di spazi interni
di ve rsi dall ' edificio originale. Una trasform azione analoga acco-
mun a le due chiese di San Martin o a Lobaco e di Sa n Babila a San
l a vell o. e forse anche quella di Sa n Mart ino di Sco però, che ora
I64WERCO RS I RE LIGIOS I NE L MUG ELL O

NOTE

(I ) Ras pini Gi use ppe. Le pì evi del/a diocesi di Sistemi crganizzativi e cura d 'anime in Italia tra 1938
Fiesole. in L' O SE RVATORE TOSCANO. anno Medioe vo c Rinasc imento. pago3-4 1 (26) Morett i Mario, Src poni Renato . op. cit.
XI, a. 21-24 . Fire nze . 195 5 (13) Ronzani Mauro. Pieve urbana e pi eve rurale, (27) Repe u i E.. Dizionario geog rafi co. fisico , sto -
(2) Viola nte Ci nzio. Pievi e parrocchie nell'Italia in Le istituzioni ecclesiastiche d ella "s ocie tas rico della Toscana. Firenze . 1883. vol . IV. pago260
cemrosene nuìona le durame i se coli XI e X/l. in Le christiano " dei secoli Xl -X I/. Diocesi. pìe vi, parroc - (28) A.A. V.V .. Le amiche Leghe di Diaccet o.
istim::.io" i ecclesiastich e d ello " soc ietas ch ristiano" chie, op. e h.. pag .30 7-349 . M onteloro e Rignano . Firenze. 1988
dei seco li XI·XIl. Dioce si . pievi, parrocchie, Atti (14) Mengczzi Gu ido. Lo citt à italiana neìi 'aito (29) Crr. 1/ Li bro di M Q//lopeni ( 1260). a cura di
della Setti mana lruem nzion ale di studio - Mi lano M edioevo. Firenze . 1973. rista mpa anastati ca del la n Cesare Paol i. in Documenti di Storia Italiana . Tom o
1974. Mi lano 1977 . pago20 ed . dc i 1931. pagg . 172-224 . IX. 1889 . Qu esta racco lta di doc umenti cos tituisce
() } Rasp ini Giuseppe. op. cit. ( 15) Cherub ini Giovanni. Parroco. pa rrocchie e l' archivio dc ll"esercito fiore ntino al tempo della guer-
(4) Forch ielli Giuseppe. Lo pieve rurale. Ro ma. popolo " elle ca mpag ne dellltalia celllro senentrio- ra co n Sie na c di mos tra l' utilizzo da palle dc i Co mu-
1931. pago62-63 " aie alla flu e de l Medioel-·o. Ù, P ìevi e parrocchie ne di Fire nze de lla rete pievana pe r l'organizza zione
(5) Violante C inzia . Studi sul/a crìstitm it ù medteva- neìi 'ltatia centrose ttentriona le duran te i secoli XI e militare e la riscossione d i imposte e di approvv igio-
le: societ à, istituzioni, spiritualità, raccolti da Pier o Xl I. op. ch.. pag o352-4 13 namer ui.
Zc rbi, Milano . 1972. pagg. 10 12- 1020 ( 16) Szabò Th omas. Pievi, parrocchi e e lavori pub- (30) C herub ini Giovanni. o p. ci t . pag . 378 .
(6) L ' o rigine dci benef ici eccl esiastici in genera le e blici nella Toscana dei seco li XI/·XIV. in AA .VV .. (3 1) Plesn er Johnn. UI/a ri voluzione stradale d el
delle pievi in particolare non viene ricondona al Settiman e di stud io del Centro Italiano di Studi dugenta, op . ci i.. pago 13 c 14
princ ipio dc i feudo co n asseg nazione dci be ni alle sull 'Alto medioevo. XXV l1I. 1980. pagg. 793 -809 (32) Szabò Th om as . op. cit.
ch iese rura li. poichè i primi partimoni relig iosi non ( 17) Forchicll i G iuse ppe , op. c it., pagoX IV . (33 ) Szabò Tuomas. op. cit.
furo no be ne fici. ma be ni co muni le cui re nd ite ( 18) M ari o M orcu i, Re nato Sropani. op. ci r, (34) Szabè Thom ns. op. cir.. pago8M
sc sternavano la col leu i vità dei chierici. Il passaggio ( 19) Vio lante Ci nzia. Pievi e parrocchie nell'Italia (35) Plesner Johan, o p. ch .. pago39
d alla pro priet à al bc nelicio fu lento e com plesso , centrosettentriona le durante i secoli XI e XII. ch.. (36) Plcsncr Johan. op. cìt. : sccondo T. Szabò. cfr. la
come co nseg ue nza della suddivisione dei patrir ncno pago 18 prefaz ione all' edizione ita liana dell' opera. la tesi
com une e co llettivo . Cfr. Forchielli G .. La pie ve (20) Vio lante C inzia. Studi Stilla cristianit à medie- sec ondo cui i plebati der iverebbero da distraili stra-
rnraìe. o p. cit.. prefazione, pago X·XIII. vale: società, istituzion i. sp iritualità, raccolti d" da li roma ni non è supponua da nessuna font e che ne
(7) Fo rchiclli G iuseppe, op. cit. Piero Zerb i. M ilano. 1972 , pagg. 10 12-1 155 doc umenti l' esistenza c le teori e di Plesner non so no
(8) Morell i Mario. Stcpani Renato. A rchitettu ra ro- (2 1) Se llia A. A.. Pievie cappelle nella d inamica del state ver ifica te
m an ica relig iosa ilei contado fiorentino, Firen ze. popolomento rura le. in AA. V V . Settimane di studio (37) Ple sner Johan. op. cit.. pa go27
Salimbcni edi tore. 1974 del Centro Italiano di SII/di sull'Alto medioe vo, (38) Morell i Mario. Stopa ni Renato, op. c u.. capito
(9) Vi olante Cinzio . op. eu. XX VIII, 1980 , pagg . 445 -489 lo II. L ' organizzaz io ne ecclesiastica nel rnedi oc vo c
( IO) Nel Xl1 secolo sono numerosi i privileg i ponti- (22) v lolmue C inz ia. Studi sulla cristìanit è medie- le sue rel azi oni co n la viabilità. pagg. 19· 27
fici c he co ntengo no l' elenco delle pievi di una dioce- mie: socie tà, ist ìnnioni. spiritua lità, op. ch .. pagg. (39) Stopeni Renato. Le grandi vie di pellegrilw /<:
s i. Il cambiame nto dall'ap partene nza cc ns uetudina- 10 12-1155 gio del medioevo . Le strade pe r Roma. Fire,..:.l',
ri a a q uella territoriale viene spiegato co n la maggior (23 ) Violant e Ci nzio . Pievi e pa rrocchie nell ' Ita lia 1986. pago 100 e pag o 146
m obi lità del le perso ne a partire dall'epoca otto niana centrosettentriona le durame i secoli XI e Xl I. in Le (40 ) Plesn er Johan, op . cit.. pagg. 33-36
e a d una tras formaa ione struuumte de ll' insedia men- istituzioni eccles ias tiche della "soc ie tas christiana' (4 1) Bar dazzi S., Cas tella ni E; UI viab i ìit ù medlt,
to c de lle istituzioni civili. con il passaggio da lla dei secoli X I·XIl. op. cir.. pago33-34 vale fra Pr ato e il Mu ge//Q. Prato. 19 J
s ig noria fondiaria a quella territoria le. Cfr. Violan te (24) Szabò Th o mas. op . ciI. (42) Plesner Joh an. op . cit.. pag o38-39
C inzi a. Studi sulla cristianità medievale: soc ietà. (25) I perco rsi tran sappenninici di attraversamen to (43) Plcsner Jch an. op. cii.. pago40
istituzioni, spirituotitè. op. cir.. 1972. pngg. 101 2- dell a vallata so no Lati individuali da Johan Plesner (44) Ples ncr Job an. op . cit.. pag o50
1 15 5 pro rio studiando l'allineame nto de lle pievi lungo (45) Stopani Renato. Sali Gervasio in San Mart",,,
( I I ) Morelli Mario. Sropcni Renato. op. cit. linee immagi narie ne lle qual i rico noscere i tracciati in Loba co. Una pieve iII 1m sistema minore di peìt r
( 12 ) v iotaruc Cmzio. P;~ ,'i e parrocchie neii 'Itolia dc lle strade roman e c medievali. Cfr. Plesner Jch an. grinoggio, Firen ze . 1987
ce nn OSf tlt'nlru.maleJllrclllte I secott XI t XIl. op. c u.. Una rivolu zione strad ale del d ugellto. Copenhagen ,
tL SISTE MA DELLE PIE VIJl 65

n, CONFRONTO DEL COSTRUITO


di Michela Rossi

Architenura ed e/eli/em i carane ristici fianco della chiesa principale c'è una sala minore con altare.
Il cimitero in alcuni ca iè adiace nte alla chiesa , come a Castiglioni
La maggior pane delle pievi del Mugello e della Val di Sieve è e Macioli, in altri si trova nelle immediate vicinanze. poche volte
priva di rilevanza monum entale, ma dal confronto emergono è più lontano. Dove la pieve è stata inglobata dal cos truito è
spunti degni di interesse, Il rilievo generalizzato mette in risalto la comprensibile che il campo anto sia stato spostato dalla sua
presenza di edi fici Con co nsistenza e caratteristiche molto variabi- posizione originale. Un' altro elemento caratteri iico delle pievi
li. Questo fallo è dovuto opratrutto all' ampiezza dellarn bito medievali è la cripta, nella quale in genere venivano conservate le
temporale interessato dal la sopravvivenza del sistema plebano, reliqui e del anto cui era dedicata la chiesa. o di un martire
che ha provocato ]' adattamentod el costruito alleesigenze mutevo- cristiano. Negli edifici più modesti essa poteva essere molto
li del culto, del l' organizzazione, della struttura e dell' amministra- piccola , sino a ridursi ad una nicchia non praticabile sono l'altare.
zione ecc lesiastiche. ma anche del rapporto Ira insediamento e Con il tempo molte sono state murate e nel contesto analizzato solo
territorio. Nel caso specifico la situazione è stata condiz ionata pochi edifici mantengono una cripta praticabi le. come le pievi di
anc he dall' elevata sisrnicità del suolo mugellano, già scosso da San Cassiano in Padule e di San Giovann i a Remole.
numerosi terremoti, i più disastrosi dei quali. nel 1542 e nel 19 I9. [I fronte bauesirnale si trova qua i sempre nella medesima posizio-
cau sarono il crollo e la ricostruzione di numerosi edifici. ne, sulla sinistra dell'ingresso. In alcune eccezioni esso si trova
In generale la pieve si presenta come un insieme isolato di dalla parte opposta, come a Macioli, Montefiesole e Rernole, O è
cos truzioni accorpate intorno alla chiesa. Nei complessi plebani è inserito in una cappella estrados ata come nella pieve di San Piero
possibile individuare la permanenza di elementi costanti. che a a Sieve.
loro volta presentano caratterisriche ricorrenti. Questa presenza è Forma. dimensioni e posizione del campanile sembrano invece
le gat a ai sacramentiche venivano impartiti presso la chiesa madre: prive di regole e questi elementi architeuonici emergenti presen-
le perm anenze sono riconoscibili nella presenza del fonte battesi- tano una tipologia abbastanza variata. [n genere le torri campanar ie
male, del campanile, del cimi tero e de lle abitazioni per i canonici. sono state ricostruite più spesso della chiesa vera e propri a. I più
Quest'ultimo viveva numeroso presso la pieve, dove risiedevano modesti sono i campanili a vela: di olito e si si trovano sulla
anche i canonici che reggevano le suffraganee. Nel medioevo la rnuratura ab idale, come a Rata. Lobaco, Monteloro, Acone e
formazione dei e1erici avveniva presso la ede plebana , la cui Scope to; in altri casi sono in facciata o su un fianco, come si
importanza era legata alla consistenza del clero residente. Nelle osserva rispetti vamente nella pieve di San Leolino e nella chiesa
collegiate si riscontra spesso la presenza di un cortile co n un lato di Pievecchia. La maggior parte delle torri campanarie sono
porticato o di un chiostro vero e proprio, come a Dicoma no. Gli quadrate o rettangolari, costruite di fianco alla chiesa, ma si
e d ifici re idenziali si trovano quasi sempre a destra della chiesa. riconoscono anche soluzioni diverse. A Panicaglia essa è ouago -
N ell a pieve citata il chiostro si trova sul lato opposto, ma il verso nale su basamento quadrato esterno alla chiesa; a Borgo San
in gresso-abside è stato invertito. Altr e po izioni anomale sono Lorenzo un ca mpanile poligonale irregolate coro na r abside ; nelle
a s soc iate ad orientamenti che fanno supporre una rotazione de l- pievi di Valcava, Remole e Rufina esso si trova in l'acciaia su UI1lI
l' asse: fa eccezione lapieve di Valcavn. che ha gli edifici acces ri delle due navate laterali.
intorn o ad un uhhouo dicortile a sinistra. Inalcuni casisullo stesso ln origine tali cle menti erano attributi escl usivi de lle picvi, . muu
166IPERCORSI RELIGIOSl NE L MUG ELLO

Lucia a Pievecchi a. probabile sede primitiva del plebato di Firenze sono or ientate ad est quelle di Montecuccoli. Pimonte.
Montefiesole, co nserva all' intern o un bel fonte battesimale med ie- Panicaglia, Padule, Rern ole, Scopeto, Monte fiesole, Pievecchia e
vale e nei pressi un p iccolo cimitero. La chies a è oggi suffraganea la prima chiesa di Vicchio. La chiesa di Acone ha l'abside verso
della pieve di San Lo ren zo , che si trova a poche centinaia di metri est-nordest, mentre le pievi di Borgo San Lorenzo, Sant' Agata,
di distanza e non ha c amposanto nelle sue immediate vicinanze. A Fagna, Petrioio, San Piero a Sieve, Faltona e Galliano risultano
partire dal basso medioe vo il privilegio del fonte venne concesso orientate ad esi-sudest. Lo stesso orientame nto aveva in origine la
anche alle chiese parrocchi ali, Co l tempo si perse l' obb ligo di pieve di D icomano. ilcui asseè stato in seg uito invertito. Le chiese
sepoltura presso la pieve di battesimo e questo favorì la diffu sione di San Gavino Adi mari e di Sant' Andrea a Doccia han no la
di piccoli cimi teri spars i nel co ntado in prossimità delle suffraganee, scarsella absidale a sudest; quelle di Valcava e Corella hanno
che avevano accresciuto la loro importanz a diventando sede di l' abside verso nordest.
culto stabile e di clero residen te. L 'orientamento è più regolare nelle pievi della diocesi di Fiesole,
I materiali impiegati ne lla costruzione sono quelli locali: la pietra che hanno quasi tutte l' abside a es t o sono girate d i pochi gradi.
da taglio (arenaria e albarese) e il laterizio, usato in prevalenza nei Quella di Pom ino è deviata verso nord, mentre Macioli, Rata,
campanili e nella realizzazione degli sporti di gro nda, do ve talvolta Castiglioni, San Leolino a Montis e Pelago sono leggermente
si trovano semplici motivi ornament ali a dentelli e de nti di sega ( I). ruotate verso sud. La stessa direzione si osserva nella chiesa di
Le murature esterne a vista sono considerate il risultato di restauri Diacceto, che però ha l' abside a ove st e può esse re rata invert ita,
finalizzati a riportare alla luce le strutture medievali, coperte da co me lascia supporre anche la posizione anomala della canonica.
agg iunte e trasformazioni successive, anche se alcuni autori riten- L' unica eccezione è la pieve di Lobaco, girala verso nordest A
gono che le pievi fiesolane della val di Sieve. che presentano Sant' Agata e a Lobaco i resti delle muratu re degli edific i preceden-
rnurature con caratteristiche costruttive ab bastanza omogenee, ti (3) documentano una rotazione dell' asse di circa 22° verso est
possano essere state concepite a vista (2). Talvolta si trovano in senso antiorario nel primo caso e in senso orario nel secondo.
mur ate pietre lavorate di dimensioni maggiori (Pimonte) o lastre L'orientamento originale dell' abside della prima era sudest, men-
rombati (Valcava, Montis). tre quello dell ' altra era nord-nordest. L'ampiezza de lla rotazione
A ll'interno gli elementi orname ntali sono pochi, limitati in genere tra la direzione dell 'aula denuncia ta dai segni riport ati nel pavi-
ai fonti battesimali e agliamboni. Lepievi diSant' Agata. Panicaglia. mento di Sant ' Agata corrisponde ad 1/ 16 di angolo giro e può
Fagna conservano arredi sacri in marm o scolpito elo co n tarsie esse re messa in relaz ione on la geometria dell' ottagono del fonte
m arm oree bicrome. A Sani' Agata sul fianco della chiesa si noia battesimale che sembra esse re il fulcro del movimento. A Vicchio
anc he una scacchiera in pietra ruoiata di 45° rispetto all' orizzon- la ricostruzione di una chiesa pi ù grande ha provo cato una rotazio-
ta le. Una simile, ma triangolare, orna il fianco della pieve di ne di 90°, mantenendo inalterata la posizione dell'i ngresso.
Cornacc hiaia nell'Alt o Mugello. Il portico davanti al l'a ccesso Dall'orientamento dom inante si stacca no le pievi di Barberino e
pr inc ipale (Vaglia, Monteloro, Vicchio, Doccia. Montecuccoli, Vaglia, entrambe ricostruite. La prima ha l' abside girato verso
Petrioio, Panicaglia) è legato a rifacimenti o ad agg iunte success i- ovest-sudove st, ma l'attuale edificio è un ampliamento di un
ve in epoca rinascimentale o neoclassica. I portali hanno scarso edificio tardo rinasci rnentale, che può essere stato condiz.ionato
rilievo e in genere sono ornati da semplici com ici in pietra. dal contesto urbano. La posizione anomala della canonica può
denun ciare una rotazione di 90· . La seco nda è ruotata di pochi
Orientamento e tipologia gradi verso nordest rispetto alla direzione cardinale. In entra mbi i
casi si può supporre una rotazione rispetto alla precedente chiesa
Nonostante le prime pievi altomedievali siano state fondate fuor i più piccola. La maggior parte evidenzia una direzione variab ile
d ai centri abitati, inluoghi che si possono supporre liberi da vinco li entro due angoli di ampiezz a paragonabile all'i ncl inazione del-
diversi da disposizioni liturgiche o dalla presenza di edific i prece- l' asse terrestre sull'ecl ittica e quindi possono individuare il cam-
d enti, l' orie ntamento delle chiese non è costante. In genere l' absi- mino solare in un giorno partic olare dell' anno (4).
d e si trova nei quadranti orientali, ma la sua direzione oscilla da
n o rdest a sudest. Gl i impianti planimetrici e le dimensioni delle chiese dei co mples-
L a maggior pane degli edifici è girata verso est pieno o co n si plebani del Mugello sono molto variabili. La lettura dei rilievi
m od este deviazioni. In particolare tra le pievi della diocesi di raffrontati co n la schedatura storica offre la possibilità di indivi-
[L SlSTEMA DELLE PlEVVI67

duare alc uni mod e lli d i rife rimento co muni, nonostante le Fagna. Sieve e Panicaglia (5) il tetto è a quattro spioventi. Anche
modificazioni subite nel co rso dei eco li. Gli impianti delle pievi la sezione della chiesa di Remole mostra un c1eristorio rialzato, ma
di origine medieva le sono riconducibili alle tipologie ad aula per la facciata asimmetrica per la posizione irregolare del campanile.
è

le chiese più piccol e e a basilica a tre navate con colonne o pilastri Una caratteristica ricorrente in diversi esemp i distribuiti in tutto il
per le altre. bacino è la presenza di una seconda sala più piccola a sinistra della
In genere la nave princ ipale conclusacon un'abside semicircolare,
è chiesa princip ale. La presenza di questo elemento si ritrova nelle
che in alcuni cas i è af fia ncata da altre due laterali più piccole. La due chiese di Doccia e Montecuccoli, molto simili tra loro, a
presenza di tre absid i contraddistingue alcune pievi del versante Pievecchia, Montefiesole e nella basilica di Faltona. Anche la
fiesolano della Val d i S ieve: la piccola aula di San Leolino a pieve di Sant' Eustachio in Acone sembra averne avuto una, ogg i
Montis e la chiesa bas ilicale di Santo Stefano a Castiglioni. Le due decaduta ad annesso rustico.
absidi laterali della pieve di Pomino sono state invece aggi unte in
occasione di un restau ro recente, mentre tracce di una terminazio-
ne a tripla asbside sono di segnate sul pavimento di San Giovanni
Battista a Remole. La tenn inazione absidale con sca rselle qua- Geometria degli impianti
drangolari più o meno regolari, abbastanza frequente nelle chiese
maggiori, è ascrivibile a modifiche rinascimcntali documentare, Le strutture rnurarie della maggior parte delle pievi non sono molto
come a Panicaglia, Sant' Agata, Adimari, Pimonte, Sieve e Remole. regolari e non sempre gli impianti planimetrici denunciano in
Più variabile è la tipologia degli edifici di costruzione recente tra modo chiaro il riferimento ad uno schema geometrico o dimensio-
cui Barberino. Core lla. Vicchio e Vagl ia. che hanno pianta ad aula na le definito . Co n un picco lo margin e di to lle ra nza nel
allunga ta o a croce latina. posizionamento delle linee guida degli elementi murari principali
Anche il numero delle campate degli impianti basilicali cambia: 4 e la compensaz ione delle irregolarità costruttive è però possibile
a Sant' Agata. Panicaglia, Valcava, Castiglioni e Pe lago: 5 a San individuare con una certa frequenza una impostazio ne dell' im-
G avino. San Piero a Sieve e Montefiesole; 6 a Falrona, Macioli. pianto complessivo basata sul doppio quadrato. Lo stesso schema
Ru fina e Remole; lo stes o numero erano a San Babila prima del ricorre negli edifici ad aula, con o senza abside/i, e nella maggior
rifac imento del tetto e probabilmente anche nella grande chiesa parte degli impianti basilicali o ex basilicali. In alcuni casi esso
scomparsa di Padule; 7 A Fagna, Petrioio e Dicomano; IO nella comprende le absidi, in altri le esclude.
pi eve di Borgo San Lorenzo, che è la più gra nde. Le navate sono La griglia principale si po iziona sia all'esterno che all' interno dei
scandite quasi sempre da pilastri, fatta eccez ione per Sant' Agata, muri perimetrali, così co me le maglie quadrate secondarie a volte
Petrioio e Macioli. Nella pieve di San Lorenzo a Borgo vi sono segnano gli interassi della scansione interna. altre volte sono
colo nne sul lato nord e pilastri alternati con due colonne sul lato distanziate dello spe ore del pilastro. In alcuni casi anche la
ud , co me e si fosse in parte recupe rato un muro preesistente. A suddivisione interna delle navate è impostata su quadrati e/o dop pi
Ru fina vi è una ola colonna all'i nizio della prima campata di quadrati. ma non sempre questi presentano rapporti dimensionali
de str a, sotto il campanile. legati a multip li diretti. T margini di adattamento e la variabilità
Alcuni edifici che in origine aveva no un impianto basilicale sono dell'applicazione sembrano denunciare il riferimento lato ad un
oggi ad aula in seguito alla rimozione dei pilastri che reggevano modello generico subordinato ad esigenze specifiche o condizio-
di.rettamente il tetto, sul modello di Sant ' Agata, e il rifacimento nato da altri fattori, piuttosto che un risultato casuale ricostruito a
de lla struttura di copertura a capriate. Questa trasform azione è posteriori in modo arbitrario. Infatt.i lo stesso schema accomuna
d o c umentata nelle pievi di Lobaco e San Babila, ma potrebbe molti impianti similie consente di individuare una chiave di lettura
e sere ipotizzabile anche per quella di San Manina a Scopeto. che valida per la maggior pane dei casi. Questo mette in risalto il
pre senta dimensioni e proporzioni intermedie tra la prima aula rapporto che uni ce le due tipologie diverse ad aula o basilica.
a b s idata di Sant'Agata e Lobaco e gli impianti basilicali più Gli impianti ad aula delle pievi più piccole presentan o tutti
pi c c oli. un'impostazione basata sul doppio quadrato, analoga a quella
La fo rma della facciata, che den uncia la sezione trasversale, di ipotizzabile per l'edificio primitivo di Sant'Agata. del quale resta
so lito è a capanna con tetto a due spioventi. elle pievi di Borgo. il disegno nel paviment.o attuale della chiesa, e per quello di
Fa ltona, Dicomano, Montefiesole. Castiglioni. Pomino. Macioli. Lobaco , Le chiese di questo tipo presentano dimensi ni variabili,
" ORSI RJ;I,.IGIOSI NEL M UG ELLO

nsrnnzn simili e d ifferiscono per la prese nza o me no ca mpanile e il filo es terno de lla facc iata e il dopp io della larghezza
all' interr
ide, per la sua forma e an c he per il numero . Sa n Leo lino ne della torre, Q uest' ult ima ha la stessa misura della luce dell a navata
preceder
~m ici rcol ari , D occia, Mo nte c uccol i e Pim onte hanno una principa le, cbe prese nta un valore nu merico in piedi ro ma ni
ipoteti ca
l rettilinea, Rata e Pievecchia nessuna e le altre una. ricorrente in altr icasi. Questa d ime nsione, par i a 21 piedi, evide nzia
di q uad r
io ni imili a quelle dei resti primiti vi di Sant' Agata e un multip lo di 7 co mune a que lle deg li altri moduli qu adrati , che
laterali . ,
si trovano nella pieve d i Scopeto, che ha d imensioni misura no rispet tivament e 14, 28 e 42 piedi. A Sa n Leo lino invece
Il con fro
superiori a quel le delle a ule più gran di di Doccia e la sezione è inscritt a in una quadrato la cui met à individua il livell o
geometri
uccoli e della chies a a nav at e di Montefieso le. Ai fianchi del davanzale delle fine trelle laterali .
bile co m
ide si notano d ue lese ne c he se mbrano ric hiam are una iniziale,
mc suddivisione interna o gg i sco mparsa, o un' inte nzio ne spesso a
in fase di real izzazione.
menti COI
rsionc del doppi o qu adrato ass ume un' organi zzazion e Crescita e articolazione occo rre a.
hiura nelle divisioni interne quadri partite delle pievi d i assunto I
:at.a e San Cresc i in Valca va, ma la sua applicaz ione L ' adatt amento e le trasform azioni del cost ruito med ievale non si L 'unità
risu ltati interessant i a nche nell 'ipotetica ricostru zion e limitano alla c resc ita per ricostru zione o all ' e liminaz ione d i pila-
romano,
npianti or iginari di ed ifici alterati, co me Lobaco, San stri e navate. c he pro voca un' alte razio ne rad icale della spazialità
multipli i
aPadule. Su dimensioni diverse le pri me due ch iese han no in tern a. Freq ue nti sono le modifi che do vute alla ricostruzio ne
mode llo
geo metr ici molto simili. nei quali ad og ni quadrato dell a della parte absidale, co n de molizione de lla termin azione ro manica
zione abs
:entrale co rrispo ndo no co ppie d i doppi quadra ti in quelle se micirco lare e la sua sostituz io ne con una scarsella q uadrat a,
dirnensic
tal volt a inserita tra d ue cappelle lateral i rettil inee men o pro fon de.
intervall i
, ICS ' O sc hem a si può ritrova re nella pianta dell a pie ve di fJ raffron to tra le piante conse nte d i leggere le trasforma zio ni
a sala dic
dalla quale sono stati rimossi i pilastri, suppo nendo c he legate all'ada ttamento success ivo del modello basilicale e di
e nell' im
ovass ero lungo l' alli neamento dei risa lti esiste nti a fianco rico noscere o ipo tizza re le trasfo rm azioni sub ite in e poca
ultim i pn
ide e de l portale. do ve sono nelle altre chiese. Questa rinascimen tale dalle te rrninazioni absidali co me un processo co-
de llo spa
le q uadri partita è supportata dal numero e dalla posizione mune di sos tituzione dell e absidi semici rco lari co n scarselle qu a-
crescenti
estre lle del fianco, che sarebbero al ce ntro di ogni campa- dr an go lari. Infatti tutte le chiese c he presentan o te rminazioni
approssir
co ncl usi ve di questo tipo sono state modifi cate o ricostruit e nel
escl ude I
re s ti d e lla costruzione medievale dell a pieve di Padu le XV-XVI secolo. In alcuni casi, come nelle pievi di Macio li,
nelle aule
Dna di ipo tizzare uno schema impostato sul doppio qu adra- Petrioio e San Ga vino Adirnari l' intervent o cita to dalle fonti
Macioli e
Il in 6 cam pate, simile a quello che se mbra essere stato storic he sembra aver co nfe rmato l' impianto precede nte, che nel-
lateral i. J
HO o rig inale di San Babila. In entrambi i cas i è possibi le l' ultima mantiene lo schema de l doppio quadrato.
ango lato
c a n c he lo schema del doppio quadrato q uadripartito . li confro nto tra gli sc hemi di rife rime nto geome trizza ti deg li l' abside ,
rso d iv isioni successive del quadrato con le sue dia gonali ed ifici mette in risalto la ricorren za ili impostazi oni tipolog iche e
Q uantod
zarn e n t i) s i ri tr o van o all inea me n t i co rre la b ili a l di eleme nti di men sionali sig nificativi in un processo di cre sc ita e
e di Falu
o n a m e n to delle absidi. Aumentando il nume ro delle d iversifi cazione. Q uesto co nse nte d i individu are il modello primi-
qu adrato
o ni i rue rne la forma dellacampata laterale tend e al quadra- tivo nell' aul a di picco le dimen sioni che caratterizzava l' impianto
rapporti I
J'C $ i avv ici na al doppio quadrato trasve rsale la sca nsio ne o riginale di San t' Aga ta e d i Lob aco . Esso ha caratte ristiche
piutt osto
I cen i ra le , come nell a chiesa di Faltona, c he purt roppo non tipologiche e di me nsioni simili a quelle de lle aule delle pievi più
un' ulten.
los s ib ile ri levare. picco le, anc he quando qu este sono state rico struite o modificat e
Pan icag li
'alz. u o se mbra controllatoattraverso una magli a d i quadra- nelle loro ap parenze stilistiche.
quadrato
pie v e cli Sani' Agata la sezione trasversale è insc rivibile in La crescita dime nsional e dell' au la pro voca la trasformazione
planimen
19o 10 li Ire per qu auro mod uliche individuan o al ce ntro un tipo logica dellimpian to in basilica triparti ta. La soglia se mbra
riconosci
ci i d ime nsione doppia, corrispondente alla larghezza esse re rapp resen tata dalla pieve di Scopeto . Qu est' ultima, che si
Nell e pie
viu u p ri nci pale piùle colonnee all' nltezza d i qu este uhime. prese nta ad aula, ha largh ezza interm edia tra le aule e le ex
rale è ri:
' ul t ZZ(I dci co lmo del tetto è la metà della distanza tra il basiliche trasformate in seg uito alla ricostru zio ne del tetto e
Barberim
ILSISTEMA DELLE PIEVII 169

all' intern o prese nta g li stes i elementi che denuncian o la sca ns ione 11 doppi o qu adrato c he include le absidi, de termina prop orzioni
precede nte a Lo baco e a San Bab ila. Inoltre la ricostru zion e generali intermedie tra il qu adrato e mez zo e lo sc hema più diffuso.
ipotetica d i un imp ianto d iviso in tre ca mpate evidenzia una griglia indi vidu ando la chiave di lettura di una vari abi lità proporzio nale
di quadrat i nell a na vata ce ntrale e di doppi quadrati in quelle regolare sov rapposta alla cresci ta dimension ale.
laterali. secondo uno sc he ma ricorrente che non sembra casuale. Le misure dell e d imensioni co mpless ive delle bas iliche absidate
Ilconfronto deg li impi anti co nsente di ind ividuare un riferime nto (lunghez za e Larghezza) richi amano mu ltipli decimali del piede,
geometr ico Comune al l' origin e dei tipi ad au la e basilica le, leggi- spesso arro tondati per ecc esso, COn di fferenze confrontabili co n il
bile come arricc hi mento e diversificazi one dello stesso modello piede stesso. I valori pro ssimi all' unità spesso corrispondono a
iniziale, sui cui prodotti si imposta la crescita dim ensionale che quadra ti o dopp i qu adr ati di nume ri significa tivi co me 49 (7x7) e
spes o avvi ene manten endo le stess e pro po rzioni ge nerali. Ele- 8 1 (9x9 o 3x3x3x3).
menti co mu ni si ritro van o anche nel confronto metrico. per il qu ale La misura d i riferimento ricorrente nella maggior part e dell e
occorre acce ttare un margin edi appros irnaz ione analogo a qu ello chiesed i medi e dim ensioni sembra essere quella d i 40 per 80 piedi .
a sun to nell ' indi viduazi one degli sche mi planimetrici . Q uesta lungh ezza cara tte rizza anche edi fici nel quali non si rico-
L'unità rnensori a degli edifici med ievali è riferibile al piede nosce lo chema del doppio qu adrato.
romano, le cui dime nsioni danno luogo a letture di misure co n Anche la ntisu ra d i 2 1 pied i romani sembra avere un significato
multi pli interi e alcuni valori ignificativi ricorrenti. La crescita del particolare ;essa accomuna la dim en sio ne dell a larghezza dell'aula
mod ello iniziale ad a ula, co n le sue d iversificaz ioni nella termi na- primitiva e de lla navata della pieve attuale di Sant ' Agata ad altri
zione absid ale, secondo impos taz ioni geometric he simili evidenzia ca si, nei quali in genere co mpare nella larg hezza dello spaz io
dim en sioni ricorrenti di 2 1. 24 e 26/30 piedi, che si succedono a ce ntra le. L' ampiezza interna della pieve di Acone si avvicin a per
intervalli di 3 uni tà. Lo stesso modell o si rico nosce neg li impian ti difetto a questa misur a, che ritroviamo nell e navi maggiori di
ti sala d i dimensioni magg iori, che hanno una larghezza di 36 piedi , Remole e M acioli. Ne lle chie se di Scoperò e Dicomano es a
e nell 'impostazione planimetrica degli imp ian ti basilica li. Quest i individua la d istanza tra i fili esterni dell e due lesene che affi anca-
ul timi presentano soluzioni co muni nell a suddivisio ne schematica no l' abside , a Fagn a corris po nde alla larghezza della navata
d~ 1I0 spaz io intern o, con un riferimento dim ensio nale a lunghezze ce ntrale, a San Babil a misura l' esterno dell' abside, a Pelago a
e re centi per soglie di IO piedi. da valutare co n i margi ni d i quella della scarse lla. Questo se mbra confermare l' esistenza di un
ap prossima zione già sottolineati. In ge nere il doppio quadrato modello di riferimento idea le che acco muna gli impianti ad aula a
es clude l'abside, ma in alcuni ca si sembra averla inclusa Come qu elli basi licali, ricono ci bile nell a maggior parte degli ed ifici. Le
ne lle aule di San t' Agata, San Leo lino e Scop eto: a Remole, Fagna, mod ifiche riguardano in part ico Lare il numero dell e navate e la loro
M acioli e Montefiesole esso segna la terminazione delle scarselle scans ione intern a. Esso può essere interpretato a sos tegno dell ' ipo-
late rali. Nell 'ultima, che ha il muro di facciata molt o spesso e tesi di deri vazion e da un archetipo geo metrico legato a multipli del
a ngolato rispetto all'as se dell a chiesa. il dop pio qu adr ato escl ude qu adrato e alle sue dia gon ali, per effetto dell a cresci ta dimensio-
l' abside se si sposta l' origine nel punt o più "esterno " del fron te. nale e d i una sperimentaz io ne tipologica.
uanto descritt o trova una va riante nell e pievi di San Piero a Sieve
c di Falton a, che hanno un' impostazion e ge nerale basata su un
q uadrato più mezzo quadrato. In modo un po ' più incert o g li stess i
rapporti possono essere ritrovati nell a chiesa d i Sco peto; quell a Schema, nume ro e simbologia
piutt osto irre golare di Pelago avrebbe incluso anche l' abside. Ad
un 'ulteri ore variante posso no essere ricon doue le pia nte di Il modell o geo metrico basato su una matrice co mune derivata da
Panicaglia e CastigLioni, che han no proporzioni vicine a quelle del mu ltip li e seans ioni de l quadrato d iviso da lle d iagonali può spie-
[uad rato. Nell'ultima il riferimento è reso vago dalla irregolarit à gare in mod o soddisface nte, fatta eccezione per la pieve di Pelago.
p la nimetrica delle murature, ma con un po ' di tolleran za es o è il co nfronto deg li impi anti e dell e dimen sioni dell a qu asi tot alità
n o nosc ibile. dell e chiese esam inate. Le poc he eccezioni riguardano le ricostru-
N 'I le pievi di Galliano, Monteloro e Dicom ano l' impianto gene- zio ni lardo settece ntesc he delle chiese di Vaglia, Co rella, e Vicchio.
r nle è riconducibile a 2 quadra ti e mezzo. che d ive ntano 3 a Nell' ultima sono però riconoscibili alcu ni elemenIi para gonabi li
H urberino. L'impianto di Vag lia è anco ra più lungo e supera i 3,5. co n Pievecch ia, alla qua le dov eva essere simile la chiesa prcccd cn-
170IPERCORSI RELIGIOSI NEL MUGELLO

te, anche se non è possibile individuarne l' impianto concreto. creatore e la rivelazione che eleva l'uomo a Dio, il centro mistico
L'ordiname nto degli edifici secondo la loro impostazione generale da cui si irradia l'anima. La leggenda mette in risalto un significato
in base al numero dei mod uli quadrati e dei dimezzamenti succes- sim bolico legato all' insieme di tutti i numeri , quindi alla totalità
sivi sull' incrocio dell e diagonali, e per dime nsioni cresce nti faci- propria della divinità. La croce nel quadrato rappre senterebbe
lita la lettura dimen sionale della maglia di riIerimento. La misura- Cristo e i qua ttro evangel isti oppo sti agli angoli (7). li quadrato,
zione in pied i ro mani evidenzia delle qua ntità crescenti con come simbolo dell' unità viene riferito dagli antro pologi alla cor-
regolarità, defin ite da numeri ricorrenti comuni alla tavo la relazio ne tra l'uomo e la pietra eretta che ne esprime l'aspirazione
pitagorica. 1 sotto multipli sotto lineano in modo ancora più chiaro verso il cielo, sottolineata dall' obelisco, dalla stele e anche dal
il ricorso a moduli ripetitivi, che denun ciano rapporti diretti con campanile (8).
elementi della simbo logia religiosa cristiana come il 3 e il 7. Non stupisce che questa forma defini sca l' im postazione della
In seguito a questa os servazione si è ritenuto di assoc iare i fruttidel pieve. L'unità potre bbe anche esprimerere il significato recondito
confro nto tipologico con i significati simbolici dei numeri e delle dell 'aula primitiva, priva di divisioni interne, la cui evoluzione
forme geometriche che com paiono nelle pievi medie vali. Questa produce l' articolazione tipologica success iva. La stessa logica può
verifica ha prodotto risultati interessanti che possono dare un senso spiegare il doppio quadrato attraverso il uo riferimento al numero
re ligio so al ri ferim ent o a for ma e numero nell o sc he ma 2. Nella simbologia cristiana, che lo vede ricorrere nella Bib bia,
architettonico. L' organicità e la semplicità dell'in tero sistema una nei Vangeli e nell' Apocalisse, esso significa divisibilità e ugua-
volta individuata la chiave di lettura inducono a supporre che non glianza, la dualità tra principio e fine, morte e risurrezione, materia
si tratti di una coincidenza o di una forzat ura. e spir ito, uomo e Dio. In particolare il rapporto con la nascita e la
1 presupposti sono coerenti alle credenze e alla filosofia del tempo. morte evidenzia due momenti legati alle funzioni religiose che si
Per Platone, le cui teorie ebbero influenza sui padri della chiesa, le svolgevano presso la pieve : il battesimo e la sepoltu ra. Inoltre il 2
cifre rappresentano il più alto grado de lla conoscenza ; in esse è la coppi a e potrebbe avere il sign ificato lato dell'unione e del
risiede l'essenza dell' anima cos mica e di quella interiore. San matrimonio, legato alla procreazione e alla continuità della vita.
Martino, al quale sono dedicate alcune delle pievi esaminate, n tre è il numer o della Trinità, degli attributi di Dio, del le virtù
sosteneva che i numeri costituiscono l' involucro visibile degli teologali e dei regni della vita ultra terrena. Esso ricorre in molte
esseri viventi e ne regolano il rapporto con il Principio, quindi con pratiche rituali; nelle piev i esso esprime la suddivisione in navate
Dio. (9) e compare con insistenza nei sottomultipli dei moduli mensori.
L'importanza dei numeri nella religione è documentata da lla li 4 richiama il quadrato. E' il numero dei punti cardinali, legato
frequenza del loro ricorso simbolico nei testi sacri della trad izione all'orientame nto e alla scansione del tempo; esso simbolizza
cristiana. E' riconosciuto anche il valore filo sofico e pratico che l' universalità del tempo edello spazio, la natura e le forze cosmiche
numeri e forme geometriche avevano nel medioevo. Per questo come manife stazioni di Dio. Nella Bibbia individua il numero dei
motivo non stupisce il loro ricorso nell 'architett ura delle case del territori delle tribù di Israele, dei fiumi dell'Eden e le mura della
Signore, ispirate alla Gerusalemme celeste .Sorprende la chiarezza Gerusalemme ce leste. Quattro sono gli arcangeli e le lettere del
con la quale dall'esame del costruito mugellano paiono eme rgere nome di Dio in ebraico, rife rite agli stessi simbolidegli evangelisti.
significati correlabili al senso e alle fu nzion i della pieve. Le forme 5 è il numero dei misteri grandiosi, doloro si e gloriosi del rosario
stesse degli impianti tipologici sembrano relazionare a valori mariano, ma simboleggia anche la lunghezza indeterminata e la
simbolici. divisione impari, il 2 contro 3 del vangelo di Luca ( lO). Nelle pievi
lo troviamo nel numero delle campate o come sottomultiplo. In
Secondo una leggenda araba, che può essere stata conosciuta nel entram bi i casi non è molto frequente o celato, forse a causa delle
è

medioevo, le cifredella nostra numerazione derive rebbero da una sue accezioni negative.
sigla che la tradizione vuole incisa sull' anello di Salo mone (6). 1.1 6 ricorre sia nella scansione interna delle navate che nei
Essa rappresenta ilquadrato diviso dalle sue diagonali incrociate: sottomultipli. Esso richiama i giorni della creazione (millenni
la stessa figura nffre una chiave di lettura dell'articolazio ne nella tradizione ebraica) e i peccati contro lo spirito, esprimendo
geometrica delle forme delle pievi. il lavoro e la penitenza; potrebbe essere associato ai sacramenti
Il quadrat o è il simbolo dell' unità della divinità e nella tradizione della confessione e della comun ione.
cristiana questa f rrna, che richiama quella della croce, es prime il 11 7 è uno dei numeri chiave della scansione metrico-geometrica
IL SISTEMA DELLE PIEVU 171

delle pievi e compare a nche nel numero de lle campate di alcu ne di In conclusione il confronto sistematico degli ed ifici. reso possib ile
esse. E' considerato il simbolo dell'esistenza di Dio , lo spir ituale dalla loro schedatura, evidenzia le caratteristiche di un costruito di
più il naturale (3+4) e la divinità manife sta nella natura ( I+6). consistenza molto variabi le e privo di rilevanza monumentale. Ma
Questa scomposizio ne può essere posta in relazione con la dal suo stud io emergo no impostazioni tipologiche e dimensionali
diseguaglianza dell a se ttima campata che si osserva nelle pievi di ricorre nti, che richiamano l'esistenza di un modello di riferimento
Petrioio e di Dicomano . Questo numero conta i giorni della com une. Esso sembra riferito ad eleme nti simbolici della religione
settimana, il lavoro più la festa e compare nella durata del diluvi o cristianae della cosmogonia medievale,attraverso la riproposizione
universale, nelle se ttimane che intercorrono tra la Pasqua e la di numeri e schemi geometrici dai significati corre labili ai sacra-
Pentecoste, ovvero la cresima degli apostoli. 11 49, 7 volte 7, che me nti e ai riti liturgici che avvenivano presso la pieve . fJ modello
misura la dimensione de gli impianti di Rernole, Fagna e Macioli, inizia le si sarebbe arricchito, accresciuto e modifi cato secondo
nella cultura ebraica es prime il giubileo (I 1). 7 sono anche i schemi diversi per adattarsi ad esigenze mutate.
sacramenti cristiani, i vizi capitali, i doni dello spirito santo e le La verifica della logica di crescita e diversificazione tipologica in
parabole del regno dei cieli. relazione a periodi storici diversi richiede una conoscenza puntua-
Il numero 8 riport a al doppi o quadrato attrave rso la forma dell' ot- le delle fasi costruttive deg li edifici interessati, possibile solo
tagono, privilegiata nei batt isteri e nei fonti battesimali anche nelle effettuando saggi sotto i rivestimenti delle murature e dei pavi-
modeste pievi mugellane. Attraverso il riefrim ento alla torre e alla menti attuali. Ma il confronto condotto sulle basi del rilievo
rosa dei venti, questa cifra esprime l' orientamento e.l'equ ilibrio architettonico consente di individu are gli elem enti di verifica sui
cosmico, quindi l'unità tra cielo e terra e la continui tà tra spaz io e quali impostare un eventuale studio di approfondimento su basi
tempo. 8 sono le beatitudini del Vangelo . L' ottavo giorno dopo la archeo logiche.
nascita avviene la circoncisione degli ebrei; nel mondo cristiano
questa cifra significa l' uomo trasfigurato dalla grazia, Dio con
l' uomo nella figura di Cristo. Non a caso la forma ottagonale,
interpretata come luogo di passaggio ( 12), viene sce lta in re lazione
al batt esimo. Il suo numero compare nella scansione del doppio
quadrato e come multiplo decima le della lunghezza di molte pie vi,
che erano chiese battesimali.
9 sono le gerarc hiedegli angeli, i cieli e i gironi danteschi: 9 giorni
d ura la preghiera preparatoria alle festività più importanti; 9 sono
g li ingredienti della sacra unzione e il nono mese è que llo del
g iudizio. Questo numero può così essere riferito alla morte e al
sacerdozio.
Il LO esprime il compimento del ciclo novenario. E' il numero dei
co mandamenti, della durata delle tribolazioni di Cristo e delle
piaghe del l'Egitto: esso sembra richiamare la penitenza.
In fine il l 2, che compare nel3x4, è il numero degli apostoli e della
continuità ciclica dello zodiaco che esprime il sacrificio come
redenzione. Può essere abbinato al senso della continuità della vita
o ltre la morte.
In quest'ottica si può affermare che l' architettura delle piev i,
a ttraverso il ricorso ai numeri, esprime la summa della sim bologia
m edievale cristiana come manifestazione della completezza e
g randiosità della Gerusalemme celeste. Ma l' insieme di tutte le
ci fr e della numerazione araba ècontenuto nel quadrato diviso dalle
s ue diagonali della sigla salomonica, sulla quale risulta impostato
1<> schema geometrico degli edifici.
1721PERCORS\ RELIGIOS I NEL MUGELLO

1 . Divers ificaz ion e d ell'impianto


aula:
Sant' Agata I/Lo baco I
Diacceto
Acone
Pievecchia
Monteloro
Galliano
Barberin o

Rata
Montis
Pimont e
Ga lliano
MontecuccoliIDoccia

doppia sala:
Pievecchia
Acone
Doccia
Mo ntecuccoli
Mo nteliesole
Faltona

ba silica:
Rufina
Ad ima ri
Faltona
IL SISTEMA DELLE PlEVUI 73

2· Sviluppo e crescita

orda:
Rata
Pimonte
~1ontecuccolUl)occia
Calliano

ili/ Io absidata/basili ca :
Sant'Agata IILobaco l
copeto
Valeava I Lobaco I Sa n 8abila! Rnfina I
Adim ari
Sant'Agata
Padule
8orgo San Lorenzo

tripla abside:
Montis
Castiglìonì
Pelago
Remol e
Sieve
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174IPERCORSI RELIG IOS I NEL M UG ELLO

4 - Orienta mento

NOTE

( I) Pi nell i M ., Romanico iII Mugello e Val di posizio ne del sole il giorno de lla fondazione e (7) S. Bo nco mpagni, /I mondo dei simboli -
Si eve, Architellllra e decorazione ;11 ambito della bened iz io ne della prim a pietra, o alla numeri. lettere e fig ure geometriche, Edizioni
re li g ioso ilei bacillo della Sieve Ira XI e XIII ricorrenza della festività del santo cui la chiesa med iterr anee , Roma, 1984
secolo , Edizio ni dell'Acero , Empoli, 1994 era dedicala. La prima ipotesi è difficilmente (8) Cheva lier , Gh eerbrant , Dìctionaire des
(2) Moretli Mario,S,oppalli Renato, Architet- verifi cab ile , ma è più plausibile , in q uanto ri- symbo ìes, Seghers, Parigi, 1974
tu ra romanica religiosa ilei contadofio rentino, chiama pratiche di tracciamento di origine ro- (9) Questa, co me le tre absidi dell a pieve ad
F irenze, Sa limbeni editore, 1974, Le case del mana. aula di SanLeolino. può essere riferita al dogma
Signor e, L'architettura (5) G li ed ifici de lle ult ime q uattro so no stat i de ll' unità dell a trin ità.
(3) Il testo d i Moreui e Stoppani pubb lica delle ricostruitio modificati inepoca rinascim entale. ( IO) Luca, XII , 52
p lanimctrie degli edifici con ladatazione delle gli altri in ge nere so no attribuiti al XI I secolo. ( I I ) Libro di Enoch, Letou zey et Ané , Paris,
fasi di costruzione. nelle quali sono indicati i (6) La leggenda, pubblicata da P. Flori an nell a 1906
resti di edifici precedenti rinvenuti sotto i pavi- ua Stori a di Napoleo ne III in Al geria, è citata ( 12) R. Gu én on , Simboli della scie nza sac ra.
n enti in occasione direstauri. daG. O' A mai . Cifrario progenito re dei nume- Adelphi, Milano, 1975
(4 ) ' orientarnento potrebbe escere riferit all a ri e delle lettere, Genova , 191 3

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