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COSTRUZIONI IDRAULICHE

Acquedotti – Reti di distribuzione


Gianfranco Becciu
Le reti di distribuzione negli acquedotti 2

Hanno lo scopo di far giungere


l’acqua nelle prescritte quantità
e qualità all’utente finale. Sono
quindi costituite da una rete
molto estesa di condotte in
pressione, con numerose
connessioni, derivazioni e pezzi
speciali.

Reti di distribuzione - Gianfranco Becciu


Le reti di distribuzione negli acquedotti 3

Vincoli piezometrici da verificare in tutti i nodi :

ƒ pmin ≥ 20 m in condizioni di normale esercizio


(verifica particolare per i nodi posti a quota più
alta e lontani dai nodi di alimentazione)

ƒ pmin ≥ 15 m in condizioni di emergenza


(verifica particolare per i nodi posti a quota più
alta e lontani dai nodi di alimentazione)

ƒ pmax ≤ 50 m in condizioni di normale esercizio


(verifica particolare per i nodi posti a quota più
bassa e vicini ai nodi di alimentazione)

ƒ Δp ≤ 15-20 m in condizioni di normale esercizio


(per tutti i nodi)

Vincoli di velocità da verificare in tutti i lati :

ƒ 0.5 ≤ V ≤ 2.0 m/s in condizioni di normale esercizio


(V ≥ 0.3 m/s in condizioni di minimo consumo)

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Possibili schemi di rete di distribuzione 4

rete a rami aperti rete a maglie chiuse


da rete
adduttrice
Serbatoio
da rete
testata
adduttrice
Serbatoio
testata

Impianto Serbatoio
sollevamento estremità

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Tipi di condotte 5

Le condotte di una rete di distribuzione, dovendo raggiungere tutte le utenze, passano


praticamente in tutte le strade di un centro urbano. Esse si collegano tra loro secondo un ordine
gerarchico-funzionale che si evolve con il tessuto urbanistico stesso. Esse si possono
classificare nei seguenti tipi:
1. Condotte di avvicinamento: si diramano dai serbatoi verso l’area da servire, se
questi sono lontani da essa; si tratta generalmente di condotte di diametro medio-
grande.
2. Condotte alimentatrici: di distinguono a loro volta in principali, secondarie,
terziarie, ecc. e sono costituite dai rami (nelle reti aperte) o dalle maglie (reti a
maglie) principali e secondarie della rete; ogni ordine di condotte si diparte da
quello superiore in modo gerarchico; hanno un diametro costante e una lunghezza
dell’ordine del km; le principali non hanno generalmente prese dirette per l’utenza.
3. Condotte distributrici: derivano dalle condotte alimentatrici e in esse vengono
realizzati gli allacci per l’utenza; hanno un diametro minimo tra i 60 e i 100 mm e
sono generalmente posate in tutte le strade, comprese quelle in cui passano già le
condotte alimentatrici.
4. Condotte antincendio: in qualche caso si possono prevedere condotte per il solo
servizio antincendio, che si diramano dalle condotte alimentatrici, spesso
alternandosi sulle strade con le distributrici in modo ortogonale; hanno un diametro
minimo tra i 100 e i 150 mm.

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Rete alimentata da serbatoio di testata 6

Linee piezometriche
idrostatica

max (notturna)
Δp
min (diurna)
pmin pmax

Serbatoio di testata

Il serbatoio di testata ha funzione :


• piezometrica : vincola le linee piezometriche al livello dell’acqua al suo interno;
• di compenso : soddisfa richieste idriche variabili nel tempo con un’alimentazione da
monte costante;
• di riserva : dispone di un volume idrico di soccorso per situazioni di emergenza, quali
interruzione dell’alimentazione da monte, perdite idriche dovute a rotture, spegnimento
incendi, ecc.

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Rete alimentata da serbatoi di testata e di estremità 7

Linee piezometriche

max (notturna)
Δp
min (diurna)

pmin pmax

Il serbatoio di estremità ha lo scopo di affiancare ed integrare quello di testata nelle sue funzioni. In
molti casi la sua costruzione avviene quando lo sviluppo urbanistico del centro urbano rende difficile
mantenere pressioni adeguate nelle zone più lontane dal serbatoio di testata e/o necessario disporre di
una capacità di compenso e di riserva maggiori. Il suo funzionamento è alternato:
• di giorno alimenta la rete insieme al serbatoio di testata;
• di notte è alimentato, tramite la rete, dal serbatoio di testata.
In alcuni casi può essere presente il solo serbatoio di estremità, quando il centro urbano si trova in
posizione intermedia tra l’alimentazione e la zona con quote idonee alla funzione piezometrica. In
questi casi in testata si può prevedere un torrino piezometrico, senza o con modesta capacità di
compenso che ha la funzione di disconnettere idraulicamente le reti di adduzione e di distribuzione.
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Rete alimentata da impianto di sollevamento e con serbatoio di 8
estremità

Serbatoio piezometrico,
Linee piezometriche
compenso, riserva
Linee
Linee piezometriche
piezometriche
max (notturna)

Δp
min (diurna) Max
Max (notturna)
(notturna)
Δp
Δp
Impianto di Min
Min (diurna)
(diurna)
sollevamento pmin
pmax p p
pmax
pmin
min
max

L’alimentazione avviene in pressione dall’impianto di sollevamento e il serbatoio di estremità ha le usuali


funzioni piezometrica, di compenso e di riserva. In questo caso le pressioni, pur vincolate all’estremità
dalla quota del serbatoio sono determinate dalla curva caratteristica e dalle regolazioni dell’impianto di
sollevamento.

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Rete senza serbatoi piezometrici alimentata da impianti di 9
sollevamento

Max (notturna) Linee piezometriche

Δp

Min (diurna)

p
pmin pmax
Impianto di min
Serbatoio di
sollevamento trattamento e
equalizzazione

p p

p
p

L’alimentazione avviene in pressione da una serie di impianti di sollevamento e i serbatoi non hanno
funzione piezometrica, ma solo di trattamento e equalizzazione (compensazione delle piccole fluttuazioni di
portata) per i sistemi di sollevamento. In questo caso le pressioni sono più uniformi nello spazio e più
costanti nel tempo, grazie alla capacità di regolazione degli impianti. E’ il caso particolare della città di
Milano.
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Reti a zone piezometriche differenti controllate con valvole 10
dissipatrici e serbatoi

pmin pmax Ogni sottorete copre una porzione di centro urbano con
dislivelli generalmente entro i 60÷70 m. Nelle zone di confine, si
può avere l’alimentazione da entrambe le reti. Le sottoreti possono
avere alimentazione indipendente o in cascata (caso in figura).

rete alta
pmin pmax
Valvole automatiche
di dissipazione

rete media

pmin pmax

rete bassa

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Reti a zone piezometriche differenti controllate con valvole 11
dissipatrici e serbatoi

pmin pmax

rete alta
pmin pmax
Valvole automatiche
di dissipazione

rete media pmax


pmin

rete bassa
Impianto di
sollevamento
p

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Reti a zone piezometriche differenti controllate solo con valvole 12
dissipatrici

pmin pmax

rete alta
pmin pmax
Valvole automatiche
di dissipazione

rete media

pmin pmax

rete bassa

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Scenari di funzionamento della rete 13

6 1 5 2 4 3 P B LEGENDA:
—— Piezometrica per
consumo di punta
con sollevamento
—— Piezometrica per
consumo notturno
senza sollevamento
A

B
—— Piezometrica per
consumo di punta
senza sollevamento
—— Rete di
2
distribuzione
3
1

4 P
6

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Scenari di verifica di una rete di distribuzione 14

1. Massimo consumo: in condizioni di portata massima del giorno di massimo consumo, su ogni
nodo il carico piezometrico non deve essere inferiore a 20 metri sul piano stradale;
2. Minimo consumo: in condizioni di portata minima (purché non vi siano sollevamenti in funzione,
per piccoli centri tale situazione può essere sostituita, in via semplificativa e a favore di sicurezza,
da quella di piezometrica statica), su ogni nodo il carico piezometrico non deve essere superiore
a 50 - 60 metri sul piano stradale per non provocare inaccettabili percentuali di perdite dalla rete;
3. Massima oscillazione piezometrica: tra le due suddette condizioni, la massima oscillazione fra
la piezometrica massima e quella minima non deve superare i 25 m su ogni nodo.
4. Velocità medie: le velocità in ogni lato devono mantenersi preferibilmente comprese fra 0.5 m/s
e 1.5 m/s, in nessun caso superando il limite di 2 m/s; in condizioni di portata minima, si possono
accettare velocità inferiori, ma in nessun caso inferiori a 0.3 m/s.
5. Antincendio: in condizioni antincendio (erogazione della portata antincendio da un nodo e del
75% della portata media del giorno di massimo consumo negli altri nodi), il carico piezometrico
non deve essere inferiore a 10 m sul piano stradale in tutti i nodi, incluso quello ove viene erogata
la portata antincendio (Individuazione del nodo più critico per tale situazione);
6. Rottura di un lato: In condizione di rottura di un lato, ammettendo che esso possa essere isolato
dal resto della rete per mezzo di valvole di chiusura, il carico piezometrico non deve essere
inferiore a 20 m sul piano stradale in tutti i nodi, erogando una portata pari al 50% della portata
media del giorno di massimo consumo (Individuazione del lato più critico per tale situazione);

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Modellazione delle reti di distribuzione 15

Una rete di distribuzione è nella realtà costituita da un sistema di condotte a portata costante e
generalmente anche a diametro costante tra i punti di derivazione e di erogazione.
Mentre punti di derivazione, cioè i nodi da cui una condotta si diparte da un’altra, sono generalmente in
numero relativamente limitato, i punti di erogazione, cioè gli allacci verso le utenze, sono in numero molto
elevato. Non sarebbe quindi conveniente, ne dal punto di vista numerico né da quello ingegneristico, fare
riferimento per il progetto e la verifica delle reti di distribuzione ad un tale schema funzionale.
Per semplicità di calcolo le condotte distributrici e, in qualche caso, anche le alimentatrici di ordine
minore, caratterizzate da una portata variabile lungo il percorso, vengono riportate al caso di
portata costante, immaginando che le derivazioni e le erogazioni avvengano solo in corrispondenza
dei nodi estremi.
Se si ipotizza che le derivazioni e le
erogazioni avvengano in modo uniforme
lungo la condotta, le perdite di carico della
condotta con questo artificio rimane uguale
se il rapporto di divisione della portata tra gli
estremi è pari a :

1
α = δ − δ2 + − δ
3
dove:
δ=Q/P
Q la portata in arrivo da monte
P la portata erogata lungo il tratto
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Equazioni idrauliche per la verifica di una rete di distribuzione 16

equazione di continuità in ogni nodo i linea piezometrica


equazione del moto in ogni lato j
∑q entranti = ∑q
uscenti + Qi
Y j = H i − H i +1 = L j ⋅ J j = L j ⋅ k j ⋅
qαj
D nj

Yj

Hi Hi+1

Qi+1
qj

tratto j
Qi

z=0

nodo i Lj nodo i+1

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Verifica di una rete di distribuzione 17

Q1 + q4 Yj= Hi - Hi+1 = Lj · Jj
rete a rami aperti q4
Q4

Q1
Hi Hi+1
da rete qj
adduttrice Q3
Serbatoio
testata Q2
i i+1

Fase 1 : per ogni caso di verifica (portate di punta, minimo


notturno, antincendio, ecc.), note le portate Q erogate in
tutti i nodi all’utenza, le equazioni di continuità applicate
nodo per nodo procedendo dalle estremità di valle,
permettono di calcolare le portate qj in tutti i lati della rete;

Fase 2 : note le portate qj in tutti i lati della rete, le


equazioni del moto, applicate lato per lato procedendo dal
nodo di quota piezometrica nota, permettono di calcolare
le quote piezometriche H in tutti i nodi della rete.

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Verifica di una rete di distribuzione 18

rete a maglie chiuse


Yj= Hi - Hi+1 = Lj · Jj
da rete
adduttrice
Serbatoio
testata Hi Hi+1

i i+2

i+1

Fase 1 : per ogni caso di verifica (portate di punta, minimo


notturno, antincendio, ecc.), note le portate Q erogate in
tutti i nodi all’utenza, si ipotizzano delle portate circolanti qj
di primo tentativo in tutti i lati della rete, congruenti con le
equazioni di continuità di tutti i nodi;

Fase 2 : note le portate di primo tentativo qj in tutti i lati


della rete, si applicano le equazioni del moto in ogni lato,
procedendo a correggere le portate qj, rispettando le
Impianto Serbatoio equazioni di continuità dei nodi, fino a verificare che le
sollevamento estremità quote piezometriche coincidano in ogni nodo.

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Equazioni alle maglie 19

Le equazioni di continuità indipendenti sono n – 1, le equazioni del moto sono l , per un totale di
l + n - 1. Poiché nella verifica di una rete, le incognite sono le l portate circolanti q e le n – 1
altezze piezometriche H (almeno una H, generalmente quella del nodo di alimentazione, deve
essere nota a priori), il problema è matematicamente determinato.

Il sistema di equazioni è tuttavia, disaccoppiabile, in quanto in ciascuna equazione compare una


sola incognita del tipo q o H. Questo significa che note le q si possono ricavare direttamente,
una ad una, tutte le H e viceversa.

Questo consente, con qualche accorgimento numerico, di risolvere il problema in due fasi,
ricavando prima un sottoinsieme delle incognite e poi l’altro. Questo consente di ridurre il
numero di equazioni da risolvere contemporaneamente.
Una possibilità è quella di scrivere le equazioni del moto per un percorso chiuso, detto maglia.
In questo caso la somma algebrica delle perdite di carico è nulla e nell’equazione non
compaiono le incognite H:

q αj
∑ ± Lj ⋅J j = ∑ ± Lj ⋅kj ⋅
D n
j
= ∑±r j ⋅ q αj = 0

Le equazioni alle maglie indipendenti sono l – n +1, quindi insieme alle n -1 equazioni di
continuità formano un sistema ancora matematicamente determinato.

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Sistema di equazioni per la verifica delle reti di distribuzione 20

+ L2-4·J2-4

- L1-2·J1-2
1. Le portate qi circolanti nei lati
devono soddisfare in ogni nodo i le - L1-3·J1-3
equazioni di continuità :

∑q entranti =∑ quscenti + Qi - L3-4·J3-4


H2

2. Le portate qi devono anche soddisfare


H1
anche le equazioni delle maglie: H3 H4

q αj
∑±L j ⋅ Jj = ∑±L j ⋅kj ⋅
D n
= ∑ ± r j ⋅ q αj = 0
j Q2
q1-2 2 q2-4
1
+ 4

Q1
q1-3 Q4
3
q3-4
Q3

z=0

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Metodo di Hardy-Cross del bilanciamento dei carichi 21

Un classico metodo iterativo di soluzione del sistema di


equazioni è quello di Hardy-Cross.
Q Esso si basa sulla determinazione iniziale di un insieme di
q portate circolanti di primo tentativo che soddisfi le
q equazioni di continuità ai nodi.
Q
+ Tale insieme di portate in genere non soddisfa le
equazioni alle maglie. E’ quindi necessario introdurre una
Q
q Q correzione costante per tutte le portate dei lati della
q
maglia, in modo che risulti:

∑ ± r j ⋅ (q 0 j + Δ q ) = 0
α

Mediante uno sviluppo in serie arrestato al termine del primo ordine, si ottiene, attraverso
alcuni passaggi :

α α −1

Δq = −
∑ i ± ri ⋅ q i( 1 ) =−
∑ i ri ⋅ q i( 1 ) ⋅ q i( 1 )
( 1 ) α −1 α −1
α ⋅ ∑ i ri ⋅ q i α ⋅ ∑ i ri ⋅ q i( 1 )

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Metodo di Hardy-Cross del bilanciamento dei carichi 22

Provenendo da uno sviluppo in serie troncato al primo ordine, la correzione Δq, in


generale, è diversa da zero, ma non coincide con la correzione finale Δq.
I valori delle portate dovranno quindi essere corretti per successive iterazioni, fino ad
avere correzioni trascurabili in valore assoluto:

qi(2) = qi(1) + Δq(1)

Si osservi che nel caso di moto puramente turbolento si ha α = 2.


Inoltre, qualora si consideri come formula monomia per le perdite di carico
l’espressione di Chézy-Strickler, si ha, nel calcolo di r, che n = 16/3 mentre
k = 10.29 / KS2, essendo espressi i diametri in metri, i valori di KS in m1/3/s e le
portate q in m3/s.

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Metodo di Hardy-Cross del bilanciamento dei carichi 23

Qualora la rete di distribuzione sia costituita non da una singola maglia


ma da m maglie (ad esempio m = 2 nella figura qui a lato), il
procedimento va applicato separatamente per ogni maglia, calcolando,
per la j-esima iterazione corrente, le m correzioni Δq1(j), ..., Δqk(j), ...,
Δqm(j) e avendo cura di applicarle poi ai vari lati col giusto segno,
badando in particolare ai lati in comune fra due maglie, che sono
contemporaneamente soggetti a entrambe le due corrispondenti
correzioni.

+
Il procedimento di iterazione può arrestarsi alla
j-esima iterazione corrente quando tutte le m correzioni Δqk(j)
(nel caso di m maglie), ovvero la correzione Δq(j) (nel caso di
una sola maglia), raggiungono valori soddisfacentemente +
piccoli (ad esempio qualche percento della più piccola fra le
portate qi(j)).

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VERIFICA RETE DI DISTRIBUZIONE – metodo di Hardy-Cross 31
di bilanciamento dei carichi

PER OGNI VERIFICA (noti i diametri Di e il carico ZS1):


ƒ PORTATA QTOT richiesta dall’utenza nella situazione in esame:
• ripartita sui nodi in funzione della densità abitativa Q1 = Qu1−QS
• ripartita tra le 2 fonti di approvvigionamento
ƒ PORTATE Qi di primo tentativo convogliate nei rami:
• coerenti con l’equazione di continuità ai nodi + Q8 = Qu8
Q2 = Qu2
• 1 gdl per ogni maglia (NON ramo comune)
ƒ CORREZIONI ΔQj per ogni maglia e nuove portate: Q3 = Qu3
• metodo di Hardy-Cross del bilanciamento dei carichi Q4 = Qu4 +
j α

ΔQ j
=−
∑ ±r ⋅ Q
i i i ⎧ 10.29 Li
⎪ri = 2
⋅ 5.33 Q5 = Qu5 + Q7 = Qu7
j α −1 ⎨ Ks Di
α⋅∑ r ⋅ Q ⎪α = 2
i i i

• iterazioni finchè ΔQj ≤ 2÷3% Qjmin Qu6 – Qpomp = Q6

ƒ Verifica CARICHI (Hi = Hi-1 ± Ji,i-1·Li,i-1 ; Yi = Hi – Zi ) e VELOCITÀ Vi

NB: le VERIFICHE devono essere contemporaneamente TUTTE SODDISFATTE,


in caso contrario occorre CAMBIARE DIAMETRI !!

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