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Appunti Storia Contemporanea I 16,

04/11/2020

La globalizzazione politica, il raggiungimento di un’uniformità (post-


guerra fredda), di sistemi politici che ha spazzato i confini che li
fermavano ai tempi della guerra fredda, il primo mondo ha vinto sul
secondo, e il terzo sta cambiando radicalmente.
In un primo periodo del XX secolo le democrazie a livello complessivo,
non erano la forma di sistema politico più comune, con gli avvenimenti
del ’89 e del ’91 però lo diventano, e le dittature e i regimi autocratici
diminuiscono invece drasticamente. Con tali avvenimenti si segna la
vittoria netta della democrazia, intesa con l’accezione moderna del
termine, una democrazia dove il paese viene guidato da un governo
elettivo.
Anocrazie (regime misto)
Si nota subito la differenza delle aree globali in cui la democrazia
moderna si afferma, e aree in cui ancora incorrono problemi e conflitti tra
l’affermazione di autocrazie e dittature.
La popolazione libera è del 39%, quella non libera del 25%, quella che vive
in regimi non ancora pienamente democratici è del 30%.
È da sottolineare la complessità del percorso di cambiamento delle
politiche mondiali, ci sono grandi alti e bassi, oscillazioni no stop che non
si sono mai stabilizzate nel corso degli anni, le democrazie crescono nel
900’ in particolare dopo la guerra fredda, e dopo l’89-91’ avviene
l’inversione nei confronti delle autocrazie.
È la democrazia quindi un’esperienza storica consolidata? O è da
considerarsi un’esperienza nuova nel mondo?
Le democrazie con molti anni di età non sono tante, sono pochissime, la
nostra democrazia ad esempio ha solamente 75 anni di vita, poiché molti
paesi hanno raggiunto la democrazia solo dopo la Seconda guerra
mondiale o dopo la guerra fredda, la democrazia è ancora un’esperienza
nuova, breve, che non deve dare per scontato il successo. Può essere
dimenticata come può essere ricordata.
La democrazia è oggi in recessione a livello globale, negli anni ’10 del XXI
secolo, non si è ridotto di molto il numero dei paesi non liberi, e
automaticamente non si è innalzato di molto il numero dei paesi liberi, il
Freedom Come ha inoltre calcolato che a oggi in fondo nemmeno il 50%
dei paesi di tutto il mondo vivono in un regime democratico.
Inoltre, hanno calcolato in quali nazioni la popolazione detiene il 10% di
PIL annuo, se la popolazione possiede il 10% vuol dire che tutto va bene e
che la popolazione vive nell’uguaglianza, nel momento in cui il possesso
del PIL annuo da parte della popolazione aumenta e supera il 10%, vuol
dire che si troveranno da qualche parte della suddetta popolazione delle
disuguaglianze economiche.
Questo calcolo ci parla delle ineguaglianze sociali che si sono sviluppate
dopo la fine dei 30 anni gloriosi, la fine della guerra fredda.
Le diseguaglianze sociali già c’erano, ma dentro le democrazie durante
questi anni sono cresciute, e quindi il sistema democratico si inceppa e
ristagna. È cresciuta si la democrazia ma crescendo anche questa
disuguaglianza sociale economica, rende difficile la gestione di questi
paesi. In alcune nazioni ad oggi siamo arrivati persino a paesi in cui il 10%
della popolazione arriva a possedere persino il 50% del PIL annuo di
quella nazione, così da costringere il restante 90% a dividersi il restante
50% di PIL annuo.
Il trend è abbastanza univoco da dopo l’89’-91’, queste immagini sulla
globalizzazione politica ci inducono a riflettere della storia che abbiamo
visto sull’importanza della fine della guerra fredda.
Crisi degli anni ’90 e del 2008, i diritti di welfare iniziano a venire meno, le
persone perdono la fiducia nella democrazia, non votano, e quando
votano lo fanno nei confronti di politici populisti spesso di destra che in
realtà vogliono sovvertire la democrazia. La crescita di regimi non
democratici dentro la democrazia (la Polonia conservatrice, Russia di
Putin, etc.), sono democrazie che si stanno inviluppando. Non a caso
questi regimi poco democratici, democrazie illiberali, si stanno
diffondendo proprio da dopo il 2008.

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Il problema ovviamente però non sta solo in questi paesi dove sono
presenti queste “democrature” (paesi dove vige la democrazia ma in
maniera velata le trame vengono in realtà tirate in modo
antidemocratico), il problema sorge anche all’interno delle democrazie
piene, in questi casi si è parlato di post democrazia. Il filosofo e sociologo
Collin Crouch con questa affermazione voleva dire che: dopo la fine delle
ideologie, i partiti si sono trasformati in molti paesi in agenzie elettorali,
per far salire il candidato di turno, delle aziende elettorali, al contrario dei
veri partiti legati a ideologie, obiettivi e valori. La scomparsa dei grandi
partiti storici di massa ha causato un allontanamento da parte dei
cittadini dalla politica, che adesso preferiscono non iscriversi più ai partiti
e partecipare alla loro attività, ma lasciano tutto, delegano tutto alla
classe politica ricorrente.
Quindi come affermato da Crouch, le democrazie possono essere
sovverse.

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