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un’altra volta la deformazione e logicamente aumenterà in parte in maniera elastica ed in parte in maniera

plastica. La presenza della quota plastica fa si che arrivato in M si veda che la curva tracciata dalla macchina
di prova si allontani dalla si allontani dalla retta e comincia a proseguire secondo al legge curvilinea che
stava seguendo prima.

Chi ci dice che bisogna eliminare il carico per poi aumentarlo per vedere ciò che succede? Se invertiamo
cambia qualcosa?

Consideriamo il diagramma bilineare ho superato la tensione di snervamento e sono arrivato al punto σ’,
dopo di che diminuisco il quale segue una legge lineare nello scarico (cioè sto recuperando la quota elastica
della deformazione); ma se diminuisco sempre ad un certo punto a un certo punto mi compariranno di nuovo
delle deformazioni di tipo plastico? E se mi compariranno quando mi compariranno? Cioè quand’è che mi
allontanerò improvvisamente dalla retta di discesa?

La risposta che ci si è dati è: se l’effetto Bauschingher vale in salita varrà anche in discesa; se in salita
l’allontanarsi dalla retta si ha quando sono arrivato ad M (quindi σ’) allora in discesa quando sarò sceso di σ’
per andare a zero e di σ’ ancora (è come se ritornassi sopra), arrivati questo punto (sono sceso di 2σ’) mi
dovrei ritrovare che il comportamento si allontana dalla retta e mi compaiono di nuovo le deformazioni
plastiche. Quindi l’effetto Bauschingher vale in entrambi sensi.

Questo comportamento prende il nome di plasticità isotropa, perché supponendo che a -2σ’ ricomincino a
comparire le deformazioni plastiche nel momento in cui me torno della differenza tra la deformazione
corrispondente a σ’ e σo, e poi ricomincio a ricaricare il provino mi ritrovo un circuito chiuso. In altri termini
in punto rappresentativo piano piano passerà anche per lo zero. Questo comportamento non è presente nella
maggior parte dei materiali metallici quindi il comportamento di plasticità isotropa è da considerare un
modello teorico ma non sempre valido, perché invece avviene che l’anello non si chiude allo zero ma si
chiude su σ’. In altri termini la curva in salita non passa più per l’origine e quello che fa chiudere il ciclo è il
punto σ’.

Quest’ultimo è il comportamento che presentano la maggior parte dei materiali metallici e poiché non passa
dall’origine ma si sposta da esso prende il nome di plasticità cinematica.

Parliamo ora della legge generale σ-ε la quale e curvilinea per cui cerchiamo di linearizza per intervalli;
quindi una curva σ-ε curvilinea da divideremo il tanti segmenti di retta definendo dei punti di confine
(σs1,σs2,σs3 e ecc..) e delle tendenze caratteristiche di ciascun tratto. Ciò può essere utile quando come
comportamento del materiale adopero un modello bilineare (che viene detto impropriamente reologico
perché non c’è una dipendenza dal tempo, ma è un qualcosa che ci somiglia).

Se voglio un modello che mi rappresenti il comportamento bilineare nel quale nel primo tratto il mio
materiale ha modulo elastico E, e nel secondo ha un modulo δE (che trasformo in E2); io posso ottenere
replicare fedelmente questa legge inserendo le due molle E ed E2 in serie tra loro, ma mettendo E2 in
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