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Le cinque maggiori banche italiane superano lo stress test, un esame per valutare la solidità degli istituti

bancari richiesto dalle istituzioni finanziarie europeee. Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di

Siena, Ubi Banca e Banca Popolare ricevano una valutazione positiva delle riserve di capitale: in sostanza

le autorità di vigilanza certificano che gli istituti bancari hanno capitale sufficiente a reggere l’impatto di

un (ipotetico) peggioramento della situazione economica e finanziaria.

Stress test - Il calcolo sullo stress test si basa sulla valutazione del Tier 1, il nocciolo del patrimonio di una

banca, che comprende gli utili non distribuiti, le riserve, le azioni ordinarie e di risparmio e le obbligazioni a

scadenza minima a 10 anni. In Italia tutti i gruppi mantengono un coefficente di capitalizzazione Tier1

superiore al 6% (addirittura sopra l'8% Intesa Sanpaolo) quindi resterebbero solvibili anche nello

scenario peggiore che prevede una doppia recessione, un forte calo dei mercati azionari e uno shock sul

debito sovrano. Gli stress test sono condotti dall'organismo europeo Cebs (guidato dal vicedirettore di

Banca d'Italia Giovanni Carosio).

Spagna a rischio - Nel peggiore dei casi, in ambito europeo, 7 gruppi sui 91 esaminati sarebbero ad

altissimo rischio e per questo non hanno passato lo stress test perché il Tier 1 scenderebbe sotto la soglia

di sicurezza del 6%. Si tratta della tedesca Hypo Real Estate, la greca Atebank , le spagnole Diada,

Espiga, Unnim, Banca Civica e Cajasur. L’allarme proviene dunque dalla Spagna perché anche in

Portogallo tutti gli istituti hanno superato l’esame. 

Americani scettici - Dubbi oltreoceano sulla rigorosità dei test. Dalle colonne del Wall Street Journal

l'esercizio non è affidabile perché i criteri adottati sono troppo morbidi ed esiste una volontà politica di non

indebolire gli istituti bancari in difficoltà.

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