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Con le leggi razziali, Primo Levi, ebreo, incontra molte difficoltà nel trovare un
professore che sia suo relatore della tesi, ma riesce a laurearsi nel 1941.
Nel 1943, però, viene catturato dalla milizia fascista e il 22 febbraio 1944 viene
mandato con altri 650 ebrei, su un carro merci, verso Auschwitz, in Polonia.
Qui Primo Levi rimane fino al 27 gennaio 1945 quando viene liberato
dall’Armata Rossa. Di quei 650, Levi è uno dei venti sopravvissuti.
Tornato a Torino, viene assunto in una fabbrica come chimico. Nel 1947 scrive
il suo celebre romanzo “Se questo è un uomo”, dedicato alla Shoà. L’opera ha
poco successo. Dopo 9 anni, però, l’opera sarà ristampata da Einaudi ed otterrà
subito un successo immediato e la traduzione in varie lingue.
L’11 aprile 1987 Primo Levi muore gettandosi nella tromba delle scale.