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1.

La nozione di felicità
in Robespierre

cesare vetter - marco marin

1.1 – Premessa

La Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776), come è noto, inse-
risce la ricerca della felicità tra i diritti naturali e inalienabili dell’uomo:

We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are
endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life,
Liberty and the pursuit of Happiness. That to secure these rights, Governments are
instituted among Men, deriving their just powers from the consent of the governed.
That whenever any Form of Government becomes destructive to these ends, it is the
Right of the People to alter or to abolish it, and to institute new Government, laying its
foundation on such principles and organizing its powers in such form, as to them shall
seem most likely to effect their Safety and Happiness1.

Il diritto caratterizzato come «the pursuit of Happiness» è stato variamente inter-


pretato in sede storiografica2. L’interpretazione prevalente lo legge come diritto
al perseguimento della felicità privata, del benessere privato3. A noi sembra più
equilibrata l’interpretazione proposta da Hannah Arendt:

È molto probabile che Jefferson stesso non fosse intimamente molto sicuro del tipo di
felicità che voleva intendere quando faceva della sua ricerca uno dei diritti inalienabi-

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li dell’uomo […] Comunque, almeno di una cosa possiamo essere sicuri: la Dichiarazio-
ne di indipendenza, anche se rende piuttosto confusa la distinzione fra felicità pubbli-
ca e felicità privata, almeno ci presenta il termine «ricerca della felicità» nel suo dupli-
ce significato: benessere privato e insieme diritto alla felicità pubblica, ricerca del
benessere e insieme diritto ad essere «partecipe dei pubblici affari»4.

Il secondo significato (la felicità come partecipazione alla vita politica) è andato
rapidamente perdendosi nelle vicende americane e l’espressione «pursuit of Hap-
piness», osserva sempre la Arendt, «fu quasi immediatamente privata del suo
duplice significato e intesa come diritto dei cittadini di curare i loro interessi per-
sonali e così agire secondo le norme del loro interesse privato5».
Sulla nozione di felicità nei padri fondatori americani sarebbe opportuno ed
interessante riaprire un cantiere di ricerca (con una rivisitazione soprattutto degli
epistolari), valorizzando gli spunti euristici proposti dalla Arendt6.
La lettura affermatasi in sede storiografica mette a fuoco le vicissitudini con-
crete dell’idea di felicità nella storia americana, ma non rende ragione dell’ambi-
guità, della complessità e delle suggestioni insite nella formula della Dichiarazio-
ne d’indipendenza. Non si spiegherebbe altrimenti la «strana affermazione7» di
Saint-Just del 3 marzo 1794: «Le bonheur est une idée neuve en Europe8».
Il riferimento di Saint-Just è alla rivoluzione americana9, ma l’idea di felicità
che egli propone non ricalca i percorsi seguiti al di là dell’Atlantico:

Nous vous parlâmes du bonheur: l’égoïsme abusa de cette idée pour exaspérer les cris
et la fureur de l’aristocratie. On réveilla soudain les désirs de ce bonheur qui consiste
dans l’oubli des autres et dans la jouissance du superflu. Le bonheur! le bonheur! s’écria-
t-on. Mais ce ne fut point le bonheur de Persépolis que nous vous offrîmes; ce bonheur
est celui des corrupteurs de l’humanité: nous vous offrîmes le bonheur de Sparte et
celui d’Athènes dans ses beaux jours; nous vous offrîmes le bonheur de la vertu, celui
de l’aisance et de la médiocrité; nous vous offrîmes le bonheur qui naît de la jouissance
du nécessaire sans superfluité; nous vous offrîmes pour bonheur la haine de la tyran-
nie, la volupté d’une cabane et d’un champ fertile cultivé par vos mains.
Nous offrîmes au peuple le bonheur d’être libre et tranquille, et de jouir en paix des
fruits et des mœurs de la Révolution; celui de retourner à la nature, à la morale, et de
fonder la République. C’est le peuple qui fait la République par la simplicité de ses
mœurs; ce ne sont point les charlatans, qu’il faut chasser au préalable de notre société,
si vous voulez qu’on y soit heureux. Le bonheur que nous vous offrîmes n’est pas celui
des peuples corrompus; ceux-là se sont trompés, qui attendaient de la Révolution le pri-
vilège d’être à leur tour aussi méchants que la noblesse et que les riches de la monar-
chie; une charrue, un champ, une chaumière à l’abri du fisc, une famille à l’abri de la
lubricité d’un brigand, voilà le bonheur10.

Ci sono indubbiamente aporie non risolte, nella riflessione di Saint-Just, sul ruolo
e il compito del potere politico nel promuovere la felicità dei cittadini11. La felici-

la nozione di felicità in robespierre 23


tà cui guarda Saint-Just – e di cui vede i prodromi nelle formulazioni dei padri fon-
datori americani – è, in ogni caso, una felicità che non si riduce alla dimensione
economicista, alla soddisfazione delle spinte acquisitive.
Sulla nozione di felicità in Saint-Just – così come su quella di Marat – ci propo-
niamo di tornare analiticamente nel secondo volume. In questa sede ci occupere-
mo dell’idea di felicità in Robespierre.
Una rilettura di Robespierre, com’è noto, è in atto da parte di un gruppo di stu-
diosi, che fa riferimento alle nozioni di «libéralisme humaniste», «libéralisme
égalitaire», «économie politique populaire12». L’ottica proposta tende a ridefini-
re le nozioni di libertà, eguaglianza e proprietà in Robespierre e ad assimilare le
posizioni di Robespierre a quelle della sanculotteria:

La conception de Robespierre et celle des Sans-culottes sont les mêmes, en ce qui


concerne les questions centrales du droit à l’existence, de la formation de la loi par les
citoyens, de la révocabilité des mandataires et du droit à l’insurrection13.

È un filone d’indagine che sta prendendo corpo, grazie soprattutto all’impegno di


Florence Gauthier, che – tra l’altro – è la curatrice dell’undicesimo volume delle
Œuvres, in corso di preparazione.
Robespierre e la sanculotteria sarebbero portatori di un «projet de société libé-
rale non-économiste14». Un progetto di società imperniato sul «droit à l’existen-
ce», sul «droit» di «tout être humain» a «l’expression de sa specificité physique
et morale, mais dans le respect de la réciprocité du droit de l’autre15». Tale proget-
to – riassunto nella formula «économie politique populaire» – nel periodo 1792-
1794, avrebbe rappresentato «une véritable alternative au système capitaliste16»:

Ainsi se construisait, par la limitation de l’exercice du droit de propriété, ce qu’à l’épo-


que on nomma l’économie politique populaire, dans laquelle le peuple, par l’exercice de la
citoyenneté, participait à l’élaboration des lois, au contrôle actif de ses mandataires, et
à la réalisation du droit à l’existence17.

Il progetto fu travolto dall’affermazione del capitalismo industriale e del liberali-


smo economico18. Esso apparterrebbe a tutti gli effetti alla famiglia del liberalismo
(libéralisme égalitaire o humaniste, contrapposto al libéralisme économique) e conser-
verebbe tuttora – nel suo insistere sull’universalità e reciprocità dei diritti natu-
rali e sul diritto all’esistenza come diritto primario – spunti e soluzioni valide per
i problemi dell’umanità19. Sono sollecitazioni sulle quali riflettere. I dubbi riguar-
dano soprattutto la questione della libertà, che – a nostro avviso – può essere
affrontata compiutamente solo distinguendo tra libertà positiva e libertà negati-
va20.
Non sono state utili per il nostro lavoro le due più recenti biografie di Robe-
spierre21. Il lavoro di Dingli non porta sostanziali elementi di novità e si racco-
manda solamente per l’ampio corredo di note e la ricca bibliografia22. L’interpre-

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tazione psicoanalitica proposta da Artarit non è suffragata da solidi elementi di
fatto. Le ipotesi avanzate sono suggestive, ma non si prestano a raffronti tra para-
digma interpretativo e materiale empirico. Sono difficilmente verificabili e con-
testabili. In definitiva poco scientifiche.
Anche noi – come Artarit – siamo stati in più occasioni sollecitati dalle sirene
della psicostoria, o meglio della psicobiografia. Anche noi abbiamo avuto la ten-
tazione di inoltrarci nella dimensione soggettiva della felicità robespierriana. Di
entrare nel vissuto dell’uomo, che nel luglio 1794 – nel pieno della crisi di Termi-
doro – si reca per due giorni di seguito con il suo cane ai margini di un bosco – in
un prato vicino alla Senna – e resta per ore seduto e immobile. Dell’uomo, che alla
vigilia del 9 Termidoro gioca con il giovane nipote di Duplay e si diverte a pren-
dere al volo maggiolini23.
Le suggestioni che queste immagini evocano sono molte: in primo luogo il
Rousseau delle Confessioni e delle Fantasticherie del passeggiatore solitario. Forse
anche Robespierre – nel prato vicino alla Senna – gustava il «sentimento dell’esi-
stenza», che Rousseau nelle Fantasticherie indica come l’esperienza più compiuta
di felicità, che l’uomo possa provare24.
La visione coerente di Robespierre, tanto e tanto invano inseguita da Norman
Hampson25, dovrebbe misurarsi anche con questi aspetti.
In assenza di documentazione precisa e attendibile, il ricercatore è però
costretto a lasciare inappagate le sue curiosità e deve fermarsi. Deve rinunciare ad
entrare nelle pieghe più profonde dell’uomo Robespierre, nelle sue emozioni,
nelle sue tensioni. Deve rinunciare nella fattispecie ad esplorare in Robespierre
il dark side of the moon, che è dentro ognuno di noi.

1.2 – Felicità privata e felicità pubblica

Che posto hanno e come si relazionano tra loro – nella riflessione di Robespierre
– la felicità dell’individuo e la felicità della comunità politica? E, in via prelimina-
re, che significato hanno – nel lessico di Robespierre – le espressioni «bonheur
public» e «bonheur privé26»?
Alla luce dell’analisi concettuale e dei risultati lessicologici possiamo afferma-
re che «bonheur public» e «félicité publique» non vengono mai usati in uno dei
sensi suggeriti dalla Arendt, a proposito della nozione di «Happiness» in Jeffer-
son, e neanche nell’accezione che assume l’espressione «felicità pubblica» nel for-
tunato saggio di Hirschman27.
L’accezione riscontabile in Robespierre (almeno fino al discorso del 3 dicem-
bre 1792 Sur le jugement de Louis XVI28) coincide con l’accezione prevalente nel XVIII
secolo29.
«Bonheur public», «félicité publique» sono espressioni sovrapponibili e indi-
cano la felicità complessiva della comunità politica (corps politique, corps social,
patrie, nation, peuple nel lessico di Robespierre30). Nell’impostazione di Robespier-

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re la comunità politica è concepita come composta da cittadini, per i quali interes-
se privato ed interesse pubblico coincidono31. «Bonheur public» e «félicité publi-
que» sono la sintesi armonica («heureuse harmonie» nel lessico di Robespierre32)
delle felicità individuali dei singoli cittadini, felicità individuali che costitutiva-
mente non confliggono né fra loro, né con gli interessi e la felicità del «corps
social».
Da un certo momento in poi (dicembre 1792) le espressioni «bonheur public»
e «félicité publique» tendono ad indicare anche33 la salvezza dello Stato (della révo-
lution, del gouvernement révolutionnaire) dagli attacchi dei nemici interni ed ester-
ni. Tendono a coincidere ed a sovrapporsi alle nozioni di «sûreté publique»,
«salut public», «liberté publique».
Esemplare al riguardo il discorso del 3 dicembre 1792 alla Convenzione, sul
processo al re. Le lessie «sûreté publique», «bonheur public», «liberté publique»
vengono usate indistintamente e risultano sovrapponibili:

Vous demandez une exception à la peine de mort pour celui-là seul, qui peut la légiti-
mer? Oui, la peine de mort en général est un crime, et par cette raison seule, que,
d’après les principes indestructibles de la nature, elle ne peut être justifiée, que dans
les cas où elle est nécessaire à la sûreté des individus ou du corps social. Or, jamais la
sûreté publique ne la provoque contre les délits ordinaires, parce que la société peut
toujours les prévenir par d’autres moyens, et mettre le coupable dans l’impuissance de
lui nuire. Mais un roi détrôné au sein d’une révolution, qui n’est rien moins que cimen-
tée par les lois; un roi dont le nom seul attire le fléau de la guerre sur la nation agitée;
ni la prison, ni l’exil ne peut rendre son existence indifférente au bonheur public; et
cette cruelle exception aux loix ordinaires que la justice avoue, ne peut être imputée
qu’à la nature de ses crimes. Je prononce à regret cette fatale vérité <...> Mais Louis doit
mourir parce qu’il faut que la patrie vive. Chez un peuple paisible, libre et respecté au
dedans comme au dehors, on pourroit écouter les conseils qu’on vous donne d’être
généreux. Mais un peuple, à qui l’on dispute encore sa liberté, après tant de sacrifices
et de combats; un peuple, chez qui les lois ne sont encore inexorables que pour les mal-
heureux; un peuple, chez qui les crimes de la tyrannie sont des sujets de dispute, doit
désirer qu’on le venge; et la générosité dont on nous flatte ressembleroit trop à celle
d’une société de brigands, qui se partagent des dépouilles.
Je vous propose de statuer, dès ce moment, sur le sort de Louis. Quant à sa femme, vous
la renverrez aux tribunaux, ainsi que toutes les personnes prévenues des mêmes atten-
tats. Son fils sera gardé au Temple, jusqu’à ce que la paix et la liberté publique soient
affermies. Pour lui, je demande que la convention le déclare, dès ce moment, traître à la
nation française, criminel envers l’humanité; je demande qu’on donne un grand exemple
au monde, dans le lieu même où sont morts, le 10 août, les généreux martyrs de la
liberté. Je demande que cet événement mémorable soit consacré, par un monument
destiné à nourrir dans le cœur des peuples, le sentiment de leurs droits et l’horreur des
tyrans et dans l’âme des tyrans, la terreur salutaire de la justice du peuple34.

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La lista delle concordanze di «bonheur public» e «félicité publique» documenta
entrambe le accezioni e lo slittamento semantico.
Per connotare la felicità complessiva del corpo sociale, Robespierre usa anche
le espressioni «bonheur social», «bonheur général», «bonheur de la société»,
«bonheur politique», «bonheur de tous» (che rinvia, come è noto, alla Dichiara-
zione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26 agosto 178935), «bonheur commun»
(che rinvia all’articolo primo della Déclaration des droits de l’homme et du citoyen del
179336), «félicité commune», «félicité générale».
Tutte queste espressioni si equivalgono e ripropongono l’accezione prevalen-
te (felicità pubblica = felicità del corpo sociale) delle lessie «bonheur public» e
«félicité publique». Per molti aspetti coincidono e si sovrappongono alle espres-
sioni «bien commun», «bien public», «bien général», «bien politique».
È possibile forse – ma c’è il rischio di una forzatura dei testi – individuare una
preferenza di Robespierre per alcune lessie, quando vuole caratterizzare la socie-
tà del futuro, la società realizzata dal trionfo pieno della rivoluzione. Su questo
aspetto, allo stato del lavoro, non ci sentiamo di esprimere valutazioni definiti-
ve37. In ogni caso la felicità pubblica, cui guarda Robespierre, è in larga misura una
felicità da costruire. La felicità di cui potrà godere la società, rigenerata dalla rivo-
luzione.
Il lettore ha la possibilità di confermare o smentire le nostre affermazioni,
verificando le liste delle concordanze delle lessie bonheur e félicité.
Chiarita la latitudine della nozione di «bonheur public», che posto ha, nel
discorso robespierriano, la felicità individuale?
Nel lessico di Robespierre, «bonheur individuel» e «bonheur privé» sono
espressioni intercambiabili. Indicano – così come la lessia bonheur particulier – la
felicità dell’individuo. La felicità, però, non dell’individuo solitario ed isolato38, ma
dell’individuo inserito in società39.
L’uomo, l’individuo, può migliorarsi, può perfezionarsi, può incrementare la
propria felicità, solo nell’ambito della società. L’uomo ha, secondo Robespierre, la
vocazione a l’état social. La parola è lo strumento ed il segno distintivo di questa
vocazione:

Après la faculté de penser, celle de communiquer ses pensées à ses semblables, est l’at-
tribut le plus frappant qui distingue l’homme de la brute. Elle est tout-à-la-fois le signe
de la vocation immortelle de l’homme à l’état social, le lien, l’âme, l’instrument de la
société, le moyen unique de la perfectionner, d’atteindre le degré de puissance, de
lumières et de bonheur dont il est susceptible40.

La felicità dell’individuo in società è la felicità del cittadino, la felicità dell’indivi-


duo che, in quanto cittadino, vede e fa coincidere il suo interesse privato (nel les-
sico di Robespierre «intérêt privé», «intérêt particulier», «intérêt individuel»,
«intérêt personnel») con l’interesse generale (nel lessico di Robespierre «intérêt

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général», «intérêt public», «intérêt social», «intérêt commun», «intérêt de la
société», «intérêt de la patrie», «intérêt de la nation», «intérêt de la France»):

Le but de la société civile est de développer les facultés naturelles de l’homme, pour le
bonheur des individus et de la société entière.
Le seul moyen d’atteindre ce but, c’est l’accord de l’intérêt privé avec l’intérêt général;
c’est la direction des passions du cœur humain vers les objets utiles à la prospérité
publique41.

La leva, che permette di sciogliere e confondere l’interesse privato nell’interesse


pubblico, è la virtù:

Tous ceux qui n’ont jamais connu les vrais plaisirs, tous les hommes insensibles et
froids, tous les égoïstes qui ont des idées fausses du caractère du peuple, qui n’ont
jamais vu son bonheur qu’avec les yeux des préjugés et de l’intérêt personnel; enfin, les
hommes ignares ou jaloux de tout ce qui n’est pas leur ouvrage, ne verront dans ce pro-
jet que trivialités, enfantillage, chimères, systême absurde, etc., etc., etc., etc. – Mais
tous les hommes qui joignent à un esprit analytique la connoissance de l’histoire et du
cœur humain, conviendront que la meilleure méthode à adopter pour faire naître ou
alimenter l’amour de la patrie et de l’égalité, c’est de parler aux sens par des fêtes natio-
nales. Loin de nous ce genre de spectacles dont la froideur, la symétrie et la gêne des
cours faisoient tous les frais; que la simplicité, la joie naïve, la douce égalité président
aux jeux d’un peuple libre; que la vue des bayonnettes et des satellites du despotisme
ne vienne pas troubler son allégresse, et alors on verra la confiance et la tranquillité
renaître, les vertus civiles et politiques se fortifier, tous les intérêts privés se confondre
dans l’intérêt général, et les égoïstes eux mêmes forcés de prendre des sentimens
humains42.

L’âme de la république, c’est la vertu; c’est-à-dire, l’amour de la patrie, le dévouement


magnanime qui confond tous les intérêts privés dans l’intérêt général43.

Di contro, ciò che contrasta l’armonizzarsi dell’interesse e della felicità privata con
l’interesse e la felicità pubblica sono i vizi, che si oppongono alle virtù:

Craignez ces hommes qui, doués de trop peu de sensibilité et de vertu pour attacher
leur bonheur individuel au bonheur public, de trop peu de talens et d’énergie pour faire
le bien, mais ayant assez de ressources pour faire le mal, ne voient dans une révolution
qui devoit faire le bonheur du monde, que le sujet d’une spéculation qui aboutit à leur
bien-être personnel, et peut-être à l’intérêt de quelque vile passion44.

La royauté est anéantie; la noblesse et le clergé ont disparu; et le règne de l’égalité com-
mence. Ces grandes conquêtes de la liberté sont le prix de votre courage et de vos sacri-

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fices, l’ouvrage des vertus et des vices, des lumières et de l’ignorance de vos premiers
représentans, le résultat des crimes et de l’impéritie de vos tyrans45.

La saldatura tra felicità privata e felicità pubblica configura la «justice»:

Il y a deux sortes d’égoïsme; l’un, vil, cruel, qui isole l’homme de ses semblables, qui
cherche un bien-être exclusif acheté par la misère d’autrui: l’autre, généreux, bienfai-
sant, qui confond notre bonheur dans le bonheur de tous, qui attache notre gloire à
celle de la patrie. Le premier fait les oppresseurs et les tyrans: le second, les défenseurs
de l’humanité. Suivons son impulsion salutaire: chérissons le repos acheté par de glo-
rieux travaux; ne craignons point la mort qui les couronne, et nous consoliderons le
bonheur de notre patrie et même le notre.
Le vice et la vertu font les destins de la terre: ce sont les deux génies opposés qui se la
disputent. La source de l’un et de l’autre est dans les passions de l’homme. Selon la direc-
tion qui est donnée à ses passions, l’homme s’élève jusqu’aux cieux, ou s’enfonce dans
des abîmes fangeux. Or le but de toutes les institutions sociales, c’est de les diriger vers
la justice, qui est à la fois le bonheur public et le bonheur privé46.

I vizi che contrastano l’armonizzarsi dell’interesse e della felicità privati con l’in-
teresse e la felicità pubblici sono: l’amour-propre47, l’ambition, l’avarice, la débauche,
l’égoïsme, la fausseté, la frivolité, la gloire48, l’incivisme, l’insolence, l’intrigue, la lâcheté,
le mensonge, l’orgueil, la perfidie, la valeur49, la vanité, la vénalité, la volupté.
I viziosi sono corrotti. La corruption è la conseguenza, la somma di tutti i vizi.
Amour-propre ed égoïsme configurano la stessa nozione. Robespierre indica
amour-propre ed égoïsme come fonte di tutti i vizi50.
Come abbiamo detto, la felicità dell’individuo ha – in Robespierre – un ruolo
centrale, ma si tratta sempre della felicità dell’individuo in quanto cittadino. La
felicità dell’individuo non è la felicità empirica, che l’individuo può provare nei
piaceri e nella soddisfazione di qualsiasi bisogno, ma la felicità che l’individuo, in
quanto cittadino, prova e consegue attraverso l’esercizio della virtù:

Il [l’Être suprême] a créé l’univers pour publier sa puissance; il a créé les hommes pour
s’aider, pour s’aimer mutuellement, et pour arriver au bonheur par la route de la vertu51.

Le virtù richiamate da Robespierre sono le seguenti: amitié, bonne foi, bon sens, can-
deur, charité, chasteté, civisme, courage, désintéressement, frugalité, générosité, gloire52,
héroïsme53, honnêteté, magnanimité, modération, modestie54, naïveté55, patience, patrio-
tisme, probité, pudeur, respect56, sagesse, stoïcisme, tempérance, union, valeur57, amour
de (pour) l’humanité, amour (dévouement) de (pour) la patrie, amour de (pour) l’égalité58.
Robespierre nel discorso Sur les rapports des idées religieuses parla anche di foi (fidé-
lité) conjugale, amour paternel, tendresse maternelle, piété filiale59.
La felicità dell’individuo in quanto cittadino è una felicità connotata eticamen-
te ed è elemento costitutivo e parte integrante della felicità della società nel suo

la nozione di felicità in robespierre 29


complesso. Come l’interesse generale non è la somma dei singoli interessi parti-
colari, ma ha un forte contenuto etico, così la felicità generale non è la somma
delle felicità empiriche dei singoli individui, ma la sintesi armonica di felicità
individuali, costruite attraverso l’esercizio della virtù.
Robespierre pensa ad una felicità suscitata politicamente. È compito della poli-
tica e delle leggi attivare e diffondere la felicità:

Oui, l’aumône, la mendicité, une classe nombreuse de société mourant de faim, ou ne


subsistant que par la pitié des particuliers opulens; voilà le scandale et le crime des
sociétés corrompues. Elle indique au législateur la tâche qu’il doit remplir. Extirper les
abus, prévenir les injustices de tous les tyrans de la société par des loix sages et impar-
tiales; faire que tous les hommes soient réellement égaux en droits, que les foibles trou-
vent toujours protection et justice; que le citoyen le plus riche et le plus puissant
n’échappe jamais à l’autorité ou à la sévérité des loix; tarir les sources de la misère publi-
que, et empêcher, autant qu’il est en leur pouvoir, qu’il n’existe des malheureux; au lieu
de s’appliquer uniquement à les soulager par des moyens insuffisans ou avilissans pour
les hommes; voilà la véritable bienfaisance du législateur; voilà les moyens par lesquels
il doit surtout assurer le bonheur du peuple60.

Est-ce donc pour copier servilement les erreurs ou les injustices qui ont si longtems
dégradé et opprimé l’espèce humaine, que l’éternelle providence vous a appellés, seuls
depuis l’origine du monde, à rétablir, sur la terre, l’empire de la justice et de la liberté,
au sein des plus vives lumières qui aient jamais éclairé la raison publique, au milieu
des circonstances presque miraculeuses qu’elle s’est plu à rassembler, pour vous assu-
rer le pouvoir de rendre à l’homme son bonheur, ses vertus et sa dignité primaire61?

Jusqu’ici, l’art de gouverner n’a été que l’art de dépouiller et d’asservir le grand nombre
au profit du petit nombre; et la législation, le moyen de réduire ces attentats en sys-
tème. Les rois et les aristocrates ont très bien fait leur métier: c’est à vous maintenant
de faire le vôtre, c’est-à-dire, de rendre les hommes heureux et libres par les loix62.

È la politica a rendere possibile la felicità. In Robespierre, come sottolinea Furet a


proposito della cultura rivoluzionaria, «la politica può tutto63». Alla politica è asse-
gnata una «funzione salvifica64».
L’intervento della politica sulla felicità non avviene – come nell’impostazione
liberale ed utilitarista – rimuovendo gli ostacoli che impediscono all’individuo di
perseguire ed attuare i propri interessi personali. Il progetto di Robespierre non
prevede nessuna «mano invisibile», che armonizza i vari interessi individuali,
lasciati al loro libero dispiegarsi, e diffonde nella società benessere e prosperità65.
Anche se in due occasioni66 Robespierre sembra riecheggiare la formula utilitari-
sta «the Greatest Happiness of the Greatest Number67», il suo progetto di felicità
si muove lungo coordinate diverse, che implicano una felicità sobria, condivisa –
in modo egualitario anche se non egalitarista68 – tra tutti i cittadini, nell’ambito

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di un’impostazione, che mira a un «nouvel ordre de choses69», alla «régénération
des mœurs70», alla «purification des mœurs71», alla creazione di «citoyens ver-
tueux72».
Al posto della «mano invisibile», in Robespierre c’è l’intervento attivo della
politica.
La politica interviene sulla felicità rieducando l’uomo, promuovendo la virtù
e reprimendo il vizio. Se la politica riesce a creare il cittadino virtuoso, si elimina
il conflitto tra interesse privato ed interesse pubblico. In questo caso la felicità del-
l’individuo diventa motore, e nello stesso tempo riflesso, della felicità del corpo
politico.
Ci troviamo di fronte ad una felicità individuale costruita politicamente. Impo-
sta politicamente dall’alto, se è vero – come è vero – che da un certo momento in
poi (l’anno secondo) la rappresentanza si sgancia – nell’impostazione di Robe-
spierre, ma non solo – dalle procedure elettorali e assume un contenuto etico73.
Sarà compito dei rappresentanti virtuosi, degli «hommes purs», costruire la feli-
cità del cittadino virtuoso. Una felicità sobria, quasi pauperistica, ascetica, diffu-
sa uniformemente, condivisa da tutti i membri del corpo politico74, proiettata pre-
valentemente sugli aspetti morali, spirituali, affettivi e politici della vita. Una feli-
cità comunitaria, non etnica e nazionalistica, aperta ad una cifra universalistica75,
solidale, non dimentica della presenza del dolore (malheur) nel mondo76.
Una felicità costruita non attraverso tentativi ed errori dei singoli percorsi
individuali e nel libero dispiegarsi delle opinioni e del confronto politico-ideale77,
ma attraverso l’adeguamento dell’individuo ad un modello di esistenza sociale,
postulato come unico, vero e razionale78.
Vediamo ora più nel dettaglio le articolazioni concrete della felicità del citta-
dino.

1.3 – La dimensione economica

La dimensione economica della felicità del cittadino guarda soprattutto alla cir-
colazione ed alla distribuzione della ricchezza79. Il problema di un aumento della
ricchezza complessiva è marginale nella riflessione di Robespierre80. La «richesse
publique» è giudicata sufficiente, ma mal distribuita. L’assunto di fondo è che «le
sol de la France produit beaucoup au-delà de ce qui est nécessaire pour nourrir ses
habitans81».
All’interno di questi orizzonti, l’affermazione di Robespierre di non voler
imporre alla Francia il modello di Sparta («Nous ne prétendons pas jeter la Répu-
blique française dans le moule de celle de Sparte; nous ne voulons lui donner ni
l’austérité, ni la corruption des cloîtres82») va interpretata nel senso che il livello
di ricchezza complessiva è sufficiente per garantire ai cittadini un livello dignito-
so di «bien-être» materiale.

la nozione di felicità in robespierre 31


La dimensione economica della felicità del cittadino – espressa a volte da Robe-
spierre con la lessia bien-être – ha il suo limite verso il basso nel diritto all’esisten-
za83 e nella soddisfazione dei bisogni vitali primari, i confini verso l’alto si stem-
perano in un ideale di vita sobria e frugale.
La «prospérité», «la pauvreté honorable84», si contrappongono alla «misè-
85
re » e all’«opulence». Il cittadino di Robespierre trova la felicità nel consumo di
beni materiali essenziali, non è alla rincorsa di consumi sempre maggiori e sem-
pre più confortevoli e raffinati86. È produttore e consumatore, soprattutto, di beni
relazionali87.
L’impostazione di Robespierre (e del giacobinismo88) ha una forte venatura
antimoderna, se è vero – come è vero – che uno dei tratti della modernità è la
ricerca della felicità (degli individui e delle nazioni) attraverso l’aumento della ric-
chezza, o meglio attraverso l’espansione continua e illimitata del ciclo produzio-
ne – consumi89.
La felicità del cittadino in Robespierre non passa – come nei fisiocratici, nella
nascente economia politica, che si ispira a Smith, negli idéologues e in particolare
in Condorcet90 – attraverso l’espansione del mercato. L’«aisance», l’«abondance»,
la «prospérité» sono entità statiche, non implicano un aumento continuo e illi-
mitato della ricchezza.
Il disinteresse (la consapevole ostilità?) di Robespierre per le problematiche
dello sviluppo, o meglio per come le problematiche dello sviluppo sono state inte-
se dalla cultura industrialista a partire dalla seconda metà del secolo XVIII, trova
riscontro sul piano lessicale. Le parole-chiave della nascente economia politica
(divisione del lavoro, mercato, produzione, …) sono poco presenti nelle Œuvres e
mantengono sempre un significato generico91.
Il «progrès», il «perfectionnement», nell’impostazione di Robespierre, devo-
no rivolgersi soprattutto alla dimensione morale, alla dimensione politica, alla
dimensione sociale, non alla dimensione economica:

Le monde a changé, il doit changer encore. Qu’y a-t-il de commun entre ce qui est et ce
qui fut? Les nations civilisées ont succédé aux sauvages errans dans les déserts; les
moissons fertiles ont pris la place des forêts antiques qui couvroient le globe. Un
monde a paru au-delà des bornes du monde; les habitans de la terre ont ajouté les mers
à leur domaine immense; l’homme a conquis la foudre et conjuré celle du ciel. Compa-
rez le langage imparfait des hiéroglyphes avec les miracles de l’imprimerie; rapprochez
le voyage des Argonautes de celui de la Peyrouse; mesurez la distance entre les obser-
vations astronomiques des mages de l’Asie, et les découvertes de Newton, ou bien entre
l’ébauche tracée par la main de Dibutade et les tableaux de David.
Tout a changé dans l’ordre physique; tout doit changer dans l’ordre moral et politique.
La moitié de la révolution du monde est déjà faite; l’autre moitié doit s’accomplir.
La raison de l’homme ressemble encore au globe qu’il habite; la moitié en est plongée
dans les ténèbres, quand l’autre est éclairée. Les peuples de l’Europe ont fait des progrès
étonnans dans ce qu’on appelle les arts et les sciences, et ils semblent dans l’ignorance

32
des premières notions de la morale publique. Ils connoissent tout, excepté leurs droits
et leurs devoirs. D’où vient ce mêlange de génie et de stupidité? De ce que, pour cher-
cher à se rendre habile dans les arts, il ne faut que suivre ses passions, tandis que, pour
défendre ses droits et respecter ceux d’autrui, il faut les vaincre. Il en est une autre rai-
son: c’est que les rois qui font le destin de la terre ne craignent ni les grands géomètres,
ni les grands peintres, ni les grands poètes, et qu’ils redoutent les philosophes rigides,
et les défenseurs de l’humanité.
Cependant le genre humain est dans un état violent qui ne peut être durable. La raison
humaine marche depuis longtemps contre les trônes, à pas lents, et par des routes
détournées, mais sûres. Le génie menace le despotisme alors même qu’il semble le
caresser; il n’est plus guères défendu que par l’habitude et par la terreur, et surtout par
l’appui que lui prête la ligue des riches, et de tous les oppresseurs subalternes qu’épou-
vante le caractère imposant de la Révolution française.
Le peuple français semble avoir devancé de deux mille ans le reste de l’espèce humaine;
on seroit tenté même de le regarder, au milieu d’elle, comme une espèce différente.
L’Europe est à genoux devant les ombres des tyrans que nous punissons.
En Europe, un laboureur, un artisan est un animal dressé pour les plaisirs d’un noble;
en France, les nobles cherchent à se transformer en laboureurs et en artisans, et ne peu-
vent pas même obtenir cet honneur.
L’Europe ne conçoit pas qu’on puisse vivre sans rois, sans nobles; et nous, que l’on
puisse vivre avec eux.
L’Europe prodigue son sang pour river les chaînes de l’humanité; et nous pour les bri-
ser.
Nos sublimes voisins entretiennent gravement l’univers de la santé du roi, de ses diver-
tissemens, de ses voyages; ils veulent absolument apprendre à la postérité à quelle
heure il a dîné, à quel moment il est revenu de la chasse; quelle est la terre heureuse qui,
à chaque instant du jour, eut l’honneur d’être foulée par ses pieds augustes; quels sont
les noms des esclaves privilégiés qui ont paru, en sa présence, au lever, au coucher du
soleil.
Nous lui apprendrons, nous, les noms et les vertus des héros morts en combattant pour
la liberté; nous lui apprendrons dans quelle terre les derniers satellites des tyrans ont
mordu la poussière; nous lui apprendrons à quelle heure a sonné le trépas des oppres-
seurs du monde.
Oui, cette terre délicieuse que nous habitons, et que la nature caresse avec prédilection,
est faite pour être le domaine de la liberté et du bonheur; ce peuple sensible et fier est
vraiment né pour la gloire et pour la vertu92.

1.4 – La dimensione sociale. Felicità e eguaglianza

La dimensione sociale della felicità del cittadino robespierriano postula una


comunità di piccoli produttori indipendenti («artisans» e «laboureurs93»), di pic-
coli commercianti onesti («boutiquiers94» … «patriotes») e di salariati («sala-

la nozione di felicità in robespierre 33


riés», «prolétaires»95), che possano, attraverso il loro lavoro, soddisfare le neces-
sità fondamentali della vita, in primo luogo il diritto alla sussistenza96. Postula
una comunità sobria e solidale, in cui la politica intervenga a ridurre le disugua-
glianze eccessive e ad assicurare a tutti lavoro, istruzione, tutela di fronte alla
malattia e alla vecchiaia. Le posizioni di Robespierre sono molto vicine a quelle
che si possono riscontrare in alcuni documenti della sanculotteria97. Sono in sin-
tonia con le istanze egualitarie della sensibilità popolare98.
Sotto questo profilo, condividiamo le valutazioni di Florence Gauthier99. La for-
mula «économie politique populaire», su cui Florence Gauthier ha richiamato
l’attenzione, coglie indubbiamente aspetti comuni alla sensibilità sanculotta e
all’ideologia robespierriana100. Va rilevato, però, un netto dissenso da parte di
Robespierre rispetto alle richieste più radicali della sanculotteria, quelle – per
intenderci – che insistono sul partage101 e prefigurano le successive teorizzazioni
comuniste di Babeuf. Si tratta di un dissenso strategico e non di un dissenso tat-
tico.
Robespierre è profondamente convinto che l’eguaglianza assoluta delle fortu-
ne sia una chimera, una chimera – tra l’altro – non necessaria alla felicità dell’in-
dividuo e alla felicità della collettività. La «loi agraire», la «communauté», sono
spauracchi agitati da coloro che si oppongono alla riduzione delle ineguaglianze
esistenti:

Toute institution qui tend à augmenter l’inégalité des fortunes est mauvaise et
contraire au bonheur social. Je sais bien qu’il est impossible d’établir une égalité par-
faite dans les portions et que mille causes différentes doivent nécessairement la déran-
ger plus ou moins, mais je dis que le but des loix doit être de la maintenir autant que la
nature des choses le permet, et qu’elles violent tous les principes de la raison lorsqu’el-
les s’efforcent elles-mêmes de la troubler. L’égalité est la source de tous les biens: l’ex-
trême inégalité est la source de tous les maux. C’est elle que suit les tyrans et les escla-
ves, les oppresseurs et les opprimés: c’est par elle que l’homme avilit l’homme, et fait
de son semblable l’instrument de son orgueil, le jouet de ses passions ou le complice
de ses crimes. Quelle vertu, quel bonheur peut exister dans un pays où une classe d’in-
dividus peuvent dévorer la substance de plusieurs millions d’hommes. Les grandes
richesses enfantent les excès du luxe et des voluptés qui corrompent à la fois, et ceux
qui les possèdent, et ceux qui les envient; alors la vertu est méprisée, la richesse seule
est un honneur. Les loix elles-mêmes ne sont plus que des instrumens entre les mains
des riches, pour opprimer les pauvres; en vain on dit aux uns et aux autres qu’ils sont
nés égaux. Une fatale expérience les dément tous les jours; l’homme a perdu l’idée de
ses droits, et le sentiment de sa dignité; les loix éternelles de la justice et de la nature
ne sont plus regardées que comme des chimères, et ceux qui osent les réclamer sont
regardés comme des insensés, s’ils ne sont traités comme des séditieux. Législateurs,
vous n’avez rien fait pour la liberté, si vos loix ne tendent à diminuer, par des moyens
doux et efficaces, l’extrême inégalité des fortunes102.

34
Plus l’expérience a démenti cette extravagante imposture, plus ils se sont obstinés à la
reproduire, comme si les défenseurs de la liberté étoient des insensés capables de
concevoir un projet également dangereux, injuste et impraticable; comme s’ils igno-
raient que l’égalité des biens est essentillement impossible dans la société civile; qu’elle
suppose nécessairement la communauté qui est encore plus visiblement chimérique
parmi nous, comme s’il étoit un seul homme doué de quelque industrie dont l’intérêt
personnel ne fût pas contrarié par ce projet extravagant. Nous voulons l’égalité des
droits parce que sans elle, il n’est ni liberté, ni bonheur social: quant à la fortune, dès
qu’une fois la société a rempli l’obligation d’assurer à ses membres le nécessaire et la
subsistance, par le travail, ce ne sont pas les citoyens que l’opulence n’a pas déjà corrom-
pus, ce ne sont pas les amis de la liberté qui la désirent; Aristide n’auroit point envié les
trésors de Crassus. Il est pour les âmes pures ou élevées des biens plus précieux que
ceux-là. Les richesses qui conduisent à tant de corruption, sont plus nuisibles à ceux
qui les possèdent qu’à ceux qui en sont privés103.

Mais nous n’en sommes pas moins convaincus que l’égalité des biens est une chimère.
Pour moi, je la crois moins nécessaire encore au bonheur privé qu’à la félicité publi-
que104.

La riduzione delle eccessive ineguaglianze nelle proprietà e un’equilibrata distri-


buzione della ricchezza prodotta, contribuiranno al «bonheur des citoyens» e
garantiranno la «tranquillité publique»:

Et vous, législateurs, souvenez-vous, que vous n’êtes point les représentants d’une caste
privilégiée, mais ceux du peuple français, n’oubliez pas que la source de l’ordre, c’est la
justice; que le plus sûr garant de la tranquillité publique, c’est le bonheur des citoyens,
et que les longues convulsions qui déchirent les Etats ne sont que le combat des préju-
gés contre les principes, de l’égoïsme contre l’intérêt général; de l’orgueil et des pas-
sions des hommes puissans, contre les droits et contre les besoins des foibles105.

Il vero aspetto negativo che presenta la ricchezza è corrompere l’animo umano,


instillando al suo interno egoismo, orgoglio, venalità:

J’observerois que ce sont le pouvoir et l’opulence qui enfantent l’orgueil et tous les vices;
que c’est le travail, la médiocrité, la pauvreté qui est la gardienne de la vertu106.

La ricchezza rende l’uomo vizioso. I vizi sono i veri nemici della vita in società107.
L’«opulence» è vista sia come conseguenza di una colpa morale («crime») che
come sua punizione:

Les sans-culottes, toujours dirigés par l’amour de l’humanité, ont suivi pour règle les
véritables principes de l’ordre social, n’ont jamais prétendu à une égalité de fortune,
mais à une égalité de droits et de bonheur. Une partie des défenseurs du peuple s’est

la nozione di felicità in robespierre 35


laissée corrompre; moi aussi, j’aurais pu troquer mon âme contre l’opulence; mais je
regarde l’opulence non seulement comme le prix du crime, mais encore comme la
punition du crime, et je veux être pauvre pour n’être point malheureux108.

Robespierre, in alcune occasioni, afferma di non voler eliminare l’«opulence» («il


s’agit bien plus de rendre la pauvreté honorable, que de proscrire l’opulence109»).
Queste affermazioni, però, sembrano dettate da cautele politiche. Il giudizio
morale che fa pesare sui ricchi è profondamente negativo. La ricchezza, nella gran
parte delle occasioni, viene indicata come foriera di egoismo, il peggiore fra i vizi:

J’ai demandé la parole dans la dernière séance, pour proposer des articles additionnels
importants, qui tiennent à la déclaration des droits de l’homme et du citoyen; je vais
commencer par en indiquer quelques-uns nécessaires à la garantie des propriétés. Que
ce mot n’allarme personne. Riches! Egoïstes! je ne veux pas toucher à vos fortunes110.

In un’altra versione dello stesso intervento (24 aprile 1793) Robespierre si rivolge
ai ricchi, apostrofandoli «âmes de boue»:

Que ce mot n’alarme personne: âmes de boue, qui n’estimez que l’or, je ne veux point
toucher à vos trésors, quelqu’impure qu’en soit la source111.

I ricchi non sono toccati da quei sentimenti positivi, che permettono di legarsi
affettivamente ai propri simili:

Mais est-ce bien sur ceux qui ne payent point le marc d’argent qu’elles [vos proscrip-
tions] doivent tomber, ou sur ceux qui payent beaucoup au-delà? Oui; en dépit de toute
votre prévention en faveur des vertus que donne la richesse, j’ose croire que vous en
trouverez autant dans la classe des citoyens les moins aisés que dans celle des plus opu-
lens! Croyez-vous de bonne foi qu’une vie dure et laborieuse enfante plus de vices que
la molesse, le luxe et l’ambition? et avez-vous moins de confiance dans la probité de nos
artisans et de nos laboureurs, qui suivant votre tarif ne seront presque jamais citoyens
actifs, que dans celle des traitans, des courtisans, de ceux que vous appelliez grands sei-
gneurs qui, d’après le même tarif le seroient six cents fois? je veux venger une fois ceux
que vous nommez le peuple de ces calomnies sacrilèges.
Etes-vous donc fait pour l’apprécier, et pour connoître les hommes, vous qui, depuis
que votre raison s’est développée, ne les avez jugés que d’après les idées absurdes du
despotisme et de l’orgueil féodal; vous qui accoutumés au jargon bizarre qu’il a inventé,
avez trouvé simple de dégrader la plus grande partie du genre humain, par les mots de
canaille, de populace; vous, qui avez révélé au monde qu’il existoit des gens sans nais-
sance, comme si tous les hommes qui vivent n’étoient pas nés; des gens de rien qui
étoient des hommes de mérite, et d’honnêtes gens, des gens comme il faut qui étoient les
plus vils et les plus corrompus de tous les hommes. Ah! sans doute, on peut vous per-
mettre de ne pas rendre au peuple toute la justice qui lui est due. Pour moi, j’atteste tous

36
ceux que l’instinct d’une âme noble et sensible a rapprochés de lui et rendus dignes de
connoître et d’aimer l’égalité, qu’en général il n’y a rien d’aussi juste ni d’aussi bon que
le peuple, toutes les fois qu’il n’est point irrité par l’excès de l’oppression; qu’il est recon-
noissant des plus foibles égards qu’on lui témoigne, du moindre bien qu’on lui fait, du
mal même qu’on ne lui fait pas; que c’est chez lui qu’on trouve, sous des dehors que
nous appellons grossiers, des âmes franches et droites, un bon sens et une énergie que
l’on chercheroit long-tems en vain dans la classe qui le dédaigne. Le peuple ne demande
que le nécessaire, il ne veut que justice et tranquillité; les riches prétendent à tout, ils
veulent tout envahir et tout dominer. Les abus sont l’ouvrage et le domaine des riches,
ils sont les fléaux du peuple: l’intérêt du peuple est l’intérêt général, celui des riches est
l’intérêt particulier; et vous voulez rendre le peuple nul et les riches tout-puissans112!

Il generico attacco ai ricchi si trasforma sovente, nelle parole di Robespierre, in


un’accesa polemica nei confronti dei «bourgeois113». «Aristocratie bourgeoise114»,
«bourgeoisie aristocratique», «bourgeois aristocrates», «riches bourgeois»,
«bourgeois orgueilleux», «bourgeois aisés», «bourgeois égoïstes», sono le
espressioni con cui vengono condotti gli attacchi ai borghesi115. La borghesia viene
equiparata alla «aristocratie nobiliaire et ecclésiastique»116.
La virtù e di conseguenza la felicità si riscontrano nel lavoro, nella mediocrità,
nella povertà117. Chi è ricco è colpevole ed infelice118.
L’eguaglianza robespierriana non è eguaglianza di beni ma eguaglianza di
diritti e di felicità. Il possesso di grandi quantità di beni influisce negativamente
sul grado di felicità. Con la ricchezza aumentano i bisogni e le passioni negative.
Più si diventa ricchi, più ci si sente poveri:

Sans doute le Dieu bienfaisant qui s’est montré aux hommes, sous les dehors de la pau-
vreté, a ordonné à tous les hommes de se secourir mutuellement; il a ordonné aux
riches de secourir de leurs richesses leurs semblables, maltraités par les abus qui font
si peu de riches, et tant de pauvres: mais il n’a pas voulu que les ministres de son culte
fussent eux-mêmes opulens. Il savoit que dès le moment où ils s’enrichiroient, ils
contracteroient tous les vices qui forment le cortège ordinaire de l’opulence, et qu’ils
perdroient toutes leurs vertus, sans en excepter la bienfaisance et la charité. Il savoit
que, si les riches peuvent faire du bien, ils le veulent rarement; non-seulement parce
que l’abondance et les plaisirs qui les environnent les rendent inaccessibles au senti-
ment des misères humaines, mais, parce que leurs besoins et leurs passions croissant
toujours avec leurs richesses, ils deviennent pauvres eux-mêmes, au sein de l’oppu-
lence; et sans doute, ce n’est point en vain qu’il a donné à ceux qui devoient être les
ministres de son culte, l’exemple d’une pauvreté différente119.

La ricchezza è contraria all’idea robespierriana di felicità, in quanto corrompe gli


animi, instillando i vizi ed eliminando le virtù. Una vita parca e dignitosa120,
sostentata da un lavoro autonomo – Robespierre ha in mente l’artigiano sanculot-
to ed il contadino indipendente – sono gli ideali proposti121. Lavorare autonoma-

la nozione di felicità in robespierre 37


mente non alimenta la ricchezza, bensì qualcosa il cui valore è molto più alto: l’in-
dipendenza d’idee e di giudizio, che porta con sé la saggezza politica:

L’indépendance et la probité se mesurent-elles sur la fortune? Un artisan, un laboureur,


qui paient 10 journées de travail: voilà des hommes plus indépendans que le riche,
parce que leurs besoins sont encore plus bornés que leur fortune. […]
Faites donc disparoître les distinctions offensantes attachées à l’exercice des droits poli-
tiques. Rendez aux élections toute la liberté dont elles ont besoin pour être bonnes. Car
le laboureur honnête, ainsi que l’artisan feront des choix plus propres au bonheur et à
la sûreté sociale, que vos riches qui sont tourmentés par des passions et des préjugés
d’un autre genre bien plus dangereux pour la liberté122.

Le sang de trois cent mille Français a déjà coulé; le sang de trois cent mille autres va
peut-être couler encore, afin que le simple laboureur ne puisse siéger au sénat à côté
du riche marchand de grains; afin que l’artisan ne puisse voter dans les assemblées du
peuple à côté de l’illustre négociant, ou du présomptueux avocat, et que le pauvre, intel-
ligent et vertueux, ne puisse garder l’attitude d’un homme, en présence du riche, imbé-
cile et corrompu! Insensés! qui appelez des maîtres, pour ne point avoir d’égaux,
croyez-vous donc que les tyrans adopteront tous les calculs de votre triste vanité, et de
votre lâche cupidité? Croyez-vous que le peuple qui a conquis la liberté, qui versoit son
sang pour la patrie quand vous dormiez dans la mollesse, ou que vous conspiriez dans
les ténèbres, se laissera enchaîner, affamer, égorger par vous123?

Come abbiamo accennato, è compito del legislatore intervenire sull’eccessiva ine-


guaglianza delle fortune:

Vous n’avez donc rien fait pour le bonheur public, si toutes vos lois, si toutes vos insti-
tutions ne tendent pas à détruire cette trop grande inégalité des fortunes124.

Nello specifico, Robespierre insiste – tenendo come punto di riferimento il dirit-


to naturale all’esistenza125 – sulla riforma egualitaria del diritto successorio126, sul-
l’imposta progressiva127 e su alcuni diritti sociali, i quali saranno successivamen-
te elaborati e sviluppati dalle correnti democratiche e socialiste del XIX e del XX
secolo: il diritto al lavoro, il diritto alla protezione della vecchiaia, il diritto alla
salute, il diritto all’istruzione.
Alcuni articoli del progetto di Déclaration des droits de l’homme et du citoyen,
redatto da Robespierre, chiamano in causa esplicitamente questi diritti:

Art. X: La société est obligée de pourvoir à la subsistance de tous ses membres, soit en
leur procurant du travail, soit en assurant les moyens d’exister à ceux qui sont hors
d’état de travailler.

38
Art. XI: Les secours indispensables à celui qui manque du nécessaire sont une dette de
celui qui possède le superflu: il appartient à la loi de déterminer la manière dont cette
dette doit être acquittée.
Art. XII: Les citoyens, dont les revenus n’excèdent point ce qui est nécessaire à leur sub-
sistance, sont dispensés de contribuer aux dépenses publiques. Les autres doivent les
supporter progressivement, selon l’étendue de leur fortune.
Art. XIII: La société doit favoriser de tout son pouvoir les progrès de la raison publique,
et mettre l’instruction à portée de tous les citoyens128.

La soddisfazione dei diritti sociali è parte integrante della felicità del cittadino
robespierriano e dà corpo – insieme alle altre componenti, che stiamo via via evi-
denziando – all’ideale di «bonheur partagé, frugal […] accessible à tous», di cui parla
J. Bart, con riferimento alla formula bonheur commun129.

1.5 – La dimensione politica

La dimensione politica della felicità del cittadino si realizza attraverso l’esercizio


della sovranità. Nel concreto, attraverso il voto, la partecipazione alla vita delle
sezioni e delle società popolari, il controllo dei «mandataires130», il diritto di peti-
zione, l’inclusione nei ranghi della guardia nazionale131 e – in estrema ratio – il dirit-
to di insurrezione132.
Un capitolo a parte – che richiama le questioni sollevate da Hannah Arendt a
proposito della nozione di felicità in Jefferson133 – riguarda il «bonheur» di poter
contribuire alla «félicité» di tutti i cittadini esercitando funzioni pubbliche134.
Anche la partecipazione alle feste nazionali può essere fatta rientrare nella dimen-
sione politica della felicità del cittadino.
Da alcune (e fondamentali) articolazioni della dimensione politica della feli-
cità sono escluse le donne. Robespierre non si pronuncia mai a favore dell’esten-
sione dei diritti politici alle donne135. Il ruolo delle «citoyennes» è quello di madri,
spose, sorelle, educatrici136.
La loro felicità sta solo ed esclusivamente nel contribuire alla felicità del citta-
dino maschio? È una domanda a cui, in questo momento, non ci sentiamo di dare
una risposta definitiva (o almeno pienamente convincente per noi stessi) e sulla
quale ci ripromettiamo di tornare nel secondo volume.
La dimensione politica della felicità del cittadino implica la république, la démo-
cratie e la patrie. L’analisi lessicologica permette di seguire analiticamente lo svi-
luppo di questi tre termini nel discorso di Robespierre.
Ciò che qui è sufficiente sottolineare è che il termine démocratie entra tardi (25
gennaio 1792, discorso Sur la guerre) nella produzione robespierriana137 e – alme-
no inizialmente – Robespierre stenta a liberarsi dalle diffidenze che gli derivano
dall’uso rousseauiano del termine démocratie138. L’identificazione démocratie, patrie,

la nozione di felicità in robespierre 39


république viene compiutamente teorizzata solo nel rapporto Sur les principes de
morale politique del 17 piovoso anno II (5 febbraio 1794139).
Il contrappunto negativo della démocratie, della patrie, della république è il despo-
tisme, termine vago, che perde ogni riferimento alla tipologia delle forme di gover-
no elaborata da Montesquieu140 per diventare designante del male assoluto poli-
tico. Despotisme – nel lessico robespierriano – indica non solo ogni potere che non
ha legittimità nella sovranità popolare, ma anche ogni potere nemico della
«morale141».
In estrema sintesi si può affermare che, mentre sulla questione monarchia
–repubblica Robespierre ripropone le considerazioni di Rousseau142, l’assimilazio-
ne repubblica – democrazia presenta tratti di originalità, in cui l’influenza di
Rousseau e quella di Montesquieu si saldano e si amalgamano143. Da Rousseau
Robespierre prende l’idea che la sovranità spetta unicamente ed esclusivamente
al popolo. Rifiuta – nei risultati ultimi della sua teorizzazione – la definizione di
«démocratie», proposta nel Contrat social. Da Montesquieu – che, come è noto,
distingue la «république» in «démocratie» e «aristocratie» – mutua le caratteri-
stiche della «démocratie», indicandola – in base al criterio rousseauiano della
sovranità – come unica forma legittima di governo e quindi come unica forma che
può assumere la «république».
In merito alla patrie, Robespierre – come lo stesso Rousseau in molti suoi scrit-
ti e in piena sintonia con la tradizione repubblicana144 – propone un’interpreta-
zione politica e non culturale o etnica. Nel campo semantico di patrie è fondamen-
tale il nesso con la liberté. La liberté rende patrie una nation 145.
La patrie (la république, la démocratie) è la cornice in cui può fiorire la felicità del
cittadino:

Cependant voilà le véritable caractère du patriotisme. Le bien public, le bonheur de


tous: voilà son unique objet; l’amour de la justice et de l’égalité: voilà sa passion146.

In chiusura, limitiamoci a due citazioni, che evidenziano il nesso felicità – eserci-


zio di funzioni pubbliche:

J’ai de la confiance en des représentans qui, ne pouvant étendre au-delà de deux ans les
vues de leur ambition, seront forcés de la borner à la gloire de servir leur pays et l’hu-
manité, de mériter l’estime et l’amour des citoyens dans le sein desquels ils sont sûrs
de retourner à la fin de leur mission. Deux années de travaux aussi brillans qu’utiles
sur un tel théâtre suffisent à leur gloire. Si la gloire, si le bonheur de placer leurs noms
parmi ceux des bienfaiteurs de la patrie ne leur suffit pas, ils sont corrompus, ils sont
au moins dangereux; il faut bien se garder de leur laisser les moyens d’assouvir un
autre genre d’ambition. Je me défierois de ceux qui, pendant quatre ans, resteroient en
butte aux caresses, aux séductions royales, à la séduction de leur propre pouvoir, enfin
à toutes les tentations de l’orgueil ou de la cupidité147.

40
Croyez, croyez dès-à-présent qu’il existe dans chaque contrée de l’empire, des pères de
famille qui viendront volontiers remplir le ministère de législateurs, pour assurer à
leurs enfants des mœurs, une patrie, le bonheur et la liberté; des citoyens qui se dévoue-
ront volontiers, pendant deux ans, au bonheur de servir leurs concitoyens, et de secou-
rir les opprimés148.

1.6 – La dimensione morale

Dimensione morale e dimensione politica sono, in Robespierre, strettamente


intrecciate. Nell’estate del 1791 Robespierre afferma che la «politique […] des fon-
dateurs de la liberté» non può «être que la morale même149». Nel discorso Sur les
principes de morale politique (17 piovoso anno II: 5 febbraio 1794) viene sottolinea-
to che: «Dans le système de la Révolution française, ce qui est immoral est impo-
litique, ce qui est corrupteur est contre-révolutionnaire150». La controrivoluzio-
ne, prima di essere una «contre-révolution politique» è una «contre-révolution
morale151».
Robespierre rovescia l’impostazione dell’utilitarismo. Non ciò che è utile è
morale, ma ciò che è morale è utile:

De toutes les maximes de la morale, la plus profonde, la plus sublime peut etre, et en
meme tems la plus certaine est celle qui dit: que rien n’est utile, que ce qui est hon-
nête.[…]
Rien n’est utile que ce qui est honnête; cette maxime vraie en morale ne l’est pas moins
en politique152.

L’utilité générale, dites-vous! mais est-il rien d’utile que ce qui est juste et honnête? et
cette maxime éternelle ne s’applique-t-elle pas surtout à l’organisation sociale153?

En fait de politique, rien n’est juste que ce qui est honnête, rien n’est utile que ce qui
est juste154.

L’intérêt social et celui de la justice […] ne peuvent jamais être séparés; car pour décider
une question, il suffit de se rappeller ce seul principe: que rien n’est utile, que ce qui est
honnête et juste155.

All’interno di queste coordinate, la pietra angolare del concetto di felicità robes-


pierriana è la virtù156. In merito, Robespierre si esprime chiaramente fin dal Dis-
cours sur les peines infamantes del 1784:

La vertu produit le bonheur, comme le soleil produit la lumière, tandis que le malheur
sort du crime, comme l’insecte impur nait du sein de la corruption157.

la nozione di felicità in robespierre 41


Il legame virtù-felicità risulta essere necessitante. Siamo nel marzo 1789:

Cet usage trop commun ne fait qu’avilir le peuple qu’on méprise au lieu que le premier
devoir de ceux qui le gouvernent est d’élever, autant qu’il en est en eux, son caractère,
pour lui inspirer le courage et les vertus qui sont la source du bonheur sociale158.

L’Essere supremo ha creato l’uomo in modo da condurlo alla felicità seguendo la


strada della virtù:

Il [l’Être suprême] a créé l’univers pour publier sa puissance; il a créé les hommes pour
s’aider, pour s’aimer mutuellement, et pour arriver au bonheur par la route de la
vertu159.

Robespierre recepisce il legame virtù-felicità dalla tradizione settecentesca. In par-


ticolare da Rousseau e da Mably160. Le radici sono però molto più lontane e rinvia-
no al concetto di eudaimonia aristotelico, che ha il suo centro nell’amicizia. L’ eudai-
monia è il legame di anime sensibili. La felicità è essere virtuosi disinteressata-
mente161.
Rinviano anche – e forse soprattutto – allo stoicismo e al grande sogno stoico,
che attraversa il XVIII secolo162.
Nel Settecento molti illuministi considerano come essenza della virtù, gene-
rosità e amore per il prossimo. Mauzi mette a fuoco chiaramente questo signifi-
cato settecentesco di virtù:

Sur la définition de la vertu, le siècle [XVIII] est unanime. Elle consiste à accorder un
avantage au bonheur d’autrui sur notre bonheur propre. Elle désigne exclusivement
une aptitude sociale163.

Questa definizione di virtù rientra nella virtù robespierriana, ma non la esauri-


sce.
Generosità e bienfaisance vengono considerati dei valori da Robespierre:

Il y a deux sortes d’égoïsme; l’un, vil, cruel, qui isole l’homme de ses semblables, qui
cherche un bien-être exclusif acheté par la misère d’autrui: l’autre, généreux, bienfai-
sant, qui confond notre bonheur dans le bonheur de tous, qui attache notre gloire à
celle de la patrie. Le premier fait les oppresseurs et les tyrans: le second, les défenseurs
de l’humanité164.
Ma la virtù come bienfaisance, amore per il prossimo, filantropia soprattutto nei
confronti di chi è svantaggiato – tema molto sentito nel XVIII secolo165 – è, seppur
nella sua importanza, solo una parte della virtù robespierriana.
Robespierre aggiunge alla vertu-bienfaisance una latitudine politica, che rece-
pisce la lezione di Montesquieu e di Rousseau166.
La virtù è amore della patria e dell’uguaglianza:

42
Or, quel est le principe fondamental du gouvernement démocratique ou populaire,
c’est-à-dire, le ressort essentiel qui le soutient et qui le fait mouvoir? C’est la vertu; je
parle de la vertu publique qui opéra tant de prodiges dans la Grèce et dans Rome, et qui
doit en produire de bien plus étonnans dans la France républicaine; de cette vertu qui
n’est autre chose que l’amour de la patrie et de ses lois.
Mais comme l’essence de la République ou de la démocratie est l’égalité, il s’ensuit que
l’amour de la patrie embrasse nécessairement l’amour de l’égalité.
Il est vrai encore que ce sentiment sublime suppose la préférence de l’intérêt public à
tous les intérêts particuliers; d’où il résulte que l’amour de la patrie suppose encore ou
produit toutes les vertus167.

Le leggi168, all’interno di questi orizzonti, devono promuovere la felicità:

C’est une loi qui n’en est point une puisqu’elle porte le caractère contradictoire à toute
loi dont l’esprit et le but doivent être de procurer le bonheur et la sécurité au plus grand
nombre possible d’individus169.

Ma in che modo intervengono le leggi sulla felicità? Reprimendo le passioni nega-


tive ed incentivando le passioni positive, reprimendo il vizio ed incentivando la
virtù170:

La majorité des soldats est bonne: c’est pour cela qu’il faut prendre les moyens de la
conserver telle. Le législateur ne doit pas se reposer sur les vertus des hommes; puis-
que ces vertus rendent son ministère inutile, sa seule mission est de les garantir contre
leurs propres foiblesses, et d’enchaîner ou de diriger leurs passions par des lois sages171.

Il medesimo pensiero è espresso nella seduta del 2 dicembre 1792, Sur les subsistan-
ces:

Sans doute si tous les hommes étoient justes et vertueux; si jamais la cupidité n’étoit ten-
tée de dévorer la substance du peuple; si dociles à la voix de la raison et de la nature, tous
les riches se regardoient comme les économes de la société, ou comme les frères du pau-
vre, on pourroit ne reconnaître d’autre loi que la liberté la plus illimitée; mais s’il est vrai
que l’avarice peut spéculer sur la misère, et la tyrannie elle-même sur le désespoir du
peuple; s’il est vrai que toutes les passions déclarent la guerre à l’humanité souffrante,
pourquoi les lois ne réprimeroient-elles pas ces abus172?

E nella seduta del 17 piovoso anno II (5 febbraio 1794):

Nous voulons un ordre de choses où toutes les passions basses et cruelles soient enchaî-
nées, toutes les passions bienfaisantes et généreuses éveillées par les lois […] Puisque
l’âme de la République est la vertu, l’égalité, et que votre but est de fonder, de consoli-
der la République, il s’ensuit que la première règle de votre conduite politique doit être

la nozione di felicità in robespierre 43


de rapporter toutes vos opérations au maintien de l’égalité et au développement de la
vertu; car le premier soin du législateur doit être de fortifier le principe du gouverne-
ment. Ainsi tout ce qui tend à exciter l’amour de la patrie, à purifier les mœurs, à élever
les âmes, à diriger les passions du cœur humain vers l’intérêt public, doit être adopté
ou établi par vous. Tout ce qui tend à les concentrer dans l’abjection du moi personnel,
à réveiller l’engouement pour les petites choses et le mépris des grandes, doit être rejeté
ou réprimé par vous. Dans le système de la Révolution française, ce qui est immoral est
impolitique, ce qui est corrupteur est contre-révolutionnaire173.

In un passo del discorso Sur la Constitution, Robespierre sintetizza così le sue stra-
tegie argomentative: esistono due generi di passioni («les passions de l’honnê-
teté» e «les passions de l’homme puissant»). Le passioni negative e le leggi buone
sono antagoniste:

Si je daignois répondre à des préjugés absurdes et barbares, j’observerois que ce sont le


pouvoir et l’opulence qui enfantent l’orgueil et tous les vices; que c’est le travail, la
médiocrité, la pauvreté qui est la gardienne de la vertu; que les vœux du foible n’ont
pour objet que la justice et la protection des loix bienfaisantes; qu’il n’estime que les
passions de l’honnêteté; que les passions de l’homme puissant tendent à s’élever au-
dessus des loix justes, ou à en créer de tyranniques; je dirois enfin que la misère des
citoyens n’est autre chose que le crime des gouvernemens174.

Se si è schiavi delle passioni non si è liberi. Se si è schiavi delle passioni non si è


liberi, né virtuosi, né felici:

Ce qui constitue la République, ce n’est ni la pompe des dénominations, ni la victoire,


ni la richesse, ni l’enthousiasme passager; c’est la sagesse des loix, et sur-tout la bonté
des moeurs; c’est la pureté et la stabilité des maximes du gouvernement. Les loix sont
à faire, les maximes du gouvernement à assurer, les moeurs à régénérer. Si l’une de ces
choses manque, il n’y a dans un État, qu’erreurs, orgueil, passions, factions, ambition,
cupidité: la République, alors, loin de réprimer les vices ne fait que leur donner un plus
libre essor, et les vices ramènent nécessairement à la tyrannie. Quiconque n’est pas
maître de soi, est fait pour être l’esclave des autres: c’est une vérité pour les peuples
comme pour les individus175.

Le leggi promuovono la fioritura della felicità, in quanto reprimono le passioni


nemiche della libertà e della virtù. La virtù, a sua volta, dirige il cittadino verso
l’obbedienza alla legge.
La virtù, nell’impostazione robespierriana, ha il compito di legare il cittadino
ai suoi simili, alla patria ed alle leggi. Essendo virtuosi si è, nel contempo, felici.
La «vertu civique» o «vertu publique» è la madre di tutte le virtù. Essa è
«amour de la patrie», «amour de l’égalité», «préférence de l’intérêt public à tous
les intérêts particuliers». È amore della «patrie», della «République», della

44
«démocratie» (i tre termini, come abbiamo detto, nelle formulazioni più mature
del pensiero robespierriano, si equivalgono). È «la force de l’âme», che rende il
«citoyen» «capable» dei «sacrifices» per la «patrie», per la «République», per la
«démocratie». La «vertu civique»/«vertu publique» promuove e in essa si riflet-
tono tutte le virtù: «l’amour de la patrie suppose encore ou produit toutes les ver-
tus176».
Le virtù del cittadino sono «vertus républicaines», «vertus sociales». Se si
rivolgono alla sfera privata, sono «vertus domestiques», «vertus privées», «ver-
tus personnelles». Se si rivolgono alla sfera pubblica, sono «vertus publiques»,
«vertus civiques», «vertus républicaines».
Virtù pubbliche e virtù private sono strettamente connesse e hanno il loro cen-
tro nella «vertu politique177»:

Un homme qui manque de vertus publiques ne peut avoir des vertus privées178.

Nel concreto, però, la distinzione fra virtù pubbliche e virtù private non è così
netta. Il dispiegarsi delle virtù pubbliche e delle virtù private è più articolato e
complesso di questa schematica distinzione. Esistono virtù pubbliche, che sono
in rapporto con lo stato e virtù pubbliche in rapporto con gli altri cittadini. Ci sono
virtù che possono avere sia aspetti pubblici che privati. Ci sono virtù individuali
e virtù relazionali.

Secondo Robespierre, le virtù pubbliche in rapporto allo stato/alla politica


sono: la bonne foi, le civisme, le courage, le désintéressement, l’héroïsme, la honnêteté, le
patriotisme, la probité, la sagesse, le stoïcisme, l’union, l’amour de (pour) la patrie, l’amour
de (pour) l’égalité, l’amour de (pour) la justice, l’amour de (pour) la liberté179.
Le virtù pubbliche in rapporto agli altri cittadini (virtù relazionali) sono: l’ami-
tié, la charité, la générosité, la magnanimité, le respect, l’amour de (pour) l’humanité.
Nella lista delle virtù pubbliche bisogna annoverare anche una virtù di guer-
ra: la valeur180. Anche il courage alle volte è espresso come una virtù di carattere
militare.
Virtù che si possono considerare sia pubbliche che private (o in parte pubbli-
che ed in parte private) sono: le bon sens, la gloire, la modération, la patience.
Le virtù private individuali sono: la candeur, la frugalité, la modestie, la naïveté,
la pudeur, la temperance.
Le virtù private con chiaro riferimento alla sfera domestica e familiare (virtù
private relazionali) sono: la chasteté, la foi (o fidelité) conjugale, l’amour paternel, la
tendresse (o l’amour) maternel(le), la piété filiale.

Il combinato disposto delle virtù pubbliche e delle virtù private ci permette di


disegnare la felicità del cittadino.

la nozione di felicità in robespierre 45


1.7 – La dimensione religiosa

La dimensione religiosa è parte integrante della felicità robespierriana. Il Discours


au peuple réuni pour la fête de l’Être suprême del 20 pratile anno II (8 giugno 1794) ci
conduce al cuore della questione:

Il [l’Être suprême] n’a point créé les rois pour dévorer l’espèce humaine; il n’a point créé
les prêtres pour nous atteler comme de vils animaux au char des rois, et pour donner
au monde l’exemple de la bassesse, de l’orgueil, de la perfidie, de l’avarice, de la débau-
che et du mensonge; mais il a créé l’univers pour publier sa puissance; il a créé les hom-
mes pour s’aider, pour s’aimer mutuellement, et pour arriver au bonheur par la route
de la vertu181.

La felicità è un dono celeste, che l’uomo deve sviluppare con le proprie forze e
capacità. Come si può notare, ritorna il tema del reciproco aiuto, qui messo sotto
l’egida divina. Torna, inoltre, il tema centrale della virtù (contrapposta ai vizi182).
Nello stesso discorso Robespierre parla di «chaîne immense d’amour»:

L’auteur de la nature avoit lié tous les mortels par une chaîne immense d’amour et de
félicité; périssent les tyrans qui ont osé le briser183!

L’amore nei confronti dei propri simili è un sentimento che l’Essere supremo ha
donato all’uomo e che sta alla base della felicità. Robespierre crede fermamente
nell’esistenza di Dio e nell’immortalità dell’anima. Le due idee sono a vantaggio
sia dell’individuo – come consolazione, come sprone alle virtù private, come sup-
porto nei momenti difficili – sia della comunità:

L’idée de l’Etre suprême et de l’immortalité de l’âme est un rappel continuel à la justice;


elle est donc sociale et républicaine. La Nature a mis dans l’homme le sentiment du
plaisir et de la douleur qui le force à fuir les objets physiques qui lui sont nuisibles, et
à chercher ceux qui lui conviennent. Le chef-d’œuvre de la société seroit de créer en lui,
pour les choses morales, un instinct rapide qui, sans le secours tardif du raisonnement,
le portât à faire le bien et à éviter le mal; car la raison particulière de chaque homme
égaré par ses passions, n’est souvent qu’un sophiste qui plaide leur cause, et l’autorité
de l’homme peut toujours être attaquée par l’amour-propre de l’homme. Or ce qui pro-
duit ou remplace cet instinct précieux, ce qui supplée à l’insuffisance de l’autorité
humaine, c’est le sentiment religieux qu’imprime dans les âmes l’idée d’une sanction
donnée aux préceptes de la morale par une puissance supérieure à l’homme184.

Il legame fra l’Essere Supremo (Dio), la morale e la felicità pervade il pensiero di


Robespierre durante tutto il corso della sua carriera politica e – verosimilmente –
della sua vita. Un esempio tratto dal Discours sur les peines infamantes del 1784 –
dopo aver citato esempi tratti dal 1794 – può supportare le nostre affermazioni:

46
Les loix de l’être suprême n’ont pas besoin d’autre sanction, que des suites naturelles
qu’il a lui même attachées à l’audace qui les enfreint où à la fidélité qui les respecte185.

Per altri esempi del sentire religioso di Robespierre rinviamo all’ottimo lavoro di
Guillemin186. In questa sede ci limiteremo a ricordare un’attestazione a nostro
avviso particolarmente significativa.
Il 26 marzo 1792 Robespierre così si esprime al Club dei giacobini:

Oui, invoquer le nom de la providence et émettre une idée de l’être éternel qui influe
essentiellement sur les destins des nations, qui me paraît à moi veiller d’une manière
toute particulière sur la révolution française, n’est point une idée trop hasardée, mais
un sentiment de mon cœur, un sentiment qui m’est nécessaire; et comment ne me
serait-il nécessaire à moi qui, livré dans l’assemblée constituante à toutes les passions,
et à toutes les viles intrigues, et environné de tant d’ennemis nombreux, me suis sou-
tenu. Seul avec mon âme, comment aurais-je pu soutenir des travaux qui sont au-des-
sus de la force humaine, si je n’avais point élevé mon âme. Sans trop approfondir cette
idée encourageante, ce sentiment divin m’a bien dédommagé de tous les avantages
offerts à ceux qui voulaient trahir le peuple187.

È in un tessuto di convinzioni radicate e profonde sull’esistenza di Dio e sull’im-


mortalità dell’anima che vanno inserite le note considerazioni politiche sull’atei-
smo, sviluppate da Robespierre il 21 novembre 1793, giorno in cui lancia, dalla tri-
buna dei giacobini, l’offensiva contro la scristianizzazione:

On dira peut-être que je suis un esprit étroit, un homme à préjuges; que sais-je, un
fanatique. J’ai déjà dit que je ne parlois ni comme un individu, ni comme un philoso-
phe systématique, mais comme un représentant du peuple. L’athéisme est aristocrati-
que; l’idée d’un grand être qui veille sur l’innocence opprimée, et qui punit le crime
triomphant, est toute populaire. Le peuple, les malheureux m’applaudissent; si je trou-
vois des censeurs, ce seroit parmi les riches et parmi les coupables. J’ai été, dès le collè-
ge, un assez mauvais catholique; je n’ai jamais été ni un ami froid, ni un défenseur infi-
dèle de l’humanité. Je n’en suis que plus attaché aux idées morales et politiques que je
viens de vous exposer. Si Dieu n’existoit pas, il faudroit l’inventer188.

La felicità prospettata da Robespierre ha una latitudine religiosa, sia perché le idee


religiose sono un aiuto alla felicità (e alla serenità) individuale, sia perché la reli-
gione costituisce la base della morale. La morale, a sua volta, è fondamentale per
giungere alla felicità. Robespierre, nel passo successivo, indica chiaramente come
la propria felicità personale e quella del proprio paese derivino entrambe dalla
volontà celeste:

Le ciel qui me donna une âme passionnée pour la liberté, et qui me fit naître sous la
domination des tyrans, le ciel qui prolongea mon existence jusqu’au règne des factions

la nozione di felicità in robespierre 47


et des crimes, m’appelle peut-être à tracer de mon sang la route qui doit conduire mon
pays au bonheur et à la liberté; j’accepte avec transport cette douce et glorieuse desti-
née189.

La felicità robespierriana non è solamente una felicità mondana ma anche – e


forse soprattutto – una felicità ultraterrena. Se il dolore non può essere comple-
tamente espunto dalla condizione dell’uomo190, l’anima è immortale e le anime
dei giusti e dei buoni (dei cittadini virtuosi191) saranno ricompensate e troveran-
no la piena felicità nella vita dopo la morte:

Ce moment fatal, si amer pour la plupart des hommes, n’a rien qui l’effraie. Ferme et
tranquille sur le bord du tombeau, il met toute sa confiance en l’être suprême dont il a
honoré l’ouvrage périssable. Il se pénètre des sentimens sublimes de la religion qui
offre tant de consolations à l’homme vertueux, lorsqu’il est aux prises avec la mort. Sa
vie n’a été qu’une suite continue de bonnes actions. Il a vécu en sage; il meurt sans
regreter le présent qui lui échappe, et sans craindre l’avenir qui l’attend192.

C’est lui [l’Être suprême] qui plaça dans le sein de l’oppresseur triomphant le remords
et l’épouvante, et dans le coeur de l’innocent opprimé le calme et la fierté: c’est lui qui
force l’homme juste à haïr le méchant, et le méchant à respecter l’homme juste; c’est lui
qui orne de pudeur le front de la beauté pour l’embellir encore; c’est lui qui fait palpi-
ter les entrailles maternelles de tendresse et de joie; c’est lui qui baigne de larmes déli-
cieuses les yeux du fils pressé contre le sein de sa mère; c’est lui qui fait taire les pas-
sions les plus impérieuses et les plus tendres devant l’amour sublime de la patrie; c’est
lui qui a couvert la nature de charmes, de richesses et de majesté: tout ce qui est bon est
son ouvrage ou c’est lui-même; le mal appartient à l’homme dépravé qui opprime ou
qui laisse opprimer ses semblables193.

J’ai vu dans l’histoire tous les défenseurs de la liberté attaqués par la calomnie; mais
leurs oppresseurs sont morts aussi! Les bons et les méchants disparaissent de la terre,
mais à des conditions différentes. Français, ne souffrez pas que vos ennemis osent
abaisser vos âmes (et abreuver vos vertus) par leur désolante doctrine. Non, Chaumette,
non, [Fouché] la mort n’est pas un sommeil éternel. Citoyens, effacez des tombeaux
cette maxime gravée par des mains sacrilèges qui jette un crêpe funèbre sur la nature,
qui décourage l’innocence opprimée, et qui insulte à la mort. Gravez-y plutôt celle-ci:
la mort est le commencement de l’immortalité194.

La dimensione religiosa è tratto caratterizzante della nozione di felicità in Robe-


spierre e segna una netta discontinuità rispetto ad alcuni filoni dell’Illuminismo
– non a caso aspramente criticati da Robespierre stesso195 – e ad altre correnti del
giacobinismo e della rivoluzione francese196. Tra i tanti esempi possibili, ci limi-
teremo qui a ricordare il discorso di Lequinio197 (il testo forse più noto sulla feli-

48
cità, prodotto nel periodo rivoluzionario), che limita rigorosamente la felicità
all’ambito terreno: «Non, Citoyens, il n’est pas point de vie future198».
La dimensione religiosa della nozione di felicità può essere pienamente com-
presa solo alla luce del profondo e autentico teismo di Robespierre199 ed è questio-
ne distinta dalla sacralizzazione della politica200, pur presente nella produzione
robespierriana201.

1.8 – «Bonheur» – «harmonie»202

Robespierre ha in mente una vita regolata e ben ordinata203, che prefiguri una
società armonica. L’educazione204 è la leva su cui intervenire per rendere possibi-
le questo progetto. La morale deve essere insegnata fin dall’infanzia. Si tratta di
rendere l’uomo come si voglia che sia:

Le chef-d’œuvre de la société seroit de créer en lui, pour les choses morales, un instinct
rapide qui, sans le secours tardif du raisonnement, le portât à faire le bien et à éviter le
mal205.

Il vizio ed il disordine sono i nemici da distruggere. La regolamentazione e la


disciplina, o meglio l’autoregolamentazione e l’autodisciplina indotte dall’educa-
zione, portano l’uomo – che è un essere sociale – alla felicità:

Régler sa vie, se plier au joug d’une exacte discipline, sont encore deux habitudes
importantes au bonheur de l’être social. Elles ne peuvent se prendre que dans l’enfance;
acquises à cet âge, elles deviennent une seconde nature.
On calculerait difficilement à quel point une vie réglée et bien ordonnée multiplie
l’existence, moralise les actions de l’homme, fait entrer dans sa conduite ce qui est bien
et la remplit tellement d’actes utiles, qu’il ne reste plus de place, si je puis parler ainsi,
pour tout ce qui est vice ou désordre206.

Il bisogno sentito da Robespierre è quello di eliminare i conflitti, di arrivare –


anche attraverso l’eliminazione fisica dei contro-rivoluzionari e dei falsi rivolu-
zionari corrotti e corruttori – alla «volonté une207».
Il disegno è imporre un unico sistema di vita, un’unica felicità giusta. Si crea,
in linea di principio ed in pratica, un’ortodossia della felicità.
Il progetto mira a portare – o meglio imporre – nella società una heureuse har-
monie:

Les bonnes lois, les lois que j’appele conformes à la nature, c’est-à-dire, à la raison, sont
celles qui établissent cette heureuse harmonie; les mauvaises, sont celles qui la trou-
blent208.

la nozione di felicità in robespierre 49


1.9 – Felicità e libertà

Felicità e libertà sono fini che la società deve perseguire: «l’homme est né pour le
bonheur et pour la liberté209».
La libertà è condizione necessaria per lo sviluppo della felicità:

Moi qui ne connois ni bonheur, ni prospérité, ni moralité pour les hommes, ni pour
les nations sans liberté210.

Tu [Liberté] donneras ton nom sacré à l’une de nos plus belles fêtes, ô toi, fille de la
Nature! mère du bonheur et de la gloire211!

La libertà e il diritto alla conservazione della propria esistenza sono diritti natu-
rali imprescrittibili e fondamentali, da cui derivano tutti gli altri diritti:

Les principaux droits de l’homme sont celui de pourvoir à la conservation de son exis-
tence, et la liberté212.

L’indagine lessicologica – attraverso la rilevazione delle cooccorrenze – evidenzia


che libertà e felicità sono sovente associate nel lessico politico di Robespierre213.
«Liberté» è – tra le parole che compongono il campo semantico della nozione di
felicità – quella che più spesso si trova affiancata a «bonheur» e a «félicité»214.
L’indagine lessicologica, inoltre, documenta – attraverso la rilevazione delle occor-
renze – la centralità di liberté nel lessico politico robespierriano. Solo «peuple» è
parola (piena) più usata di «liberté215».
Ma di che libertà di tratta?
In Robespierre è possibile individuare sia la nozione di libertà negativa che la
nozione di libertà positiva216.

1.9.1 – Libertà negativa

La nozione di libertà negativa – nella riflessione robespierriana – configura


un’area di tutela dell’individuo sia dall’azione arbitraria di altri individui che dal-
l’azione arbitraria dei poteri pubblici. Nel lessico politico di Robespierre, la liber-
tà negativa è indicata con le espressioni «liberté civile», «liberté individuelle».
Ad essa l’autore fa riferimento anche con le lessie «droits civils», «droits indivi-
duels».
Nell’Exposition de mes principes, pubblicata nel primo numero de Le défenseur de
la Constitution (1-18 maggio 1792), Robespierre si sofferma ripetutamente sul valo-
re della «liberté individuelle» e sui diritti civili, che vengono così specificati:
«liberté […] des opinions», «liberté de la presse», «droit de s’assembler paisible-
ment217».

50
Nel periodo precedente alla caduta della monarchia (10 agosto 1792), Robe-
spierre sottolinea più volte l’importanza di queste libertà e, in qualche occasione,
teorizza il primato della libertà civile su ogni altra forma di libertà:

Sans la liberté civile, la liberté politique n’est qu’une chimère ou plutôt celle-ci n’a d’au-
tre objet que d’assurer l’autre, c’est-à-dire, de protéger la personne et la propriété de cha-
que citoyen218.

Nel passo in questione, anche la tutela della proprietà è inserita nell’ambito della
libertà civile.
La distinzione tra «liberté civile» e «liberté politique» rinvia – sotto il profi-
lo lessicale – alla distinzione che ritroveremo in Benjamin Constant (1806,
1819219). Non è una distinzione scontata. Nel XVIII secolo l’opposizione non è tra
«libertà politica» e «libertà civile», ma tra «libertà naturale» e la libertà dell’uo-
mo in società, che a volte è definita «libertà civile», a volte «libertà politica220».
Montesquieu (1748) parla di «liberté politique» nei rapporti con la costitu-
zione e nei rapporti con il cittadino. La distingue dalla «liberté philosophique221».
Rousseau (1762) distingue «liberté naturelle», «liberté civile» e «liberté mora-
le222». All’interno della contrapposizione tra «liberté naturelle» e «liberté civile»,
Rousseau usa talvolta anche l’espressione «liberté politique223».
Nel dibattito attuale, l’espressione «libertà politica» è usata sovente in senso
generico ed inclusivo, per comprendere l’insieme delle libertà dell’individuo inse-
rito in una comunità politica224. Berlin usa la formula «libertà politica» sia per la
libertà negativa che per la libertà positiva225.
I teorici neo-repubblicani (Skinner, Pettit, Viroli) usano con assoluta intercam-
biabilità le espressioni «libertà civile» e «libertà politica» per designare la liber-
tà repubblicana (Pettit, Viroli) o la libertà neo-romana (Skinner), connotate, come è
noto, come «libertà negativa226».
Fatte queste precisazioni lessicali, è legittimo parlare di un Robespierre libe-
rale227?
A noi sembra di no, a prescindere dallo scarto tra enunciazioni e pratica poli-
tica, che è questione sulla quale non intendiamo soffermarci in questa sede. A pre-
scindere – anche – dalle teorizzazioni sulla proprietà, istituzione sociale subordi-
nata al diritto naturale «all’esistenza» e soggetta, conseguentemente, a interven-
ti e interferenze da parte del potere politico228.
La concezione negativa della libertà – riscontrabile in Robespierre – non pro-
pone, come nell’impostazione liberale, un limite preciso ed invalicabile alla sovra-
nità229. Il potere politico ha – in linea di principio – giurisdizione illimitata sul-
l’individuo. L’unica condizione è che sia effettivamente interprete della volontà
generale. Condizione, come è noto, impossibile da verificare e che – nelle concre-
te dinamiche storiche – ha aperto la strada alle sopraffazioni e alle degenerazioni
totalitarie. La fonte è Rousseau, o almeno una delle possibili letture di Rousseau230.

la nozione di felicità in robespierre 51


Si cita spesso231, come testimonianza dell’attenzione di Robespierre per la liber-
tà individuale, il seguente passo del Discours sur la Constitution (10 maggio 1793):

Fuyez la manie ancienne des gouvernemens de vouloir trop gouverner; laissez aux indi-
vidus, laissez aux familles le droit de faire ce qui ne nuit point à autrui; laissez aux com-
munes le pouvoir de régler elles-mêmes leurs propres affaires, en tout ce qui ne tient
point essentiellement à l’administration générale de la république. En un mot, rendez
à la liberté individuelle tout ce qui n’appartient pas naturellement à l’autorité publique,
et vous aurez laissé d’autant moins de prise à l’ambition et à l’arbitraire232.

Ma si dimentica che nello stesso intervento la libertà individuale viene pesante-


mente subordinata al «bien public»:

XII. La Constitution ne veut pas que la loi même puisse garantir la liberté individuelle,
sans aucun profit pour le bien public; elle laisse aux communes le droit de régler leurs
propres affaires, en ce qui ne tient point à l’administration générale de la République233.

L’assenza – nell’arco complessivo della produzione robespierriana e non solo nel-


l’anno secondo – di una tutela precisa della «libertà negativa», lascia perplessi
anche sulle categorie di «libéralisme égalitaire» e «libéralisme humaniste»,
introdotte nel dibattito storiografico sul giacobinismo in particolare da Florence
Gauthier e Jean-Pierre Gross234.

1.9.2 – Libertà positiva

La nozione di libertà positiva presenta in Robespierre tre articolazioni:

a) La prima concerne la partecipazione politica. Il diritto del cittadino di con-


correre – tramite la partecipazione alla vita dei club e delle sezioni, l’elezione dei
rappresentanti, la presentazione di petizioni235 e la sorveglianza sull’operato dei
rappresentanti stessi – alla formazione della legge. Nel lessico di Robespierre, tale
diritto è designato con l’espressione «liberté politique» e con la lessia «droits
politiques». A volte compare l’espressione «égalité politique236». La «liberté poli-
tique» è l’esercizio della «souveraineté».
A volte Robespierre presenta questa libertà come fondamentale237, a volte
come strumentale rispetto alla libertà civile238. Di fatto, le teorizzazioni della rivo-
luzione come lotta tra virtù e vizio e la conseguente esclusione dalla cittadinan-
za239 dei corrotti e dei malvagi, depaupera progressivamente anche la libertà poli-
tica e la relega ad un ruolo sempre più marginale. La distinzione tra «bons cito-
yens240» e «méchants», tra «bons citoyens» ed «ennemis du peuple241», tra
«bons citoyens» e «intrigants242», lasciata alla discrezionalità dei rivoluzionari
puri e virtuosi, travolge sia la «liberté politique» che la «liberté civile».

52
b) La seconda articolazione è strettamente legata alla prima e rinvia alla nozio-
ne di autonomia. Essere liberi significa obbedire a leggi che ci si è dati243. È questa
l’accezione più ristretta della nozione di autonomia e come tale è riscontrabile
nella produzione di Robespierre244. Così interpretata, coincide con la partecipa-
zione politica245. L’autonomia, però, come ha giustamente sottolineato Berlin, può
allargarsi nella direzione dell’autonomia del sé razionale, di un sé razionale supe-
riore e contrapposto all’io empirico246. La teorizzazione della rivoluzione come
lotta tra virtù e vizio implica tale allargamento, ma – allo stato del nostro lavoro –
non siamo in grado di presentare una documentazione precisa ed esauriente, che
comporterebbe l’analisi di tutte le occorrenze del termine liberté e dei suoi deriva-
ti aggettivali. L’unico passo in cui siamo riusciti a riscontrare in modo abbastan-
za puntuale le problematiche sollevate da Berlin è un passo già citato del 26 mag-
gio 1794:

Quiconque n’est pas maître de soi, est fait pour être l’esclave des autres c’est une vérité
pour les peuples comme pour les individus247.

c) La terza articolazione tende a suggerire un’idea di libertà come capacità


(diritti sociali248). La si trova nel Projet de Déclaration dell’aprile 1793 e costituisce
un elemento essenziale del pensiero politico e sociale di Robespierre. In questa
accezione la libertà incrocia la nozione di eguaglianza:

La liberté est le pouvoir qui appartient à l’homme d’exercer, à son gré, toutes ses facul-
tés249.

Tutte queste articolazioni della libertà, da un certo momento in poi (agosto 1792),
tendono a lasciare il campo alla «liberté publique». L’analisi lessicologica eviden-
zia che «publique» è l’aggettivo che si affianca più frequentemente al sostantivo
«liberté250». «Liberté publique» compare per la prima volta nel lessico robespier-
riano nel 1784 nel Discours sur les peines infamantes251 e per la prima volta alla Costi-
tuente il 20 luglio 1789252. L’ultimo cenno è dell’8 termidoro anno II (26 luglio
1794253).
Nel periodo precedente all’agosto 1792, liberté publique tende, il più delle volte,
a designare l’insieme delle libertà politiche e civili, che possono essere minacciate
dal potere254. Dal potere esecutivo in primo luogo, ma anche dal potere legislativo,
se i rappresentanti (commis, délégués, députés, mandataires, représentants) non sono
tenuti sotto il controllo e la vigilanza dei commettants, del souverain (il popolo, tito-
lare unico ed esclusivo della sovranità). Negli anni 1789-1792 liberté publique si
sovrappone e coincide con liberté de la nation, liberté de la patrie, liberté du peuple.
A partire dall’agosto 1792 – con un consolidamento definitivo nell’anno secon-
do – liberté publique diventa salute pubblica, difesa della rivoluzione. Nel lessico
dell’anno secondo, difesa del gouvernement révolutionnaire255 dai nemici interni ed
esterni:

la nozione di felicità in robespierre 53


Sans doute il faut protéger la liberté individuelle; mais s’en suit-il qu’il faille, par des
formes subtiles, laisser périr la liberté publique256?

Le gouvernement constitutionnel s’occupe principalement de la liberté civile: et le gou-


vernement révolutionnaire, de la liberté publique257.

Oui, Montagnards, vous serez toujours le boulevard de la liberté publique258.

Una prima ricognizione lessicologica – ma sarebbe necessaria un’indagine accu-


rata e sistematica – evidenzia il progressivo slittamento semantico e la coinciden-
za che viene a crearsi tra «liberté publique», «salut public», «sûreté publique».
L’affermarsi della «liberté publique» come valore centrale di riferimento spaz-
za via ogni possibilità, per il cittadino, di tutelare sia la «liberté politique» che la
«liberté civile». Tutto viene ricondotto alla discrezionalità della rappresentanza
virtuosa. Rappresentanza legittimata non attraverso le procedure elettorali e la
verifica parlamentare, ma attraverso contenuti etici259. Rappresentanza che ha il
compito di separare, all’interno del popolo, le componenti buone dalle componen-
ti corrotte260 e di rendere i cittadini «heureux et libres261».
Il progetto di una felicità e di una libertà suscitate politicamente da minoran-
ze virtuose e illuminate, depositarie della conoscenza di verità fisse e necessitan-
ti, è parte integrante dei percorsi che portano – tra il XVIII e il XIX secolo – alla teo-
rizzazione della dittatura rivoluzionaria262.

1.10 – Felicità e Terrore

Sul Terrore nella rivoluzione francese, come è noto, si confrontano sostanzialmen-


te due interpretazioni storiografiche:

a) Il Terrore come risposta contingente alle circostanze. È la tesi proposta dalla


scuola «classica» o «progressista». La tradizione che va da J. Michelet (1798-1874)
a A. Soboul (1914-1982), che annovera tra i suoi esponenti più significativi J. Jau-
rès, A. Aulard, A. Mathiez e G. Lefebvre263 e nella quale, tra gli storici viventi, pos-
siamo includere C. Mazauric e M. Vovelle264. Alle «circostanze», come spiegazio-
ne del Terrore, fanno riferimento autori neogiacobini e socialisti dell’Ottocento,
fra i quali L. Blanc, Ph. Buchez e P.-C. Roux, A. Esquiros265 e storici liberali della
Restaurazione, come F. Mignet e A. Thiers266.

b) Il Terrore come conseguenza di un’impostazione ideologica e politica. È la


tesi della scuola revisionista267. Gli storici che si sono impegnati maggiormente
in questa prospettiva d’analisi sono F. Furet (1927-1997) e M. Ozouf268.

54
Precedentemente alla messa a punto revisionista, la spiegazione del Terrore in
chiave di «circostanze» era stata messa in discussione da alcuni autori liberali, a
cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. I testi più significativi sono quelli di Madame de
Staël e di B. Constant269. Nel corso del XIX secolo la contestazione più decisa della
«teoria delle circostanze» – in campo democratico – è sviluppata da E. Quinet, in
La Révolution (1865)270.
La produzione storiografica – come è ovvio – registra prese di posizione arti-
colate, non riconducibili ad appartenenze di scuola. Il caso di Michelet è contro-
verso271. La lettura del Terrore proposta da Lefebvre non può prescindere dalle
acute – e per molti versi insuperate – notazioni sulla folla e la mentalità colletti-
va rivoluzionaria (speranza, paura, reazione difensiva, volontà punitiva272).
Per restare nell’ambito della produzione recente, non sarebbe corretto ingab-
biare in rigide posizioni di scuola M. Vovelle273, B. Baczko274, P. Gueniffey275 e S.
Wahnich276. Nella sostanza, in ogni caso, le due prospettive, che si confrontano,
sono quelle che abbiamo sommariamente delineato277.
In merito al Terrore, il testo robespierriano contenente più materiale è il rap-
porto Sur les principes de morale politique del 17 piovoso anno II (5 febbraio 1794):

Si le ressort du gouvernement populaire dans la paix est la vertu, le ressort du gouver-


nement populaire en révolution est à la fois la vertu et la terreur : la vertu, sans laquelle
la terreur est funeste; la terreur, sans laquelle la vertu est impuissante. La terreur n’est
autre chose que la justice prompte, sévère, inflexible; elle est donc une émanation de
la vertu; elle est moins un principe particulier, qu’une conséquence du principe géné-
ral de la démocratie, appliqué aux plus pressans besoins de la patrie278.

A chi attacca il Terrore, paragonandolo a un sistema dispotico, Robespierre rispon-


de:

On a dit que la terreur étoit le ressort du gouvernement despotique. Le vôtre ressem-


ble-t-il donc au despotisme? Oui, comme le glaive qui brille dans les mains des héros
de la liberté, ressemble à celui dont les satellites de la tyrannie sont armés. Que le des-
pote gouverne par la terreur ses sujets abrutis; il a raison, comme despote: domptez par
la terreur les ennemis de la liberté; et vous aurez raison, comme fondateurs de la Répu-
blique. Le gouvernement de la Révolution est le despotisme de la liberté contre la tyran-
nie279.

Claude Mazauric – nella voce Terreur del Dictionnaire Soboul – si interroga se, forse,
nell’ultimo periodo, il Terrore sia apparso a Robespierre (e a Saint-Just) un mezzo
per giungere a una comunità rigenerata e riconciliata. Un mezzo per realizzare la
promessa del «bonheur commun280».
Quanto e da quando la Terreur sia stata concepita da Robespierre come moda-
lità per passare dalla «corruption des mœurs» alla «régénération281» e alla realiz-

la nozione di felicità in robespierre 55


zazione della felicità del cittadino, è questione sulla quale, allo stato delle nostre
ricerche, non ci sentiamo di esprimere valutazioni conclusive.
Anche su Saint-Just il discorso resta aperto282. Ci proponiamo di affrontarlo nel
secondo volume di questo nostro lavoro.
Ciò che si può affermare – con riferimento a Robespierre – è che non esistono
riscontri lessicologici del nesso Terrore – società rigenerata – felicità. Non è pos-
sibile, cioè, documentare cooccorrenze Terreur – régénération, Terreur – corruption
des mœurs e le cooccorrenze Terreur – vertu vanno interpretate nel senso che è la
virtù a rendere giusto e legittimo il Terrore.
Sono documentabili pochissime cooccorrenze terreur – bonheur, terreur – heu-
reux (nessuna terreur – felicité), ma in nessun caso è espressa l’idea che sia il Terro-
re a preparare le condizioni per la felicità. Nelle cooccorrenze riscontrate, il ter-
mine terreur è usato in senso generico (prevalentemente con accezione negativa),
come sinonimo di paura e non con riferimento alle istituzioni e alle politiche del
Terrore propriamente detto283. Analogo discorso per le cooccorrenze terreur – liber-
té284. Le cooccorrenze terreur – circonstances e le cooccorrenze di terreur con le arti-
colazioni concrete delle circonstances (contre-révolution, fédéralisme, guerre, Vendée)
propongono sempre un significato generico (prevalentemente negativo) di ter-
reur.
Ciò che l’analisi lessicologica documenta è l’estrema cautela di Robespierre nel-
l’usare la parola terreur in senso politico-istituzionale, nel senso, cioè, che assume
concretamente e storicamente nell’anno secondo285. L’accezione prevalente è – per
lo più – negativa. Il Rapport sur les principes de morale politique del 5 febbraio 1794
costituisce una vistosa (e per molti aspetti fuorviante) eccezione286.
Per una migliore messa a punto, in questo caso, l’analisi concettuale si mostra
più proficua dell’analisi lessicologica.
In questa sede possiamo solo suggerire che – a prescindere dall’annoso dibat-
tito sull’uso strumentale del Terrore, nell’estate del 1794, da parte degli avversari
di Robespierre nel Comitato di salute pubblica e nel Comitato di sicurezza gene-
rale e sulle responsabilità concrete nella gestione della legge di pratile287 – le dina-
miche del Terrore sono consustanziali all’impostazione ideologica complessiva
del discorso robespierriano.
I «contre-révolutionnaires», già nel 1791, vengono definiti non in base a cri-
teri politici, ma attraverso criteri morali288. Nell’ottobre 1792 l’assimilazione
controrivoluzionari-corrotti è ormai pienamente consolidata:

Les ennemis de la république, ce sont les lâches égoïstes, ce sont les hommes ambitieux
et corrompus. Vous avez chassé les rois: mais avez-vous chassé les vices que leur funeste
domination a enfantés parmi vous? Vous êtes, en masse, le plus généreux, le plus moral
de tous les peuples; et, à la légèreté près, le plus digne de la liberté: mais aussi, quel peu-
ple nourrit, dans son sein, une si grande multitude de frippons adroits et de charlatans
politiques, habiles à usurper, et à trahir sa confiance […]

56
L’opinion publique aujourd’hui ne peut plus reconnoître les ennemis de la liberté, aux
traits prononcés du royalisme et de l’aristocratie; il faut qu’elle les saisisse sous les for-
mes plus délicates de l’incivisme et de l’intrigue. Elle ne pourroit que se tromper ou flot-
ter dans une funeste incertitude, si elle cherchoit encore à classer les hommes, d’après
les anciennes dénominations. Il n’existe plus que deux partis dans la république, celui
des bons et des mauvais citoyens; c’est-à-dire, celui du peuple français et celui des hom-
mes ambitieux et cupides289.

Le nozioni di «suspect» e «ennemi du peuple» – di per sé, ma anche per come


vengono interpretate da Robespierre – implicano il Terrore290
Allargando la latitudine della rivoluzione alla dimensione morale e facendo
della rivoluzione una lotta della virtù contro il vizio291 , una lotta attiva e non una
semplice testimonianza, il raggiungimento della felicità passa inevitabilmente
attraverso il Terrore. Un Terrore destinato a non finire e a radicalizzarsi sempre
di più, perché diretto contro entità e nemici, che continuamente si riproducono292.
Sicuramente le circostanze (la controrivoluzione, la guerra, le sconfitte mili-
tari e l’invasione, la Vandea) hanno influito sull’apprezzamento di Robespierre nei
riguardi della violenza293.
Il Robespierre contrario alla pena di morte nel maggio 1791294 caldeggia, nel
giugno e nel luglio 1794, l’applicazione dell’incredibile decreto del 7 pratile anno
II (26 maggio 1794), che stabilisce di passare per le armi tutti i soldati inglesi cat-
turati295.
Le circostanze hanno stimolato la messa a punto della teoria del governo rivo-
luzionario296 e hanno contribuito a rinviare ad un tempo indefinito la saldatura
bonheur – paix, continuamente riproposta nei primi anni dell’attività politica di
Robespierre297.
Non dobbiamo dimenticare, però, che già la dedica a Rousseau, composta negli
ultimi mesi del 1789, preconizza «une révolution inouie298» e che la nozione di
«peuple» – fin dall’inizio – presenta meccanismi di esclusione299.
Anche Robespierre propone – come molti altri – una versione moderna del-
l’Armageddon, un mito – come suggerisce acutamente Paul Berman – che sta alla
base di ogni Terrore e che lega indissolubilmente il Terrore alla felicità300.
L’eudaimonia (human flourishing, come traduce acutamente Elisabeth Anscom-
be301), il bonheur tanto accarezzato dal XVIII secolo e celebrato nella raccolta Le Tem-
ple du Bonheur (1769, 1770)302, per potersi realizzare devono passare attraverso il
bagno purificatore del Terrore.

la nozione di felicità in robespierre 57


note al 1 Cfr. La Dichiarazione di indipendenza ne «pursuit of Happiness» cfr. B.
capitolo 1 degli Stati Uniti d’America, a cura di T. Cottret, La Révolution américaine. La
Bonazzi, Venezia, 1999, p. 68. Cfr. quête du bonheur, Paris, 2003, alle pp.
http://www.tdf.it/2003/Indipenden- 192-194.
za_e.htm; http://www.archives.gov 7 Cfr. P. Quennell, La ricerca della
/national-archives-experience/ felicità (1988), Bologna, 1992, p. 51.
charters /declaration.html.
8 Archives Parlementaires de 1787 à
2 Per un primo orientamento cfr. T. 1860. Recueil complet des débats légi-
Bonazzi, Introduzione a La Dichiara- slatifs et politiques des Chambres fran-
zione, cit., pp. 11-65. çaises. Imprimé par ordre du Sénat et
3 Cfr., per esempio, G. Abbattista, La de la chambre des Députés, première
rivoluzione americana, Roma-Bari, série (1787 à 1799), tomes 1-100,
1998, p. 88. Paris, 1867-2000, tome LXXXVI,
4 H. Arendt, Sulla rivoluzione (1963, séance du 13 ventôse an II (Lundi 3
1965), Milano, 1983, pp. 138, 144- mars 1794), p. 23. Cfr. L.-A. Saint-
145. La Arendt cita una lettera di Just, Rapport au nom du Comité de
Thomas Jefferson a John Adams (11 salut public sur le mode d’exécution du
aprile 1823), in cui la felicità viene décret contre les ennemis de la Révolu-
caratterizzata come partecipazione tion, présenté à la Convention Natio-
alla vita politica, e commenta che è nale dans la séance du 13 ventôse an II,
questa per Jefferson «la vera nozio- in Œuvres complètes, édition établie
ne di felicità»: ibidem, p. 143. par M. Duval, Paris, 1984, pp. 714-
715, a p. 715.
5 H. Arendt, Sulla rivoluzione, cit., p.
148. 9 P. Quennell, La ricerca della felicità,
cit., p. 51.
6 Notazioni interessanti sul concet-
to di felicità in Jefferson si trovano 10 L.-A. Saint-Just, Rapport au nom
in M. Barbato, Thomas Jefferson o della du Comité de salut public sur les fac-
felicità, Palermo, 1999, pp. 79 e ss. tions de l’étranger, présenté à la Con-
Cfr. ibidem pp. 80-81: «... la vera novi- vention nationale dans la séance du 23
tà del pensiero di Jefferson non sta ventôse an II, in Œuvres complètes,
nella nuova definizione di un con- cit., pp. 722-738, alle pp. 729-730.
cetto che da un secolo era ormai 11 Cfr. Ph. Roger, Felicità, in Aa. Vv.,
entrato nel discorso politico: ma L’illuminismo. Dizionario storico, a
nella ridefinizione del diritto natu- cura di V. Ferrone e D. Roche,
rale ad essere felici. Esso cessa di Roma-Bari, 1997, pp. 40-49, a p. 48.
essere un diritto sostanziale, e Cfr. L.-A. Saint-Just, Fragments d’ins-
diventa il diritto alla libera ricerca titutions républicaines, in Œuvres
della felicità – in cui l’accento va complètes, cit., pp. 966-1009, alle pp.
posto sulla prima clausola: la libera 968 e 979: «Il s’agit moins de ren-
ricerca, piuttosto che sulla seconda: dre un peuple heureux que de l’em-
la felicità. Gli scopi dell’uomo vengo- pêcher d’être malheureux. N’oppri-
no messi tra parentesi, viene abban- mez pas, voilà tout. Chacun saura
donato ogni ricorso a una astratta (e bien trouver sa félicité. Un peuple,
necessariamente moralistica e chez lequel serait établi le préjugé
metafisica) definizione di vita qu’il doit son bonheur à ceux qui
buona, e viene asserito che quale che gouvernent, ne le conserverait pas
sia il governo, esso, per essere un longtemps […] La révolution doit
governo civile, dovrà rispettare il s’arrêter à la perfection du bonheur
diritto inalienabile di ogni uomo di et de la liberté publique par les lois.
stabilire per sé solo e perseguire Ses élancements n’ont point d’autre
liberamente i propri scopi e i propri objet, et doivent renverser tout ce
obiettivi: il proprio progetto di qui s’y oppose». I due passi sono
vita». Sulla latitudine dell’espressio- disposti in modo diverso nella

58
recente edizione delle Œuvres com- 19 F. Gauthier, Le droit naturel en 27 A. O. Hirschman, Felicità privata e
plètes, curata da A. Kupiec e M. révolution, cit., p. 49; Idem, Triomphe felicità pubblica (1982), Bologna,
Abensour: Saint-Just, Œuvres com- et mort, cit., p. 95. 1983, 1995, 2003.
plètes, Paris, 2004, pp. 1140, 1141. 20 Cfr. più avanti. 28 M. Robespierre, Sur le jugement
12 Per un primo orientamento cfr. 21 J. Artarit, Robespierre ou l’impossi- du roi (3 déc. 1792), in Œuvres de
F. Gauthier, De Mably à Robespierre. ble filiation, Paris, 2003; L. Dingli, Maximilien Robespierre (1910-1967),
De la critique de l’économique à la cri- Robespierre, Paris, 2004. In larga 10 voll., Paris, 2000, t. IX, pp. 120-
tique du politique. 1775-1793, in Aa. misura condivisibile la recensione 136 (d’ora in avanti Œuvres).
Vv., La guerre du blé au XVIIIe siècle. La di C. Mazauric, in «Annales histori- 29 Cfr. R. Mauzi, L’idée du bonheur,
critique populaire contre le libéralisme ques de la Révolution française», n. cit., passim; M. Treppo, Il concetto di
économique au XVIIIe siècle, Mon- 339, janvier-mars 2005, pp. 155-159. felicità nella cultura politica dell’Illu-
treuil, 1988, pp. 111-144; Idem, Le minismo francese, tesi di laurea in
droit naturel en révolution, in Aa. Vv., 22 Cfr. L. Dingli, Robespierre, cit., pp.
521-534, 547-602. Storia del Risorgimento, relatore:
Permanences de la Révolution, Mon- Prof. Cesare Vetter, correlatori: Prof.
treuil, 1989, pp. 31-51; Idem, Triom- 23 Cfr. H. Guillemin, Robespierre Guido Abbattista, Prof. Simonetta
phe et mort du droit naturel en Révolu- politico e mistico (1987), Milano, Ortaggi, Università degli Studi di
tion 1789-1795-1802, Paris, 1992, pp. 1989, pp. 410-411. Trieste, anno accademico 1997-
93-95; Idem, Robespierre critique de 24 J.-J. Rousseau, Les rêveries du pro- 1998. Tra i tanti esempi possibili,
l’économie politique tyrannique et meneur solitaire, in Œuvres complètes, cfr. i seguenti titoli: L. A. Muratori,
théoricien de l’économie politique édition publiée sous la direction de Della pubblica felicità (1749), Roma,
populaire, in Aa. Vv., Robespierre. De B. Gagnebin et M. Raymond, avec la 1996 (trad. franc.: Traité sur le bon-
la Nation artésienne à la République et collaboration de F. Bouchardy, J.-D. heur public, Lyon, 1772); J. M. Gros
aux Nations (Actes du colloque Arras, 1- Candaux, R. Derarthé, J. Fabre, J. de Besplas, Des causes du bonheur
2-3 avril 1993), Lille-Paris, 1994, pp. Starobinski et S. Stelling-Michaud, public, Paris, 1768; F.-J. de Chastel-
235-243; J.-P. Gross, Égalitarisme jaco- 5 voll., Paris, 1959-1995, vol. I, Paris, lux, De la félicité publique (2 voll.,
bin et droits de l’homme 1793-1794 (La 1959, pp. 993-1097, a p. 1047. Il Amsterdam, 1772), édition critique
Grande famille et la Terreur) (1997), «sentiment de l’existence» sta al par R. Basoni, Paris, 1989.
Paris, 2000, pp. 32 e ss., passim; G. centro della seconda e della quinta
Labica, Robespierre. Une politique de 30 Le espressioni corps politique e
passeggiata: cfr. ibidem, pp. 1002- corps social in Robespierre, così
la philosophie, Paris, 1990, pp. 52-58. 1010, 1040-1049. Cfr. trad. it., Mila-
L’espressione «libéralisme égali- come in Rousseau, coincidono.
no, 1998, pp. 206-217, 254-267. Cfr.
taire», come è noto, è stata usata inoltre Lettre de J. J. Rousseau à M. De 31 Sulla nozione d’intérêt cfr. M.
per la prima volta – con riferi- Voltaire (18 août 1756), in Œuvres Moser-Verrey, Intérêt, in Aa. Vv., Dic-
mento ad un gruppo di economisti complètes, cit., vol. IV, Paris, 1969, tionnaire européen des lumières, sous
francesi del Settecento – da S. pp. 1057-1075, alle pp. 1063, 1070. la direction de M. Delon, Paris,
Meyssonnier, La balance et l’horloge: Sul «sentiment de l’existence» cfr. 1997, pp. 595-598.
la genèse de la pensée libérale en France R. Mauzi, L’idée du bonheur dans la 32 Sulla nozione di harmonie cfr. più
au XVIIIe siècle, Montreuil, 1989, pp. littérature et la pensée françaises au avanti.
137 e passim. XVIIIe siècle (1979), Paris, 1994, pp. 33 Anche, ma non solo. Cfr., per
13 F. Gauthier, Triomphe et mort, cit., 293-300. esempio, l’uso di félicité publique nel
pp. 74, 94. 25 N. Hampson, The Life and Opi- senso di felicità complessiva del
14 F. Gauthier, De Mably à Robes- nions of Maximilien Robespierre, Lon- corpo sociale nell’intervento del 24
pierre, cit., p. 112. don, 1974; trad. it. Milano, 1984, aprile 1793: M. Robespierre, Sur la
15 F. Gauthier, Triomphe et mort, cit., 1989. nouvelle Déclaration des Droits (24
p. 83. 26 Per ogni lessia (semplice, com- avril 1793), in Œuvres, cit., t. IX, pp.
posta e complessa) del lessico robe- 459-471, a p. 459. In un’altra ver-
16 F. Gauthier, Le droit naturel en sione dello stesso intervento la les-
révolution, cit., p. 49. spierriano, che ricorre in questo
capitolo, si rinvia alle liste di fre- sia félicité publique è sostituita da
17 Ibidem, p. 40. quenza nella seconda parte del prospérité publique (ibidem, p. 470).
18 F. Gauthier, De Mably à Robes- volume. 34 M. Robespierre, Sur le jugement
pierre, cit., p. 137. du roi, cit., pp. 129-130.

la nozione di felicità in robespierre 59


35 La parte iniziale della Déclaration dalla rivoluzione: M. Robespierre, in Œuvres, cit., t. V, pp. 207-211, a p.
des droits de l’homme et du citoyen del Sur la nomination de Beauharnais au 208.
26 agosto 1789 recita così: «Les ministère de la Guerre (14 juin 1793), 42 M. Robespierre, Sur les moyens de
représentants du peuple français, in Œuvres, cit., t. IX, pp. 558-562. sauver la patrie (10 févr. 1792), in
constitués en Assemblée nationale, 38 La felicità dell’individuo solita- Œuvres, cit., t. VIII, pp. 157-190, alle
considérant que l’ignorance, l’oubli rio è, come è noto, uno dei percorsi pp. 189-190.
ou le mépris des droits de l’homme dell’uomo individuati da Todorov
sont les seules causes des malheurs 43 M. Robespierre, Exposé des princi-
nel pensiero di Rousseau: cfr. T. pes et but de cette publication, in Let-
publics et de la corruption des gou- Todorov, Fragile felicità (1985),
vernements, ont résolu d’exposer, tres de Maximilien Robespierre à ses
Milano, 2002, pp. 49-78, passim. commettans, première série, n° 1 (19
dans une Déclaration solennelle,
les droits naturels, inaliénables et 39 A volte Robespierre usa lessie più oct. 1792), in Œuvres, cit., t. V, pp. 15-
sacrés de l’homme, afin que cette generiche nel riferirsi alla felicità 21, a p. 17.
Déclaration, constamment pré- individuale. Cfr. il discorso Sur les 44 M. Robespierre, Discours de
sente à tous les membres du corps rapports des idées religieuses et morales Maximilien Robespierre, Sur le licen-
social, leur rappelle sans cesse leurs avec les principes républicains, et sur le ciement des officiers de l’armée (10
droits et leurs devoirs; afin que les fêtes nationales (18 floréal an II: 7 juin 1791), in Œuvres, cit., t. VII, pp.
actes du pouvoir législatif, et ceux mai 1794), in Œuvres, cit., t. X, pp. 468-498, a p. 475.
du pouvoir exécutif pouvant à cha- 442-465, a p. 446, in cui parla del
bonheur privé, usando l’espressione 45 M. Robespierre, Exposé des princi-
que instant être comparés avec le pes et but de cette publication, cit., p. 16.
but de toute institution politique, notre bonheur: «Il y a deux sortes
en soient plus respectés; afin que d’égoïsme; l’un, vil, cruel, qui isole 46 M. Robespierre, Sur les rapports
les réclamations des citoyens, fon- l’homme de ses semblables, qui des idées religieuses, cit., p. 446.
dées désormais sur des principes cherche un bien-être exclusif acheté 47 Non si riscontra l’uso del-
simples et incontestables, tournent par la misère d’autrui: l’autre, géné- l’espressione amour de soi. Per la
toujours au maintien de la Consti- reux, bienfaisant, qui confond notre distinzione tra amour-propre e
tution et au bonheur de tous». La bonheur dans le bonheur de tous, amour de soi in Rousseau cfr., in
Déclaration figura come preambolo qui attache notre gloire à celle de la questo volume, C. Vetter, Introdu-
della Costituzione del 1791. Cfr. patrie». Lo stesso uso del linguag- zione, nota 34.
http://www.justice.gouv. fr/text- gio si può riscontrare nel discorso
Pour des mesures de salut public (10 48 Cfr. nota 52.
fond/ddhc.htm. Per i progetti ela-
borati nell’estate 1789 cfr. C. Fauré, mai 1793), in Œuvres, cit., t. IX, pp. 49 Robespierre intende la valeur
Les déclarations des droits de l’homme 511-513, a p. 512: «Il faut que l’auto- alle volte come un vizio, altre come
de 1789 (1988), Paris, 1992. rité exécutive soit placée dans des una virtù. Bisognerebbe analizzare
mains populaires et incorruptibles, le 102 occorrenze per verificare i
36 L’articolo primo della Déclaration dans la main des hommes purs, qui casi in cui l’intende nell’una o
des droits de l’homme et du citoyen del placent leur bonheur dans le bon- nell’altra accezione. In prima bat-
1793 recita così: «Le but de la socié- heur général. Il faut que l’autorité tuta si può dire che nei casi in cui
té est le bonheur commun. Le gou- publique soit populaire». Robespierre si riferisce alla
vernement est institué pour garan-
40 M. Robespierre, Discours sur la «valeur» in rapporto alla nobiltà,
tir à l’homme la jouissance de ses
liberté de la presse, prononcé à la l’accezione è negativa. Il «valor
droits naturels et imprescripti-
Société des Amis de la Constitution le 11 militare» delle truppe francesi
bles». Cfr.: http://www.conseil-
mai 1791, par Maximilien Robespierre, repubblicane (20 occorrenze),
constitutionnel.fr/textes/constitu-
député à l’Assemblée Nationale et invece, è sicuramente positivo. Si
tion/c1793.htm; http://mjp.univ-
Membre de cette Société (9 mai 1791), riscontrano anche usi generici di
perp.fr/france/co1793.htm. Per i
in Œuvres, cit., t. VII, pp. 319-334, a valeur(s).
progetti del 1793 cfr. Aa. Vv., Les
déclarations de l’an I. Colloque Poitiers, p. 320. 50 In merito all’egoismo cfr. M.
2 et 3 décembre 1993, Paris, 1995. 41 M. Robespierre, Observations Robespierre, Sur les subsistances (2
générales sur le projet d’instruction déc. 1792), in Œuvres, cit., t. IX, pp.
37 In un discorso del 14 giugno
publique, proposé à la Convention 109-120, a p. 117. L’amour-propre
1793, per esempio, Robespierre usa
nationale, in Lettres de Maximilien viene contrapposto, da Robespier-
indistintamente «bonheur politi-
Robespierre, membre de la Convention re, al civisme (t. VIII, p. 81), alla fra-
que», «bonheur général», «bon-
nationale de France, à ses commettans, ternité (t. VIII, p. 131), all’amour pour
heur public», per designare la feli-
deuxième série, n° 2 (10 jan. 1793), la patrie et pour la liberté (t. X, p. 267).
cità futura della società rigenerata

60
51 M. Robespierre, Discours au peu- delle Œuvres è la piété filiale: cfr. Sur une loi qui n’en est point une puis-
ple réuni pour la fête de l’Être suprême les inégalités dans les successions (5 qu’elle porte le caractère contradic-
(20 prairial an II: 8 juin 1794), in avr. 1791), in Œuvres, cit., t. VII, pp. toire à toute loi dont l’esprit et le
Œuvres, cit., t. X, pp. 479-483, a p. 181-194, alle pp. 182, 188, 190, 192. but doivent être de procurer le bon-
481. Robespierre non usa mai il termine heur et la sécurité au plus grand
52 Robespierre individua due gene- piété per indicare una virtù necessa- nombre possible d’individus»;
ri di «Gloire», l’una è un vizio, l’al- ria al cittadino, se non nei casi in Idem, Sur le traitement des évêques en
tra una virtù. Cfr. M. Robespierre, cui si riferisce alla piété filiale. fonction (22 juin 1790), in Œuvres,
Sur les rapports des idées religieuses, 60 M. Robespierre, Sur le plan de cit., t. VI, pp. 417-427, a p. 419: «le
cit., p. 461: «Instituons la fête de la Constitution du clergé (16 juin 1790), plus grand bien du plus grand
Gloire, non de celle qui ravage et in Œuvres, cit., t. VI, pp. 406-414, a p. nombre». Cfr. anche Idem, Sur le
opprime le monde, mais de celle 409. droit de pétition (10 mai 1791), in
qui l’affranchit, qui l’éclaire et qui le Œuvres, cit., t. VII, pp. 334-343, a p.
61 M. Robespierre, Sur le marc d’ar- 343: «Son popularisme hyperboli-
console». gent (11 Avril 1791), in Œuvres, cit., t. que a chicané toutes les disposi-
53 Sulla nozione di héroïsme cfr. Ph. VII, pp. 158-174, alle pp. 163-164. tions du projet, comme indifféren-
Goujard, Une notion-concept en 62 M. Robespierre, Sur la Constitu- tes pour la gloire et la félicité du
construction: l’HÉROISME révolution- tion (10 mai 1793), in Œuvres, cit., t. grand nombre». Quest’ultima ver-
naire, in Aa. Vv., Dictionnaire des usa- IX, pp. 494-510, a p. 495. sione – proposta sotto forma di
ges socio-politiques (1770-1815), fasc. riassunto da «La Feuille du Jour», t.
2: Notions-concepts, Paris, 1987, pp. 63 F. Furet, Terrore, in F. Furet, M.
Ozouf, Dizionario critico della rivolu- IV, n° 137, p. 388 – non trova riscon-
9-43. tro negli altri resoconti giornalisti-
zione francese (1988, 1992), 2 voll.,
54 Robespierre indica spesso – ma Milano, 1994, vol. I, pp. 172-185, a p. ci dello stesso discorso.
non necessariamente – la modestie 184. 67 Per una messa a fuoco sulle
come una virtù della donna. Cfr., vicende di questa formula, usata
per esempio, M. Robespierre, 64 Cfr. R. Bodei, Politica e felicità, in
R. Bodei, L. F. Pizzolato, La politica e per la prima volta dal filosofo scoz-
Discours non prononcé sur les factions zese Francis Hutcheson (1725) cfr.
(fin ventôse an II), in Œuvres, cit., t. la felicità, Roma, 1997, p. 5-17, a p. 5.
R. Shackleton, The Greatest Happi-
X, pp. 397-407, a p. 404: «Cet esti- 65 Per un primo orientamento ness of the Greatest Number: the Histo-
mable étranger, cet ami, ce martyr sulla nozione di «mano invisibile» ry of Bentham’s phrase, in «Studies
de la liberté [Junius Frey], avait une cfr. in particolare E. Rothschild, Sen- on Voltaire», vol. XC, 1972, pp.
sœur, le modèle de toutes les vertus timenti economici. Smith, Condorcet e 1461-1482; G. Francioni, nota 27, in
de son sexe, modestie, naïveté l’Illuminismo (2001), Bologna, 2003, P. Verri, Meditazioni sulla felicità
même, patriotisme, talens». pp. 177-248; L. Bruni, L’economia la (1763), a cura di G. Francioni,
55 Anche la naïveté, come la mode- felicità e gli altri. Un’indagine su beni e Como-Pavia, 1996, alle pp. 82-83; M.
stie, è indicata come virtù femmini- benessere, Roma, 2004, pp. 102-105. Treppo, Il concetto di felicità, cit., alle
le. Cfr. sopra, nota 54. Per la circolazione degli scritti di pp. 232-235.
Adam Smith in Francia prima e
56 Abbiamo trovato espressioni durante la rivoluzione cfr. J.-P. 68 Per la distinzione tra eguaglianza
quali: «respect pour ses sembla- Gross, Égalitarisme jacobin, cit., ad ed egualitarismo si rinvia in partico-
bles» (t. X, p. 452), «respect reli- nomen; Ch. Salvat, De Division of lare a N. Bobbio, Eguaglianza ed egua-
gieux pour l’homme» (t. X, p. 458). Labour à division du travail. Histoire litarismo (1976), in Teoria generale
57 Cfr. sopra, nota 49. d’une notion, d’un syntagme et de sa della politica, a cura di M. Bovero,
diffusion en France, in Aa. Vv., Dic- Torino, 1999, pp. 247-257; Idem,
58 Non compare mai la lessia Eguaglianza e libertà (1977-1978),
«amour pour le prochain». Compa- tionnaire des usages socio-politiques
(1770-1815), fasc. 7: Notions Torino, 1995, pp. 30 e ss.
re «amour de ses semblables», ma
con «de ses semblables» in funzio- théoriques, Paris, 2003, pp. 39-66. 69 Cfr. le liste di frequenza. Sul-
ne di genitivo soggettivo: «le bon- Secondo Gross, Robespierre ha l’espressione «nouvel ordre de cho-
heur de mériter l’amour de ses sem- letto Smith. Nelle Œuvres Robe- ses» cfr. C. Vetter, Il dispotismo della
blables par des talens et des vertus» spierre non cita mai Smith, né le libertà. Dittatura e rivoluzione dall’Il-
(cfr. Œuvres, cit., t. VII, p. 408). opere di Smith. luminismo al 1848, Milano, 1993, p. 9
66 M. Robespierre, Sur le droit de e nota 2, a p. 12.
59 L’unica di queste virtù che viene
richiamata anche in un altro punto triage (4 mars 1790), in Œuvres, cit., 70 In due casi nelle Œuvres si riscon-
t. VI, pp. 271-281, a p. 277: «C’est tra l’espressione régénérer les mœurs

la nozione di felicità in robespierre 61


(t. IV, p. 231; t. V, p. 209). Régénération que l’humanité ne peut entière- comme telle. La vertu fut toujours
compare 20 volte. 3 volte è presente ment bannir de la terre, mais en minorité sur la terre». Per i com-
la lessia régénération de la France (t. qu’elle console et soulage avec res- menti da parte di alcuni protago-
VII, pp. 110, 335; t. VIII, p. 170) e 2 pect». nisti dell’epoca e di alcuni storici
régénération de mon pays (t. III, pp. 77 Robespierre contesta che un par- rispetto alla frase «La vertu fut tou-
64, 87); 1 volta le seguenti espres- lamento possa dividersi in maggio- jours en minorité sur la terre» cfr.
sioni: régénération des mœurs (t. VII, ranza e opposizione. Cfr. M. Robe- C. Gaspard, Vertu: le sense robespier-
p. 185), régénération de l’espèce humai- spierre, Réponse de la Convention riste du terme, in Aa Vv., Dictionnaire
ne (t. IV, p. 112), régénération nationa- Nationale au manifeste des rois ligués des usages socio-politiques (1770-1815),
le (t. VII, p. 32), régénération d’un contre la République, proposée par fasc. 2, cit. pp. 197-210, alle pp. 207-
grand Empire (t. VI, p. 260), régénéra- Robespierre, au nom du Comité de 210.
tion des peuples (t. VI, p. 310), régéné- salut public (15 frimaire an II: 5 déc. 79 Per un inquadramento storico di
ration du gouvernement (t. IX, p. 354), 1793), in Œuvres, cit., t. X, pp. 228- questo paragrafo si rinvia in parti-
régénération française (t. IX, p. 549), 233, a p. 232: «Sublime parlement colare a Aa. Vv., Atlas de la Révolution
régénération politique (t. IX, p. 559). de la Grande-Bretagne, citez-nous française, vol. X: Économie, a cura di
Compare inoltre il verbo régénérer vos héros. Vous avez un parti de G. Béaur, Ph. Minard, A. Laclau,
20 volte. Per i riferimenti bibliogra- l’opposition. Chez vous (le patrioti- Paris, 1997; Aa. Vv., Atlas de la Révo-
fici di régénération cfr. nota 281. sme s’oppose; donc) le despotisme lution française, vol. XI: Paris, a cura
71 L’espressione che si riscontra triomphe: (la minorité s’oppose); la di E. Ducoudray, R. Monnier, D.
nelle Œuvres è purifier les mœurs. majorité est donc corrompue». Roche, A. Laclau, Paris, 2000, pp. 38-
72 Cfr. le liste di frequenza. 78 Cfr. J. L. Talmon, Le origini della 49.

73 Cfr. L. Jaume, Le discours jacobin et democrazia totalitaria (1952), Bolo- 80 Non ci sembra che queste nostre
la démocratie, Paris, 1989, pp. 332- gna, 2000, pp. 5 e ss. In un passo del affermazioni – che tengono conto
335, 336 e ss., 358 e ss. Sulla nozione Second discours de M. Robespierre, Sur della riflessione complessiva di
di rappresentanza nella rivoluzione le jugement de Louis Capet (28 déc. Robespierre – possano essere
francese cfr. P. Brunet, La notion de 1792), in Œuvres, cit., t. IX, pp. 183- smentite dal passo del Plan d’éduca-
représentation sous la révolution fran- 200, a p. 198, viene adombrata l’idea tion, in cui si afferma che, grazie
çaise, in «Annales historiques de la che siano le minoranze virtuose ed alla nuova educazione repubblica-
Révolution française», n. 328, avril- illuminate a guidare la storia: na, «les produits de l’agriculture et
juin 2002, pp. 27-45. Per le posizio- «Déjà, pour éterniser la discorde, et de l’industrie» raddoppieranno (M.
ni di Robespierre cfr. nota 259. pour se rendre maîtres des délibé- Robespierre, Sur le plan d’éducation
rations, on a imaginé de distinguer nationale de Michel Lepeletier (29 juil.
74 Cfr. sopra, nota 30. l’assemblée en majorité et en mino- 1793), in Œuvres, t. X, pp. 10-42, a p.
75 Sulla «portée universelle de la rité; nouveau moyen d’outrager et 20). L’aumento della produzione –
notion de bonheur» in Robespierre de réduire au silence ceux qu’on nel Plan d’éducation nationale – non
cfr. F. Theuriot, La conception robes- désigne sous cette dernière déno- viene legato ad innovazioni tecni-
pierriste du bonheur, in «Annales his- mination. Je ne connois point ici ni che, bensì ad un aumento della
toriques de la Révolution française», minorité, ni majorité. La majorité forza fisica e della salute dei lavora-
n. 191, janv.-mars 1968, pp. 207-226, est celle des bons citoyens: la majo- tori, educati, nel nuovo sistema
alle pp. 215-216. Il saggio di Fran- rité n’est point permanente, parce repubblicano, alla cura del corpo.
çoise Theuriot segue un’imposta- qu’elle n’appartient à aucun parti; Da notare l’uso di «industrie» con
zione diversa da quella qui proposta elle se renouvelle à chaque délibé- riferimento alle «arts mécaniques»
e lascia ai margini la questione – a ration libre, parce qu’elle appar- (p. 33) e non come sinonimo di atti-
nostro avviso centrale – del rapporto tient à la cause publique et à l’éter- vità. In Robespierre sono presenti
tra felicità dell’individuo e felicità nelle raison: et quand l’assemblée entrambe le accezioni. Sul «pessi-
pubblica nel pensiero e nell’inizia- reconnoît une erreur, comme il mismo economico» di Robespier-
tiva politica di Robespierre. arrive quelquefois, la minorité re, come è noto, le posizioni storio-
76 M. Robespierre, Sur les rapports devient alors la majorité. La volonté grafiche divergono. Per una lettura
des idées religieuses, cit., p. 461: «Ins- générale ne se forme point dans les diversa dalla nostra cfr. A. M. Batti-
tituons une fête plus touchante: la conciliabules ténébreux, ni autour sta, Robespierre, in Aa. Vv., Il «Rousse-
fête du Malheur. Les esclaves ado- des tables ministérielles. La mino- au» dei giacobini, Urbino, 1988, pp.
rent la fortune et le pouvoir: nous, rité a par-tout un droit éternel, c’est 29-76, alle pp. 71 e ss. Per una lettu-
honorons le malheur, le malheur celui de faire entendre la voix de la ra del giacobinismo come repubbli-
vérité ou de ce qu’elle regarde canesimo degenerato, critico nei

62
riguardi della società commerciale propriété puisse jamais être en 1793), in Œuvres, cit., t. IX, pp. 274-
cfr. K. M. Baker, Le trasformazioni del opposition avec la subsistance des 276, a p. 275.
repubblicanesimo classico, in Aa. Vv., hommes. Les alimens nécessaires à 87 Per un primo orientamento
Libertà politica e virtù civile. Significati l’homme sont aussi sacrés que la sulla nozione di beni relazionali si
e percorsi del repubblicanesimo vie elle-même. Tout ce qui est indi- rinvia a: Aa. Vv., Felicità ed economia,
classico, a cura di M. Viroli, Torino, spensable pour la conserver est une a cura di L. Bruni e P. L. Porta, Mila-
2004, pp. 149-175. propriété commune à la société no, 2004; L. Bruni, L’economia la feli-
81 M. Robespierre, Sur les subsistan- entière. Il n’y a que l’excédent qui cità e gli altri, cit.; L. Bruni, S. Zama-
ces, cit., pp. 110, 118. Non si trovano soit une propriété individuelle, et gni, Economia civile. Efficienza, equi-
analoghe affermazioni in nessun qui soit abandonné à l’industrie des tà, felicità pubblica, Bologna, 2004.
altro punto delle Œuvres. commerçans. Toute spéculation
mercantille que je fais aux dépens 88 Per un primo orientamento sul
82 M. Robespierre, Sur les principes de la vie de mon semblable n’est club dei giacobini e sulle interpre-
de morale politique qui doivent guider point un trafic, c’est un brigandage tazioni del giacobinismo cfr. M.
la Convention nationale dans l’admi- et un fratricide. D’après ce principe, Vovelle, I giacobini e il giacobinismo,
nistration intérieure de la République quel est le problème à résoudre en Roma-Bari, 1998.
(17 pluviôse an II : 5 févr. 1794), in matière de législation sur les subsi- 89 Per un primo orientamento cfr.
Œuvres, cit., t. X, pp. 350-367, alle pp. stances? le voici: assurer à tous les M. Fini, Il vizio oscuro dell’Occidente.
354-355. membres de la société la jouissance Manifesto dell’Antimodernità, Vene-
83 Nell’art. II del progetto di de la portion des fruits de la terre zia, 2002; S. Latouche, Décoloniser
Dichiarazione di Robespierre del qui est nécessaire à leur existence; l’imaginaire, la pensée créative contre
24 aprile 1793 compare la formula aux propriétaires ou aux cultiva- l’économie de l’absurde, Paris, 2003;
conservation de l’existence (Sur la nou- teurs le prix de leur industrie, et Idem, Survivre au développement, de
velle Déclaration des Droits, cit., p. livrer le superflu à la liberté du la décolonisation de l’imaginaire éco-
464): «Les principaux droits de commerce». Sulla nozione di dirit- nomique à la construction d’une
l’homme sont celui de pourvoir à la to all’esistenza in Robespierre cfr. F. société alternative, Paris, 2004; Idem,
conservation de son existence, et la Gauthier, Triomphe et mort, cit., pp. L’invention de l’économie, Paris, 2005.
liberté». Robespierre afferma che il 66 e ss.; J.-P. Gross, Égalitarisme jaco- Sul nesso industrialismo – pro-
diritto all’esistenza è anteriore ai bin, cit., pp. 38 e ss., ad nomen. messe di felicità cfr. Z. Bauman, La
legislatori ed alle leggi: M. Robe- 84 Il termine «pauvreté» assume società sotto assedio (2002), Roma-
spierre, Sur les droits politiques des sempre connotazione positiva, Bari, 2005, pp. 123-167. Per la critica
indigents (23 oct. 1790), in Œuvres, anche se non è associato all’agget- dell’idea di progresso prospettata
cit., t. VI, pp. 552-554, a p. 554: tivo «honorable». dall’industrialismo cfr. Ch. Lasch, Il
«L’homme est citoyen par la natu- paradiso in terra. Il progresso e la sua
re, par cela seul qu’il a droit d’exi- 85 Cfr. il passo contenuto in M. critica (1991), Milano, 1992. Per il
ster sur la terre, droit antérieur aux Robespierre, Sur l’appel au peuple dibattito attuale tra gli economisti
législateurs et aux lois, qui n’ont dans le jugement de Louis XVI (28 déc. sul rapporto reddito-felicità e per
pas celui de le lui arracher». Un 1792), in Œuvres, cit., t. IX, pp. 183- una messa a fuoco del paradosso di
altro passo interessante in merito a 203, a p. 187, in cui i termini prospé- Easterlin cfr. L. Bruni, L’economia, la
questo tema è M. Robespierre, Sur rité e misère assumono valenza poli- felicità e gli altri, cit., pp. 15-20, pas-
les subsistances, cit., pp. 112-113: tica e non economica: «La postérité sim.
«Quel est le premier objet de la vous admirera ou vous méprisera
selon le degré de vigueur que vous 90 Per un primo orientamento cfr.
société? c’est de maintenir les S. Moravia, Il tramonto dell’illumi-
droits imprescriptibles de l’hom- montrerez dans cette occasion; et
cette vigueur sera la mesure aussi nismo (1968), Roma-Bari, 1986; J.-F.
me. Quel est le premier de ces Spitz, L’amour de l’égalité. Essai sur la
droits? celui d’exister. La première de l’audace ou de la souplesse des
despotes étrangers avec vous; elle critique de l’égalitarisme républicain
loi sociale est donc celle qui garan- en France 1770-1830, Paris, 2000, pp.
tit à tous les membres de la société sera le gage de notre servitude, ou
de notre liberté; de notre prospé- 171-219; E. Rothschild, Sentimenti
les moyens d’exister; toutes les economici, cit.
autres sont subordonnées à celle-là; rité, ou de notre misère».
la propriété n’a été instituée ou 86 Anche lo zucchero viene fatto 91 Cfr. le liste di frequenza. Per l’uso
garantie que pour la cimenter; c’est rientrare tra le «chétives marchan- e il significato di division du travail,
pour vivre d’abord que l’on a des dises». Cfr. M. Robespierre, Sur les production, travail, nella Francia del
propriétés. Il n’est pas vrai que la troubles des subsistances (25 févr. XVIII e XIX secolo cfr. Aa. Vv., Dic-
tionnaire des usages socio-politiques

la nozione di felicità in robespierre 63


(1770-1815), fasc. 7, cit., pp. 39-66, Content de sa modique fortune, il heur…». Sulle canzoni nel periodo
117-142, 181-197. Sulla «langue de goûtoit, au sein de sa famille, le rivoluzionario cfr. A. Soboul, Dic-
l’économie politique» in Sieyès cfr. bonheur qui accompagne une vie tionnaire historique de la Révolution
J. Guilhaumou, Sieyès et la langue de tranquille et irréprochable, française, Paris, 1989, pp. 204-205; L.
l’économie politique. Un manuscrit lorsqu’un Moine osa le dénoncer au Mason, Singing the French Revolu-
inédit, ibidem, pp. 83-116. Public comme un scélérat digne de tion. Popular Culture and Politics,
92 M. Robespierre, Sur les rapports toute l’animadversion de la Justice» 1789-1799, Ithaca and London, 1996;
des idées religieuses, cit., pp. 444-445. (M. Robespierre, Mémoire pour Fran- M. Verpeaux, Le bonheur en chan-
çois Déteuf, demeurant au village de tant, ou la République chantée, in Aa.
93 Il lessico sociale dell’antico regi- Marchiennes; contre les Grands-Prieurs Vv., Le bonheur est une idée neuve.
me e della rivoluzione è a volte et Religieux de l’Abbaye d’Anchin Hommage à Jean Bart, Dijon, 2000,
generico e impreciso (cfr. Aa. Vv., (1783), in Œuvres, cit., t. II, pp. 234- pp. 409-416. Per le tendenze eguali-
Atlas de la Révolution française, vol. 254, a p. 235. tarie nell’ambito del movimento
VI: Les sociétés politiques, a cura di J. contadino durante la rivoluzione
Boutier, Ph. Boutry, S. Bonin, Paris, 97 Cfr. in particolare i documenti
31 (Section des sans-culottes, Adres- francese cfr. A. Ado, Paysans en Révo-
1992, pp. 58 e ss.). Il termine lution (1789-1794) (1973), Paris, 1996;
«laboureur», secondo Goubert, è se à la Convention nationale, 2 sep-
tembre 1793) e 52 (Instruction adres- F. Gauthier, La voie paysanne dans la
usato solo nel bacino di Parigi e Révolution française, Paris, 1977; F.
altrove non significa nulla (P. Gou- sée aux autorités constituées […] par la
Commission Temporaire de surveillan- Gauthier, G.-R. Ikni, Introduction, in
bert, L’ancien régime, 2 voll. (1969- Aa. Vv., La guerre du blé au XVIIIe siè-
1973), Milano, 1976, vol. I, La società, ce Républicaine établie à Ville Affran-
chie […], 26 brumaire an second) cle, cit., pp. 7-30; F. Gauthier, G.-R.
p. 135). Secondo Soboul i «labou- Ikni, Le mouvement paysan en Picar-
reurs» sono «des paysans proprié- pubblicati in W. Markov, A. Soboul,
Die Sansculotten von Paris. Dokumen- die: meneurs, pratiques, maturation et
taires aisés et même riches [ou des signification historique d’un pro-
fermiers louant de grandes exploita- te zur Geschichte der Volksbewegung
1793-1794, Berlin, 1957, pp. 137-140, gramme (1775-1794), ibidem, pp. 187-
tions avec des baux essentiellement en 203; G.-R. Ikni, Le mouvement des
argent]» (A. Soboul, La révolution 218-236. L’Instruction (26 brumaire
an II : 16 novembre 1793) è un paysans égalitaires: de l’économie
française, Paris, 1983, p. 83). Nel les- morale à l’économie politique popu-
sico di Robespierre «laboureur» documento citato molto spesso e
variamente interpretato: cfr. H. laire, in Aa. Vv., Permanences de la
sembra indicare il contadino picco- Révolution, cit., pp. 53-65 (cfr. in
lo proprietario indipendente. In Arendt, Sulla rivoluzione, cit., pp. 97-
99; A. Soboul, Storia della rivoluzione particolare nota 33, a p. 64).
alcune occasioni Robespierre usa il
termine «cultivateur», che è anco- francese. Principi. Idee. Società (1983), 99 F. Gauthier, Triomphe et mort, cit.,
ra più generico (cfr. Aa. Vv., Atlas de Milano, 2001, pp. 121-122; D. M. G. pp. 74, 94. Cfr. inoltre F. Theuriot,
la Révolution française, vol. VI, cit., p. Sutherland, Rivoluzione e controrivo- La conception robespierriste du bon-
58). luzione. La Francia dal 1789 al 1815 heur, cit., pp. 210-211, 225-226.
(1985), Bologna, 2000, pp. 211 e ss., 100 Sull’«économie politique popu-
94 Sui «boutiquiers» cfr. più avan- 243 e ss. Le consonanze da noi
ti, nota 121. Il giudizio sui «bouti- laire» cfr. – oltre all’Introduzione,
richiamate tra l’Instruction e l’impo- nota 25 e sopra, nota 12 – F. Gau-
quiers» è positivo solo e nella stazione robespierriana riguardano
misura in cui i «boutiquiers» siano thier, G.-R. Ikni, Introduction, in Aa.
le tematiche sociali. L’Instruction Vv., La guerre du blé, cit., pp. 7-30; G.-
«patriotes». (redatta, come è noto, in larga R. Ikni, Le mouvement des paysans
95 Cfr. le liste di frequenza. misura da Collot d’Herbois e Fou- égalitaires, cit., pp. 53-65.
96 Cfr., a questo proposito, quanto ché) contiene un paragrafo sulla
religione (V: Extirpation du fanati- 101 Cfr. la petizione inviata alla
scrive Robespierre fin dal 1784: Convenzione dal distretto di
«François Déteuf vivoit dans cet sme) di forte impronta scristianiz-
zatrice. Su questo punto ovviamen- Grandvilliers (3 maggio 1793): F.
état de médiocrité où l’homme, à Gauthier, G.-R. Ikni, Introduction, in
l’abri des attaques de l’envie et des te la distanza rispetto alle posizioni
di Robespierre è netta. Cfr. più Aa. Vv., La guerre du blé, cit., pp. 7-30,
orages des passions, trouve dans la nota 87, a p. 30.
paix dont il jouit la compensation avanti.
des avantages brillans attachés aux 98 Cfr. la nota strofa de La Carma- 102 M. Robespierre, Sur les inégalités
conditions plus élevées. Un petit gnole (anonimo, agosto 1792): «Il dans les successions, cit., pp. 181-182.
commerce, sur lequel étoit fondée faut raccourcir les géants/Et rendre 103 M. Robespierre, Observations sur
sa subsistance, prospéroit par son les petits plus grands/Tout à la les causes morales de notre situation
application et par son industrie. même hauteur/ Voilà le vrai bon- actuelle, in «Le défenseur de la

64
Constitution», n° 4 (7 juin 1792), in 114 Sull’uso e il significato dei ter- 117 In un caso Robespierre parla di
Œuvres, cit., t. IV, pp. 109-119, a p. mini aristocrate(s)/aristocratie nella «pauvreté laborieuse». Cfr. M.
117. rivoluzione francese cfr. J. Guilhau- Robespierre, Réflexions sur la
104 M. Robespierre, Sur la nouvelle mou, Aristocrate(s)/Aristocratie, in Aa. manière dont on fait la guerre, in «Le
Déclaration des Droits, cit., p. 459. Vv., Dictionnaire des usages socio-poli- défenseur de la Constitution», n° 8
Cfr. anche Idem, Sur le marc d’argent tiques (1770-1815), fasc. 1: Désignants (5 juil. 1792), in Œuvres, cit., t. IV, pp.
(11 avr. 1791), cit., p. 165: «cette iné- socio-politiques, Paris, 1985, pp. 9-38. 225-232, a p. 231.
galité est un mal nécessaire et incu- 115 Vanno aggiunti ai casi citati in 118 Cfr. nota 108.
rable». Per il rifiuto della «loi testo anche altri passi come, per 119 M. Robespierre, Sur le plan de
agraire» cfr. Idem, Tableau des opé- esempio, Œuvres, t. IX, p. 497 e t. X, constitution du clergé, cit., pp. 408-
rations de la Convention nationale p. 247. In altre occasioni Robes- 409.
depuis le premier moment de sa session pierre usa termini positivi per
(21-25 sept. 1792), in «Lettres à ses connotare la borghesia come «hon- 120 Va sottolineato che digne ha due
commettans» (Œuvres, cit., t. V), nête bourgeois». significati: dignitoso e degno. A
première série, n° 1 (19 oct. 1792), volte Robespierre usa l’aggettivo
116 Cfr. M. Robespierre, Réponse de honorable. Honorable ha connotazio-
pp. 21-32, a p. 24; Idem, Sur l’inculpa- M. Robespierre Aux discours de MM.
tion de dictature (25 sept. 1792), in ne positiva e significa dignitoso,
Brissot et Gaudet (sic) du 25 avril 1792, degno di rispetto. La parola honneur
Œuvres, cit., t. IX, pp. 13-27, a p. 20; prononcée à la Société des Amis de la
Idem, Sur l’influence de la calomnie – che, come è noto, è per Monte-
Constitution, le 27 du même mois, et squieu il principio dell’aristocrazia
(28 oct. 1792), in Œuvres, cit., t. IX, imprimée par ordre de la Société, in
pp. 43-62, a p. 52. Sull’uso ed i signi- – ha in Robespierre prevalente-
«Le défenseur de la Constitution», mente connotazione negativa, non
ficati della lessia loi agraire nella n° 1 (17-18 maggio 1792), in Œuvres,
rivoluzione francese cfr. F. Gau- è una virtù. Cfr. M. Robespierre,
cit., t. IV, pp. 28-46, alle pp. 32-33: Discours sur les peines infamantes cou-
thier, Loi agraire, in Aa. Vv. Diction- «Mais on m’accusa constamment
naire des usages socio-politiques (1770- ronné par l’Académie de Metz en 1784,
de défendre avec trop de chaleur la in Œuvres, cit., t. I, pp. 5-76, a p. 26:
1815), fasc. 2, cit., pp. 65-98. cause des foibles opprimés contre «L’honneur, comme l’a prouvé le
105 M. Robespierre, Sur les subsis- les oppresseurs puissans; on m’ac- grand homme que j’ai déja cité,
tances, cit., p. 117. cusa, avec raison, d’avoir violé le l’honneur est l’ame du gouverne-
106 M. Robespierre, Sur la Constitu- respect dû aux tribunaux tyranni- ment monarchique: non pas cet
tion, cit., p. 496. Sul rapporto Robes- ques de l’ancien régime, pour les honneur philosophique, qui n’est
pierre-costituzione del ‘93 cfr. E. forcer à être justes par pudeur: autre chose que le sentiment
Hamel, Histoire de Robespierre (1865- d’avoir immolé à l’innocence outra- exquis qu’une ame noble et pure a
1867), 2 voll. (3 tomes), Paris, 1987, gée, l’orgueil de l’aristocratie bour- de sa propre dignité; qui a la raison
vol. II (tome III), pp. 6-18. geoise, municipale, nobiliaire, pour base et se confond avec le
ecclésiastique. J’ai fait dès la pre- devoir; qui éxisteroit, même loin
107 Cfr. § 1.6 – La dimensione morale. mière aurore de la révolution, au- des regards des hommes, sans
108 M. Robespierre, Pour des mesu- delà de laquelle vous vous plaisez à autre temoin que le ciel et sans
res de salut public (8 mai 1793), in remonter pour y chercher à vos autre juge que la conscience: mais
Œuvres, cit., t. IX, pp. 487-494, a p. amis des titres de confiance, ce que cet honneur politique dont la natu-
488. je n’ai jamais daigné dire, mais ce re est d’aspirer aux préférences et
109 M. Robespierre, Sur la nouvelle que tous mes compatriotes s’em- aux distinctions; qui fait que l’on ne
Déclaration des Droits, cit., p. 459. presseroient de vous rappeler à ma se contente pas d’etre estimable;
place, dans le moment où l’on met mais que l’on veut surtout être esti-
110 Ibidem, p. 470. en question si je suis un ennemi de mé, plus jaloux de mettre dans sa
111 Ibidem, p. 459. la patrie, et s’il est utile à sa cause conduite de la grandeur que de la
de me sacrifier; ils vous diroient justice, de l’éclat et de la dignité que
112 M. Robespierre, Sur le marc d’ar-
que, membre d’un très-petit tribu- de la raison; cet honneur qui tient
gent (11 avril 1791), cit., p. 166.
nal, je repoussai par les principes au moins autant à la vanité qu’a la
113 Per un primo orientamento de la souveraineté du peuple, ces vertu: mais qui, dans l’ordre politi-
sulle «bourgeoisies» nella Francia édits de Lamoignon, auxquels les que, supplee à la vertu même; pui-
del 1789 cfr. M. Vovelle, La Révolu- tribunaux supérieurs n’opposoient sque, par le plus simple de tous les
tion française 1789-1799 (1992), Paris, que des formes». ressorts, il force les citoiens à mar-
1998, pp. 11-15 (cfr. trad. it., Assisi-
cher vers le bien public; lorsqu’ils
Milano, 1993, p. 8-12).

la nozione di felicità in robespierre 65


ne pensent aller qu’au but de leurs accapareurs ont été respectés; que 324-326. Ricordiamo che anche nel
passions particulieres; cet honneur les boutiques des patriotes ont discorso del 24 aprile 1793, Sur la
enfin, souvent aussi bizarre dans obtenu la préférence; que les mar- nouvelle Déclaration des Droits (cit., p.
ses loix que grand dans ses effets; chands jacobins ont été les plus 464), viene formulato il diritto
qui produit tant de sentimens maltraités; et que tels boutiquiers all’esistenza. Entrambi i passi sono
sublimes et tant d’absurdes préju- fayetistes et aristocrates n’ont citati nella nota 83.
gés, tant de traits héroiques et tant jamais montré un visage plus 126 M. Robespierre, Sur les succes-
d’actions déraisonnables; qui se serein, qu’au moment où l’on dis- sions comprenant des biens ci-devant
pique ordinairement de respecter posoit d’une partie de leurs mar- nobles (1° avr. 1791), in Œuvres, cit., t.
les loix, et qui quelques fois aussi se chandises». Nel momento in cui VII, pp. 174-175; Idem, Sur les inéga-
fait un devoir de les enfreindre; qui attacca J. Roux e gli «Enragés» (M. lités dans les successions, cit.; Idem,
prescrit impérieusement l’obéis- Robespierre, Contre Jacques Roux et Sur les moyens de sauver la patrie, cit.,
sance aux volontés du prince; et Leclerc (5 août 1793), in Œuvres, cit., p. 186. Sulla riforma egualitaria del
cependant permet de lui refuser ses t. X, pp. 52-54, alle pp. 53, 54), diritto successorio nella riflessione
services, à quiconque se croit blessé Robespierre sembra porsi a difesa giacobina cfr. J.-P. Gross, Égalitari-
par une injuste préferénce; qui or- della categoria dei boutiquiers: sme jacobin, cit., pp. 226 e ss.; J. Goy,
donne en même temps de traiter «Deux hommes salariés par les Entre philosophie et réalisme politique:
avec générosité les ennemis de la ennemis du peuple, deux hommes le bonheur par l’égalité successorale
patrie, et de laver un affront dans le que Marat dénonça […] Il faut vous (1750-1804), in Aa. Vv., Le bonheur est
sang du citoien». A volte «hon- les nommer; le premier est un prê- une idée neuve, cit., pp. 253-263.
neur» è utilizzato con connotazio- tre, homme seulement connu par
ne positiva. Cfr. M. Robespierre, deux actions horribles. La pre- 127 Per i diversi orientamenti sul-
Détails intéressans des événemens du mière, d’avoir voulu faire assassi- l’imposta progressiva cfr. J.-F. Spitz,
10 août, cit., p. 366: «Misérables ner les marchands, les boutiquiers, L’amour de l’égalité, cit., pp. 200 e ss.
hypocrites [riches égoïstes], gardez parce que, disait-il, ils vendaient 128 Déclaration des droits de l’homme
vos richesses qui vous tiennent lieu trop cher; l’autre, d’avoir voulu faire et du citoyen proposée par Maximilien
d’âme et de vertu; mais laissez aux rejeter au peuple la Constitution, Robespierre (24 avril 1793), in
autres la liberté et l’honneur». sous prétexte quelle était défec- Œuvres, cit., t. IX, pp. 463-469, alle
121 Verosimilmente si potrebbe tueuse». L’analisi lessicologica della pp. 465-466 (il testo della Déclara-
inserire anche il piccolo commer- parola boutique(s) 2(2) non aiuta a tion è compreso nel già citato docu-
ciante («boutiquier») fra le catego- definire meglio l’atteggiamento mento 103 delle Œuvres: Sur la nou-
rie economico-sociali promosse da robespierriano nei confronti dei velle Déclaration des Droits, cit., t. IX,
Robespierre. Robespierre, però, usa commercianti. L’unico caso rile- pp. 459-471). Sulla fortuna della
poco frequentemente la parola bou- vante dell’uso della parola bouti- Déclaration nelle correnti democra-
tiquier(s). Nelle Observations sur les que(s) è in M. Robespierre, Sur les tiche, socialiste e comuniste
causes morales (cit., p. 113) afferma: troubles de Paris, cit., p. 287, citato in dell’Ottocento cfr. C. Vetter, Il dispo-
«Depuis le boutiquier aisé, questa stessa nota. tismo, cit., ad nomen e nota 232, a p.
jusqu’au superbe patricien, depuis 122 M. Robespierre, Sur le marc d’ar- 138.
l’avocat, jusqu’à l’ancien duc et pair, gent et sur le cens électoral (11 août 129 J. Bart, Le but de la société est le
presque tous semblent vouloir 1791), in Œuvres, cit., t. VII, pp. 617- bonheur commun, in Aa. Vv., Les
conserver le privilège de mépriser 631, pp. 624, 626. déclarations de l’an I, cit., pp. 133-143,
l’humanité, sous le nom du peu- 123 M. Robespierre, Sur la Constitu- a p. 136.
ple». Nell’intervento ai Giacobini tion, cit., p. 498. 130 Sull’uso e il significato del ter-
del 1° marzo 1793, Sur les troubles de mine mandataire(s) nella rivolu-
Paris et la conduite des jacobins, in 124 M. Robespierre, Sur les inégalités
dans les successions, cit., p. 187. zione francese cfr. M. Genty, Man-
Œuvres, cit., t. IX, pp. 286-289, a p. dataires/Représentants (1789-1790), in
287 (riportato anche nelle «Lettres 125 Il diritto all’esistenza, come Aa. Vv., Dictionnaire des usages socio-
à ses commettans», deuxième abbiamo già ricordato, è teorizzato politiques (1770-1815), fasc. 1, cit., pp.
série, n° 8 (début de mars 1793), in da Robespierre nel discorso Sur les 139-158.
Œuvres, cit., t. V, pp. 323-328, a p. subsistances (cit., p. 112) del 2 dicem-
326) gli aggettivi affiancati alla bre 1792 alla Convenzione. Per 131 M. Robespierre, Sur l’admission
parola boutiquiers hanno connota- un’analisi del discorso del 2 dicem- de tous les citoyens dans la garde natio-
zione negativa: «Il faut vous dire bre 1792 cfr. E. Hamel, Histoire de nale (5 déc. 1790), in Œuvres, cit., t.
enfin, que les gros magasins des Robespierre, cit., vol. II (tome II), pp. VI, pp. 612-655.

66
132 Cfr. le liste di frequenza e l’in- contestata la legittimità della paro- des frères et des amans dignes de
dice dei riferimenti. Sul diritto di la «représentant» (Œuvres, cit., t. vous. Vous y serez, mères de
petizione cfr. M. Robespierre, Sur le IX, p. 569). Su questi aspetti – che famille, dont les époux et les fils
droit de pétition (9 mai 1791), in sul piano concettuale rinviano alle élèvent des trophées à la Républi-
Œuvres, cit., t. VII, pp. 312-318. Sul ambiguità di Robespierre sulla rap- que avec les débris des trônes. O
diritto all’insurrezione cfr. Idem, presentanza (cfr. nota 259) e sul femmes françaises, chérissez la
Sur l’affaire d’Avignon (2 mai 1791), piano lessicale all’uso dei termini liberté achetée au prix de leur sang;
in Œuvres, cit., t. VII, pp. 299-308. fonctionnaire, magistrat, mandataire, servez-vous de votre empire pour
Cfr., infine, Idem, Sur la nouvelle député, délégué, représentant – ci pro- étendre celui de la vertu républi-
Déclaration des Droits, cit., artt. XXVI, poniamo di tornare nel secondo caine! O femmes françaises, vous
XXIX, a p. 468. Dal calcolo delle volume. êtes dignes de l’amour et du respect
occorrenze di «droit de pétition» 135 Nel periodo della rivoluzione de la terre! Qu’avez-vous à envier
non sono state tolte le occorrenze francese a pronunciarsi per l’esten- aux femmes de Sparte? Comme
presenti nelle note o nei paragrafi sione dei diritti politici alle donne, elles, vous avez donné le jour à des
introduttivi. Da segnalare che alla come è noto, sono soprattutto héros; comme elles, vous les avez
somma non sono state aggiunte Condorcet e Olympe de Gouges, dévoués, avec un abandon sublime,
due occorrenze dei titoli (t. VII, pp. oltre a settori della sanculotteria à la Patrie». Sull’ambiguità del ter-
312 e 334) – facilmente riconoscibili femminile. Per un primo orienta- mine «citoyenne(s)» cfr. A. Geffroy,
dai programmi d’interrogazione mento cfr. A. Soboul, Dictionnaire Citoyen/citoyenne, in Aa. Vv., Diction-
testi perché in maiuscolo – e due historique, cit., pp. 441-442. Cfr. naire des usages socio-politiques (1770-
occorrenze (t. VII, pp. 312 e 334) di inoltre M. P. Duhet, Les femmes et la 1815), fasc. 4: Désignants socio-politi-
droits de pétition (al plurale) presenti Révolution 1789-1794, Paris, 1971; D. ques, 2, Paris, 1989, pp. 63-86.
nei paragrafi introduttivi. Non esis- Godineau, Citoyennes tricoteuses. Les 137 Cfr. 7.4 e 7.5 Indici delle concor-
tono occorrenze per liberté de(s) péti- femmes du peuple à Paris pendant la danze di «démocratie» e «démocrati-
tion(s). Infine si deve render conto Révolution française, Paris, 1988; M. que». Sull’uso e sul significato del
che la maggior parte delle occor- Riot-Sarcey, Femmes en marge de termine démocratie nella rivoluzio-
renze di droit de pétition è contenuta l’«humain universel», in Aa. Vv., Per- ne francese cfr. M. Genty, Démocra-
in due discorsi del 9-11 maggio manences de la révolution, cit., pp. tie directe, Démocratie représentative,
1791: Idem, Sur le droit de pétition (9- 119-127; W. H. Sewell, Jr., Le in A. Soboul, Dictionnaire historique,
11 mai 1791), in Œuvres, cit., t. VII, citoyen/la citoyenne: Activity, Passivity, cit., pp. 340-342; Ph. Raynaud,
pp. 312-318 e pp. 334-343. Rispetti- and the Revolutionary Concept of Citi- Democrazia, in F. Furet, M. Ozouf,
vamente 20 e 35 occorrenze. zenship, in Aa. Vv., The French Revolu- Dizionario critico, cit., vol. II, pp. 753-
133 Cfr. sopra 1.1 – Premessa. tion and the Creation of Modern Politi- 763; F. Brunel, nota 97 alle pp. 208-
134 Secondo Bouloiseau, Robespier- cal Culture, vol. 2: The Political Culture 209, in J.-N. Billaud-Varenne, Princi-
re stabilisce «une distinction nette of the French Revolution, edited by C. pes régénérateurs du systême social
entre pouvoirs et fonctions». Solo Lucas, Oxford-New York, 1988, pp. (1795), Paris, 1992; R. Monnier,
«électeurs» e «députés» «possè- 105-123; P. Costa, Civitas. Storia della «Démocratie représentative» ou «répu-
dent des pouvoirs»: tutti gli altri cittadinanza in Europa, vol. III: L’età blique démocratique»: de la querelle
attori dello spazio pubblico «ne delle rivoluzioni, Roma-Bari, 2000, des mots (république) à la querelle des
sont que des fonctionnaires» (M. pp. 69-76; Aa. Vv., 1789-1799: com- anciens et des modernes, in «Annales
Bouloiseau, Robespierre (1956), bats de femmes. Les révolutionnaires historiques de la Révolution fran-
Paris, 1987, p. 47). È un’affermazio- excluent les citoyennes, dirigé par çaise», n. 325, juillet-septembre
ne che non convince. L’unico «pou- Évelyne Morin-Rotureau, Paris, 2001, pp. 1-21; M. Edelstein, Les révo-
voir» riconosciuto da Robespierre è 2003; S. Aberdam, Deux occasions de lutions américaine et française et
quello del «souverain» (il «peu- participation féminine en 1793: le vote l’avancement de la démocratie, in
ple» titolare della «souveraineté»). sur la Constitution et le partage des «Annales historiques de la Révolu-
I «députés» («délégués», «repré- biens communaux, in «Annales his- tion française», n. 334, octobre-
sentants», «membres de la législa- toriques de la Révolution fran- décembre 2003, pp. 45-58.
ture») sono anch’essi «fonctionnai- çaise», n. 339, janvier-mars 2005, 138 Cfr. J.-J. Chevallier, Storia del
res publics», «mandataires» che pp. 17-34. pensiero politico, 3 voll., vol. II: Il
esercitano «les fonctions législati- 136 M. Robespierre, Sur les rapports declino dello Stato Nazionale Monar-
ves» (Cfr. M. Robespierre, Sur la des idées religieuses, cit., p. 461: chico (1979), Bologna, 1981, pp. 264
Constitution, cit., pp. 508-510). In un «Vous y serez, jeunes citoyennes, à e ss., 271 e ss. Per un primo orienta-
intervento del 16 giugno 1793 viene qui la victoire doit ramener bientôt mento sulla nozione di democrazia

la nozione di felicità in robespierre 67


si rinvia in particolare a: Aa. Vv., zio della sovranità spettano unica- solco di una impostazione molto
Democrazia (1975), a cura di V. E. mente ed esclusivamente al popolo: diversa da quella dei padri fondato-
Parsi, Venezia, 1993; G. Sartori, «Cette personne publique qui se ri americani, i quali distinguono
Democrazia. Cosa è, Milano, 1993; D. forme ainsi par l’union de toutes democrazia e repubblica. Per un
Musti, Demokratía. Origini di un’idea les autres prenoit autrefois le nom primo orientamento cfr. H. Arendt,
(1995), Roma-Bari, 1997; A. Sen, La de Cité, et prend maintenant celui Sulla rivoluzione, cit., pp. 258 e ss.; R.
democrazia degli altri. Perché la libertà de République ou de corps politique, Derathé, Rousseau e la scienza politi-
non è un’invenzione dell’Occidente lequel est appellé par ses membres ca del suo tempo (1950, 1988), Bolo-
(1999, 2003), Milano, 2004; L. Can- Etat quand il est passif, Souverain gna, 1993, pp. 334-335; A. Hamilton,
fora, La democrazia. Storia di un’ideo- quand il est actif, Puissance en le J. Jay, J. Madison, Il federalista
logia, Roma-Bari, 2004. comparant à ses semblables. À (1980), a cura di M. D’Addio e G.
139 M. Robespierre, Sur les principes l’égard des associés ils prennent Negri, Bologna, 1998. Sull’idea di
de morale politique, cit., in particola- collectivement le nom de peuple, et repubblica nella Francia della rivo-
re le pp. 352 e ss. s’appellent en particulier Citoyens luzione cfr. C. Nicolet, L’idée républi-
comme participans à l’autorité sou- caine en France, Paris, 1982; Idem,
140 Per un primo orientamento veraine, et Sujets comme soumis Histoire, nation, république, Paris,
sulla nozione di dispotismo cfr. Aa. aux loix de l’Etat […] J’appelle donc 2000; Aa. Vv., Les lieux de mémoire,
Vv., Dispotismo. Genesi e sviluppi di un République tout Etat régi par des vol. I: La République, sous la direc-
concetto filosofico-politico, 2 voll., a loix, sous quelque forme d’admini- tion de P. Nora, Paris, 1984; G.
cura di D. Felice, Napoli, 2001-2002. stration que ce puisse être; car alors Maintenant, République, in Aa. Vv.,
141 Adresse de Maximilien Robespierre seulement l’intérêt public gouver- Dictionnaire des usages socio-politi-
aux Français (été 1791), in Robespier- ne, et la chose publique est quelque ques (1770-1815), fasc. 2, cit., pp. 99-
re, Écrits, a cura di C. Mazauric, Paris, chose. Tout Gouvernement légiti- 126; P. Nora, Repubblica, in F. Furet,
1989, pp. 124-136, a p. 125. Lo scritto, me est républicain» (J.-J. Rousseau, M. Ozouf, Dizionario Critico, cit., vol.
come è noto, non figura nelle Du contrat social (1762), in Œuvres II, pp. 912-926; Aa. Vv., L’idea di
Œuvres: cfr. C. Mazauric, Présentation, complètes, cit., vol. III, Paris, 1964, repubblica nell’Europa moderna, a
in Œuvres, cit., t. I, pp. I-XXIX, alle pp. pp. 279-470, alle pp. 361-362, 379- cura di F. Furet e M. Ozouf, Roma-
XV-XVI. Si rinvia alla Présentation di 380 (livre I, chapitre VI; livre II, Bari, 1993 (in particolare le pp. 5 e
Mazauric per altri documenti non chapitre VI). In una nota Rousseau ss., 123 e ss., 201 e ss., 233 e ss., 265 e
presenti nelle Œuvres e che – inediti così commenta la frase «tout Gou- ss.); Aa. Vv., Révolution et république.
o pubblicati in altre sedi – dovrebbe- vernement légitime est républi- L’exception française, sous la direc-
ro trovar posto nell’undicesimo cain»: «Je n’entends pas seulement tion de M. Vovelle, Paris, 1994; K.
volume delle Œuvres, in corso di pre- par ce mot une Aristocratie ou une M. Baker, Le trasformazioni del repub-
parazione. Cfr. inoltre il sito del- Démocratie, mais en général tout blicanesimo classico, cit., pp. 149-175.
l’ARBR (Les Amis de Robespierre pour le gouvernement guidé par la volonté 144 Sulle caratteristiche dell’idea di
Bicentenaire de la Révolution française): générale, qui est la loi. Pour être patria e di nazione in Rousseau cfr.
http://www.amis- légitime il ne faut pas que le Gou- F. Chabod, L’idea di nazione (1943-
robespierre.org/fr/publications.htm vernement se confonde avec le Sou- 1944, 1946-1947), Roma-Bari
142 M. Robespierre, Sur l’inviolabili- verain, mais qu’il en soit le mini- (1961), 1999, pp. 97-129, ad nomen;
té royale (13 juil. 1791), in Œuvres, stre: alors la monarchie elle-même M. Viroli, Per amore della patria.
cit., t. VII, pp. 551-553, a p. 552: «Le est république» (Ibidem, p. 380). È Patriottismo e nazionalismo nella sto-
mot république ne signifie aucune alla luce di questi elementi dottri- ria (1995), Roma-Bari, 1999, pp. 72-
forme particulière de gouverne- nali – spesso dimenticati dalla criti- 73, ad nomen; M. Viroli, Repubblica-
ment, il appartient à tout gouver- ca storica – che vanno interpretate nesimo, Roma-Bari, 1999, pp. 69 e
nement d’hommes libres, qui ont le posizioni di Robespierre sulla ss.; F. Tuccari, La nazione, Roma-
une patrie». La fonte di queste monarchia e sulla repubblica (Cfr. Bari, 2000, pp. 99-105, ad nomen.
affermazioni di Robespierre è C. Vetter, Dittatura risorgimentale e Come è noto, i testi di Rousseau, in
Rousseau. Nel lessico politico di dittatura rivoluzionaria nel pensiero e cui la critica storica (in particolare
Rousseau, come è noto, la parola nell’iniziativa politica di Garibaldi, in F. Chabod) ha individuato spunti
«république» non connota una Aa. Vv., Studi in onore di Giovanni nazionalistici sono la Lettre à
forma specifica di governo, ma Miccoli, a cura di L. Ferrari, Trieste, d’Alembert sur les spectacles (1758), il
ogni comunità politica, retta dalla 2004, pp. 249-263, alle pp. 262-263). Projet de constitution pour la Corse
volontà generale; ogni comunità 143 Identificando democrazia e (1765, postumo: 1861) e soprattutto
politica in cui la titolarità e l’eserci- repubblica, Robespierre si pone nel

68
le Considérations sur le gouvernement 149 Adresse de Maximilien Robespierre dizione repubblicana anglosassone
de Pologne (1771, postumo: 1782). aux Français, cit., p. 125. (1975), Bologna, 1980.
145 Per una definizione del ter- 150 M. Robespierre, Sur les principes 157 M. Robespierre, Discours sur les
mine «nation» cfr. M. Robespierre, de morale politique, cit., p. 354. peines infamantes, cit., p. 31. Sono
Sur la pétition du peuple Avignonois 151 Cfr. Idem, Sur les principes de presenti alcune modifiche fra l’edi-
(18 nov. 1790), in Œuvres, cit., t. VI, morale politique, cit., p. 357. zione presentata nelle Œuvres e
pp. 585-608. Cfr. in particolare ibi- l’edizione del medesimo scritto
dem, p. 588: «La souveraineté 152 Idem, Discours sur les peines infa- pubblicata nel 1785. I redattori
réside également dans tous les mantes, cit., p. 31. delle Œuvres ne danno conto attra-
citoyens qui forment l’association 153 Idem, Sur le marc d’argent (11 avr. verso delle note. Rimandiamo alle
politique. […] Si une nation n’est 1791), cit., p. 163. Œuvres per i confronti.
qu’une société d’hommes réunis 154 Idem, Sur l’éligibilité des députés 158 Idem, Assemblées Préliminaires
pour leur intérêt commun, sous de l’Assemblée nationale, cit., p. 390. des habitants d’Arras des 23 et 24
des lois et sous un gouvernement mars 1789, in Œuvres, cit., t. VI, pp.
commun; si les lois ne sont que les 155 Idem, Sur le marc d’argent et sur le
cens électoral, cit., p. 622. 10-11, a p. 10.
conditions de la société détermi-
nées par la volonté générale des 156 Sulla nozione di virtù in 159 Idem, Discours au peuple réuni,
associés, et le gouvernement, l’or- Robespierre torneremo nel cit., p. 481.
ganisation de l’autorité publique secondo volume. Manca tuttora 160 Cfr. J.-J. Rousseau, Émile ou de
établie pour le maintien des lois, un’indagine esaustiva (lessicogra- l’éducation (1762), in Œuvres complè-
qui pourra disputer à un peuple, fica, lessicologica, stilistica e tes, cit., vol. IV, cit., pp. 239-867, a p.
quel qu’il soit, le pouvoir de chan- concettuale) che tenga conto 817 (livre V); cfr. trad. it., a cura di E.
ger à son gré et les lois et son gou- dell’intera produzione robespier- Nardi, Firenze, 2002, p. 554; cfr. G.
vernement, et, à plus forte raison, riana e non solo dei discorsi più B. de Mably, Entretiens de Phocion sur
ceux à qui il a confié les fonctions importanti. Per un primo orienta- le rapport de la morale et de la politi-
de ce même gouvernement?». Di mento cfr. C. Gaspard, Vertu: le sens que (1763), Caen, 1986, p. 48: «Le
scarsa utilità, per la ristrettezza del robespierriste du terme, cit., pp. 197- bonheur n’est attaché qu’à la vertu
corpus esaminato (22 discorsi), 210; F. Brunel, Le jacobinisme, un […] Le bonheur dans chaque indivi-
l’analisi lessicologica, proposta da «rigorisme de la vertu»? «Purita- du, c’est la paix de l’âme, et cette
A. Geffroy, Le mot nation chez Robes- nisme» et Révolution, in Aa. Vv., paix naît du témoignage qu’il se
pierre, in Aa. Vv., Robespierre. De la Mélanges Michel Vovelle. Sur la Révo- rend de se conduire par les règles
Nation artésienne, cit., pp. 89-104. lution. Approches plurielles, textes de la justice».
Cfr. inoltre H. Leuwers, Des nations réunis par J.-P. Bertaud, F. Brunel, 161 Cfr. L. Bruni, L’economia, la felici-
à la Nation. Obstacles et contradictions C. Duprat e F. Hincker, Paris, 1997, tà e gli altri, cit, pp. 38 e ss. Il termi-
dans le cheminement politique de deux pp. 271-280. Il nesso virtù-felicità ne eudaimonia, come è noto, è stato
hommes des provinces du Nord: Robes- irrompe nella Grecia classica con tradotto da E. Anscombe (1958) con
pierre et Merlin de Douai (1788-1791), Socrate e si contrappone al nesso human flourishing: cfr. ibidem, nota
ibidem, pp. 73-87. Tyche-felicità del mondo omerico 5, pp. 40-41. Sulla nozione di felici-
146 M. Robespierre, Considérations e della produzione tragica. La pro- tà in Aristotele cfr. in particolare M.
sur l’une des principales causes de nos messa cristiana di felicità ripro- C. Nussbaum, La fragilità del bene.
maux, in «Le défenseur de la consti- pone il nesso virtù-felicità, modi- Fortuna ed etica nella tragedia e nella
tution», n° 3 (31 mai 1792), in ficando sia il senso della parola filosofia greca (1986), Bologna, 2004,
Œuvres, t. IV, cit., pp. 77-107, a p. 89. virtù che il senso della parola feli- pp. 449 e ss.; J. Annas, La morale
cità. Su questi snodi fondamentali della felicità in Aristotele e nei filosofi
147 M. Robespierre, Sur l’éligibilité della cultura occidentale cfr. F. de
des députés de l’Assemblée nationale à dell’età ellenistica (1993), Milano,
Luise, G. Farinetti, Storia della feli- 1997, ad nomen (cfr. anche il capito-
la première législature (16 mai 1791), cità. Gli antichi e i moderni, Torino,
in Œuvres, cit., t. VII, pp. 377-402, lo secondo: Le virtù, pp. 77-188).
2001, pp. 17 e ss., 159 e ss. Per la
alle pp. 385-386. nozione di virtù nella tradizione 162 Cfr. in particolare M. W. Rom-
148 M. Robespierre, Sur la rééligibi- repubblicana resta fondamentale bout, La conception stoïcienne du bon-
lité des députés de l’Assemblée Natio- – anche se controverso – J. G. A. heur chez Montesquieu et chez quel-
nale à la première législature (18 mai Pocock, Il momento machiavelliano. ques-uns de ses contemporains, Leida,
1791), in Œuvres, cit., t. VII, pp. 403- Il pensiero politico fiorentino e la tra- 1958; G. Bretonneau, Stoïcisme et
423, a p. 409. valeurs chez J.-J. Rousseau, Paris, 1977;

la nozione di felicità in robespierre 69


Aa. Vv., Dictionnaire de Jean-Jacques que l’amour de la patrie et de l’éga- 170 In merito alla differenza, in
Rousseau, publié sous la direction lité. J’ai eu des idées nouvelles; il a Robespierre, fra passioni positive e
de R. Trousson et F. S. Eigeldinger, bien fallu trouver de nouveaux passioni negative cfr. M. Robes-
Paris, 1996, p. 274 (voce Sénèque). La mots, ou donner aux anciens de pierre, Sur la guerre (2 janv. 1792), in
dottrina stoica, come è noto, trova nouvelles acceptions». In merito Œuvres, cit., t. VIII, pp. 74-94, alle
largo spazio ne Le Temple du Bonheur alla convinzione che la virtù poli- pp. 89-90: «L’amour de la justice,
(I ed.: 3 voll., Paris, 1769; II ed., 4 tica robespierriana sia di deriva- de l’humanité, de la liberté est une
voll., Paris, 1770). Per i giudizi di zione montesquieuiana più che passion comme une autre; quand
Robespierre sulla «secte sublime rousseauiana si veda M. A. Catta- elle est dominante, on lui sacrifie
des Stoïciens» cfr. Sur les rapports neo, Libertà e virtù nel pensiero poli- tout; quand on a ouvert son âme à
des idées religieuses et morales, cit., p. tico di Robespierre (1968), Milano, des passions d’une autre espèce,
454. Per le occorrenze dei termini 1990, pp. 121 e ss.; Idem, Nota intro- comme à la soif de l’or ou des hon-
appartenenti al campo semantico duttiva, in M. Robespierre, La sca- neurs, on leur immole tout, et la
dello stoicismo nelle Œuvres, cfr. lata al cielo. Discorsi, a cura di M. A. gloire, et la justice, et l’humanité, et
parte seconda, liste di frequenza. Cattaneo, Verona, 1989, pp. 121-124. le peuple et la patrie. Voilà tout le
163 R. Mauzi, L’idée du bonheur, cit., La tesi di fondo di M. A. Cattaneo, secret du cœur humain; voilà toute
p. 580. come è noto, è che in Robespierre la différence qui existe entre le
l’influenza di Montesquieu è netta- crime et la probité, entre les tyrans
164 M. Robespierre, Sur les rapports mente superiore a quella di Rous- et les bienfaiteurs du pays».
des idées religieuses, cit., p. 446. seau. 171 M. Robespierre, Sur la guerre (25
165 Cfr. J. Domenech, Bienfaisance, 167 M. Robespierre, Sur les principes janv. 1792), in Œuvres, cit. t. VIII, pp.
in Aa. Vv., Dictionnaire européen des de morale politique, cit., p. 353. Sulla 132-153, alle pp. 143-144.
lumières, cit., pp. 164-165; R. Mauzi, virtù come amore della patria
L’idée du bonheur, cit., pp. 605 e ss.; 172 Idem, Sur les subsistances, cit., p.
Robespierre si pronuncia già nel 113.
A. Soboul, Dictionnaire historique, 1784 (Idem, Discours sur les peines
cit., pp. 117-118; P. Oppici, L’idea di infamantes, cit., p. 24): «Le ressort 173 Idem, Sur les principes de morale
«bienfaisance» nel Settecento francese essentiel des républiques, est la politique, cit., pp. 352, 354.
o il laccio di Anglaia, Pisa, 1989; J. De vertu, comme l’a prouvé l’autheur 174 M. Robespierre, Sur la Constitu-
Viguerie, Histoire et dictionnaire du de l’esprit des loix, c’est à dire la tion, cit., p. 496.
temps des lumières 1715-1789, Paris, vertu politique, qui n’est autre
1995, pp. 764-766; L. Hunt, Filantro- 175 M. Robespierre, Sur les crimes
chose que l’amour des loix et de la des rois coalisés contre la France (7
pia, in Aa. Vv., L’Illuminismo, Dizio- patrie: leur constitution même
nario storico, cit., pp. 326-332. prairial an II : 26 mai 1794), in
éxige que tous les interets particu- Œuvres, cit., t. X, pp. 473-478, a p.
166 Cfr. M. Robespierre, Sur les prin- liers, toutes les liaisons personnel- 476.
cipes de morale politique, cit., pp. 353- les cedent sans cesse au bien géné-
4. Cfr. la definizione di virtù di Ch.- ral. Chaque citoien fesant partie de 176 M. Robespierre, Sur les principes
L. Montesquieu, De l’esprit des lois, la souveraineté, comme je l’ai déja de morale politique, cit., p. 353.
in Œuvres complètes, texte présenté dit; il est obligé à ce titre de veiller à 177 Sottolineiamo che Robespierre
et annoté par R. Caillois, 2 voll, la sureté de la patrie dont les droits usa questa lessia solamente in
Paris, 1949-51, vol. II, pp. 225-995 sont remis entre ses mains; il ne un’occasione: M. Robespierre,
(livre III, chapitre III, pp. 251-253: doit pas épargner même le coupa- Discours sur les peines infamantes,
Du principe de la démocratie). Cfr. ble le plus cher, quand le salut de la cit., p. 24 (il passo è citato nella nota
Avertissement de l’auteur (ibidem, pp. république demande sa punition». 167). Robespierre preferisce, a
227-228): «Pour l’intelligence des 168 Per un’analisi lessicologica del «vertu politique», le lessie che
quatre premiers livres de cet termine loi nella rivoluzione fran- abbiamo elencato nel testo: «vertu
ouvrage, il faut observer que ce que cese cfr. J. Guilhaumou, La loi en acte civique», «vertu sociale», «vertu
j’appelle la vertu dans la république dans les comités de surveillance des publique», «vertu républicaine».
est l’amour de la patrie, c’est-à-dire Bouches-du-Rhône, in Aa. Vv., Dic- 178 M. Robespierre, Sur les intrigues
l’amour de l’égalité. Ce n’est point tionnaire des usages socio-politiques contre le gouvernement révolutionnai-
une vertu morale, ni une vertu (1770-1815), fasc. 6: Notions pratiques, re, cit., p. 520. Cfr. G. Walter, Robe-
chrétienne, c’est la vertu politique ; Paris, 1999, pp. 99-125. spierre, Paris, 1961, t. II, p. 68.
et celle-ci est le ressort qui fait
mouvoir le gouvernement républi- 169 M. Robespierre, Sur le droit de 179 La patria, la giustizia, l’ugua-
cain […] J’ai donc appellé vertu politi- triage, cit., p. 277. glianza, la libertà sono valori,

70
l’amore della patria, l’amore della ble» (G. Martin, Les jacobins (1945), 195 Il testo in cui Robespierre svi-
giustizia, l’amore dell’uguaglianza, Paris, 1963, p. 70). luppa più compiutamente la pole-
l’amore della libertà sono virtù. In 189 M. Robespierre, Réponse de M. mica contro la «secte» degli «ency-
quanto valori vengono espressi Robespierre Aux discours de MM. Bris- clopédistes», accusata di «matéria-
sovente con la parola «bien(s)». sot et Gaudet, cit., p. 43. lisme», è Sur les rapports des idées
180 Da un esame rapido, sembrano religieuses, cit., pp. 454 e ss. Per
190 Cfr. Idem, Sur les rapports des un’analisi di questo importante
essere 20 le occorrenze che si riferi- idées religieuses, cit., p. 461: «Les
scono al «valor militare». La discorso cfr., in particolare, E.
esclaves adorent la fortune et le Hamel, Histoire de Robespierre, cit.,
«valeur» è espressa sovente come pouvoir: nous, honorons le mal-
un vizio da Robespierre, cfr. nota 49. vol. II (tome III), pp. 359-367; S.
heur, le malheur que l’humanité ne Moravia, Il tramonto
181 M. Robespierre, Discours au peu- peut entièrement bannir de la dell’illuminismo, cit., pp. 206 e ss.; A.
ple réuni, cit., p. 481. Il contributo terre, mais qu’elle console et sou- M. Battista Robespierre, cit., pp. 33 e
più informato e equilibrato – a lage avec respect». Sul tema del ss.; L. Jaume, Robespierre, in Aa. Vv.,
nostro avviso – sulla dimensione malheur nell’Illuminismo e nella Dictionnaire des œuvres politiques,
religiosa del pensiero di Robespier- Rivoluzione francese cfr. in partico- sous la direction de F. Chatelet, O.
re è quello di H. Guillemin, Robe- lare C. Rosso, Illuminismo. Felicità e Duhamel, E. Pisier (1986), Paris,
spierre politico e mistico, cit. (cfr. in dolore. Miti e ideologie francesi, 1989, pp. 881-886. Per la polemica
particolare le pp. 347-393). Napoli, 1971; B. Baczko, Job, mon contro l’abate Raynal cfr. M. Robe-
182 Per la lista dei vizi in Robes- ami. Promesses du bonheur et fatalité spierre, Sur une lettre de l’abbé Raynal
pierre cfr. sopra. du mal, Paris, 1997. (31 mai 1791), in Œuvres, cit., t. VII,
183 Ibidem, p. 482. 191 Cfr. M. Robespierre, Discours au pp. 446-458. Per la polemica contro
peuple réuni, cit. Helvétius cfr. M. Robespierre, Sur
184 M. Robespierre, Sur les rap- les bustes de Mirabeau et d’Helvétius (5
ports des idées religieuses, cit., pp. 192 M. Robespierre, Éloge de Messire
Charles-Marguerite-Jean-Baptiste Mer- déc. 1792), in Œuvres, cit., t. IX, pp.
452-453. 142-146.
cier Dupaty, in Œuvres, cit., t. I, pp.
185 Idem, Discours sur les peines infa- 153-184, a p. 180. 196 Per un primo orientamento –
mantes, cit., p. 31. Sono presenti anche bibliografico – sulla dimen-
alcune modifiche fra l’edizione pre- 193 M. Robespierre, Discours au peu-
ple réuni, cit., pp. 481-482. sione religiosa della rivoluzione
sentata nelle Œuvres e l’edizione del francese e sulla scristianizzazione
medesimo scritto pubblicata nel 194 M. Robespierre, Contre les fac- cfr. in particolare A. Aulard, Le culte
1785. I redattori delle Œuvres ne tions nouvelles et les députés corrom- de la Raison et le culte de l’Être
danno conto attraverso delle note. pus (8 thermidor an II : 26 juil. Suprême (1793-1794). Essai historique,
Rimandiamo alle Œuvres per i con- 1794), in Œuvres, cit., t. X, pp. 542- Paris, 1892; A. Mathiez, Les Origines
fronti. 586, a p. 567. Cfr. anche Ibidem, p. des cultes révolutionnaires 1789-1792
186 H. Guillemin, Robespierre poli- 575. La frase «la mort n’est pas un (1904), Genève, 1977; M. Vovelle,
tico e mistico, cit., pp. 347-393. sommeil éternel» è un riferimento Religion et Révolution. La déchristiani-
polemico al Decreto sulle sepolture di sation de l’an II dans le Sud-Est, Paris,
187 M. Robespierre, Sur les circons- Fouché (19 vendémiaire an II : 10 1976; Idem, La Révolution contre
tances actuelles (26 mars 1792), in ottobre 1793). Cfr. J. Fouché, Écrits l’Église. De la Raison à l’Être suprême,
Œuvres, cit., t. VIII, pp. 229-241, alle révolutionnaires, Paris, 1998, pp. 67- Bruxelles, 1988; Idem, Déchristiani-
pp. 234-235. 69, a p. 68: «Article VI. On lira sur la sation, in A. Soboul, Dictionnaire his-
188 M. Robespierre, Pour la liberté porte de ce champ consacré par un torique, cit., pp. 327-330; Idem, De la
des cultes (1er frimaire an II : 21 nov. respect religieux aux mânes des Raison à l’Être suprême (1989), in M.
1793), in Œuvres, cit., t. X, pp. 193- morts, cette inscription: La mort est Vovelle, Combats pour la révolution
201, alle pp. 196-197. G. Martin un sommeil éternel». Per le posizioni française, Paris, 1993, pp. 285-299;
considera l’intervento del 21 di Chaumette cfr. N. Bossut, Chau- M. Ozouf, La fête révolutionnaire
novembre 1793 un momento di mette, porte-parole des sans-culottes, 1789-1799, Paris, 1976; Idem, Reli-
svolta: «La victoire du 1er Frimaire Paris, 1998, pp. 339-370, 499. Per le gione rivoluzionaria, in F. Furet, M.
marque le moment précis où la politiche funerarie della rivolu- Ozouf, Dizionario critico, cit., vol. II,
majorité des Jacobins, perinde ac zione francese cfr. M. Sozzi, Ch. pp. 679-690; J. de Viguerie, Christia-
cadaver, s’abandonne à la toute- Porset, Il sonno e la memoria. Idee nisme et révolution, Paris, 1986; Aa.
puissante volonté de l’Incorrupti- della morte e politiche funerarie nella Vv., Atlas de la Révolution française,
Rivoluzione francese, Torino, 1999. vol. IX: La religion, a cura di C. Lan-

la nozione di felicità in robespierre 71


glois, T. Tackett, M. Vovelle, Paris, «amour saint de l’humanité», 492-495. Per un inquadramento
1996; Aa. Vv., Atlas de la Révolution «droit sacré de l’insurrection», storico si rinvia in particolare a Aa.
française, vol. XI, cit., pp. 75-86; F. «sainte égalité»). Vv., Atlas de la Révolution française,
Furet, L’idea francese di Rivoluzione 201 A nostro avviso, il culto dell’Es- vol. II: L’enseignement. 1760-1815, a
(1997), in Le due rivoluzioni. Dalla sere Supremo va interpretato più cura di D. Julia, H. Bertrand, S.
Francia del 1789 alla Russia del 1917 in chiave di «nuovo culto» che di Bonin, A. Laclau, Paris, 1987; Aa. Vv.,
(1999), Torino, 2002, pp. 53-72; L. «religione civile». Per l’interpreta- Atlas de la Révolution française, vol.
Mezzadri, La Rivoluzione francese e la zione in chiave di «nuovo culto» XI, cit., pp. 75-77, 87-89.
Chiesa. Fatti, documenti, interpreta- cfr. M. Introvigne, I nuovi culti. Dagli 205 M. Robespierre, Sur les rapports
zioni, Roma, 2004. Per il passaggio Hare Krishna alla Scientologia, Mila- des idées religieuses, cit., p. 452. Cfr.
dal culto della Ragione al culto no, 1990, pp. 108-113. Per l’interpre- J.-J. Rousseau, Discours sur l’économie
dell’Essere supremo in una realtà tazione in chiave di «religione civi- politique (1755), in Œuvres complètes,
specifica della Parigi rivoluzionaria le» cfr. E. Gentile, Le religioni della cit., vol. III, cit., pp. 239-278, a p. 251:
cfr. H. Burstin, Une révolution à l’œu- politica, cit., pp. 40-43. Per la vexata «S’il est bon de savoir employer les
vre. Le faubourg Saint-Marcel (1789- quaestio dei rapporti tra culto della hommes tels qu’ils sont, il vaut
1794), Seyssel, 2005, pp. 789-799. Ragione e culto dell’Essere Supre- beaucoup mieux encore les rendre
197 Per un primo orientamento su mo cfr. M. Vovelle, De la Raison à tels qu’on a besoin qu’ils soient;
Lequinio cfr. A. Soboul, Dictionnaire l’Être suprême, cit., pp. 285-299. l’autorité la plus absolue est celle
historique, cit., pp. 667-669. 202 Cfr. M. Robespierre, Sur le qui pénètre jusqu’à l’intérieur de
198 Du Bonheur, par Lequinio. respect dû aux lois et aux autorités con- l’homme, et ne s’exerce pas moins
Représentant du peuple. Envoyé stituées, in «Le défenseur de la Con- sur la volonté que sur les actions».
dans le Département de la Charen- stitution», n° 5 (juin 1792), in 206 M. Robespierre, Sur le plan
te inférieure, prononcé dans le Œuvres, cit., t. IV, pp. 144-149, p. 149: d’éducation nationale de Michel Lepe-
Temple de la vérité, ci-devant l’Égli- «La tranquillité, c’est l’ordre public, letier, cit., p. 21. Sull’opportunità e la
se catholique de Rochefort, le deu- c’est l’harmonie sociale. Peut-elle legittimità di includere il Plan di
xième décadi de Brumaire, l’an exister sans la justice, sans la liber- Lepeletier nell’analisi della produ-
second de la République Française, té, sans le bonheur?». Come è noto, zione di Robespierre rinviamo alle
une et indivisible, Angoulême, la nozione di «harmonie» è centra- notazioni di Claude Mazauric:
Chez P. Broquisse, Imprimeur du le nel «libéralisme égalitaire». Cfr. Robespierre, Écrits, présentés par C.
Département, Deuxième année S. Meyssonnier, La balance et l’horlo- Mazauric, cit., pp. 252-255.
républicaine, p. 4. ge, cit., pp. 137 e passim; J.-P. Gross, 207 Cfr. Papiers inédits trouvés chez
199 Sul teismo e sulla distinzione Égalitarisme jacobin, cit., pp. 28-29. Robespierre, Saint-Just, Payan, etc.,
tra teismo e deismo cfr. in partico- Altre parole chiave del «libéralisme supprimés ou omis par Courtois; précé-
lare J. Deprun, Dieu, in Aa. Vv., Dic- égalitaire» riscontrabili in Robe- dés du rapport de ce député à la
tionnaire européen des Lumières, cit., spierre sono: «réciprocité», «réci- Convention nationale, 3 voll., Paris,
pp. 336-340. proque(s)», «réciproquement», 1828, vol. II, pp. 15-16, pièce n. XLIV
«équilibre». Sull’uso e il significato (Note essentielle écrite de la main de
200 Per un primo orientamento del termine harmonie nella rivolu-
sulla nozione di «religione civile» Robespierre): «Il faut une volonté
zione francese cfr. J.-M. Montet, La une […] La guerre étrangère est une
cfr. E. Gentile, Le religioni della politi- fascination pour l’harmonie. Le cas de
ca. Fra democrazie e totalitarismi, maladie mortelle (fléau mortel),
Saint-Just, in Aa. Vv., Dictionnaire des tandis que le corps politique est
Roma-Bari, 2001; Aa. Vv. Risorgimen- usages socio-politiques (1770-1815),
to italiano e religioni politiche, a cura malade de la révolution et de la
fasc. 6, cit., pp. 11-30. division des volontés» (p. 15). Nel
di Simon Levis Sullam, in «Società
e storia», a. XXVII, n. 106, ottobre- 203 Per l’ideale della «società ben Rapport di Courtois (Rapport fait au
dicembre 2004, pp. 681-779; Totali- ordinata» in Rousseau cfr. M. nom de la commission chargée de l’exa-
tarian Movements and Political Reli- Viroli, Jean-Jacques Rousseau e la teo- men des papiers trouvés chez Robes-
gions, vol. 6, No. 1, June 2005. Per la ria della società bene ordinata (1988), pierre et ses complices, par E. B. Cour-
sacralizzazione della politica in Bologna, 1993. tois, Député du Département de
Robespierre cfr. le liste di frequen- 204 Per la contrapposizione Robe- l’Aube, dans la séance du 16 nivôse,
za («amour sacré de la patrie», spierre-Condorcet in chiave di con- an IIIe de la République) le Pièces
«saint amour de la patrie», «saint trapposizione tra «educazione» e justificatives sono pubblicate alle pp.
amour de la liberté et de l’égalité», «istruzione» cfr. F. de Luise, G. Fari- 101-408. La pièce XLIV è alle pp. 181-
«saint amour de la liberté», netti, Storia della felicità, cit., pp. 182.

72
208 M. Robespierre, Observations (1819), in De la liberté chez les moder- Paris, 1995; M.-M. Jan, Index des pre-
générales sur le projet d’instruction nes, présenté par M. Gauchet, Paris, miers écrits pédagogiques de J.-J. Rous-
publique, cit., p. 208. 1980, pp. 491-515. Tra le traduzioni seau, “Mémoire présenté à Monsieur de
209 M. Robespierre, Sur la Constitu- italiane recenti cfr. B. Constant, La Mably sur l’éducation de monsieur son
tion, cit., p. 495. libertà degli antichi, paragonata a fils”, “Projet pour l’éducation de Mon-
quella dei moderni, a cura di G. Pao- sieur de Sainte-Marie”, “Émile”, premiè-
210 M. Robespierre, Sur les droits letti, Torino, 2001. re version, manuscrit Favre, Genève-
politiques des hommes de couleur (24 Paris, 1982; F. Brunet, Index concor-
sept. 1791), in Œuvres, cit., t. VII, pp. 220 Cfr. M. Barberis, Libertà, cit., pp.
78, 98. L’Encyclopédie, come è noto, dance d’«Émile ou l’éducation», Genè-
727-743, a p. 738. ve-Paris, 1980; L. Launay, E. Brunet,
propone le voci liberté (morale),
211 M. Robespierre, Sur le rapport des liberté naturelle, liberté civile, liberté Index des “Considérations sur le gou-
idées religieuses, cit., p. 459. politique. La liberté civile è opposta vernement de Pologne” et index-concor-
212 M. Robespierre, Sur la nouvelle alla liberté naturelle e non alla liberté dance du “Projet de constitution pour
Déclaration des Droits, cit., p. 464. Su politique. La liberté politique è carat- la Corse” de J.-J. Rousseau, Genève-
questo discorso cfr. E. Hamel, terizzata seguendo l’impostazione Paris, 1986. Il sito dell’ATILF permet-
Histoire de Robespierre, cit., vol. II di Montesquieu. L’Encyclopédie te di svolgere ricerche lessicologi-
(tome II), pp. 421-430. (1751-1772) è disponibile, previo che puntuali e precise su Rousseau:
abbonamento, in rete, al sito: cfr. http://www.atilf.fr/.
213 Cfr. la lista delle cooccorrenze.
http://portail.atilf.fr/encyclopedie. 224 Cfr., per esempio, F. E. Oppen-
214 Cfr. le liste di frequenza e la heim, Libertà, in N. Bobbio, M. Mat-
lista delle cooccorrenze. 221 Ch.-L. Montesquieu, De l’esprit
des lois, in Œuvres complètes, cit., pp. teucci, G. Pasquino, Il dizionario di
215 Cfr. le liste di frequenza. 394-5, 430-1 (livre XI, chapitres II, Politica, Torino, 2004, pp. 534-538, a
III e livre XII, chapitres I, II). p. 535: «La [libertà] politica è una
216 Per un primo orientamento
Nell’Esprit des lois, in un solo caso, sottocategoria della [libertà] sociale
sulla distinzione tra libertà negativa
per quello che a noi risulta, Mon- e normalmente si riferisce alla
e libertà positiva cfr. I. Berlin, Due
tesquieu oppone «liberté politi- [libertà] dei cittadini o delle asso-
concetti di libertà (1958), Milano,
que» a «liberté civile»: cfr. De l’es- ciazioni nei confronti del governo.
2000; Idem, Four Essays on Liberty,
prit des lois, cit., p. 451 (livre XII, cha- L’interesse per la [libertà] politica,
Oxford-New-York, 1969 (trad. it.:
pitre XXI). nei vari periodi della storia, si è
Quattro saggi sulla libertà, Milano,
concentrato sulla [libertà] di reli-
1989); Idem, The Proper Study of 222 J.-J. Rousseau, Du contrat social, gione, di parola e di stampa, di
Mankind, London, 1997; N. Bobbio, cit., pp. 364-5 (livre I, chapitre VIII). associazione (religiosa, politica,
Eguaglianza e libertà (1977-1978),
223 J.-J. Rousseau, Du contrat social, economica), di partecipazione al
Torino, 1995; M. Barberis, Libertà,
cit., p. 396 (livre III, chap. I). Cfr. processo politico (suffragio). L’idea
Bologna, 1999, pp. 118 e ss. Per un
inoltre J.-J. Rousseau, Émile, cit., p. di [libertà] politica è stata estesa
inquadramento delle tematiche
843 (livre V; cfr. trad. it., cit., p. 578). per coprire la richiesta di [libertà]
affrontate in questo paragrafo resta
Per un primo orientamento cfr. M. economica, di <[libertà] dal biso-
fondamentale J.-F. Spitz, La liberté
Launay, Le vocabulaire politique de J.- gno>, di autodeterminazione
politique. Essai de généalogie concep-
J. Rousseau, Genève-Paris, 1977; Aa. nazionale, ecc.». La «libertà socia-
tuelle, Paris, 1995.
Vv., Dictionnaire de Jean-Jacques Rous- le» o «interpersonale» è così defi-
217 M. Robespierre, Exposition de seau, cit. Per un approfondimento nita da Oppenheim: «Il concetto di
mes principes, in «Le Défenseur de più analitico si rinvia agli indici [libertà] interpersonale o sociale si
la Constitution», n° 1 (17-18 mai delle concordanze degli scritti di riferisce alle relazioni di interazio-
1792), in Œuvres, cit., t. IV, pp. 5-15, Rousseau, curati da M. Launay e ne tra persone e gruppi, vale a dire
pp. 10 e ss. e 13. pubblicati nella collezione Etudes al fatto che un attore lascia un atto-
218 M. Robespierre, Nouvel attentat rousseauistes et index des Œuvres de J.- re libero di agire in un certo modo»
contre la liberté individuelle et contre J. Rousseau. Etudes et index: M. Lau- (ibidem, p. 535). Per rendersi conto
les droits du peuple, in «Le défenseur nay, Index du “Contrat social”, texte de delle difficoltà lessicali legate alla
de la Constitution», n° 2 (24-25 mai 1762 et manuscrit de Genève, Genève- trattazione del tema della libertà, si
1792), in Œuvres, cit., t. IV, pp. 61-65, Paris, 1977; M. Launay, Index-concor- tenga presente che per John Stuart
a p. 64. dance de la “Lettre à d’Alembert sur les Mill (1859) «libertà sociale» e
spectacles”, Genève-Paris, 1994; M. «libertà civile» sono espressioni
219 B. Constant, De la liberté des
Launay, Index-concordance des “Rêve- equivalenti, che connotano la natu-
anciens comparée à celle des modernes
ries du promeneur solitaire”, Genève- ra ed i limiti del potere della società

la nozione di felicità in robespierre 73


sull’individuo. Cfr. J. S. Mill, On Locke, nel cui lessico – come è noto 230 Cfr. B. Constant, Principes de
liberty (1859), New York, 1984, p. 59: – property designa a volte il possesso politique (1806; prima edizione
«The subject of this essay is not the dei beni mobili e immobili postuma: 1980), Paris, 1997, pp. 34 e
so-called <liberty of the will>, so («estate»), a volte ingloba «life, ss.
unfortunately opposed to the liberty, estate» (J. Locke, An Essay 231 Cfr., per esempio, C. Mazauric,
misnamed doctrine of philosophi- concerning the True Original Extent and Introduction, in Robespierre, Écrits,
cal necessity; but civil, or social End of Civil Government, in Two Treati- cit., pp. 9-47, alle pp. 24-25.
liberty: the nature and limits of the ses of Government (1690), London-
power which can be legitimately New-York, 1975, p. 159). L’influenza 232 M. Robespierre, Sur la Constitu-
exercised by society over the indivi- di Locke su Robespierre è richia- tion, cit., pp. 501-502.
dual». Cfr. trad. it, Saggio sulla liber- mata in particolare dagli studiosi 233 Ibidem, p. 509.
tà, a cura di G. Giorello e M. Monda- che fanno riferimento alle categorie 234 Cfr., in particolare, F. Gauthier,
dori, Milano, 1984, a p. 23. di «libéralisme humaniste» e «libé- Triomphe et mort, cit., pp. 94 e ss.,
225 I. Berlin, Due concetti, cit., p. 12. ralisme égalitaire»: cfr. sopra, nota passim; J.-P. Gross, Égalitarisme jaco-
12. Va rilevato che – nelle Œuvres – bin, cit., pp. 32 e ss., passim. Cfr. nota
226 Ph. Pettit, Il repubblicanesimo, Locke è citato in due casi, ma mai da
cit., pp. 3, 100 e ss.; Q. Skinner, La 12.
Robespierre (articolo di Lacretelle in
libertà prima del liberalismo (1998), merito al Discours sur les peines infa- 235 Sul droit de pétition cfr. A.
Torino, 2001, pp. 3, 79 e ss.; M. Viro- mantes, in Œuvres, t. I, p. 64; Journal Soboul, Dictionnaire historique, cit.,
li, Repubblicanesimo, cit., pp. 19 e ss., de Paris, n° 115, p. 2, in Œuvres, cit., t. p. 840.
29 e ss.; Aa. Vv. Libertà politica e virtù VIII, p. 312, nota 15). Per una lettura 236 Cfr. M. Robespierre, Exposition
civile, cit., passim. diversa (a nostro avviso, riduttiva) de mes principes, cit., p. 9.
227 Cfr., per esempio, C. Mazauric, delle posizioni robespierriane sulla
237 Cfr. M. Robespierre, Sur la con-
Introduction a Robespierre, Écrits, proprietà cfr. M. Gauchet, La Révolu-
dition des hommes libres de couleur (13
cit., pp. 9-47, alle pp. 24-25; M. Cat- tion des droits de l’homme, Paris, 1989,
mai 1791), in Œuvres, cit., t. VII, pp.
taneo, Libertà e virtù, cit., pp. 89-116. pp. 235-240. Su Lacretelle cfr. É. Bar-
366-368, a p. 366: «Vous nous dites
228 Sulla concezione della proprietà rault, Lacretelle, un écrivain face à la
encore: mais ces hommes jouissent
in Robespierre sono necessari ulte- Révolution française (1766-1855), in
des droits civils; je réponds encore:
riori approfondimenti. Solitamente «Annales historiques de la Révolu-
ces droits ne sont rien sans des
si mette in luce che Robespierre, tion française», n. 333, juillet-sep-
droits politiques». Per un’analisi di
come Rousseau, considera il diritto tembre 2003, pp. 67-83.
questo discorso cfr. E. Hamel,
di proprietà non un diritto naturale 229 La concezione della libertà Histoire de Robespierre, cit., vol. I
ma «une institution sociale» (cfr. come non-interferenza (libertà nega- (tome I), pp. 340-345.
Œuvres, cit., t. IX, pp. 459-471, a p. tiva) è il tratto distintivo della
238 M. Robespierre, Nouvel attentat
461). Il dato è inoppugnabile, ma nozione liberale di libertà. A questa
contre la liberté individuelle, cit., p.
non esaurisce la latitudine di «pro- concezione, come è noto, sono stati
64.
priété» in Robespierre. Propriété in recentemente mossi rilievi critici
Robespierre non riguarda infatti da parte dei teorici neo-repubblica- 239 Sulla nozione di cittadinanza
solo il possesso dei beni mobili e ni (Quentin Skinner, Philip Pettit, in Robespierre cfr. P. Costa, Civitas,
immobili («la portion de biens qui Maurizio Viroli), che hanno insisti- cit., ad nomen; P. Higonnet, Goodness
lui [citoyen] est garantie par la loi»: to sull’opportunità e la necessità di beyond Virtue. Jacobins during the
Œuvres, cit., t. IX, p. 461). «L’idée includere nella nozione di libertà French Revolution, Cambridge
générale de propriété» comprende l’assenza di dipendenza o domina- (Mass.)-London (1998), 2000, p.
ciò che appartiene a ogni uomo e a zione. Per un primo orientamento 134; S. Wahnich, L’impossible citoyen.
ogni cittadino: «ma liberté, ma vie, cfr. Ph. Pettit, Il repubblicanesimo. L’étranger dans le discours de la Révo-
le droit d’obtenir sûreté ou ven- Una teoria della libertà e del governo lution française, Paris, 1997, ad
geance pour moi et pour ceux qui (1997), Milano, 2000; Q. Skinner, nomen. La parola citoyenneté com-
me sont chers, le droit de repousser La libertà prima del liberalismo, cit.; pare una sola volta nelle Œuvres (t.
l’oppression, celui d’exercer libre- M. Viroli, Repubblicanesimo, cit.; VII, p. 213) nel titolo dell’intervento
ment toutes les facultés de mon Idem, Repubblicanesimo, in N. Bob- di Robespierre alla seduta del 28
esprit et de mon cœur» (Œuvres, cit., bio, M. Matteucci, G. Pasquino, Il gennaio 1790: Sur le droit de citoyen-
t. VII, pp. 158-174, alle pp. 164-165). dizionario di politica, cit., pp. 840- neté des juifs portugais, espagnols et
L’accezione estensiva di propriété in 843. avignonnais. L’autore, quindi, non
Robespierre sembra rinviare a usa mai questo termine.

74
240 Robespierre usa molto la lessia mente si cita il seguente passo di cura di I. Carter e M. Ricciardi,
bons citoyens (244 occorrenze). La Rousseau (Du contrat social, cit., Milano, 1996, p. 9.
lessia honnêtes gens (79 occorrenze), livre I, chap. VIII) che riguarda, 249 M. Robespierre, Sur la nouvelle
che – come è noto – è diffusa larga- però, la libertà morale: «On pour- Déclaration des Droits, cit., p. 465.
mente nella stampa girondina e nel roit sur ce qui précède ajouter à l’ac-
periodo del Direttorio, è usata – quis de l’état civil la liberté morale, 250 Cfr. le liste di frequenza, l’Indice
invece – da un certo momento in qui seule rend l’homme vraiment dei riferimenti e l’Indice delle concor-
poi come sinonimo di «intrigans»: maître de lui; car l’impulsion du danze di «liberté publique» nel t. X
cfr., per esempio, M. Robespierre, seul appétit est esclavage, et l’obéis- delle Œuvres.
Sur l’appel au peuple dans le jugement sance à la loi qu’on s’est prescrite 251 M. Robespierre, Discours sur les
de Louis XVI, cit., p. 189: «Or, qui est est liberté». Sulla nozione di libertà peines infamantes, cit., p. 25.
plus disert, plus adroit, plus fécond morale in Rousseau cfr. R. Derathé, 252 M. Robespierre, Sur la motion de
en ressources, que les intrigans, nota 1 a p. 1450, in J.-J. Rousseau, Lally-Tolendal (20 juil. 1789), in
que les honnêtes gens, c’est-à-dire, Œuvres complètes, cit., t. III, cit.; M. Œuvres, cit., t. VI, pp. 39-42, a p. 40.
que les frippons de l’ancien et Viroli, Jean-Jacques Rousseau e la teo- Nella lettera a Buissart del 23 luglio
même du nouveau régime?». Sulla ria, cit., pp. 155-159; B. Bernardi, 1789 Robespierre usa nuovamente
diffusione dell’espressione «hon- nota 56 a p. 201, in J.-J. Rousseau, Du l’espressione «liberté publique»:
nêtes gens» cfr. M. Dorigny, Honnê- contrat social, Paris, 2001. cfr. M. Robespierre, Robespierre à
tes-gens. L’expression dans la presse 244 L’esempio di gran lunga più Buissart (23 juil. 1789), in Œuvres,
girondine, juin-septembre 1792, in Aa. chiaro al riguardo è quello sopraci- cit., t. III, pp. 42-50, a p. 44.
Vv., Dictionnaire des usages socio-poli- tato alla nota 243. Altrove Robe-
tiques (1770-1815), fasc. 1, cit., pp. 79- 253 M. Robespierre, Contre les fac-
spierre esprime la stessa idea meno tions nouvelles, cit., p. 576.
91; F. Wartelle, Honnêtes-gens. La chiaramente. Cfr., per esempio, M.
dénomination comme enjeu des luttes Robespierre, Sur la nécessité et la 254 Non abbiamo riscontrato in
politiques (1795-1797), ibidem, pp. 93- nature de la discipline militaire, in Robespierre l’uso di «liberté publi-
137. «Le défenseur de la Constitution», que», per designare «la faculté de
241 Cfr. M. Robespierre, Sur les prin- n° 2 (24-25 mai 1792), in Œuvres, participer à la vie politique». Tale
cipes du gouvernement révolutionnaire cit., t. IV, pp. 49-60, a p. 53: «Car accezione – non con riferimento
(5 nivôse an II : 25 déc. 1793), in obéir à l’homme qui ne commande specifico a Robespierre, ma alla
Œuvres, cit., t. X, pp. 272-282, alle pp. pas au nom de la loi, c’est offenser rivoluzione nel suo complesso – è
274-275. la loi même, et se rendre complice segnalata da H. Fréchet, J.-P. Picy,
de celui qui usurpe son pouvoir. Lexique d’histoire politique de la Fran-
242 Sulla nozione di intrigant cfr. J. ce de 1789 à 1914, Poitiers, 1998, p.
Guilhaumou, L’intrigant dans le dis- Celui qui la feroit, ne seroit point
indiscipliné, il ne seroit qu’un 157. Le verifiche che stiamo facendo
cours sectionnaire marseillais (avril- su Hébert, Marat e Saint-Just non
juin 1793), in Aa. Vv., Dictionnaire des homme libre et un citoyen éclairé,
par conséquent un soldat fidèle et permettono ancora conclusioni
usages socio-politiques (1770-1815), certe e documentate. Sarebbe in
fasc. 4, cit., pp. 145-165. courageux, plus redoutable aux
ennemis de l’état, que ces automa- ogni caso opportuno un allarga-
243 Cfr. M. Robespierre, Sur le marc tes meurtriers qui ne doivent leur mento d’indagine a corpora più
d’argent (11 avr. 1791), cit., p. 162: bravoure qu’à la fureur ou même à vasti.
«La liberté consiste à obéir aux loix la crainte». 255 Questa lessia viene usata per la
qu’on s’est données, et la servitude prima volta nel discorso Sur les prin-
à être contraint de se soumettre à 245 Cfr. M. Barberis, Libertà, cit., p.
119. cipes du gouvernement révolutionnaire
une volonté étrangère». Cfr. J.-J. del 5 nevoso anno II: 25 dicembre
Rousseau, Fragments politiques, in 246 Cfr. I. Berlin, Due concetti, cit., 1793 (cit., p. 274); per l’ultima volta
Œuvres complètes, cit., t. III, cit., pp. pp. 24 e ss. nel discorso del 8 termidoro anno
471-560, a p. 492: «On est libre 247 M. Robespierre, Sur les crimes II : 26 luglio 1794 Contre les factions
quoique soumis aux lois, et non des rois coalisés, cit., p. 476. nouvelles (cit., pp. 556, 557, 562-565,
quand on obeit à un homme, parce 568-571, 576). Per la distinzione tra
qu’en ce dernier cas j’obéis à la 248 Sulla concezione della libertà
come capacità cfr. A. K. Sen, La «senso costituzionale» (10 agosto
volonté d’autrui mais en obeissant 1792-27 settembre 1795) e «senso
à la Loy je n’obéis qu’à la volonté libertà individuale come impegno
sociale (1990, 1997), Roma-Bari, storico» (luglio 1793-luglio 1794)
publique qui est autant la mienne della formula gouvernement révolu-
que celle de qui que ce soit». Solita- 1999. Cfr. Aa. Vv., L’idea di libertà, a
tionnaire cfr. A. Soboul, Storia della

la nozione di felicità in robespierre 75


Rivoluzione francese (1983), Milano, 263 Per un primo orientamento seignement, Paris, 1984, pp. 109-127.
2001, pp. 325 e ss. La formalizza- sugli storici citati cfr. Aa. Vv., L’albe- Cfr. inoltre le voci curate da F. Furet
zione del gouvernement révolution- ro della rivoluzione. Le interpretazioni e M. Ozouf nel Dictionnaire critique
naire, come è noto, avviene con i della rivoluzione francese, a cura di B. de la révolution française (2 voll.
decreti del 10 ottobre e 4 dicembre Bongiovanni e L. Guerci, Torino, Paris, 1988; nouvelle édition: Paris,
1793. 1989. La definizione di «historio- 1992; trad. it: Dizionario critico, cit.).
256 M. Robespierre, Contre la com- graphie classique de la Révolution 269 Madame de Staël, Considéra-
munication des motifs d’arrestation française» è di A. Soboul, L’historio- tions sur la Révolution française
des suspects (3 brumaire an II : 24 graphie classique de la Révolution (1818), Paris, 1983; B. Constant, Des
oct. 1793), in Œuvres, cit., t. X, pp. française. Sur des controverses récentes, effets de la Terreur (1797), Paris, 1988.
156-157. in «La Pensée», n. 177, 1974, pp. 40-
58; Idem, Comprendre la Révolution. 270 E. Quinet, La Révolution, Paris,
257 M. Robespierre, Sur les principes Problèmes politiques de la Révolution 1865. Per un’analisi dei dibattiti sol-
du gouvernement révolutionnaire, cit., française (1789-1797), Paris, 1981, pp. levati dall’opera cfr. F. Furet, La gau-
p. 274. 323-345. che et la révolution, cit.
258 M. Robespierre, Contre les conti- 264 C. Mazauric, Jacobinisme et 271 Cfr. F. Furet, La gauche et la révo-
nuateurs de Danton, d’Hébert et autres Révolution, Paris, 1989; in particola- lution, cit., p. 109. Stando alle nostre
(24 prairial an II : 12 juin 1794), in re il § Sur la théorie des circonstances, verifiche dirette, Michelet – nella
Œuvres, cit., t. X, pp. 491-498, a p. alle pp. 59-63. Cfr. anche C. Mazau- sua Histoire de la Révolution française
493. ric, Terreur, in A. Soboul, Dictionnai- (1847-1853, 7 voll.), 2 voll., Paris,
259 Anna Maria Battista, come è re historique, cit., pp. 1020-1025; in 1979 – giustifica il Terrore con le
noto, sostiene che sulla rappresen- particolare p. 1023; M. Vovelle, La circostanze fino alla battaglia di
tanza Robespierre avrebbe tradito rivoluzione francese, cit., pp. 29 e ss. Wattignies (16 ottobre 1793).
Rousseau: A. M. Battista, 265 Cfr.C. Vetter, Il dispotismo, cit., 272 Cfr. G. Lefebvre, Folle rivoluzio-
Robespierre, cit., p. 75. M. A. Catta- ad nomen. narie (1932, 1934), in Riflessioni sulla
neo afferma che su questo aspetto – storia, Roma, 1976, pp. 127-149.
come su altri – l’influenza decisiva 266 F. Mignet, Histoire de la Révolu-
tion française, 2 voll., Paris, 1824. Per 273 Cfr. in particolare M. Vovelle,
è di Montesquieu: M. A. Cattaneo, La mentalité révolutionnaire. Société et
Libertà e virtù, cit., pp. 114-115. In un primo orientamento su Fran-
çois Mignet cfr. R. Pozzi, F. Mignet, mentalités sous la Révolution
realtà il discorso di Robespierre française, Paris, 1985, pp. 83-95;
sulla rappresentanza presenta flut- in Aa. Vv., L’albero della rivoluzione,
cit., pp. 491-495; A. Thiers, Histoire Idem, Les aventures de la raison.
tuazioni e ambiguità. Per un primo Entretiens avec Richard Figuier, Paris,
orientamento cfr. L. Jaume, Le de la Révolution française, 10 voll.,
Paris, 1823-27. Per un primo orien- 1989, pp. 109-110; Idem, Préface a T.
discours jacobin, cit., pp. 332-335, 358 Tackett, Le roi s’enfuit. Varennes et l’o-
e ss.; P. Higonnet, Goodness beyond tamento su Adolphe Thiers cfr. R.
Pozzi, A. Thiers, in Aa. Vv., L’albero rigine de la Terreur (2003), Paris,
Virtue, cit., pp. 144-164. Tra i testi di 2004, pp. 7-15.
Robespierre cfr. in particolare l’in- della rivoluzione, cit., pp. 627-631.
tervento nella seduta del 16 giugno 267 L’interpretazione revisionista 274 B. Baczko, Comment sortir de la
1793: Sur les caractères de la représen- nasce con i lavori di Alfred Cobban Terreur. Thermidor et la Révolution,
tation, in Œuvres, cit., t. IX, pp. 568- (1955, 1964) e di George V. Taylor Paris, 1989, in particolare le pp. 78 e
569. Torneremo sulla questione nel (1967). La svolta decisiva – che dà ss.; Idem, Les peurs de la Terreur, in
secondo volume del nostro lavoro. avvio ad una vera e propria scuola – Aa. Vv., La peur au XVIIIe siècle,
è rappresentata dall’opera di F. Genève, 1994, pp. 69-86; Idem, The
260 Cfr. M. Robespierre, Sur les cri- Terror before the Terror? Conditions of
mes des rois coalisés, cit., pp. 476-477, Furet e D. Richet, La Révolution fran-
çaise, 2 voll., Paris, 1965-1966. Possibility, Logic of Realization, in Aa.
in cui Robespierre sostiene che in Vv. The French Revolution and the
Francia esistono due popoli. 268 Cfr. in particolare F. Furet, Pen- Creation of Modern Political Culture, 4
261 M. Robespierre, Sur la Constitu- ser la Révolution française, Paris, voll., Oxford-New-York, 1987-1994,
tion, cit., p. 495. 1978; Idem, La gauche et la Révolu- vol. IV: The Terror, edited by K. M.
tion au milieu du XIXe siècle, Paris, Baker, Oxford, 1994, pp. 19-38.
262 C. Vetter, Il dispotismo, cit.; 1986; Idem, Le due rivoluzioni, cit.,
Idem, Dittatura e rivoluzione nel risor- pp. 11-36; M. Ozouf, Guerre et Terreur 275 P. Gueniffey, La politique de la
gimento italiano, Trieste, 2003. dans le discours révolutionnaire:1792- Terreur. Essai sur la violence révolu-
1794 (1984), in L’école de la France. tionnaire 1789-1794, Paris, 2000.
Essais sur la Révolution, l’utopie et l’en-

76
276 S. Wahnich, La liberté ou la mort. naio 2007: cfr. «Annales histori- 6, cit., pp. 187-202. Cfr. inoltre
Essai sur la Terreur et le terrorisme, ques de la Révolution française», n. Recherches sur la Révolution. Un bilan
Paris, 2003. 339, janvier-mars 2005, pp. 195-202. des travaux scientifiques du Bicente-
277 Un’interpretazione suggestiva 278 M. Robespierre, Sur les principes naire sous la direction de M. Vovelle.
del Terrore, che in questa sede non de morale politique, cit., p. 357. Textes rassemblés par A. de Baecque,
è possibile discutere, è avanzata da Paris, 1991, in particolare nota 60
279 Ibidem, p. 357. La formula alle pp. 38-39, nota 17 a p. 77 e pp.
R. Bodei, Geometria delle passioni. «despotisme de la liberté», è usata
Paura, speranza, felicità: filosofia e uso 164-168.
da Marat, il 6 aprile 1793, nel dibat-
politico (1991), Milano, 2000 (cfr. in tito alla Convenzione sull’istituzio- 282 Nelle Institutions républicaines
particolare le pp. 367-443). Per la ne del primo Comitato di salute pub- Saint-Just sembra limitare il Terro-
memorialistica rivoluzionaria sul blica. Cfr. C. Vetter, Il dispotismo, cit., re ad un ambito esclusivamente
Terrore cfr. in particolare S. Luz- pp. 197-198. Per quanto riguarda politico, segnando – così – una
zatto, Il Terrore ricordato. Memoria e Robespierre non abbiamo riscon- netta discontinuità tra Terrore e
tradizione dell’esperienza rivoluziona- trato altrove l’uso dell’espressione rigenerazione dei costumi (cfr. L.-A.
ria, Genova, 1988. Superficiale e despotisme de la liberté. In Saint-Just Saint-Just, Fragments d’institutions
schematica la ricognizione sul Ter- la ricerca tramite i mezzi informa- républicaines, cit., pp. 975-976): «S’il
rore, proposta da H. Gough, The Ter- tici sulle Œuvres complètes non dà y avait des mœurs, tout irait bien; il
ror in the French Revolution, London- alcuna occorrenza. In Marat si faut des institutions pour les épu-
New-York, 1998. Più utile – anche riscontra despotisme de la liberté rer. Il faut tendre là: voilà tout ce
se eccessivamente sbilanciato sul solamente nel caso già citato. qu’il faut faire; tout le reste s’ensui-
versante politico – il numero spe- vra. La terreur peut nous débarras-
ciale delle «Annales ESC», coordi- 280 C. Mazauric, Terreur, cit., p. ser de la monarchie et de l’aristo-
nato da A. de Baecque: Culture de la 1024. Sul Robespierre dell’ultimo cratie; mais qui nous délivrera de la
Terreur (a. 57, n. 4, 2002. Interventi periodo resta tuttora intrigante la corruption? <...> Des institutions».
di A. de Baecque, D. A. Bell, S. Wah- ricostruzione di J.-Ph. Domecq,
Robespierre, derniers temps (1984), 283 Cfr. 7.10 Indice delle concordanze
nich, C. Hesse, S. Desan). Da non delle cooccorrenze di «terreur» – «bon-
prendere in considerazione A. Gnu- Paris, 2002. Non siamo riusciti a
reperire in tempo utile il recente heur» e 7.11 Indice delle concordanze
gnoli, Robespierre e il Terrore rivolu- delle cooccorrenze di «terreur» – «heu-
zionario, Firenze, 2003. Una buona lavoro di Jean-François Fayard: Les
cent jours de Robespierre, Paris, 2005. reux».
sintesi dello stato degli studi sul
Terrore si trova in due recenti 281 Per una messa a punto dei 284 Non esistono cooccorrenze ter-
manuali: M. Biard, P. Dupuy, La significati attribuiti al termine régé- reur – égalité e terreur – fraternité. Cfr.
Révolution française. Dynamiques, nération nel periodo rivoluzionario Indice delle cooccorrenze.
influences, débats. 1787-1804, Paris, si rinvia in particolare a: M. Ozouf, 285 Il Terrore, come è noto, viene
2004 (chapitre 5); J.-C. Martin, La Rigenerazione, in F. Furet, M. Ozouf, messo all’ordine del giorno il 5 set-
Révolution française, 1789-1799. Une Dizionario critico, cit., vol. II, pp. 927- tembre 1793. Per le vicende della
histoire socio-politique, Paris, 2004 938; D. Julia, Instruction formula (placer) la terreur à l’ordre du
(chapitre 6, chapitre 7). Per il bilan- publique/Éducation nationale, in A. jour cfr. J. Guilhaumou, La terreur à
cio numerico del Terrore resta tut- Soboul, Dictionnaire historique, cit., l’ordre du jour (juillet 1793- mars 1794),
tora fondamentale D. Greer, The pp. 575-581; A. de Baecque, La révo- in Aa. Vv., Dictionnaire des usages
Incidence of the Terror during the lution accueille la régénération. Nais- socio-politiques (1770-1815), fasc. 2,
French Revolution: a Statistical Study, sance, éducation et prétention du nou- cit., pp. 127-160. Si rinvia a Guilhau-
Cambridge (Mass.), 1935. Greer vel homme, in La Révolution française mou per i lavori di Annie Geffroy e
propone una cifra tra 35.000 e et les processus de socialisation de Gerd Van den Heuvel sull’uso della
40.000 vittime (tra esecuzioni l’homme moderne (Colloque interna- parola terreur nel decennio rivolu-
legali – 16.574 – e esecuzioni som- tional de Rouen: 13, 14, 15 octobre zionario. Nelle Œuvres compare due
marie) e valuta a circa 500.000 i 1988), rapports introductifs par C. volte la formula «(placer) la terreur
«suspects» arrestati. Per la Vandea Mazauric, Paris, 1989, pp. 661-668; à l’ordre du jour». Nel primo caso
si registra una forbice tra 150.000 e C. Vetter, Il dispotismo, cit., note 11 e (t. X, p. 87) vengono riportate – in
250.000 morti. Alcuni studi pro- 13, alle pp. 12-13; F. Dougnac, Régéné- un paragrafo esplicativo – le parole
pongono valutazioni molto più ration dans le «Journal de la langue di Royer: «Qu’on place la terreur à
alte. Un convegno sul Terrore – Les françoise» (1er janvier 1791-24 mars l’ordre du jour!»; nel secondo (t. X,
Politiques de la Terreur (1793-1794) – è 1792), in Aa. Vv., Dictionnaire des usa- p. 159, paragrafo esplicativo) parla
in corso di preparazione per il gen- ges socio-politiques (1770-1815), fasc. Xavier Audouin: «Nous vous pro-

la nozione di felicità in robespierre 77


posons: 1° de débarrasser le Tribu- il 21 floreale anno II (10 maggio sione, confisca dei beni e successiva
nal révolutionnaire des formes qui 1794): cfr. ibidem, pp. 141 e ss. Sulla espulsione dal territorio nazionale,
étouffent la conscience et empê- Commission populaire d’Orange cfr. A. a guerra finita, per «ennemis de la
chent la conviction; 2° d’ajouter Soboul, Dictionnaire historique, cit., révolution»; pena di morte per
une loi qui donne aux jurés la pp. 797-798. Per una difesa della «ennemis du peuple» e «traîtres à
faculté de déclarer qu’ils sont assez legge del 22 pratile cfr. L. Abdoul- la patrie»). Cfr. J. Godechot, Les ins-
instruits. Alors, et seulement alors, Mellek, D’un choix politique de Robes- titutions de la France sous la Révolu-
les traîtres seront déçus, et la ter- pierre: la Terreur, in Aa. Vv., Robes- tion et l’Empire (1951), Paris, 1989,
reur sera à l’ordre du jour». Né in pierre. De la Nation artésienne, cit., pp. 378-379. Per un’analisi linguis-
Marat, né in Saint-Just compare pp. 191-203; S. Wahnich, La liberté tica cfr. A. Geffroy, «Ennemis de la
«(placer) la terreur à l’ordre du ou la mort, cit., pp. 65-70. liberté»: Syntaxe, sexuisemblance et
jour». 288 M. Robespierre, Sur les mesures idéologie chez Robespierre, in «Le
286 Cfr. 7.6 Indice delle concordanze à prendre après la fuite du roi (21 juin français moderne», avril 1989, pp.
di «terreur» nel Tomo X delle Œuvres. 1791), in Œuvres, cit., t. VII, pp. 517- 39-54.

287 Per la polemica Mathiez – 528, a p. 524. 291 M. Robespierre, Sur les rapports
Aulard su Robespierre «terroriste» 289 M. Robespierre, Exposé des prin- des idées religieuses, cit., p. 446. Sulla
cfr. A. Mathiez, Robespierre terroriste cipes et but de cette publication, cit., nozione di révolution in Robes-
(1920), in Études sur Robespierre pp. 17-18. Per l’accezione negativa di pierre avremo modo di tornare nel
(1958), Paris, 1973, pp. 63-91. Per i charlatan/charlatanisme nella lingua secondo volume. Tra i contributi
contrasti in seno ai due comitati francese del XVII, XVIII e XIX secolo recenti, si rinvia a G. Labica, Le
cfr. A. Mathiez, Les séances des 4 et 5 cfr. D. Teysseire, Le charlatanisme: concept de révolution chez Maximilien
Thermidor an II aux deux Comités de une notion univoque aux applications Robespierre, in Aa. Vv., Permanences
salut public et de sûreté générale, in multiples, in Aa. Vv., Dictionnaire des de la Révolution, cit., pp. 165-178;
Girondins et Montagnards (1930), usages socio-politiques (1770-1815), Idem, Robespierre, cit., pp. 61-70. Per
Paris, 1988, pp. 139-170. Sulla legge fasc. 7, cit., pp. 15-37. un inquadramento generale cfr. J.
del 22 pratile (10 giugno 1794) e sul Guilhaumou, Agir en Révolution:
290 Per la definizione di «suspect» Action; Emeute; Révolte; Révolution;
Bureau de police générale, istituito il 2 nella legge del 17 settembre 1793
floreale anno II (21 aprile 1794), a Mouvement; Insurrection, in Aa. Vv.,
cfr. J.-F. Fayard, La justice révolution- Révoltes et révolutions en Europe (Rus-
seguito di un rapporto presentato naire. Chronique de la Terreur, Paris,
da Saint-Just il 26 germinale anno sie comprise) et aux Amériques de 1773
1987, pp. 287-288. Per la latitudine à 1802, sous la direction de R. Mon-
II (15 aprile 1794) cfr. E. Hamel, His- della nozione di «ennemi du peu-
toire de Robespierre, cit., vol. III, pp. nier, Paris, 2004, pp. 173-203.
ple» nella legge del 22 pratile anno
384-398; G. Walter, Robespierre, cit., II (10 giugno 1794) cfr. ibidem, pp. 292 Cfr. la pièce n. XLIII, pubblicata
vol. I, pp. 443 e ss. e vol. II, pp. 107 e 294-297. Sull’uso e il significato di da Courtois (Espèce de catéchisme de
ss.; J. Massin, Robespierre (1956), suspect(s) nella rivoluzione francese Robespierre, écrit de sa main: Rapport
Paris, 1988, pp. 262-268; G. Rudé, cfr. J.-L. Matharan, Suspect(s)/Soup- fait, cit., pp. 180-181; Papiers inédits,
Robespierre (1975), Roma, 1979, pp. çon/Suspicion. La désignation des cit., vol. II, pp. 13-15): «Quels seront
46-47; J.-P. Faye, Terreur, in Diction- ennemis, été 1789-été 1793, in Aa. Vv., nos ennemis? Les hommes vicieux
naire politique portatif en cinq mots, Dictionnaire des usages socio-politi- et les riches […] Le peuple <…> Quel
Paris, 1982, pp. 101-150; F. Brunel, ques (1770-1815), fasc. 1, cit., pp. 187- autre obstacle y a-t-il à l’instruction
Thermidor. La chute de Robespierre, 211; Idem, Suspect(s)/Soupçon/Suspi- du peuple? – La misère. Quand le
Bruxelles, 1989, pp. 62-71; P. Guenif- cion. La désignation des ennemis (été peuple sera-t-il donc éclairé? –
fey, La politique de la Terreur, cit., pp. 1793-an III), in Aa. Vv., Dictionnaire Quand il aura du pain, et que les
277-315; J. Hardman, Robespierre, des usages socio-politiques (1770-1815), riches et le gouvernement cesse-
London-New York, 1999, pp. 126- fasc. 4, cit., pp. 167-185. Nel secondo ront de soudoyer des plumes et des
127, 141 e ss., 149 e ss., 170-173. La volume metteremo a fuoco le diffe- langues perfides pour le tromper;
monografia di Hardman è impor- renze tra «ennemis de la liberté», Lorsque leur intérêt sera confondu
tante perché integra l’analisi del «ennemis de la république», avec celui du peuple. Quand leur
pensiero politico di Robespierre «ennemis de la révolution», intérêt sera-t-il confondu avec celui
con l’analisi della sua attività pra- «ennemis du peuple», «traîtres à la du peuple? – JAMAIS». Per la data-
tica e organizzativa. Hardman patrie». Sono nozioni distinte, che zione della pièce n. XLIII (luglio o
mette in luce – tra l’altro – l’in- implicano diversità sostanziali settembre 1793) cfr. J. Jaurès, Histoi-
fluenza di Robespierre sulla Com- nell’intervento repressivo (reclu- re socialiste de la Révolution française
mission populaire d’Orange, istituita (1901-1903), édition revue et anno-

78
tée par A. Soboul (1969-1972), 6 rechercher la légitimité; aussi ce Pellicani, La società dei giusti.
voll., Paris, 1983-1986, t. VI, pp. 278- mot n’est-il pour l’aristocratie Parabola storica dello gnosticismo rivo-
280 e nota 63, a p. 279. qu’un sujet de terreur ou un texte luzionario, Milano, 1995.
293 Sulla violenza rivoluzionaria de calomnie; pour les tyrans, qu’un 301 Cfr. sopra, nota 161.
resta fondamentale C. Lucas, Revo- scandale, pour bien des gens,
qu’une énigme; il faut l’expliquer à 302 Cfr. sopra, nota 162.
lutionary Violence, the People and the
Terror, in Aa. Vv., The French Revolu- tous pour rallier au moins les bons
tion and the Creation of Modern Politi- citoyens aux principes de l’intérêt
cal Culture, vol. 4: The Terror, cit., pp. public». Pertinenti ci sembrano le
57-79. Cfr. inoltre P. Viola, Il trono notazioni di Labica, secondo cui la
vuoto. La transizione della sovranità «nature circonstancielle» del
nella rivoluzione francese, Torino, «gouvernement révolutionnaire»
1989; A. J. Mayer, The Furies: Violence non deve far perdere di vista «qu’il
and Terror in the French and Russian remplit une fonction fondatrice» (G.
Revolutions, Princeton, 2000; «His- Labica, Robespierre, cit., p. 81).
torical Reflections», n. 29, 2003: 297 Cfr. lista delle cooccorrenze.
Violence and the French Revolution 298 M. Robespierre, Dédicace a Jean-
(interventi di D. M. G. Sutherland, Jacques Rousseau, in Œuvres, cit., t. I,
H. Burstin, P. Serna, P. Gueniffey, pp. 211-212, a p. 212. Per la datazione
Ph. Bourdin, T. Tackett, H. G. della Dédicace cfr. C. Mazauric,
Brown, D. Godineau, M. Vovelle). Bonheurs, lumières obliques sur la
Per un primo orientamento biblio- figure de Maximilien Robespierre, in
grafico sul tema della violenza cfr. Aa. Vv., Le bonheur est une idée neuve.
M. Flores, Tutta la violenza di un Hommage à Jean Bart, Dijon, 2000,
secolo, Milano, 2005, pp. 187-204. pp. 345-357, alle pp. 351-354
294 M. Robespierre, Sur la peine de (Mazauric propende per la fine del
mort (30 mai 1791), in Œuvres, cit., t. 1789).
VII, pp. 432-446, alle pp. 432-433. 299 Anche sulla nozione di peuple
Cfr. E. Hamel, Histoire de Robespierre, in Robespierre avremo modo di
cit., vol. I, pp. 354-356.Cfr. inoltre J. tornare nel secondo volume. Qui
Goulet, Robespierre, la peine de mort basta ricordare che la formula
et la Terreur, Pantin, 1983. «ennemis du peuple» compare già
295 M. Robespierre, Sur la proclama- nel 1790: M. Robespierre, Sur les
tion du Duc d’York concernant le décret troubles des campagnes (22 févr.
relatif aux prisonniers de guerre 1790), in Œuvres, cit., t. VI, pp. 237-
anglais (3 messidor an II: 21 juin 268, alle pp. 244-245. A nostro
1794), in Œuvres, cit., t. X, pp. 498- avviso, la nozione di peuple in
502; Idem, Contre les factions Robespierre ha una dimensione
nouvelles, cit., p. 568. Per un’analisi prevalentemente esclusiva. Per
del decreto del 7 pratile anno II cfr. interpretazioni diverse cfr. in parti-
S. Wahnich, L’impossible citoyen, cit., colare A. Geffroy, Le peuple selon
pp. 243-280. Robespierre in Aa. Vv., Permanences de
296 M. Robespierre, Rapport sur les la Révolution, cit., pp. 179-193; G.
principes du gouvernement révolution- Labica, Robespierre, cit., pp. 27-34.
naire, cit., p. 274: «La théorie du 300 P. Berman, Terrore e liberalismo
gouvernement révolutionnaire est (2003), Torino, 2004, in particolare
aussi neuve que la révolution qui l’a pp. 55 e ss. Per un’analisi del mito –
amené. Il ne faut pas la chercher che, come è noto, si trova
dans les livres des écrivains politi- nell’Apocalisse di San Giovanni – cfr.
ques, qui n’ont point prévu cette in particolare N. Cohn, I fanatici
révolution, ni dans les lois des dell’Apocalisse (1957), Torino, 2000;
tyrans, qui, contens d’abuser de A. Glucksmann, L’undicesimo coman-
leur puissance, s’occupent peu d’en damento (1992), Milano, 1992; L.

la nozione di felicità in robespierre 79

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