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2.

4 La localizzazione delle sorgenti sonore


In questo paragrafo trattiamo il secondo compito del nostro apparato uditivo, quello
di costruire una
mappa sonoradegli oggetti intorno a noi. Come abbiamo accenna
to allinizio del capitolo, si tratta di due
esperienze distinte: una è la localizzazione
delle sorgenti sonore, l'altra è la
caratterizzazione dell'ambiente che ci circonda. La
localizzazione delle sorgenti sonore è stato probabilmente il
primo (e più importane
uso dell'udito dal
punto di vista evolutivo, ancor prima dell'identificazione degli oE
localizzazione delle sorgenti sonor
2.4 La
15

geti.
ndo necessaria per integrare le inlormazioni
sull'ambicnte circostante
na dalla visla. La carallerizzazione che
p r o v e n i v a n o

dell'ambiente che ci circonda


mano che la nostra
man mano
man
n c c e s s
condotta ha differenziato si e
re-
sa
aperti alle stanze di varic dimensioni. gli spazi frequentati.
dagli ambicnti La nostra vita di tutti i
comporta
molte csperienze uditive di tipo
spaziale: si tralla di una
giorni
che. iguarda
la posizione degli oggetti, ma anche la
loro dimensionc, con
consapevolezsa
erimento a
qualche rezione
dire:
particolare (come avviene per la vista), e nessun ri
volezza generic
di aziositàa" (spaciousness) o suono consape
d'ambiente, soprattutto nel
una

dsorgenti multiple, spesso poco discretuZzale, che


procurano indizi direzionali
concomitanti e confusi.

Per posizionare gli oggetli intorno


all' ascoltatore, e cominciare a modellare nel
concreto il fenomeno del suono spaziale, si può far riferimento a tre
direzioni princi-
pali: la direzione fronte-dietro, la direzion sinistra-destra, la direzione sopra-sotto. La
izione di un oggetto si puó esprimere per mezzo di un vettore caratterizzato da due
angoli, azimut e elevazione, e da un valore scalare, la distanza. Per definire il vettore.
introduciamo tre piani ortogonali tra di loro: il piano mediano, il piano frontale, e il
niano orizontale, che si incontrano in un punto dove è situata la testa dell'ascoltatore
vedi Figura 2.24). II piano mediano è quel piano sul quale si dispongono le
ti sonore che sono equidistanti dalle due orecchie. II piano orizzontale è il piano su
sorgen
cui giacciono le orecchie. II piano frontale (o laterale) divide la testa dell' ascoltatore
nel senso del torso. I tre piani permettono anche di definire in modo preciso le tre
direzioni menzionate in precedenza: il piano mediano separa il lato sinistro dal lato

Piano
mediano Distanza

Piano Sorgente
frontale sonora

Elevazione

Plano
orizzontale
Elevazione = 0°

Azimut

Figura 2.24: Posizionan rispetto all'ascoltatore (adaltato


da Kendall
osiZ1onamento di un oggetto
1995).
La percezione uditi
76

epara fronte e
destro; il piano orizzontale separa il sopra dal sotto; i pli
sorgente sono
dietro. Torniamo al nostro vettore, che caraerizza la p orizontalc ce un vettore
sul piano
del vettore
0°, che permet
ra. L'azimut è l'angolo tra una proiezio
fronte-retro. L'azimut
assume
intorno all'ascoltatore. varo L'elevazione è l'ang
L'clevazion

che segue la direzione


sotto oltatore
l'ascol a +9)
tono di posizionare la sorgente tut da
-90°

v e t t o r e con il piano
orizzontale.
e va

lunghezza
del vettore, denominat
formato dal scalare
sulla
L'informazi
sopra
l'ascoluatore.
dell'oggetto. occorre
distinguere traam
posizionamento
completa il
sonoro
distanza,
peralcunifatlori
dell'ambicnte

si distinguono
c a r a t t e r i z z a z i o n e

della due casi riflession


I outdoorle
Nel caso
(indoor). siluazione
(outdoor) e interni nclla
bienti estemi i n d o o r la maggior
mentre
di
rillessioni:
nel caso par.
del terreno), è la distanza del.
èl'assenza/presenza

primo rillessione
secondo
lattore elle
l'importante II
sono rare (a parte
dal suono
rillesso.
decine di metri. Tale limit
dominata
è poche
te della
percezione
indoor, è limitato a
posizionamento
delle soreen
che. nel
caso di
sonore
effettive
riflessioni a raggiun
sorgeni le possibilità
7ione restringe
notevolmente

dello spazio, che


porta le indoor. Le riflesio.
dimensione caso
terzoè la diretto nel
nello spazio. Il rispetto al
suono
arrivino all'ascoltatore
brevissimo
l'ascoltatore in stessa sorgente
gere sonore di u n a raggiunge per pri
modo che le onde diretto, c h e
ni fanno in direzioni: il suono
direzione
differenti e da molteplici attendibile riguardo alla
in tempi più
oggetti e dalle pa-
l'informazione

l'ascollatore.
rappresenta riflesse dagli
mo le onde vengono cammini
in successione, all'ascoltatore. Questi
dell'evento
sonoro;
ritardi
molteplici e sulla posizione
re-

rei
dell'ambiente e arrivano con informazioni
sull'ambiente

(suono indiretto)
forniscono
all'ascoltatore (distanza).
indiretti l'ambiente e rispetto
libero (free field):
sonora dentro esso
lativa della sorgente denominato campo
riflessioni è nella came
caso
estremo di un luogo s e n z a viene creata
artificialmente

un'astrazione di outdoor, che minimo. Mentre


corrisponde a
le riflessioni al
f o n o - a s s o r b e n t e riduce

ra anecoica.
dove materiale localizzazione della sorgenti (come
favorevoli per la
outdoor sono molto due
gli ambienti e spettrali di ampiezza alle
valutare le differenze temporali basare solo sul
vedremo si tratla di
è difficile in quanto si può
orecchie). la valutazione
della distanza più
la localizzazione
diventa più ditn
Nelle situazioni indoor, invece,
volume percepito. facile da calcolare
riflesso, ma la distanza della sorgente è più
cile a c a u s a del s u o n o
termini di tempo e
suono riflesso in
dalle differenze tra il suono direttoe il
a partire delia
indizi significativi sulla dimensione
ampiezza; inolure, le
riflessioni danno degli
Sorgente.
Cominciamo dalla sorgente. Una sorgente può essere più o meno direzionalei b e l
mediante un rapporto trai deci
picamente la direzionalità di una sorgente esprime
si ssere

diffusi nella direzione prelerenziale e tutte le altre direzioni (che dovrebbero es»
direzionali con l'aumento
cquivalenti). Ingenere, le sorgentilendonoa essere più (sono
le basse frequenze viaggiano in tutte le direzioni
la frequenza: infatti, mentre zione

più o meno omnidirerionali), le alte frequenze tendono a selezionare una dirc suono

preserenziale che si concretizza in pochi gradi di irradiazione. Una volta che il su


parte

della sorgente incontra le supertici della stanza, parte di esso verrà assorbita c Pe
24 La localizzazione delle sorgenti sonore
17

rrà riflessa. In generale, la risposla di uno spazio a un breve impulso sonoro è una
rie di prime riflessioni determinabili in modo discreto (dovute alle
prime csuperfici
contrale dal suono), a cui si aggiunge una "coda" riverberante piu densa
inco
diffusa
che decade in modo esponenziale verso il silenzio (vedi Figura 2.25).

dB Suono diretto

Prime riflessioni

Coda riverberante

Figura 2.25: Risposta di un ambiente a un impulso sonoro: suono diretto, prime riflessioni,
coda riverberante.

Nella ricerca sull'ascolto direzionale sono stati individuati due meccanismi, che de-
scrivono entrambi la differenza tra i suoni alle due orecchie. Nell'ambito della psicoa-
custica queste differenze sono note come differenza interaurale di tempo (interaural
timedifference - ITD)e differenza interaurale di intensità (interaural intensity dif-
ference lID), rispettivamente (Figura 2.26). La ITD si riferisce alla differenza di
tempo o di fase; la IID si riferisce alla differenza di ampiezza o di spettro tra le due
orecchie. La ITD si dice differenza di tempo o di fase a seconda se ci si riferisce a
segnali complessi o a semplici sinusoidi (solo per questi ultimi infatti ha senso parlare
di differenza di fase); la IID si dice differenza di ampiezza o di spettro in quanto la

(a) (b)

igura 2.26: Differenza interaurale di intensità IID (a) e differenza interaurale di tempo
ITD (6). Le forme d'onda sono rese simili per evidenziare i due tipi di dif
lerenza. In realtà, esse sono molto più differenziate (vedi il dominio della

frequenza).
La percezione uditiva

78
orecchie nor arrivan
duc
delle

ruolo fon
al fatto che
a
u n a

f i t r a l e ) .
Infatti,
un

giocatodalla
c mentale
dovula
alle
g i o c a t o

differenza di ampiez» è quello


vengono
è
rano im
d i l i r a z i o n c

del suono (alcune d u e


o r c c c h i c
una

tulte le frequenze Ira le


subiscono

il comportament del
nella differenza di percezione
siionoss imativamCnle
transizione,

colo lo ugual.
f r e q u e n z e

approssimati
husse
riflesse, le di
banda
è
requenze vengono La
scievja
d'onda
v e n t e s i m

2.27),
(1igura u n g h e z z a
del
tornoall'ascoltatore dove la
all
i n i z i o
localizlizzazionedet teor
Hz, Giià
della

lcsta intorno
1 5 0 0 )

18 cm),
s e n p l i c c

(Circa t c o r i a

al diametrodellatest p r o p o s e
unu

ITD.

1ond Ralcighpre IID e


to inglese dicotomia
in
fondata sulla
duplex,

Alte frequenze

Basse frequenze

suono.

del
propagazione

testa
nella
sorgente
si trova mente
esattame

della
Figura
2.27:Il
ruolo
rilevata
quando
una

l'orecchio
che si trova s
viene che
ITD conto
di tempo Tenendo
dal lato oDnost
osto
La
differenza
2.28). che si trova
(vedi Figura
l'orecchio

mediano e dalla sorgee


sulpiano
ipsolaterale, emesso

è detto dal suono

lato della
sorgente distanza percorsa 6+r6) doe
stesso
si ha che
la quantita (rsin
di una

è detto
controlaterale,
controlaterale
è maggiore
rispetto alk mediano
all'orecchio e il piano
la sorgente
pergiungeredella testa e 0è l'angolo tra frazione in più
è dato da (rsin +
rè il raggio questa che il raggio
necessario per
percorrere s e c o n d o . Dato
metri al
testa; il tempo circa 340
velocità del suono, radianti, cioè
1,57, come angolo
dovecè la n/2
r6)/c, assumendo 90°, quindi
cm c
circa 9
della testa è di orizzontale, si ha
massimo di azimut sul piano
q
=9x1+9x 1,57 =
23,13 cm
rsin + rA
cm/msec).
massima ITD è circa 0,65 msec (23 cm diviso 34 sonora enue
quindi la si riesce a localizzare
una sorgente
L'uso della ITD è molto preciso: miu ITD di 0,01
mseceil
Infatti lo spostamento di un grado causa un om
un
solo grado. soprattutto nei suoni co
msec. L'TTD è
efficace
mo ITD rilevabile è di circa 0,006
basa fondamentalCnon
fasi transitorie (sia in attacco che in rilascio) e si
plessi nelle della lesia
Sulle basse Irequenze del segnale (ricordiamo
che poi l'ombra acustica Lac

l'orecchio contro-lateralc).
permette alle medie e alte frequenze di raggiungere nonpud
pacita di rilevazione ITD riesce a discriminare tra sinistra e destra;tuttavia
2.4 La localizzazione delle sorgenti sonore 79

Piano mediano

-----
sin 0

Orecchio
Orecchio
contro-laterale
pso-laterale

Figura 2.28: ITD: differenza interaurale di tempo.

dire nulla sulla posizione fronte/retro delle sorgenti o riguardo all'elevazione. Infine,
tutto ciò che abbiamo detto finora è valido per una sorgente singola; nel caso di sor
genti multiple di tipo simile, poste in locazioni differenti, si manifesta di solito un
cosiddetto effetto di precedenza, che tende a localizzare una sola sorgente (la prima
che arriva). Dell'effetto di precedenza parleremo in dettaglio più avanti.
La differenza IID è una differenza di ampiezza dovuta a un filtraggio spettrale
che tiene conto di più fattori. Innanzitutto la testa come citato in precedenza; quindi
il padiglione auricolare. L'orecchio esterno, infatti, fillra il segnale con le riflessioni e
le risonanze che intervengono prima che il suono raggiunga il timpano. Le riflessio-
ni sono dovute alle pieghe complesse dell'orecchio che creano ancora una volta una
differenza tra il suono diretto, che entra nel canale uditivo, e il suono riflesso sulle
pieghe del padiglione; la risonanza della cavità centrale del padiglione, detta riso
nanza concha, è determinante per localizzare il suono fuori dalla testa (alcune cuffie
che alterano tale risonanza tendono a far localizzare i suoni dentro la testa). Questi
sono molto importanti nella localizzazione monoaurale (cioè basata su un
Contributi
solo orecchio), di cui si ha evidenza sperimentale. Inoltre, la forma complessa delle
pieghe, non orientate secondo qualche direzione particolare, permette di dare un con-
La percezion
80 one udNi

il pa
tributo alla rilevazione dell'cleVa 7ione, c
l'oricntamento
di tutto
padiglione
il davanti c il
discriminarc tra
dictro. Iniinc, Otre la te.tcta
alla
ermcttono di e
sul corpo moxdincan
o
speltroinin qaa
anche le riflessioni sulle spalle e
glone,.
he modo,. riunire in una ssola mi
spettrale si possono
Tutti questi indizi sul hliraggio alla lesa (head
rel
7ione che riguarda la funziome di trasferimento in relazione
i cambiamenti Che
occorron relawa
function HRTF), La HRTF descrive tutti
Transfer all'ampiczza, mentre la _r
forma d'onda, alla fase e
nOstre orccchie rispetlo alla l'aScoltatore SI muove ve
all'ascoltalorc (o
viceversa,
Sonora si muove rispetto 1 segnali con micr
avvicne registrando
SOrgente). misurazione delle HRTF
La del meato .
all'orecchio: all'ingresso
intorno di,
Osti in una delle posizioni tipiche caso, in cUi l'informay
In quest'ulimo
il uditivo, al timpano.
vo, dentro meato
operato dai padiglioni aurica
fornita dalle HRTF tiene anche conto del filraggio
un manichino.
Esistono molti modelli di te
testa finta, cioè
C dal canale, si usa una misurazioni devono S
accurati: di fatto, le svo
hnta che danno risultati più o meno
in quanto lo scon
gersi in condizioni di
controllo assoluto sui
rumori nell'ambiente, cop
differenza tra i Segnal1 alle due orech
dell investigazione coinvolge
soprattutto la
sorgente. Analizzand
dalla
rispetto al segnale emesso
e tra ciascuno dei due segnali interessanti sul filtraggio effeti
ricavare indicazioni
i dati delle HRTF si possono
intorno all'ascoltatore. Di solito
dislocate nello spazio
che avviene sulle sorgenti
contenuto di alte frequeze (probabilmente
rivelano un povero
sorgenti poste dietro evidenza sperimentale che alcune .
dovuto all'orientamento del padiglione); esiste
in determinate direzioni (una banda
(bande) dello spettro vengano enfatizzate
gioni le bande 300-600 Hz e 3000
8 kHz sorgenti posizionate sopra la testa,
intorno agli per suoni posizionati
intorno a 1200 e 12.000 Hz per
6000 Hz per suoni frontali, bande
a localizzare le sorgeni
associale con la IID, aiutano
dietro). Insomma, le HRTE, tra più
analizzano la forma dei padiglioni e la corporatura
sonore. Tuttavia, studi che

individui rivelano che le HRTF sono


molto difficili da generalizzare. Nelle applica

zioni di spazializzazione del suono


risulta molto difficile usare le HRTF di qualcun
molto ridotte quando la spazializzazio
altro: infatti le capacità di localizzazione sono
ne si basa sulle HRTF derivate
dallo studio di un altro individuo, e questo anche se
sono molto simili (il fenome
la forma delle spalle e del corpo nonché del padiglione
si verifica anche immettendo direttamente il segnale nel canale uditivo, superando
il filraggio aggiunto del padiglione dell'utente). Nonostante vi siano stati sforzi
no-

tevoli per una caratterizzazione delle HRTF indipendente dagli individui (una sorta
di generalizzazione), non si sono avuti risultati apprezzabili sui risultati finali, anche
perché gli individui si possono classificare proprio per una diversa abilità nella lo
calizzazionc. Sembra comunque che il processo di formazione delle HRTF segua D

slesso procedimento per tutti.


Ora complichiamo lo scenario ammettendo più di una sorgente sonora; in par
icolarc, di notevole interesse per le applicazioni di spazializzazione del suonoeB
situazione in cui due sorgenti sonore simili sono in posizioni diverse. In
questo caso
a percezione si basa
principalmente sul cosiddetto effetto di precedenza (o legge u
2.4 La localizzazione delle sorgenti sonore 81

primofronted'onda) per eui viene percepita una direzione che corrisponde all'incirca
alla prima sorgente che arriva alle orecchic (entro certi limiti che stiamo per precisa-
re). L'effetto fu seoperto dallo seienziatotedesco Helmut Haas(spesso inlati l'elletto
anche denominato efeto Haas o legRe di soppresione dell'eco), che determinò co
sa accadeva nella percczione del parlato in presenza di un'eco singola. I'eco doveva
essere molto più forte dcl primo suono prima di poler cssere percepita come ugual-
mente forte; e l'aumento di ampiezza doveva essere superiore man mano che il ritardo
temporale diminuiva. L cfletto di precedenza opera in prescnza di ritardi interaurali
anche superiori al massimo ITD di 0,65 msec: suoni simili che arrivano con una dif-
ferenza fin0 a 30-50 msce tendono a essere fusi assieme, e non si ha che uno sia l'eco
dell'altro. Il ritardo temporale consentito dipende dalle caratleristiche della sorgente
sonora: i suoni impulsivi si separano prima dei suoni complessi e di durata maggiore
come la musica e il parlato. Anche le caratteristiche timbriche del suono percepito
possono essere influenzate dall'effetto.
L'effetto di precedenza è molto usato nella riproduzione stercofonica (vedi Ca
pitolo 7), sia mediante cuffia che mediante altoparlanti. Per ottenere la localizzazione
desiderata di una certa sorgente sonora occorre giocare sulle ITD e lID: in particolare
si ha che l'intensità in dB può compensare alcuni millisecondi di ritardo e l'efficacia
dipende dalla natura della sorgente. In Figura 2.29 abbiamo un grafico che corela i va-
lori di ITD (sulle ascisse) e di IID (sulle ordinate) rispetto alla percezione direzionale
indicata con le scritte nel diagramma.
Fino al ritardo massimo interaurale di 0,65 msec si può orientare la direzione di

percezione modulando l'intensità delle due sorgenti. Le prove sperimentali condotte


in cuffa rivelano che il bilanciamento tra intensità e ritardo vale, per situazioni spe
rimentali differenti e sorgenti di tipo diverso, tra 120 sec/dB e 1,7 .sec/dB. Sopra la
curva si ha che la localizzazione della sorgente si orienta verso il suono più forte, men-

IIB
(dB)

10 Sorgente sonora L R Rilevazione


localizzata verso
il suono più forte
dell'eco

Sorgente sonora
localizzata verso

il primosuono
(a meno dilID > 12 dB)
H+
HH+
2 5 10 20 30 80
0,1 0,65 1
ITD (msec)

igura 2.29: Bilanciamento tra ITD e IID e localizzazione delle sorgenti.


La percezio udit,
82

la localizzazione identilica il primo suono in arrivo (a me meno che


Ine sotto la curva
il sccondo suono). Dop0 gli 0.6s.
differenza di almeno 12 dB
con
ci sia una
valore di
12 dB, consideralo il
sui
intensità, che
he permoy
che la curva rimane costante
Solo dopo i 30 msce si c o m i n c i a a rilevare u
di lar prevalere ID su IT).
L'elletto sparisce dopo gli
80 mscc.
la curva discendente.
sopra
brevemente i contenuli del Capitolo 7. Nel. cle a
In conclusione, anticipiamo dirctlamente la teoria
si impicga
cazioni di spazializzazione del
suono spesso
nci modclli. Come ah
lacilmente implementabilc
che per la sua semplicità è
bene la lateralizzazione della sorgente sane
visto, essa caratterizza abbastanza
una discriminazione
solo sulla direzione sinistra-destr
in
è grado di produrre
è di particolare importanza il contrih
le direzioni fronte-dietro e sopra-sotto
localizzazione limitata si ha anche con un solo..
padiglionc auricolare: infatti una
differenze esIstenti tra il suono diretto chee
chio (monoaurale), ed è dovuta alle
dalle pieghe complesse dell'orecchio est esters,
nel canale uditivo e il suono riflesso
L'efficienza di convogliamento per le
alte frequenze (quelle superiori a 5 kHz) èn
e la forza relativa delle componenti ad
to dipendente dalla direzione del segnale,
dietro. Per descrivere l'ambiguità di localizzai
frequenza cambia dal davanti al
concetto di cono di confusione (Fi
rispetto alle tre direzioni è stato introdotto il
ra 2.30), che rappresenta il volume (in senso0 geometrico!) in cui potrebbe trovarsi
lateralizzazione sia stata risolta con la teoria duple
sorgente sonora una volta che la
All'aumentare della distanza Z aumenta l'incertezza sulla posizione di una sorgen
sonora. L'angolo 0, sotteso dalle pareti del cono con l'asse Z, determina le dimet.
sioni del cono. L'angolo y indica la posizione di una sorgente rispetto al piano XZ
E noto come la soluzione dell'ambiguità all'interno del cono di confusione si posg
la differenza tra gli andamenti comples
spiegare nella maggior parte dei casi con
delle HRTE. La teoria dell'ascolto binaurale nella psicoacustica moderna combine
l'informazione in arrivo dalle due orecchic a livello delle HRTF. Ciò consente anctk
di utilizzare negli esperimenti dei segnali non puramente sinusoidali. Un fattore che

quindi può entrare nella teoria è l'utilizzo dei tempi di attacco per i suoni transitoi

Figura 2.30: Il cono di confusione.


2.5 Conclusioni
83

(vedi Capitolo ): la fase di attacco ha una durata di


poche decine di millisccondi la
sua caratterizzaz.1one in lermini di differenze
interaurali è molto risolutiva. Le
c

hasate su HRTF, misurale tcoric


con la testa linta in
il ruolo
posizione fissa, non sono però in grado
di spiegare ricoperto dai movimenti della testa, che cambia il modo di
re il suono. Di latto, con suoni brevi e
capta-
tsta rigidamente ferma, raramente si è sicuri
della direzione dclla sorgente; con la possibilità di muovere la testa clo in
presen1a di
suoni estesi ripetul1, sorgente vicne identificata in modo accurato. Il movimento
o la
della testa rende più evidente T'elletto prccedenza avvicinando una delle duc orccchic
alla sorgente, e di conseguenza allontanando l'altra. L'orccethio che vienc avvicinato
permette di comprendere se la sorgente si trova davanti o dictro l'ascoltatore.

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