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Corso di formazione per matricole

Abitudini di studio,
coaching e vita
universitaria
Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, ma sono difficili
perché non osiamo (Seneca)

Residenza Universitaria Segesta


Affrontare una nuova tappa

 Metodo di studio
 Organizzazione dei tempi
 Maggior autonomia
 Organizzazione degli spazi
 Integrazione appunti/testo
 Rapporti interpersonali con docenti
e/o compagni
Perché un corso di metodologia?

 Lo studio come processo e non come


semplice susseguirsi di atti fini a sè stessi
 Imparare ad individuare obiettivi chiari,
raggiungibili, misurabili
 Capacità di riflettere su di sé e
autovalutarsi
 Imparare a riconoscere i propri punti di
forza e punti di debolezza
 Saper organizzare il proprio tempo
 Saper lavorare in gruppo
Desiderio di apprendere o
dovere?
 Imparo a studiare per imparare a lavorare bene
 Dalla cultura dell’impegno necessario a quella
dell’impegno motivato
 Essere protagonista del proprio percorso formativo e
professionale
Chi sono? Chi voglio diventare? Come fare?
 Professione deriva da profiteor: professare,
confessare, dare testimonianza.
 La professionalità dello studente: quali sono i suoi
contenuti?
Scelta, progetto di vita,
motivazioni
 La scelta professionale dipende dal progetto di sé e dalla
motivazione a realizzarlo
 Motivazione personale e intrinseca, non esterna (moda,
genitori)
 Attitudini e interessi. Non essere rigidi: cambiano
 Percorso e requisiti per la professione: come si diventa?
Cosa serve? Cosa comporta quella professione? Quali
condizioni di lavoro? Quanto è compatibile con altre
attività?
 QUINDI:
– profonda conoscenza di sé e del mondo professionale
esterno (questo vale per qualsiasi scelta personale)
– grande elasticità (oggi i profili cambiano velocemente)
I fattori dello studio:
psichici, fisici, ambientali

Non hanno tutti lo stesso peso

Influenza di più l’ambiente


o i fattori psichici?
Le motivazioni
 Apprendimento non è un processo
esclusivamente intellettuale: la
dimensione affettiva. Perché studio?
Questo condiziona TUTTO (modo di
leggere, velocità, attenzione, ecc.)
 Ogni ns. azione dipende dal progetto di
vita:
– Perché studio questo corso di laurea?
– Tirare a campare: alla lunga si paga
– Lavoro di ogni giorno & proprie motivazioni
Attitudini

 Sono connesse alla personalità ma


non immodificabili: possono
crescere, diminuire, spegnersi
 Conoscerle per valorizzarle: non
polarizzarsi solo sulle attitudini
 Motivazioni sono diverse dalle
attitudini: ingegnere scrittore,
politico inventore, ecc.
Gli interessi
 Capacità che qualcosa/qualcuno ha di
attrarre la mia attenzione
 E’ un’attività elettiva: scegliere
razionalmente e non solo emotivamente
 Provare a scoprire lato interessante
sempre:
– se ci riescono gli altri…
– se supero questo, il resto è in discesa
– il prof ha sbagliato a giudicarmi, glielo
dimostrerò
– questo step mi serve per raggiungere il mio
obiettivo
Stimoli e tensioni

 Curiosità, desiderio di primeggiare,


sicurezza
 L’influenza delle abitudini (nel bene e
nel male…): abitudini nello studio
 Emotività: per ognuno la sua ricetta
I fattori fisici

 Problemi di digestione e sonnolenza


pomeridiana
 Pause-studio: esercizi, boccata d’aria
 Dormire bene
 Musica e TV: non sono indifferenti
 Postura e arredamento (sedia e
tavolo comodi)
 Impegno costante ogni giorno
I fattori ambientali

 Luminosità, ventilazione,
temperatura dell’ambiente di studio
 Isolamento acustico e “mediatico”
 Illuminazione localizzata
 Tenere d’occhio l’orario
 Foglio per appunti “esterni”
 Valutare il luogo più adatto
Gli stili cognitivi
Piano di lavoro: tempo
libero e tempo perso
Una definizione di Efficienza:
L'efficienza è la capacità di azione o di
produzione con la massima efficacia e con il
minimo impegno in termini di spesa, di
risorse e di tempo impiegati

Un concetto in crisi?
Efficienza non è rigidità ma voler seguire un
metodo
Il giusto equilibrio

Trovare il giusto equilibrio tra le tante


sollecitazioni che si contendono il
proprio tempo e le proprie energie:

 L’università non è il liceo


 Ritmi e tempi: il giusto, sempre.
 Programmare lo studio annuale (planning),
mensile, settimanale, quotidiano…
 Orario di lavoro: le abitudini aiutano a
sistematizzare e quindi ad usare meglio il
tempo
Il planning settimanale / 1
Il planning settimanale / 2
Un esempio: il tempo dopo
la fine delle lezioni
 Fine delle lezioni: ore 12,00
Azione Dalle Alle Tempo
Ritorno a casa 12,00 12,30 30
Facebook, posta elettronica, lettura giornali 12,30 13,10 40
Pranzo 13,10 13,50 40
Sonno 13,50 14,20 30
Riprendersi 14,20 14,30 10
Cercare libri, quaderni, ecc. 14,30 14,35 5
Andare a casa di un amico per studiare 14,35 14,50 15
Conversazione con l’amico 14,50 15,30 40
Disporre libri e quaderni sul tavolo 15,30 15,35 5
Telefonata ad un altro amico per capire… 15,35 15,40 5

 Inizio effettivo dello studio: ore 15,40


Alcuni consigli utili
 Segui bene le lezioni del mattino e semplificherai lo
studio pomeridiano
 Ritorna in giornata sulle cose studiate: non fare
sbiadire il ricordo
 Meglio un’ora di analisi matematica che mezzora di
analisi e mezzora di chimica
 Meglio 4 ore in un pomeriggio che quattro pomeriggi
di un’ora
 Scopri il tuo ritmo ma definisci presto il tuo piano di
lavoro
 Registra progressi e difficoltà
 Partecipa alla vita di facoltà: bacheche, internet, ecc.
Il tutor nei collegi
universitari
Facilitatore dell'apprendimento in una
situazione normale

NON uno psicoterapetuta ma un CONSULENTE del


processo di
apprendimento
NON un erogatore di lezioni
private ma un FACILITATORE

NON un aiuto ma un SUPPORTO


Perché il tutoring?
 Affrontare e risolvere le difficoltà di ordine organizzativo e didattico
(piani di studio, propedeuticità esami, rapporti con gli organi
accademici, segreteria, ecc.)
 Integrare le diverse fonti e modi di apprendimento (lezioni frontali,
seminari, laboratori, manuali, appunti, approfondimenti)
 Acquisire un valido metodo di programmazione dello studio
 Definire i propri obiettivi di studio, materializzandoli in programmi
precisi
 Autovalutarsi criticamente, prendendo coscienza delle proprie
necessità e delle modalità più opportune ed efficaci per chiedere e
ricevere aiuto
 Gestire autonomamente i propri problemi di studio
 Sviluppare uno stile personale di apprendimento coerente con la
propria personalità
Esempi di possibili problemi
Disorientamento di fronte all’organizzazione “Non so da dove cominciare a
di conoscenze complesse in vista degli esami preparare questo esame”

Sproporzione tra la percezione del lavoro


“Studio ma non ricordo”
svolto e i risultati ottenuti nell’apprendimento

Incapacità di spiegarsi le cause “Ho risposto a tutto ma il prof. mi ha


di eventuali insuccessi accademici dato un voto che non meritavo”

Mancanza di motivazione, disaffezione “A che cosa mi serve studiare informatica


per le discipline affrontate se voglio fare il prof di filosofia?”

Crisi d’identità professionale di


“Questo corso di laurea non fa per me”
fronte alle prime difficoltà
Le fasi del tutoring
IN INGRESSO
 verifica degli interessi, attitudini, orientamento valoriale,
conoscenze scolastiche

IN ITINERE
 valutazione periodica della crescita rispetto ai livelli di
ingresso ed agli obiettivi finali
 metodologie di studio adatte all’itinerario formativo previsto
 iniziative didattiche per colmare eventuali lacune

IN USCITA
 Identificazione del lavoro di tesi e collaborazione con esperti
del mondo del lavoro in modo da sperimentare il più possibile le
priorità del mondo del lavoro
Come seguire una lezione
Preparazione previa:
 Conosco in anticipo l’argomento?
 Ho aperto almeno una volta il libro prima
di andare a lezione?
 Ho preso confidenza con la terminologia?
 Se necessario, so se ci sono libri più
semplici sull’argomento?
La lezione dovrebbe essere un
appuntamento non una sorpresa…
Come seguire una lezione
Durante la lezione:
 Cogliere la trama della lezione
 Attenzione particolare quando il docente
tratta i punti salienti
 Fare le domande al momento e nei modi
opportuni
 Non lasciarsi influenzare da “quello che
già so”: disattivare il filtro
 Il posto: evitare quelli “distraenti”
 Gli appunti…
A proposito del “filtro”…

Gli ostacoli alla comunicazione

100 CIÒ CHE HO INTENZIONE DI DIRE

70 CIÒ CHE DICO VERAMENTE

40 CIÒ CHE L’ALTRO HA SENTITO

20 CIÒ CHE L’ALTRO HA CAPITO

10 CIÒ CHE L’ALTRO HA RITENUTO


Come seguire una lezione

Al termine della lezione:


 Le domande
 Il confronto con altri colleghi
 Riprendere l’argomento prima che
vada via di mente
Preparazione degli esami

 Uno dei nemici principali: l’ansia


È una risposta emotiva ad una situazione
che viene vissuta come pericolo
 Ridimensionare l’importanza di un esame
 Studiare con altre persone
 Trovare una valvola di sfogo
 NON studiare il giorno dell’esame
Il ripasso

 Il ripasso presuppone che si sia già studiato


 Il ripasso abituale: sempre.
 Il ripasso per gli esami: almeno un mese
prima
 Alcuni consigli:
– Pianificare il ripasso: quanto, quando, cosa
– Ripassare ad alta voce
– Concentrarsi su quello che interessa di più al
prof: assistere agli esami degli altri!
Il gruppo di ripasso

 Aiuta ad essere obiettivi e stimolare l’interesse


per tutte le parti (ciascuno ne preferisce una
diversa)
 Ognuno insegna agli altri (e quindi impara meglio)
ciò che sa o che preferisce di più
 Aiuta a fronteggiare l’ansietà ridimensionando
l’evento interrogazione / esame
 Ripassando insieme si possono mettere a
confronto le opinioni di ciascuno
 Ripetendo ad alta voce agli altri essi ascoltano
ciò che diciamo e ne accertano la validità
L’esame

 Conoscere il prof...
 Conoscere il nome e l’autore dei libri
 Precisione del linguaggio
 Capire la domanda (ipotesi da cui si
parte, punto di arrivo, procedimento:
far capire che si è capito)
 Fare collegamenti con altre parti ma
non divagare troppo

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