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Trasmissione intergenerazionale dell’attaccamento in bambini cresciuti

nell’asilo di una prigione

Introduzione
La ricerca in due aree di indagine, lo sviluppo precoce del cervello umano e il processo
dell’attaccamento infantile, supportano l’affermazione secondo cui ogni bambino ha bisogno di un
caregiver primario responsivo e coerente, e che un tale caregiver e importante specialmente durante
la prima infanzia. Ainsworth, Blehar, Waters e Wall (1978) hanno descritto ampiamente gli
attaccamenti infantili in un campione di comunità non clinico, e da questo lavoro il focus di altri
ricercatori si è allargato per includere comunità ad alto rischio e gruppi clinici. L’attaccamento
insicuro è prevalente in popolazioni sotto stress rispetto a popolazioni che non lo sono, e questa
osservazione ha portato allo sviluppo di interventi volti a migliorare il grado di attaccamento sicuro
in popolazioni a rischio. Un gruppo di bambini precedentemente ignorato, molti dei quali sono stati
privati delle normali esperienze di attaccamento, ha iniziato ad attrarre l’attenzione della ricerca e
della politica: i figli di genitori incarcerati. Sebbene molte delle ricerche presentavano limitazioni
metodologiche, le scoperte riguardo gli effetti avversi sullo sviluppo convergono ed accrescono una
significante preoccupazione riguardo la salute pubblica. Ad una piccola minoranza di bambini è
stata offerta un’alternativa alla separazione precoce e brusca dalle loro madri incarcerate. Questi
sono bambini di donne condannate in giurisdizioni correttive che forniscono programmi di
convivenza negli asili. Gli asili delle prigioni eliminano la separazione creata dall’incarcerazione
materna come minaccia per lo sviluppo del bambino, almeno durante l’infanzia precoce, e stanno
aumentando di numero negli Stati Uniti.

Caratteristiche delle madri incarcerate: aspetti dell’Attaccamento


Molte donne incarcerate diventano madri prima dei 18 anni e vivono almeno una parte del tempo
con i loro bambini prima dell’incarcerazione. Molte madri ritornano al loro ruolo di caregiver
primario una volta rilasciate, sebbene questo accada meno spesso in caso di condanne lunghe. Le
donne incarcerate, comparate con quelle nella popolazione generale, esperiscono storie
sproporzionatamente più frequenti di coinvolgimento e dipendenza da droghe, malattie
sessualmente trasmissibili e HIV, e violenze subite. Queste condizioni costituiscono un percorso
unicamente femminile che porta all’incarcerazione e costituiscono minacce per la genitorialità a
meno che non ci sia un intervento terapeutico.
Le donne carcerate incinta aumentano i tassi di mortalità e morbidità in relazione a cure prenatali
ritardate e a rischi perinatali, specialmente durante reclusioni più brevi che permettono poco tempo
per interventi sulla salute. Di contro, una prigione con risorse adeguate può offrire un ambiente
protettivo durante la gravidanza ad alto rischio e la genitorialità precoce, aumentando le probabilità
di fornire un posto sicuro, un’assistenza sanitaria adatta, la nutrizione e la calma.

Figli di madri incarcerate


Molti figli di donne incarcerate affrontano la separazione dai fratelli, lo spostamento da un
caregiver a un altro, e contatti limitati o assenti con la loro madre biologica. Nonostante molte
madri incarcerate hanno il permesso di essere visitate dai loro figli, le barriere variano dallo stigma
a problemi pratici (es. spese telefoniche, trasporto). In un campione nazionale di carcerati, il 58%
delle donne confinate non vedevano i loro figli per l’intera durata della carcerazione.
Le prigioniere che hanno appena partorito vengono tipicamente separate dai loro bambini entro
qualche ora dalla nascita. Le registrazioni delle loro esperienze sono scarse ma infuse di sentimenti
di deprivazione e rabbia. Le madri incarcerate riferiscono che la separazione dai bambini di
qualsiasi età è stato l’aspetto più traumatico dell’incarcerazione.
I dati sul successivo sviluppo e sulle traiettorie sociali di bambini con genitori incarcerati hanno
suggerito la presenza di molti rischi ambientali, ritardi nello sviluppo sociale ed emotivo e alti
livelli di criminalità intergenerazionale durante la preadolescenza fino alla giovane età adulta. Lays
(1992) ha fornito una delle poche descrizioni dei deficit evolutivi in bambini di età prescolastica.
Poehlmann (2005) ha riportato la prima misurazione dell’attaccamento per questa popolazione
mostrando che due terzi dei bambini di età tra 2 anni e mezzo e 7 anni e mezzo non avevano un
attaccamento sicuro né nei confronti della madre assente né verso l’attuale caregiver. Ciò è coerente
con uno studio su madri incarcerate nel Rhode Island che riferivano di non sentire una “connessione
materna” con i figli sottratti alle loro cure durante i primi periodi di vita.
Nella letteratura sull’attaccamento, i campioni di adulti incarcerati sono stati limitati a coloro che
avevano una diagnosi psichiatrica, e non ci sono campioni precedenti di bambini che vivono in
carcere. La prevalenza dei fattori di rischio psicosociale esperiti dalle madri incarcerate suggerisce
che le loro classificazioni dell’attaccamento (e dei loro bambini) assomigliano a quelle di campioni
che presentano un più alto rischio, a meno che non ci sia un forte intervento somministrato
precocemente nella relazione genitore-bambino.

Gli asili delle prigioni e la genitorialità


Gli asili delle prigioni sono sistemazioni abitative all’interno di strutture correttive stabilite
convenzionalmente che permettono ad una donna incarcerata di convivere con il neonato e di
svolgere il ruolo di caregiver primario. L’ultimo sondaggio internazionale pubblicato riguardo gli
asili delle prigioni, basato su indagini in 70 paesi, ha riportato che soltanto in Suriname, Liberia,
nelle Bahamas e negli Stati Uniti le madri incarcerate vengono separate dai loro figli. Infatti, in
alcune parti d’Europa, dell’America centrale e del mondo non occidentale, i bambini possono
convivere nelle prigioni durante l’età prescolastica. Negli Stati Uniti, il supporto sociale e
legislativo per gli asili delle prigioni non è regolare. Spesso non ci sono asili nel sistema carcerario
federale, e si sa poco sugli asili delle carceri locali.
La maggioranza degli asili delle prigioni negli Stati Uniti sottostanno allo State Department of
Correction (DOC), che ha amministrato da 1 a 13 asili in un modello irregolare dall’inizio del
ventesimo secolo. Ci sono tuttora nove programmi in 8 stati inclusi California, Indiana, Illinois,
Nebraska, New York, Ohio, South Dakota e Washington con un programma proposto in West
Virginia. La tipica convivenza tra madri e bambini dura per settimane o mesi durante l’infanzia, e i
criteri di ingresso variano largamente. Storicamente, i programmi delle prigioni negli Stati Uniti
hanno fornito un minimo supporto addizionale alla genitorialità. I dati non vengono raccolti
regolarmente e sono disponibili poche informazioni, se non aneddotiche, per descrivere o
confrontare questi ambienti.
Una caratteristica frequente dei programmi degli asili delle prigioni negli Stati Uniti è che essi sono
basati sul duplice assunto secondo cui permettere di convivere in prigione durante la detenzione
della madre favorirà una relazione positiva madre-bambino e sarà riabilitativa per la madre. La
recidività, un aspetto della riabilitazione materna, è stata la misura più comunemente usata per
valutare il successo dei programmi degli asili delle prigioni. I fattori relazionali non hanno ricevuto
un’attenzione empirica fino a questo studio. Inoltre, la letteratura laica e difensiva su questo
argomento mescola il legame, l’interazione madre-bambino e i concetti di attaccamento, creando
difficoltà nel determinare il grado in cui vi è coerenza nei principi sottostanti e nel fornire chiarezza
per favorire una misurazione valida dei risultati della relazione madre-bambino.

Contesto e scopo dello studio


I dati qui riportati derivano da uno studio d’intervento della durata di 5 anni riguardo risultati di
madri e bambini per donne incarcerate che convivono con i loro bambini in un programma di asilo
di una prigione. Questo studio longitudinale ha vari scopi (al di là dello scopo principale di questo
articolo) relativi all’attaccamento, alle qualità materne, all’interazione madre-bambino, allo
sviluppo infantile nel tempo e alla recidività criminale materna. Gli obiettivi di questo articolo sono
di descrivere la qualità delle rappresentazioni dell’attaccamento delle madri incarcerate che
convivono con i loro bambini nell’asilo della prigione; di descrivere la qualità dell’attaccamento dei
loro figli; di confrontare l’attaccamento di bambini che convivevano con le loro madri e hanno
ricevuto un intervento per almeno un anno con quei bambini rilasciati nella comunità prima; e di
esaminare la discordanza tra le rappresentazioni materne dell’attaccamento e le classificazioni
dell’attaccamento dei loro bambini. I dati derivanti da studi descrittivi e di intervento basati
sull’attaccamento con campioni di comunità madre-bambino a rischio supportano il potenziale di
favorire l’attaccamento infantile nonostante i fattori di rischio materni. L’impostazione di questo
studio investe in programmi e personale al fine di supportare la genitorialità, incluse classi prenatali
e genitoriali e contratti con esperti in sviluppo infantile e gestione degli asili. L’attaccamento è stato
valutato durante il contesto d’intervento fornito dalle visite individuali dei Nurse Practitioner sia
durante la convivenza in prigione sianel primo anno di rientro del bambino.
Le nostre ipotesi sono:
(1) La proporzione delle rappresentazioni dell’attaccamento materno sicuro/autonomo nel
nostro campione sarà significativamente più bassa rispetto a campioni di comunità a basso
rischio, simile a quella rilevata in campioni con basso status socioeconomico, e più alta
rispetto a campioni clinici.
(2) Seguendo l’intervento nell’asilo della prigione, la maggior parte dei bambini svilupperanno
un attaccamento sicuro nei confronti della madre.
(3) Nonostante ci aspettiamo alti livelli di rappresentazioni di attaccamento materno insicuro nel
Adult Attachment Interview (AAI), vi sarà una discordanza tra le classificazioni materne
AAI e la sicurezza del bambino misurata con la Strange Situation Procedure (SSP), perché
alcune delle madri insicure avranno bambini con attaccamento sicuro come risultato
dell’intervento.

Metodo

Setting
Il setting di questo studio è stato il sistema detentivo del New York State Department of
Correctional Services (NYS DOCS) il quale ha il programma di asilo della prigione continuamente
operante più vecchio degli Stati Uniti, stabilito nel 1901 in ciò che è ora una struttura correttiva di
massima sicurezza per donne. Nel 1990, il NYS DOCS ha fondato un asilo aggiuntivo in una
struttura di media sicurezza per donne geograficamente adiacente. Il sito originale è inoltre il centro
di accoglienza per tutte le prigioniere, ed è comune che le donne ricevute in una prigione vengano
trasferite all’altra. Entrambi gli asili operano sotto le stesse direttive e hanno simili regolamenti,
programmi e caratteristiche fisiche. Il sito più recente può ospitare 15 madri e bambini e il sito
originale 29. All’inizio dello studio abbiamo trattato l’accesso in entrambe le strutture per anticipare
il bisogno di seguire le donne che erano state iscritte al sito originale e successivamente trasferite.
Delle 30 coppie madre/bambino incluse in questo studio, 6 (20%) sono state trasferite al sito
alternativo e tutte sono rimaste nel nostro studio.
Quando le madri partecipanti erano in prigione, l’intervento consisteva di visite settimanali fatte da
un Nurse Practitioner (NP) che includeva una guida anticipatoria riguardo lo sviluppo infantile, la
genitorialità responsiva, gli obiettivi materni e il coping materno riguardo il rientro usando linee
guida a priori per soddisfare le preoccupazioni espresse dalle madri con una comunicazione
interattiva. La videoregistrazione di madre e bambino in sessioni di gioco non strutturato è stata
condotta ogni tre mesi con il feedback del NP fornito alle madri. Il contenuto dell’intervento è stato
modificato con mail bisettimanali e consegne telefoniche per tutti i partecipanti durante il primo
anno di rientro del bambino ed è continuato anche con il caregiver primario non-materno del
bambino. L’intervento era costituito da due rami; i rami enfatizzavano o le tradizionali
preoccupazioni sulla salute o la relazione madre-bambino. Questi rami avevano effetti diversi su
alcuni risultati ma non sull’attaccamento madre-bambino. Perciò, per gli scopi di questo studio, i
gruppi di intervento sono stati combinati. Il periodo del rientro per entrambi madre e bambino erano
sotto il controllo del sistema di diritto penale. Le variazioni della lunghezza della residenza hanno
creato l’opportunità di confrontare i risultati dell’attaccamento nei bambini che convivevano nella
prigione per periodi di tempo più lunghi o più corti.

Campione
In questo studio, tutte le donne son state invitate a partecipare appena il DOCS glielo consentisse
fino a raggiungere un numero di 100 coppie. Hanno accettato tutte le donne tranne una. Sebbene
abbiamo condotto con successo 69 AAI e 42 SSP, per gli scopi riguardo l’attaccamento abbiamo
analizzato dati derivanti solo da 30 coppie. Questo campione includeva coppie che rispettavano due
criteri: (1) erano stati raccolti entrambi i dati di AAI e SSP, e (2) la SSP è stata condotta con la
madre e non con un caregiver non-materno. Queste 30 coppie comprendevano due gruppi di
convivenza per lunghezza. 16 di questi bambini avevano raggiunto un’età sufficiente in carcere per
la valutazione con la SSP, ovvero almeno 12 mesi (Gruppo 1: Convivenza di Un Anno, n = 16,
lunghezza media della residenza = 13 mesi; SD = 2.8 mesi; range da 12 a 16 mesi). 14 di questi
bambini si sono riuniti alla comunità ad un’età più precoce poiché le loro madri erano idonee per il
rilascio (Gruppo 2: Convivenza Breve, n = 14, lunghezza media della residenza = 6.7 mesi; SD =
2.9 mesi; range da 2 a 10 mesi). Le madri dei gruppi 1 e 2 non differivano in maniera significativa
(confrontate con t-test e chi-quadro) riguardo le caratteristiche demografiche dell’età materna
(media 29.7 anni, SD = 5.9 vs. 31.1 anni, SD = 6.2); la predominanza di etnie di minoranza (63%
vs. 71%); storie di abuso di sostanze (50% vs. 64%), primiparità (25% vs. 21%); o un ruolo di attiva
genitorialità verso un numero da 1 a 8 altri bambini prima dell’incarcerazione (75% vs. 79%). I
gruppi differivano significativamente sul tipo di crimine, con un maggior numero di crimini
collegati alle droghe nel Gruppo 2, 79% vs. 31%; x2[1, N = 30] = 4.57, p < .05. tutte le madri sono
state condannate per crimini gravi, il 53% dei quali erano possesso o spaccio di sostanze, seguiti da
rapina, aggressione, furto con scasso, furto aggravato e contraffazione. Il confronto tra campioni
demografici con scarsità di dati resi disponibili al pubblico dal NYS DOCS attraverso tre piccoli
sondaggi su partecipanti agli asili della prigione nel 1980, 1992 e 1998 indica che il profilo
demografico delle donne accettate nei programmi degli asili era simile nel corso dei decenni ed è
stato replicato nel campione del presente studio. Come previsto, le donne del Gruppo 1 passarono
più tempo negli asili (13.7 mesi, SD = 2.9 vs. 6.6 mesi, SD = 3.1, t(28) = 6.43, p < .001) e
presentavano periodi più lunghi di detenzione (36.3 mesi, SD 0 28.8 vs. 11.6 mesi, SD = 7.2, t(28)
= 3.12, p < .01) rispetto alle donne del Gruppo 2.
I bambini in entrambi i gruppi hanno iniziato la convivenza con le madri incarcerate
immediatamente dopo il rilascio dall’ospedale dove la madre era stata trasferita per il parto. Tutti
sono stati monitorati con cure prenatali standard all’interno della prigione fino ad almeno il secondo
trimestre. Tutti eccetto tre bambini sono stati partoriti a termine, con un peso alla nascita entro il
range normativo degli USA. Tre bambini sono stati partoriti prematuramente a 34-36 settimane,
seguiti da terapia intensiva per 1-3 settimane (2 bambini del Gruppo 1 e 1 del Gruppo 2). L’età
media dei bambini al rientro in comunità era significativamente più alta nel Gruppo 1, e ciò riflette
le differenze nel tempo totale della madre speso nell’asilo: 13.7 mesi (SD = 1.4; range 12-16 mesi)
per i bambini del Gruppo 1 e 6.7 mesi (SD = 2.9, range 2-10 mesi) per i bambini del Gruppo 2,
(t(28) = 8.4, p < .001).

Procedure
Seguendo l’approvazione dell’IRB, in conformità con i regolamenti federali riguardo i carcerati
come soggetti di ricerca, e con la protezione aggiuntiva di un certificato federale di confidenzialità,
i partecipanti hanno dato il consenso informato a partecipare allo studio dopo essere state accettate
nell’asilo della prigione poco prima o immediatamente dopo aver partorito. Hanno ricevuto il
programma di rientro in comunità settimanale e bisettimanale, e sono state valutate ogni tre mesi
durante la convivenza nell’asilo e due volte durante l’anno di rientro. Le informazioni demografiche
materne sono state raccolte all’inizio dello studio, e le AAI sono state condotte vicino la fine del
primo mese dopo la registrazione. Tutti i bambini del Gruppo 1 hanno vissuto in continuità con le
loro madri quando è stata condotta la SSP in prigione prima della data di rilascio anticipato. I
bambini del Gruppo 2 hanno continuato a vivere con le loro madri dopo il rientro, e la SSP è stata
condotta con la madre nel laboratorio di un’Università.

Misure

Strange Situation Procedure(SSP). La SSP è stata usata e validata su migliaia di bambini in tutto il
mondo. L’obiettivo della SSP è di cogliere il bilanciamento del bambino tra la fiducia nella
disponibilità materna e l’abilità di esplorare sotto condizioni sempre più stressanti. I laboratori sono
stati allestiti nella prigione e nell’università in accordo con il protocollo originale di Ainsworth. Le
madri e i bambini hanno partecipato allo scenario sociale strutturato composto da 8 fasi in cui essi
entravano in una stanza non familiare che conteneva sedie e giocattoli appropriati all’età, e il
bambino veniva esposto all’arrivo e all’allontanamento di uno sconosciuto e della madre in un
periodo di 20 minuti. Basato principalmente sul comportamento infantile durante separazioni e
riunioni, le videoregistrazioni delle SSP erano codificate in una categoria sicura o in una delle tre
categorie insicure (evitante, resistente e disorganizzato/disorientato). Le sessioni videoregistrate
venivano inviate ad un codificatore primario (Susan Paris) che era all’oscuro delle caratteristiche,
del setting e delle ipotesi sul campione. Quattro (13%) delle sessioni erano state selezionate
casualmente per la codifica da parte di un altro codificatore esperto e all’oscuro (Bonnie Conley),
con il 100% di accordo sulle categorie sicuro/insicuro e sulla disorganizzazione (k = 1.00, p < .05).
le distribuzioni sono riportate per tutte le 4 categorie della SSP. I tre gruppi insicuri sono stati
combinati per condurre analisi comparative con campioni meta-analizzati sul piano sicuro vs.
insicuro.

Adult Attachment Interview (AAI). L’AAI è una misurazione dello “stato della mente rispetto
all’attaccamento” per adulti, che è stato usato estensivamente nella ricerca. È un’intervista semi-
strutturata a 20 item che dura fino a 90 minuti, durante i quali all’intervistato viene chiesto di
fornire aggettivi ed esempi validi riguardo le figure genitoriali; di rievocare situazioni dell’infanzia
di essere stati feriti, arrabbiati, malati e respinti (tutti considerati come fattori evocanti il sistema
dell’attaccamento); e di valutare le relazioni correnti con le figure genitoriali. Le trascrizioni
vengono codificate in una categoria sicura (autonomo) o in una delle tre insicure (respingente,
preoccupato o irrisolto/disorganizzato). Per chiarezza, in questo studio le madri autonome sono
definite sicure.
Due NP, entrambi formati per condurre le AAI durante un workshop condotto da Jacobvitz, hanno
condotto tutte le interviste. Le interviste sono state registrate e trascritte, e le informazioni
confidenziali identificative sono state rimosse dalle trascrizioni in accordo con il protocollo stabilito
dagli sviluppatori della AAI. I due codificatori della AAI (Jessica Borelli e Daryn David), formati
da Sroufe e De Gojman e certificati come affidabili da Mary Main, erano all’oscuro delle
caratteristiche del campione. Per 13 (19%) casi codificati separatamente da entrambi i codificatori,
l’accordo era alto (4-way k = .89, p < .001; 3-way k = .88, p < .001). Le distribuzioni sono state
riportate per tutte le 4 categoria della AAI. I tre gruppi insicuri sono stati combinati per condurre
analisi comparative con campioni meta-analizzati sul piano sicuro vs. insicuro.

Risultati

Distribuzioni delle categorie dell’attaccamento materno


Borelli, Goshin, Joestl, Clark e Byrne (2010) riportano altrove, riguardo a questa speciale questione,
(1) la distribuzione delle AAI di tutte le 69 madri che hanno fornito la AAI, e (2) i confronti di
questa distribuzione con le scoperte meta-analitiche. La distribuzione delle classificazioni delle AAI
delle madri nel sottocampione qui riportato non differivano significativamente da quella dello
studio più ampio oer le proporzioni sicuro/insicuro, ma vi erano meno madri respingenti (10% vs.
20%) e più irrisolte (43% vs. 30%). I confronti con i precedenti campioni meta-analitici erano simili
a quelli riportati da Borelli et al. (2010).
Per le 30 madri di questo studio, la distribuzione delle AAI 4-way era: respingenti 10%, sicure 33%,
preoccupate 13% e irrisolte 43%. La distribuzione delle classificazioni delle AAI nel gruppo che
conviveva da un anno (Gruppo 1) non differiva da quella del gruppo che conviveva da meno di un
anno ( ). In entrambi i gruppi, una proporzione notevolmente alta di donne (50% nel Gruppo 1 e
36% nel Gruppo 2) è stata classificata irrisolta.

Distribuzione delle categorie dell’attaccamento infantile


La distribuzione 4-way dell’attaccamento infantile era: evitante 10%, sicuro 60%, resistente 13% e
disorganizzato 17%. Complessivamente, questi bambini condividevano la classificazione di
attaccamento infantile riportato in una meta-analisi cross-culturale di 32 campioni non clinici in 8
paesi e in una meta-analisi su 100 campioni clinici e normali da stati nordamericani, europei e da
paesi in via di sviluppo. Le distribuzioni della SSP infantile, comunque, differivano per gruppo. Nel
gruppo che conviveva da un anno (Gruppo 1, n =16), il 75% dei bambini erano sicuri, mente solo il
43% erano sicuri nel gruppo che conviveva da meno di un anno ( ). Per il Gruppo 1, la distribuzione
4-way era evitante 6%, sicuro 75%, resistente 0% e disorganizzato 19%, e per il Gruppo 2 la
distribuzione era evitante 14%, sicuro 43&, resistente 29% e disorganizzato 14%. A causa delle
differenze tra i gruppi, i confronti con i campioni riportati in studi meta-analitici sono stati fatti per
gruppi (Tavola 2).
Quando comparata con le meta-analisi delle SSP in campioni di bambini che vivevano nella
comunità, la proporzione di bambini sicuri nel Gruppo 1 non era significativamente diversa da
quella di 15 studi americani su madri a basso rischio con bambini di età minore a 24 mesi ( ). Vi
erano un numero significativamente maggiore di bambini sicuri in questo gruppo rispetto a 7 studi
su individui a basso status socioeconomico ( ), a 9 studi su madri depresse ( ), a 4 studi su madri con
abuso di droghe/alcool ( ), e a 5 studi su madri maltrattanti ( ).
Quando comparato con le stesse meta-analisi di SSP per campioni di bambini che vivono nella
comunità, il Gruppo 2 non differiva significativamente da 15 campioni di bambini a basso rischio
con meno di 24 mesi di età ( ). Inoltre essi erano simili ad alcuni gruppi ad alto rischio, inclusi
gruppi a basso status socioeconomico ( ), gruppi di madri depresse ( ), e gruppi di madri con abuso
di droghe/alcool ( ). La proporzione di bambini sicuri nel Gruppo 2 era significativamente più alta
di quella riportata in 5 studi su madri maltrattanti ( ).

Concordanza tra le classificazioni di SSP e AAI


Poiché uno degli obiettivi dell’intervento nel contesto dell’asilo della prigione era di favorire la
sicurezza infantile nonostante l’alta proporzione di madri insicure, non ci aspettavamo concordanza
tra le classificazioni di SSP e AAI. Infatti, non vi era concordanza (K = 0.03, ns). una proporzione
significativamente più alta di bambini sicuri è stata osservata nella SSP rispetto a quanto previsto
dalla AAI ( ).
Inoltre, la concordanza materna e infantile è stata valutata considerando tutti i possibili
accoppiamenti sicuro/insicuro (Tavola 3).
Nel Gruppo 1, vi era il 19% di concordanza tra la AAI insicura e la SSP insicura, e il 19% di
concordanza tra la SSP sicura e la AAI sicura. La discordanza è stata osservata tra le madri insicure
e i bambini sicuri per nove volte (56%). Una madre sicura ha allevato un bambino insicuro. Quando
lo status sicuro della SSP è stato confrontato con le classificazioni dell’attaccamento materno della
AAI, è stata osservata una proporzione significativamente più alta di bambini sicuri rispetto a
quanto previsto ( ). Nel Gruppo 2, la concordanza tra le AAI insicure e le SSP insicure si è
verificata in 5 bambini (36%), e la concordanza tra la AAI sicura e la SSP sicura si è verificata in 3
bambini (21%). Una discordanza delle classificazioni tra le generazioni è stata osservata tra madri
insicure che hanno allevato bambini sicuri e madri sicure che hanno allevato bambini insicuri,
ognuna riscontrata solo 3 volte (21%) nel Gruppo 2. Quando lo status sicuro della SSP era
comparata con le classificazioni dell’attaccamento della AAI, la proporzione di bambini sicuri
osservata nel Gruppo 2 non era significativamente più grande di quanto previsto ( ). Inoltre, la
proporzione della discordanza tra le AAI insicure e le SSP sicure era significativamente più alta nel
Gruppo 1 rispetto al Gruppo 2 ( ).
Abbiamo inoltre esaminato la concordanza tra le AAI e le SSP utilizzando tutti e quattro i livelli di
classificazione. Il grado di concordanza non era significativa (k = 0.04, ns). vi erano 10 (33%)
classificazioni concordanti AAI/SSP in tutto, 4 (25%) nel Gruppo 1 e 6 (43%) nel Gruppo 2. Non vi
era nessun pattern coerente e chiaro di classificazioni abbinate. Degno di nota è la significativa
discordanza tra la grande proporzione di AAI irrisolte (43%) comparata con la proporzione di SSP
disorganizzate (17%), la quale, nonostante rimaneva relativamente grande, rispecchiava quella di
campioni normali di comunità meta-analizzati. È stato riscontrato un numero significativamente
minore di bambini con disorganizzazione dell’attaccamento rispetto a quanto anticipato dalla
grande proporzione di madri irrisolte ( ).
Gli accoppiamenti discordanti AAI/SSP si sono verificati 12 volte (75%) nel Gruppo 1 e
includevano principalmente 5 madri irrisolte e 3 preoccupate che hanno cresciuto bambini sicuri.
Gli accoppiamenti discordanti AAI/SSP si sono verificati 8 volte (57%) nel Gruppo 2. Vi ea un
numero significativamente minore di bambini con disorganizzazione dell’attaccamento di quanto
anticipato dalla proporzione di madri irrisolte nel Gruppo 1 ( ), e minore di quanto atteso nel
Gruppo 2 ( ).

Discussione
Con l’utilizzo di dai intergenerazionali raccolti con metodi rigorosi, questo studio fornisce la prima
prova che le madri in un ambiente come l’asilo di una prigione può crescere i propri figli con
attaccamento sicuro a livelli comparabili con i bambini della comunità generale, anche quando la
rappresentazione interna dell’attaccamento della madre è stata descritta come insicura. Prima di
questo studio, nessuna distribuzione delle categorie dell’attaccamento materno e infantile né la
concordanza tra essi è stata descritta per i partecipanti ai programmi negli asili delle prigioni. Sono
stati fatti confronti con le altre popolazioni e con i dati normativi ma non possono essere stabiliti
collegamenti causali. Tuttavia, questo studio contribuisce ai campi dell’attaccamento e del diritto
penale fornendo dati affidabili che tracciano i pattern di attaccamento della madre verso il bambino
in una popolazione vulnerabile e un ambiente inusuale di educazione per cui nessun precedente dato
di questo tipo è stato pubblicato.

Distribuzione dell’attaccamento materno secondo la AAI


La distribuzione dell’attaccamento sicuro secondo la AAI per questo campione era inversa rispetto
ai campioni a basso rischio, simile a quella di gruppi con basso status socio-economico e più alto di
quella di campioni clinici con gravi patologie, come avevamo previsto. La divergenza della
distribuzione dei campioni clinici forensi non era inaspettata, perché i prigionieri con malattie
mentali gravi e i prigionieri violenti sarebbero stati esclusi dal programma dell’asilo della prigione.
Inoltre molte delle donne del nostro campione avevano problemi di salute mentale inclusa
sintomatologia depressiva. Le similarità con i campioni a basso status socio-economico non erano
sorprendenti, dato che il bisogno di un’abitazione, di cure per il bambino e di impiego continuavano
ad esserci durante il periodo critico di rientro. Durante i contatti bisettimanali che abbiamo
mantenuto nel primo anno di rientro, ognuno dei nostri partecipanti ha riferito i tentativi di ottenere
e mantenere queste risorse di base.
Distribuzione dell’attaccamento infantile
La distribuzione dell’attaccamento infantile del nostro campione era notevolmente simile ai
campioni della comunità a basso rischio meta-analizzati (60% vs. 62%) e divergeva marcatamente
dalla proporzione delle madri sicure nella distribuzione delle AAI. In particolare, la proporzione dei
bambini disorganizzati era significativamente più piccola di quanto poteva essere anticipato dalla
proporzione delle madri irrisolte, e infatti combaciava con quella dei campioni normativi. Questo è
un importante risultato perché mentre le classificazioni di bambini organizzati sono considerate
adattive, la disorganizzazione si è mostrata essere un fattore maggiore di rischio per lo sviluppo
della psicopatologia infantile e che necessita un intervento precoce.
L’attaccamento infantile sicuro era più probabile nel gruppo che conviveva da un anno rispetto a
quello che conviveva da meno di un anno. Ipotizziamo che ciò può essere attribuito agli effetti più
protettivi della prigione rispetto all’esposizione precedente e precoce a rischi ambientali. La
protezione può aver incluso il cameratismo condiviso con alcune donne, la presenza di uno staff
civile con esperienza sullo sviluppo e sul counseling, la relativa assenza di droghe e alcool e la
disponibilità di relazioni triadiche informali (es. la madre, lo staff per la cura del bambino e il
bambino), e che insieme contribuiscono alla creazione di una situazione in cui il lungo processo di
sviluppo dell’attaccamento viene favorito. Decenni fa, Spitz ha riportato delle osservazioni di
ricerca fatte nello stesso asilo della prigione. Egli ha notato che, in contrasto con il suo Foundling
Home “…l’asilo (penale) fornisce ad ogni bambino una madre all’ennesima potenza, una madre che
dà ad ogni bambino tutto ciò che una buona madre dà …”.
Il ritorno precoce nella comunità includeva l’esposizione a rischi sociali e ambientali che potevano
disturbare l’attaccamento. Le madri in programmi di rilascio per lavoro dovevano trovare
un’occupazione velocemente e individuare l’assistenza pediatrica in quartieri con opzioni limitate.
La riunificazione della famiglia, le decisioni riguardo le relazioni con il partner precedente, la
solitudine, lo stigma sociale, la ricerca di un’abitazione e la ricerca di un reddito fisso erano le
preoccupazioni che le madri descrivevano costantemente. Le madri del gruppo che conviveva da
meno di un anno erano state incarcerate per crimini significativamente più alti associati al possesso
e alla vendita di droghe e due terzi delle madri di questo gruppo avevano storie di abuso di sostanze.
Durante il rientro, dovevano fare scelte difficili riguardo l’evitamento del commercio delle droghe
illegali come fonte di guadagno, il cambiare le relazioni ad esso associato e il rimanere sobrie. Tutti
questi fattori aiutano a spiegare perché la proporzione dei bambini sicuri in questo gruppo non era
diversa da quelli cresciute in gruppi di madri con basso reddito, depresse o con storie di droghe o
alcool.
Abbiamo inoltre speculato riguardo l’effetto positivo dell’intervento dello studio sui risultati
dell’attaccamento madre-bambino per entrambi i gruppi. Il nostro campione presentava alti rischi
cumulativi, anche se interventi comparabili su madri che condividevano alcuni di questi rischi
avevano raggiunto risultati positivi. Il programma di successo basato sulle visite a casa di Olds e
colleghi (1998) svolto dalle infermiere della sanità pubblica per madri primipare a rischio includeva
elementi simili a quelli identificati come efficaci negli studi sugli interventi orientati
sull’attaccamento. Allo stesso modo, i nostri NP fornivano visite individualizzate e contatti follow-
up con contenuti su misura che si focalizzavano su specifici momenti di comportamenti madre-
bambino, favorendo la sensibilità di ogni madre verso lo sviluppo del bambino e incoraggiando la
narrazione riflessiva sul bambino come persona unica. Venivano raggiunti aumenti sostanziali degli
attaccamenti infantili sicuri se il contenuto dell’intervento enfatizzava la salute o le relazioni; queste
scoperte sono paragonabili a quelle di un trial condotto per prevenire la disorganizzazione
dell’attaccamento in famiglie maltrattanti in cui sia la genitorialità psicoeducativa che la
psicoterapia genitore-bambino permettevano di raggiungere un attaccamento più sicuro. Le scoperte
pervenute da un intervento psicoanalitico fatto in alcune Mother-Baby Unit delle prigioni nel Regno
Unito includevano un aumento della funzione riflessiva materna seguendo sessioni di gruppo
focalizzate su temi riguardo l’attaccamento.
Concordanza e discordanza tra le classificazioni di SSP e AAI
In questo studio, la proporzione di bambini sicuri era significativamente più alta di quanto poteva
essere anticipato dalle classificazioni materne della AAI, in particolare nel gruppo che conviveva da
un anno. La concordanza per i campioni ad alto rischio è stata riportata meno frequentemente
rispetto ai campioni a basso rischio e i risultati non convergono. È stata riportata sia una
corrispondenza significativa che una bassa concordanza. Nel presente studio, la mancanza di
concordanza è stata spiegata, come previsto, in primis dall’occorrenza di madri insicure che
allevavano figli sicuri dopo l’intervento.

Limitazioni dello studio


La limitazione maggiore di questo studio è la dipendenza intergruppi e le comparazioni normative
in assenza di un gruppo di controllo selezionato in modo casuale. Gli effetti dell’asilo della prigione
in sé non possono essere separati dall’intervento che abbiamo fornito (né dall’interazione dei due).
Le donne non possono essere randomizzate per stare nell’asilo o no, dal momento che lo statuto 611
del NYS Criminal Law fornisce il diritto alle prigioniere partorienti di riavere il bambino all’interno
dell’istituto correttivo.
Inoltre questo studio è stato limitato dalla dimensione relativamente piccola del campione, ma
questi sono numeri tipici per un asilo della prigione e per gli studi sull’attaccamento di gruppi ad
alto rischio. Un campione più grande avrebbe permesso più analisi subgruppi incluse le
comparazioni tra le quattro categorie dell’attaccamento. Il numero di coppie disponibili per l’analisi
a quattro livelli è piccolo, perciò bisogna essere cauti nell’usarlo per l’interpretazione.
Questo studio non ha valutato tutte le variazioni dell’attaccamento e della separazione che devono
essere considerate per i residenti degli asili delle prigioni. Per evitare confusioni, le coppie sono
state incluse solo se rimanevano insieme finché non era stata condotta la SSP iniziale. In realtà, è
comune per i bambini ammessi ai programmi dell’asilo della prigione essere rilasciati nella
comunità prima delle loro madri o essere separati dalla madre per brevi periodi durante gli anni di
rientro. Questi processi necessitano un ulteriore studio.

Implicazioni delle scoperte per la ricerca futura


La corrente tendenza in crescita di istituire asili nelle prigioni potrebbe creare delle opportunità per
la replicazione di questa ricerca. L’utilizzo le valutazioni di SSP e AAI negli ambienti del diritto
penale è stimolante e fornisce dati credibili che possono essere comparati con le scoperte esistenti.
Ottenere l’accesso alle stanze private, le videocamere e 20 minuti di tempo senza sorveglianti con le
prigioniere e i loro figli per la SSP può essere difficile all’interno di una prigione. Un tempo
sufficiente per condurre un’intervista completa e la possibilità di registrare per la codifica sono
condizioni essenziali per la AAI. La privacy è rara in una prigione, il tempo con le prigioniere è
soggetto a osservazioni e interruzioni non programmate, e i dispositivi per la registrazione sono di
contrabbando. La raccolta agevole di dati con SSP e AAI dipende dalle iniziali negoziazioni con gli
ufficiali della prigione. Gli accordi a lungo termine sono cruciali per gli studi longitudinali.
Dal momento che vengono istituiti sempre più asili nelle prigioni negli USA, sarà utile confrontare
vari criteri di eleggibilità, la lunghezza della permanenza e i programmi supportivi, e misurare gli
effetti. A livello nazionale e globale, vi sono ampie variazioni create dalle circostanze e dalle
tradizioni, ma non ancora guidate dalle evidenze. I programmi alternativi di comunità sono in
aumento, e i risultati per madri e bambini che partecipano dovrebbero essere misurati
rigorosamente. Gli studi comparativi tra gli stati con e senza asili delle prigioni e gli studi con dati
sui risultati cumulativi potrebbero superare le limitazioni di un campione di piccole dimensioni. Gli
studi internazionali possono identificare specifici approcci culturali e differenze di risultato.
Quando l’attaccamento sicuro viene acquisito in risposta ad interventi come il nostro, rimane da
scoprire quanto stabile rimarrà nel tempo. Bowlby (1985) precisò che l’attaccamento dipende dalla
stabilità del contesto nei primi anni di vita. Una nostra ricerca in corso sul rientro rivelerà i rischi
che i bambini sicuri che hanno vissuto a lungo nella prigione affrontano quando tornano nella
comunità e in che modo essi rispondono.

Implicazioni per i programmi di diritto penale per donne e bambini


La longevità del processo di attaccamento e le risorse necessarie meritano una pianificazione
ponderata. Mentre la madre diventa la figura primaria di attaccamento, bisogna considerare le
potenziali minacce delle separazioni. La lungimiranza amministrativa in alcuni asili delle prigioni è
risultata nella disponibilità di caregiver allenati per colmare i diversi tipi di separazione a breve
termine che possono occorrere. Un approccio è stato quello di selezionare e formare altre donne
incarcerate ad essere d’aiuto per le madri e a essere caregiver alternative durante le emergenze.
Quando capitano incidenti che mostrano una genitorialità inadeguata, questi casi sono tipicamente
gestiti con immediatezza e con l’obiettivo primario di proteggere il bambino. Gli ufficiali hanno
bisogno di più tempo e supporto per preparare la madre o il bambino per la separazione e per
considerare piani di accudimento alternativi.
La pianificazione della transizione è cruciale per i bambini il cui attaccamento è supportato da
programmi correttivi e poi interrotto precocemente nel primo anno, ma rimane importante anche per
i rilasci programmati. I tipici festeggiamenti del primo compleanno nell’ambiente di questo studio
sono commoventi quando seguiti dalla separazione tra madre e bambino, e servono come
promemoria sul fatto che un cambio di caregiver all’età di 12 mesi richiede la preparazione e il
supporto di tutti i soggetti coinvolti. I fondamenti logici devono essere sviluppati per determinare
quale estensione della lunghezza dell’incarcerazione della madre dovrebbe essere parte dei criteri di
eleggibilità per un programma dell’asilo. In molti stati solo donne con condanne brevi sono
ammesse nell’asilo della prigione. In tutti gli asili viene stabilita la lunghezza massima di
permanenza del bambino, ma ciò varia ampiamente da 30 giorni (South Dakota) a 3 anni
(Washington). Le scoperte del nostro studio suggeriscono che soggiorni più lunghi forniscono una
protezione aggiuntiva per il processo di attaccamento. Tuttavia, anche soggiorni più brevi sono
efficaci. Specialmente per bambini senza alternative, l’opportunità di ricevere le cure materne in un
ambiente che supporta la genitorialità potrebbe essere critica per lo sviluppo futuro. I sistemi
neurochimici che regolano il comportamento sociale si sino mostrati essere influenzati fortemente
dalle cure genitoriali nell’infanzia e in assenza di cure materne possono svilupparsi in maniera
abnorme e stimolare percorsi di ricompensa associate con violenza e dipendenza. Madri e bambini
che hanno un soggiorno più breve nell’asilo di una prigione e un minore intervento potrebbero
richiedere più attenzioni per cambiare i fattori di rischio ambientali e personali nelle comunità del
rientro, cambiamenti che dipenderanno su risorse sia individuali che societarie.

Conclusioni
Un grado significativamente elevato di attaccamento insicuro ha caratterizzato la distribuzioni delle
AAI delle donne incarcerate in questo campione. Seguendo un breve intervento individualizzato e
ripetuto attuato dai Nurse Practitioner, la proporzione dei bambini con attaccamento sicuro era
simile a quella descritta in studi meta-analitici su campioni di comunità a basso rischio. Bambini
che vivevano con le loro madri per un anno o più nell’asilo della prigione avevano una probabilità
significativamente maggiore di avere un attaccamento sicuro a dispetto dell’insicurezza delle loro
madri rispetto a bambini che erano stati rilasciati prima. Seguendo l’intervento, il ciclo
intergenerazionale insicuro-insicuro può essere fermato, sebbene debbano essere stabiliti
chiaramente i nessi causali. Lo sviluppo di una relazione di attaccamento è un lungo e fragile
processo e richiede sostegno continuo per le madri che crescono i propri figli negli asili delle
prigioni, per i futuri caregiver alternativi che vivono nella comunità e per i bambini che
affronteranno una moltitudine di rischi ambientali.

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