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Pausania fu grande uomo spartano, ma irregolare in ogni condizione della vita: infatti come brillò nelle

virtù, così fu coperto di difetti. Di lui fu illustre il combattimento presso platea, dove Mardonio satrapo
tirannico, nella stirpe persiana, genero del re, primo della totalità persiana e con mano forte e pieno
consiglio, venne cacciato dalla forza non grande dei greci.

E il comandante si uccise (caedo, caedis, cecidi, caesum, caedĕre) battendosi.

Pausania superbo a causa della vittoria bramava (cŭpĭo, cŭpis, cupii, cupitum, cŭpĕre) ottenere (obtĭnĕo,
obtĭnes, obtinui, obtentum, obtĭnēre) un prestigio maggiore.

Ma in primo luogo fu trattenuto (rĕprĕhendo, rĕprĕhendis, reprehendi, reprehensum, rĕprĕhendĕre)

perchè Delfi aveva innalzato (pōno, pōnis, posui, positum, pōnĕre)dalla ricchezza il tripode d’oro dove era
scritto (inscrībo, inscrībis, inscripsi, inscriptum, inscrībĕre): i greci annientarono (dēlĕo, dēles, delevi,
deletum, dēlēre) i barbari presso la piazza con il comando di pausania e pausania diede (dēdo, dēdis,
dedidi, deditum, dēdĕre) ad apollo il dono delle loro vittorie.

D’altra parte gli spartani eliminarono (exculpo, exculpis, exculpsi, exculptum, exculpĕre) gli stessi versi e
scrissero (scrībo, scrībis, scripsi, scriptum, scrībĕre) tante denominazioni della stessa roma con l’aiuto delle
quali i persiani erano uniti (vincĭo, vincis, vinxi, vinctum, vincīre).

Dopo questo combattimento mandarono (mitto, mittis, misi, missum, mittĕre) pausania stesso con la flotta
armata comune a cipro e a ellesponto

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