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CRITICA

LETTERARIA
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Daniela De Liso

Recenti studi iacoponici

LOFFREDO EDITORE - NAPOLI


Note

DANIELA DE LISO

Recenti studi iacoponici

Se noi leggiamo, nell’insieme, l’opera di Iacopone, noi siamo stupefat-


ti dal gran numero di voci ch’egli sa suscitare dal suo cuore: c’è la com-
media, la satira, il giambo, il dramma, l’inno, l’estasi, la pastorale, la
ballata, il salmo, il ditirambo. Ci sono voci gravi, voci spaventate, voci
inorridite, voci mostruose, voci d’infanzia, modi tenerissimi, modi di
una delicatezza quasi silenziosa e modi tuonanti: c’è grazia, dispera-
zione, collere frenetiche e inseparabile mitezza. […] Iacopone è un poe-
ta di una attualità riproponibile a noi moderni perché la sua è una
poesia pura, cioè la poesia totalmente poesia, senza intrusioni, né sco-
rie, cioè la poesia in assoluto: fatta esclusivamente dell’identità perfet-
ta fra l’intuizione del proprio mondo interiore e l’espressione.1

Ad esprimere questo affascinato giudizio sul laudario e sulla figu-


ra di Iacopone da Todi era Giuseppe Ungaretti, poeta, anche lui, di
grandi tormenti ed improvvise illuminazioni, capace di quello sguar-
do “verticale”, come chiosava in un suo bel libro Emerico Giachery,
che lo avvicina senza dubbio al misticismo del frate tudertino.
Il fascino di Iacopone, poeta delle origini della nostra letteratura,
ha resistito alle mode, ai gusti, alle suggestioni della critica di tutti i
secoli. Del resto per un filologo, come per uno storico o un critico let-
terario, confrontarsi con la scrittura di Iacopone è una sfida mai sem-
plice; alcune delle ragioni che complicano l’esegesi dei testi del tuder-
tino le intuisce Ungaretti, altre sono ancora lì ad attendere l’ultima
parola critica.
Occorre riconoscere che, se la bibliografia iacoponica ha vissuto
momenti di scarsa vivacità critica, i risultati scientifici scaturiti dai tre
Convegni2 organizzati, dal 2000 al 2006, a Todi, hanno contribuito a

1
  G. Ungaretti, Vita d’un uomo. Saggi e Discorsi, a cura di M. Diacono, L. Re-
bay, Milano, Mondadori «I Meridiani», 1982, p. 256.
2
  Iacopone da Todi. Atti del XXXVII Convegno storico internazionale del Centro
italiano di Studi sul basso Medioevo - Accademia Tudertina e del Centro di studi
[ 2 ] recenti studi iacoponici 589

delineare più netti contorni per la figura del frate. A questi contributi
deve oggi aggiungersi il lavoro di Matteo Leonardi, che, nel 2010, ha
fornito un’edizione critica delle Laude3 ed un’accurata Bibliografia Iaco-
ponica4. I due lavori, se pure animati dall’unico intento di risolvere
molte delle antinomie critiche suscitate dalla scrittura del frate e dalle
numerose esegesi, meritano un’attenzione individuale analitica.
La lunga ed accurata Introduzione, premessa alle Laude, mette a
punto, non solo il metodo ecdotico, ma riesce a focalizzare i principali
nodi critici relativi alla figura ed alla produzione di Iacopone, nonché
a suggerire soluzioni interpretative nuove o scaturite da un accurato
esame delle pregresse più interessanti posizioni esegetiche. Emerge,
innanzitutto, dal testo introduttivo, la necessità/difficoltà di collocare
le laude dentro ‘una storia’ della letteratura tardo duecentesca, che, in
realtà, non ha ancora codificato una teoria dei generi nella quale possa
trovare il suo locus la lirica iacoponica. Leonardi compie un lungo ex-
cursus attraverso la bibliografia critica iacoponica, visitando, tra gli
altri, i lavori di D’Ancona, Sapegno, Capitani, Suitner, per riuscire ad
affrancare definitivamente Iacopone da quella «individualità quasi
antonomastica», come la definiva Ovidio Capitani5, in cui il frate e la
sua opera sono stati troppo a lungo icasticamente imprigionati.
Lo ioculator Dei tardo duecentesco, consacrato dall’interpretazione
romantica del D’Ancona6, attraverso l’indagine di Leonardi si libera di
quel mito dell’«ingenua solitudine», che impediva una serena valuta-
zione delle laude, come testi letterari, capaci di lambire i confini di più

sulla spiritualità medievale dell’Università degli studi di Perugia (Todi, 8-11 otto-
bre 2000), Spoleto, CISAM, 2001; Iacopone poeta. Atti del Convegno di studi orga-
nizzato dall’Accademia dei Filomartani e dal Comune di Stroncone (Stroncone-
Todi, 10-11 settembre 2005), a cura di F. Suitner, Roma, Bulzoni, 2007; La vita e
l’opera di Iacopone da Todi. Atti del Convegno di studio organizzato dal Comitato
Nazionale per le celebrazioni del VII centenario della morte di Iacopone da Todi
(1306-2006), in collaborazione con il Centro italiano di studi sul basso Medioevo-
Accademia Tudertina e la Fondazione Ezio Franceschini (Todi, 3-7 dicembre 2006),
a cura di E. Menestò, Spoleto, CISAM, 2007.
3
  Iacopone da Todi, Laude, a cura di Matteo Leonardi, Firenze, Leo S. Olschki
Editore, 2010, pp. 438.
4
  Bibliografia Iacoponica, a cura di Matteo Leonardi, Firenze, Edizioni del Gal-
luzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2010, pp. 188.
5
  O. Capitani, Polemica religiosa e polemica pubblicistica, in Atti del Convegno sto-
rico iacoponico in occasione del 750° anniversario della nascita di Iacopone da Todi, Todi
29-30 novembre 1980, a cura di E. Menestò, Spoleto, CISAM, 1992, p. 15.
6
  A. D’Ancona, Iacopone da Todi. Il giullare di Dio del secolo XIII, Todi, Atanor,
1914.
590 daniela de liso [ 3 ]

generi senza tuttavia risolversi completamente in nessuno di essi.


Funzionale alla ri-definizione del genere “lauda iacoponica”, l’edizio-
ne offerta dal Leonardi, ponendo i testi del tudertino al «crocevia dei
generi», riesce a «ricostruire i fili del loro dialogo con le culture lettera-
rie del Duecento per definire con precisione le coordinate storiche
dell’eccentricità iacoponica» (p. XI) ed asserisce che «Le rime di Iaco-
pone vanno comprese nella tumultuosa temperie spirituale della se-
conda metà del tredicesimo secolo, attraversato da ansie e da aspetta-
tive nuove e fecondo di inedite sperimentazioni letterarie» (Ibidem).
Il primo genere con cui Leonardi fa misurare la lauda iacoponica,
accogliendo, probabilmente, anche la suggestione dell’ipotesi di Suit-
ner di uno Iacopone che all’apostolato letterario accompagnasse l’in-
segnamento nei conventi dei frati minori7, è, ovviamente, il sermo mo-
dernus. Il nuovo sermo, che, con il suo modello scolastico, aveva sosti-
tuito l’antica omelia patristica, non aveva incontrato le simpatie di
quel Francesco, di cui Iacopone si farà, subito dopo la ancora leggen-
daria conversione, imitator. Tuttavia, pur proclamandosi, esattamente
come Francesco, «idiota en teologia», già nella fase immediatamente
successiva alla dichiarata pazzia pro Cristo, è subito chiaro che il ditto
iacoponico non è solo la disincantata poesia di loda d’ispirazione
francescana, ma è, piuttosto, un testo complesso, che, non di rado,
presenta strutture e forme molto vicine alle divisiones e distinctiones di
quel sermo modernus, così ben indagato dall’ultimo lavoro di Carlo
Delcorno8.
All’Oltre Francesco è, infatti, dedicato un altro interessante paragra-
fo della ricca Introduzione di Leonardi, in cui l’editor cerca di definire
con esattezza i confini tra la lauda francescana, che è essenzialmente
poesia d’amore per il Creatore e le creature, ed il misticismo, non sem-
pre di facile esegesi, della laude iacoponica. Così testi di area france-
scana, motivi poetici e mistici presenti nella predicazione dell’Assisia-
te sono costantemente messi a confronto con i luoghi poetici e mistici
delle laude iacoponiche, con il tormento, l’angoscia, la consapevolezza
insistita dell’impossibilità di trascendere i limiti umani pur aspirando
costantemente all’avvicinamento all’Amor supremo di Dio. L’analisi
comparativa di Leonardi riesce, ovviamente, anche a definire la parola
poetica di Iacopone: «Il linguaggio estatico, nelle laude, diviene così

7
  F. Suitner, Iacopone da Todi. Poesia, mistica, rivolta nell’Italia del Medioevo, Ro-
ma, Donzelli, 1999.
8
  C. Delcorno, «Quasi quidam cantus». Studi sulla predicazione medievale, a cura
di G. Baffetti, G. Forni, S. Serventi, O. Visani, Firenze, Olschki, 2009.
[ 4 ] recenti studi iacoponici 591

spontaneamente estasi del linguaggio. Nelle lodi dell’amor divino la


compattezza dei codici si dissolve presto in una lingua proteiforme,
fluida, inquieta che è immagine di una tensione irrisolta verso l’im-
possibile parola ‘capace’ dell’Amore» (p. LVI).
Del resto, nella lirica di questo frate ‘quietista’, in fuga dal mondo
ed impegnato a «null’avere/ e nulla cosa poi volere» (O Amor de Po-
vertate, Laude, 36, 120), il lemma voglio ricorre ben settanta volte, a sot-
tolineare quel desiderio implacabile ed implacato che anima il suo
verso, proteso ad accogliere l’enfigurabel luce di Dio nella sua carne di
mortale.
L’esegesi del Leonardi offre, poi, al di là della corposa Introduzione,
ulteriori interessanti spunti d’analisi e riflessione nei luoghi introdutti-
vi delle singole laude, in cui l’analisi formale non è avulsa da un’atten-
zione ai contenuti, mai preda delle appassionate suggestioni, che spes-
so contraddistinguono letture antiche e moderne dei testi del frate.
Corposo ed esaustivo è anche l’apparato di note, da cui si dirama
la fitta trama di corrispondenze, di “assonanze” poetiche, di affinità
“elettive” suggerite, ipotizzate, dimostrate, con i principali testi della
letteratura religiosa e laica contemporanee.
Ma l’edizione delle Laude, fornita dal Leonardi, si avvale di un ul-
teriore imprescindibile strumento di lavoro, la già citata Bibliografia
Iacoponica, da lui stesso curata ed affidata alla stampa per i tipi Del
Galluzzo, nel 2010.
Andrea Capaccioni, nella premessa al volume, risponde alla più
frequente delle domande suscitate dalla pubblicazione di una Biblio-
grafia in questi nostri tempi velocissimi, modernissimi e globalizzati:
Perché una bibliografia nell’era di Internet. Effettivamente internet, con le
sue illimitate banche dati, con il suo mondo di links ed e-books, riesce
spesso a soddisfare le esigenze degli studiosi più “tecnologici”; tutta-
via, la rete rischia di fornire un ipertrofico caos d’informazioni, talvol-
ta inesatte o imprecise, quando non fantasiose, nelle quali occorre, per
assicurare un indispensabile rigore scientifico alla ricerca, “fare
ordine”9. Matteo Leonardi, con la sua Bibliografia iacoponica, riesce a
“fare ordine” nella storia degli studi compiuti sulla vita, la personali-
tà, l’opera di Iacopone.
Enrico Menestò, Presidente del Comitato Nazionale per le Celebra-
zioni del VII Centenario della morte di Iacopone da Todi, nella sua

9
  Interessante, intorno all’argomento, la posizione di M.G. Tavoni, Introduzio-
ne alla Bibliografia, «Bibliotime», XII, I (marzo 2009), <http: ///didattica.spbo.uni-
bo.it/bibliotime/num-xii-I/tavoni.htm>.
592 daniela de liso [ 5 ]

Premessa al lavoro, chiarisce subito le ragioni di questa Bibliografia:


«[…] testimonia la storia di questa [di Iacopone] fortuna. Ogni sua
voce, anello di una lunga, immaginaria catena offre lo spunto per un
rinnovato percorso di studio, per la creazione di un successivo anello»
(p. XI).
Dopo una prima parte dedicata alla ricostruzione della storia della
critica iacoponica, i cui toni oscillano tra quelli dell’esposizione siste-
matica, dell’interpretazione e del dialettico confronto, Matteo Leonar-
di divide il lavoro in due grandi ed articolate sezioni: la Vita e l’Opera
di Iacopone.
Nella prima sezione i documenti e le Vite antiche sono messi a con-
fronto con le ricostruzioni biografiche moderne; nella seconda parte
l’attenzione si concentra tanto sulle Laude quanto sulla produzione la-
tina. Delle Laude sono passate in rassegna le questioni ecdotiche anti-
che e moderne, le fonti, gli studi interdisciplinari, i percorsi interpre-
tativi dei testi, condotti sulla base di una immagine del frate visto, di
volta in volta, come ioculator Dei, mistico, intellettuale militante, fran-
cescano, eretico, poeta e predicatore.
La produzione latina è, poi, suddivisa in Prose ed Inni.
Il risultato di questa Bibliografia iacoponica, che coniuga l’alacrità e
la serietà della ricerca bibliografica con la sensibilità del lettore avver-
tito di Iacopone e della sua opera, è, non una semplice raccolta di in-
formazioni bibliografiche, ma uno strumento importante ed utile per
lo studioso moderno, che intenda addentrarsi nell’universo poetico
del più tormentato dei cantori di un Amor mundi in continua dicoto-
mia con il contemptus mundi.

Daniela De Liso
(Università degli Studi di Napoli “Federico II”)
In questo numero:

ISSN 0390-0142
DORA MARCHESE GIOVANNI PASCOLI
GUGLIELMO APRILE GABRIELE D’ANNUNZIO
SILVIA FREILES FEDERIGO TOZZI
ANDREA GIALLORETO JUAN RODOLFO WILCOCK
FABIO PREVIGNANO BEPPE FENOGLIO
SABRINA D’ANGELO L’«UNITÀ» (1946-1950)
LUIGI PEIRONE GUIDO GUINIZELLI
ILENIA DE BERNARDIS ROMANZO SECONDO SETTECENTO
MARIALAURA CHIACCHIARARELLI PIER PAOLO PASOLINI
GIACOMO VERRI UMBERTO ECO
DANIELA DE LISO IACOPONE DA TODI
ROBERTO SALSANO LUIGI PIRANDELLO

ANNO XXXIX FASC. III N. 152/2011


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