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Capitolo 2

Dinamica dei fluidi ideali

2.1 Cinematica dei fluidi

I fenomeni legati al movimento dei fluidi sono notevolmente complessi e ci limite-


remo qui a sviluppare soltanto alcuni concetti di base. Innanzitutto bisogna sottoli-
neare che, mentre il comportamento di un fluido in quiete può essere caratterizza-
to introducendo nella descrizione fisica sostanzialmente due sole quantità “locali”
del fluido stesso, la densità r e la pressione P (e, solo in alcuni casi, la tensione
superficiale t), nei fenomeni dinamici interviene come ulteriore grandezza fisica
fondamentale la velocità. La velocità è però, come sappiamo, un vettore, e questa
semplice aggiunta fa già passare il numero dei parametri fisici da 2 a 5, il che rende
conto, seppur in maniera un po’ semplicistica, del notevole aumento di complessità
dei fenomeni.
Consideriamo allora un fluido in movimento e osserviamo che per la sua descri-
zione possono essere seguiti due diversi punti di vista. Il primo è detto punto di vista
Lagrangiano, dal nome del matematico e fisico torinese Giuseppe Luigi Lagrange
(1736-1813). Esso consiste nell’individuare un elemento infinitesimo di fluido at-
traverso il raggio vettore, r0 , relativo al punto P0 nel cui intorno l’elemento si trova
all’istante t0 . Il movimento del fluido è descritto specificando le funzioni che espri-
mono il raggio vettore, r, relativo al punto P nell’intorno del quale si trova tale
elemento di fluido all’istante t. Il moto del fluido è quindi descritto dall’equazione

r = r (r0 ,t0 ,t) ,

e i parametri cinematici dell’elemento di fluido (velocità e accelerazione) sono dati


dalle equazioni

∂ ∂2
v (r0 ,t0 ,t) = r (r0 ,t0 ,t) , a (r0 ,t0 ,t) = r (r0 ,t0 ,t) .
∂t ∂t 2
Il secondo punto di vista, che è oggi spesso preferito perché più semplice sotto vari
aspetti, è detto punto di vista Euleriano, dal nome del matematico svizzero-tedesco

© Springer-Verlag Italia S.r.l., part of Springer Nature 2019 31


E. Landi Degl’Innocenti, Elementi di Meccanica dei Fluidi,
Termodinamica e Fisica Statistica,
https://doi.org/10.1007/978-88-470-3991-9_2
32 2 Dinamica dei fluidi ideali

Leonhard Euler (1707-1783). Il moto del fluido è specificato attraverso la funzione


v (r ,t) che dà la velocità dell’elemento di fluido che si trova, all’istante t, nell’intor-
no del punto P individuato dal raggio vettore r. Nel caso che la funzione v (r ,t) non
dipenda da t, il moto del fluido è detto stazionario. L’espressione dell’accelerazione
dell’elemento di fluido può essere ottenuta, in generale, mediante l’usuale definizio-
ne che implica il passaggio al limite. Nelle notazioni di Eulero, bisogna però tener
conto del fatto che l’elemento di fluido che si trovava, al tempo t, nel punto r, si
trova, al tempo t + Dt, nel punto r + v (r ,t) Dt. Si ottiene allora

v [r + v (r, t) Dt,t + Dt] − v (r ,t)


a (r ,t) = lim .
Dt!0 Dt
Il primo termine del numeratore nella frazione sotto limite può essere sviluppato in
serie. Per far questo bisogna però introdurre un concetto importante, ovvero quello
di gradiente di una funzione vettoriale del punto (che ha natura tensoriale), come
illustrato nella Sez. 9.2. Essendo
 �
∂ v (r ,t)
v (r + v (r ,t) Dt,t + Dt) = v (r ,t) + v (r ,t) · —v (r ,t) + Dt ,
∂t

si ottiene
∂ v (r ,t)
a (r ,t) = v (r ,t) · —v (r ,t) + .
∂t
Il ragionamento che abbiamo seguito per trovare l’accelerazione dell’elemento flui-
do è generale, nel senso che esso può essere applicato per trovare la variazione tem-
porale di qualsiasi quantità fisica, scalare o vettoriale, legata all’elemento di fluido
stesso e descritta da una funzione di r e t. In base a tale ragionamento si ottiene la
relazione operatoriale
d ∂
= +v·— ,
dt ∂t
in cui abbiamo omesso le dipendenze dalla posizione e dal tempo. L’operatore a pri-
mo membro è detto derivata totale rispetto al tempo, o anche “derivata Euleriana” (o
anche “derivata sostanziale”, “derivata materiale”, “derivata totale”). Esso si com-
pone di due termini, l’operatore derivata parziale rispetto al tempo e l’altro termine,
legato alla velocità, detto “termine di avvezione” (o “termine di convezione”), che
in pratica è un gradiente proiettato lungo una specifica direzione (quella di v). Nel
caso cartesiano questo è definito come

∂ ∂ ∂
v · — = vx + vy + vz ,
∂x ∂y ∂z
in cui letteralmente si esegue un prodotto scalare tra il vettore velocità con l’ope-
ratore nabla. Quando questi sono perpendicolari tra loro, ad esempio nel caso di
dipendenza spaziale solo lungo x ma velocità diretta solo lungo y, il termine di
avvezione risulta nullo e la derivata Euleriana dipenderà solo dalla derivata tempo-
rale. Tale termine è invece l’unico che contribuisce alla derivata nel caso di con-

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