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DABIJA NATALI
L’INVECCHIAMENTO DELLA CUTE
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Sommario
INTRODUZINE----------------------------------------------------------------------------------------------------4
CAPITOLO I
GLI STRATI DELLA CUTE E LORO FUNZIONE----------------------------------------------------------------------6
L’EPIDERMIDE
DERMA
IPODERMA
CAPITOLO
2
TRATTAMENTI COSMETICI ----------------------------------------------------------------------------40
PEELING
RADIOFREQUENZA
Conclusioni-----------------------------------------------------------------------------------------------43
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INTRODUZIONE
L ‘invecchiamento è un processo naturale che caratterizza tutte la specie viventi, anche se
nell’ uomo i numerosi cambiamenti che interessano l ‘aspetto esteriore col passare degli
anni giocano un ruolo molto importante per l ‘equilibrio psicofisico. La percezione della
propria immagine corporea influenza notevolmente l ‘autostima, tanto che
l’invecchiamento, spesso, viene temuto più per le conseguenze estetiche che per i problemi
di salute a esso associati. Chi opera nei settori della bellezza e del benessere deve conoscere
le implicazioni fisiopatologiche e psicologiche legate al fenomeno dell’invecchiamento,
cercando di porre la salute al centro degli interessi del consumatore, senza banalizzarne le
esigenze estetiche. Per questo il consiglio dermocosmetico deve essere equilibrato e mirato,
a partire dal presupposto che l’invecchiamento cutaneo è un processo multifattoriale che
offre la possibilità di intervenire su più fronti, con prodotti cosmetici, integratori
nutrizionali, trattamenti estetici manuali, trattamenti elettromeccanici, ma anche interventi
di medicina estetica e chirurgia plastica. Alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, il
trattamento dell’invecchiamento cutaneo prevede un approccio multidisciplinare e la
collaborazione tra i diversi professionisti risulta fondamentale per garantire buoni risultati,
nel rispetto della salute dei consumatori.
La conoscenza anatomica e la funzione della cute possono infatti essere per ciascuno di noi
uno strumento prezioso utile a distinguere, il bene dal male, l’attuabile dall’attuabile, il
fisiologico dal patologico. L’obiettivo e quello di chiarire, soprattutto definendo il suo
ruolo fisiologico, come la cute non sia qualcosa di statico, e come le sue modificazioni
dipendono anche dai nostri comportamenti. Mantenere una cute sana non è compito facile, e
conoscersi meglio, attraverso una documentazione semplice e sintetica, può aiutare a
prevenire i danni determinati dall’invecchiamento cutaneo e l’eventuale sviluppo di
neoplasie cutanee.
La cura e l’igiene dalla pelle rappresentano momenti del vivere quotidiano coinvolgenti
dal punto di vista sensoriale ai quali si devono accompagnare nel corso della vita altri gesti
e comportamenti utili a prevenire l’invecchiamento cutaneo.
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Sin dai tempi più antichi l’essere umano ha cercato di contrastare i segni negativi dello
scorrere del tempo sulla pelle e sul fisico, ed oggi più che mai questo è diventato uno degli
obiettivi prioritari per le civiltà occidentali. Poiché l’invecchiamento è un processo
geneticamente determinato, non può essere arrestato e qualsiasi intervento si metta, avrà
solamente effetti limitati. I fenomeni che causano l’invecchiamento della pelle sono
irreversibili esattamente come le conseguenze che essi determinano sui tessuti, tutto ciò
fa parte del normale processo evolutivo della vita. I tempi e le modalità
dell’invecchiamento cutaneo sono influenzati dal patrimonio genetico. L'avanzare
dell'età comporta modificazioni a tutte le componenti dell’apparato tegumentario. Già al
termine della crescita la pelle comincia ad invecchiare, in relazione all’età e alle
caratteristiche individuali. Per la sua posizione, la pelle è il maggiore indicatore visibile
dell’invecchiamento. In generale si può affermare che il processo d'invecchiamento è
caratterizzato dalla minor capacità dei tessuti a rigenerarsi. I primi segni di questo
processo, che iniziano a comparire già a partire dai 25- 30 anni sulla pelle, fanno di
questo organo uno degli indicatori più sensibili.
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CAPITOLO I
La pelle è uno degli organi più voluminosi del corpo, costituendone circa il 16% in
peso in un individuo di 70 kg, la sola pelle contribuisce per oltre 11 kg.
La cute costituisce l’interfaccia, in grado di auto rinnovarsi, tra il corpo e l’ambiente
esterno fungendo quindi da fondamentale mezzo di intercobarriera tra i due; essa
costituisce, entro certi limiti, un efficace barriera contro l’invasione microbica, e
possiede proprietà che proteggono l’organismo da danni di origine meccanica,
chimica, osmotica e termica, non che da danni provocati dalla radiazione UV. E un
importante sito di sorveglianza immunologica contro l’ingresso di patogeni e la sede in
cui vengono iniziate molte risposte immune primarie. Nella cute hanno luogo numerosi
processi biosintetici, tra cui la sintesi della vitamina D, dipendente dalla radiazione
ultravioletta B(UVB), e la sintesi di citochine e fattori di crescita. La cute rappresenta
inoltre il tessuto bersaglio di diversi ormoni. L’insieme di queste attività incide sulle
caratteristiche morfo-funzionali di singoli componenti cutanei quale le ghiandole
sebacee, le pelli e cellule che producono pigmento.
La cute assolve l’importante funzione di controllare la temperatura corporea,
effettuata prevalentemente regolando la dispersione di calore dalla circolazione cutanea
tramite un rapido aumento (o una riduzione) del flusso ematico diretto a un’ampia aria
di superficie esterna, un processo di coadiuvato dalla sudorazione. La cute ha un ruolo
importante nella comunicazione socio-sessuale e, nel caso della cute faciale, può
segnalare stati emozionali medianti risposte muscolari e vascolari. E uno dei più
importanti organi di senso, riccamente provvisto di terminazioni nervose e recettori
specializzati per rispondere a terminazioni tattile, termiche, dolorifiche e di altro tipo.
Grazie alle buone proprietà di attrito dalla sua caratteristica grana superficiale, la cute
ha un ruolo nella locomozione e nella manipolazione. Le sue proprietà elastiche ne
permettono, entro certi limiti, la compressione e lo stiramento. La superfice esterna e
ricoperta da una grande varietà di segni, alcune dei quali sono grandi e facilmente
evidenziabili, mentre altri sono microscopici o comunque rivelabili solo dopo
manipolazione o incisione del tessuto cutaneo. Questi segni sono in genere denominati
complessivamente linee cutanee.
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✓ Il colore della cute umana dipende, e varia, con la quantità di sangue (e il suo
grado di ossigenazione) nella circolazione cutanea, lo spessore dello strato
corneo e l’attività delle cellule specializzate responsabile della produzione del
pigmento melanina. La melanina ha un ruolo di protezione contro gli effetti
dell’radiazioni ultravioletta e agisce inoltre neutralizzando i radicali liberi
potenzialmente dannosi. Le differenze di colore associate alle varie razze sono
geneticamente determinate e sono dovute prevalentemente a variazioni in
termini di quantità, tipo e distribuzioni del pigmento melanico.
✓ L’aspetto della cute e influenzato da molti altri fattori, come ad esempio, le
dimensioni la forma e le distribuzioni dei peli e delle ghiandole cutanee
(sudoripare, sebacee, apocrine) e le modificazioni associate alla maturazione,
all’invecchiamento, al metabolismo e alla gravidanza. Lo stato di salute
generale si riflette nell’aspetto e nella condizione della cute: sono, infatti,
molte le affezioni sistemiche i cui segni precoci possono essere evidenziati
proprio a livello cutaneo. L’esame obiettivo della cute e pertanto di
fondamentale importanza, non soltanto per le diagnosi delle malattie cutanee.
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EPIDERMIDE, DERMA, IPODERMA
L’epidermide
I primi tre strati sono compartimenti metabolicamente attivi attraverso cui le cellule
passano cambiando progressivamente forma nel loro processo di differenziazione.
Gli strati cellulari più superficiali vanno incontro a una cheratinizzazione terminale
(corneificazione), che comporta non solo cambiamenti strutturali ma, anche
alterazioni nei loro rapporti con gli altri cheratinociti, cambiamenti nella
composizione molecolare dello spazio intercellulare.
Gli annessi epidermici (unita pilosebacee, ghiandole sudoripare e unghie) si
formano nel corso dello sviluppo da un’introflessione dell’epidermide comune che
è per questo chiamato epidermide intermolecolare.
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Giunzione dermo-epidermoepidermica
Permette un saldo contatto tra epidermide e derma (e ondulato) senza pero
ostacolare gli scambi tra i due strati.
Questa barriera premiabile permette quindi il passaggio di sostanze e la guarigione
delle ferite agendo da trama per la cicatrizzazione. Se una ferita non intacca la
membrana basale le cellule epidermiche possono replicarsi
riparando il danno senza esiti permanenti (come quando una vescica o una bolla
staccano
l’epidermide dalla membrana stessa). Se invece un trauma o un’ustione danneggerà
la membrana basale la cicatrizzazione
avverrà in modo disordinato (mancando il pavimento su cui riepitizzare) con esiti
cicatriziali tanto più gravi quanto più profondo sarà il danno.
Cellule di Langerhans sono cellule immuni-competenti, di forma stellata per la
presenza di ramificazioni. Sono le sentinelle del distretto cutaneo e sono in grado di
captare gli antigeni (allergeni esterni) e processarli decidendo se innocui o dannosi
Cellule di Merkel situati nello strato basale sono recettori di tatto.
Film idrolipidico lo strato dell’epidermide (e le squame cornee dei capelli)
vengono continuamente mantenute idratate ed oliate da una pellicola sottilissima
costituita da una base acquosa (componente idrofila o NMF) ed è una più
superficiale di lipidi (componente liposolubile) derivati sia dalla produzione delle
cellule epidermiche (Corpi di Odland) che dalla secrezione delle ghiandole sebacee.
La funzione dei due strati e mantenere idratate le secche cellule cornee e quindi
aumentare l’elasticità e la flessibilità, mentre lo strato lipidico superficiale
impedisce l’evaporazione e la disidratazione (il film idrolipidico contribuisce a
mantenere idratato lo strato corneo sia grazie all’NMF sia grazie alla sua
componente lipidica)Oltre al mantenimento dell’idratazione il film idrolipidico ha
anche proprietà antimicrobiche (in quanto contiene nella frazione liposolubile grassi
tossici per i patogeni che contribuiscono al mantenimento di un PH acido, deterrente
all’attecchimento di microorganismi) e potere tamponante (e in grado di portare a
superficie cutanea)
Il PH del film idrolipidico varia da 4,2 a 5,6.
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Derma
Il derma e un tessuto connettivo moderatamente denso, strutturalmente irregolare.
La sua matrice e composta da un intreccio di fibre collagene e fibre elastiche
immerse in una sostanza fondamentale costituita da glicosamminoglicani,
glicoproteine e acqua legata, accoglie i nervi, i vasi sanguini e linfatici, gli annessi
epidermici e una popolazione cellulare eterogenea. Da un punto di vista meccanico
il derma conferisce al tegumento una notevole resistenza grazie al numero e
all’organizzazione delle sue fibre collagene (responsabile alla resistenza alla
trazione) ed elastiche (responsabile del ritorno elastico). La densità del reticolo
fibroso e, quindi le sue proprietà fisiche variano all’internodi una medesima
regione, nei diversi parti del corpo e in funzione dell’età e del sesso. Il derma ed
essenziale della sopravvivenza dell’epidermide: all’interfaccia dermoepidermica
vengono scambiati importanti segnali morfogenetici sia durante lo sviluppo sia
durante la nascita. Può essere suddiviso in due compartimenti dai confini piuttosto
indestinati: una sottile porzione superficiale, lo strato papillare, e una porzione
profonda, lo strato reticolare. Nell’adulto, il collagene dermico appartiene
prevalentemente ai tipi I e III, in proporzioni relative dell’80%-85% e del 15%-20%
rispettivamente. Le fibre di tipo I, più grossolane, predominano nel derma
reticolare, mentre le più sottili fibre di tipo III prevalgano nel derma papillare
intorno ai vasi sanguigni di tipo IV si ritrova nella lamina basale interposta tra
l’epidermide e il derma. Le fibre elastiche si organizzano in un reticolo fibroso che
si intreccia con i fasci collageni in tutto il derma, risultando comunque più
abbondanti in determinate regioni (ad.es. nell’ascella).
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Le cellule presente nel derma in età post-natale possono essere distinte in due
categorie principali: cellule permanenti e cellule migranti, distinzione peraltro
applicabili a tutti i tessuti connettivi propriamente detti. Le cellule permanenti
residenti comprendono gli elementi che prendono parte alla formazione di strutture
anatomiche organizzate (cellule che compongono i nervi, i vasi, e cellule dei
muscoli erettori del pelo) e i fibroblasti, responsabili della sintesi di tutte le
componenti dalla matrice extracellulare del derma. Le cellule migranti, di tutte
derivazione midollare, includono i macrofagi, i mastociti, i granulociti eosinofili e
neutrofili, i linfociti T e B (comprese le plasmacellule secernenti anticorpi) e le
cellule dendritiche interstiziali del derma, responsabili del immunosorveglianza e
della presentazione dell’antigene.
Ipoderma
Conosciuto anche come fascia superficiale, l’ipoderma e uno strato di tessuto
connettivo lasso di spessore variabile in continuata con la porzione profonda del
derma. Si tratta spesso del tessuto adiposo, specialmente di quello interposto tra il
derma e la muscolatura parietale. Oltre a rispondere della notevole mobilita del
piano cutaneo, la sua componente adiposa contribuisce all’isolamento termico,
ammortizza i traumi maccamici e costituisce in fine un’importante riserva
energetica. E attraverso dai nervi e dai vasi sanguigni e linfatici sottocutanei, i cui
tronchi principali decorrono nelle porzioni più profondi, dove il tessuto adiposo e
più scarso. Nelle regioni di testa e del collo, l’ipoderma contiene anche i muscoli,
come il plasma, che rappresentano gli equivalenti vestigiali del molto più estesi
lamine muscolari sottocutaneo tipiche di altri mammiferi. Quantità e distribuzione
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del grasso sottocutaneo differiscono nei due stessi. Nella femmina, il grasso e
generalmente più abbondante e ampiamente distribuito. Nel maschio, il pannicolo
adiposo, si riduce dal tronco alle estremità, una distribuzione nell’adipe che diviene
più evidente nell’età media, quando in entrambi sessi si assiste a un incremento del
grasso corporeo totale. Come in altre sedi, anche nell’ipoderma la quantità di tessuto
adiposo riflette, più che una variazione del numero delle cellule, la quantità totali di
lipidi immagazzinata negli adipociti. È stata inoltre osservata un’associazione con
il clima (piuttosto che con la razza): il grasso superficiale risulta infatti più
abbondante nelle aree geografiche più fredde. L’ipoderma presenta una struttura
particolarmente distinta porzione inferiore nella parete addominale anteriore, dove
contiene una grande quantità di tessuto elastico; nel passaggio delle regioni
inguinali alle cosce esso appare inoltre multi-stratificato, mantenendo una simile
configurazione anche nelle arti e nella regione perineali. Si presenta invece sottile
a livello delle superfici dorsali delle mani e dei piedi, nelle regioni faciali e
cervicale, intorno all’ano sul pene e lo scroto. Quasi del tutto assente nella cute
dell’orecchio esterno, assume caratteristiche di particolare densità nel cuoio
capelluto e al livello palmare e plantare, dove e attraverso da numerose bande
connettivali che legano con forza l’ipoderma e agli altri strati cutanei alle strutture
sottostanti: queste formazioni, di partenenza alla fascia profonda, sono note a livello
regionale come aponeurosi dello scalpo, dei palmi delle mani e delle piante dei
piedi.
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CAPITOLO II
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La maggiore vulnerabilità del corpo
Con l’invecchiamento il corpo si indebolisce e diventa più vulnerabile alle malattie.
Per questo motivo la persona deve affrontare un cambiamento nelle abitudini di vita
e deve fare i conti anche con la rinuncia di alcune attività che potrebbe non essere
più in grado di svolgere (es. sport o hobby fisicamente molto impegnativi).
Baltes sostiene che un buon invecchiamento non consiste nella negazione e nel
rifiuto del declino fisico, che è inevitabile, ma nella capacità di compensarlo sul
piano cognitivo ed emotivo. Per affrontare positivamente i cambiamenti
dell’invecchiamento le persone utilizzano tre strategie: la Selezione,
l’Ottimizzazione e la Compensazione.
Gli anziani che invecchiano in modo positivo riducono la quantità di attività
svolte (selezione), si concentrano e potenziano le abilità e le competenze che si
mantengono meglio nel tempo (ottimizzazione) e possono compensare le perdite
(compensazione). Per invecchiare bene e accettare positivamente i cambiamenti
dell’invecchiamento bisogna dunque avere la capacità di selezionare, ottimizzare e
compensare.
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INVECCHIAMENTO GENERALE CUTANEO
Quando parliamo di invecchiamento cutaneo non possiamo prescindere
dall’invecchiamento generale dell’organismo del quale fa parte. Se vorremo
definire il processo dell’invecchiamento da un punto di vista biologico potremo
ritenere che consista in una diminuzione delle capacità di adattamento da parte
dell’organismo. Col passare del tempo, infatti, i nostri meccanismi di adattamento
si alterano progressivamente e in modo irreversibile. Conosciamo sostanzialmente
due fattori principali, uno di ordine cronologico o geneticamente indotto e quello
dovuto ai fattori ambientale e somatici, condizionano l’invecchiamento cutaneo.
I cambiamenti cronologici hanno un’origine intrinseca, fisiologica, mentre uno
dei più importanti fattori ambientali e l’esposizione cronica alla radiazione solare,
responsabili di un processo noto come foto-invecchiamento: l’enfasi posta sulla
discriminazione dei due diversi tipi di invecchiamento trova giustificazione nel fatto
che il foto-invecchiamento può essere in una certa misura prevenuto.
La pelle invecchia insieme agli altri organi ma differenzia, per chi e l’organo più
esteso e il più visibile. La comparsa di rughe, lentiggini, cheratosi e macchie sono i
segni evidenti dell’invecchiamento cutaneo. L’invecchiamento presenta delle
particolari caratteristiche: le esposizioni solari troppo frequenti e troppo prolungate
ricoprono un ruolo di primo piano. La durata e il grado dell’esposizione solare totale
nel corso della vita sono fattori fondamentali dell’invecchiamento cutaneo. Il
terreno genetico individuale e un ulteriore elemento specifico e da questo
dipendono: il numero dei capelli grigi e il loro periodo di comparsa; sede ed
estensione dalla alopecia maschile; localizzazione e forma delle rughe del volto.
Globalmente, l’invecchiamento cutaneo appare prima e più intensamente a
livello delle zone scoperte: viso, collo, mani. Per quanto riguarda il viso, i tratti si
accentuano, la pelle si copre di rughe, diventa pallida, color avorio, e lascia
intravedere in trasparenza il pillarli superficiali. L’aspetto e meno fresco, avvizzito;
la pelle diviene secca, alipidica, perde la sua morbidezza e va verso l’atrofia. Per
quando riguarda le mani si vedranno: macchie pigmentarie senili sul dorso, di colore
giallo o bruno, con contorni irregolari; delle pseudo-cicatrice a stella, dette di
COLOMBO a livello del dorso delle mani e del terzo inferiore dell’avambraccio.
Sono delle piccole macchie bianche, ben delimitate. Sulle stesse zone appare la
porpora di Batman. E una ecchimosi indolore, che sopraggiunge senza traumi, non
infiltrata, che si impianta sotto l’epidermide atrofica. La guarigione non lascia
tracce, le recidive sono frequenti.
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Cause, teorie e aspetti sociali dell’invecchiamento
L’invecchiamento è un processo fisiologico, come la nascita, e comporta un progressivo
declino delle funzioni biologiche dell’organismo, legato ad alterazioni che interessano le
strutture cellulari, subcellulari e molecolari. In generale l’invecchiamento può essere
definito come “la somma di tutti i cambiamenti fisiologici, genetici e molecolari che si
verificano con il passare del tempo fino alla morte”. Se proprio si vuole datare l’inizio
di questo processo, si può dire che esso fa seguito al raggiungimento della maturità
riproduttiva, al termine dello sviluppo.
I principali cambiamenti che si osservano nel corso dell’invecchiamento sono:
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(fosfolipidi di membrana, DNA, proteine). A livello fisiologico i radicali liberi
vengono neutralizzati da sistemi enzimatici specifici (superossiododismutasi- SOD,
cataclasi. glutatione perossidasi) e da sostanze antiossidanti come le vitamine.
L’eccessiva produzione di radicali liberi o l’inefficienza dei sistemi antiossidanti
determina stress ossidativo e favorisce l’insorgenza di reazioni tossiche, dannose
per la cellula. Secondo la teoria dei radicali liberi, la produzione mitocondriale di
questi intermedi reattivi controlla la velocita del processo di invecchiamento. Studi
recenti hanno dimostrato, ad esempio, che in alcune specie animali i livelli di SOD
sono direttamente correlati alla durata della vita e tale evidenza suggerisce che la
capacità di combattere i radicali liberi si associ a una maggiore aspettativa di vita.
Di qui l’importanza delle sostanze antiossidanti nella prevenzione e nel trattamento
dell0invecchiamento.
d) Teoria della senescenza cellulare: con il termine senescenza si intende ‘’il
processo che limita il numero di divisioni cellulari normali che possono avvenire in
coltura’’. Il numero dei cicli riproduttivi delle cellule e programmato fin dalla
nascita e dipende dalla presenza- nei cromosomi- dei telomeri; si tratta di sequenza
di DNA ripetute che si accorciano in seguito a ogni divisione cellulare, riducendo
progressivamente la capacità riproduttiva delle cellule. La senescenza replicativa
(correlata al numero di divisioni cellulari) si somma alla senescenza indotta da
stress (correlata ad alterazioni del DNA cellulare) e riduce la capacità replicativa
delle cellule. in questo senso la senescenza cellulare può essere considerata una
risposta della cellula a una serie di cambiamenti età-correlati, che favoriscono e
accelerano l’invecchiamento generale dell’organismo.
e) Teoria immunitaria: parte dal presupposto che l’invecchiamento, nell’uomo e
negli animali, sia patogenetica mente correlato a una serie di complicazioni
immunologica che riducono progressivamente la resistenza dell’organismo nei
confronti di numerose malattie e rendono più difficile il riconoscimento delle
cellule endogene da parte del sistema immunitario, favorendo la comparsa di
patologie autoimmuni. L’insieme di tali processi determina la cadetta
immunosenescenza.
f) Teoria neuroendocrina: considera l’invecchiamento come la conseguenza di
alcuni cambiamenti delle funzioni nervose ed endocrine che coinvolgono
selettivamente neuroni e ormoni responsabili dalla regolazione della riproduzione,
della crescita e dello sviluppo dell’organismo. Secondo questa teoria, la durata della
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vita sarebbe regolata da segnali nervosi ed endocrini e le stesse sostanze che
promuovono e inibiscono la crescita potrebbero modulare anche l’invecchiamento.
In tale contesto sembrerebbe avere un ruolo particolarmente importante l’asse
ipotalamo-ipofisi-surrene, che interviene nel mantenimento dell’omeostasi interna,
in funzione dei continui cambiamenti ambientali. Nel corso dalla vita, infatti,
l’esposizione protratta a stress di natura fisica, biologica o emozionale può
danneggiare l’efficacia dei sistemi di regolazione neuroendocrini, riducendo la
capacità di adattamento dall’organismo e favorendo, così, l’invecchiamento.
Secondo alcuni studiosi, inoltre, i mitocondri delle femmine producono meno
perossido di idrogeno rispetto quelli dei maschi e presentano una maggiore quantità
di enzimi anti-radicalici, che riducono il danno ossidativo: queste differenze
potrebbero essere una conseguenza dell’azione degli estrogeni, ormoni sessuali
femminili. Partendo da tali osservazioni, la ricerca scientifica sta cercando di
sviluppare sostanze dotate delle proprietà benefiche degli estrogeni, ma che non
manifestano gli effetti femminilizzanti tipici di queste molecole. Di qui l’utilizzo
dei fitoestrogeni nel trattamento dell’invecchiamento.
E bene tenere presente che la durata della vita presenta sensibili differenze in
relazione non solo alle caratteristiche dei diversi individui, ma anche alla classe
sociale e all’attività professionale. Ad esempio, la bassa scolarizzazione e le
condizioni economiche precarie risultato essere fattori di rischio maggiore:
confrontando l’aspettativa di vita alla nascita nelle diverse nazioni, risulta che essa
e sensibilmente inferiore nei Paesi poveri e caratterizzata da un basso sviluppo
socioeconomico.
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L’INVECCHIAMENTO INTRINSECO ED ESTRINSECO
Sebbene l'invecchiamento intrinseco e quello estrinseco presentino delle
caratteristiche simili e spesso coesistano, da un punto di vista clinico esistono alcune
importanti differenze:
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strutturali del derma sono i principali responsabili dell’aspetto della cute
senile e delle sue caratteristiche: rigidità, flaccidità, rugosità e perdita di
estensibilità e di elasticità. La riduzione generale dello spessore del
derma e dovuta al declino della sintesi del collagene da parte di una
ridotta popolazioni di fibroblasti, tuttavia accompagnato da un aumento
della concentrazione relativa de collagene di tipo III. L’elastasi senile e
una patologia generativa del collagene che può essere in parte dovuta a
un’eccessiva esposizione alla radiazione solare. La riduzione della
vascolarizzazione cutanea interessa particolarmente le anse capillari delle
papille dermiche e la tendenza a piccole emorragie purpuriche spontanee
indica una generale fragilità della microvascolatura cutanea. si verifica,
infine un abbassamento della soglia di percezione sensitiva, dovuto a un
certo grado di perdita di recettori sensitivi specializzati.
- Ipoderma: si riduce in spessore e questo comporta una diminuzione
dell’efficacia termoregolatrice e un aumento della sensibilità della pelle
ai traumi meccanici.
Peli: diminuiscono di numero, diventano più spessi e tendono a infoltirsi
a livello del naso e delle orecchie (negli uomini) e a livello delle labbra e
del mento (nelle donne); inoltre
diventano bianchi per via della diminuzione del pigmento melanico nella
cuticola e nel midollo. L’incanutimento è un fenomeno che riguarda
entrambi i sessi, anche se
generalmente negli uomini inizia a partire dalle tempie, mentre nelle
donne è diffuso in modo più uniforme su tutto il cuoio capelluto.
Unghie: diventano fragili, opache e tendono a deformarsi.
Ghiandole cutanee: le principali ghiandole presenti a livello della cute
sono le ghiandole sebacee, in gran parte annesse al follicolo pilifero e
adibite alla produzione del sebo, le
ghiandole sudoripare eccrine, diffuse su tutta la superficie corporea e
adibite alla produzione del sudore, e le ghiandole sudoripare apocrine,
localizzate a livello delle ascelle,
delle areole mammarie e dei genitali e adibite alla produzione del sudore
apocrino. Da un punto di vista funzionale, come abbiamo visto, il sebo
contribuisce alla formazione del film idrolipidico e crea una barriera
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semipermeabile che si oppone alla perdita di acqua (azione idratante
indiretta), inoltre regola il pH cutaneo e partecipa all’azione antibatterica
grazie
alle sostanze batteriostatiche in esso contenute e alla sua acidità (pH 3-4).
Il sudore eccrino, invece, interviene nella termoregolazione (evaporando
abbassa la temperatura della pelle), contribuisce alla formazione del film
idroacidolipidico, regolandone l’acidità, e
contribuisce all’escrezione di alcune sostanze tossiche. Con il passare
degli anni si riduce l'attività ghiandolare e con essa la produzione di sebo
e sudore, fenomeno che rende la
pelle secca, meno protetta e tendente alla desquamazione.
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Invecchiamento estrinseco (foto-invecchiamento)
Il fototipo cutaneo
(cioè il colore cutaneo, la reazione della cute alla prima esposizione solare), il tempo di foto
esposizione (dipendente dallo stile di vita ma anche da tipo di attività lavorativa), la latitudine
(nelle zone intertropicali i raggi solari attraversano verticalmente l’atmosfera per cui la loro
energia è più intensa) e le misure di protezione solare attuate.
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Alcool
L’alcolismo cronico potrebbe essere definito come l’assunzione regolare di una
quantità di alcool sufficiente a danneggiare socialmente, psicologicamente o fisicamente
un individuo; in sostanza, danneggia molti organi e direttamente o indirettamente la
cute. E noto che l’alcool induce vasodilatazione del viso; e il caso di individui affetti da
psoriasi, mentre per la dermatite seborroica l’alcool e considerato tra fattori dietetici a
rischio. Nei pazienti affetti da alcolismo cronico, si riscontra deficit di vitamina B1 e
pertanto evidente atrofia della cute, capelli sottili e fragili; deficit di vitamina B6 con
conseguenti manifestazioni tipo dermatite seborroica.
Fumo
L' elastina è una dei bersagli critici del fumo, con conseguenze negative
sull'idratazione e sul tono. Il fumo determinerebbe invece una riduzione dell’apporto di
ossigeno alla cute. Studi epidemiologici hanno evidenziato che nei fumatori con più di
10 sigarette al di, da più di 20 anni, si osservano più evidenti segni di invecchiamento
cutaneo, rispetto ai non fumatori. L’associazione tra fumo di sigaretta e rughe e stata
spesso segnalata.
Stress
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L’esposizione cronica conduce ad un invecchiamento cutaneo precoce e ad un
processo di foto carcinogenesi, responsabili delle tre forme più comuni di tumori cutanei
elencate in ordine di gravita a cellule squamose e il melanoma maligno.
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MICROSCOPIA DELL’INVECCHIAMENTO
In estetica il quadro macroscopico dell'invecchiamento è condizionato soprattutto da questi
fattori visibile ad occhio nudo; diminuzione dell'idratazione e dell'elasticità cutanea, comparsa
le rughe e di pigmentazione. Un coretto approccio alle problematiche sull'invecchiamento della
pelle prevede un'attenta valutazione della situazione cutanea e dei trattamenti più idonei da
effettuare. Prima di tutto è necessario stabilire se si tratta di un invecchiamento intrinseco o
estrinseco.
Nei casi di invecchiamento intrinseco la pelle ha un colorito e una grana sottile ed atrofica, con
minore elasticità ed accentuazione delle rughe facciali lineari.
Nei casi invece di invecchiamento estrinseco la pelle si presenta con un aspetto più sciupato
del previsto dell'età reale. È lesa nelle zone foto esposte, dove risulta disidratata, secca,
addirittura inspessita, di colorito giallognolo e con pigmentazioni più o meno diffuse e precoci
e le rughe assumono la forma di grinze e di increspature glifi che.
Questa distinzione, da fare sin dal primo incontro con la cliente condizionerà il trattamento,
rendendo essenziale nel caso della foto aging un'attenta prevenzione riguardo all' esposizione
ai raggi ultravioletti.
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poco elastica e tonificata in superficie e in profondità: gradualmente, acquista una
fisionomia diversa secondo le diverse età.
A livello cutaneo il rilassamento si presenta con perdita di elasticità e di tono, facilmente
riscontrabile, per il fatto che una plica di cute sollevata tra le dita torna allo stato normale con
una certa lentezza una volta lasciata la presa. Lo strato superficiale sembra più facilmente
staccabile dagli strati profondi, è più floscio e poco trofico. La pelle è sovrabbondante e
perciò segue le leggi della gravità spostandosi a seconda delle posizioni assunte.
La pelle rilassata accentua la formazione di borse sotto agli occhi, di pieghe, specie
quelli nasi- labiali e di rughe.
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– rughe naso-labiali
Borse e occhiaie
Predisposizione genetica e invecchiamento, associati a cattive abitudini alimentari,
scarso riposo notturno, fumo e stress, sono le cause della formazione di borse e
occhiaie. Le occhiaie si presentano come aloni di colore grigio-bluastro e conferiscono
un aspetto stanco, triste o malato, solitamente transitorio. In alcuni casi possono
diventare croniche a causa dell’accumulo di melanina ed emoglobina nel derma. Le
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borse, invece, sono causate dalla ritenzione idrica nella zona perioculare e
dall’indebolimento dei tessuti perioculari e dei muscoli che sostengono le palpebre. A
causa dei diversi fattori che provocano borse e occhiaie, è essenziale identificare la
causa scatenante prima di iniziare un trattamento: per esempio, se l’ombreggiatura nella
palpebra inferiore è dovuta solamente a un’eccessiva pigmentazione, allora la melanina
depositata può essere rimossa con trattamento topico tramite agenti sbiancanti; se invece
le occhiaie sono causate dal rigonfiamento indotto da una patologia o comunque da
un’allergia, l’inestetismo non può essere trattato con queste sostanze. Per la zona
perioculare servono trattamenti specifici, poiché la cute è molto più sottile e permeabile
rispetto al resto del viso. È bene prediligere molecole sicure, in grado di modulare il
processo della melano genesi in modo poco invasivo e reversibile, come l’acido
elladico, l’estratto di liquirizia o la niacina mide. Un buon trattamento dermocosmetico
per questi inestetismi è la caffeina, che ha la capacità di drenare gli accumuli sierosi
consentendo una rapida eliminazione delle stasi di liquidi. Stimola la mobilizzazione
degli acidi grassi nell’ipoderma ed è anche un discreto filtro solare, contribuendo a
proteggere i finissimi capillari del contorno occhi dai danni causati dall’eccessiva
esposizione ai raggi UV. L’assorbimento transdermico della caffeina contenuta nelle
creme contro borse e occhiaie non è sufficiente a indurre effetti sistemici.
Pigmentazione anomale
I responsabili delle discromie cutanee sono diversi cicatrici acneiche, macchie d’età,
squilibri ormonali o carenza di una corretta idratazione ma principali contribuenti delle
macchie cutanee e dell'irregolarità del tono epidermico sono raggi UVA e UVB tanto da
venir chiamate pigmentazioni solare.
Si mostrano come chiazze rotondeggianti che diventano più scure nelle zone foto
esposte. Le pigmentazioni senili possono diventare in ipercheratosi attiniche, in cui le
macchie si irruvidiscono e presentano squame secche o anche crosticine. Una
evoluzione successiva può aversi in senso precanceroso o apertamente tumorale.
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Fototipo
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Le cause
un’aumentata produzione di radicali liberi una meno efficace difesa antiossidante
dell’organismo
Come combatterli
il nostro corpo riesce a gestire con sufficiente tranquillità la naturale produzione di
molecole ossidanti (ROS) in grado di danneggiare le cellule. È comunque naturale che,
con il tempo, le stesse cellule non riescano più a gestire l’accumulo dei ROS andando
incontro ad un processo di senescenza (noto come invecchiamento). L’invecchiamento è
fisiologico, non esistono elisir di lunga vita né molecole antiossidanti, assunte con
l’alimentazione, in grado di invertire questa naturale tendenza.
Combattere i radicali liberi è senz’altro possibile se, con questo, intendiamo non
invertire una naturale tendenza all’invecchiamento del nostro organismo, quanto
piuttosto prevenire o contrastare lo stress ossidativo causato da stili di vita o alimentari
sbagliati e le sue conseguenze nocive sull’organismo.
E ‘quindi importante preservare l’equilibrio tra produzione e smaltimento dei radicali
liberi. Per farlo, bisogna agire sui due principali fattori che possono alterarlo, modificare
il proprio stile di vita in modo da modulare l’equilibrio tra ossidanti e antiossidanti:
limitare il consumo di alcol e l’esposizione ad agenti inquinanti o chimici (fumo,
inquinamento), seguire una dieta equilibrata in calorie e nutrienti (e utilizzare metodi di
cottura sani), fare una moderata ma costante attività fisica (evitando l’over training).
Queste sono tutte buone abitudini in grado di prevenire lo stress ossidativo, rallentando
l’invecchiamento e migliorando l’aspettativa di vita. Potenziare le proprie difese
antiossidanti, sia seguendo una dieta ricca di alimenti che li contengono, sia prevedendo,
quando necessario, un’integrazione che aiuti a coprirne il fabbisogno.
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PRINCIPALI FUNZIONALITA ANTI-AGING DEI COSMETICI
• Idratare.
• Esfoliare e favorire il turnover cutaneo.
• Favorire il metabolismo cellulare.
• Ridurre la degradazione naturale delle proteine dermiche.
• Riedificare il derma.
• Ridurre la visibilità delle rughe di espressione (effetto botox like)
• Migliorare il microcircolo.
• Aumentare le difese immunitarie cutanee.
• Azione ormone like.
• Proteggere dai raggi UV
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Gli amminoacidi essenziali sono unità strutturali delle proteine e quindi hanno un
ruolo con ricostituente nei processi di rinnovamento cellulare della pelle e degli annessi
cutanei.
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Riedificare il derma
Abbiamo visto come il derma si assottiglia e perde consistenza nel corso degli anni, in
particolare dai 35 anni in poi.
Gli attivi cosmetici in grado di agire positivamente stimolando i fibroblasti hanno una
funzione rassodante riedificante e promuovono la sintesi delle proteine che vanno a
ricostruire la matrice extracellulare, migliorando lo spessore dermico e contrastando il
rilassamento cutaneo e la perdita di tono.
Con un impiego continuato di questi attivi la pelle appare più compatta ed elastica. Tra
le sostanze cosmetiche capaci di promuovere l’attività dei fibroblasti troviamo
• gli estratti vegetali di Centella, di Chinacela, di Aloe vera
• gli estratti di alcune alghe. L' insaponificabile di vari oli e burri, Avocado,
Karité, Oliva. vitamina C che promuove l’attività dei fibroblasti e la sintesi del
collagene.
• I peptidi biomimetici
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Migliorare il microcircolo.
È un dato di fatto che il microcircolo negli anni rallenta, da un lato arriva una minore
quantità di nutrienti e di ossigeno alle cellule dei tessuti cutanei, dall’altro, le scorie e le
tossine formatesi durante il fisiologico metabolismo cellulare sostano nel tessuto per più
tempo rispetto alla norma. Le principali sostanze naturali in grado di migliorare
proteggere microcircolo sono i bioflavonoidi ottenuti dagli agrumi, la vitamina C, gli
antociani del mirtillo, la centella, l’pescina estratta dall’ippocastano, le ruscogenine del
rusco, il ginkgo biloba, il meliloto, il tè verde, la caffeina.
Aumentare le difese immunitarie cutanee: le cellule immunitarie localizzate nel derma
sono indispensabili per promuovere i processi rigenerativi dei danni ai tessuti. Con
l’invecchiamento il sistema immunitario cutaneo rallenta la sua attività. Di conseguenza,
favorire le funzioni immunitarie cutanee significati vari sistemi di riparazione dei tessuti
danneggiati. Tra le sostanze funzionali cosmetiche più interessanti si ricordano le chi
nasce a, il beta-glicano e l’aloe.
Azione ormoni like.
Il calo ormonale fisiologico che si verifica durante la menopausa si riflette anche su
alcune trasformazioni a livello della pelle.
1 i tessuti si assottigliano.
2 lo spessore dermoepidermico diminuisce.
3 l’idratazione si riduce.
4 il tessuto adiposo perde consistenza.
I fitoestrogeni sono sostanze vegetali con una forte affinità strutturale chimica agli
estrogeni femminili, che occupano fisicamente I medesimi recettori degli ormoni
naturali, mimando nelle caratteristiche, senza però mantenere l’attività ormonale. In
cosmetica, essi sono utili ai fini di aumentare lo spessore dermoepidermico e ridurre la
secchezza cutanea. I fitoestrogeni trovano impiego anche negli integratori alimentari per
ridurre gli effetti collaterali del climaterio, tipo le vampate di calore. Le piante di
interesse cosmetico ricche di fitoestrogeni sono la soia, il luppolo, la salvia, la kigelia
africana.
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Proteggere dai raggi UV
Le reazioni danneggiano in maniera irreversibile la pelle in tutti gli strati, fino in
profondità. Il problema correlato alle radiazioni solari non è tanto quello di arrivare al
termine dell’estate senza scottature o eritemi, con una bella abbronzatura dorata, bensì è
legato alla latitudine della pelle di immagazzinare tutte le radiazioni che la colpiscono
negli anni in una sorta di memoria cutanea, insieme ai danni associati i quali, pian piano
tendono a sommarsi nel tempo.
Per tale motivo, per contrastare il danneggiamento cutaneo da esposizione ai raggi
UVA, tutte le creme antirughe da giorno dovrebbero contenere una protezione UVA,
anche nel periodo invernale.
Ridurre l’ossidazione.
Durante i processi metabolici quotidiani si generano pericolose molecole dotate di una
fortissima attività chimica, i radicali liberi. Essi sono in grado di reagire con tutte le
sostanze in prossimità, causando seri danni, a partire da quelli a carico delle membrane
cellulari. Il nostro organismo è naturalmente predisposto è in grado di difendersi dai
radicali liberi grazie agli antiossidanti localizzati nei tessuti cutanei capaci di in attivarli.
Tuttavia, esistono alcune situazioni che potremmo definire eccessive, in cui lo stato
ossidativo metabolico aumenta talmente che le riserve fisiologiche di antiossidanti si
consumano troppo velocemente e non riescono a tamponare tutti i danni.
In questi casi è utile implementare l’apporto di antiossidanti con integratori alimentari
specifici per via orale e associare prodotti cosmetici formulati ad hoc, come sostegno
alla pelle nella prevenzione della comparsa precoce dei segni dell’invecchiamento.
Qualche mix antiossidante è sempre presente nei cosmetici anti-age, e negli ultimi anni
anche in quegli dopo sole per aumentarne la capacità cutanea di autodifesa. Le
situazioni in cui lo stress ossidativo dell’organismo aumenta portando anche alla
crescita dei radicali liberi.
Le principali fra queste hanno diverse origini e si riconducono a:
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• assunzione di medicinali.
• vita sregolata.
• alimentazione non corretta.
• eccessiva esposizione all’inquinamento ambientale.
• sport a livello agonistico.
In generale, si può affermare che le reazioni di ossidazione accelerano e aggravano il
processo di invecchiamento, ad esempio, le persone che espongono la pelle alle lampade
abbronzanti tutto l’anno e quelle che fumano più di 20 sigarette al giorno appaiono
visibilmente più invecchiata rispetto ai coetanei.
Le sostanze antiossidanti di maggiore interesse in cosmesi sono le vitamine: vitamina C
e vitamina E, i flavonoidi, il resveratrolo dell’uva rossa, il picnogenolo, il coenzima
Q10, l’acido lipidico, il tè verde, il ginkgo biloba, il rosmarino, l’aloe, il fico d'india,
l'echinacea, l’acido ferulico, la superossido di dismutasi (SOD), gli estratti ricavati da
alghe che vivono in condizioni estreme, ad esempio nel mare profondo, e sono
quindi abituati a sostenere condizioni di vita molto stressanti, proprio grazie all’elevata
quantità di antiossidanti.
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TRATTAMENTI COSMETICI
Peeling
Attualmente non esiste una singola classificazione delle bucce in profondità, poiché
esiste un'opinione unificata di specialisti in questo campo.
I peeling possono essere suddivisi in:
• intracorneale (superficiale);
• intraepidermico (superficiale, mediano-superficiale, mediano);
• intradermico (profondo).
Il peeling superficiale interessa solo lo strato corneo, in conseguenza della sua azione, le
file superficiali di squame cornee vengono accuratamente rimosse. Il peeling
superficiale interessa l'intero strato corneo. Il peeling superficiale mediano si estende
allo strato spinoso dell'epidermide. In realtà, il peeling mediale danneggia l'intero
epitelio, senza alterare la membrana basale, pur mantenendo i siti dei cheratinociti
basali. Il peeling profondo penetra nel derma, interessando lo strato papillare, mentre le
papille trattengono le aree della membrana basale.
Con il meccanismo d'azione, i peeling fisici, chimici e misti sono isolati. Quando si
esegue un'esfoliazione fisica, vengono utilizzati vari metodi fisici di influenza
(meccanico, go scrub, gommage, disincrostazione, peeling ultrasonico,
microdermoabrasione, dermoabrasione, laser "macinazione"). Per eseguire il peeling
chimico, vengono utilizzati vari agenti cheratolitici (acidi, fenolo, resorcinolo, ecc.) Ed
enzimi (il cosiddetto peeling enzimatico). Il peeling misto implica un effetto combinato
di fattori fisici e chimici.
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Obiettivi del peeling
Radiofrequenza
Tra i migliori trattamenti utilizzati per contrastare l'invecchiamento cutaneo non può
mancare la Radiofrequenza, definita anche “lifting senza bisturi” in quanto agisce
contrastando le rughe di viso e décolleté, e la perdita di tono, permettendo di
ringiovanire il viso senza ricorrere ad azioni invasive. La sua azione passa attraverso
uno speciale manipolo grazie al quale l’energia prodotta viene trasferita nella sottocute.
In questo modo i fibroblasti vengono stimolati a produrre nuovo collagene endogeno,
favorendo il ripristino del tono naturale e un miglioramento delle rughe e dei segni sul
volto. I risultati della radiofrequenza sono visibili fin dalle prime sedute e il trattamento
è indicato in presenza di inestetismi caratteristici di una fascia di età molto ampia, che
va dai 35 ai 65 anni.
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CONCLUSIONI
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