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Contro il razzismo senza cancellare le identità

Il termine razza in passato è stato usato per classificare anche gli esseri umani,
tenendo conto delle differenze fisiche come il colore degli occhi, della pelle e dei
capelli.

Ora, l'aspetto, il sembiante non coincide in modo così preciso con ciò che viene
trasmesso dalle generazioni precedenti. Lo dimostra il fatto che due persone molto
somiglianti spesso hanno importanti differenze genetiche e due fratelli possono non
assomigliare l'uno all'altro pur avendo un DNA molto simile.

All'inizio degli anni ’70 del Novecento diversi ricercatori, fra cui il genetista
statunitense Richard Lewontin, decisero di studiare il DNA di 7 tipi affini secondo
l'aspetto fisico: i caucasici (gli abitanti affacciati sul Mediterraneo, comprendendo
anche i cittadini del Nord Europa); gli africani sub-sahariani (tutta l’Africa ad
esclusione degli abitanti del nord Africa); i mongolidi (Asia orientale); le popolazioni
del Sud-est asiatico; gli aborigeni australiani; le popolazioni dell’Oceania (oceanici); i
nativi delle Americhe (amerindi).

I risultati di questi studi dimostrarono che guardando all'interno del DNA le differenze
genetiche tra i tipi aventi lo stesso sembiante sono piccole, e che tutte sembrano
derivare da uno stesso gruppo di antenati comuni, proprio come nel mito biblico di
creazione.

Una delle ipotesi più probabili è che questi antenati siano partiti dall'Africa circa
100.000 anni fa e si siano spostati lungo i continenti, dando origine a una discendenza
di uomini con caratteristiche fisiche diverse.

Le ricerche di Lewontin furono ripetute più volte da altri studiosi, soprattutto quando,
anni dopo, fu possibile avere gli strumenti adatti per studiare il DNA ancora più in
dettaglio.

Fu proprio un genetista italiano, Luigi Cavalli-Sforza, che con i suoi collaboratori


confermò i risultati precedenti: all'interno del loro DNA le persone appartenenti a tipi
molto diversi nell'aspetto, come caucasici e africani, sono simili tra loro e ciò a causa
delle frequenti migrazioni che nel corso dei millenni hanno determinato continui
scambi dei geni.

Non possiamo parlare di razze in senso genetico, (i geni sono quei pezzetti di DNA che
sono responsabili delle caratteristiche ereditarie, vale a dire trasmesse dai genitori ai
figli)
si potrebbe in senso fisico raggruppando i tipi per colore della pelle, forma degli occhi
e altre caratteristiche, ma per ragioni culturali il termine è stato demonizzato. E non è
stato sostituito. Oggi non c'è una parola per definire le differenze tra caucasici,
africani sub-sahariani, mongolidi, popolazioni del Sud-est asiatico, aborigeni
australiani; popolazioni dell’Oceania, amerindi.
Si usano i termini popolazione e etnia, che però hanno un altro significato.
Per popolazioni si intendendono i gruppi di individui che occupano un’area geografica
precisa anche diversi nelle caratteristiche fisiche e con il termine etnie i gruppi di
persone con lingua, tradizioni, cultura, religione, stili di vita comuni e con antenati
che, almeno alle origini, abitavano in uno stesso territorio, anch'essi diversi nelle
caratteristiche.

Le differenze d'aspetto, per esempio tra africano e causico, sono rimaste senza nome,
una volta abolita la parola razza che non aveva il significato di gruppo geneticamente
omogeneo per il semplice fatto che la genetica è una scienza assai recente.

Quello che si doveva abolire è l'equivalenza tra aspetto e quel che prima si chiamava
sangue ossia i caratteri ereditati dagli ascendenti. E introdurre anche i fattori
ambientali come causa di caratteristiche fisiche come il colore della pelle o l'altezza o
la maggiore resistenza fisica.

Questi gruppi oggi rimasto senza nome hanno anche caratteristiche omogenee dal
punto di vista della salute, le singole popolazioni ed etnie possono avere differenti
predisposizioni a soffrire di particolari condizioni patologiche. Ad esempio, negli
ipertesi afro-americani gli ACE-inibitori, gli antagonisti dei recettori dell'angiotensina II
e i beta-bloccanti risultano meno efficaci e comportano più rischi. (Fonte: istituto
superiore di sanità (1)
Invece di affermare che tutte le rzze hanno pari dignità, si è preferito abolire la
parola. Invece di aggredire il razzismo, si è aggredita la parola razza.
Il razzismo immagina “razze superiori” e “razze inferiori” all'interno della specie
umana. Tale teoria nasce nell'Ottocento con la pubblicazione del Saggio sulla
disuguaglianza delle razze umane (1853-55) di Joseph Arthur de Gobineau (1816-82),
tesi che si sono rivelate false.

Il nazismo tedesco e lo sterminio degli ebrei come conseguenza della teoria della
razza superiore, il massacro degli armeni, il razzismo e la discriminazione nei confronti
dei neri nelle Americhe in altre parti del mondo, hanno causato immense tragedie

Nota 1 - https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/r/razza. 22
Maggio 2020

Tra le parole abolite dal potically correct c'è il termine "razza". Chiunque la usi viene
immediatamente tacciato di razzismo. Ma le razze intese come differenziazioni
somatiche dei tipi biologici esistono, è un dato di tutta evidenza. E poi non si capisce
cosa ci sia di male nelle differenze. È la discriminazione il problema. Le differenze
biologiche dovute agli ascendenti non sono un problema, lo è il pregiudizio, il razzismo
che, senza basi scientifiche, pretende che una persona sia superiore o inferiore ad
un'altra a causa dell'appartenenza ad uno dei diversi tipi biologici esistenti.

Razza è una parola presente nella costituzione italiana, all'art. 3, il testo fondativo
della Repubblica Italiana, che fu scritto dai protagonisti della resistenza, i padri
costituenti erano anti fascisti e anti nazisti.

Il dott. Giuseppe Cardillo fa un esempio di differenze di razza in campo sanitario: "in


un feto di 12 settimane l'assenza o l'ipoplasia dell'osso nasale indica una probabile
sindrome di Down. I feti di origine africana o afro-caraibica hanno l'ipoplasia
costitutiva dell'osso nasale. Ancora: le curve ormonali delle donne asiatiche sono
diverse da quelle delle donne caucasiche. Pertanto abbiamo la necessità di saperlo per
fare le opportune correzioni."
Se l'essere nero africano oppure caucasico europeo è un valore identitario o si trova
una nuova parola per definire la razza o si perde quel valore identitario. Si confonde
uguaglianza (che scaturisce dalla dignità della persona indipendente da ogni
differenza, come recita l'art. 3) con l'eliminazione delle differenze (secondo l'ideologia
dell' another brick in the wall, dell'omologazione).

La parola razza - a volte confusa con etnia, che è una cosa diversa (1) - oggi suona
come una parolaccia, orribile, ma non era così quando è stata redatta la costituzione
ed è in uso in medicina, come abbiamo visto.

Il punto non è difendere l'uso di un termine che è stato espunto, ma comprendere


come e perché le parole sono manipolate, sostituite. Il processo di interscambiabilitá
di concetti prima complementari produce l'effetto "mattone", con impoverimento
crescente della lingua.
La parola/significato razza non c'è più, c'è una parola/significato in meno.

Che differenza c'è tra le persone e i mattoni nel muro, quelli di the wall dei Pink Floyd?
Le persone sono uniche e irripetibili. I mattoni sono replicabili e intercambiabili.
L'unicità necessita di un'infinita varietà di segni e di simboli, la riproducibilità,
l'interscambiabilitá invece, per entrare in uso si devono ridurre i concetti e le parole,
gli uni e le altre non essendo più espressione e conseguenza, rispetto alle persone ma
antecedenza e rieducazione. Nell'umanesimo ( in senso lato) esse seguono la persona
e la predicano, la dicono. Nell'era della riproducibilità tecnica delle idee sono apprese
e ripetute. Ecco che le parole nel loro rapporto segno-senso, sono divenute oggi
strategiche.

NOTA (1) La razza non va confusa con l'etnia. Quest'ultima si basa sulla storia
comune di una determinata popolazione, resa più forte dall'avere una stessa religione,
una stessa lingua e cultura, mentre la razza su una comunanza di tratti fisici e genetici
ereditati dagli ascendenti. Un bianco e un nero possono appartenere alla stessa etnia.

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