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Cartesio

Cartesio si dice che sia il fondatore della filosofia moderna


(post-rivoluzione scientifica).

Biografia
René Decartes nasce da una famiglia della piccola nobiltà
nel 1596 nella Francia Settentrionale. Come molti figli di nobili,
Cartesio ha studiato in un convitto di gesuiti a La Flèche dove
ha appreso una formazione classica anche se lui si era
appassionato al sapere scientifico. Ha studiato la filosofia
scolastica ma non se ne appassionò perché sosteneva che
quella che aveva studiato era una disciplina solo di libri e di
studio del passato. Cartesio dopo la scuola ha fatto una vita
particolare il cui scopo era quello di conoscere il libro del
mondo. Ha iniziato a viaggiare molto e il senso era di scoprire
gli uomini, la natura e le civiltà. Cartesio è un francese ma ha
vissuto per molto tempo in Olanda. Difatti la repubblica dei
Paesi Bassi (Olanda) è la parte d'Europa dove vi è più libertà
e tolleranza in assoluto e dunque non vi è il pericolo di finire
nella rete dell'inquisizione.
Cartesio si occupa di matematica, fisica e filosofia. In Olanda
con una domestica ha anche avuto una figlia che però è
morta in giovane età.
Il clima che vi era con la controriforma e la repressione
intellettuale influisce molto su Cartesio.
Nel 1633→ abiura di Galilei→ questo spaventa molto Cartesio
che stava per pubblicare la sua opera "Le monde" ma non lo
fa poiché era un uomo molto prudente.
Anche in Olanda c'erano comunque dei conservatori che si
trovarono in disaccordo con il pensiero cartesiano che ormai
si stava diffondendo in diverse Università europee. Cartesio,
dato il prestigio che stava ottenendo, fu chiamato dalla
regina Cristina di Svezia, interessata agli studi di filosofia.
Inizialmente Cartesio era un po' restio ma alla fine accettò; il
clima svedese era molto freddo e probabilmente quella fu la
causa della sua morte avvenuta nel 1650.

Cartesio è un rivoluzionario che non ha voluto ristrutturare la


vecchia filosofia ma ne ha voluta ricreare una
completamente nuova, a differenza ad esempio di Tommaso
d'Aquino il quale si basa su Aristotele per creare il suo
pensiero.
Per Cartesio la "scienza" (contrapposta alla "storia") è la
capacità in inventare soluzioni, che non si trovano già nei libri
ma che si escogitano grazie al proprio ingegno. Dunque
Cartesio critica il principio di autorità poiché secondo lui in
campo scientifico non è rilevante→ contano solo le prove e
le dimostrazioni. Questo pensiero sorge proprio perché
Cartesio era un matematico e un vero matematico
considera valide unicamente le dimostrazioni chiare ed
evidenti→ il potere delle autorità non possono giustificare
concetti sbagliati.
Cartesio allora decide di trasferire questa mentalità anche in
filosofia→ vuole che la filosofia abbia il carattere chiaro e
determinato della matematica (=contano solo l'evidenza e la
chiarezza delle dimostrazioni).
Per Cartesio questa idea è diventata chiara in un momento
preciso del 1619: questa "illuminazione" la racconta come
una rivelazione, un dono divino.
Cartesio era un religioso cattolico romano conformista. Lui
era in Germania a Ulm per campagne militari e nel Discorso
sul metodo racconta che di notte ha avuto l'intuizione di una
"scoperta di una scienza meravigliosa" (inventum mirabile).
Cartesio inizia a elaborare una nuova matematica, "una
scienza del tutto nuova, con cui si possano risolvere tutte le
questioni a proposito di ogni genere di quantità". Questa
scienza è detta "mathesis universalis"= matematica universale
(aritmetica, geometria, astronomia, musica, ottica
meccanica, ecc); l'idea è dunque di creare un nuovo sapere
che riguarda e raggruppa tutti i campi a cui è possibile
applicare il metodo matematico quantitativo. Nell'opera
"Regulae ad directionem ingenii" Cartesio si pone proprio
l'obbiettivo di dimostrare l'unità di tutte le scienze.
Cartesio è contrario ad Aristotele proprio per questo aspetto
riguardante la matematica. Aristotele infatti divideva
nettamente la matematica dalle altre discipline e le
considerava indipendenti le une dalle altre.

IL METODO
La parola chiave della filosofia cartesiana è metodo (deriva
dal greco "metà"=attraverso + "odos"=strada/via) cioè una
via attraverso la quale si giunge a una sapienza universale.
Libro più importante di Cartesio→ Discorso sul metodo
-Perché per Cartesio la filosofia del passato è sbagliata?
È sbagliata perché c'è una mancanza di metodo, cioè non è
stata trovata la strada giusta per ricercare la verità.
Dunque per Cartesio è essenziale trovare il "nuovo e giusto
metodo". Per spiegare il suo concetto porta l'esempio di un
fabbro: il fabbro sarebbe stupido se continuasse a costruire
spade e altri oggetti se prima non ha già fabbricato gli
attrezzi necessari per la loro costruzione (=metodo).

REGOLE DEL METODO


Cartesio, nel "Regulae ad directionem ingenii" (=Regole per la
guida dell'intelligenza), scrive più di 20 regole di metodo. Un
matematico però, se può, tende sempre a semplificare
quindi capisce che le sue regole sono troppe. Allora nel
"Discorso sul metodo" (1637), che era una sorta di prefazione
per altre opere di fisica e matematica, Cartesio paragona la
scienza allo stato→ lo stato è meglio governato quando ha
poche leggi poiché quando ce ne sono troppe qualcuno ne
approfitta per non seguirle ed eluderle. Egli pertanto riduce le
sue regole a sole 4 che vanno rispettate rigorosamente:
1. Evidenza→ è il fondamento di tutte le altre regole.
Cartesio dice che se non si vuole sbagliare, si deve
accettare per vero solo ciò che è evidente agli occhi; la
vista è dunque un senso intuitivo che non si può
contraddire. È necessario evitare la fretta e i pregiudizi
che impediscono di vedere la realtà= un'idea deve essere
chiara (precisa, esatta, univoca) e distinta (diversa). Per
capire la portata critica dell'idea di Cartesio basta
osservare che nella filosofia ci sono concetti che non
hanno queste caratteristiche ma hanno un carattere
oscillante (es: Platone).
2. Analisi→ quando ci si trova davanti a un problema
complesso è utile analizzare parte per parte, "smontando"
il problema (per trovare una soluzione è utile suddividere
la questione complessa in questioni più semplici).
3. Sintesi→ è il processo opposto all'analisi (dal complesso al
semplice), cioè se si conoscono tante idee semplici ma
scollegate tra loro, la sintesi suggerisce di collegale tra
loro vedendone il rapporto e la relazione (es: puzzle).
4. Enumerazione→ un bravo matematico, dopo aver
eseguito calcoli, ricontrolla tutti i passaggi; dunque si
tratta di ripercorrere i passaggi precedenti per verificarne
la correttezza.
-le regole 1 e 2 = sono di ragionamento intuitivo (conoscenza
immediata)
-le regole 3 e 4 = sono di ragionamento deduttivo
Per Cartesio se si segue questa strada, si arriverà a convinzioni
certe e inconfutabili.

IL DUBBIO
Cartesio è il filosofo del dubbio. Egli vuole che la nuova
scienza sia solida quindi deve resistere ed essere fuori da ogni
dubbio.
Gli scettici dicevano che non si può conoscere ed arrivare
alla verità; Cartesio però non è quel tipo di scettico→ il suo
scopo non è dubitare per rimanere nel dubbio eterno ma il
suo è un dubbio metodico, cioè sfrutta il dubbio come mezzo
per poter raggiungere la verità.
-scettico→ dubbio=funzione di scopo/fine
-Cartesio→ dubbio= funzione di mezzo
Il dubbio cartesiano non è nemmeno un dubbio naturale ma
artificiale, cioè fatto apposta per mettere alla prova le
conoscenze.
Il dubbio di Cartesio a tratti diventa estremo/esagerato e
prende il nome di dubbio iperbolico. Per la mentalità comune
non c'è nulla di più certo dei sensi ma nonostante ciò
Cartesio sostiene che a volte i sensi sono ingannevoli. Può
capitare che si vedono oggetti che non corrispondono
effettivamente alla realtà, dunque i sensi non sempre sono
affidabili. Cartesio allora dubita dei sensi SEMPPRE. Cartesio
però decide di esagerare ancora di più e arriva a mettere in
discussione anche l'esistenza del corpo e più in generale del
mondo esterno.
Noi potremmo pensare che il dubbio cartesiano si fermi solo
davanti alla matematica. Cartesio invece mette in dubbio
anche la matematica con l'immagine del genio malvagio.
Egli immagina che ci sia una Dio maligno (non è quello
cristiano) che inganna la nostra mente, facendoci credere in
convinzioni che potrebbero essere errate. Dunque è come se
si precipitasse nello scetticismo e per evitare ciò Cartesio
elabora il "cogito ergo sum"= penso dunque sono. Si tratta di
un'intuizione, non di un ragionamento. Per Cartesio l'unica
cosa certa che esiste è il fatto di pensare e siccome non è
possibile pensare senza un soggetto pensante, allora
dall'esistenza del pensiero ne consegue l'esistenza delle
persone. Questa per Cartesio è la base ("roccia") su cui
costruire tutto il resto del sapere.
Cartesio si pone poi la domanda "Io che cosa sono?"
Egli pensa che tutte le risposte tradizionali (es: un corpo,
un'anima) siano delle risposte affrettate perché non ne ha
ancora dimostrato l'esistenza. Cartesio usa l'espressione "RES"
e l'unica cosa di cui Cartesio è certo è il fatto di pensare
quindi definisce il pensiero come "RES COGITANS"→ la
conoscenza è essenzialmente pensiero infatti molte cose che
crediamo di vedere, in realtà le stiamo solo pensando.
Cartesio userà poi il cogito per dimostrare l'esistenza di Dio e
l'esistenza del mondo esterno.
LE IDEE
Cartesio è l'inventore del nostro concetto di idea: l'idea per
noi è una rappresentazione mentale; esistono però anche
idee false quindi è necessario dimostrare che siano reali, cioè
che corrispondano alla realtà oggettiva. Cartesio dunque si
distacca dal pensiero platonico secondo cui le idee sono enti
separati dalla nostra mente e sono trascendenti.
Cartesio individua 3 tipologie di idee:
5. Innate→ sono idee che abbiamo da sempre dentro di noi,

sono idee naturali (es: l'idea di dio, i principi della logica)


6. Avventizie→ sono le idee che sono state imparate e

apprese da fuori (="venute da fuori")


7. Fattizie→ sono le idee fabbricate da noi unendo idee

innate e avventizie (="fatte da noi")


L'IDEA DI DIO
Cartesio pensa che tutti gli esseri umani, a livello Universale,
abbiano questa idea in sé, indipendentemente dalla fede.
Ciò significa che tutti hanno l'idea di Dio senza per forza
credere in essa. Nella formulazione dell'idea di Dio, Cartesio
non si accorge che la sua idea è culturalmente influenzata.
Cartesio ne dà anche una definizione: Dio è inteso come un
ente infinito, onnisciente, onnipotente e indipendente. L'idea
di Dio è un'idea innata, difatti una sostanza infinita (=Dio), non
può essere derivata né dai sensi e nemmeno da noi, che
siamo cose finite. La presenza di questa idea nella nostra
mente, permette a Cartesio di elaborare la sua prova a
posteriori dell'esistenza di Dio:
-io sono una cosa finita che pensa l'idea dell'infinito
-questa idea non può provenire da me, poiché nella causa
deve esserci almeno tanta realtà quanta nell'effetto (ciò
significa che sarebbe impossibile che io, che possiedo l'idea
di Dio, esistessi, se anche Dio non esistesse effettivamente)
-dunque esiste una sostanza infinita fuori di me (Dio) che ha
posto in me questa idea (come il marchio dell'artefice nella
sua opera)
Cartesio elabora una seconda prova a posteriori, di minore
originalità, che dimostra che noi siamo stati creati da Dio: se
ci fossimo creati da soli, non ci saremmo fatti così limitati,
quindi Dio esiste. Ora che Cartesio sa che Dio esiste, è
possibile considerare diversamente ciò che lui stesso aveva
messo in dubbio cioè l'evidenza della matematica e dei sensi.
Difatti Dio che è saggio non può essere un ingannatore, la
realtà che lui stesso ha creato non è ingannevole ma è reale
ed evidente. In questo modo Cartesio ha potuto dimostrare
l'esistenza di un mondo esterno.
Cartesio è concorde con Galilei sull'idea di dover studiare le
qualità primarie quantificabili attraverso il pensiero; quelle
secondarie invece sono colte grazie ai sensi, ciò significa che
gli esseri umani sono passivi agli stimoli che arrivano dal
mondo esterno. La proprietà del mondo esterno è
l'estensione, occupa uno spazio ed è chiamata "RES EXTENSA"
(=estensione). Dunque il nostro corpo è costituito dalla res
extensa.

Cartesio ritiene di aver posto le condizioni per una nuova


fisica di cui la metafisica ne è la base. La fisica è definita
come parte della filosofia, essa riguarda la conoscenza del
mondo materiale di cui la metafisica ha dimostrato
l'esistenza. La realtà naturale dunque non è autonoma ma il
suo fondamento risiede in Dio. Cartesio fa un paragone e
dice che se la conoscenza fosse un albero, la metafisica
sarebbe le radici, la fisica il tronco e le altre discipline i rami.
Cartesio in parte cambia strada con il passato (es: il cogito),
ma per certi aspetti non è completamente innovativo
(rimane centrale Dio come fondamento dell'ordine del
mondo; le leggi di natura stabilite da Dio rimangono fisse)
La fisica di Cartesio e quella di Galilei sono simili:
-sono entrambi contrari alla fisica di Aristotele
-entrambi applicano la matematica per la misurazione
quantistica
Ma le loro fisiche hanno delle differenze:
-Galilei ha dato uguale importanza alla matematica e
all'esperimento (sensate esperienze e ragionate
dimostrazioni)
-Cartesio è molto matematico e pensa a una fisica che può
essere costituita quasi interamente sulla matematica e sulle
proprietà quantificabili dello spazio; questo perché l'essenza
del mondo fisico è la res extensa cioè una proprietà
geometrica quantificabile.
Le proprietà quantificabili dello spazio sono:
8. estensione
9. inerzia→ è un principio fisico contrario alla fisica di
Aristotele. Secondo la teoria del moto di Aristotele, "tutto
ciò che si muove è mosso da altro"= ogni movimento
richiede un motore. Al contrario invece il principio di
inerzia prevede che un corpo resta in uno stato di moto o
di quiete se non interviene un'altra forza a modificarla
10. conservazione della quantità di moto→ per Cartesio
l'Universo è una creazione di Dio e quando lo ha creato,
ha immesso una certa quantità di moto totale. Il
movimento totale si conserva e non si disperde, restando
complessivamente stabile
11. meccanismo→ se si pensa a Platone, agli stoici o al
pensiero rinascimentale, essi vedevano la natura come un
essere vivente/grande animale= la natura era vista in
modo organico. Cartesio invece vede la natura come un
meccanismo, una macchina o un automa. Non ha né
anima, né vita, è puramente materiale. Questa visione è
influenzata un po' anche dal pensiero del 600' quando si
iniziano a sviluppare dei meccanismi più tecnici. L'unico
soggetto che ha una spiritualità è Dio che ha la Res
cogitans.
TEORIA CARTESIANA DEL VUOTO
Cartesio afferma che il vuoto non esiste e pensa che questo
sia un pensiero che non ha bisogno di esperimenti per
dimostrarlo= siccome la materia è un estensione ed è
omogenea, allora il vuoto non può esistere perché sarebbe
mancanza di materia.

CONCEZIONE DELL'UOMO
La natura non è un essere vivente ma è una macchina
L'uomo per Cartesio è fatto di 2 elementi diversi:
-RES COGITANS= l'uomo possiede il pensiero
-RES EXTENSA=l'uomo ha anche un corpo esteso che è parte
della natura meccanica.
Cartesio dunque concepisce anima e corpo come due
elementi differenti e bisogna capire come possano
comunicare tra loro. Per risolvere questo problema, Cartesio
elabora una teoria: egli essendo appassionato delle dissezioni
anatomiche, ha notato che il cervello è formato da 2 parti
simmetriche, tranne una parte centrale che è estranea.
Cartesio la chiamò GHIANDOLA PINEALE (oggi corrisponde
all'epifisi e ha la forma di una pigna). Quello è pertanto il
punto in cui le 2 parti eterogenee si toccano e comunicano
tra loro. Cartesio ha poi descritto tutti i fenomeni che
avvengono con le passioni, cioè le emozioni che noi subiamo
come conseguenza di certi eventi sia positivi, sia negativi e
con le azioni, cioè degli atti che sono prodotti dall'anima e
che dipendono da essa.
CONCEZIONE DEGLI ANIMALI
Per Cartesio l'animale è composto dalla sola REX EXTENSA
(=non ha un'anima)
Tra un animale e un automa non vi è alcuna differenza
ontologica ma solo una differenza di grado di complessità.
Dunque Cartesio dubita che gli animali, essendo privi di
pensiero, possano sentire le emozioni. Però ad esempio se si
pesta la coda di un gatto, questo lo sente e reagisce.
Cartesio allora controbatte a ciò dicendo che si tratta solo di
una reazione meccanica. A questo proposito fa l'esempio
della molla la quale se viene allungata e poi lasciata libera,
questa ritorna subito indietro. Il pensiero di Cartesio di vedere
gli animali come automi nasce proprio dalla coerenza con le
sue teorie, pertanto non è sbagliato il suo ragionamento
logico ma le premesse iniziali da cui parte.

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