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La nozione di felicità
in Robespierre
1.1 – Premessa
La Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776), come è noto, inse-
risce la ricerca della felicità tra i diritti naturali e inalienabili dell’uomo:
We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are
endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life,
Liberty and the pursuit of Happiness. That to secure these rights, Governments are
instituted among Men, deriving their just powers from the consent of the governed.
That whenever any Form of Government becomes destructive to these ends, it is the
Right of the People to alter or to abolish it, and to institute new Government, laying its
foundation on such principles and organizing its powers in such form, as to them shall
seem most likely to effect their Safety and Happiness1.
È molto probabile che Jefferson stesso non fosse intimamente molto sicuro del tipo di
felicità che voleva intendere quando faceva della sua ricerca uno dei diritti inalienabi-
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li dell’uomo […] Comunque, almeno di una cosa possiamo essere sicuri: la Dichiarazio-
ne di indipendenza, anche se rende piuttosto confusa la distinzione fra felicità pubbli-
ca e felicità privata, almeno ci presenta il termine «ricerca della felicità» nel suo dupli-
ce significato: benessere privato e insieme diritto alla felicità pubblica, ricerca del
benessere e insieme diritto ad essere «partecipe dei pubblici affari»4.
Il secondo significato (la felicità come partecipazione alla vita politica) è andato
rapidamente perdendosi nelle vicende americane e l’espressione «pursuit of Hap-
piness», osserva sempre la Arendt, «fu quasi immediatamente privata del suo
duplice significato e intesa come diritto dei cittadini di curare i loro interessi per-
sonali e così agire secondo le norme del loro interesse privato5».
Sulla nozione di felicità nei padri fondatori americani sarebbe opportuno ed
interessante riaprire un cantiere di ricerca (con una rivisitazione soprattutto degli
epistolari), valorizzando gli spunti euristici proposti dalla Arendt6.
La lettura affermatasi in sede storiografica mette a fuoco le vicissitudini con-
crete dell’idea di felicità nella storia americana, ma non rende ragione dell’ambi-
guità, della complessità e delle suggestioni insite nella formula della Dichiarazio-
ne d’indipendenza. Non si spiegherebbe altrimenti la «strana affermazione7» di
Saint-Just del 3 marzo 1794: «Le bonheur est une idée neuve en Europe8».
Il riferimento di Saint-Just è alla rivoluzione americana9, ma l’idea di felicità
che egli propone non ricalca i percorsi seguiti al di là dell’Atlantico:
Nous vous parlâmes du bonheur: l’égoïsme abusa de cette idée pour exaspérer les cris
et la fureur de l’aristocratie. On réveilla soudain les désirs de ce bonheur qui consiste
dans l’oubli des autres et dans la jouissance du superflu. Le bonheur! le bonheur! s’écria-
t-on. Mais ce ne fut point le bonheur de Persépolis que nous vous offrîmes; ce bonheur
est celui des corrupteurs de l’humanité: nous vous offrîmes le bonheur de Sparte et
celui d’Athènes dans ses beaux jours; nous vous offrîmes le bonheur de la vertu, celui
de l’aisance et de la médiocrité; nous vous offrîmes le bonheur qui naît de la jouissance
du nécessaire sans superfluité; nous vous offrîmes pour bonheur la haine de la tyran-
nie, la volupté d’une cabane et d’un champ fertile cultivé par vos mains.
Nous offrîmes au peuple le bonheur d’être libre et tranquille, et de jouir en paix des
fruits et des mœurs de la Révolution; celui de retourner à la nature, à la morale, et de
fonder la République. C’est le peuple qui fait la République par la simplicité de ses
mœurs; ce ne sont point les charlatans, qu’il faut chasser au préalable de notre société,
si vous voulez qu’on y soit heureux. Le bonheur que nous vous offrîmes n’est pas celui
des peuples corrompus; ceux-là se sont trompés, qui attendaient de la Révolution le pri-
vilège d’être à leur tour aussi méchants que la noblesse et que les riches de la monar-
chie; une charrue, un champ, une chaumière à l’abri du fisc, une famille à l’abri de la
lubricité d’un brigand, voilà le bonheur10.
Ci sono indubbiamente aporie non risolte, nella riflessione di Saint-Just, sul ruolo
e il compito del potere politico nel promuovere la felicità dei cittadini11. La felici-
24
tazione psicoanalitica proposta da Artarit non è suffragata da solidi elementi di
fatto. Le ipotesi avanzate sono suggestive, ma non si prestano a raffronti tra para-
digma interpretativo e materiale empirico. Sono difficilmente verificabili e con-
testabili. In definitiva poco scientifiche.
Anche noi – come Artarit – siamo stati in più occasioni sollecitati dalle sirene
della psicostoria, o meglio della psicobiografia. Anche noi abbiamo avuto la ten-
tazione di inoltrarci nella dimensione soggettiva della felicità robespierriana. Di
entrare nel vissuto dell’uomo, che nel luglio 1794 – nel pieno della crisi di Termi-
doro – si reca per due giorni di seguito con il suo cane ai margini di un bosco – in
un prato vicino alla Senna – e resta per ore seduto e immobile. Dell’uomo, che alla
vigilia del 9 Termidoro gioca con il giovane nipote di Duplay e si diverte a pren-
dere al volo maggiolini23.
Le suggestioni che queste immagini evocano sono molte: in primo luogo il
Rousseau delle Confessioni e delle Fantasticherie del passeggiatore solitario. Forse
anche Robespierre – nel prato vicino alla Senna – gustava il «sentimento dell’esi-
stenza», che Rousseau nelle Fantasticherie indica come l’esperienza più compiuta
di felicità, che l’uomo possa provare24.
La visione coerente di Robespierre, tanto e tanto invano inseguita da Norman
Hampson25, dovrebbe misurarsi anche con questi aspetti.
In assenza di documentazione precisa e attendibile, il ricercatore è però
costretto a lasciare inappagate le sue curiosità e deve fermarsi. Deve rinunciare ad
entrare nelle pieghe più profonde dell’uomo Robespierre, nelle sue emozioni,
nelle sue tensioni. Deve rinunciare nella fattispecie ad esplorare in Robespierre
il dark side of the moon, che è dentro ognuno di noi.
Che posto hanno e come si relazionano tra loro – nella riflessione di Robespierre
– la felicità dell’individuo e la felicità della comunità politica? E, in via prelimina-
re, che significato hanno – nel lessico di Robespierre – le espressioni «bonheur
public» e «bonheur privé26»?
Alla luce dell’analisi concettuale e dei risultati lessicologici possiamo afferma-
re che «bonheur public» e «félicité publique» non vengono mai usati in uno dei
sensi suggeriti dalla Arendt, a proposito della nozione di «Happiness» in Jeffer-
son, e neanche nell’accezione che assume l’espressione «felicità pubblica» nel for-
tunato saggio di Hirschman27.
L’accezione riscontabile in Robespierre (almeno fino al discorso del 3 dicem-
bre 1792 Sur le jugement de Louis XVI28) coincide con l’accezione prevalente nel XVIII
secolo29.
«Bonheur public», «félicité publique» sono espressioni sovrapponibili e indi-
cano la felicità complessiva della comunità politica (corps politique, corps social,
patrie, nation, peuple nel lessico di Robespierre30). Nell’impostazione di Robespier-
Vous demandez une exception à la peine de mort pour celui-là seul, qui peut la légiti-
mer? Oui, la peine de mort en général est un crime, et par cette raison seule, que,
d’après les principes indestructibles de la nature, elle ne peut être justifiée, que dans
les cas où elle est nécessaire à la sûreté des individus ou du corps social. Or, jamais la
sûreté publique ne la provoque contre les délits ordinaires, parce que la société peut
toujours les prévenir par d’autres moyens, et mettre le coupable dans l’impuissance de
lui nuire. Mais un roi détrôné au sein d’une révolution, qui n’est rien moins que cimen-
tée par les lois; un roi dont le nom seul attire le fléau de la guerre sur la nation agitée;
ni la prison, ni l’exil ne peut rendre son existence indifférente au bonheur public; et
cette cruelle exception aux loix ordinaires que la justice avoue, ne peut être imputée
qu’à la nature de ses crimes. Je prononce à regret cette fatale vérité <...> Mais Louis doit
mourir parce qu’il faut que la patrie vive. Chez un peuple paisible, libre et respecté au
dedans comme au dehors, on pourroit écouter les conseils qu’on vous donne d’être
généreux. Mais un peuple, à qui l’on dispute encore sa liberté, après tant de sacrifices
et de combats; un peuple, chez qui les lois ne sont encore inexorables que pour les mal-
heureux; un peuple, chez qui les crimes de la tyrannie sont des sujets de dispute, doit
désirer qu’on le venge; et la générosité dont on nous flatte ressembleroit trop à celle
d’une société de brigands, qui se partagent des dépouilles.
Je vous propose de statuer, dès ce moment, sur le sort de Louis. Quant à sa femme, vous
la renverrez aux tribunaux, ainsi que toutes les personnes prévenues des mêmes atten-
tats. Son fils sera gardé au Temple, jusqu’à ce que la paix et la liberté publique soient
affermies. Pour lui, je demande que la convention le déclare, dès ce moment, traître à la
nation française, criminel envers l’humanité; je demande qu’on donne un grand exemple
au monde, dans le lieu même où sont morts, le 10 août, les généreux martyrs de la
liberté. Je demande que cet événement mémorable soit consacré, par un monument
destiné à nourrir dans le cœur des peuples, le sentiment de leurs droits et l’horreur des
tyrans et dans l’âme des tyrans, la terreur salutaire de la justice du peuple34.
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La lista delle concordanze di «bonheur public» e «félicité publique» documenta
entrambe le accezioni e lo slittamento semantico.
Per connotare la felicità complessiva del corpo sociale, Robespierre usa anche
le espressioni «bonheur social», «bonheur général», «bonheur de la société»,
«bonheur politique», «bonheur de tous» (che rinvia, come è noto, alla Dichiara-
zione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26 agosto 178935), «bonheur commun»
(che rinvia all’articolo primo della Déclaration des droits de l’homme et du citoyen del
179336), «félicité commune», «félicité générale».
Tutte queste espressioni si equivalgono e ripropongono l’accezione prevalen-
te (felicità pubblica = felicità del corpo sociale) delle lessie «bonheur public» e
«félicité publique». Per molti aspetti coincidono e si sovrappongono alle espres-
sioni «bien commun», «bien public», «bien général», «bien politique».
È possibile forse – ma c’è il rischio di una forzatura dei testi – individuare una
preferenza di Robespierre per alcune lessie, quando vuole caratterizzare la socie-
tà del futuro, la società realizzata dal trionfo pieno della rivoluzione. Su questo
aspetto, allo stato del lavoro, non ci sentiamo di esprimere valutazioni definiti-
ve37. In ogni caso la felicità pubblica, cui guarda Robespierre, è in larga misura una
felicità da costruire. La felicità di cui potrà godere la società, rigenerata dalla rivo-
luzione.
Il lettore ha la possibilità di confermare o smentire le nostre affermazioni,
verificando le liste delle concordanze delle lessie bonheur e félicité.
Chiarita la latitudine della nozione di «bonheur public», che posto ha, nel
discorso robespierriano, la felicità individuale?
Nel lessico di Robespierre, «bonheur individuel» e «bonheur privé» sono
espressioni intercambiabili. Indicano – così come la lessia bonheur particulier – la
felicità dell’individuo. La felicità, però, non dell’individuo solitario ed isolato38, ma
dell’individuo inserito in società39.
L’uomo, l’individuo, può migliorarsi, può perfezionarsi, può incrementare la
propria felicità, solo nell’ambito della società. L’uomo ha, secondo Robespierre, la
vocazione a l’état social. La parola è lo strumento ed il segno distintivo di questa
vocazione:
Après la faculté de penser, celle de communiquer ses pensées à ses semblables, est l’at-
tribut le plus frappant qui distingue l’homme de la brute. Elle est tout-à-la-fois le signe
de la vocation immortelle de l’homme à l’état social, le lien, l’âme, l’instrument de la
société, le moyen unique de la perfectionner, d’atteindre le degré de puissance, de
lumières et de bonheur dont il est susceptible40.
Le but de la société civile est de développer les facultés naturelles de l’homme, pour le
bonheur des individus et de la société entière.
Le seul moyen d’atteindre ce but, c’est l’accord de l’intérêt privé avec l’intérêt général;
c’est la direction des passions du cœur humain vers les objets utiles à la prospérité
publique41.
Tous ceux qui n’ont jamais connu les vrais plaisirs, tous les hommes insensibles et
froids, tous les égoïstes qui ont des idées fausses du caractère du peuple, qui n’ont
jamais vu son bonheur qu’avec les yeux des préjugés et de l’intérêt personnel; enfin, les
hommes ignares ou jaloux de tout ce qui n’est pas leur ouvrage, ne verront dans ce pro-
jet que trivialités, enfantillage, chimères, systême absurde, etc., etc., etc., etc. – Mais
tous les hommes qui joignent à un esprit analytique la connoissance de l’histoire et du
cœur humain, conviendront que la meilleure méthode à adopter pour faire naître ou
alimenter l’amour de la patrie et de l’égalité, c’est de parler aux sens par des fêtes natio-
nales. Loin de nous ce genre de spectacles dont la froideur, la symétrie et la gêne des
cours faisoient tous les frais; que la simplicité, la joie naïve, la douce égalité président
aux jeux d’un peuple libre; que la vue des bayonnettes et des satellites du despotisme
ne vienne pas troubler son allégresse, et alors on verra la confiance et la tranquillité
renaître, les vertus civiles et politiques se fortifier, tous les intérêts privés se confondre
dans l’intérêt général, et les égoïstes eux mêmes forcés de prendre des sentimens
humains42.
Di contro, ciò che contrasta l’armonizzarsi dell’interesse e della felicità privata con
l’interesse e la felicità pubblica sono i vizi, che si oppongono alle virtù:
Craignez ces hommes qui, doués de trop peu de sensibilité et de vertu pour attacher
leur bonheur individuel au bonheur public, de trop peu de talens et d’énergie pour faire
le bien, mais ayant assez de ressources pour faire le mal, ne voient dans une révolution
qui devoit faire le bonheur du monde, que le sujet d’une spéculation qui aboutit à leur
bien-être personnel, et peut-être à l’intérêt de quelque vile passion44.
La royauté est anéantie; la noblesse et le clergé ont disparu; et le règne de l’égalité com-
mence. Ces grandes conquêtes de la liberté sont le prix de votre courage et de vos sacri-
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fices, l’ouvrage des vertus et des vices, des lumières et de l’ignorance de vos premiers
représentans, le résultat des crimes et de l’impéritie de vos tyrans45.
Il y a deux sortes d’égoïsme; l’un, vil, cruel, qui isole l’homme de ses semblables, qui
cherche un bien-être exclusif acheté par la misère d’autrui: l’autre, généreux, bienfai-
sant, qui confond notre bonheur dans le bonheur de tous, qui attache notre gloire à
celle de la patrie. Le premier fait les oppresseurs et les tyrans: le second, les défenseurs
de l’humanité. Suivons son impulsion salutaire: chérissons le repos acheté par de glo-
rieux travaux; ne craignons point la mort qui les couronne, et nous consoliderons le
bonheur de notre patrie et même le notre.
Le vice et la vertu font les destins de la terre: ce sont les deux génies opposés qui se la
disputent. La source de l’un et de l’autre est dans les passions de l’homme. Selon la direc-
tion qui est donnée à ses passions, l’homme s’élève jusqu’aux cieux, ou s’enfonce dans
des abîmes fangeux. Or le but de toutes les institutions sociales, c’est de les diriger vers
la justice, qui est à la fois le bonheur public et le bonheur privé46.
I vizi che contrastano l’armonizzarsi dell’interesse e della felicità privati con l’in-
teresse e la felicità pubblici sono: l’amour-propre47, l’ambition, l’avarice, la débauche,
l’égoïsme, la fausseté, la frivolité, la gloire48, l’incivisme, l’insolence, l’intrigue, la lâcheté,
le mensonge, l’orgueil, la perfidie, la valeur49, la vanité, la vénalité, la volupté.
I viziosi sono corrotti. La corruption è la conseguenza, la somma di tutti i vizi.
Amour-propre ed égoïsme configurano la stessa nozione. Robespierre indica
amour-propre ed égoïsme come fonte di tutti i vizi50.
Come abbiamo detto, la felicità dell’individuo ha – in Robespierre – un ruolo
centrale, ma si tratta sempre della felicità dell’individuo in quanto cittadino. La
felicità dell’individuo non è la felicità empirica, che l’individuo può provare nei
piaceri e nella soddisfazione di qualsiasi bisogno, ma la felicità che l’individuo, in
quanto cittadino, prova e consegue attraverso l’esercizio della virtù:
Il [l’Être suprême] a créé l’univers pour publier sa puissance; il a créé les hommes pour
s’aider, pour s’aimer mutuellement, et pour arriver au bonheur par la route de la vertu51.
Le virtù richiamate da Robespierre sono le seguenti: amitié, bonne foi, bon sens, can-
deur, charité, chasteté, civisme, courage, désintéressement, frugalité, générosité, gloire52,
héroïsme53, honnêteté, magnanimité, modération, modestie54, naïveté55, patience, patrio-
tisme, probité, pudeur, respect56, sagesse, stoïcisme, tempérance, union, valeur57, amour
de (pour) l’humanité, amour (dévouement) de (pour) la patrie, amour de (pour) l’égalité58.
Robespierre nel discorso Sur les rapports des idées religieuses parla anche di foi (fidé-
lité) conjugale, amour paternel, tendresse maternelle, piété filiale59.
La felicità dell’individuo in quanto cittadino è una felicità connotata eticamen-
te ed è elemento costitutivo e parte integrante della felicità della società nel suo
Est-ce donc pour copier servilement les erreurs ou les injustices qui ont si longtems
dégradé et opprimé l’espèce humaine, que l’éternelle providence vous a appellés, seuls
depuis l’origine du monde, à rétablir, sur la terre, l’empire de la justice et de la liberté,
au sein des plus vives lumières qui aient jamais éclairé la raison publique, au milieu
des circonstances presque miraculeuses qu’elle s’est plu à rassembler, pour vous assu-
rer le pouvoir de rendre à l’homme son bonheur, ses vertus et sa dignité primaire61?
Jusqu’ici, l’art de gouverner n’a été que l’art de dépouiller et d’asservir le grand nombre
au profit du petit nombre; et la législation, le moyen de réduire ces attentats en sys-
tème. Les rois et les aristocrates ont très bien fait leur métier: c’est à vous maintenant
de faire le vôtre, c’est-à-dire, de rendre les hommes heureux et libres par les loix62.
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di un’impostazione, che mira a un «nouvel ordre de choses69», alla «régénération
des mœurs70», alla «purification des mœurs71», alla creazione di «citoyens ver-
tueux72».
Al posto della «mano invisibile», in Robespierre c’è l’intervento attivo della
politica.
La politica interviene sulla felicità rieducando l’uomo, promuovendo la virtù
e reprimendo il vizio. Se la politica riesce a creare il cittadino virtuoso, si elimina
il conflitto tra interesse privato ed interesse pubblico. In questo caso la felicità del-
l’individuo diventa motore, e nello stesso tempo riflesso, della felicità del corpo
politico.
Ci troviamo di fronte ad una felicità individuale costruita politicamente. Impo-
sta politicamente dall’alto, se è vero – come è vero – che da un certo momento in
poi (l’anno secondo) la rappresentanza si sgancia – nell’impostazione di Robe-
spierre, ma non solo – dalle procedure elettorali e assume un contenuto etico73.
Sarà compito dei rappresentanti virtuosi, degli «hommes purs», costruire la feli-
cità del cittadino virtuoso. Una felicità sobria, quasi pauperistica, ascetica, diffu-
sa uniformemente, condivisa da tutti i membri del corpo politico74, proiettata pre-
valentemente sugli aspetti morali, spirituali, affettivi e politici della vita. Una feli-
cità comunitaria, non etnica e nazionalistica, aperta ad una cifra universalistica75,
solidale, non dimentica della presenza del dolore (malheur) nel mondo76.
Una felicità costruita non attraverso tentativi ed errori dei singoli percorsi
individuali e nel libero dispiegarsi delle opinioni e del confronto politico-ideale77,
ma attraverso l’adeguamento dell’individuo ad un modello di esistenza sociale,
postulato come unico, vero e razionale78.
Vediamo ora più nel dettaglio le articolazioni concrete della felicità del citta-
dino.
La dimensione economica della felicità del cittadino guarda soprattutto alla cir-
colazione ed alla distribuzione della ricchezza79. Il problema di un aumento della
ricchezza complessiva è marginale nella riflessione di Robespierre80. La «richesse
publique» è giudicata sufficiente, ma mal distribuita. L’assunto di fondo è che «le
sol de la France produit beaucoup au-delà de ce qui est nécessaire pour nourrir ses
habitans81».
All’interno di questi orizzonti, l’affermazione di Robespierre di non voler
imporre alla Francia il modello di Sparta («Nous ne prétendons pas jeter la Répu-
blique française dans le moule de celle de Sparte; nous ne voulons lui donner ni
l’austérité, ni la corruption des cloîtres82») va interpretata nel senso che il livello
di ricchezza complessiva è sufficiente per garantire ai cittadini un livello dignito-
so di «bien-être» materiale.
Le monde a changé, il doit changer encore. Qu’y a-t-il de commun entre ce qui est et ce
qui fut? Les nations civilisées ont succédé aux sauvages errans dans les déserts; les
moissons fertiles ont pris la place des forêts antiques qui couvroient le globe. Un
monde a paru au-delà des bornes du monde; les habitans de la terre ont ajouté les mers
à leur domaine immense; l’homme a conquis la foudre et conjuré celle du ciel. Compa-
rez le langage imparfait des hiéroglyphes avec les miracles de l’imprimerie; rapprochez
le voyage des Argonautes de celui de la Peyrouse; mesurez la distance entre les obser-
vations astronomiques des mages de l’Asie, et les découvertes de Newton, ou bien entre
l’ébauche tracée par la main de Dibutade et les tableaux de David.
Tout a changé dans l’ordre physique; tout doit changer dans l’ordre moral et politique.
La moitié de la révolution du monde est déjà faite; l’autre moitié doit s’accomplir.
La raison de l’homme ressemble encore au globe qu’il habite; la moitié en est plongée
dans les ténèbres, quand l’autre est éclairée. Les peuples de l’Europe ont fait des progrès
étonnans dans ce qu’on appelle les arts et les sciences, et ils semblent dans l’ignorance
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des premières notions de la morale publique. Ils connoissent tout, excepté leurs droits
et leurs devoirs. D’où vient ce mêlange de génie et de stupidité? De ce que, pour cher-
cher à se rendre habile dans les arts, il ne faut que suivre ses passions, tandis que, pour
défendre ses droits et respecter ceux d’autrui, il faut les vaincre. Il en est une autre rai-
son: c’est que les rois qui font le destin de la terre ne craignent ni les grands géomètres,
ni les grands peintres, ni les grands poètes, et qu’ils redoutent les philosophes rigides,
et les défenseurs de l’humanité.
Cependant le genre humain est dans un état violent qui ne peut être durable. La raison
humaine marche depuis longtemps contre les trônes, à pas lents, et par des routes
détournées, mais sûres. Le génie menace le despotisme alors même qu’il semble le
caresser; il n’est plus guères défendu que par l’habitude et par la terreur, et surtout par
l’appui que lui prête la ligue des riches, et de tous les oppresseurs subalternes qu’épou-
vante le caractère imposant de la Révolution française.
Le peuple français semble avoir devancé de deux mille ans le reste de l’espèce humaine;
on seroit tenté même de le regarder, au milieu d’elle, comme une espèce différente.
L’Europe est à genoux devant les ombres des tyrans que nous punissons.
En Europe, un laboureur, un artisan est un animal dressé pour les plaisirs d’un noble;
en France, les nobles cherchent à se transformer en laboureurs et en artisans, et ne peu-
vent pas même obtenir cet honneur.
L’Europe ne conçoit pas qu’on puisse vivre sans rois, sans nobles; et nous, que l’on
puisse vivre avec eux.
L’Europe prodigue son sang pour river les chaînes de l’humanité; et nous pour les bri-
ser.
Nos sublimes voisins entretiennent gravement l’univers de la santé du roi, de ses diver-
tissemens, de ses voyages; ils veulent absolument apprendre à la postérité à quelle
heure il a dîné, à quel moment il est revenu de la chasse; quelle est la terre heureuse qui,
à chaque instant du jour, eut l’honneur d’être foulée par ses pieds augustes; quels sont
les noms des esclaves privilégiés qui ont paru, en sa présence, au lever, au coucher du
soleil.
Nous lui apprendrons, nous, les noms et les vertus des héros morts en combattant pour
la liberté; nous lui apprendrons dans quelle terre les derniers satellites des tyrans ont
mordu la poussière; nous lui apprendrons à quelle heure a sonné le trépas des oppres-
seurs du monde.
Oui, cette terre délicieuse que nous habitons, et que la nature caresse avec prédilection,
est faite pour être le domaine de la liberté et du bonheur; ce peuple sensible et fier est
vraiment né pour la gloire et pour la vertu92.
Toute institution qui tend à augmenter l’inégalité des fortunes est mauvaise et
contraire au bonheur social. Je sais bien qu’il est impossible d’établir une égalité par-
faite dans les portions et que mille causes différentes doivent nécessairement la déran-
ger plus ou moins, mais je dis que le but des loix doit être de la maintenir autant que la
nature des choses le permet, et qu’elles violent tous les principes de la raison lorsqu’el-
les s’efforcent elles-mêmes de la troubler. L’égalité est la source de tous les biens: l’ex-
trême inégalité est la source de tous les maux. C’est elle que suit les tyrans et les escla-
ves, les oppresseurs et les opprimés: c’est par elle que l’homme avilit l’homme, et fait
de son semblable l’instrument de son orgueil, le jouet de ses passions ou le complice
de ses crimes. Quelle vertu, quel bonheur peut exister dans un pays où une classe d’in-
dividus peuvent dévorer la substance de plusieurs millions d’hommes. Les grandes
richesses enfantent les excès du luxe et des voluptés qui corrompent à la fois, et ceux
qui les possèdent, et ceux qui les envient; alors la vertu est méprisée, la richesse seule
est un honneur. Les loix elles-mêmes ne sont plus que des instrumens entre les mains
des riches, pour opprimer les pauvres; en vain on dit aux uns et aux autres qu’ils sont
nés égaux. Une fatale expérience les dément tous les jours; l’homme a perdu l’idée de
ses droits, et le sentiment de sa dignité; les loix éternelles de la justice et de la nature
ne sont plus regardées que comme des chimères, et ceux qui osent les réclamer sont
regardés comme des insensés, s’ils ne sont traités comme des séditieux. Législateurs,
vous n’avez rien fait pour la liberté, si vos loix ne tendent à diminuer, par des moyens
doux et efficaces, l’extrême inégalité des fortunes102.
34
Plus l’expérience a démenti cette extravagante imposture, plus ils se sont obstinés à la
reproduire, comme si les défenseurs de la liberté étoient des insensés capables de
concevoir un projet également dangereux, injuste et impraticable; comme s’ils igno-
raient que l’égalité des biens est essentillement impossible dans la société civile; qu’elle
suppose nécessairement la communauté qui est encore plus visiblement chimérique
parmi nous, comme s’il étoit un seul homme doué de quelque industrie dont l’intérêt
personnel ne fût pas contrarié par ce projet extravagant. Nous voulons l’égalité des
droits parce que sans elle, il n’est ni liberté, ni bonheur social: quant à la fortune, dès
qu’une fois la société a rempli l’obligation d’assurer à ses membres le nécessaire et la
subsistance, par le travail, ce ne sont pas les citoyens que l’opulence n’a pas déjà corrom-
pus, ce ne sont pas les amis de la liberté qui la désirent; Aristide n’auroit point envié les
trésors de Crassus. Il est pour les âmes pures ou élevées des biens plus précieux que
ceux-là. Les richesses qui conduisent à tant de corruption, sont plus nuisibles à ceux
qui les possèdent qu’à ceux qui en sont privés103.
Mais nous n’en sommes pas moins convaincus que l’égalité des biens est une chimère.
Pour moi, je la crois moins nécessaire encore au bonheur privé qu’à la félicité publi-
que104.
Et vous, législateurs, souvenez-vous, que vous n’êtes point les représentants d’une caste
privilégiée, mais ceux du peuple français, n’oubliez pas que la source de l’ordre, c’est la
justice; que le plus sûr garant de la tranquillité publique, c’est le bonheur des citoyens,
et que les longues convulsions qui déchirent les Etats ne sont que le combat des préju-
gés contre les principes, de l’égoïsme contre l’intérêt général; de l’orgueil et des pas-
sions des hommes puissans, contre les droits et contre les besoins des foibles105.
J’observerois que ce sont le pouvoir et l’opulence qui enfantent l’orgueil et tous les vices;
que c’est le travail, la médiocrité, la pauvreté qui est la gardienne de la vertu106.
La ricchezza rende l’uomo vizioso. I vizi sono i veri nemici della vita in società107.
L’«opulence» è vista sia come conseguenza di una colpa morale («crime») che
come sua punizione:
Les sans-culottes, toujours dirigés par l’amour de l’humanité, ont suivi pour règle les
véritables principes de l’ordre social, n’ont jamais prétendu à une égalité de fortune,
mais à une égalité de droits et de bonheur. Une partie des défenseurs du peuple s’est
J’ai demandé la parole dans la dernière séance, pour proposer des articles additionnels
importants, qui tiennent à la déclaration des droits de l’homme et du citoyen; je vais
commencer par en indiquer quelques-uns nécessaires à la garantie des propriétés. Que
ce mot n’allarme personne. Riches! Egoïstes! je ne veux pas toucher à vos fortunes110.
In un’altra versione dello stesso intervento (24 aprile 1793) Robespierre si rivolge
ai ricchi, apostrofandoli «âmes de boue»:
Que ce mot n’alarme personne: âmes de boue, qui n’estimez que l’or, je ne veux point
toucher à vos trésors, quelqu’impure qu’en soit la source111.
I ricchi non sono toccati da quei sentimenti positivi, che permettono di legarsi
affettivamente ai propri simili:
Mais est-ce bien sur ceux qui ne payent point le marc d’argent qu’elles [vos proscrip-
tions] doivent tomber, ou sur ceux qui payent beaucoup au-delà? Oui; en dépit de toute
votre prévention en faveur des vertus que donne la richesse, j’ose croire que vous en
trouverez autant dans la classe des citoyens les moins aisés que dans celle des plus opu-
lens! Croyez-vous de bonne foi qu’une vie dure et laborieuse enfante plus de vices que
la molesse, le luxe et l’ambition? et avez-vous moins de confiance dans la probité de nos
artisans et de nos laboureurs, qui suivant votre tarif ne seront presque jamais citoyens
actifs, que dans celle des traitans, des courtisans, de ceux que vous appelliez grands sei-
gneurs qui, d’après le même tarif le seroient six cents fois? je veux venger une fois ceux
que vous nommez le peuple de ces calomnies sacrilèges.
Etes-vous donc fait pour l’apprécier, et pour connoître les hommes, vous qui, depuis
que votre raison s’est développée, ne les avez jugés que d’après les idées absurdes du
despotisme et de l’orgueil féodal; vous qui accoutumés au jargon bizarre qu’il a inventé,
avez trouvé simple de dégrader la plus grande partie du genre humain, par les mots de
canaille, de populace; vous, qui avez révélé au monde qu’il existoit des gens sans nais-
sance, comme si tous les hommes qui vivent n’étoient pas nés; des gens de rien qui
étoient des hommes de mérite, et d’honnêtes gens, des gens comme il faut qui étoient les
plus vils et les plus corrompus de tous les hommes. Ah! sans doute, on peut vous per-
mettre de ne pas rendre au peuple toute la justice qui lui est due. Pour moi, j’atteste tous
36
ceux que l’instinct d’une âme noble et sensible a rapprochés de lui et rendus dignes de
connoître et d’aimer l’égalité, qu’en général il n’y a rien d’aussi juste ni d’aussi bon que
le peuple, toutes les fois qu’il n’est point irrité par l’excès de l’oppression; qu’il est recon-
noissant des plus foibles égards qu’on lui témoigne, du moindre bien qu’on lui fait, du
mal même qu’on ne lui fait pas; que c’est chez lui qu’on trouve, sous des dehors que
nous appellons grossiers, des âmes franches et droites, un bon sens et une énergie que
l’on chercheroit long-tems en vain dans la classe qui le dédaigne. Le peuple ne demande
que le nécessaire, il ne veut que justice et tranquillité; les riches prétendent à tout, ils
veulent tout envahir et tout dominer. Les abus sont l’ouvrage et le domaine des riches,
ils sont les fléaux du peuple: l’intérêt du peuple est l’intérêt général, celui des riches est
l’intérêt particulier; et vous voulez rendre le peuple nul et les riches tout-puissans112!
Sans doute le Dieu bienfaisant qui s’est montré aux hommes, sous les dehors de la pau-
vreté, a ordonné à tous les hommes de se secourir mutuellement; il a ordonné aux
riches de secourir de leurs richesses leurs semblables, maltraités par les abus qui font
si peu de riches, et tant de pauvres: mais il n’a pas voulu que les ministres de son culte
fussent eux-mêmes opulens. Il savoit que dès le moment où ils s’enrichiroient, ils
contracteroient tous les vices qui forment le cortège ordinaire de l’opulence, et qu’ils
perdroient toutes leurs vertus, sans en excepter la bienfaisance et la charité. Il savoit
que, si les riches peuvent faire du bien, ils le veulent rarement; non-seulement parce
que l’abondance et les plaisirs qui les environnent les rendent inaccessibles au senti-
ment des misères humaines, mais, parce que leurs besoins et leurs passions croissant
toujours avec leurs richesses, ils deviennent pauvres eux-mêmes, au sein de l’oppu-
lence; et sans doute, ce n’est point en vain qu’il a donné à ceux qui devoient être les
ministres de son culte, l’exemple d’une pauvreté différente119.
Le sang de trois cent mille Français a déjà coulé; le sang de trois cent mille autres va
peut-être couler encore, afin que le simple laboureur ne puisse siéger au sénat à côté
du riche marchand de grains; afin que l’artisan ne puisse voter dans les assemblées du
peuple à côté de l’illustre négociant, ou du présomptueux avocat, et que le pauvre, intel-
ligent et vertueux, ne puisse garder l’attitude d’un homme, en présence du riche, imbé-
cile et corrompu! Insensés! qui appelez des maîtres, pour ne point avoir d’égaux,
croyez-vous donc que les tyrans adopteront tous les calculs de votre triste vanité, et de
votre lâche cupidité? Croyez-vous que le peuple qui a conquis la liberté, qui versoit son
sang pour la patrie quand vous dormiez dans la mollesse, ou que vous conspiriez dans
les ténèbres, se laissera enchaîner, affamer, égorger par vous123?
Vous n’avez donc rien fait pour le bonheur public, si toutes vos lois, si toutes vos insti-
tutions ne tendent pas à détruire cette trop grande inégalité des fortunes124.
Art. X: La société est obligée de pourvoir à la subsistance de tous ses membres, soit en
leur procurant du travail, soit en assurant les moyens d’exister à ceux qui sont hors
d’état de travailler.
38
Art. XI: Les secours indispensables à celui qui manque du nécessaire sont une dette de
celui qui possède le superflu: il appartient à la loi de déterminer la manière dont cette
dette doit être acquittée.
Art. XII: Les citoyens, dont les revenus n’excèdent point ce qui est nécessaire à leur sub-
sistance, sont dispensés de contribuer aux dépenses publiques. Les autres doivent les
supporter progressivement, selon l’étendue de leur fortune.
Art. XIII: La société doit favoriser de tout son pouvoir les progrès de la raison publique,
et mettre l’instruction à portée de tous les citoyens128.
La soddisfazione dei diritti sociali è parte integrante della felicità del cittadino
robespierriano e dà corpo – insieme alle altre componenti, che stiamo via via evi-
denziando – all’ideale di «bonheur partagé, frugal […] accessible à tous», di cui parla
J. Bart, con riferimento alla formula bonheur commun129.
J’ai de la confiance en des représentans qui, ne pouvant étendre au-delà de deux ans les
vues de leur ambition, seront forcés de la borner à la gloire de servir leur pays et l’hu-
manité, de mériter l’estime et l’amour des citoyens dans le sein desquels ils sont sûrs
de retourner à la fin de leur mission. Deux années de travaux aussi brillans qu’utiles
sur un tel théâtre suffisent à leur gloire. Si la gloire, si le bonheur de placer leurs noms
parmi ceux des bienfaiteurs de la patrie ne leur suffit pas, ils sont corrompus, ils sont
au moins dangereux; il faut bien se garder de leur laisser les moyens d’assouvir un
autre genre d’ambition. Je me défierois de ceux qui, pendant quatre ans, resteroient en
butte aux caresses, aux séductions royales, à la séduction de leur propre pouvoir, enfin
à toutes les tentations de l’orgueil ou de la cupidité147.
40
Croyez, croyez dès-à-présent qu’il existe dans chaque contrée de l’empire, des pères de
famille qui viendront volontiers remplir le ministère de législateurs, pour assurer à
leurs enfants des mœurs, une patrie, le bonheur et la liberté; des citoyens qui se dévoue-
ront volontiers, pendant deux ans, au bonheur de servir leurs concitoyens, et de secou-
rir les opprimés148.
De toutes les maximes de la morale, la plus profonde, la plus sublime peut etre, et en
meme tems la plus certaine est celle qui dit: que rien n’est utile, que ce qui est hon-
nête.[…]
Rien n’est utile que ce qui est honnête; cette maxime vraie en morale ne l’est pas moins
en politique152.
L’utilité générale, dites-vous! mais est-il rien d’utile que ce qui est juste et honnête? et
cette maxime éternelle ne s’applique-t-elle pas surtout à l’organisation sociale153?
En fait de politique, rien n’est juste que ce qui est honnête, rien n’est utile que ce qui
est juste154.
L’intérêt social et celui de la justice […] ne peuvent jamais être séparés; car pour décider
une question, il suffit de se rappeller ce seul principe: que rien n’est utile, que ce qui est
honnête et juste155.
La vertu produit le bonheur, comme le soleil produit la lumière, tandis que le malheur
sort du crime, comme l’insecte impur nait du sein de la corruption157.
Cet usage trop commun ne fait qu’avilir le peuple qu’on méprise au lieu que le premier
devoir de ceux qui le gouvernent est d’élever, autant qu’il en est en eux, son caractère,
pour lui inspirer le courage et les vertus qui sont la source du bonheur sociale158.
Il [l’Être suprême] a créé l’univers pour publier sa puissance; il a créé les hommes pour
s’aider, pour s’aimer mutuellement, et pour arriver au bonheur par la route de la
vertu159.
Sur la définition de la vertu, le siècle [XVIII] est unanime. Elle consiste à accorder un
avantage au bonheur d’autrui sur notre bonheur propre. Elle désigne exclusivement
une aptitude sociale163.
Il y a deux sortes d’égoïsme; l’un, vil, cruel, qui isole l’homme de ses semblables, qui
cherche un bien-être exclusif acheté par la misère d’autrui: l’autre, généreux, bienfai-
sant, qui confond notre bonheur dans le bonheur de tous, qui attache notre gloire à
celle de la patrie. Le premier fait les oppresseurs et les tyrans: le second, les défenseurs
de l’humanité164.
Ma la virtù come bienfaisance, amore per il prossimo, filantropia soprattutto nei
confronti di chi è svantaggiato – tema molto sentito nel XVIII secolo165 – è, seppur
nella sua importanza, solo una parte della virtù robespierriana.
Robespierre aggiunge alla vertu-bienfaisance una latitudine politica, che rece-
pisce la lezione di Montesquieu e di Rousseau166.
La virtù è amore della patria e dell’uguaglianza:
42
Or, quel est le principe fondamental du gouvernement démocratique ou populaire,
c’est-à-dire, le ressort essentiel qui le soutient et qui le fait mouvoir? C’est la vertu; je
parle de la vertu publique qui opéra tant de prodiges dans la Grèce et dans Rome, et qui
doit en produire de bien plus étonnans dans la France républicaine; de cette vertu qui
n’est autre chose que l’amour de la patrie et de ses lois.
Mais comme l’essence de la République ou de la démocratie est l’égalité, il s’ensuit que
l’amour de la patrie embrasse nécessairement l’amour de l’égalité.
Il est vrai encore que ce sentiment sublime suppose la préférence de l’intérêt public à
tous les intérêts particuliers; d’où il résulte que l’amour de la patrie suppose encore ou
produit toutes les vertus167.
C’est une loi qui n’en est point une puisqu’elle porte le caractère contradictoire à toute
loi dont l’esprit et le but doivent être de procurer le bonheur et la sécurité au plus grand
nombre possible d’individus169.
La majorité des soldats est bonne: c’est pour cela qu’il faut prendre les moyens de la
conserver telle. Le législateur ne doit pas se reposer sur les vertus des hommes; puis-
que ces vertus rendent son ministère inutile, sa seule mission est de les garantir contre
leurs propres foiblesses, et d’enchaîner ou de diriger leurs passions par des lois sages171.
Il medesimo pensiero è espresso nella seduta del 2 dicembre 1792, Sur les subsistan-
ces:
Sans doute si tous les hommes étoient justes et vertueux; si jamais la cupidité n’étoit ten-
tée de dévorer la substance du peuple; si dociles à la voix de la raison et de la nature, tous
les riches se regardoient comme les économes de la société, ou comme les frères du pau-
vre, on pourroit ne reconnaître d’autre loi que la liberté la plus illimitée; mais s’il est vrai
que l’avarice peut spéculer sur la misère, et la tyrannie elle-même sur le désespoir du
peuple; s’il est vrai que toutes les passions déclarent la guerre à l’humanité souffrante,
pourquoi les lois ne réprimeroient-elles pas ces abus172?
Nous voulons un ordre de choses où toutes les passions basses et cruelles soient enchaî-
nées, toutes les passions bienfaisantes et généreuses éveillées par les lois […] Puisque
l’âme de la République est la vertu, l’égalité, et que votre but est de fonder, de consoli-
der la République, il s’ensuit que la première règle de votre conduite politique doit être
In un passo del discorso Sur la Constitution, Robespierre sintetizza così le sue stra-
tegie argomentative: esistono due generi di passioni («les passions de l’honnê-
teté» e «les passions de l’homme puissant»). Le passioni negative e le leggi buone
sono antagoniste:
44
«démocratie» (i tre termini, come abbiamo detto, nelle formulazioni più mature
del pensiero robespierriano, si equivalgono). È «la force de l’âme», che rende il
«citoyen» «capable» dei «sacrifices» per la «patrie», per la «République», per la
«démocratie». La «vertu civique»/«vertu publique» promuove e in essa si riflet-
tono tutte le virtù: «l’amour de la patrie suppose encore ou produit toutes les ver-
tus176».
Le virtù del cittadino sono «vertus républicaines», «vertus sociales». Se si
rivolgono alla sfera privata, sono «vertus domestiques», «vertus privées», «ver-
tus personnelles». Se si rivolgono alla sfera pubblica, sono «vertus publiques»,
«vertus civiques», «vertus républicaines».
Virtù pubbliche e virtù private sono strettamente connesse e hanno il loro cen-
tro nella «vertu politique177»:
Un homme qui manque de vertus publiques ne peut avoir des vertus privées178.
Nel concreto, però, la distinzione fra virtù pubbliche e virtù private non è così
netta. Il dispiegarsi delle virtù pubbliche e delle virtù private è più articolato e
complesso di questa schematica distinzione. Esistono virtù pubbliche, che sono
in rapporto con lo stato e virtù pubbliche in rapporto con gli altri cittadini. Ci sono
virtù che possono avere sia aspetti pubblici che privati. Ci sono virtù individuali
e virtù relazionali.
Il [l’Être suprême] n’a point créé les rois pour dévorer l’espèce humaine; il n’a point créé
les prêtres pour nous atteler comme de vils animaux au char des rois, et pour donner
au monde l’exemple de la bassesse, de l’orgueil, de la perfidie, de l’avarice, de la débau-
che et du mensonge; mais il a créé l’univers pour publier sa puissance; il a créé les hom-
mes pour s’aider, pour s’aimer mutuellement, et pour arriver au bonheur par la route
de la vertu181.
La felicità è un dono celeste, che l’uomo deve sviluppare con le proprie forze e
capacità. Come si può notare, ritorna il tema del reciproco aiuto, qui messo sotto
l’egida divina. Torna, inoltre, il tema centrale della virtù (contrapposta ai vizi182).
Nello stesso discorso Robespierre parla di «chaîne immense d’amour»:
L’auteur de la nature avoit lié tous les mortels par une chaîne immense d’amour et de
félicité; périssent les tyrans qui ont osé le briser183!
L’amore nei confronti dei propri simili è un sentimento che l’Essere supremo ha
donato all’uomo e che sta alla base della felicità. Robespierre crede fermamente
nell’esistenza di Dio e nell’immortalità dell’anima. Le due idee sono a vantaggio
sia dell’individuo – come consolazione, come sprone alle virtù private, come sup-
porto nei momenti difficili – sia della comunità:
46
Les loix de l’être suprême n’ont pas besoin d’autre sanction, que des suites naturelles
qu’il a lui même attachées à l’audace qui les enfreint où à la fidélité qui les respecte185.
Per altri esempi del sentire religioso di Robespierre rinviamo all’ottimo lavoro di
Guillemin186. In questa sede ci limiteremo a ricordare un’attestazione a nostro
avviso particolarmente significativa.
Il 26 marzo 1792 Robespierre così si esprime al Club dei giacobini:
Oui, invoquer le nom de la providence et émettre une idée de l’être éternel qui influe
essentiellement sur les destins des nations, qui me paraît à moi veiller d’une manière
toute particulière sur la révolution française, n’est point une idée trop hasardée, mais
un sentiment de mon cœur, un sentiment qui m’est nécessaire; et comment ne me
serait-il nécessaire à moi qui, livré dans l’assemblée constituante à toutes les passions,
et à toutes les viles intrigues, et environné de tant d’ennemis nombreux, me suis sou-
tenu. Seul avec mon âme, comment aurais-je pu soutenir des travaux qui sont au-des-
sus de la force humaine, si je n’avais point élevé mon âme. Sans trop approfondir cette
idée encourageante, ce sentiment divin m’a bien dédommagé de tous les avantages
offerts à ceux qui voulaient trahir le peuple187.
On dira peut-être que je suis un esprit étroit, un homme à préjuges; que sais-je, un
fanatique. J’ai déjà dit que je ne parlois ni comme un individu, ni comme un philoso-
phe systématique, mais comme un représentant du peuple. L’athéisme est aristocrati-
que; l’idée d’un grand être qui veille sur l’innocence opprimée, et qui punit le crime
triomphant, est toute populaire. Le peuple, les malheureux m’applaudissent; si je trou-
vois des censeurs, ce seroit parmi les riches et parmi les coupables. J’ai été, dès le collè-
ge, un assez mauvais catholique; je n’ai jamais été ni un ami froid, ni un défenseur infi-
dèle de l’humanité. Je n’en suis que plus attaché aux idées morales et politiques que je
viens de vous exposer. Si Dieu n’existoit pas, il faudroit l’inventer188.
Le ciel qui me donna une âme passionnée pour la liberté, et qui me fit naître sous la
domination des tyrans, le ciel qui prolongea mon existence jusqu’au règne des factions
Ce moment fatal, si amer pour la plupart des hommes, n’a rien qui l’effraie. Ferme et
tranquille sur le bord du tombeau, il met toute sa confiance en l’être suprême dont il a
honoré l’ouvrage périssable. Il se pénètre des sentimens sublimes de la religion qui
offre tant de consolations à l’homme vertueux, lorsqu’il est aux prises avec la mort. Sa
vie n’a été qu’une suite continue de bonnes actions. Il a vécu en sage; il meurt sans
regreter le présent qui lui échappe, et sans craindre l’avenir qui l’attend192.
C’est lui [l’Être suprême] qui plaça dans le sein de l’oppresseur triomphant le remords
et l’épouvante, et dans le coeur de l’innocent opprimé le calme et la fierté: c’est lui qui
force l’homme juste à haïr le méchant, et le méchant à respecter l’homme juste; c’est lui
qui orne de pudeur le front de la beauté pour l’embellir encore; c’est lui qui fait palpi-
ter les entrailles maternelles de tendresse et de joie; c’est lui qui baigne de larmes déli-
cieuses les yeux du fils pressé contre le sein de sa mère; c’est lui qui fait taire les pas-
sions les plus impérieuses et les plus tendres devant l’amour sublime de la patrie; c’est
lui qui a couvert la nature de charmes, de richesses et de majesté: tout ce qui est bon est
son ouvrage ou c’est lui-même; le mal appartient à l’homme dépravé qui opprime ou
qui laisse opprimer ses semblables193.
J’ai vu dans l’histoire tous les défenseurs de la liberté attaqués par la calomnie; mais
leurs oppresseurs sont morts aussi! Les bons et les méchants disparaissent de la terre,
mais à des conditions différentes. Français, ne souffrez pas que vos ennemis osent
abaisser vos âmes (et abreuver vos vertus) par leur désolante doctrine. Non, Chaumette,
non, [Fouché] la mort n’est pas un sommeil éternel. Citoyens, effacez des tombeaux
cette maxime gravée par des mains sacrilèges qui jette un crêpe funèbre sur la nature,
qui décourage l’innocence opprimée, et qui insulte à la mort. Gravez-y plutôt celle-ci:
la mort est le commencement de l’immortalité194.
48
cità, prodotto nel periodo rivoluzionario), che limita rigorosamente la felicità
all’ambito terreno: «Non, Citoyens, il n’est pas point de vie future198».
La dimensione religiosa della nozione di felicità può essere pienamente com-
presa solo alla luce del profondo e autentico teismo di Robespierre199 ed è questio-
ne distinta dalla sacralizzazione della politica200, pur presente nella produzione
robespierriana201.
Robespierre ha in mente una vita regolata e ben ordinata203, che prefiguri una
società armonica. L’educazione204 è la leva su cui intervenire per rendere possibi-
le questo progetto. La morale deve essere insegnata fin dall’infanzia. Si tratta di
rendere l’uomo come si voglia che sia:
Le chef-d’œuvre de la société seroit de créer en lui, pour les choses morales, un instinct
rapide qui, sans le secours tardif du raisonnement, le portât à faire le bien et à éviter le
mal205.
Régler sa vie, se plier au joug d’une exacte discipline, sont encore deux habitudes
importantes au bonheur de l’être social. Elles ne peuvent se prendre que dans l’enfance;
acquises à cet âge, elles deviennent une seconde nature.
On calculerait difficilement à quel point une vie réglée et bien ordonnée multiplie
l’existence, moralise les actions de l’homme, fait entrer dans sa conduite ce qui est bien
et la remplit tellement d’actes utiles, qu’il ne reste plus de place, si je puis parler ainsi,
pour tout ce qui est vice ou désordre206.
Les bonnes lois, les lois que j’appele conformes à la nature, c’est-à-dire, à la raison, sont
celles qui établissent cette heureuse harmonie; les mauvaises, sont celles qui la trou-
blent208.
Felicità e libertà sono fini che la società deve perseguire: «l’homme est né pour le
bonheur et pour la liberté209».
La libertà è condizione necessaria per lo sviluppo della felicità:
Moi qui ne connois ni bonheur, ni prospérité, ni moralité pour les hommes, ni pour
les nations sans liberté210.
Tu [Liberté] donneras ton nom sacré à l’une de nos plus belles fêtes, ô toi, fille de la
Nature! mère du bonheur et de la gloire211!
La libertà e il diritto alla conservazione della propria esistenza sono diritti natu-
rali imprescrittibili e fondamentali, da cui derivano tutti gli altri diritti:
Les principaux droits de l’homme sont celui de pourvoir à la conservation de son exis-
tence, et la liberté212.
50
Nel periodo precedente alla caduta della monarchia (10 agosto 1792), Robe-
spierre sottolinea più volte l’importanza di queste libertà e, in qualche occasione,
teorizza il primato della libertà civile su ogni altra forma di libertà:
Sans la liberté civile, la liberté politique n’est qu’une chimère ou plutôt celle-ci n’a d’au-
tre objet que d’assurer l’autre, c’est-à-dire, de protéger la personne et la propriété de cha-
que citoyen218.
Nel passo in questione, anche la tutela della proprietà è inserita nell’ambito della
libertà civile.
La distinzione tra «liberté civile» e «liberté politique» rinvia – sotto il profi-
lo lessicale – alla distinzione che ritroveremo in Benjamin Constant (1806,
1819219). Non è una distinzione scontata. Nel XVIII secolo l’opposizione non è tra
«libertà politica» e «libertà civile», ma tra «libertà naturale» e la libertà dell’uo-
mo in società, che a volte è definita «libertà civile», a volte «libertà politica220».
Montesquieu (1748) parla di «liberté politique» nei rapporti con la costitu-
zione e nei rapporti con il cittadino. La distingue dalla «liberté philosophique221».
Rousseau (1762) distingue «liberté naturelle», «liberté civile» e «liberté mora-
le222». All’interno della contrapposizione tra «liberté naturelle» e «liberté civile»,
Rousseau usa talvolta anche l’espressione «liberté politique223».
Nel dibattito attuale, l’espressione «libertà politica» è usata sovente in senso
generico ed inclusivo, per comprendere l’insieme delle libertà dell’individuo inse-
rito in una comunità politica224. Berlin usa la formula «libertà politica» sia per la
libertà negativa che per la libertà positiva225.
I teorici neo-repubblicani (Skinner, Pettit, Viroli) usano con assoluta intercam-
biabilità le espressioni «libertà civile» e «libertà politica» per designare la liber-
tà repubblicana (Pettit, Viroli) o la libertà neo-romana (Skinner), connotate, come è
noto, come «libertà negativa226».
Fatte queste precisazioni lessicali, è legittimo parlare di un Robespierre libe-
rale227?
A noi sembra di no, a prescindere dallo scarto tra enunciazioni e pratica poli-
tica, che è questione sulla quale non intendiamo soffermarci in questa sede. A pre-
scindere – anche – dalle teorizzazioni sulla proprietà, istituzione sociale subordi-
nata al diritto naturale «all’esistenza» e soggetta, conseguentemente, a interven-
ti e interferenze da parte del potere politico228.
La concezione negativa della libertà – riscontrabile in Robespierre – non pro-
pone, come nell’impostazione liberale, un limite preciso ed invalicabile alla sovra-
nità229. Il potere politico ha – in linea di principio – giurisdizione illimitata sul-
l’individuo. L’unica condizione è che sia effettivamente interprete della volontà
generale. Condizione, come è noto, impossibile da verificare e che – nelle concre-
te dinamiche storiche – ha aperto la strada alle sopraffazioni e alle degenerazioni
totalitarie. La fonte è Rousseau, o almeno una delle possibili letture di Rousseau230.
Fuyez la manie ancienne des gouvernemens de vouloir trop gouverner; laissez aux indi-
vidus, laissez aux familles le droit de faire ce qui ne nuit point à autrui; laissez aux com-
munes le pouvoir de régler elles-mêmes leurs propres affaires, en tout ce qui ne tient
point essentiellement à l’administration générale de la république. En un mot, rendez
à la liberté individuelle tout ce qui n’appartient pas naturellement à l’autorité publique,
et vous aurez laissé d’autant moins de prise à l’ambition et à l’arbitraire232.
XII. La Constitution ne veut pas que la loi même puisse garantir la liberté individuelle,
sans aucun profit pour le bien public; elle laisse aux communes le droit de régler leurs
propres affaires, en ce qui ne tient point à l’administration générale de la République233.
52
b) La seconda articolazione è strettamente legata alla prima e rinvia alla nozio-
ne di autonomia. Essere liberi significa obbedire a leggi che ci si è dati243. È questa
l’accezione più ristretta della nozione di autonomia e come tale è riscontrabile
nella produzione di Robespierre244. Così interpretata, coincide con la partecipa-
zione politica245. L’autonomia, però, come ha giustamente sottolineato Berlin, può
allargarsi nella direzione dell’autonomia del sé razionale, di un sé razionale supe-
riore e contrapposto all’io empirico246. La teorizzazione della rivoluzione come
lotta tra virtù e vizio implica tale allargamento, ma – allo stato del nostro lavoro –
non siamo in grado di presentare una documentazione precisa ed esauriente, che
comporterebbe l’analisi di tutte le occorrenze del termine liberté e dei suoi deriva-
ti aggettivali. L’unico passo in cui siamo riusciti a riscontrare in modo abbastan-
za puntuale le problematiche sollevate da Berlin è un passo già citato del 26 mag-
gio 1794:
Quiconque n’est pas maître de soi, est fait pour être l’esclave des autres c’est une vérité
pour les peuples comme pour les individus247.
La liberté est le pouvoir qui appartient à l’homme d’exercer, à son gré, toutes ses facul-
tés249.
Tutte queste articolazioni della libertà, da un certo momento in poi (agosto 1792),
tendono a lasciare il campo alla «liberté publique». L’analisi lessicologica eviden-
zia che «publique» è l’aggettivo che si affianca più frequentemente al sostantivo
«liberté250». «Liberté publique» compare per la prima volta nel lessico robespier-
riano nel 1784 nel Discours sur les peines infamantes251 e per la prima volta alla Costi-
tuente il 20 luglio 1789252. L’ultimo cenno è dell’8 termidoro anno II (26 luglio
1794253).
Nel periodo precedente all’agosto 1792, liberté publique tende, il più delle volte,
a designare l’insieme delle libertà politiche e civili, che possono essere minacciate
dal potere254. Dal potere esecutivo in primo luogo, ma anche dal potere legislativo,
se i rappresentanti (commis, délégués, députés, mandataires, représentants) non sono
tenuti sotto il controllo e la vigilanza dei commettants, del souverain (il popolo, tito-
lare unico ed esclusivo della sovranità). Negli anni 1789-1792 liberté publique si
sovrappone e coincide con liberté de la nation, liberté de la patrie, liberté du peuple.
A partire dall’agosto 1792 – con un consolidamento definitivo nell’anno secon-
do – liberté publique diventa salute pubblica, difesa della rivoluzione. Nel lessico
dell’anno secondo, difesa del gouvernement révolutionnaire255 dai nemici interni ed
esterni:
54
Precedentemente alla messa a punto revisionista, la spiegazione del Terrore in
chiave di «circostanze» era stata messa in discussione da alcuni autori liberali, a
cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. I testi più significativi sono quelli di Madame de
Staël e di B. Constant269. Nel corso del XIX secolo la contestazione più decisa della
«teoria delle circostanze» – in campo democratico – è sviluppata da E. Quinet, in
La Révolution (1865)270.
La produzione storiografica – come è ovvio – registra prese di posizione arti-
colate, non riconducibili ad appartenenze di scuola. Il caso di Michelet è contro-
verso271. La lettura del Terrore proposta da Lefebvre non può prescindere dalle
acute – e per molti versi insuperate – notazioni sulla folla e la mentalità colletti-
va rivoluzionaria (speranza, paura, reazione difensiva, volontà punitiva272).
Per restare nell’ambito della produzione recente, non sarebbe corretto ingab-
biare in rigide posizioni di scuola M. Vovelle273, B. Baczko274, P. Gueniffey275 e S.
Wahnich276. Nella sostanza, in ogni caso, le due prospettive, che si confrontano,
sono quelle che abbiamo sommariamente delineato277.
In merito al Terrore, il testo robespierriano contenente più materiale è il rap-
porto Sur les principes de morale politique del 17 piovoso anno II (5 febbraio 1794):
Claude Mazauric – nella voce Terreur del Dictionnaire Soboul – si interroga se, forse,
nell’ultimo periodo, il Terrore sia apparso a Robespierre (e a Saint-Just) un mezzo
per giungere a una comunità rigenerata e riconciliata. Un mezzo per realizzare la
promessa del «bonheur commun280».
Quanto e da quando la Terreur sia stata concepita da Robespierre come moda-
lità per passare dalla «corruption des mœurs» alla «régénération281» e alla realiz-
Les ennemis de la république, ce sont les lâches égoïstes, ce sont les hommes ambitieux
et corrompus. Vous avez chassé les rois: mais avez-vous chassé les vices que leur funeste
domination a enfantés parmi vous? Vous êtes, en masse, le plus généreux, le plus moral
de tous les peuples; et, à la légèreté près, le plus digne de la liberté: mais aussi, quel peu-
ple nourrit, dans son sein, une si grande multitude de frippons adroits et de charlatans
politiques, habiles à usurper, et à trahir sa confiance […]
56
L’opinion publique aujourd’hui ne peut plus reconnoître les ennemis de la liberté, aux
traits prononcés du royalisme et de l’aristocratie; il faut qu’elle les saisisse sous les for-
mes plus délicates de l’incivisme et de l’intrigue. Elle ne pourroit que se tromper ou flot-
ter dans une funeste incertitude, si elle cherchoit encore à classer les hommes, d’après
les anciennes dénominations. Il n’existe plus que deux partis dans la république, celui
des bons et des mauvais citoyens; c’est-à-dire, celui du peuple français et celui des hom-
mes ambitieux et cupides289.
58
recente edizione delle Œuvres com- 19 F. Gauthier, Le droit naturel en 27 A. O. Hirschman, Felicità privata e
plètes, curata da A. Kupiec e M. révolution, cit., p. 49; Idem, Triomphe felicità pubblica (1982), Bologna,
Abensour: Saint-Just, Œuvres com- et mort, cit., p. 95. 1983, 1995, 2003.
plètes, Paris, 2004, pp. 1140, 1141. 20 Cfr. più avanti. 28 M. Robespierre, Sur le jugement
12 Per un primo orientamento cfr. 21 J. Artarit, Robespierre ou l’impossi- du roi (3 déc. 1792), in Œuvres de
F. Gauthier, De Mably à Robespierre. ble filiation, Paris, 2003; L. Dingli, Maximilien Robespierre (1910-1967),
De la critique de l’économique à la cri- Robespierre, Paris, 2004. In larga 10 voll., Paris, 2000, t. IX, pp. 120-
tique du politique. 1775-1793, in Aa. misura condivisibile la recensione 136 (d’ora in avanti Œuvres).
Vv., La guerre du blé au XVIIIe siècle. La di C. Mazauric, in «Annales histori- 29 Cfr. R. Mauzi, L’idée du bonheur,
critique populaire contre le libéralisme ques de la Révolution française», n. cit., passim; M. Treppo, Il concetto di
économique au XVIIIe siècle, Mon- 339, janvier-mars 2005, pp. 155-159. felicità nella cultura politica dell’Illu-
treuil, 1988, pp. 111-144; Idem, Le minismo francese, tesi di laurea in
droit naturel en révolution, in Aa. Vv., 22 Cfr. L. Dingli, Robespierre, cit., pp.
521-534, 547-602. Storia del Risorgimento, relatore:
Permanences de la Révolution, Mon- Prof. Cesare Vetter, correlatori: Prof.
treuil, 1989, pp. 31-51; Idem, Triom- 23 Cfr. H. Guillemin, Robespierre Guido Abbattista, Prof. Simonetta
phe et mort du droit naturel en Révolu- politico e mistico (1987), Milano, Ortaggi, Università degli Studi di
tion 1789-1795-1802, Paris, 1992, pp. 1989, pp. 410-411. Trieste, anno accademico 1997-
93-95; Idem, Robespierre critique de 24 J.-J. Rousseau, Les rêveries du pro- 1998. Tra i tanti esempi possibili,
l’économie politique tyrannique et meneur solitaire, in Œuvres complètes, cfr. i seguenti titoli: L. A. Muratori,
théoricien de l’économie politique édition publiée sous la direction de Della pubblica felicità (1749), Roma,
populaire, in Aa. Vv., Robespierre. De B. Gagnebin et M. Raymond, avec la 1996 (trad. franc.: Traité sur le bon-
la Nation artésienne à la République et collaboration de F. Bouchardy, J.-D. heur public, Lyon, 1772); J. M. Gros
aux Nations (Actes du colloque Arras, 1- Candaux, R. Derarthé, J. Fabre, J. de Besplas, Des causes du bonheur
2-3 avril 1993), Lille-Paris, 1994, pp. Starobinski et S. Stelling-Michaud, public, Paris, 1768; F.-J. de Chastel-
235-243; J.-P. Gross, Égalitarisme jaco- 5 voll., Paris, 1959-1995, vol. I, Paris, lux, De la félicité publique (2 voll.,
bin et droits de l’homme 1793-1794 (La 1959, pp. 993-1097, a p. 1047. Il Amsterdam, 1772), édition critique
Grande famille et la Terreur) (1997), «sentiment de l’existence» sta al par R. Basoni, Paris, 1989.
Paris, 2000, pp. 32 e ss., passim; G. centro della seconda e della quinta
Labica, Robespierre. Une politique de 30 Le espressioni corps politique e
passeggiata: cfr. ibidem, pp. 1002- corps social in Robespierre, così
la philosophie, Paris, 1990, pp. 52-58. 1010, 1040-1049. Cfr. trad. it., Mila-
L’espressione «libéralisme égali- come in Rousseau, coincidono.
no, 1998, pp. 206-217, 254-267. Cfr.
taire», come è noto, è stata usata inoltre Lettre de J. J. Rousseau à M. De 31 Sulla nozione d’intérêt cfr. M.
per la prima volta – con riferi- Voltaire (18 août 1756), in Œuvres Moser-Verrey, Intérêt, in Aa. Vv., Dic-
mento ad un gruppo di economisti complètes, cit., vol. IV, Paris, 1969, tionnaire européen des lumières, sous
francesi del Settecento – da S. pp. 1057-1075, alle pp. 1063, 1070. la direction de M. Delon, Paris,
Meyssonnier, La balance et l’horloge: Sul «sentiment de l’existence» cfr. 1997, pp. 595-598.
la genèse de la pensée libérale en France R. Mauzi, L’idée du bonheur dans la 32 Sulla nozione di harmonie cfr. più
au XVIIIe siècle, Montreuil, 1989, pp. littérature et la pensée françaises au avanti.
137 e passim. XVIIIe siècle (1979), Paris, 1994, pp. 33 Anche, ma non solo. Cfr., per
13 F. Gauthier, Triomphe et mort, cit., 293-300. esempio, l’uso di félicité publique nel
pp. 74, 94. 25 N. Hampson, The Life and Opi- senso di felicità complessiva del
14 F. Gauthier, De Mably à Robes- nions of Maximilien Robespierre, Lon- corpo sociale nell’intervento del 24
pierre, cit., p. 112. don, 1974; trad. it. Milano, 1984, aprile 1793: M. Robespierre, Sur la
15 F. Gauthier, Triomphe et mort, cit., 1989. nouvelle Déclaration des Droits (24
p. 83. 26 Per ogni lessia (semplice, com- avril 1793), in Œuvres, cit., t. IX, pp.
posta e complessa) del lessico robe- 459-471, a p. 459. In un’altra ver-
16 F. Gauthier, Le droit naturel en sione dello stesso intervento la les-
révolution, cit., p. 49. spierriano, che ricorre in questo
capitolo, si rinvia alle liste di fre- sia félicité publique è sostituita da
17 Ibidem, p. 40. quenza nella seconda parte del prospérité publique (ibidem, p. 470).
18 F. Gauthier, De Mably à Robes- volume. 34 M. Robespierre, Sur le jugement
pierre, cit., p. 137. du roi, cit., pp. 129-130.
60
51 M. Robespierre, Discours au peu- delle Œuvres è la piété filiale: cfr. Sur une loi qui n’en est point une puis-
ple réuni pour la fête de l’Être suprême les inégalités dans les successions (5 qu’elle porte le caractère contradic-
(20 prairial an II: 8 juin 1794), in avr. 1791), in Œuvres, cit., t. VII, pp. toire à toute loi dont l’esprit et le
Œuvres, cit., t. X, pp. 479-483, a p. 181-194, alle pp. 182, 188, 190, 192. but doivent être de procurer le bon-
481. Robespierre non usa mai il termine heur et la sécurité au plus grand
52 Robespierre individua due gene- piété per indicare una virtù necessa- nombre possible d’individus»;
ri di «Gloire», l’una è un vizio, l’al- ria al cittadino, se non nei casi in Idem, Sur le traitement des évêques en
tra una virtù. Cfr. M. Robespierre, cui si riferisce alla piété filiale. fonction (22 juin 1790), in Œuvres,
Sur les rapports des idées religieuses, 60 M. Robespierre, Sur le plan de cit., t. VI, pp. 417-427, a p. 419: «le
cit., p. 461: «Instituons la fête de la Constitution du clergé (16 juin 1790), plus grand bien du plus grand
Gloire, non de celle qui ravage et in Œuvres, cit., t. VI, pp. 406-414, a p. nombre». Cfr. anche Idem, Sur le
opprime le monde, mais de celle 409. droit de pétition (10 mai 1791), in
qui l’affranchit, qui l’éclaire et qui le Œuvres, cit., t. VII, pp. 334-343, a p.
61 M. Robespierre, Sur le marc d’ar- 343: «Son popularisme hyperboli-
console». gent (11 Avril 1791), in Œuvres, cit., t. que a chicané toutes les disposi-
53 Sulla nozione di héroïsme cfr. Ph. VII, pp. 158-174, alle pp. 163-164. tions du projet, comme indifféren-
Goujard, Une notion-concept en 62 M. Robespierre, Sur la Constitu- tes pour la gloire et la félicité du
construction: l’HÉROISME révolution- tion (10 mai 1793), in Œuvres, cit., t. grand nombre». Quest’ultima ver-
naire, in Aa. Vv., Dictionnaire des usa- IX, pp. 494-510, a p. 495. sione – proposta sotto forma di
ges socio-politiques (1770-1815), fasc. riassunto da «La Feuille du Jour», t.
2: Notions-concepts, Paris, 1987, pp. 63 F. Furet, Terrore, in F. Furet, M.
Ozouf, Dizionario critico della rivolu- IV, n° 137, p. 388 – non trova riscon-
9-43. tro negli altri resoconti giornalisti-
zione francese (1988, 1992), 2 voll.,
54 Robespierre indica spesso – ma Milano, 1994, vol. I, pp. 172-185, a p. ci dello stesso discorso.
non necessariamente – la modestie 184. 67 Per una messa a fuoco sulle
come una virtù della donna. Cfr., vicende di questa formula, usata
per esempio, M. Robespierre, 64 Cfr. R. Bodei, Politica e felicità, in
R. Bodei, L. F. Pizzolato, La politica e per la prima volta dal filosofo scoz-
Discours non prononcé sur les factions zese Francis Hutcheson (1725) cfr.
(fin ventôse an II), in Œuvres, cit., t. la felicità, Roma, 1997, p. 5-17, a p. 5.
R. Shackleton, The Greatest Happi-
X, pp. 397-407, a p. 404: «Cet esti- 65 Per un primo orientamento ness of the Greatest Number: the Histo-
mable étranger, cet ami, ce martyr sulla nozione di «mano invisibile» ry of Bentham’s phrase, in «Studies
de la liberté [Junius Frey], avait une cfr. in particolare E. Rothschild, Sen- on Voltaire», vol. XC, 1972, pp.
sœur, le modèle de toutes les vertus timenti economici. Smith, Condorcet e 1461-1482; G. Francioni, nota 27, in
de son sexe, modestie, naïveté l’Illuminismo (2001), Bologna, 2003, P. Verri, Meditazioni sulla felicità
même, patriotisme, talens». pp. 177-248; L. Bruni, L’economia la (1763), a cura di G. Francioni,
55 Anche la naïveté, come la mode- felicità e gli altri. Un’indagine su beni e Como-Pavia, 1996, alle pp. 82-83; M.
stie, è indicata come virtù femmini- benessere, Roma, 2004, pp. 102-105. Treppo, Il concetto di felicità, cit., alle
le. Cfr. sopra, nota 54. Per la circolazione degli scritti di pp. 232-235.
Adam Smith in Francia prima e
56 Abbiamo trovato espressioni durante la rivoluzione cfr. J.-P. 68 Per la distinzione tra eguaglianza
quali: «respect pour ses sembla- Gross, Égalitarisme jacobin, cit., ad ed egualitarismo si rinvia in partico-
bles» (t. X, p. 452), «respect reli- nomen; Ch. Salvat, De Division of lare a N. Bobbio, Eguaglianza ed egua-
gieux pour l’homme» (t. X, p. 458). Labour à division du travail. Histoire litarismo (1976), in Teoria generale
57 Cfr. sopra, nota 49. d’une notion, d’un syntagme et de sa della politica, a cura di M. Bovero,
diffusion en France, in Aa. Vv., Dic- Torino, 1999, pp. 247-257; Idem,
58 Non compare mai la lessia Eguaglianza e libertà (1977-1978),
«amour pour le prochain». Compa- tionnaire des usages socio-politiques
(1770-1815), fasc. 7: Notions Torino, 1995, pp. 30 e ss.
re «amour de ses semblables», ma
con «de ses semblables» in funzio- théoriques, Paris, 2003, pp. 39-66. 69 Cfr. le liste di frequenza. Sul-
ne di genitivo soggettivo: «le bon- Secondo Gross, Robespierre ha l’espressione «nouvel ordre de cho-
heur de mériter l’amour de ses sem- letto Smith. Nelle Œuvres Robe- ses» cfr. C. Vetter, Il dispotismo della
blables par des talens et des vertus» spierre non cita mai Smith, né le libertà. Dittatura e rivoluzione dall’Il-
(cfr. Œuvres, cit., t. VII, p. 408). opere di Smith. luminismo al 1848, Milano, 1993, p. 9
66 M. Robespierre, Sur le droit de e nota 2, a p. 12.
59 L’unica di queste virtù che viene
richiamata anche in un altro punto triage (4 mars 1790), in Œuvres, cit., 70 In due casi nelle Œuvres si riscon-
t. VI, pp. 271-281, a p. 277: «C’est tra l’espressione régénérer les mœurs
73 Cfr. L. Jaume, Le discours jacobin et democrazia totalitaria (1952), Bolo- 80 Non ci sembra che queste nostre
la démocratie, Paris, 1989, pp. 332- gna, 2000, pp. 5 e ss. In un passo del affermazioni – che tengono conto
335, 336 e ss., 358 e ss. Sulla nozione Second discours de M. Robespierre, Sur della riflessione complessiva di
di rappresentanza nella rivoluzione le jugement de Louis Capet (28 déc. Robespierre – possano essere
francese cfr. P. Brunet, La notion de 1792), in Œuvres, cit., t. IX, pp. 183- smentite dal passo del Plan d’éduca-
représentation sous la révolution fran- 200, a p. 198, viene adombrata l’idea tion, in cui si afferma che, grazie
çaise, in «Annales historiques de la che siano le minoranze virtuose ed alla nuova educazione repubblica-
Révolution française», n. 328, avril- illuminate a guidare la storia: na, «les produits de l’agriculture et
juin 2002, pp. 27-45. Per le posizio- «Déjà, pour éterniser la discorde, et de l’industrie» raddoppieranno (M.
ni di Robespierre cfr. nota 259. pour se rendre maîtres des délibé- Robespierre, Sur le plan d’éducation
rations, on a imaginé de distinguer nationale de Michel Lepeletier (29 juil.
74 Cfr. sopra, nota 30. l’assemblée en majorité et en mino- 1793), in Œuvres, t. X, pp. 10-42, a p.
75 Sulla «portée universelle de la rité; nouveau moyen d’outrager et 20). L’aumento della produzione –
notion de bonheur» in Robespierre de réduire au silence ceux qu’on nel Plan d’éducation nationale – non
cfr. F. Theuriot, La conception robes- désigne sous cette dernière déno- viene legato ad innovazioni tecni-
pierriste du bonheur, in «Annales his- mination. Je ne connois point ici ni che, bensì ad un aumento della
toriques de la Révolution française», minorité, ni majorité. La majorité forza fisica e della salute dei lavora-
n. 191, janv.-mars 1968, pp. 207-226, est celle des bons citoyens: la majo- tori, educati, nel nuovo sistema
alle pp. 215-216. Il saggio di Fran- rité n’est point permanente, parce repubblicano, alla cura del corpo.
çoise Theuriot segue un’imposta- qu’elle n’appartient à aucun parti; Da notare l’uso di «industrie» con
zione diversa da quella qui proposta elle se renouvelle à chaque délibé- riferimento alle «arts mécaniques»
e lascia ai margini la questione – a ration libre, parce qu’elle appar- (p. 33) e non come sinonimo di atti-
nostro avviso centrale – del rapporto tient à la cause publique et à l’éter- vità. In Robespierre sono presenti
tra felicità dell’individuo e felicità nelle raison: et quand l’assemblée entrambe le accezioni. Sul «pessi-
pubblica nel pensiero e nell’inizia- reconnoît une erreur, comme il mismo economico» di Robespier-
tiva politica di Robespierre. arrive quelquefois, la minorité re, come è noto, le posizioni storio-
76 M. Robespierre, Sur les rapports devient alors la majorité. La volonté grafiche divergono. Per una lettura
des idées religieuses, cit., p. 461: «Ins- générale ne se forme point dans les diversa dalla nostra cfr. A. M. Batti-
tituons une fête plus touchante: la conciliabules ténébreux, ni autour sta, Robespierre, in Aa. Vv., Il «Rousse-
fête du Malheur. Les esclaves ado- des tables ministérielles. La mino- au» dei giacobini, Urbino, 1988, pp.
rent la fortune et le pouvoir: nous, rité a par-tout un droit éternel, c’est 29-76, alle pp. 71 e ss. Per una lettu-
honorons le malheur, le malheur celui de faire entendre la voix de la ra del giacobinismo come repubbli-
vérité ou de ce qu’elle regarde canesimo degenerato, critico nei
62
riguardi della società commerciale propriété puisse jamais être en 1793), in Œuvres, cit., t. IX, pp. 274-
cfr. K. M. Baker, Le trasformazioni del opposition avec la subsistance des 276, a p. 275.
repubblicanesimo classico, in Aa. Vv., hommes. Les alimens nécessaires à 87 Per un primo orientamento
Libertà politica e virtù civile. Significati l’homme sont aussi sacrés que la sulla nozione di beni relazionali si
e percorsi del repubblicanesimo vie elle-même. Tout ce qui est indi- rinvia a: Aa. Vv., Felicità ed economia,
classico, a cura di M. Viroli, Torino, spensable pour la conserver est une a cura di L. Bruni e P. L. Porta, Mila-
2004, pp. 149-175. propriété commune à la société no, 2004; L. Bruni, L’economia la feli-
81 M. Robespierre, Sur les subsistan- entière. Il n’y a que l’excédent qui cità e gli altri, cit.; L. Bruni, S. Zama-
ces, cit., pp. 110, 118. Non si trovano soit une propriété individuelle, et gni, Economia civile. Efficienza, equi-
analoghe affermazioni in nessun qui soit abandonné à l’industrie des tà, felicità pubblica, Bologna, 2004.
altro punto delle Œuvres. commerçans. Toute spéculation
mercantille que je fais aux dépens 88 Per un primo orientamento sul
82 M. Robespierre, Sur les principes de la vie de mon semblable n’est club dei giacobini e sulle interpre-
de morale politique qui doivent guider point un trafic, c’est un brigandage tazioni del giacobinismo cfr. M.
la Convention nationale dans l’admi- et un fratricide. D’après ce principe, Vovelle, I giacobini e il giacobinismo,
nistration intérieure de la République quel est le problème à résoudre en Roma-Bari, 1998.
(17 pluviôse an II : 5 févr. 1794), in matière de législation sur les subsi- 89 Per un primo orientamento cfr.
Œuvres, cit., t. X, pp. 350-367, alle pp. stances? le voici: assurer à tous les M. Fini, Il vizio oscuro dell’Occidente.
354-355. membres de la société la jouissance Manifesto dell’Antimodernità, Vene-
83 Nell’art. II del progetto di de la portion des fruits de la terre zia, 2002; S. Latouche, Décoloniser
Dichiarazione di Robespierre del qui est nécessaire à leur existence; l’imaginaire, la pensée créative contre
24 aprile 1793 compare la formula aux propriétaires ou aux cultiva- l’économie de l’absurde, Paris, 2003;
conservation de l’existence (Sur la nou- teurs le prix de leur industrie, et Idem, Survivre au développement, de
velle Déclaration des Droits, cit., p. livrer le superflu à la liberté du la décolonisation de l’imaginaire éco-
464): «Les principaux droits de commerce». Sulla nozione di dirit- nomique à la construction d’une
l’homme sont celui de pourvoir à la to all’esistenza in Robespierre cfr. F. société alternative, Paris, 2004; Idem,
conservation de son existence, et la Gauthier, Triomphe et mort, cit., pp. L’invention de l’économie, Paris, 2005.
liberté». Robespierre afferma che il 66 e ss.; J.-P. Gross, Égalitarisme jaco- Sul nesso industrialismo – pro-
diritto all’esistenza è anteriore ai bin, cit., pp. 38 e ss., ad nomen. messe di felicità cfr. Z. Bauman, La
legislatori ed alle leggi: M. Robe- 84 Il termine «pauvreté» assume società sotto assedio (2002), Roma-
spierre, Sur les droits politiques des sempre connotazione positiva, Bari, 2005, pp. 123-167. Per la critica
indigents (23 oct. 1790), in Œuvres, anche se non è associato all’agget- dell’idea di progresso prospettata
cit., t. VI, pp. 552-554, a p. 554: tivo «honorable». dall’industrialismo cfr. Ch. Lasch, Il
«L’homme est citoyen par la natu- paradiso in terra. Il progresso e la sua
re, par cela seul qu’il a droit d’exi- 85 Cfr. il passo contenuto in M. critica (1991), Milano, 1992. Per il
ster sur la terre, droit antérieur aux Robespierre, Sur l’appel au peuple dibattito attuale tra gli economisti
législateurs et aux lois, qui n’ont dans le jugement de Louis XVI (28 déc. sul rapporto reddito-felicità e per
pas celui de le lui arracher». Un 1792), in Œuvres, cit., t. IX, pp. 183- una messa a fuoco del paradosso di
altro passo interessante in merito a 203, a p. 187, in cui i termini prospé- Easterlin cfr. L. Bruni, L’economia, la
questo tema è M. Robespierre, Sur rité e misère assumono valenza poli- felicità e gli altri, cit., pp. 15-20, pas-
les subsistances, cit., pp. 112-113: tica e non economica: «La postérité sim.
«Quel est le premier objet de la vous admirera ou vous méprisera
selon le degré de vigueur que vous 90 Per un primo orientamento cfr.
société? c’est de maintenir les S. Moravia, Il tramonto dell’illumi-
droits imprescriptibles de l’hom- montrerez dans cette occasion; et
cette vigueur sera la mesure aussi nismo (1968), Roma-Bari, 1986; J.-F.
me. Quel est le premier de ces Spitz, L’amour de l’égalité. Essai sur la
droits? celui d’exister. La première de l’audace ou de la souplesse des
despotes étrangers avec vous; elle critique de l’égalitarisme républicain
loi sociale est donc celle qui garan- en France 1770-1830, Paris, 2000, pp.
tit à tous les membres de la société sera le gage de notre servitude, ou
de notre liberté; de notre prospé- 171-219; E. Rothschild, Sentimenti
les moyens d’exister; toutes les economici, cit.
autres sont subordonnées à celle-là; rité, ou de notre misère».
la propriété n’a été instituée ou 86 Anche lo zucchero viene fatto 91 Cfr. le liste di frequenza. Per l’uso
garantie que pour la cimenter; c’est rientrare tra le «chétives marchan- e il significato di division du travail,
pour vivre d’abord que l’on a des dises». Cfr. M. Robespierre, Sur les production, travail, nella Francia del
propriétés. Il n’est pas vrai que la troubles des subsistances (25 févr. XVIII e XIX secolo cfr. Aa. Vv., Dic-
tionnaire des usages socio-politiques
64
Constitution», n° 4 (7 juin 1792), in 114 Sull’uso e il significato dei ter- 117 In un caso Robespierre parla di
Œuvres, cit., t. IV, pp. 109-119, a p. mini aristocrate(s)/aristocratie nella «pauvreté laborieuse». Cfr. M.
117. rivoluzione francese cfr. J. Guilhau- Robespierre, Réflexions sur la
104 M. Robespierre, Sur la nouvelle mou, Aristocrate(s)/Aristocratie, in Aa. manière dont on fait la guerre, in «Le
Déclaration des Droits, cit., p. 459. Vv., Dictionnaire des usages socio-poli- défenseur de la Constitution», n° 8
Cfr. anche Idem, Sur le marc d’argent tiques (1770-1815), fasc. 1: Désignants (5 juil. 1792), in Œuvres, cit., t. IV, pp.
(11 avr. 1791), cit., p. 165: «cette iné- socio-politiques, Paris, 1985, pp. 9-38. 225-232, a p. 231.
galité est un mal nécessaire et incu- 115 Vanno aggiunti ai casi citati in 118 Cfr. nota 108.
rable». Per il rifiuto della «loi testo anche altri passi come, per 119 M. Robespierre, Sur le plan de
agraire» cfr. Idem, Tableau des opé- esempio, Œuvres, t. IX, p. 497 e t. X, constitution du clergé, cit., pp. 408-
rations de la Convention nationale p. 247. In altre occasioni Robes- 409.
depuis le premier moment de sa session pierre usa termini positivi per
(21-25 sept. 1792), in «Lettres à ses connotare la borghesia come «hon- 120 Va sottolineato che digne ha due
commettans» (Œuvres, cit., t. V), nête bourgeois». significati: dignitoso e degno. A
première série, n° 1 (19 oct. 1792), volte Robespierre usa l’aggettivo
116 Cfr. M. Robespierre, Réponse de honorable. Honorable ha connotazio-
pp. 21-32, a p. 24; Idem, Sur l’inculpa- M. Robespierre Aux discours de MM.
tion de dictature (25 sept. 1792), in ne positiva e significa dignitoso,
Brissot et Gaudet (sic) du 25 avril 1792, degno di rispetto. La parola honneur
Œuvres, cit., t. IX, pp. 13-27, a p. 20; prononcée à la Société des Amis de la
Idem, Sur l’influence de la calomnie – che, come è noto, è per Monte-
Constitution, le 27 du même mois, et squieu il principio dell’aristocrazia
(28 oct. 1792), in Œuvres, cit., t. IX, imprimée par ordre de la Société, in
pp. 43-62, a p. 52. Sull’uso ed i signi- – ha in Robespierre prevalente-
«Le défenseur de la Constitution», mente connotazione negativa, non
ficati della lessia loi agraire nella n° 1 (17-18 maggio 1792), in Œuvres,
rivoluzione francese cfr. F. Gau- è una virtù. Cfr. M. Robespierre,
cit., t. IV, pp. 28-46, alle pp. 32-33: Discours sur les peines infamantes cou-
thier, Loi agraire, in Aa. Vv. Diction- «Mais on m’accusa constamment
naire des usages socio-politiques (1770- ronné par l’Académie de Metz en 1784,
de défendre avec trop de chaleur la in Œuvres, cit., t. I, pp. 5-76, a p. 26:
1815), fasc. 2, cit., pp. 65-98. cause des foibles opprimés contre «L’honneur, comme l’a prouvé le
105 M. Robespierre, Sur les subsis- les oppresseurs puissans; on m’ac- grand homme que j’ai déja cité,
tances, cit., p. 117. cusa, avec raison, d’avoir violé le l’honneur est l’ame du gouverne-
106 M. Robespierre, Sur la Constitu- respect dû aux tribunaux tyranni- ment monarchique: non pas cet
tion, cit., p. 496. Sul rapporto Robes- ques de l’ancien régime, pour les honneur philosophique, qui n’est
pierre-costituzione del ‘93 cfr. E. forcer à être justes par pudeur: autre chose que le sentiment
Hamel, Histoire de Robespierre (1865- d’avoir immolé à l’innocence outra- exquis qu’une ame noble et pure a
1867), 2 voll. (3 tomes), Paris, 1987, gée, l’orgueil de l’aristocratie bour- de sa propre dignité; qui a la raison
vol. II (tome III), pp. 6-18. geoise, municipale, nobiliaire, pour base et se confond avec le
ecclésiastique. J’ai fait dès la pre- devoir; qui éxisteroit, même loin
107 Cfr. § 1.6 – La dimensione morale. mière aurore de la révolution, au- des regards des hommes, sans
108 M. Robespierre, Pour des mesu- delà de laquelle vous vous plaisez à autre temoin que le ciel et sans
res de salut public (8 mai 1793), in remonter pour y chercher à vos autre juge que la conscience: mais
Œuvres, cit., t. IX, pp. 487-494, a p. amis des titres de confiance, ce que cet honneur politique dont la natu-
488. je n’ai jamais daigné dire, mais ce re est d’aspirer aux préférences et
109 M. Robespierre, Sur la nouvelle que tous mes compatriotes s’em- aux distinctions; qui fait que l’on ne
Déclaration des Droits, cit., p. 459. presseroient de vous rappeler à ma se contente pas d’etre estimable;
place, dans le moment où l’on met mais que l’on veut surtout être esti-
110 Ibidem, p. 470. en question si je suis un ennemi de mé, plus jaloux de mettre dans sa
111 Ibidem, p. 459. la patrie, et s’il est utile à sa cause conduite de la grandeur que de la
de me sacrifier; ils vous diroient justice, de l’éclat et de la dignité que
112 M. Robespierre, Sur le marc d’ar-
que, membre d’un très-petit tribu- de la raison; cet honneur qui tient
gent (11 avril 1791), cit., p. 166.
nal, je repoussai par les principes au moins autant à la vanité qu’a la
113 Per un primo orientamento de la souveraineté du peuple, ces vertu: mais qui, dans l’ordre politi-
sulle «bourgeoisies» nella Francia édits de Lamoignon, auxquels les que, supplee à la vertu même; pui-
del 1789 cfr. M. Vovelle, La Révolu- tribunaux supérieurs n’opposoient sque, par le plus simple de tous les
tion française 1789-1799 (1992), Paris, que des formes». ressorts, il force les citoiens à mar-
1998, pp. 11-15 (cfr. trad. it., Assisi-
cher vers le bien public; lorsqu’ils
Milano, 1993, p. 8-12).
66
132 Cfr. le liste di frequenza e l’in- contestata la legittimità della paro- des frères et des amans dignes de
dice dei riferimenti. Sul diritto di la «représentant» (Œuvres, cit., t. vous. Vous y serez, mères de
petizione cfr. M. Robespierre, Sur le IX, p. 569). Su questi aspetti – che famille, dont les époux et les fils
droit de pétition (9 mai 1791), in sul piano concettuale rinviano alle élèvent des trophées à la Républi-
Œuvres, cit., t. VII, pp. 312-318. Sul ambiguità di Robespierre sulla rap- que avec les débris des trônes. O
diritto all’insurrezione cfr. Idem, presentanza (cfr. nota 259) e sul femmes françaises, chérissez la
Sur l’affaire d’Avignon (2 mai 1791), piano lessicale all’uso dei termini liberté achetée au prix de leur sang;
in Œuvres, cit., t. VII, pp. 299-308. fonctionnaire, magistrat, mandataire, servez-vous de votre empire pour
Cfr., infine, Idem, Sur la nouvelle député, délégué, représentant – ci pro- étendre celui de la vertu républi-
Déclaration des Droits, cit., artt. XXVI, poniamo di tornare nel secondo caine! O femmes françaises, vous
XXIX, a p. 468. Dal calcolo delle volume. êtes dignes de l’amour et du respect
occorrenze di «droit de pétition» 135 Nel periodo della rivoluzione de la terre! Qu’avez-vous à envier
non sono state tolte le occorrenze francese a pronunciarsi per l’esten- aux femmes de Sparte? Comme
presenti nelle note o nei paragrafi sione dei diritti politici alle donne, elles, vous avez donné le jour à des
introduttivi. Da segnalare che alla come è noto, sono soprattutto héros; comme elles, vous les avez
somma non sono state aggiunte Condorcet e Olympe de Gouges, dévoués, avec un abandon sublime,
due occorrenze dei titoli (t. VII, pp. oltre a settori della sanculotteria à la Patrie». Sull’ambiguità del ter-
312 e 334) – facilmente riconoscibili femminile. Per un primo orienta- mine «citoyenne(s)» cfr. A. Geffroy,
dai programmi d’interrogazione mento cfr. A. Soboul, Dictionnaire Citoyen/citoyenne, in Aa. Vv., Diction-
testi perché in maiuscolo – e due historique, cit., pp. 441-442. Cfr. naire des usages socio-politiques (1770-
occorrenze (t. VII, pp. 312 e 334) di inoltre M. P. Duhet, Les femmes et la 1815), fasc. 4: Désignants socio-politi-
droits de pétition (al plurale) presenti Révolution 1789-1794, Paris, 1971; D. ques, 2, Paris, 1989, pp. 63-86.
nei paragrafi introduttivi. Non esis- Godineau, Citoyennes tricoteuses. Les 137 Cfr. 7.4 e 7.5 Indici delle concor-
tono occorrenze per liberté de(s) péti- femmes du peuple à Paris pendant la danze di «démocratie» e «démocrati-
tion(s). Infine si deve render conto Révolution française, Paris, 1988; M. que». Sull’uso e sul significato del
che la maggior parte delle occor- Riot-Sarcey, Femmes en marge de termine démocratie nella rivoluzio-
renze di droit de pétition è contenuta l’«humain universel», in Aa. Vv., Per- ne francese cfr. M. Genty, Démocra-
in due discorsi del 9-11 maggio manences de la révolution, cit., pp. tie directe, Démocratie représentative,
1791: Idem, Sur le droit de pétition (9- 119-127; W. H. Sewell, Jr., Le in A. Soboul, Dictionnaire historique,
11 mai 1791), in Œuvres, cit., t. VII, citoyen/la citoyenne: Activity, Passivity, cit., pp. 340-342; Ph. Raynaud,
pp. 312-318 e pp. 334-343. Rispetti- and the Revolutionary Concept of Citi- Democrazia, in F. Furet, M. Ozouf,
vamente 20 e 35 occorrenze. zenship, in Aa. Vv., The French Revolu- Dizionario critico, cit., vol. II, pp. 753-
133 Cfr. sopra 1.1 – Premessa. tion and the Creation of Modern Politi- 763; F. Brunel, nota 97 alle pp. 208-
134 Secondo Bouloiseau, Robespier- cal Culture, vol. 2: The Political Culture 209, in J.-N. Billaud-Varenne, Princi-
re stabilisce «une distinction nette of the French Revolution, edited by C. pes régénérateurs du systême social
entre pouvoirs et fonctions». Solo Lucas, Oxford-New York, 1988, pp. (1795), Paris, 1992; R. Monnier,
«électeurs» e «députés» «possè- 105-123; P. Costa, Civitas. Storia della «Démocratie représentative» ou «répu-
dent des pouvoirs»: tutti gli altri cittadinanza in Europa, vol. III: L’età blique démocratique»: de la querelle
attori dello spazio pubblico «ne delle rivoluzioni, Roma-Bari, 2000, des mots (république) à la querelle des
sont que des fonctionnaires» (M. pp. 69-76; Aa. Vv., 1789-1799: com- anciens et des modernes, in «Annales
Bouloiseau, Robespierre (1956), bats de femmes. Les révolutionnaires historiques de la Révolution fran-
Paris, 1987, p. 47). È un’affermazio- excluent les citoyennes, dirigé par çaise», n. 325, juillet-septembre
ne che non convince. L’unico «pou- Évelyne Morin-Rotureau, Paris, 2001, pp. 1-21; M. Edelstein, Les révo-
voir» riconosciuto da Robespierre è 2003; S. Aberdam, Deux occasions de lutions américaine et française et
quello del «souverain» (il «peu- participation féminine en 1793: le vote l’avancement de la démocratie, in
ple» titolare della «souveraineté»). sur la Constitution et le partage des «Annales historiques de la Révolu-
I «députés» («délégués», «repré- biens communaux, in «Annales his- tion française», n. 334, octobre-
sentants», «membres de la législa- toriques de la Révolution fran- décembre 2003, pp. 45-58.
ture») sono anch’essi «fonctionnai- çaise», n. 339, janvier-mars 2005, 138 Cfr. J.-J. Chevallier, Storia del
res publics», «mandataires» che pp. 17-34. pensiero politico, 3 voll., vol. II: Il
esercitano «les fonctions législati- 136 M. Robespierre, Sur les rapports declino dello Stato Nazionale Monar-
ves» (Cfr. M. Robespierre, Sur la des idées religieuses, cit., p. 461: chico (1979), Bologna, 1981, pp. 264
Constitution, cit., pp. 508-510). In un «Vous y serez, jeunes citoyennes, à e ss., 271 e ss. Per un primo orienta-
intervento del 16 giugno 1793 viene qui la victoire doit ramener bientôt mento sulla nozione di democrazia
68
le Considérations sur le gouvernement 149 Adresse de Maximilien Robespierre dizione repubblicana anglosassone
de Pologne (1771, postumo: 1782). aux Français, cit., p. 125. (1975), Bologna, 1980.
145 Per una definizione del ter- 150 M. Robespierre, Sur les principes 157 M. Robespierre, Discours sur les
mine «nation» cfr. M. Robespierre, de morale politique, cit., p. 354. peines infamantes, cit., p. 31. Sono
Sur la pétition du peuple Avignonois 151 Cfr. Idem, Sur les principes de presenti alcune modifiche fra l’edi-
(18 nov. 1790), in Œuvres, cit., t. VI, morale politique, cit., p. 357. zione presentata nelle Œuvres e
pp. 585-608. Cfr. in particolare ibi- l’edizione del medesimo scritto
dem, p. 588: «La souveraineté 152 Idem, Discours sur les peines infa- pubblicata nel 1785. I redattori
réside également dans tous les mantes, cit., p. 31. delle Œuvres ne danno conto attra-
citoyens qui forment l’association 153 Idem, Sur le marc d’argent (11 avr. verso delle note. Rimandiamo alle
politique. […] Si une nation n’est 1791), cit., p. 163. Œuvres per i confronti.
qu’une société d’hommes réunis 154 Idem, Sur l’éligibilité des députés 158 Idem, Assemblées Préliminaires
pour leur intérêt commun, sous de l’Assemblée nationale, cit., p. 390. des habitants d’Arras des 23 et 24
des lois et sous un gouvernement mars 1789, in Œuvres, cit., t. VI, pp.
commun; si les lois ne sont que les 155 Idem, Sur le marc d’argent et sur le
cens électoral, cit., p. 622. 10-11, a p. 10.
conditions de la société détermi-
nées par la volonté générale des 156 Sulla nozione di virtù in 159 Idem, Discours au peuple réuni,
associés, et le gouvernement, l’or- Robespierre torneremo nel cit., p. 481.
ganisation de l’autorité publique secondo volume. Manca tuttora 160 Cfr. J.-J. Rousseau, Émile ou de
établie pour le maintien des lois, un’indagine esaustiva (lessicogra- l’éducation (1762), in Œuvres complè-
qui pourra disputer à un peuple, fica, lessicologica, stilistica e tes, cit., vol. IV, cit., pp. 239-867, a p.
quel qu’il soit, le pouvoir de chan- concettuale) che tenga conto 817 (livre V); cfr. trad. it., a cura di E.
ger à son gré et les lois et son gou- dell’intera produzione robespier- Nardi, Firenze, 2002, p. 554; cfr. G.
vernement, et, à plus forte raison, riana e non solo dei discorsi più B. de Mably, Entretiens de Phocion sur
ceux à qui il a confié les fonctions importanti. Per un primo orienta- le rapport de la morale et de la politi-
de ce même gouvernement?». Di mento cfr. C. Gaspard, Vertu: le sens que (1763), Caen, 1986, p. 48: «Le
scarsa utilità, per la ristrettezza del robespierriste du terme, cit., pp. 197- bonheur n’est attaché qu’à la vertu
corpus esaminato (22 discorsi), 210; F. Brunel, Le jacobinisme, un […] Le bonheur dans chaque indivi-
l’analisi lessicologica, proposta da «rigorisme de la vertu»? «Purita- du, c’est la paix de l’âme, et cette
A. Geffroy, Le mot nation chez Robes- nisme» et Révolution, in Aa. Vv., paix naît du témoignage qu’il se
pierre, in Aa. Vv., Robespierre. De la Mélanges Michel Vovelle. Sur la Révo- rend de se conduire par les règles
Nation artésienne, cit., pp. 89-104. lution. Approches plurielles, textes de la justice».
Cfr. inoltre H. Leuwers, Des nations réunis par J.-P. Bertaud, F. Brunel, 161 Cfr. L. Bruni, L’economia, la felici-
à la Nation. Obstacles et contradictions C. Duprat e F. Hincker, Paris, 1997, tà e gli altri, cit, pp. 38 e ss. Il termi-
dans le cheminement politique de deux pp. 271-280. Il nesso virtù-felicità ne eudaimonia, come è noto, è stato
hommes des provinces du Nord: Robes- irrompe nella Grecia classica con tradotto da E. Anscombe (1958) con
pierre et Merlin de Douai (1788-1791), Socrate e si contrappone al nesso human flourishing: cfr. ibidem, nota
ibidem, pp. 73-87. Tyche-felicità del mondo omerico 5, pp. 40-41. Sulla nozione di felici-
146 M. Robespierre, Considérations e della produzione tragica. La pro- tà in Aristotele cfr. in particolare M.
sur l’une des principales causes de nos messa cristiana di felicità ripro- C. Nussbaum, La fragilità del bene.
maux, in «Le défenseur de la consti- pone il nesso virtù-felicità, modi- Fortuna ed etica nella tragedia e nella
tution», n° 3 (31 mai 1792), in ficando sia il senso della parola filosofia greca (1986), Bologna, 2004,
Œuvres, t. IV, cit., pp. 77-107, a p. 89. virtù che il senso della parola feli- pp. 449 e ss.; J. Annas, La morale
cità. Su questi snodi fondamentali della felicità in Aristotele e nei filosofi
147 M. Robespierre, Sur l’éligibilité della cultura occidentale cfr. F. de
des députés de l’Assemblée nationale à dell’età ellenistica (1993), Milano,
Luise, G. Farinetti, Storia della feli- 1997, ad nomen (cfr. anche il capito-
la première législature (16 mai 1791), cità. Gli antichi e i moderni, Torino,
in Œuvres, cit., t. VII, pp. 377-402, lo secondo: Le virtù, pp. 77-188).
2001, pp. 17 e ss., 159 e ss. Per la
alle pp. 385-386. nozione di virtù nella tradizione 162 Cfr. in particolare M. W. Rom-
148 M. Robespierre, Sur la rééligibi- repubblicana resta fondamentale bout, La conception stoïcienne du bon-
lité des députés de l’Assemblée Natio- – anche se controverso – J. G. A. heur chez Montesquieu et chez quel-
nale à la première législature (18 mai Pocock, Il momento machiavelliano. ques-uns de ses contemporains, Leida,
1791), in Œuvres, cit., t. VII, pp. 403- Il pensiero politico fiorentino e la tra- 1958; G. Bretonneau, Stoïcisme et
423, a p. 409. valeurs chez J.-J. Rousseau, Paris, 1977;
70
l’amore della patria, l’amore della ble» (G. Martin, Les jacobins (1945), 195 Il testo in cui Robespierre svi-
giustizia, l’amore dell’uguaglianza, Paris, 1963, p. 70). luppa più compiutamente la pole-
l’amore della libertà sono virtù. In 189 M. Robespierre, Réponse de M. mica contro la «secte» degli «ency-
quanto valori vengono espressi Robespierre Aux discours de MM. Bris- clopédistes», accusata di «matéria-
sovente con la parola «bien(s)». sot et Gaudet, cit., p. 43. lisme», è Sur les rapports des idées
180 Da un esame rapido, sembrano religieuses, cit., pp. 454 e ss. Per
190 Cfr. Idem, Sur les rapports des un’analisi di questo importante
essere 20 le occorrenze che si riferi- idées religieuses, cit., p. 461: «Les
scono al «valor militare». La discorso cfr., in particolare, E.
esclaves adorent la fortune et le Hamel, Histoire de Robespierre, cit.,
«valeur» è espressa sovente come pouvoir: nous, honorons le mal-
un vizio da Robespierre, cfr. nota 49. vol. II (tome III), pp. 359-367; S.
heur, le malheur que l’humanité ne Moravia, Il tramonto
181 M. Robespierre, Discours au peu- peut entièrement bannir de la dell’illuminismo, cit., pp. 206 e ss.; A.
ple réuni, cit., p. 481. Il contributo terre, mais qu’elle console et sou- M. Battista Robespierre, cit., pp. 33 e
più informato e equilibrato – a lage avec respect». Sul tema del ss.; L. Jaume, Robespierre, in Aa. Vv.,
nostro avviso – sulla dimensione malheur nell’Illuminismo e nella Dictionnaire des œuvres politiques,
religiosa del pensiero di Robespier- Rivoluzione francese cfr. in partico- sous la direction de F. Chatelet, O.
re è quello di H. Guillemin, Robe- lare C. Rosso, Illuminismo. Felicità e Duhamel, E. Pisier (1986), Paris,
spierre politico e mistico, cit. (cfr. in dolore. Miti e ideologie francesi, 1989, pp. 881-886. Per la polemica
particolare le pp. 347-393). Napoli, 1971; B. Baczko, Job, mon contro l’abate Raynal cfr. M. Robe-
182 Per la lista dei vizi in Robes- ami. Promesses du bonheur et fatalité spierre, Sur une lettre de l’abbé Raynal
pierre cfr. sopra. du mal, Paris, 1997. (31 mai 1791), in Œuvres, cit., t. VII,
183 Ibidem, p. 482. 191 Cfr. M. Robespierre, Discours au pp. 446-458. Per la polemica contro
peuple réuni, cit. Helvétius cfr. M. Robespierre, Sur
184 M. Robespierre, Sur les rap- les bustes de Mirabeau et d’Helvétius (5
ports des idées religieuses, cit., pp. 192 M. Robespierre, Éloge de Messire
Charles-Marguerite-Jean-Baptiste Mer- déc. 1792), in Œuvres, cit., t. IX, pp.
452-453. 142-146.
cier Dupaty, in Œuvres, cit., t. I, pp.
185 Idem, Discours sur les peines infa- 153-184, a p. 180. 196 Per un primo orientamento –
mantes, cit., p. 31. Sono presenti anche bibliografico – sulla dimen-
alcune modifiche fra l’edizione pre- 193 M. Robespierre, Discours au peu-
ple réuni, cit., pp. 481-482. sione religiosa della rivoluzione
sentata nelle Œuvres e l’edizione del francese e sulla scristianizzazione
medesimo scritto pubblicata nel 194 M. Robespierre, Contre les fac- cfr. in particolare A. Aulard, Le culte
1785. I redattori delle Œuvres ne tions nouvelles et les députés corrom- de la Raison et le culte de l’Être
danno conto attraverso delle note. pus (8 thermidor an II : 26 juil. Suprême (1793-1794). Essai historique,
Rimandiamo alle Œuvres per i con- 1794), in Œuvres, cit., t. X, pp. 542- Paris, 1892; A. Mathiez, Les Origines
fronti. 586, a p. 567. Cfr. anche Ibidem, p. des cultes révolutionnaires 1789-1792
186 H. Guillemin, Robespierre poli- 575. La frase «la mort n’est pas un (1904), Genève, 1977; M. Vovelle,
tico e mistico, cit., pp. 347-393. sommeil éternel» è un riferimento Religion et Révolution. La déchristiani-
polemico al Decreto sulle sepolture di sation de l’an II dans le Sud-Est, Paris,
187 M. Robespierre, Sur les circons- Fouché (19 vendémiaire an II : 10 1976; Idem, La Révolution contre
tances actuelles (26 mars 1792), in ottobre 1793). Cfr. J. Fouché, Écrits l’Église. De la Raison à l’Être suprême,
Œuvres, cit., t. VIII, pp. 229-241, alle révolutionnaires, Paris, 1998, pp. 67- Bruxelles, 1988; Idem, Déchristiani-
pp. 234-235. 69, a p. 68: «Article VI. On lira sur la sation, in A. Soboul, Dictionnaire his-
188 M. Robespierre, Pour la liberté porte de ce champ consacré par un torique, cit., pp. 327-330; Idem, De la
des cultes (1er frimaire an II : 21 nov. respect religieux aux mânes des Raison à l’Être suprême (1989), in M.
1793), in Œuvres, cit., t. X, pp. 193- morts, cette inscription: La mort est Vovelle, Combats pour la révolution
201, alle pp. 196-197. G. Martin un sommeil éternel». Per le posizioni française, Paris, 1993, pp. 285-299;
considera l’intervento del 21 di Chaumette cfr. N. Bossut, Chau- M. Ozouf, La fête révolutionnaire
novembre 1793 un momento di mette, porte-parole des sans-culottes, 1789-1799, Paris, 1976; Idem, Reli-
svolta: «La victoire du 1er Frimaire Paris, 1998, pp. 339-370, 499. Per le gione rivoluzionaria, in F. Furet, M.
marque le moment précis où la politiche funerarie della rivolu- Ozouf, Dizionario critico, cit., vol. II,
majorité des Jacobins, perinde ac zione francese cfr. M. Sozzi, Ch. pp. 679-690; J. de Viguerie, Christia-
cadaver, s’abandonne à la toute- Porset, Il sonno e la memoria. Idee nisme et révolution, Paris, 1986; Aa.
puissante volonté de l’Incorrupti- della morte e politiche funerarie nella Vv., Atlas de la Révolution française,
Rivoluzione francese, Torino, 1999. vol. IX: La religion, a cura di C. Lan-
72
208 M. Robespierre, Observations (1819), in De la liberté chez les moder- Paris, 1995; M.-M. Jan, Index des pre-
générales sur le projet d’instruction nes, présenté par M. Gauchet, Paris, miers écrits pédagogiques de J.-J. Rous-
publique, cit., p. 208. 1980, pp. 491-515. Tra le traduzioni seau, “Mémoire présenté à Monsieur de
209 M. Robespierre, Sur la Constitu- italiane recenti cfr. B. Constant, La Mably sur l’éducation de monsieur son
tion, cit., p. 495. libertà degli antichi, paragonata a fils”, “Projet pour l’éducation de Mon-
quella dei moderni, a cura di G. Pao- sieur de Sainte-Marie”, “Émile”, premiè-
210 M. Robespierre, Sur les droits letti, Torino, 2001. re version, manuscrit Favre, Genève-
politiques des hommes de couleur (24 Paris, 1982; F. Brunet, Index concor-
sept. 1791), in Œuvres, cit., t. VII, pp. 220 Cfr. M. Barberis, Libertà, cit., pp.
78, 98. L’Encyclopédie, come è noto, dance d’«Émile ou l’éducation», Genè-
727-743, a p. 738. ve-Paris, 1980; L. Launay, E. Brunet,
propone le voci liberté (morale),
211 M. Robespierre, Sur le rapport des liberté naturelle, liberté civile, liberté Index des “Considérations sur le gou-
idées religieuses, cit., p. 459. politique. La liberté civile è opposta vernement de Pologne” et index-concor-
212 M. Robespierre, Sur la nouvelle alla liberté naturelle e non alla liberté dance du “Projet de constitution pour
Déclaration des Droits, cit., p. 464. Su politique. La liberté politique è carat- la Corse” de J.-J. Rousseau, Genève-
questo discorso cfr. E. Hamel, terizzata seguendo l’impostazione Paris, 1986. Il sito dell’ATILF permet-
Histoire de Robespierre, cit., vol. II di Montesquieu. L’Encyclopédie te di svolgere ricerche lessicologi-
(tome II), pp. 421-430. (1751-1772) è disponibile, previo che puntuali e precise su Rousseau:
abbonamento, in rete, al sito: cfr. http://www.atilf.fr/.
213 Cfr. la lista delle cooccorrenze.
http://portail.atilf.fr/encyclopedie. 224 Cfr., per esempio, F. E. Oppen-
214 Cfr. le liste di frequenza e la heim, Libertà, in N. Bobbio, M. Mat-
lista delle cooccorrenze. 221 Ch.-L. Montesquieu, De l’esprit
des lois, in Œuvres complètes, cit., pp. teucci, G. Pasquino, Il dizionario di
215 Cfr. le liste di frequenza. 394-5, 430-1 (livre XI, chapitres II, Politica, Torino, 2004, pp. 534-538, a
III e livre XII, chapitres I, II). p. 535: «La [libertà] politica è una
216 Per un primo orientamento
Nell’Esprit des lois, in un solo caso, sottocategoria della [libertà] sociale
sulla distinzione tra libertà negativa
per quello che a noi risulta, Mon- e normalmente si riferisce alla
e libertà positiva cfr. I. Berlin, Due
tesquieu oppone «liberté politi- [libertà] dei cittadini o delle asso-
concetti di libertà (1958), Milano,
que» a «liberté civile»: cfr. De l’es- ciazioni nei confronti del governo.
2000; Idem, Four Essays on Liberty,
prit des lois, cit., p. 451 (livre XII, cha- L’interesse per la [libertà] politica,
Oxford-New-York, 1969 (trad. it.:
pitre XXI). nei vari periodi della storia, si è
Quattro saggi sulla libertà, Milano,
concentrato sulla [libertà] di reli-
1989); Idem, The Proper Study of 222 J.-J. Rousseau, Du contrat social, gione, di parola e di stampa, di
Mankind, London, 1997; N. Bobbio, cit., pp. 364-5 (livre I, chapitre VIII). associazione (religiosa, politica,
Eguaglianza e libertà (1977-1978),
223 J.-J. Rousseau, Du contrat social, economica), di partecipazione al
Torino, 1995; M. Barberis, Libertà,
cit., p. 396 (livre III, chap. I). Cfr. processo politico (suffragio). L’idea
Bologna, 1999, pp. 118 e ss. Per un
inoltre J.-J. Rousseau, Émile, cit., p. di [libertà] politica è stata estesa
inquadramento delle tematiche
843 (livre V; cfr. trad. it., cit., p. 578). per coprire la richiesta di [libertà]
affrontate in questo paragrafo resta
Per un primo orientamento cfr. M. economica, di <[libertà] dal biso-
fondamentale J.-F. Spitz, La liberté
Launay, Le vocabulaire politique de J.- gno>, di autodeterminazione
politique. Essai de généalogie concep-
J. Rousseau, Genève-Paris, 1977; Aa. nazionale, ecc.». La «libertà socia-
tuelle, Paris, 1995.
Vv., Dictionnaire de Jean-Jacques Rous- le» o «interpersonale» è così defi-
217 M. Robespierre, Exposition de seau, cit. Per un approfondimento nita da Oppenheim: «Il concetto di
mes principes, in «Le Défenseur de più analitico si rinvia agli indici [libertà] interpersonale o sociale si
la Constitution», n° 1 (17-18 mai delle concordanze degli scritti di riferisce alle relazioni di interazio-
1792), in Œuvres, cit., t. IV, pp. 5-15, Rousseau, curati da M. Launay e ne tra persone e gruppi, vale a dire
pp. 10 e ss. e 13. pubblicati nella collezione Etudes al fatto che un attore lascia un atto-
218 M. Robespierre, Nouvel attentat rousseauistes et index des Œuvres de J.- re libero di agire in un certo modo»
contre la liberté individuelle et contre J. Rousseau. Etudes et index: M. Lau- (ibidem, p. 535). Per rendersi conto
les droits du peuple, in «Le défenseur nay, Index du “Contrat social”, texte de delle difficoltà lessicali legate alla
de la Constitution», n° 2 (24-25 mai 1762 et manuscrit de Genève, Genève- trattazione del tema della libertà, si
1792), in Œuvres, cit., t. IV, pp. 61-65, Paris, 1977; M. Launay, Index-concor- tenga presente che per John Stuart
a p. 64. dance de la “Lettre à d’Alembert sur les Mill (1859) «libertà sociale» e
spectacles”, Genève-Paris, 1994; M. «libertà civile» sono espressioni
219 B. Constant, De la liberté des
Launay, Index-concordance des “Rêve- equivalenti, che connotano la natu-
anciens comparée à celle des modernes
ries du promeneur solitaire”, Genève- ra ed i limiti del potere della società
74
240 Robespierre usa molto la lessia mente si cita il seguente passo di cura di I. Carter e M. Ricciardi,
bons citoyens (244 occorrenze). La Rousseau (Du contrat social, cit., Milano, 1996, p. 9.
lessia honnêtes gens (79 occorrenze), livre I, chap. VIII) che riguarda, 249 M. Robespierre, Sur la nouvelle
che – come è noto – è diffusa larga- però, la libertà morale: «On pour- Déclaration des Droits, cit., p. 465.
mente nella stampa girondina e nel roit sur ce qui précède ajouter à l’ac-
periodo del Direttorio, è usata – quis de l’état civil la liberté morale, 250 Cfr. le liste di frequenza, l’Indice
invece – da un certo momento in qui seule rend l’homme vraiment dei riferimenti e l’Indice delle concor-
poi come sinonimo di «intrigans»: maître de lui; car l’impulsion du danze di «liberté publique» nel t. X
cfr., per esempio, M. Robespierre, seul appétit est esclavage, et l’obéis- delle Œuvres.
Sur l’appel au peuple dans le jugement sance à la loi qu’on s’est prescrite 251 M. Robespierre, Discours sur les
de Louis XVI, cit., p. 189: «Or, qui est est liberté». Sulla nozione di libertà peines infamantes, cit., p. 25.
plus disert, plus adroit, plus fécond morale in Rousseau cfr. R. Derathé, 252 M. Robespierre, Sur la motion de
en ressources, que les intrigans, nota 1 a p. 1450, in J.-J. Rousseau, Lally-Tolendal (20 juil. 1789), in
que les honnêtes gens, c’est-à-dire, Œuvres complètes, cit., t. III, cit.; M. Œuvres, cit., t. VI, pp. 39-42, a p. 40.
que les frippons de l’ancien et Viroli, Jean-Jacques Rousseau e la teo- Nella lettera a Buissart del 23 luglio
même du nouveau régime?». Sulla ria, cit., pp. 155-159; B. Bernardi, 1789 Robespierre usa nuovamente
diffusione dell’espressione «hon- nota 56 a p. 201, in J.-J. Rousseau, Du l’espressione «liberté publique»:
nêtes gens» cfr. M. Dorigny, Honnê- contrat social, Paris, 2001. cfr. M. Robespierre, Robespierre à
tes-gens. L’expression dans la presse 244 L’esempio di gran lunga più Buissart (23 juil. 1789), in Œuvres,
girondine, juin-septembre 1792, in Aa. chiaro al riguardo è quello sopraci- cit., t. III, pp. 42-50, a p. 44.
Vv., Dictionnaire des usages socio-poli- tato alla nota 243. Altrove Robe-
tiques (1770-1815), fasc. 1, cit., pp. 79- 253 M. Robespierre, Contre les fac-
spierre esprime la stessa idea meno tions nouvelles, cit., p. 576.
91; F. Wartelle, Honnêtes-gens. La chiaramente. Cfr., per esempio, M.
dénomination comme enjeu des luttes Robespierre, Sur la nécessité et la 254 Non abbiamo riscontrato in
politiques (1795-1797), ibidem, pp. 93- nature de la discipline militaire, in Robespierre l’uso di «liberté publi-
137. «Le défenseur de la Constitution», que», per designare «la faculté de
241 Cfr. M. Robespierre, Sur les prin- n° 2 (24-25 mai 1792), in Œuvres, participer à la vie politique». Tale
cipes du gouvernement révolutionnaire cit., t. IV, pp. 49-60, a p. 53: «Car accezione – non con riferimento
(5 nivôse an II : 25 déc. 1793), in obéir à l’homme qui ne commande specifico a Robespierre, ma alla
Œuvres, cit., t. X, pp. 272-282, alle pp. pas au nom de la loi, c’est offenser rivoluzione nel suo complesso – è
274-275. la loi même, et se rendre complice segnalata da H. Fréchet, J.-P. Picy,
de celui qui usurpe son pouvoir. Lexique d’histoire politique de la Fran-
242 Sulla nozione di intrigant cfr. J. ce de 1789 à 1914, Poitiers, 1998, p.
Guilhaumou, L’intrigant dans le dis- Celui qui la feroit, ne seroit point
indiscipliné, il ne seroit qu’un 157. Le verifiche che stiamo facendo
cours sectionnaire marseillais (avril- su Hébert, Marat e Saint-Just non
juin 1793), in Aa. Vv., Dictionnaire des homme libre et un citoyen éclairé,
par conséquent un soldat fidèle et permettono ancora conclusioni
usages socio-politiques (1770-1815), certe e documentate. Sarebbe in
fasc. 4, cit., pp. 145-165. courageux, plus redoutable aux
ennemis de l’état, que ces automa- ogni caso opportuno un allarga-
243 Cfr. M. Robespierre, Sur le marc tes meurtriers qui ne doivent leur mento d’indagine a corpora più
d’argent (11 avr. 1791), cit., p. 162: bravoure qu’à la fureur ou même à vasti.
«La liberté consiste à obéir aux loix la crainte». 255 Questa lessia viene usata per la
qu’on s’est données, et la servitude prima volta nel discorso Sur les prin-
à être contraint de se soumettre à 245 Cfr. M. Barberis, Libertà, cit., p.
119. cipes du gouvernement révolutionnaire
une volonté étrangère». Cfr. J.-J. del 5 nevoso anno II: 25 dicembre
Rousseau, Fragments politiques, in 246 Cfr. I. Berlin, Due concetti, cit., 1793 (cit., p. 274); per l’ultima volta
Œuvres complètes, cit., t. III, cit., pp. pp. 24 e ss. nel discorso del 8 termidoro anno
471-560, a p. 492: «On est libre 247 M. Robespierre, Sur les crimes II : 26 luglio 1794 Contre les factions
quoique soumis aux lois, et non des rois coalisés, cit., p. 476. nouvelles (cit., pp. 556, 557, 562-565,
quand on obeit à un homme, parce 568-571, 576). Per la distinzione tra
qu’en ce dernier cas j’obéis à la 248 Sulla concezione della libertà
come capacità cfr. A. K. Sen, La «senso costituzionale» (10 agosto
volonté d’autrui mais en obeissant 1792-27 settembre 1795) e «senso
à la Loy je n’obéis qu’à la volonté libertà individuale come impegno
sociale (1990, 1997), Roma-Bari, storico» (luglio 1793-luglio 1794)
publique qui est autant la mienne della formula gouvernement révolu-
que celle de qui que ce soit». Solita- 1999. Cfr. Aa. Vv., L’idea di libertà, a
tionnaire cfr. A. Soboul, Storia della
76
276 S. Wahnich, La liberté ou la mort. naio 2007: cfr. «Annales histori- 6, cit., pp. 187-202. Cfr. inoltre
Essai sur la Terreur et le terrorisme, ques de la Révolution française», n. Recherches sur la Révolution. Un bilan
Paris, 2003. 339, janvier-mars 2005, pp. 195-202. des travaux scientifiques du Bicente-
277 Un’interpretazione suggestiva 278 M. Robespierre, Sur les principes naire sous la direction de M. Vovelle.
del Terrore, che in questa sede non de morale politique, cit., p. 357. Textes rassemblés par A. de Baecque,
è possibile discutere, è avanzata da Paris, 1991, in particolare nota 60
279 Ibidem, p. 357. La formula alle pp. 38-39, nota 17 a p. 77 e pp.
R. Bodei, Geometria delle passioni. «despotisme de la liberté», è usata
Paura, speranza, felicità: filosofia e uso 164-168.
da Marat, il 6 aprile 1793, nel dibat-
politico (1991), Milano, 2000 (cfr. in tito alla Convenzione sull’istituzio- 282 Nelle Institutions républicaines
particolare le pp. 367-443). Per la ne del primo Comitato di salute pub- Saint-Just sembra limitare il Terro-
memorialistica rivoluzionaria sul blica. Cfr. C. Vetter, Il dispotismo, cit., re ad un ambito esclusivamente
Terrore cfr. in particolare S. Luz- pp. 197-198. Per quanto riguarda politico, segnando – così – una
zatto, Il Terrore ricordato. Memoria e Robespierre non abbiamo riscon- netta discontinuità tra Terrore e
tradizione dell’esperienza rivoluziona- trato altrove l’uso dell’espressione rigenerazione dei costumi (cfr. L.-A.
ria, Genova, 1988. Superficiale e despotisme de la liberté. In Saint-Just Saint-Just, Fragments d’institutions
schematica la ricognizione sul Ter- la ricerca tramite i mezzi informa- républicaines, cit., pp. 975-976): «S’il
rore, proposta da H. Gough, The Ter- tici sulle Œuvres complètes non dà y avait des mœurs, tout irait bien; il
ror in the French Revolution, London- alcuna occorrenza. In Marat si faut des institutions pour les épu-
New-York, 1998. Più utile – anche riscontra despotisme de la liberté rer. Il faut tendre là: voilà tout ce
se eccessivamente sbilanciato sul solamente nel caso già citato. qu’il faut faire; tout le reste s’ensui-
versante politico – il numero spe- vra. La terreur peut nous débarras-
ciale delle «Annales ESC», coordi- 280 C. Mazauric, Terreur, cit., p. ser de la monarchie et de l’aristo-
nato da A. de Baecque: Culture de la 1024. Sul Robespierre dell’ultimo cratie; mais qui nous délivrera de la
Terreur (a. 57, n. 4, 2002. Interventi periodo resta tuttora intrigante la corruption? <...> Des institutions».
di A. de Baecque, D. A. Bell, S. Wah- ricostruzione di J.-Ph. Domecq,
Robespierre, derniers temps (1984), 283 Cfr. 7.10 Indice delle concordanze
nich, C. Hesse, S. Desan). Da non delle cooccorrenze di «terreur» – «bon-
prendere in considerazione A. Gnu- Paris, 2002. Non siamo riusciti a
reperire in tempo utile il recente heur» e 7.11 Indice delle concordanze
gnoli, Robespierre e il Terrore rivolu- delle cooccorrenze di «terreur» – «heu-
zionario, Firenze, 2003. Una buona lavoro di Jean-François Fayard: Les
cent jours de Robespierre, Paris, 2005. reux».
sintesi dello stato degli studi sul
Terrore si trova in due recenti 281 Per una messa a punto dei 284 Non esistono cooccorrenze ter-
manuali: M. Biard, P. Dupuy, La significati attribuiti al termine régé- reur – égalité e terreur – fraternité. Cfr.
Révolution française. Dynamiques, nération nel periodo rivoluzionario Indice delle cooccorrenze.
influences, débats. 1787-1804, Paris, si rinvia in particolare a: M. Ozouf, 285 Il Terrore, come è noto, viene
2004 (chapitre 5); J.-C. Martin, La Rigenerazione, in F. Furet, M. Ozouf, messo all’ordine del giorno il 5 set-
Révolution française, 1789-1799. Une Dizionario critico, cit., vol. II, pp. 927- tembre 1793. Per le vicende della
histoire socio-politique, Paris, 2004 938; D. Julia, Instruction formula (placer) la terreur à l’ordre du
(chapitre 6, chapitre 7). Per il bilan- publique/Éducation nationale, in A. jour cfr. J. Guilhaumou, La terreur à
cio numerico del Terrore resta tut- Soboul, Dictionnaire historique, cit., l’ordre du jour (juillet 1793- mars 1794),
tora fondamentale D. Greer, The pp. 575-581; A. de Baecque, La révo- in Aa. Vv., Dictionnaire des usages
Incidence of the Terror during the lution accueille la régénération. Nais- socio-politiques (1770-1815), fasc. 2,
French Revolution: a Statistical Study, sance, éducation et prétention du nou- cit., pp. 127-160. Si rinvia a Guilhau-
Cambridge (Mass.), 1935. Greer vel homme, in La Révolution française mou per i lavori di Annie Geffroy e
propone una cifra tra 35.000 e et les processus de socialisation de Gerd Van den Heuvel sull’uso della
40.000 vittime (tra esecuzioni l’homme moderne (Colloque interna- parola terreur nel decennio rivolu-
legali – 16.574 – e esecuzioni som- tional de Rouen: 13, 14, 15 octobre zionario. Nelle Œuvres compare due
marie) e valuta a circa 500.000 i 1988), rapports introductifs par C. volte la formula «(placer) la terreur
«suspects» arrestati. Per la Vandea Mazauric, Paris, 1989, pp. 661-668; à l’ordre du jour». Nel primo caso
si registra una forbice tra 150.000 e C. Vetter, Il dispotismo, cit., note 11 e (t. X, p. 87) vengono riportate – in
250.000 morti. Alcuni studi pro- 13, alle pp. 12-13; F. Dougnac, Régéné- un paragrafo esplicativo – le parole
pongono valutazioni molto più ration dans le «Journal de la langue di Royer: «Qu’on place la terreur à
alte. Un convegno sul Terrore – Les françoise» (1er janvier 1791-24 mars l’ordre du jour!»; nel secondo (t. X,
Politiques de la Terreur (1793-1794) – è 1792), in Aa. Vv., Dictionnaire des usa- p. 159, paragrafo esplicativo) parla
in corso di preparazione per il gen- ges socio-politiques (1770-1815), fasc. Xavier Audouin: «Nous vous pro-
287 Per la polemica Mathiez – 528, a p. 524. 291 M. Robespierre, Sur les rapports
Aulard su Robespierre «terroriste» 289 M. Robespierre, Exposé des prin- des idées religieuses, cit., p. 446. Sulla
cfr. A. Mathiez, Robespierre terroriste cipes et but de cette publication, cit., nozione di révolution in Robes-
(1920), in Études sur Robespierre pp. 17-18. Per l’accezione negativa di pierre avremo modo di tornare nel
(1958), Paris, 1973, pp. 63-91. Per i charlatan/charlatanisme nella lingua secondo volume. Tra i contributi
contrasti in seno ai due comitati francese del XVII, XVIII e XIX secolo recenti, si rinvia a G. Labica, Le
cfr. A. Mathiez, Les séances des 4 et 5 cfr. D. Teysseire, Le charlatanisme: concept de révolution chez Maximilien
Thermidor an II aux deux Comités de une notion univoque aux applications Robespierre, in Aa. Vv., Permanences
salut public et de sûreté générale, in multiples, in Aa. Vv., Dictionnaire des de la Révolution, cit., pp. 165-178;
Girondins et Montagnards (1930), usages socio-politiques (1770-1815), Idem, Robespierre, cit., pp. 61-70. Per
Paris, 1988, pp. 139-170. Sulla legge fasc. 7, cit., pp. 15-37. un inquadramento generale cfr. J.
del 22 pratile (10 giugno 1794) e sul Guilhaumou, Agir en Révolution:
290 Per la definizione di «suspect» Action; Emeute; Révolte; Révolution;
Bureau de police générale, istituito il 2 nella legge del 17 settembre 1793
floreale anno II (21 aprile 1794), a Mouvement; Insurrection, in Aa. Vv.,
cfr. J.-F. Fayard, La justice révolution- Révoltes et révolutions en Europe (Rus-
seguito di un rapporto presentato naire. Chronique de la Terreur, Paris,
da Saint-Just il 26 germinale anno sie comprise) et aux Amériques de 1773
1987, pp. 287-288. Per la latitudine à 1802, sous la direction de R. Mon-
II (15 aprile 1794) cfr. E. Hamel, His- della nozione di «ennemi du peu-
toire de Robespierre, cit., vol. III, pp. nier, Paris, 2004, pp. 173-203.
ple» nella legge del 22 pratile anno
384-398; G. Walter, Robespierre, cit., II (10 giugno 1794) cfr. ibidem, pp. 292 Cfr. la pièce n. XLIII, pubblicata
vol. I, pp. 443 e ss. e vol. II, pp. 107 e 294-297. Sull’uso e il significato di da Courtois (Espèce de catéchisme de
ss.; J. Massin, Robespierre (1956), suspect(s) nella rivoluzione francese Robespierre, écrit de sa main: Rapport
Paris, 1988, pp. 262-268; G. Rudé, cfr. J.-L. Matharan, Suspect(s)/Soup- fait, cit., pp. 180-181; Papiers inédits,
Robespierre (1975), Roma, 1979, pp. çon/Suspicion. La désignation des cit., vol. II, pp. 13-15): «Quels seront
46-47; J.-P. Faye, Terreur, in Diction- ennemis, été 1789-été 1793, in Aa. Vv., nos ennemis? Les hommes vicieux
naire politique portatif en cinq mots, Dictionnaire des usages socio-politi- et les riches […] Le peuple <…> Quel
Paris, 1982, pp. 101-150; F. Brunel, ques (1770-1815), fasc. 1, cit., pp. 187- autre obstacle y a-t-il à l’instruction
Thermidor. La chute de Robespierre, 211; Idem, Suspect(s)/Soupçon/Suspi- du peuple? – La misère. Quand le
Bruxelles, 1989, pp. 62-71; P. Guenif- cion. La désignation des ennemis (été peuple sera-t-il donc éclairé? –
fey, La politique de la Terreur, cit., pp. 1793-an III), in Aa. Vv., Dictionnaire Quand il aura du pain, et que les
277-315; J. Hardman, Robespierre, des usages socio-politiques (1770-1815), riches et le gouvernement cesse-
London-New York, 1999, pp. 126- fasc. 4, cit., pp. 167-185. Nel secondo ront de soudoyer des plumes et des
127, 141 e ss., 149 e ss., 170-173. La volume metteremo a fuoco le diffe- langues perfides pour le tromper;
monografia di Hardman è impor- renze tra «ennemis de la liberté», Lorsque leur intérêt sera confondu
tante perché integra l’analisi del «ennemis de la république», avec celui du peuple. Quand leur
pensiero politico di Robespierre «ennemis de la révolution», intérêt sera-t-il confondu avec celui
con l’analisi della sua attività pra- «ennemis du peuple», «traîtres à la du peuple? – JAMAIS». Per la data-
tica e organizzativa. Hardman patrie». Sono nozioni distinte, che zione della pièce n. XLIII (luglio o
mette in luce – tra l’altro – l’in- implicano diversità sostanziali settembre 1793) cfr. J. Jaurès, Histoi-
fluenza di Robespierre sulla Com- nell’intervento repressivo (reclu- re socialiste de la Révolution française
mission populaire d’Orange, istituita (1901-1903), édition revue et anno-
78
tée par A. Soboul (1969-1972), 6 rechercher la légitimité; aussi ce Pellicani, La società dei giusti.
voll., Paris, 1983-1986, t. VI, pp. 278- mot n’est-il pour l’aristocratie Parabola storica dello gnosticismo rivo-
280 e nota 63, a p. 279. qu’un sujet de terreur ou un texte luzionario, Milano, 1995.
293 Sulla violenza rivoluzionaria de calomnie; pour les tyrans, qu’un 301 Cfr. sopra, nota 161.
resta fondamentale C. Lucas, Revo- scandale, pour bien des gens,
qu’une énigme; il faut l’expliquer à 302 Cfr. sopra, nota 162.
lutionary Violence, the People and the
Terror, in Aa. Vv., The French Revolu- tous pour rallier au moins les bons
tion and the Creation of Modern Politi- citoyens aux principes de l’intérêt
cal Culture, vol. 4: The Terror, cit., pp. public». Pertinenti ci sembrano le
57-79. Cfr. inoltre P. Viola, Il trono notazioni di Labica, secondo cui la
vuoto. La transizione della sovranità «nature circonstancielle» del
nella rivoluzione francese, Torino, «gouvernement révolutionnaire»
1989; A. J. Mayer, The Furies: Violence non deve far perdere di vista «qu’il
and Terror in the French and Russian remplit une fonction fondatrice» (G.
Revolutions, Princeton, 2000; «His- Labica, Robespierre, cit., p. 81).
torical Reflections», n. 29, 2003: 297 Cfr. lista delle cooccorrenze.
Violence and the French Revolution 298 M. Robespierre, Dédicace a Jean-
(interventi di D. M. G. Sutherland, Jacques Rousseau, in Œuvres, cit., t. I,
H. Burstin, P. Serna, P. Gueniffey, pp. 211-212, a p. 212. Per la datazione
Ph. Bourdin, T. Tackett, H. G. della Dédicace cfr. C. Mazauric,
Brown, D. Godineau, M. Vovelle). Bonheurs, lumières obliques sur la
Per un primo orientamento biblio- figure de Maximilien Robespierre, in
grafico sul tema della violenza cfr. Aa. Vv., Le bonheur est une idée neuve.
M. Flores, Tutta la violenza di un Hommage à Jean Bart, Dijon, 2000,
secolo, Milano, 2005, pp. 187-204. pp. 345-357, alle pp. 351-354
294 M. Robespierre, Sur la peine de (Mazauric propende per la fine del
mort (30 mai 1791), in Œuvres, cit., t. 1789).
VII, pp. 432-446, alle pp. 432-433. 299 Anche sulla nozione di peuple
Cfr. E. Hamel, Histoire de Robespierre, in Robespierre avremo modo di
cit., vol. I, pp. 354-356.Cfr. inoltre J. tornare nel secondo volume. Qui
Goulet, Robespierre, la peine de mort basta ricordare che la formula
et la Terreur, Pantin, 1983. «ennemis du peuple» compare già
295 M. Robespierre, Sur la proclama- nel 1790: M. Robespierre, Sur les
tion du Duc d’York concernant le décret troubles des campagnes (22 févr.
relatif aux prisonniers de guerre 1790), in Œuvres, cit., t. VI, pp. 237-
anglais (3 messidor an II: 21 juin 268, alle pp. 244-245. A nostro
1794), in Œuvres, cit., t. X, pp. 498- avviso, la nozione di peuple in
502; Idem, Contre les factions Robespierre ha una dimensione
nouvelles, cit., p. 568. Per un’analisi prevalentemente esclusiva. Per
del decreto del 7 pratile anno II cfr. interpretazioni diverse cfr. in parti-
S. Wahnich, L’impossible citoyen, cit., colare A. Geffroy, Le peuple selon
pp. 243-280. Robespierre in Aa. Vv., Permanences de
296 M. Robespierre, Rapport sur les la Révolution, cit., pp. 179-193; G.
principes du gouvernement révolution- Labica, Robespierre, cit., pp. 27-34.
naire, cit., p. 274: «La théorie du 300 P. Berman, Terrore e liberalismo
gouvernement révolutionnaire est (2003), Torino, 2004, in particolare
aussi neuve que la révolution qui l’a pp. 55 e ss. Per un’analisi del mito –
amené. Il ne faut pas la chercher che, come è noto, si trova
dans les livres des écrivains politi- nell’Apocalisse di San Giovanni – cfr.
ques, qui n’ont point prévu cette in particolare N. Cohn, I fanatici
révolution, ni dans les lois des dell’Apocalisse (1957), Torino, 2000;
tyrans, qui, contens d’abuser de A. Glucksmann, L’undicesimo coman-
leur puissance, s’occupent peu d’en damento (1992), Milano, 1992; L.