Sei sulla pagina 1di 118

Exnr«r (la'l't'l

«Pr,nct cI voLE PACIENTIA»


lJn exurrsus sul/'arte tlella dintinuzione nei sccrtli,Yf//, x1'/1i e X\lut
<<par uso tli clti aurà uoktntà di str.ttliarer"

Nulla sussiste isolatat.ttentc, né ir.r noi stessi né nclle cose;


r: sc la nostra ar-rin-ra ha. conle una corcia, r,ibrato c t'isuonato cli felicitrì ancl-re solo rtna volta,
tutte le ctcnlità f r:ror-rcl neccssarie per deternrinare quest'unico acczrclinlento
e tLltta l'eternità è srata, ir.: quest'unico istat'rte <lella nostra altfcrn'raziotte,

(F.i".r,,i.fl K[,',1ìì::#]',,::,i,::,:i:,ii,:,ii:l;lll;;

1. Introduzionc

Ncll'ambito dcll'esccuzione mr-rsicale si parla spcsso di 'ornamentazione', ctttt


il rischio perrì di ingcncrare una certa arlbiguità poiché questo tcrminc vicnc pcl
lo piu rifcrito a quegli 'ctrnamenti' brevi intorno aila nota principale che sono stati
codificati nei corso del xt'll e x\/lll secolo.
Con il terrnine 'diminuziorrc'si intende una fìrrn.ra di ornanrentazione di una
linea melodica chc consiste nel sostituire a note di rilevante valorc gruppi di rtote di
minor valore che occupino la stessa durata totale, senza alterare l'at-rdamento della
melodia e senzer allontanarsi dallo stile della composizione (il corrispcttivo in in-
glese è ,lluisiorts, ir-r spagnolo dtfi'rutcias o glctsds). Queste fornte di ornauentazione
non er.ìno di norr-na scrittc, ma \,enivano lasciate all'improvr,isazionc e al gusto cle-
gli esecutori chc dovevanr.r tuttavia attcnersi a regole prcstabilite t: cercavano di aiLr-
rarsi con formulc tr roltc stereotipate. QLrindi la diminuzione è strettanente legata
alla ;rratica dclì'irrp«rvvisazione, oggi coltivata soprattuttct dai jazztsti, ma quasi

"- (]uesto scrìtto costitLriscc la riclaborazione rli utr scnrinatio rivolto ai nrici allievi, ccl ò pcr qttcsto
m6t1'o chc vi sono iolsr- più cvrrlenziatc lc fonti riguarrlantt il violinc,. [:]sso non pretendt quindi di esscrc
csrustivo nclÌa nrrtcria trattdtlì: il lero scopo tli qucsro contributo ò csscnzialtrcntc qucllo tli irtlitarc i
giovrni alla lcttura intcgralc c allo stlrdio dcllc lirrrti originali forncn.lo loro ttn test<, inlrorluttivt, ctl una
bibliografia chc [)()ssiìn() in qLralchc motlo faci]itare talr cotngrito. I)craltro la tnaggior pertc clellc lìrnti
cirarc si rrova olarlai rììsponibilc in rctc. I riferinrcnti bibliografìci i,r lrota e ncllc tlidascalic dclle inr
nrrrgini r,crranno prcsentati irr nranicra abbt'cviatir, irrrlicarrrlo troure clell'autorc, titolo sitttetico e data.]i
pubblicazionc. l-'inclicrzionc bibìiogretìca corr.rplcta è riportata nclla l.libliogra{ìr gencraìc posta in cotìa
.rl s,tggi,'. ,,t ilitt.ttl crrìtlol(ìqi( ill'ììr'nl(.
12 lì[i( ì ( )l.1, l)l- Iì l]ll N SU( )N,\ ll ll I : (.,\..,-'l'i\ RI

del tutto abbandonata dagli csccutori di musica colta. Per gli interprcti di 'musica
antica' è quindi fbndan-rentale il recupero della tradizione din'rinr-rtivir atrraverso
la riccrca storica sulla basc dei documenti a noi rimasti, che ci ;rossr)no mostrare
chiirrarnente alcuni aspetti e delineirre così r,ari ambiti stilistici.
Nell'eltoca in cui viviamo e ci trovianlo a praticare la nostra professione di
musicisti, il rapporto con ii testo stampato ò molto forte e rrol)po spesso condizio-
na pesantcmente.l'escctttore, che non è abituato a svincolarsi cla quclìo che vcde
scritto. Citi è dovr-rto anche c soprattLltto al fatto che solo una esigua parte dei
t-t-tusicisti dbggi tr-rossiedc ur-ra solida formazione musicale basata sul contrappunto
e sulla conoscenza dell'armonia, m<:ntre anticamente qucsto costituir,a il fonda-
mento della professione: non era infrequente il caso di poli-strumentisti, c quasi
ogni n-rusicista era auche conr;rositore. Pcr tentare di recuperare un rttcggianlcnto
propenso all'improvvisazione diminutiva nei tanti diversi e disparati stili che si
incontrano nel cors<', cli tre secoli sembra necessario seguire il consiglio di Adriano
Bancl'rieri: <<r,edere cturpositioni assai per fare (oltre il genio, che si riccrca) buona
intelligenza>>.1
Quar-rdo si parla cli climinuzione sj sottintendc spesso che la rnassima espransione
di quest'arte a\/\iennc nel xvl c XVll secolo, ma in realtà ìa pr:atica din-rinutiva pro-
segue nel tcllrpo e, pur carrbiando gli stili musicali ed esecutir,i, essa li attravcrsa
c rimane estreman-ìente florida nel caso clei più grandi virtuosi (Tartini, Nardini
e altri), portaudo a vc',lte anche all'abitudine di notare per esreso quelle che nella
pratica erano irutrrrovvisazioni conle - ad esempio - nel caso di lruona parte dclla
musica di Mozart o, pitì tardi, diChopin.

2. Le origini, le prime fonti e i prinii trarrari

Fin dalla più remota antichità è testit-noniata l'impror,,r,isazione spontanea dello


iuhihrs, una fioritura trelismatica sull'ultima sillaba di certi Allcluia della liturgia
cristiana. AlcLrni padri clclla chiesa ne parJano, e fra loro S. Agostino (354 $O
d.C.), che 1o descrirre conre <<l'esprcssione spontanea cli un certo senso di gioia, ine-
sprimibile a parolerr.2 Lo iubi/us, nel suo melisn-ratico r,irtrrosismo, non appare in
fondo tat-rto lontatro dall'idea clclla caclenza, che molti secoli ckrpo r,errà aggiunta
allc arie '',,ocali. Nel tardo XIV sccolo lo Pser-rdo-Tunstede affcrma cl-re lc note di un
tenor possollo t,enirc elabor:atc con .<pulchrae ascensiones ct descellsioncs,r, a l-ratto

l. Attttt.rxttlì,\N(.ltÌt.Rt.Cottclrr.sionirtc/ .rrrortotlcll'Orgtno. 16{)L).p.2J.


2. ALlt;ttsl'tl'lLrS I Itt'l'tlNt'r-sts, ]:,nrtrr,r/iont,.r ut Psllttos, scc. I\', (iI-.8: .itrbilatio nanlLìue, irl cst inetl:r-
bilis laus, rrt,nnisi ab arimr prolìciscitur>>.
«Plllì.O (.1 \I( )LIl Pi\C IhN'l'lA» 71

di non distr-rrbare con esse il discanto.l


:_tì frin]o manuale che insegni l,arte rlella climinuzione ò in realtà un trartato di
flauto clolce : La FonlcgaLtz cli Sil.,estro Cìanassi, pubblicata aYenezia nel 1515,4
ma

;;;ù, ;...rìato che in p.oti., in essa contenuà fosse già in us. molto tempo ;rri
Infatti la piu antica intavolatura per tastiera
,a, <lurantc lo sviluppo dclla polifbnia.
* il Robcrrsbridge Fiagntutt _ iuelaborata verso la metà del XIV secolo.s Si tratta di
un'intavolaturu i.,l"r-." per organo (alcur-ri ritengono invece che sia per clavicordo)
e si tende
che contiene fra l'altro àloboot. versioni ornate di mottetti dell'eproctt,
piuttostcr
generalmente a pensare che i manuali pubblicati ncl Cinquecento fossero
ur to..lc, tentatir,o di sisternatizzare, codificare e rendere disponibili a tutti i musi-
cisti i segreti cli questa tecnica. Un altro esempio è infatti il Codice tli Faanza'6 con-

tenentc r,ersior-ri ornate di n-rottetti polifonici e opere profane analoghe a quelle d-el

Rohcrtsbriclge Fragrncnl,che sono ia considerare esempi scritti per esteso


di quelli
che erano comuni procedimenti esecutivi'
Databile ir-rtrtrn6 a\ 1520 è un'operir per organo di Johanncs Buchner: si tratta
Jcl Ftrtrltiltt,illtttn,chc itrscgrra a trattltrc Contrrll)puntisticamcntc un
cdtÌlu.\'rtrtt/t/\
,il;,]r, c1ue, tre o più voci, fo.,-,"ndo anche r,arie esemplificazioni praticl-re.7 -
Si continurò a càm1-rilare manoscritti per tastiera che contenerzano
intal'cllature
molto fiorite cli compàsizioni polifoniche vocali fino al Cìinquecento, quando, con
I'avvcnto cìella stampa rnusicale, furono pubblicati un gran numero di arrangia'
menti cli questo tipct non solamente per le tastiere , nla anche per liuto e vihucla.
Tcrrnanclo p.in.,o tratttÌto a stamptl che si clccul'ri anche di arte diminutiva - Lr
"l
(ìaìassi, ilppunto - bisogna dire che, nonostiìntc si tratti di un testo
Fontcgdra di
assai at-rtico, essg testirnoiil già una grandissima maestria: t-ton si
tratta stllanrente
cli alta tecnica flatrtistica, ma anche di sofisticate variazioni ritmiche chc
restituisctl-
no uno spaccato <-lella pratica struttlentalc del XVI secolo da cr-ri emergt: r-rna eviden-
tc contiguità cc'rt-t i'improvvisazione. Si Vedano qui alcr:ni t<exempii clcl diminuir»
anche assai elaborati clal punto di vista ritmico:

llttt:it:ttt,.CS.lr,,295b:<..I.artlctlntltrcstcclntradicctr
disc:itlttti'tl
r]rrrtrtc,,trcnt pt6tttttttianti 1r,,1Àra. asccttsitllles et dcscctl'siollcs lìcicnfi' qtlantlo scntit sc
"t cnitll habcl'c oportct t,Ì11 e\ usLl' qLlalrl c\ s(j('lltiJ' ur c
nor.r ilrpcrlirc, scrl lrofitrs contntcltdcn.lttlr hclc
che tnrlri nel I ](-9 4 lui i' at
contritrì()». Sinton J\rnstcrlc cra ur.r fratc l ranccscarlo vissuto ncl XIV sccolt',
in gran partc sulla troria dtl .\lll secolo' nla l'attr-ibrrzioll': ò'tlrolto iltrbbia'
tribuit. qu..st6 rr..rttar(). brsato
1. Stt.t'L-slnt ) (;,\\ASSI, OÌ'ctrt lnttttldtt lon/tgtrd' 15)5'
1. llrtl,t'rtshrt,.lg (.,,,1c.x. scc. xl\'.
(r. Ctrlir.c Jil-ìiluz:ii. scc. X\'.
7. .J()tlANNhs llll(.llNLR. l:rrnlttttt'tt/rtttt,scc.
xYl'
11 Illi(;()Ll- PÌlll IJIN SUONÀlìl;, h (.AN1'ARl,

c6pcfto iguodrr dcminutc,cur ipanicularp cffàrlìmpl Èrdt

Ellcmplo dcl c6pofto goi:aLgcncnl g cllcrt c6pofto & minutc c uù c propornor

f,Modo & pnnto drt diminuirt, Cap.i1.


,Dltopnluuaaomòllrrmlanarura
!f,Dltopn-iuucraomàffi È-naru', ài osni fonedediminuirr
de ogni horr feguiero
fonede diminuirt horr pafte per pdftr a r:r/
t.fqi,:ElgognifrrlitaamepofliÙlefidclfatroouermotodclhTconda'stt.à.
lcco6nirionc coo oeni fdira a me oofliùle fi dcl fatto ouermoto dr q*..r.
quiriia&diognialf;onroà-ion.IUìi-io*cno*ea"r.i:i-i-rii"..a.-.i,ì;;A;t ft-,
cooda laquelc ri fara comoda ad ogni alrro moto non mediatò:con riane uie «Ic fmncnri in Éoo
pcrfeno &plarirln iorrfera:c6e q.O: limclmÉtr ne fe sni imDerftln'con la moleribn ixrfetm corire
qui.C'&adocrs(echetordincdeq-ftofrgno n riitriedeiaUerudafopnlab*r.din(ftrlafcnr
bruc Q§ darc chc il piu deh ciòn& ionaròri n6 c6fidcrrno alrro ctie lo acoraodarfr dila uaruda
*,i
Stt-\'t,sLHtl (ìÀNr\sSI, Openr ltttitttlaltr Ì':rsrttcgar,t,l535. p. )7: E.rsctttpir.t tll littttttsir r.rtiltl)()sto.

Dopo avcr spiegato il diminuire serrplicc (cioè clj una sola specie di r,,alori rit-
r-nici) e quell<, composto(cìipiir specie dir,akrri ritmici) aflterma fra I'altro (ìanassi
(.llegoìa Prirra, modi clel diminuir>>, cap. l3);

certamelrte altro non c: clinrinuire che [a]domamcnto al contra polto: così tr-r
il sintilc potrai con tale via de climir.ruire i,edendo uno tuo disc-orso corlnlo-
clo & clilctevolc la seconda c terza Ragione: c che tu potrai ronlper-c lbrcline
del sLrtl Princilrio e fine pcr la sincopa: pelché tal sincopa potr'à r,iilnir Ii,cnir]
cou ragiotlc' & alcuna uolta farà patire el contra ponto perché el scrzì ilrpos-
sibile chc in utto veloce clinrinuire non nasca qualche crrore per. tanto pcr le
lasictr.rc di sopra legatc ti cc-,nccdo questo arbitricr

--> Nella seconda opera di(ìanassi,la Rcgolu Rubc,rtintt,s lbggemo della trattazione
carnbia dallo strurnettttt a fiato a qr-rello ad arco: la r,iola da ganrba. Anche in qucstcr
testo trovialro alcune osscrr.azior-ri intercssanti (cap. I «A li lettori>>, p. V):

Sll \ ì s I Ir, r ( ;.\\ \::t. 1(, q,,lr /(r,/', rtitt,t. 11.12


"PLììa) cl \rol.E l).\(lll:lN'I-lA» 1)

la bellezza collsiste nei ter-rir 1., stronlento c cott ttlo'inlclìti fil-t)Porzionati' la


bor1tà serà atlcofa cssa contlsciLlta Per lo saper fornlar 1c specie oycr conso-
nanzic r.re gli sr-roi ternrini over corìponimcnti & con il din'rinLrire ouer paslzi
clc r.naniera talc chc non abbia cli oflenclerc I'arte. Conlc vizii, & errori nel
colltrtì pollto, & composizion proibiti

L, pitì avanti (cap. ìll <<Le parti che ricerca la bontà>>, p' vl):
ilqLral clir.r.ringirc fa duoi efletti, prima l'è ornamento alla ctlm1"'siziorr tt
clir al cor-rtrapolrr(), sccondaria nutldiscc molto 1'audittl: trlassime
'oigi]ia
quando l'è cot.ttposto cle varii e btloni pasazi'

Dopo aycr parlato clcl corrcttt'r r-nodo di ar:cheggiarc nelle.<minute>>, c'rssia nclle
clirninuzioni, partendo con la nota br,lona suì tclnpo forte sempre in giù e noll ill su,
(lanassi fa un'interessantc os-
chc era cot-tsiclerato il contrario (,.drittcl e roverso>>)'
(cap. VI, pp'\rll- \rlil):
serviìzione per quel che conccrnc lo studio dell'archeggiatura

percì ngn si debbe restar di praticar uno nlodo quanto l'altro per esscre sitni-
ie a colui ch'ir.r.rpara cli spacla, che pLed fortuna cadlrta nel cot.tlbrrtter non
po-
tcsse mancggiar la destra 1ui im;rara adopcrar il sinistro bracci6 ouef lIano,
il simile far.ai ru: perchc farvarie diminr-rzioni intravenendo diversi
si vorrai
proporzicx.ri che lc r.ninute venet'ia in dispar & in questo è in propctsito sxpe r
cominciar in sr:sg anc()Ia puo accaclcre in far piu gfopetti uno dopo l'altrcr
che sc'l ltrinto lravera la ptinta tirada ilr giu il secondo l'havera in su, si cllt:
qucst() gsinrile a la occasione clel con.rbattcnte pcro c: lnolto utile clar pratica
'l'altro.
tanto ad utro mo.lo qllanto a

Le clip-rir-ruzioni in-rpror,rrisate esercitarono una ;rroforlcla influenza surl modo di


colllporre 1a rnusica, ir-, qrantn t:sse introdussero nelia ;rratictt rinascimcntale alcu-
ni elemcnti che clivennei.', 1-,ur,. integrtrntc dello stile seicentesco' Ad eser-r-rpio, ncl
seconclo libro dcl suo 7'rdtadct de glctsas (1r51),') Dgg"q-Q$!f.anticipra la scrittura
solistica clel primo lrr.*iipi.nd"ndo una singola linea di Lrna colnposizione ;roli-
lbnica, affidindola a uno strurtcnto e din-rinuenclola, nrentre le altre parti vengono
srÌonat<: in mttcltt scmplice cla r-tna tastiera. Qui 1'esenlpio del madrigalc O
'ediamo
fclicl occbi ruici di Jacques Arcadelt:

'l
DIIi(ì( ) ()lÌTIZ. r,ilitlo ,lt ';lrts,ts, 155)
76 Iìh(ìOLtr PIrlì lllrN St.lONAlìlr li (.ANI'A IlIl

RECERCADA SEGVNDA SOBRE EL MISMO MADRIGAL

I)lt,t;tl()n'rlz,lì',rtdlotlt'gktsas, 1)Sl,etl.nrc,d.acrrradi r\'laxSchneiclcr-, 1916,1-t.7(t.

x1111j l1rpo. ne I 1562ì,\ icn(. Jiìt() allc stautPc un inlp()rtflnt(.tcst(r sull,artr


_ .Novc
clcl canto ad opera di Giovanni Crnrillo Maffei.l()Égli cra nato nella seconcla deca-
cle del (.inquecento a Solofra (Avcllino) e in una lcmera a Cìioyanni
di Capua, conte
d)\ltavilla, tectrizz'.t ut.t <<t.nodo di cantar cavaleresco>r, ndeguato agli ambienti ari-
stocratici, riccct ma llon sovraccarico di passaggi, che ccrchi cli er,itare 1'affettazione.
Per produrre ciò è necessario disporre - sccondo Maffei di <«,occ piegl-reyole>>
-
(ossia <<soave>>) e non rigida (<<insoave>>). Ciò che egli intenclc (cosa
sonu.lramente
utilc anche agli strurnentisti) lo possianlo evincere da alcuni passaggi deJle pp. 27,
28 e 2L) del Libro Primo:

pcr la vocc lìessibilc, s'hìr rla inrendcrc (pcl cosi dire) r,occ pieghcyole. cioe:
chc cotl dolcczza si varia in tal nrar.ricra, cl're I'orccchia rinranga soclislatta. L,
Pcr ia riggidrr si cleve intenderc, la dura ch'in nroclo alcuno piegar po'r si può.
Oncle lbrecchia in udirla, si contur.ba [...]
l)ercicrché essenclo clultt I'istromentoi non può (conrc bisognar.ia) piegarsi; si

1(). (;t()\',\NNl (lr\,\1ll_r.t I N,l,tr,t'Lt, Dtllc Lctttr.t, 1562


« Pì:lllO (-l VOLL, Pi\(l IllN'l'l A" 11

conrc t:ssenclo mollL', agge\lolmente piegandosi, pu(ì lbrnlare, c fìngerc trgni


sorte rli \roce. E di qui nascc; che ntolti soll(), i quali non ponno altra vocc
ch'il basso cantare. L molti anchora se ne \reggollo che non sollo, sc non
a Lrna delle voci clel conscrto inchinati, e quclla con granclissimo lastidi<r
dcll'or:ecchia, appena cantano. tr per il contl'ario, poi se ne tro\rano alcuni,
ch'il basso, il tenore, & ogni altla uoce, con molta lacilità canrano: e 1ìo-
renclo; e din.rinoenclo con la gorga, fanno passaggi, hora nel basso, hora nei
t11czz.o, & hora nell'alto, ad intenclere bellissimi.

L autore esponc in seguito una serie c1i regole pr:r arri\rare a ben cantarc <<di
gorga>>, raccomandando di evitare l'affettirzione e il narcisismo, di esercitarsi piut-
tosto nelle orc mattrìtine e cli farlo in un iuogo ovc vi sia un'eco che permctta di ri,
ascoltarsit accorgimcnto necessario iu un'epoca in cui l-ìon esistevano ancora mczzi
di registrazione. Un'altra interessante regola, assai utile anche agli strumcntisti, è
quella di stLrdiare i passaggi cvitando i rnovimenti dcl corpo e controllando di non
fare strane espressioni col viso; per il quale scopo prescrive di studiare di frontc a
uno specchio. A p. 37 possiarr-ro incontrarc un primo escmpio facile di climinuzioni
su Luliì scala ascendente:

IIffi§-&ffiE]

r&r#fL*&&ii
iiHEII,,.lllf tf:ii;
-f l-+*- r..-* l. _lÌ-o ^* r

^ (ìlovAxNt (-,.tlttt.t-o MAt:trtrt, Dtllt,Lt,t/crt,, 1562,1>. )7.

I f pochi csct.npi scguenti clivengono via via più conrplessi: l\laffei chiarisce cli
i non aver L)osto alcut'ra sirccifica indicazione di chiar,e perché gli cscrcizi andranno
I ptaticati su tutte le chiavi, coninciando cor-ì Lrt ed arrivanclo r,ia via fir-ro a la.
'|.'/
78 lìIi(ìOLL PIltì tlliN SUONr\lìli Ir (lANli\lìLì

Lcsen'rpio musicale che scgue è di grande in-rportanza: si tratta di un 'r,ccchio'


r-rraclrigale cli Iirzrncesco de Lavolle (1492 1510) su testo di Petrarca, La:cidr ll t,clo
\>p. 12-57).tr La cosa prarticolare consiste nel latto che tuttc le quattro voci dcl ma-
clrigale portallo din-rinuziorri sr-rggcrite da Maftei come esempio di buorra esccuzio-
ne. Lc fioriture non confliggono mai fra loro in quanto sclno clislocate altcrnativa-
nlentc ira le parti; ne vedianro clui trascritto in partitura solo I'inizio, in cui le notc
ir-r piccolo sono le din-rinuzioni aggiur-rtc cla Maffcj alla conrposizionc originaìe:

rrt I frr
:r:::::::t :t::::t;-r:r: ::::::rrrrr-:::::::::: ::::

, .a :;, ) . ; .
i' (, ......::.... 1..-
i:::;::::::::::::::::

( ì tr rrirxxt ( l,rlr t.t-o l\1,\t,l'r,r.


r L)all e Ltt tc rt. 1 i62, pyt. 12-lt.
I l. I;ti.txt.l:st.() I)h l-r\\1 \.11,, Oinqutnttt c(utiont tt tllt/ro t'or.i, ca, 15{0
.PhlìO CI VOLL l)A(ltIINTIA" ;o

Successivamcnte il trattatista campano fornisce un'altra serie cli regole utili per
acquisire un attcggiamcnto equilibrato neìl'uso dci passaggi quando si è in un con-
tcsto polif-onico (pp. 58 (rl; sintesi dello scrivente):

:D Non si dcvc',no lìre passaggi se non nelle cadenze: si atrmcttono rJrc ccce-
zioni ma s<llo nci casi in cui le lìoriturc facciano buon efletto.
l) Ogni rocc non dor,rebbe lare piit cli quattro o cinque ;rassaggi it.t una cotlt-
I
l.rosizil»rc: e: mcglio che I'ascoltatorc rintanga clesiclcroso cli ascoltarne 1,iut-
I
tosto che venga cla essi annoiato. Sbagliano cokrro che fanno continuamente
L- dimir-ruzioni senza alcun riguardo perl'armonia e il senso dcl testcl canlato.
I

1. La diminuzione va fatta sulla penultinta sillaba clella parola, ir.r nlodo che
con la fìne clcl passaggio arrivi anche 1'ultima sillaba clella frase.
L l,a migliorc r,ocale su cui fare un passaggio è la r.,. La a ela e sono passabili
nra bisogna assolutantente er,itare di far diminuzioni sulla zz e sulla z, per tlon
rcndersi ridicoli ir.nitancio l'ululato dci ltrpri, ir,ersi di altri ar-rinrali o la risata.
5. (lontc clin-rostrato r.rell'escnt;rio dcl rttadrigale cli l,ayolle in un contesto poli-
1ònico i vari nrrrsici dc','orro dinrir.ruire a turno, concedendosi spazio a vicen-
cla ir.r rlodo da evitarc fastidiosc so\/rapposizioni cacolonichc.

Segtrono in cl-riusura esempi di passaggi per cadenze e ia parte supcriore del


madrigale Vago augcllctto che c0ntattclo uai di autore incerto dirr-rinuita. Ri;rortiamo
qui alcur"ri esen-ìpi di caderrze da p. (r3:

ffiÉffi
(ìt()\'A^-Nl (l,,rirttt-l-tl l\.1.i\1,]'1.1, I)cllc l-ctttrc. 1562, yt. 6).

(,olnc si purì tlotirrc lo stilc dinrinutivo di Maftei è tipican-rentc r,ocalc, citlè


collrposto essenzialmentc di gradi congiunti, con rarissimi salti. Egli spiega che
80 lìir(ìOLII PIIIì BllN SUONAIIIT ll (.ANl'i\Rlr

se \'o]essc lllostrafe tutti quci passaggi con cui si può \rarizìre Ia cadcr1za doyrebbc
ricmpire il 1ìrglio piumosro di passaggi adatti agli srrumenri che alla v.ce.
Similnlcnte a quanto zìveva operato Ortiz nel campo clclJe compgsizioni yocali,
alcunc frottolc vennero preserìtate in versione decorata già nel vì iibro pubblicatg
cla ()ttaviano Petrucci,l2_e piùr tardi lc prarti di soprano di madrigali scelti courpo,
sti da Cipriarto dc lìorc furono clir-nir-ruitc e inclusc ne Il uarrt ruido ,li tltntt'rtuu.di
(ìirolamo Dalla Casa (1584).rr Essc erano dcstinare ad
c, sr,onarc in
"*r;;;;.;irre
;;;ijnè fiorita ,r',.]nt.. lc altrc parti cleì brano vcnivano escguite, acì escr-r.rpio, su un
litrto' Tutto ciò iniziava quindi a nuovcrsi lcntamcnre nclia direzione cli rnostrare
con lnaggior precisionc ciò chc sarcbbe stato cli buon gusto eseguire rispctto al
tcsto sentpìicc. Dalia (lasa era un comettista nato a Udinc, clal il6l nrcr-,-,1-,r,., .lc
<<gli stronlenti di fiato» dclla signoria di Venezia, poi <<capo cle'concerti».
Nella
prinrr pagina cleila sua opera (Libro Plimo), nell'avvertimento inizialc ai lettori,
egli scrive:

tìolto t-t-ti stlt-tt't ntaravigliato, & tutta via n1i testa nell'aninro gran stupore,
che tanti Ecccliettti N{Lrsici, cl'rc hanno scritto, non habbino nìai rr-artaro, sc
noll clclla (lronra, & Set.nicronra & nor.r l'ranno trattato delle altrc rluc figure
le treplicate, chc sono le 2-1. per battuta, & Je quaclruplicate cl,re sono 12. pcr
,
battr-rta. F.ssentlo tallto Ilcccssaric ncl dinrinuir, chc ir-r vcrità rron si purì star.
cli matlco ncl clinrinuir cli krro: perchc il climinuir Misto è il yero diprinrrir.
cioc delle quarlr() [ìgr:rc (ìromrr, Sernicronrzr, Treplicate, &
euadruplicare.

La seconda parte del trattato cli Dalla Casa è cledicata all'artc clel climintrire
rladrigali, con istt'r-rzior-ri in.rportanti sull'atteggianrente cla tenc-
sttlle t'hantrtiz c stti
rc durantc I'improvvisazionc (Libro Secondo, «Alli lettori. Del portar la rninuta a
tcnrpo>>):

Dic«r cssel c.sa clilfìcilc Io portar la r.ninuta a tenrpo, & qucsta cr la nraggior
imlrortatlza acl ogn'uno, che lacci qLresta profèssione clel dinriluir. e()n tur-
tc lc sorti cle strot.ttetrti. Dur.rque ciaschccluno avcrtisca ncllo stuclig suo cli
battcr il tclttp(). & r.li n<>n stuclial nrai scnza questo orclir.rc, & habiturrrsi alla
battuta; pcrchc facenclo altr.imenti non fareblre cosa buona.

?articolari it-l cltrcsto it't.rportante testo sono gli esempi di «tremoli groppizzati>>
(Libro Primo, ;r. 5):

12. lntt/rtl<, lt.hrt .*'.r/o. 1506.


I l. (ìttrttl.rtltr I I)Al-t./\ (.AS..\, ll ut,ro rtt,rlo Ji Jìtrinttir. I5gl
.<l)l'. R( ) (.1 \IOl-ll PA(l I LN-l'l r\» 81
I ' tj::r:=

'u$riioilt,i"ok g''oig <,tr dr Ir t't /o'lt in fIu'rptr groJo Jrfiat Lrt'r,

ffi§l$IIl=i*$s}lFsfFl= §rrrolrrrrc l. V-ltrlr lrl. "


(ìlttot.i\l,to DALLA (-,AsA. ll trro n/olo Lli rlirtinuir. 1581, p. 5.

l)a notare è anchc uniì canzone a 4 r,oci di Cipriano de lìore su testo di Petrarca
in cui tutte le quattro parti sono diminuite (Libro Secondo, pp. l8 4c)).
Un anno dopo la pubblicazione de 1/ ucro tlodo li dintiuuir di Dalla Casa vcde
la luce scmpre a Venezia, che in cluesto 1'reriodo è il centro più attivo per l'editoria
mlrsicale, il trattato di (ìiovanni Bassano Riccrca/c, passaggi cl Catlt'ntit',.per-\aqL:e o
strumcnti.l{ Si tratta di trn tcsto iìssai rnt:no corposo dei precedenti, cl're conticlle
otto riccrcari e passaggi suivari gracli, sulle cadeuze e sr-r maclrigali di Cipriano de
lìore. I ricc-rcari possono essere considerati fra le prime con-rposizioni atnchc per
violintiihe iirn.', r-nai state datc alle stampc. Al principio («Ai lettori Cìiovanni
Bassano>>) r,i è una nota che conferma, dopo quanto già spicgato cla Dalla Casa,
come l'impiego dei trentacLresimi nelle diminuzioni ftrsse uià praticato dai virtuc'rsi
dell'epoca, anche se fr',rse si rendcva necessario spiegarkt ai ttteno pratici:
(Juesta Nota Bissicronra intenderctc in questa nria opera quaclruplicata cioè
trenta(lue al valor clc una Semibrer,c.

Sei anni piùr tardi lo stesso compositore realt7-za altri più conrpiuti saggi della
sua arte dando alle stan-rpc urr'opera contellente composizit'rni polifoniche già di
nrir-ruite sia per lc voci che per gli strurnenti.l5
Ncl 151)2il frate agostiniano Lodor,ico Zaccctni, già allievo a Venezia di Arr
---iclrea Gzrbrieli, fa stanrpare ull monumentalc trattato intitolato Prdtttca rlt NIusi-

1t. (ìl()\',\N\1 lJ.rss,lNtl. lltt'tt,t/t'. (.,tJt'ntiL, 1585.


l)tts\Lt!.gi L't
1r. (ìl()\',\\\l Ilr\SSr\N( t. l.!rtlc/lì,lttJrtldli, t'l tlu:.rtrti{rtrntt'J.'. 15r)1
82 Iìli(ì()Llr l)Ìlll tsIrN StJ( )N,,\lì[: ì] (lAn''l'r\ lìll

c/r.16 Ncl Libro Prir-r-ro il capitol<) l-x\rl è dcdicato a «Che stile si tcnghi ncl far di
gorgia, & dell'r,so cle i r.r.roclcrni passagui>> e tratta quir-rdi clclla ciiminuzione vo-
cale. A p. 58r. Zacc<',r'ti spicga la ncccssità dei passaggi affermar-rdo che la rnusica

con le grazie, & gl'acccnti la si fa parer selllpre più bella. I-e i,agl-rezze, & gli
accenti si sol-to fatti col spezzar, & rompere clclle figurc, tutta volta che in un
tatto, (ì i)ctzo si aggiunge uniì quantita cli figLtre che hanno niltrÌ12ì di esser
velocenrclrte pronunziate: le quali rerrdano tanto piaccre, & clilctto, chc ci
pare d'udir tanti ber.rc ahnln.raestrati Augelli, che col cantar loro ci rapisctrpo
il crrore, & ci far.rno ritranere del cantal loro n'rolto bcr-r contenti. Questi tali
clte hanno tanta prontczza, & possanza di lrronunzial a tcr-r-rpo tanta quantitrì
di 1ìgrrrc con tluella vclocitiì pronunziate: hanno fatto, & far.rno si vaghc le
cal'ìtilenc; che chi hora non le cantir conrc loro agli ascoltanti dà poca soId]
clisfazione, & poccr da cantori vicn stinrato. Qucsto modo di cantarc, & qrrc-
ste vaghczze clal Volgo colnnllrlcnlcnte vicn cl-riamato gorgia: la clLral poi
lron ò altro che ttn agsregato, e collcttione di nrolte (ll.rronrc, & Se.nrichror.nc
sotto qual si voglia particella di ten.rpo colligate: Et è cli ral narura, cl.rc per Ìa
velocitrì ir-r che si t'cstringono tar.rte figurc; n.rolto meglio s'irrlrara con l'uditcr
che con gl'essenrpi: ck questo lrerche nc 91'esse-n.r1.ri quella misura, L.t tenrpo
not.t si ;.rtttì porre, in che Ìe hanno a esscrc scnza clif'fctto pronunziate. Et cssa
più ncl tempo, & nella misura cc'rnsiste chc nel corrcrc r,eloccr.rrcr-rtc.

Pcrctr pitì a\Ianti (p. 58r'.) Zaccont insiste - conle faranno altri trattatisti dopo di
Iui - strll'irrportanza di portar:e i passaggi a tenrpo:
La piir bclla et pcrletta cosa che nel gorgheggiare si ricerca, ò i1 tempo er la
n-risnra,il qLrale tutto cluel raccolto et aggregato cli figure orna ct condisce

Una put'rtualizzazione (p. (r0r,.) è necessaria per segnare una dcmarcazione fra la
clintinuzione vocale e quclla strunrcntale, nclla fattis;rccie l'uso di salti nci passaggi:
NIa ò cla rtotat'c chc diflìcilmentc la r,oce hunrana in qucstc prestezzc, ct \relo-
cità ptriì calnitrar per salti: tr)er rispctto chc'la nostra \/occ non ha qurclla facilità
chc ]tanno lc mani, nel toccar le tastzìtur:e ne gl'istunrcltti: e pcr(ì se li r.r.tostra
lc figure pcr srado con queste poche rotturc, accioché ci vcgga ir.r che modo lc
si rompano, & si proceda di salto: ne si mancherà ncl progresso clei passaggi
cli t.t.tostt'are in che nrodo si 1-rossa saltare, pcr tener il car.rtor sciolto, & libero.
Quei luoglii poi ch'invitano i cat'rtori a lar fìoretti, & passaggi sono le cadclrze

La maggior partc dei trattati (e ar-rchc clelle ntusiche) cli questo pcriodo \/enncro

l(r. [.rrt>OVt«.o (O l.Lrt)OVItIl) Z,\(L()N], Prttttlta tli j\|tstco.1592.


(.1 \/OLli Pr\CIINTIA" ò)
"t)l-lì(')

stampati eì Venezia, che vantarra un.ì floricla attività editoriale: procedendo sem-
prc in ordinc cronologico nclla nostra disamina con i prossimi testr ci sPostt]rt:mo
geograficamcnte, get;ando un'occhiata su quclla chc gpJq pratica di altri grancli
',,irtì,"ri prorrenienri da diverse regioni d'Italie. X.l iiol,\,ietre
dato allc stampe
lì9gnic1no er,t di originÈl--c,mbarda (,.espulso cli Val
ancl-re il lavoro di Richardo che
Tayegiar>): I,ostaggi puiTiià,si'ilssirctltdrc,la cui seconda parte è intitolata ll Vcro
yoì, ai jiruirtuiic.i,- Questo è in realtà il primo testo in cuivenga menzionato il
lrvjg11fg*ù_ B*f:4:r:Srl,""éh" se a Cremona si sravano costruendo violini
di altissimo
t,".tt. !ià"aai,rri'd.."nni. Nell'introcluzione <<Ai r.,irtuosi lettori>> lìogr-riono cl-ria-
risce che quei passaggi (o diminuzioni) che sono adatti agli strumenti non sempl'e
,,,no,1',p.àpriati per la tc.rcc, cui non si può richiedere la stcssa vclocità e agiiità
inrita ,-,.jll'iàioma .strun-rentale. I-lautorc afferma con insistenza la necessità di <:fufe
1StlSSL{g.l.i-lli-nls,-s"chiare» e nell'inmoduzione alla seconda parte (p. 18) ritorna
su qresto collcctto già espresscl da Dalla Casa:

sia lrurc velocc, artifìciosa, & distir-rta la Ricercata, se per avventurrt rlon ric-
scc à tcr.n1.ro, per.lc ogni sua leggirr.lria E pero consigliarei ogn'ut'to di misr-r-
rarle c6n la battrrJrr J'trn pic.le, ch.l là ilente intenta ad altro Lrltficio, se anco
di qucsto s'aggrtrva, t'rlcrlte Volte inganna; ove allcora senza di questa guicla
sovcllte s'avvedcrà, chc trzisporttrto dalla velocità dclla Diminuzione nel fine
si troverà perso.

Peraltro il violinista lorrbardo raccot-nanda che, anche in presenza di cadenze


si1-rili fra loro, essc vengano diminuite con passaggi di specie senlpre differcrlte.
Nclla pagina ir-rtroduttiva alla prima parte si diffonde anchc sul modo corretto
,li darl'aicata. fì,rnendoci così altre istruzioni di archeggiatura cl-re coufcrmano e
ppntualizzano quanto già espresso cinquant'anni prrima da Ganassi (parte prima,
introcluzionc <<Ai vi rtuosi lettori>>):
Essendo li Strorncr.rti cl'Archi difEcili pcr il tirare, & pontar ne1 cor.ninciar à
Sonar, si c-lcve sempre tilar lArco se sonerai cli Viola da Garrlba, & ancora cli
Viola da l)razzi; pertì il groppezar di groppetti corti si fanno in ppntar' c ti-
rar collle si .u,uole , & ancora ripigliar l'Arco quando si trova Semirllinirlle nel
ntezo dellc Cron'rc, ò (lrome nel mczo dclle Senlimirlime, <ì far due note in
trna Arcata; pe.rché non si pLrcì 1ar una Din.rinuzion, che sia longha, se I'Arco
r.ron l,à al clritto; perché clella Viola cla (ìanlba l'Arco r,à nel pol.rtar alle C.ro-
nre, & Se-nricroure; & il Viohno da Brazzc nel tirar alle Crontc, & Scnlicr<xlre
s'ir.ltcrncle sclllpl:c à far una Dirrtinuzione longha, perche 1'Arco sopra il tutt<r
ha cl'haverc il sr.ro rlritto.

11. Ilt(.tt.\RI)() lìot;NloNtl. 1)arra!(r. l)92.


lJ-1 lìli(ì()l.l- Plilì lltlN SUoNi\lìl- L (ir\N't'Atìt.l

Aprpcna un ann() dopo la pLrbblicazionc clelJ'opera diRicharclo Rognionc) vicnc


clata alle stanlpe la prinra partc di un fondan'rcntalc trattirto per la tastìera acl epcra
clel fr:ate francescan<', un-rbro (lirolamo Diruta: si tratta del;l'rttnst/ur zo, pr-rbbìicatcr
in due parti clistinte a clistanza cli alcuni anni I'una dall'altra.18 Diruta era stato
allievo clel cclebrc Claudio Merulo, di cui riprende anchc alcune prariche, e fa rifc-
rinlento ai Prececlcnti tcsti di Bassano e Dalla Casa, nei cor-rfronti dei quali 1lostl-iì
grande apl)rezzan'ìento, In varie parti dcll'opcra tratta dellc climinuzilni, comin-
ciando cla quellc prer gradi congiunti (parte ;rrin-ra, p. 16) per arrivare poi a quclle
pcr salto, quest'ultimo clistinto il-buono e cattivo: il salto buono ha lui,s,r Lruand(-)
stsal!aJi,xt,rr,r,cli s.'sta,.,.lialt,iinr.ln,rllic()ns()n1rnri.'.lir.,r,rr,'lri,frìrlÉ.:Uìl;
chc salta sia in posizionc buoua, cioè sul tempo fr2ge; il salto catrivo I
iuello in c.ui
siìilta su ullit nota in pt,sizit,ne non Lru,',ne (a-qLreito prclposito si vcc]ar-ro poco oltre
le regole di Aurclio Virgiliano riguardo alla diminuzior-re). II princitrrio .lc-ll'esecu-
zione dellc notc buonc e cattivc in l)iruta è strcttanrentc associirto allc clitcggiature
tastieristichc clell'epoca, che di uorma in.rpiegavano celtc clita perle noteì-,,,n,r.,
altre per Ie ttote non buonc: ciò è naturalmente corrisp-rondente alle arcate in gìù c"
in sr-r rrcgli strun-rcrrti ad arc<'r, do'e lc notc buonc'anllo eseguite in giù.
Seguono divcrsi cser.r.rpi cli corre si prossano farc i groppri:
ioa? li d.ucw fù : C, alpt,

Di,. (-irrailfrr)i(ìrolpr,cTredolr,nèd.rràdrrrerficllìnrpi,pn:nad.coCelliSroppi,chcfiirnnomillicioèron
- (r'ttt,,tt'tttc,(!,rnic.ètt(nr(rotr(',sfntscorrls[crrrrcronr.,.b,,i-.,,1.f.,,.,,o,,rllr'iì,'àir;,f,rraOr.lrrJ'jìi,"-
dLltio driimdordo, & ir accrdotia, cunc t,cr gli ctlernpij m;rjìÉiio,l vrdc,

tlnrotiodrilr Grop1i.

(ìtt«tL,tlto I)tRl rT,\, ll 'lirt:1lt;,tn.,I)arrc l)r.i.ra. rist:ur1ra clcl 1625, 1r. 1fi.

lE (ìllì()Ì..\Ìu(l l)ltit.rt,r, ll 'litr,u.rilt'rrtt., 159l. l)cr il prescntc lavor.o sono sratc c()nsullatc Ic ristanrpc
rlelio stcsso eriitorc vi,ccrrti clcl l(r2) (p'i,ra partc) c r(r22 (scc.ncla parrc).
«PIrlì.O (ll \r()l.E Pi\Cl llN'l'lA" 8'

c di comc si possano diminuire le cadenze facendo passaggi con l'impiego non solo
cli gradi congiunti ma anche di salti c trasponendo inoltre la nota reale di Lln'ottava,
passnnclo dal basso all'acuto o viceversa:

(ìttitlt-rt,r't<lDtnLl't ,'r, ll'liutsiltano, [rartcPrima,ristanrpadcl 1625,p. 19.

Di seguito (p. 19) \/cngono illustrati i <<tremoli>>, che devonc, fzrrsi cot-t leggiadria,
c11n le dita «molli» e rilassate, utilizzando la nota superiore c non quella inferiorc,
corre è dimclstrato dai suonatori di r.iola, r,iolino, liuto e altri strumenti. Qui con la
parola <<trem6li>> si intendono dei trilli iniztatt con la nota reale vclocemente, pcr
poi ferrr-rarsi rì mctà del valore sulla stessa nota reale. Diruta spiega chiaramente chc
quar-rckt si deve fare un trerncllo su di una rninima l'ornamentt'r deve durare la metà
della nota, e la stesstr rcgola si deve osscrvare per tutti i tipi cli va]ori.
poi li lmroli6 dcucauuaircdiÉrlcnottc incellc-ggàdria,& agiliti, c nm frr comc famomo-lti, cheÉnnoil
rmr,rio-mrche eli«@relwc@ iln0o dfòno,laduc dcuonoelfcr frni cooqucllodi fopra, e fe hruc-
i. *ioA[ur-Sàna6rìdivÉh, diyi,olino, e di Liuto, & alrilllrumcnti fi de cordc, omcancoda 6ato, de
..o n*r.à*o,"t cacccagagqnolanoradeltreqrqlodifopr, e nondi' fottocurcl'clfcmpio vi dimo&ra
fopralanmdrMnim
'
Trmolocon la dcfira nìano.

(ìtRol-,\\lrl l)tntlr,r. llT)ttnsilt:dtrt,I)at'tc Pritla, t'istampa del 1(r25' p. 19.

Più oltrc (parte prima, p. 20) r,iene mostrato il modo in cui Claudio Mcrrtlcr
eseglriva cerri rrenloli: nei mor,imcnti nrelodici discendenti essi anticipano la nota
che r,errà e in questi casi gli organisti sono csentati dalle regole clclle dita buonc e
86 Iìli(ìOLli PI-R lllrN SUONAlìlr l- (lA.r-1'A RI;

cattive cou cui di solito do'rebbero 2y,s1s '31r1,g1ter"rza' di suonarc.


& in Pani(olaril signor Clal:dio Mctulo, ) vlarccnitre molctri, quanòlenotcdifcendooorli
t€6o, dJ nCa(eli not& dr {cBuc, comcinqucftu{Icmpij fi
-T§l',YP,ilTj'( vedc

(ìtttttt..tirto DtRlrT',\, Il'lì.ar.riluotto,I)arte prirra, ristalrpir dcl trr2). p.20,

Dopo
l)o1to Jc lc istruzioni c gli esernpi seguono alcunc toccatc d'organo
di al terrrine dclle
quali l-autore dichiala f-ra 1'altro che <<le Toccate sou tutte Dr'minuzioni>> (nartc pri
ni>> (partc rrri,
Lga, pr. 62) e che <<nel diminuire più s'atende à far Passaggi vaghi, .leggia,l,.i, .h.
all'osselvanza, delle rcgole dclla drtcggiatura.
La seconda parte del trattato è suddivisa in qLìattro Iibri e ncl primo di cssi
it'tccttttriatt-to diverse osservaziclni ecl esen-rpi chc ci interessano. Diruta tratta clelle
it.rtavolature pcr tasticra e a p. 10 spiega che

I'intavolar:e dinrir.ruito. si clcve [arc- ne]le lrarti, clrc lron fanno la fuga, c qLran-
do. che si r«rlessc clirlinuire la f uga, si clevc averrirc. che quella dir.rrinuzionc
Ìa lìcciano tirttc cluellc parti. che lirnno I'istessa fuga, <ì siano di Senrimini
nlc. tì crolne, <ì scnrict'otlc, ovet biscronre. con cinque sortc de di1-ringzioni
s'ha da inrzrvolarc, ia prinra chiamarer.r:ro I\Iinuta, la scconda Groppi, la tcrza
Tlcrlo]i. la cluarta Acccnti, & la quinta Clamazioni

Qui, sLrl segLrcntc soggetto polifonico:

(ìtttoL,\ltti l)IRU lA. ll'lr,tnsrlt,utto. par.tc Scconcla. risranrpa dcl l(r22, p ll.
vengono forniti escr.r-rpi di semplici diminuzioni (<<lr. inuta>>) adattc a ognuna dclle
qì.lattro parti cli soprano, basso, tenore e contralto:
(.1 \'OLir llN'l'l A" 87
"Plrll( ) l)A(.1

( ìtnt tt.,t,rtr I DI nt t t,\, I I'l-nt t t s i I pa n o, Partc Seconcla, p1r

Seguono poi divcrsi tipi cli groppi adatti alle cadenzc:

el

{}

(ìtxot-alttI I)tHtir',r, II'lnrttsiIt,ano, Partc Secontlrr, p. I1.


88 lllr(ì()l.I PÌ-lì BIIN Sl-lON^lì.L L (.AN1'ARt

e Ie escmplificazioni clcgli ornamenti cli cui sopra: le «Clamazioni» (cioè il princi


piare una terza sotto alla nota) e gli <<Accenti» (cioè dei ritmi puntati in cui la nota
realc è altemata alla strperiore):

Cl*nrationi Acccnti

(ìlnot.,rMtt DtRt[-,.r, ll-[r.ansilt,,uto. Parte Seconcla, p. 1i.

Il cliscorso cade successivamente sul «diminuire osservato>> (termine questo cl-re


si potrebbe forsc tradurre con 'rigoroso') il quale consiste nel far sempre coincidere
Ia prima nota della <<minuta>> con la nota reale della melodia che si vuole dirninu-
allo scopo di pi".".,'rr" l'andamento originale della composizione. Si possoncr
-irc,
collegare le notc fondamentali sia per grado che per salto: sc si va p.. grr.lc, l'ultima
nota della minuta si potrà terminare anche all'ottava sopra o sotto, purché vada poi
a cadere sulla successirra nota rcale; ossen,ando questa regola non si faranno mai
delle ottave o delle quinte parallclc e non si rovinerà la composizione. Diruta rac
collta poi di aver ascoltato a voÌte dclle musiche che averrano perso Ia loro arrnonia
e vaghezza a causa delle troppe dimir-ruzioni e osscrva che quando le parti proce-
dono insierne è buona cosa far diminuziorri evaghezze, poiché i passaggi stanno
bcnc la dove non vi siano delle fughe. Nel caso in cui si voìcssc invece diminuire
una fugit bisogr-ra operare in nroclo che tuttc lc r«rci facciano lo stesso tipo di di-
t-t.rit.ruzionel eventualmente si possono arrche diminr-rire quelle chc accorr.rl-ragnanrr i
soggetti della fuga. Fornisce poi un esen-rpio cli (lanzor-re (La .gpiritatd di Cìioi,anni
Gabrieii) con soggetto di serriminime per dimostrare come in qucsto caso non sia
ct'rnrreniente fare dei passaggi ma sia preferibile aggiungere solo groppi e tremoii.
Segue poi coue esetr-rpio alternativo una Canzone di Antonio Mortaro cJt'ttu l'Albar-
go//0 con un soggetto più largo rispetto al precedente e con esempi di clintinuzioni
cli cui vecliarno Ia prir-na parte:
«PIlìì() (.1 VOLI: PÀCllrN't'IA» 89

( anzona d'Aùkmio Nloflrro

lnlxroliltura dinìrnuila { l)!nill)

)\'J )_')

(ìlR()L-,\\t() DIRLtIA, llTìuttstlt',tno. Parte Seconcla. ristanrlra ,lel 1622. pp. Itì 19.

Al tcrnrir-re, che corrispondc cc'rr-r la fine del primo libro cìe1la seconda parte (p.
21), il rnonaco francescano prccisa finalmente cl-re per poter essere in graclo cli cli
nlinLlire e\ neccssario conoscere il contrap;runto.
Nello stess<) anuo in cui viene pubblicato ll'['rdnsiluano \/edc la luce in Iìoma
un minuscolo, grirzi«rso c assai utile (anche perché tascabile) opuscolo di (ìiovanni
Ltrca Confcrrto (o Confbrtl: Brcuc ct facilc utrutit,ra t/ 'csscrc'itdrsi.le Il libretto scr\rc
<.r-ròn s«rlamcr-ìte a far p,,rssagg[ 5611'rra tuttc le note che si dcsidera per cantare, ct
far la clispositione lcggiaclrar, <<per potere cla sc senza tnaestri sclivcrc ogni ()pc-

19. Cìr()\',\NNt [.t.r.,t (,oxtr)Rl() ((]()Nt()tì't't). llrerc ct lìtcilc,l119)l


90 IìI(i()l.L PLR lll,N STJONAIìll Il CANTARII

ra, ct aria passeggiata [...] ancora scrve p[cr] quei che sonano di Viola, o d'altrur
instronr[en]ti da fiato per scioglicre Ia nranorr. Conforto px»,eni'n.a dalia città di
l\tlilcto in Calabria e fu cantore presso la cappella pontificia a Roma; ncl suo rcst<r
spesso i trilli vengono indicati cor-r il numero 3; cgli insiste sulla necessità di irnpa-
rare a mcnìoria un certo nllnlero di formule diminutive, in rnodo da avenre semprc
una scortA pronta all'occorrenza. In chiusura del libro, nella quarta e ultin-ra pagi-
na che cl-rir-rdc la <<Dichiaratione sopra li passaggi», ci sen-rbra degna di nota questa
osservazione sullo studio degli stessi:

Servono allco per quclli chc vogliono cssercitarsi con la viola, ò altri stru-
nrenti da fiato, con sonarli spesso, ò scriverli con la nraniera gi:ì detta; cl.re
r,sanrloli, giovcrà à far Ia nrano lcggiadr-a, 1'arcata clolce

E infatti assai iu.rportante ì'idea chc le diminuzioni non debbano aggiungerc


aggressività alla composizione; anche nel suo successir,o lavoro, i Salrui passt,ggiati,
(.onforto spiega nclla prefazione «Alli studiosi lcrtorirr:

hrì frrtto ilpt'escnteliblctro [...ì per sonAre, & cantare; ne i quali porrà esser-
citarsi chi vorrà giugnc-r à qualchc grado di leggiadria [...]. Qtresri parimcnrc
serviranttc'r pcr coloro che si cssercitcranno in sonar di viola, r,jolino, & istrg-
merìti da fìato; ne saranno rneno utilc per Monache, & ..2,,

La scrie di importanti trattati sulla diminLrzione del Cinquecento prosegue con


un testo fondanrentale ad opera di Giovanni Battista Bor,icelli, neitivo di Assisi,
che esercital'a la profissionc .li cantrire presso il Duomo cli Milano. Le sue Rcgctla,
passaggi tli tnuslc'a sono particolarnrente utili per capire quale fosse I'arte deiì:a1to
poiché generos«: di ar,r,ertir.ncnti connessi sia ai opassaggi quauto alle parole», sia
<<inforno alle noten e ai <<diversi modi di diminuire>>.21 Il rrattato di Bovicelli cserci-
ttì ut.t'it'rrportantc influenza anche oltr'alpe (segnatamentc sulle opere di Practorir-rs
e I lerbst chc citeremo piir oltre) e alcune suc osscr'\,rlzioni, quantunquc rilterite alÌa
voce, risultar-ro r-rtilissin-re per capire colnc la scrittura strumentale a v6lte vada cli
pari passo con quella vocale e nc sia fedele spccchio. Con-re csempio si yeda la rac-
comandazione cli tton protrunciare più sillabe in una lunga diminuzione in cadenza,
nla legare in una sola sillaba tLrtto il gesto interpretatirro, così come si potrrì r,cdere
fino a c.lue secoli do1'ro nei passaggi strumentali ornati da Corelli, Bach, Veracini,
Tartini, Nardini e nurnerosi altri. Anche questo autore, con.re Conforto, insiste sul
collcctto di <<soavitiì>> del]a voce che dei,c necessarirrmentc temperare ,<<1'asprezza
chc nascc dalla velocità delÌe note» dclle din-rinuzioni. La r,,arietà, nella scelta dei

2(1. (ìt()\'A\\t Ì-t <:,.t (,r)Nl ()lu() ((,()\t(xìTI). .\Lrlttt


lttttttllrLrti,1(t01
2l . ( )lr rr"txxl Lì..\'t"l ts'r,,\ ll( )\'r( LI_L_I. R(:4o/(., p(r\\il!,qi li ttusittr. 11r)1
L)1
«l)lrR.Ò Cl Vol.l: PA(IIlrN'l'IA»

passaggi. è cli nrassirr-ra importanza (<<Avertimcnti intorno alle notcrr, p. 10):

i Passaggi nel cantare, sc noll sono con cliversi nrodi, quasi, che cot'r colori
lavvivati, in luogo di cliletto, app()rteranno lastidio: Voglio dire, che i Pas-
saggi alcur-ra r'olta dcvor-ro esscr di llotc scgucìlrti, c d'uno stesso valore; e le
stcssc alcurra voltir in allra gLrisrr variltc: di nranicra, chc se ben saranno quel-
lc stcssc r-rotc. nonclinleno llarranno c]ivcrsc, pcr il clii,ersc'r moclo di por:gerle.

Ilovicclli insiste sulla necessitrì di raffrerrare la furia dcllc clinrinLrzioni nel mo-
rìento clclla caclcr-rza, c clona esempi it.rteressanti e pcrsonali cli ,<gr..,tr'r1-,ctti- in cLti si
arrir,a alla nota fiualc dclla ltrase c()n llote di r,aiore più largo c auchc con rrna sorta cli
appoggiaturiì chc apparc di gusto iìssai nroderno (<<Arrertimenti pcr li passaggi», p. 8):

rAl lclutl
Dou< fonp:fsr6gi ili nroìtf norc,t mrllmc ncl 6nirt i grnpp<ni,chc fcrnprt fi 6ni-
fcnsrconSgnttosrc,ùBrl*omt,dcut,prù<trc{i può,lug6rrtdrprsn!ncl*rtRuoua
6lìebr in qurilr not r tht {rgo< fubto rl groppctto ; wr dcuc 6,nd* mxl«sdo con
aorcdi uapocopiù urlor<.

' & l.rn t{..


r)rfi' dndn{r fuggr. più ctrt fi Jruò,1«<hc:lrunt unlrr, nm fi può. & rllhor: cor
o' 'r r rn,rlrr rrl.t ioru< i, d<v r li o rr lr py6t 1,;5 rn:nrcr I ttl<,tl< lr lorqrri Jcllr lorr
trr!ìP i I allr.r r r ciìr ntI.( drit urlo, rt i dt lr( nfr (

lr t!.

(ìttt\',\x\t lJ.\'l-t tS'l A Il()\'ì(lI,ì.1-ì. llcgolc, pots,rggl Ji ntusitit,l)9-:t, p.8.

Efficacc è la sua metafora descrittir,a del tcrmine della diminuTilrnr p-ìsragonato


all'atto clel raffrenare la corsa dcl cavallo (p. 12):

Quel c'habbianr clctto clc i(ìropctti, cioè, che si fir.riscono con note d'un
lroco più \'alore ; si dice anco de i Passaggi. (]r-rcsto valot'c pcrcì non s'ilrtcndc,
L)2
Iìli(ìOLL PllR IIJIN SUON'ARIr. ll Cr\NT;\lìtì

che arrivi allc note bianche, pcrche sarebbe contrario, e brutto eltGtto: nrzr
in qLrella maniera, che s'irsa nel cavirlcare: Pcrché nor-r sogliono icavallerizzi,
quando c'hanno clato una longa scorsa ad r-rn car,allo, nel mezlz]o della car
riera, tiral irr un subito Ja briglia; ma \:anno d p()co, d poco ritirlnclo il freno,
e rlllt'ttlitntLr i l.,rssi.

Un altro spunto clella massima importaìnza in Bovicelli è quelh relativo all'ine-


gr-raglianza nell'esccuzione di una seric di note clello stesso valorc (p. 1.1):

Perché cirntanckr non cla Cappella. ma da Concerto, clctvc la battuta dcr,c


esser gravc, il volere far cromc, che nor.r vaclino per grado, pare che sia qr-rasi
lo studiare unti lezione. Vi si potrà nonclirneno rinrediare, faccnclt-, i lronti
lpuntil acl una cronra si, e l'altra ncìl pcrc}ré cla qucl variar: di tcmpo ne seguc
vario efÈtto ncll'uno, c ne-ll'a1tro.

(lome teclret-t-ro, questo cor-ìcetto verrà ripreso qualchc anno dopo negìi scritti
cli Caccini. lìiguarclo alla qualità dei passaggi climinutivi, l'autore conlerma qlÌanto
già affermato da Zaccc'rt-ti, e cioè che «la continlratione di nrolti salti insieme sia più
proprio delli Stromenti, che della Voce>>.
La qLral cosa trova riscontro neile <<Regole dclla diminuzione>> contcnute in ur-r
celcbre trattato intitolato Il Do/cltnclo il cui autore rirnane celato dietro 1o pseudo-
nilno accadenrico di AurelioVì.liliono, e chc viene reclatto, ma ir.r forma incon.r-
pleta, intorno ol t:qO. in cluesto importante testo tror:iamo prccise istruzioni per ltr
formazione delle diminuzioni (p. []l del facsimile):
, ", RL]GOLE DI]LI,A D]NTINUZIONE
1. La Dirninuzione caminrr dcr,e pe r graclo il piu che sitr lrossibile.
2. 'lirtte le N,linute ciebbor.ro esscre una buc'rna. c l'altra cattiva.
1. QLrelle lVlinLrte , cl're saltano, debbono esserc turre buc'rne.
-{. l,a nota clel soggct«r vole esser selllpre toccata nel principio; nel r.nezzo, e
ncl fine clellir battuta. -E qr-rando nel mezzo non tornasse conrmodo; si dcue
alnteno toccar vicino in Juogo, che sli sia consurante, c nr)n nrai dissonantc;
eccetto r-relJa Quarta cii sopra.
5. Qtrando il soggetto camina in sul l'ultima nota clclle mir.rutc dcve ancor c]la
caminar di giir in su: c cosi i)cr contrario.
(r. Sarà bella n-ranicliì cLlrrere un'ottava di lungo o in giù, c'r in su; cluanclo tolni
comnrockr.
1 Quando si salta ur.r'ottava: si do,c lìre in qLrcìJa di solrra, e non ir.r qrrella cli
sotto; pcr- rlon incontrar l'altre parri.
Not'r cleve la Dinrinr-rzione cliscostarsi mai dai sosgetto piu cl'una (]uinta
sotto, o soPra.
.PIrlì.() C I \i()t.lr Pr\(l U-NT I A" 9)

9. Solo in questi duc, S()l-, rli ruezzo :::::-.::ì


ffi
si può la Dinrinuzionc cliscostare rlal soggetto sctte gracli cli sopra, c sette (li
sotto: N'la si concedcrà solo in una furia cli scnricrott.tc.
10. Qr-ranclo si tlor,ano lc cluc Tcrze di sopra; cotnc
#i
l1-i

si concecleliì di potcrsi sct'r,ire clella QLrarta di sotto. ])erche sariì l'ottava


JIs ------É
J. ll'uitirrr,t T('rzil ('(ìl-
ffi
(ìosì pcl contralic'r, cluanclo si trovcrannc'r le dlre terze cli sotto. far si potr:à lo
:l('Ss( ): ('()lìì('
r:)

Oltre ai vari cscurl)i cli cror.r.re e senlicrol.ne Virgiliano offrc intcressanti rrodc]li
cli ciò che vicne chiamato col nonrc di .<perfidia>>, e cioè LÌna ripetuta ostinazionc
cli ritn-ri o figure:

§.'aaetfi

!'i§': -\'tri a r ri:i.i

ìi
:-f-

r\ttRLLt(r VtRr;tt-t.,tNtt. II Dolcitttt,kt, p. L6).


L)1
Iìlr(ìOt.ll lrlilì BlrN SU( )N;\lìli lr (lAN'lAIìIi

Fla i contcnuti di qtrcsto trattato sono inoìtrc da ricordare i ricercari per Llno
strumcnto solo e diverse informazioni su varie lamiglic di strumenti.
(,trcvo al Dolciruc:b è urr documento cccezionale chc apre uno spaccato di vita
t»usicarle a cavallo fra i secoli X\rl e XVII: si tratta di una iettera scritta dal celebre
virtttoso cli cornetto Luigi Zenobi (conosciuto anche corre'Luigi del cornetto'),
t-rattr ad Ancona intorno al 1511/18, attivo a Vienna, Ferrara c Napoli. Fra gli scritti
da lui lasciati il più importante è la lettera in cui tratta delle qualità che si richiedo-
no al nrusico perfètto, che Zenobi scrisse a un principre di cui si ignora l'identità.22
Qucstcr scritto prrcndc in esamc le principali carattcristichc che renclono ,àpprezz2-
bili cantanti, strtrmentisti e n"rusicisti di ogni ripo.
Ne riportiamo qui di seguito alcuni passaggi che ricntrano nelle tematichc af-
fr<ttttate in questo lavoro, inizianclo dai cantanti, con le caratteristiche delle singole
r«rci:

colLri, chc canta il lJasso, se canta in compagnia, è obblicato à sapcr rener


salda la sua parre, gitrsta, e sccura: salda qr-rar-rto al cantare, giusra quanto
alla secura q.anto al sapcre. E sc alcuna'olta passaggiar.e; de'e
'oce, 'uole
appostare il tempo. chc le tre parti tengan saìclo e conoscere i lLroghi cloye
può frrre i1 passaggio plerj che il 1;assaggiare al Basso quando gli salc]a [salta]
1'hunrorc, senza conoscer nloho bcne il tcmpo, et il luogo di cio [ciò] frrre,
scnza dubbio è argomento di cr:assa ignoranza. [...] Deve poi ha'er rillo e
trenrolo netro, e voce nell'aÌto e nel Lrasso eguale di tuba [c. 200r,.];

JlTcnore clc'e passaggiare quando il Bass., c le parti compagne slanr. lcr


nrc, ct Lrsar passaggi proprii della parte sua e non toccarc qhrellli clcl Bas
so, se nolr quando la (ìomposizionc lo lascia in sua vece et all'hora 1ar.le
con giudizio, e cliscrczione. E,t altrettanto può c deve fare il contralro, nra
io loclarei in queste parti di n1c7-zo, chc ellc'no passaggiassero di raclo, e si
contclltassel'o <1i saperc ascendcre e discenclere con la voce graziositnlcnte
orrdeggiar-rdo ct usancìo tall'hora qualchc tr:illo, ò tremolo gentilc, che scnza
dtrbbio trc sarebbono assai piir lodati da chi sà che cosa importi crìl'ìtar bcnc.
Nta cantando sole con qurrl'clre struulento di tr-rtte le parti, in qlucJsto caso,
ponno aìJargarsi, qlrdnto al passaggiar.ei ma non però tanto. chc vcngano a
noia e paia, cl.re tutto lo studio loro sia riposto in questo avvertcndo al Teno-
re che i suoi passaggi sian talj, chc poco ò nulla tocchino la partc del Basso ò
clel Contraltol et al contralto. cl.re i suoi tocchino, cì poco, cì r-rulla cllue'Jllc del
soprano, e clel tcrrore Ic. 201r..1.

lìesta il sopran(), il qlualle c\ r,crar.nentc ]'ornamento di tutte l'altre parti si


conrc il Basso è lirnclan'rcnt<1. ll Soplano dunclluel hà obbligo, c canrlro 1r.an,

l.tit<;l Zt-xonl, Lt,i/<,tit cr,\.N. .,2rl/r, t1u,rli/t) tlr,l rttttttt pcr.[cilo


.l)Il lì( ) (.1 \rOl.Ir l)ACI l:,N-l'lA" 95

co di passaggiare, di schcrzarc, c di abbclli|e ill somt.lla Lln corpo Inusicale,


1ra sc cigr [ciò] nr»t jtà ci1t.r artc, colt Jcggiaclria, e con giuditio, è t-roios6 à
sel'ìtire , clur:o à diggerirc, e stollacoso zì sopportarc [...ì
Dcve saper cclt'ninciare utl passo di crott:re, e Iìnirlo cotl serricrome e co-
n.rinciarlo di sctnict'ontc, c finirlo cli crourc, clevc vzrriar scmpre passi buoni
nc ntedcsnti crtllti. Devc sitpcl lìtsseggirrrc irl ogni sorte cli cantilcne, ò r'e-
loci <ì clor.natichc, iì lernrc. Devc conoscer l'opere, che r«rgliono passaggi, c
qIr-re]llc, che non li richicggtxto. Dcvc ciìntallcl() una llledcstlla cosa più volte,
variaf passi scr'ìrpre. Dcvc sapcr catltare il carrto schietto, cioè sctlza passtt
alcrrnct, nta solo Cotl grazilt, tri]lo, tremolo, ondeggialllellto, et esclat-tlazi.rn..
Deye cor-rgscer la lòrza clcÌle parolc, iì tentporali, cì spirituali, ch'elle si siauo;
e clovc si parla cli r«rlarc, di trentarc, cli piar.rgere, di riderc, di saltalc. tli gr i
dar:c, cli lirlso e cosc simili, deve sapere accolllPagnarle con la voce. l)evc ha
i,er cchi. passi hor contirlui t:t hofa separati. Devc tall'hola saper conlincier-t
con voc!' gagliarcla, c lasciarla a p()co a poco t'tlorit'e; e tall'hora comit.lcilrc,
i, lìtrir.' ('(ìrì \'(ì('L l)iitn(ì. r'1 tì I)(ì('() iì lìo((ì ar \'iVlIla. DL\'( s:ll)ef l,asslggiale
à salti, à contratenrl'ri, et a scsquialtcre, devc conosccre i luoghi molto ber.re
chc r.icercono i passaggi, rlevc par:tirsi cort giudizio, e terlllinafc à tempo cot't
cl'ricanta seco. <ì suc'rna. I)cve altralncnte calltare in chiesa, altt'antelrtc in (la-
1tera, altrantentc all'aria. sì di giorrto corttc di nolte, altramcnte Lln lllottetto,
altranrer-rte una Nllessa, altralncntc un falsc'r borclone, rrltratttentc ull'afiÌ et
l.ravcr à ciascuna cli dcttc ctrsc r.rrotivo, p,rssaggi, e stile c1iflèret'rti cli rttoclo,
chc si conosca 1'artifìcio et il saper clel Cantarc [cc. 201r.-202r.].

Non può n'ìrrncare Lrn riferimcuto agli strumcntisti chc hanno il compito di imi
tare la voce Lrmrìna:

Hora, tutte, <ì la ntaggior quantità clclli sopra scritti concliziot.ti, clevc haverc
n.reclcsimamentc una [r-rntt] Stnrnrentista. che srloni ò Cornctte [colnctto]' cì
Viola cla Cìarrlba. tì Violino, ò ilautc'r, tì {ìfaro, ò simili cl'una parte sola [...1.
Vtro cì che gli strLlnrcntisti da {iatc, hanno di piir. chc clcbbono saperc la
bontà. quanrirrì c varictà clelle lingue. la prcssione delkr strun-rento, ct i1 lortc,
e'l piano q.ILra]ndobisogna; n'ra 1;iir il piar.ro clebbc,no curar del fortc-, con'rc
q[Lre]llo chc scn,e p[crl le Can'rcre de Principi, ct in luoghi cli rispetto, e frr
rnaggiormentc scoprirc i diflètti, c l'eccellenza cli colui chc st-t<tna il che nol'r
avviene sule lìinghiere, p[ed le Cappelle, c dove si suona alla sforzata [...].
I Gli rtru,.,.,entisti cla cc,rde. cc',mc cli \/iola, e di gamba, e cli Violir-ro' hanno à
i cr',nc,sccrsi nella per'lettionc clella arcatà, nclla bontà, polso delf istrì.tnlcnto,
e della corcla unita, ricchezza nella pt'oprictà et in squisitezza cle passaggi e
ni:l rrenrokr. nello stliscio, c nella lrrcilità e sccLlrezzil clcl lir-arc. Qltrcllli dcl
Icgtct, e dcl Cimbalo, e clcll'Arpa, si scuo;rrono nella dt,lcezza, prolltczza,
politezza ct agilità dclla rrano, nella cccellenza de1la fantasia ncl sonate con
96 Rti(ìol.tl l,Iitì tsrN SIJoN;\tìli I Cr\N't'A Rl:

nlusica allegra, e colrtrlìponto da Maestro sopra LÌn llasso e tltezzo lpassa-


nrczzol, una Cìagliarcla, una fuga, un czrnto lernro, c simili cose. QueJli del
Trombonc, si sclropror.ro ncl tirar giusto, ncl sonar clolce, nc1 fuggire il buino,
e nell'imnritatione della voce humana bassa, si cr»ne il Cornctto nell'alta. ncl
sonar mezzo tlrono. e tuora cli tuono quando bisognassc [...] nelf intitazione
dc'lla voce humana puerile, ncll'isquisitezza, c varierà cle passaggi, nel tencrc
lo strutlcuto con grazia c non sconlporsi pur-rto sonanclo et altre parti molti.
E fra tutte lc cosc, che fanno conoscere il sapere, o I'ignoranza di cl.ri suona
(limbalo, lcuto, et Arpa p[crJ ordinaric'r, è i] sonar con Maestrevole artificio
ur-r'opcra partita cli Corlpositore ecccllente, e specialmente all'irnProvvisrr.
Dove si scuopre la dolcczza, prontezztr, ;»ulttezza et agiìità clella nrano, la
qualitrì e varietà de passaggi et il giudizio, colr cr-ri senza oI-fesa dclla con.rpo-
sizionc' il sonatore r,à aggiungcrrdo all'opera dc suoi pensieri, e capricci ct,n
nraniera. c con gràzia itriìli, i tr:emoli, il garbo della vita, et altro. Lcc.2O2r-
202t,.)

Seguono infine altre interessanti istruzioni:

scnclc', che non dcvc asson-rigliarsi I'allegrezza cl'unbpera ecclesiastica, all'al-


lcgrezza cl'un opra lascir,a; né la n.restizia d'una lamentazione, ò A,lessa cla
nlol-ti, a q[ue]lìa cì'un lascivo appassionato; r.ron l'aria d'una Canzon francese
alla \/illanellai nc la pietà dtna lanrentazionc di llyc-remia al falso bordone,
né il n.racìr'igale cleve parere aria semplice, e cosi vaclasi discorendo [c. 20]r.1.

Hcrra dico all'Altcz.za sua che gli struntentisti che suonano tutte Je par.ti,
come (linrbalo, Leuto, Arpa, Tireorba, Cetera, Chitalra alla Spagnuola. <ì
pfcrl dir nreglio Viola, har.rno a londarsi nella dolcezza, facilità, e terribilità i
tlella nrano, nclla galar.rteria del drto e del rcnrolo, nella bontà clella fanta-
sia, nella ricchezza, e varietà cle passaggi bLroni, ncl buon garbo di tener la
vita e lo strumellto in mano, ncll'isqLrisitezza dello stile, c nella prontezza c1i
sen'irsi clcllo strLrnrento chc suonano, nra sop.[r]a nroJtc cose, clel giuclizio
neJ sapersi conccrtare con chi suona strllnlcnto d'r,rna parte sola. ò con csso
loro canta, p[er]ché in q[Lrelsto caso, non è si gran maestro, chc non urcr.iti
loclc r-rel sapcr far l'ufficio cli scolaro, sonanclo, schietta con tenlp() giusto, c
politanrclrtr. tutte le parti, nlentre l'altro suona, cì canta poco, e tacendo q[r,reì
llo, tttoversi con maniera gelttilc a qual'chc cosrr piu tosto vagiì, ecl artifiziosa
p[er] accr»'npagnarlo Ic. 201r,.1.

Dltrante il Cinquecento, ncl campo clella rrusica vocale, i più abili cantori orna-
vano le austerc polifìrnie cli Adriano V/illaert, Orlando di Lasso, (ìiovanni Pierluigi
cla Palestrir-ra ed altri conrposirori (n-rcsse, mottetti, rnadrigali), e i brani ;riir celebri
veni\rano trascritti anchc in versioni strurrentali, s1-lccialmente pcr f]auto, cornett(),
«Plllì() Cl V()I-Ir PACIl:NTlr\» c)J

rriolit-ro, r'iola cla ganlba, trorlbone. fauotto, iiuto,


ccnrLraJo e organcl. Qui r,edia-
ad esenrpio la palte cli canto del madrigale Anc'bor cl..t,cr.t'lparlirc di Cipriancr
r.ì-ìo ì

i
cle Rore, uno dci brani piir noti delÌ'epoca, nella velsione diminuita da Richardcr I
I

lìogniono:21 I

Ptrlorucon ogni fgntdi

Ncorchcrsl p:nirc

ffiffi

---.P.._-?,_
ìii fJ (r-*-
*------ ?1_J

ETI+iX''J
&r11:=

Iì,tr.t t,.itt»rr R()(ìNt()N(), Pttsttggi,1592, p. 11.

21. lìl(.tt,\RI)O lù x;Ntoxo. /)rr.i.rrr.qgr, 1592


9E lì|(ìOLL PLIì BIIN SLIONi\Rlr Il CANTr\lì.I:

QLrcsta è ur-ra tipica dinrinuzione sulla prinla parte, cioè quella superiore di
soprano. L,a diminuzione <<alla bastardar> era inrrece un tipo cii cor-nplessa elabo-
razionc chc non si occuparza sempliccmente di ornare solo una delle voci della
composizi«rne polilonica (di solito la prescelta era la prirra), ma passava attravcrso
tuttc lc partiutllizzando la corrpleta tessitura dello strumcnto interessato - i1 chc
I)r!'su[]l)orì('corìosccllze lrcrlt'ttit tJr'lla t'ornposizionc - scnza c()nìn'ìettcr(j cl'rori.
Per gli interpreti l'csccuzione rappresentava dunquc una applicazione crcativa della
prttpria tecnica a ulla composizioue, opprlre si risolveva in una completa trasfornta-
zioue (una parafrasi) dcll opera interpretata. Possiamo vederne un esempio nella
scrittura virtuc'rsistica del liutista (iiovanr-ri Antonio Terzi. Egli si fece p.lrticolar-
mente apprezzarc nclle trascrizior-ri intavolate di madrigali, canzoni e mottetti: i
sr-roi arrangiatrcnti hanno il pregio di non oscurare mai la con-rposizione originale
e sono notcvoli per la brillantezz'à delle figurazioni rapide. Terzi, ricollegandosi alla
sccolare tradizionc clcl duo liutistico, affida a un liuto il compito di suonare il testo
origir-rale polif'onico nclla sua interezza e all'altro qucllo di diminuirlo alla bastarda.
Questo breve esempio è tratto dal Controponto s(.)pra Vas/iua i colli:

it::i

: l.].1
-:-:-l-l-:-..1e , I -t-r.a
4 1

t::::::
,r,,,,,,,,,, ..':::::*-
(ltor',,txx t A x'tt rx lo' 7' Lx'1.1, l n t d t'ct l,t / t r rd rl i h ut t o, 159), ;t. 20.
"Pìrll()
(.1 \I()LL I)ACIlrN'llA" 99

Lintavolatura di opere l,ocaÌi strl lir-rto (e anche sr.r altri strr-rmenti) lx)n cra affat-
to considcrata trn'attir.itiì secondaria: a vc,lte il valore degli strunrcntisti si misnrava
proprio dalla loro capacità di restitLrire il scnso della polifbnia originale conser\rall-
done la chiarezza e aggiunger-rdovi tuttavier qualcosa di persor-rale. Vincenzo Galilei
avcr,a infatti cot'rsigliato:

quanclo vorrcte intavolare qrral si roglia cantilena, essaminate pritna moltcr


benc c1ua1 sia stata l'ir.rtenzione clel Con-rpositnlc cli essa, et cli poi ccrcatc c()n
il vostro sano giuclizio cl'ir.rter.rcler not'r solo qLrello che dice, ma bcn spessc',
qucllo chc ha volr:to dire.2r

Ancl-re ()razio Ilassani 'della viola' fu uno dci nraggiori interprcti dccliti all'arte
clella diminuzione alla bastalda, in questo caso sulla viola da gamba: si lrossono
vt'rlerc,rlcuncr'l.ll. srrc creazioni irr utr tttant,sr'ritto conser\'1lt() rì Br,lt,gna. datato
1621.)t Dcl1626 è invece trna raccolta di Vinccr-rzt'r Bonizzi. che di Orazio Bassani
era st.ìto allier,o.2(' Si può cor.rsiderare anche pcr viola ur-r n-radrigale diminuito da
Angelo Notari: Bc,rt tlui si ltostra ll cicl cli Cipriano dc Rore,27 del clLrale così dicc
Notari negli ,<Avcrtimcnti sopra le seguenti Musichc>>:
Sopra il N,'laclrigale di Cipriano di Rore, Bcn qtri si r.t.rostra, htì fàttr. i passlggi,
non solanrente pel cantarli sopra à cluel basso; ma per sonarli anco ccln Ia
Viola.

Si tratta infatti di 1-.,assaggi concr'1-riti in n'rodo tale che possano essere cor-rdivisi
sia cla una voce sia da uno strul'ìlcuto che imiti le voci, come vediarr-ro nella partc
conclnsiva del brano chc chiudc la pr-rbblicazione:

2+. \'lN(.tNZ()(ìr\l.ll.tt, lrottintrt.15(rE.Pcrilplcscntclavoroòstatacr.nsultrtrlrsccondac.lizic,nc


anrpÌiata pubbJicata a Vcncziir, r\pprcsso ì'Hercdc di (ìiroLanro Scotto, 15ti.1. La citazionc ò tratta rla
p..ls.
2r. IrtÌ,\N(.ls(.o N,I,tttt,.t B,,tss,txt. Lt:trtttl Ji Oon/rupVltt/o. 1621 .

26. \rt\c!.NZ( ) Il()Ntzzt, tllttnL rrpcrc li lit,crsi atr//rtri. 1626.


27. Alt;ttt.r ) N( )1',\lì1, l)ruttt, tlrr.sithc rtuouL'. l(rl).
100 Iì|(ìOLE PÌìR tlilN SLI( )Nr\lìlr Ir CANI'Alll

'-
?-T
:::1-:]]]:::],_::

) ,-..---

ri,Ù
; '1?-é
2 'p

Axr;lt-rl 1\or,\RI' Pritnt' nturttbc ttuttuc, 1611, p' 21 '

secolo iniziava quindi dopo che era stata già prodotta una scrie di testi
Ii xrrti
in graclo cli cojificar" ..girl" precise per I'arte del dimir-rr-rire all'improrrviso e di
tir.,"1i." moclelli (chc si consigliava anche di mandarc a memoria) di sofisticata orna-
r-nentazione per ogr-ri tipo di intct'r,allo, ascendente o discendet-rtt:, e per le cadenzc
appcna citato sono certamente
iriù usate. Con 1'eccezione clel madrigale dirninr'ritcl
significative le cliffercnziazioni a secor-rda della destinazione vocale o strttmentale
.l"l b.",-,u c clegli stili pe rsor-rali e locali; abbondano inoltre le escmplilicazioni ;rra-
tichc floriclarncnre cliprinuritc dialctrni notimadrigali c» chansorz degli ar-rtori allora
r.r-raggiormente iI voga.
«Pllì( ) CI VOt.lr PA(lIl-l"l'IA, 101

l.lIl Seicento in Italia (e non solo)

(ìon ogni probabilitrì, quando i buoni cantori intendevano diminuire ognuno la


propria parte in uua composizionc polifonica, ave\rano cura di mettcrsi preventivx-
nlente .l'accordc, ondc evitare quclìa confusione e ror,ina del contrappunto t-rcrnché
qLrelle clissonanze insopportabili che si sarebbero inevitabilmcnte prodotte nel cascr
di diminuzioni simultancc in più voci. Allo stesso modo colui cl-re cantava la parte
piir grave cloveva aver cura di limitare la sua tessitura, non andando a invaclere il
registro del tcnore, e assicurando sempre alf insieme la continuità di supporto della
linea del basso. Dice iniatti Scipione (.erreto:2S
Lr nessun nroclo cleveno lar climinuzioni, r.ré passaggi, perché con lo clinti-
nuire le notule ne suole nascerc granclissin'ro clisturbo con l'altre parti, che
cantano, essenclo che occupano, e non lirnno scntire quanto è di bello, e
cli buoncl dentro di qLrel (-cncento anlronico, anzi che più tosto c,tgionanr.
confr,rsione, e qucsta licer.rza di far passaggi si concedc à Cantori di Basso,
all'hora. quando cantaranno so;,ra rl'alcuno stromento con un'a]tra voce in
compagnia, acci<ì ar.nbeclue ;rarti habbiano più spazio, e luc'rgc'r in qucl cot.r
cento cli iar irassaggi, mzr hor lìrna, hor l'alra partc scambievolmentc, &
questa rcgola, & osservanza deveno tenere i perfètti, & eccellenti Cantori di
Basso, & ancora ogn'altra voce car.rtabilc.

c piir oltre:2')

perche la 1,,rrte dcl Basso bisogr.ra, che dovc si 1à la cadenza stia soda con
Ia voce, rì al prù toccar queìla notula con uniì Lrttiì\'a sott(r, accioché le par:ti
estreme poss()no cor-r piir leggiadria climirluire, r passisgixrc, tanto più chc
cluelli hanno 1'riu conrmodità di allargrrrsi, & inalzarsi con le consonanzc
nraggiori, ìe cluali sono necessalic à clistribuire à ciaschccluna cadenza, ar.
vcrrtendo a tutti i Cantclri cli Basso, & a qualsivogl'altra roce cantabile, chc
volenclono lal passaggi si rlcbbano 1)ortare graziosi, e leggiadri, & anco farli
con quella ecceller.rza n.raggiore, che si potesse dall'intenclenti desidcrare.

Nell'epoca piir arcaica la funzione della diminuzionc improvvisata era piutlo-


sto cluella di contraptr-rLrntare la voce principale, costruenclo una voce par:allela,
trìentre durante I'epoca del basso c«rntinuo la linea del basso, con Ia realizzazir'tnc
ir-r-rpro,,,r,isata degli accorcli, n-ìette\Ia in evidcnza 1'aspetto verticale della scrittttra
piuttosto chc quello orizzontale; ciò fece sì che la climinuzione assumesse semprt:
2E. S(ttpt()NI- (,t.titìL:ttr. l)cll'ttrhr,rc rtrr.;italL',l(rt)8: oDelìi cantori rli [ìasso, Ilsposit. V. Iìcqo]a rlc'll,rssi
ctrnrc sr tlclrbian() l)ol'tll|c in crtntiur l',tt'tttottia», p. 19.
29. l hiJ.:..;\r'r,ertinrcrrlo. chc .lcveno havcrc tutti i (,anrrrri».
102 IìL(ìOLl l I)l,lì BI-N SUONi\lìlr L Cr\Nl';\lìlÌ

piir inrplicazioni zrrmoniche, aggiungcnclo al testo scritto anche il nuovo saporc


dcllc disson'anzc. Lc lir-rce melodiche 1:lLriclc dei passaggi subirono via via sviluppi
c«rn ritn-ri pruntati di ucnere trocaico (- U) o gianrbico (U che enfatizzavano i
'sospiri'c i vat'i selltillt:uti esprcssi nel testo cantato, mentre-)u1l lruovo vocabolari()
di ornamenti brevi \renne introckrtto per essere usato srì quelle notc che esprin'ìeva-
no parolc particolarr-t.tclltc cspressive. Questcl nuo\ro stile viene docuntentatcl lrer la
lrrirrra volta nellc l?cgolc di Ilovicelli i5L)1), ma le novità di cui si è parlato \rcnnero
sviluppate attravcrso f influenza clella Camerata lìiorentina grazie alla sua insistcr.rza
sulla declar-r-razione ed espressività dcl testo e a quelìo chc ò da considcrarsi il sucr
vero c prcrprio nranifesto: La Nuouc Musicbc cli Giulio Caccini.r0 Lcggiamo alcuni
brani .ii qi,"r,c, lbnclamciìà]. i.:il, ìjlti'iì-rri,iJrrì,-e «Ai]ettorir, 1,1,. [t :l),
.Nla ora.,,eggendo anrìare Att()rno nrolto di esse lacerc, c guaste, & in ol-
trc nlalanlcnte acloperarsi quci lunghi giri di voci scnrplici, e cloirl'ri, cioè
racldoppiatc it'rtt'ecciate l'una r.rcll'altra ritrovirtc' tla me ;rcl isl uggire cluclla
antica nranicra di passaggi che già si costunrarono, piir propria per gli stlu-
nrenti cli fiato, c cli corclc, che pel le roci, & altrcsì usarsi incliffcrcntemente ,

il cre-scere, e scr:malc tlclla vocc', l'esclamazioni, tlilli, e gruppi, & altri cotali
onramenti alla lrrrc,r-ra nraniera cli cantare cle]la r,oce; sono slato ncecssitato,
& anco tnosso cla amici cli far istan.rpare clettc rric nrLrsiche: & in clucsta
plirna it'npressione cc'».t cllrcsto discorsc, à i Lettori nlostl'Lìre le cagioni, chc
r.n'indusscro à sinril nroclo cli canto per una voce sola.

c 1-riu oltre:
n'raperché di sopra io I'ro detto esser nralamcntc adoprerati que i lunghi giri
di voce, è d'avvertirc, chc ipassaggi nc»r s(rno stati ritrcrvirti per che siano
nccessarij alla br-rona t-nanicra di cantare, ma crcdo io piir tosto per uniì ccrta
titillazione à gli orccchi di quclli. che nrenc', intcndono, che cosa sia canrarc
con afletto, che se cicì sapcsscro indubit,rtanrcnte i pa55xggi s,rrebboncl ab-
borriti, non esseudc, cosa più contrafia di loro a1Ì'affètto, onde per cicì hcr
dctto uralanrer.rte adoprarsi quc' lunghi gili cli voce pcr<ì che cla mc sorro srirri
introdotti così 1>er scrvirsclre in quelle r-r-rusichc meno aftfettr-lose. c sopra
sillabe lunghc, c non brcvi, & in caclenze finali.

Siamo dunque cl-riat'amcntc di fronte a una reazione estetica: nella pratica di


Caccini e della Canrcrata si rifugge l'antico stile clirninutivo del Cinquecento e i
passaggi vengono oùTizzati soprattLltto sulla pcnultima sillaba dcl verso, ir-r nrotkr
da non oscurare la comprensionc dcllc parclle: anche qucsto scnlbra esscrc un pr()-

10. (ìttrt-t() (.,\(.(ttNI. Lt,,\tror,,' ltltr.ttcl:c. 1602


. PLIì(l (l I VOl.lr l)A(lIl-N'i'l r\" 103

cedirnento antesignano dclla più moderna cadenza. Lautorc - scmprt: nel corso
delf introcluzione che preccde le pagine n-rusicali numeratc - insiste rlolto sul modo
affettuoso cli cantarc, conformemcnte al senso del testo, c strlf importanza del <<cre-
scere e scen-tirc, clcila rroce insieme alle <,esclamazioni>>, stigmatizzando I'operato
c1i qucl tipo di musico

che lcrrnratosi una nranicra cli cantare (r,erbigrazia) tutta affetttrosa con uniì
regola genelale, chc nel crcsccre, e scernare della voce, c ne1le esclarnazioni
sia il fonclarrer.rto di esso affctto, semprc se nc scrve in ogni sorte c1i musica,
non cliscernenclo se le parole il richieggono; la dove coloro, chc bcne inten-
dono i concetti, e i sentimenti clellc parole conoscono i nostli difetti, e sanno
clistingtrcre ove piir, e nlelro si richicggia esso afletro: à quali si deve procu-
rArc c()11 ogni stuciio di sommamente piaccrc, e pregiare piir la lode loro che
1'applauso clcl vulgo ignorante; Qr-rest'arte non patiscc la mediocrità

Caccini chiarisce cosa sia chiamato <<trillo» e cosa sia invcce il <<gruppo» cr
<<groppo>>, danclone una definizione che in ltalia rimarrà valida pcr quasi tutto il
S(]Co]O:
6rup5c.

E:"ifir}r:ffit§§§§lffit§§§§§§Èl
(ìlLtt.trt (lact:tNt. Lr Nttot,t, lvlusit:ht. l(r02, prciazioneAi lt,ttori.p. 14)

e fcrrnisce altri chiarimenti sul nuovo stile esccutivo:


r-relle scnribler,i, nclle quaJi hahdrà pirì luogo, il crescere, e sccmarc della
\roce senzà usar lc esclanraziot-ri: intenclendo pcr consegllenza, che r-relle n-ru-
siche ariosc, cì canzonette à balh in vece di essi aifctti, si clebba usar solo
la vivezza dcl canto, il quale suole essere trilsportato dall'aria istessa, nella
cluaJe ber.rcl.rc'talora vi habbia luogo qLralche esclamazione, si tJeve lasciare
I'istessa vivezza, e non lxrrvi rrffctto alcur.rcl, che habbia clel languiclo. 11 per-
clr. noi \enllhiiìrno in cogrrizit,nc quilnto sia nttt'ssrrio Ptr il nrtrsico Lrrr ecr
to giucìizio, il qtrale suolc prcvalcre tal volta all'artc', comc altresì possianrcr
ancol'a conoscerc dallc sopra scritte note quauta rraggiol grazia habbiano
le prin're qLrattro cronrc sopra la seconda sillaba della parola, languire, così
rattcnute dalla secor.rcla cromrì col punto, che Ie ultinrc quattro uguali, così
.1. s.'ril t(.' lrr.'f t':t'tnlrio.

:arFf 4§q--iF-:::r*
=+d:CJ=E:F+F1*:;
(ìtut.ttr (l,tr.r.tNt, Lt, Nur.tt,c,Nlusicl.,c. 1602. plelizione rtt lcttori, p. L1)
r0.+ IìL(ì()1.J] PLII BIIN StlONAlìL I- (lANl'A Rli

In nrusica lir.,sprezzatllra>>, col'ìle la chiama l'autorc, equivale al]'imitazionc clcl-


la lingua parlat.r e cleclan-rata, nella cluale le sillabc non sono tutte uguaìi ma vi e:
una coutillua alternanza di sillabe iLrnghe e brevi. LinegLragliunza plosodica ò per
Caccini un elcmcnto essenzialc del1'espressione: dovremo riflettere attcntalllente
sull'influenza c1-rc questa prarica, insier.r-re a quella di trillo, groppo c altri piccoìi
orlt2ìllellti intctrno allrt nota - prefe riti rispctto ai lLrnghi passaggi cinquecenteschi -
ebbe in Francia all'inizio del secolo XVIl, cltranclo Caccini soggiorncì coll tlrtta la
stra far-rriclia a Parigi, alla corte di Enrico I\/ e À,{aria de' Mcdici. Tale soggiorno si
svolsc clall'c'rttobrc 1(r0'{ al n-raggio 1605, ed ebbc una vasta cco sia in Italia che ir-r
fìrancia, clovc lc nuo\/e tenclenzc musicali importate dal cantore romano e dai suoi
fimiliari (mtrsici anche loro) prcsero subito piccle.
I t.ruor''i modi di abbcllirc \rcnnero conosciuti c in seguito diffusi anchc in
(ìernrania per il tranritc dei trattati cli MichaelPraetoriusrl e di fohann Andrcas
IIerbst,l2 che r-r'rostrarono alcuni escmpi dei nrigliori ornamenti italiani.
La clinrinuzione nc'llc parti solistichc obbligava ovviirrnente chi si trovava ad
acconlPagltarc alla tasticra a r,rn atteggialllento piuttosto prudentc inrrece che spre-
giuclicato. (,osì si esprit-t.tc l-udovico da Viadana, considcrato da sempre, se non l'in-
\relltorc dcl basso continuo, per lo r-r.rcno colui che nc teorizzò i1 princil-rio, ncll'ar,-
vettilr-ìent() «A' bcnigni letfori>> prcmcsso ai suoi Ccnlo cortccrli tct'lcsiaslit'i:
(ìhe I'()r'ganista sia in obligo di suonar scrrplicenrente la Par:ritura, & in par-
ticolare con la nran cli sotto, & se pure vuole fale qualchc nrovir.r.rer-rto clalla
tnano cli sopriì, colllc fiorirc lc (lacler.rze , o clualchc ì)assaggio à proposito, ha
cla suonarc in nraniera talc, chc il cantore, (ì cantori rlon vengauo colrcrti, cì
conlìrsi dal troppo movir.nento. Il

Anche Agostit-to Ag,azzari nel suo Dcl .wnarc sopra'lbdssr., cotr tutli li slrrtntt'ttli
richicde r.tna sclbria rcalizzazictne del basso continuo quando si accornpagnallo c.lll-
lallti o suonatori chc ir.nprorrvisincl diminuzioni:
suonando I'c1>era più pura, e giusta, che sia possibilc, nor.r passeggiando, cì
lornpenclo r.nolto; nra sì bene aiutar-rdola con qualchc conrabasso, c fuggcn
do spesso le voci acute, perché ()ccllp2ìno le voci, nrassime i soplani. ò Ialset
ri: ckri'e è cla avvcrtirc di fuggilt pcr quanto si puolc, quel nreclcsinlo lasro,
cl'rc il soplano canta;nt1 clin.rinuirlc) con tirata, per non far quella raclcloppicz-
za, et oflbscar Ia bontà cli detta voce, ò il passaggio, che il buon canranrc ci

Il, \1 l( tt l.\t-l- I)H,\u tt rRt t.tS, .\1 n Ia gnt a,\1 tr t ic'r r ttt. 7674.
i2. .l()t 1,\NN /\NI)t{l.i\s lll.nttst, l\7u.tic,t ntotlL,rrtt prtr/!it,t,1612.
1). l.ttt>O\'tt:O I)A Vltt),,\N/\. C'tttto crttcL'r/i ccclcsids/ici,1(r()2:«A'bcnigni lcttorì», p.2
.PI,,.R.) (.1 V(.)l.ll PA(lll:NTIr\" 10,

1a sopral tr)ero è buollo sr.rollrìt' assai stretto, c grave.ll

A p. 9 Agazzari dedica una frase anche al violino:


*
Il violino richiede bci passaggi, distinti, e lunghi, scherzi'r{spostine, e fu-
ghette replicate irr piir luoghi. affettuosi accunti, a''cate rr-rL,tcj gruppi, trilli
& r'.

Sc è facile clcfinire cosa siano i gruppi ed i trilli, oppure riconoscere nellc r.fu-
ghctte replicate, scherzi e rispostine» r,ari tipi di dir-ninuzioni e perfidie imitative,
non altrettanto semplicc è spiegare cosa si intenda per <<arcate mute>>. Noi credian-ro
si trzrtti di una tlcìle primc tcstin-ronianzc scritte delle legature chc gìi strumcntisti
cl'arco a voltc lacevano nel suonare note vekrci (Richardo Rogniono nel 1592 aveva
già indicato chc a volte si dcbbono .<far due l-ìote in unArcata>>). Ce ne dà confe rma
l'acccnno agli ,.accenti rrutir> di cui più avanti A,gazzttri parla a proprosittt dcl legato
sul liuto, quar-rdo cioè si suonano clue o più notc con una sola <<botta>>. -
Gli Affctti Spirituali cli Dor-r Severo Bonir-ri contengono un <<Atrtcrtimento ai
Sonatori» che ir-r-rpor-lc a coloro che esegnono il basso continuo ulr rlttcgg;amL'nt()
sohlio r'privo cl i stt,l,tzzi:
Ar,vertischino quelli, chc suonzrno il Basso continuato, di Sonarlo senza di-
minuin,i sol)ra, conlc ancora di non lo grupireggiare, perché aÌtrimenti fì-
cenclo, r,errebbono à confonclcrc, è coprir l'affètto. e la grazia del Cantore,
laqualc consiste in uno iscemare, & in ut-ro accrescer di r,oce talora accompa-
gnato clal trillo, c dal grLrppo, e da qualchc dinrinuziolrc di Irote.r5

Un'ulteriore interessante e colorita testimonianza del rapporto tra solisti c ac-


colllpagnatori alla tastiera giungcrà ancora piir tardi da Ignazio Donati:
In qrrcsta sorta di Car.rtilerre di Voce sola non si cleve mai Batter battuta.
nra scllo attendere à Cantare , con misura Larghissima possatalnente, cc'rn far
quclli afletti esclarnazior-ri, di crcscere, e rrancar la Voce à tutto suo potcre,
con rinfìrrzare la Voce à suo lurogcl è ren'rpo: è non cantar con ansietà cì Ti-
nrorc. Perché il Signor Organista, r,ede nc] suo libro tutto quello, chc dicc' il
Cantiinte, & sc ancc'r aggiuttgcssero alri 1',lssaggi sell1.,te .lsPctterà, & clarà
tempo con il suo scruare, cli ben fare. Percì ci vole pacientia.l('

*Nel 1(r09 abbiar-no ull nuovo contributo nel campo dei manuali per apprendere

3J. r\(ì()sltNo At;,tzz..tttl. l)Ll soturt v,pru'Ihtssr,, 1(r07, p. (r.


lr. Sl.\'Ltì() li rxtxl. tllli'ttiSpiritttirli.1615. partc (lcl Basso (lontintrato, p.26.
16. I(ìN,\Zl( ) l)oxrit'1, ll sttottlo lihro Jt, tttttlt,/li, l(rl(r: «Avcrtirrcnti pcl ptttcrc inscgttarc>>
106 Iìlr(ì()Lll I)lllì tlllN SLIONAIììl Il (.4^wl'ARÌ:

I'artc climinutiva neltrattato cli (ìior,anni Battista Spadi da Faenza. Si tratta di r-rn
nrctodo p'riuttosto facile e destirutc, ai principianti, che contiene din-rinuzioni ;rer
i vari ti1'ri di intcrvalli asccndenti e discendenti, esenrpri cli caclenze c nradligali cli
(ìipriano cle lìore già diminuiti.rT
,\rrch,-' il toscanr, Àrfrg,rll_-B-ttrlrclli ptrhhlic,r trn trretodo r aliclo per i plincipianti
perché facile e graduale, che contier-re esercizi a due voci e clin'rinnzior-ri sLrll'aria di
Iìtrggcro. Ilrunclli riprrcnde inoltre ilgusto di Cacciniper l'ineguagliar-rza prosoclica
nci passi di cror.r.rc.ls
Dcllo stcsso anno l6l.:[ è l'intcressantc raccolta ad opera di Bartholomeo I]arba-
rino da Fabriano, detto'il Pesarino':.1/ stccttrdo libro tltlli ntotà\1.1,e laraiieristict
cli qucsto libro sta nel fatto che i mottetli vgngrrno lìrcsentati in una doppia versio-
nc cl.re appare neÌle dLre facciate poste unrì di fronte all'altra: la prinra c\ scnrplice
c la seconda è dinrinuita. I1 perché di questa scelta è illustrato dall'autore stesso
nell'iniziale avvertinrento ai lettori:
Pcrche ho intcso cla nrolti cl'rc ncl prinro 1.ibro cli l\'lotctti. chc già diecli alla
stampa pcr cantarsi da trna r,occ sola, r,c I-rc siano alcuni cli cssi, cl-rc t'iescot'rcr
diificili à potcrsi cautarc cla chi non ha dispc'rsizione di passaggiarc. Pcr tantc'r
ho voluto in qucsto sccon.lo tar Ia parte che canta in clue n.rodi, e scnrplice
c passeggiatzr. La sen.rplice per quelli che nor.r hannr', disposizione, & pcr
qLrelli che hannc', contrapunto & clisposizione, che cla loro meclesimi potriìn-
no filrr.nare i passaggi, e I'altrc circ<»rstanzie, che si richiedono;rer la buona
nraniera cli cantare. La passaggiata poi, pcr quclli clrc havcnrlo disposizione
r-ron hanr-ro contrapunto cla potcr lìrrnrarc la dinrinr-rzionc colrlc rcgolannente
si cleve.

Nella brcr,c raccolta cli Balbarino appare arìche un celebre nraclrigale di Sigi
smondo cl'India (Quclla u,r'nnigltd ro.rz) nella versjonc 'trarrcstita' cou tcsto sacro (O
g/oriosa Donttttrt cxcr'lsa). Ne vedianr«r qui di scguito sia la partc scnrplicc sia quella
diurinuita dall'autorc marchigiano:

)/ (ìt( )\',\\\t lJ,t t"l ts t,t St,,ittt, /.21.:r'r, tlt' passttggl.16l)')


l8 Ax tr rxlt r Lltttrst:l-t.t. \',urt:i t'scrct:it,1611.
" PLIÌÒ
(l I \I( )t-E l)r\(.11:NTì r\" r07

lì,r nt iu r

' '
\.rt o gioriofr '
,.----!---
t-t.,tr-,{

-t.I.".t:. ,r,

Ilrlicbiic: c5li

--'--''-T-*"-
gi.!: vitam dlter
--L..i..^'.
--'fl_ì_l

-S-*-.*--q
fr! ' eo ifil lltu it l"nrpircrnr in Grnpietrrrr, l;1ulr. , .

ffi f f,t:i*td=i:t,[klXt*f
i)
f ]:ll,$*l;{"i:ll==,=
i, it

IJARIIt()ì.()\11,() BARIIARtN().ll .rcu»ttlo lihro tlclli ntotc/ti,l(r1-1, partc tlel canto, p. -lt).
RI:(ì()LU PIìlì llllN SUoNAIìl- L (-AN'fA Il Il

F.rffrsgi'rto.
to

Itrr*{sff:$Hiɧttt#tr
'
cloiio É .: §o ,*tu5 Lr..ti .
rrp.,

e§r- ---'-"!'-'* .fisII,


rrrdc la&:0i frcro lesr{li le

F!li$.t.fll IIIlrf *1,


P#ffi +]I${rtIIlH
F i,},

r#Ilur-ryt3 $; i l&+l&S tr$.ffi 3 t$iffi


g'ii,r,r r,l$rl *
s._-+-l}1_-:-*.. *,trt,t$m;.{ ${{ff I rm$l lrult $lilltr* ;
El SII{I,I$IÉS{S}, {$ rr$}È*S&i
dc le d: ,li fa cro v be rc lr - fri

§ltll{It,tdry{:li §l&:tr-ilf I.I{{U: I,a,r.=i:.=.=,§:i

r!,ri+ilithr qt;t lllJ{,,i'1'$$,;iit;t*f;t{J I{r*:


' lr$ tri ifii quod Eua ,.itii. ìiJ ftulir tu reC-

fit.rrrli&Il t, {ffi :illl[::t:i] rll:r1


I§.l
I ir t t I i*i,[

§!;r*i*{&}$I{*1.t+t.i=,l.ll{.{*ri r',$,{:,i {t{:{ ,$.i{lr,I

§!:lt.§ {:l!1::_Jlx{:f11**l{rl;:l:{,t I} r:f,l*d-t;::i


jlre firl;rlcq à.,ii f.rr firr- i1 f:&; rr ì1

lJ,.tttrttCrt.oltl() llARrJ^RrN(). ll sctrnrlr, libro tlalli ntott,tti,1614, pxrre (lcl canto, p. )0.
«PI]]ìÒ CI \IoI,II I)A(]IIINTIA» l0c)

Anche Lrn secolopiù tardi qucsto attcggianlento didattico - unito a un intcnto


chiirrar.nente commercialc - sarà alla base della pubblicazior-rc, fuori d'Italia, delle
sonate dellbp. r' di Corelli con gli ornamenti attribuiti all'autore, delle .lcruata Mc-
tolicht:di Telemar-rn e clialtritcsti simili di cui parlcremo in seguiro.
ll 1620 vede la ristan'rpa (ma è la sola edizionc oggi conosciuta) di un fonda-
,,.i.ltr1" trattato: la.\clua cla uarii passaggr cli Francer.o'iìogr,.r,-,i, figlio cli ilicharclo
Rognittt-to, r'iolinista, capo dcgli strumentisti clella corte ducale di Milano e maestro
di òappclla prcsso la basilica cli S. Ambrogio della stessa ciuà. Qr-rcsto rests, assai
e:stc:so rispetto a quellc che erano le consuetuclini dell'epoca, a causa dclle enormi
spesc che sj rendevano neccssarie pcr clare alle stampe simili pubblicazioni, c: diyiso
in duc parti: la prinra dedicata all'arte del cantare k<Cosa ancora utile à Sugnatori
pe r imitare la voce huntana>>) e la scconcla agli strumentisti, cor-r regole c raccoman-
dazioni specifiche sia per gli strumcnti ad arco cl-re per quelii a fiato. Esso contiene
nut-ttcrosissimi esempi di dirninuzicx-ri su tutti i tipi di vaiori e intervalli, su varie
cadenzc, salti ascendenti e cliscendenti, finali, parti di basso e anche varie elabora-
ziot-ri assai sofisticate di cbansou e madrigali diminuiti sia per Ia voce superiore sia
da suonarc alla bastarda. .

Negli avr,ertin-renti posti all'inizio de]la prima parte, Rognoni parrla «de'l portar
de'lla vocer, clsll «acccnto», del <<trcnrolo>>, del «groppor>, del <<principiai.sotto e
§i-ia ,rllc not§-d"ll. -csclamazionir, .lanio'r.,rrp."'"r.,rpi chiari cii ogni cosa.
m;pa;,iver racc,x,anclaro, ncii'esegLrire din-rinuziori, di lc quinte ,r'i" o,,r,,"
parallele col basso, l'autore fa un'osservazione riguardante "r,ita."
la corretta maniera di
portare la fine dei passaggi in cadenza che ci sembra di rilievo:

bisogna lernrarsi se,lpre solrra Ja penultirna cli quaì si prassaggio, &


in particolar sopra il l'riilo, ò (ìruppo per llon dal subito'oglia
in queiia
dell'ultinra, perche sarcbbe di disgusto alli ascolrar.rti.r') . ^sptezza

Qtresta t-rota ci ricorda la raccomandazione simile di tsovicelli riguardo alla r-rc-


cessità di raflrenare la furia delle climinuzioni nell'avvicinarsi alla nota finale della
cadcnza.
Vi è un avvertimcnto, che chiucie la prirna parte, in cui Rognoni mettc in guar-
dia i cirntanti:

S'hanr. arcora a gt*rrdare cla passaggi sopra parole significanti cloglia, af


& sirnili cose, pcrche i'^,ece dc passtrggi, s'usano fare
ftrnr.ri, pcne, t<.,rnrc-r'rti,
grazie, acceuti, & esclamazioni, scemanclo hor la voce, hor accresccndola,
cor.r r-novir.nenti dolci, e soavi, & tal'hora con voce nlesta, & dogliosa, confor.-

19. [rR,tlt tst.tl Iùx;xrlst, .\,'ltv it'tttrrtr 1ttts1,1.qg1.1(r20: «Avvertimcnto alli llenigni Lcttorio

-
I l0 RIr(ì()Lt- l)LR BJ].N sl]oNAlìt_ l: CANTi\tìt:l

nrc il senso dell'olazione.r0

(Jucst'osservazione scnza dubbio ci ricollega alla proetica di CìiLrlio Caccini già


cspressa nelle i\uouc Musicht,.
La seconcla parte della .\clta cc',nticne dellc pagine che, seppure assai stringate,
sctno da considerarsi menrorabili it-r quanto fra ìc pochissirlre istruzic'rni strumentali
- specialmente l)cr que llo che concerue gli strurnenti acl arco - cli cui disponiamo
ttel xVIì secolo. L'r particrtlare Francesco Rognoni spiega, pcr mezzo di eser-npi pra-
Iici, cot.t.tc si clebba arcl-rcggiare e lcgare duc o piir note (inclusi grr-4rpi irregolari di
notc rlispari), dando anchc isin-rboli clellc arc,rtc in giu (T c()nrc (<rirare») c in su (P
colllc <<polltare>>) chc sono indicati al di sclttc.r (c ntrn al .-ìi soprrr) delle notc:

Hod,r di lilc6gi;r ;g,ri ftromcnt: .1r Archo. ,


aÉlÈÀ-\A^

l--:-lT
itl,,'ffiw
r-T-,,i
1l*rle.<
-

T:rfctti--
/

l.-:.--{_-t

[]R,\\Cl:s(r) Ro(;xoxt, .\r,ltu lt' utrii passa,qgi,l(r20, parre scconcìa, p. ).

Spiega inoltre cosa sia il «lircggiare affettuoso» in cui note congiulltc vcltgou()
eseguite itr utta stessa arcata battendole lcggermentc col polso una ad una in moclo
tla articttlarle espressivrìlllelltL' ulrr scuziì allontanarsi dalla corcla. Egli conlcrnra

-10. /2,2. p.51


«l)LlìO (.1 VOI-Ir ljA( I t}lNl'ì A 111
"

l'csecuzionc con arcate in giù delle notc'buone'nei tempi fbrti della battuta e si
pronuncia in favore di un'arcata ben unita alla corda e senza saltare con l'arco,
er,itando nel violino - strllmento rclatirranente moderno all'epoca - suoni ls1',ri
cui le orecchie abituate allc dolci sonoritzì di viole da gamba, liuti, cornetti e flauti
rinascirnentali non avrebbcro potuto adeguarsi:

Le Viole tla brazzo, particolarr.ncnte il r,iolino, è instromento in se stesso,


cnrdo, & aspro, se della soave archata non vien temprato, è radolcito: da qui
irrparino colclro, i cluali hano ur-r certo suonar crudo senza stencler l'arcc'r
sc'rpra ìa r,iola.a1

Dare precetti ;rer l'uso delle arcate era necessario anchc in quanto gli editori
dell'epoca,limitati dalla tecnica dei caratteri mobili, non erano in grado di ripor
tare itr stampa esattamente quello che si poteva leggere sui manoscritti. In un caso
più unico che raro - si tratta dellc .|infotrzc di Bartolomeo Montalbanoa2 - diversi
scgni vennero trggiur-rti a penna dopo la stampa in caratteri mobili: tali segni riguar-
dano non scllo lungl-re legature su dirninuzioni scritte per esteso dal compositore,
t'na anche 1a specifica di valori ritmici come i trentaduesimi; cirì prova che senza le
aggiunte a penna i brani in qurstione non avrebbero avuto senso alcuno e sareb-
bero risultati ineseguibili, per cui c\ chiaro che i segni a pt:nna, legature colllprese,
vennero aggiunti in un nromcnto immediatamente successivo alla stampa. Vediamcr
qui I'esempio della sinfonia IV:

1l . lti. 1t. ) .
-12. B:\lì'l( )t-( )trlt:( ) Nlo:,i't,\l-tl.ixo. .littfìnlt ltl ulo, ,' tloi uiolirti, 1629
112 lìlr(ìOl-L Plrll BlrN SLI()Ni\lìlr Il (lANl'r\RI_

q t erD rrrairrqtgwpar§rDagprgurgErarrct iplt,rtllD{ltrl'

§g=^+, §

3§mwus
I
c
3
3
3
3s
§s
al

cc, ryo aÀ * * àTfii*'#§sffi h o*r»mm


IJr\ Rt r )l.( ),\tL( ) Nlr l,r.-'t ALg,.t N« t, .\ t t c, 1 621).
4[o n t
1t. 7.
. Plllì( ) (.1 \I()LIr. I)r\(l I l:,N'[- I r\" t1)

, Bisogna riconoscerc che spesso alcuni fra i nrigliori esempi di climinuzioni si in-
r, cr'rntrantr nella icttcratura, scritti per esteso dai compositori stessi. Vedianrone ttncr
rratto .lalla cclcbrc Sclnata seconcla di (lior,anni Battista Fontana;+l questo brantt si
apre con una melodia che, cor-r ogni probabilità, è tratta da un cal'ìto grcgoriano: la
nrusica strumentale di questo tipo venirra infatti utllizzata soprattutto ncllc iunzioni
conre i vcspri, in lo«t turtiphonuc. Qui si è'ricostruitir'la linea semplice, poncndo al
cli sott«r la vcrsione arrtistica di Fontana, dove si può r,edere come il grande virtuoso
ponessc ir-r opera qlranto già consigliato da Virgiliano nelle sue Rcgolc dclla dirui-
rtutiona quanclo scrive: bella maniera curr«:re unbttaua di ltrngo o in giu, o
"Sarà
in su; quanclo tol'lli coru:todor> (p. [1] del facsimile).

lmu !ùupli.!

orrgirirlu di
(ì.B.Fonla0r

(ìtO\',\NN-l lli\lllS'l i\ Ii)N'l ANA, .\ottatc. 1611 , partitura, 1r.7.


La linca scmplice è stattr rtcostrtrita clallo scriYente.

Esclnpi cli questo gcnclL'si trovrrno ir-r numerose sonate solistiche cle] xVllse
colo: quelle di Dario Castello contengono inoltre anche bellissime cadenze finali
sia nelle due sonate a soprano solo sia in alcune sonatc a tre.tl Lo stesso si dica prer
quallto riguarda lc sonate pe r violino di Don Marco Ucccllini.l5
La letteratr:ra per tastiera illustra bene come l'invenzione dci virtuosi p()tcssc
spaziarc con elat'rorirtc parafrasi su alcuni fra i piir celebri brani in uso; così r,edia-

f, -{1. (ìlr)\'r\NNl lJ,\tttStl\f()N'1,\N,\,.\'on,tttt1 I 2. ).1611. Lautore pcrìr'rell'epirlcnrirrli pcstcdcl 1(rll)


e l'cdizionc l)()str.nlrr ve nnr culJtir clr (ì. ll. Reghino, suo succrss()re lrrcsso il nlonrìster() c]e]lc (ìr'azie irr
,!
i
[)adova. crri l]ontirnir trvcr',r l,rsciato lc sLre ollct c.
f -1-+. D^RI() (.,lst'l]t-t-tl. .\ou,t/t'()»tt-t'r'/trlL'ltt sltl utrtlt'rrto. 1621.
{ {r. i\l,\l« (rt-lt.r.L,t-t,l)it.5'ortLrtt'()trrt'ttlt }:t t1ric, 16-{5t IIl.,.\rtttd/trttttrL,troni.l6lt).
r r-+ Iìli(ì()l.h l)lrlì IIIrN SLI()N;\RIr I: (.r\N'l'41ìl

slo ip una I'arl6sa composizionc di Girolamo Tìrescobaidi, il nradrigale passeggiatcr


Ancirlt'/t,lrt pur di.f acqucs Arcadelt, originariatlente publrlicattt ttel 1519, ma li
stalnpato nLlmer()sc voltc, ir-r particolarc a Ronta sia nel 1620 sia nc]l 1621 ,lo stessc,
anno in cui vicle la luce il sccondo libro delle toccate frescobaìdiattc da cui questa
versionc clinrinuita e: trittta:{6

(ìtfioLAtto I,Rt,Srtt)tt.\LItl .llscconrlo libro di /oc('dl(',rist,,|11pa clel 1617, pp. -17'11ì.

-+6. (;tRot.i\\1<llìRl-st.rlll^t.tll, 11.r.'carttlolibrrttli/rxt:rttL', 1621t1611).pp. l7-11


«Plllì( ) (ll \()l.lr lrr\(ill.N'l'lr\» 11'

Ncì nradrigalc possianro subito notare i pr«rblcmi cli utusica.ltc,frz (l'uso clel do#
strll'accorclo iniziale e, piir in gencralc. dellc alterazioni nelle cadenze), I'inr1-ricgo
clci ritardi (ad escnrpio a battuta 1) e di Llna scrittula imitativa fra lc quattro parti. E
assai noto i1 seguentc passaggio clella Prefazior-rc <<Al lettorc>> conteuLrto nci pri,I11
libro clelle Toccate di Frcscobaldi:
t-ton dee qtlcsto ntodo di solliìre stare soggetfo à battuta ccrnre veggianro usitr.-
si nei Àladl'igali rttoclcrni, i quali quantLrnquc clilficili si agcvolanr) pcr mezzo
ciella battLrt,r portanclola hol languicla, hor r,ekrce, e sostencnclola etiandig i6
aria, seconclo i loro af1ìtri. cì scnso delle parolc.47

In questo trtasstl l'atttorc chiarisce che le toccate non si clcrror.ro suonare a tenlpo,
così comc avt'ictte ncll'esecuzior-re dei madrigali rloderni, nei quali si ustr canrbiare
il tcmpro da più rapido a più lento e vicevcrsa, seconclo il senso del tcsto cantato e,
tirlvolta, sospendere in aria la battuta.
Scrive ttclo questo at,t ertimento, egìi guardava, r-r.roìto pmbabilmentc, allc moda-
lità cli csccuzior-re dci rradrigali del suo tempo, per esenrpio quelli di Monteyerji,
cl-rc all'e;roca tlel Scc«rndo Libro diToccate 162l) aver,,a già pubbìicato ben sctte
libri di madrigali e iìveva curato la nuova ristampa clcì primo libro dci madrigali <1i
Arcadelt pubblicata da N,lasotti a Roma ncl i62l.
E tuttavia ttclla vcrsioue tastieristica clin-rinuita dal r,irtrroso ferrarese clobbiamo
llotare cotlle ad clgt'li t'tuttvir inttragine preserìte ncl testo facciano riscontro clclle
lltlo\re figure t.llr:sicali, il che lrotrelrbe far peusare a r-rn possibile aclattastcnto clel
tcmpo c«rnfirrmentcnte al significato delle parcle: certo questo risulta piir sempiice
da praticare qttattdo si è cla soli a eseguire un brano r-r.ra dovrcbb" porril-ril.
in ut-ra ccrta misLrra anche nelle esecuzioni con più r,oci o strumenti. "rrèr"
D'altra lrarte
lo stess<'l I'ìrcscobalcli, scmprc nella pretrrziclnc sopra citata, a,r,isa che
'i NelJe Partite quattclo si trovelanno passaggi et
afletti sarà bene cli pigliare il
;tcrnpo lrlgo: il che osservarrrssi anche nelle toccatc. Laltre nor passeggiatc
si potrallno s()tlare alqtratrto allegre cli battuta, rinlettendosi al bu6r1 susro e
1ìrro giudizio dcl sonatore il guiclar il ten.rlro, r'rel clual consiste lo slririto, c la
pcrlezione cli questa manicra, e stile di solrare.

Ur"r'indicazione di segno parzialnrcnte opposto si trova invece nellkAvvcrtir-r.rcr-rt11


ai glaziosi cantori>> chc Don Severo Bonini fa stamparc al terminc della sua o1-,era
sctti nla:

-17. (ìtnr u.itlto Iitutsr.otj,\t.or ,' l l tct'tr / t, Ll' i t / / Lt t to /L/ / / / ro rl i c i ru ha l r t. )6) t-1 qucst'()l)cra cbbc Ia stra lrrinra
cdizione nel l(.15 c ncll'ar.co rli ventirlue anni fir list:rrrpata cinclue vohc.
I l(r lllr(ìOt.ll PIilì tll'lN Sl.l( )NAlìli l: (lAir--fA lìl,

Quancìo il Cantore talora canterà Solo 1...1 potrà battcr da se pcr potere Se-
c<lndo le parolc occon-cnti da cantarsi prcsto, ò aclagio ora sostcntAre, ora ap-
presrarc la battuta, pcrche cosi ricerca lo stile di Irirenze; e quanclo si canterà
ir.r compaunia a clua ripigli la detta battuta il primo battentc: il cluale se alJe
volte trovcrà qr-ralche scal)prìta cli crotnc, <ì senricromc ir.r n'rodo clintinuzionc,
appresti iìncolA più la battuta, che quella iscemi, perche altrinrcnti lircendo,
la con'rposizione poco cliletter:ebbc agli ascoltanti, e'l Cantorc poca pratica
dimostrarcbbe haverc.is

Dobbianro percì precisare che le diminuzioni che si iltcontrano nei brani sacri
di Bonini, monaco rrallor-lrbrosano, allievc'r di Caccini e all'cpoca organista a Irorlì,
sono assai più contenutc nel r-rumero c nella qualità rispetto alle floride ornzìmen-
tazioni strr-rmentali di Frescobaldi, ragione grer la quale è evidente come tali racco-
n"randazior-ri vadano sempre ricondotte al contesto di riferimcnto.
Il rraclrigale Anc'it{c'tt'lti pur ft una composizione che godctte a lungo di gran-
dc risonanza: moltcpìici sono le versioni diminuite e non possiamo citarlc tutte; ci
liruiterento qui a menzionare quellc passeggiatc;rer cembalo di Ascanio Mayone{e
e di (ìior,ar-rni Maria Trabaci'0 e quclla prer chitarrone di Giovanni Clirolamo Kap-
sbergcr.'l Prirna di comporre la sua versione per tastiera (ìirolamo Frescobaldi aveva
soggiornato r"relle'Fiandre nel 1607-1608 e fu con ogni probabilità ir-rfluenzato dalla
musica dei grandi tastieristi e compositori che là operavano, f-ra cui Peter Philips,
grancle virtuc'rso cli nazionalità inglese che si trovar,a a Bruxelles. LArciduca dAu-
stria Alberto VII cl Asburgo era stato nominato governatore dei Paesi Bassi spagnoli
e quindi principe dellc Iriandre mcridionali da|1597 e Philips era organista al sr.ur
scnizio. Egli lasciò diverse trascrizioni ornate di rnottetti c madrigali italiani, che
all'epoca erano assai popolari nel nord Europa grazie anche all'attività dell'edito-
re fiamnrir-rgo Pierrc Phalèse. Uno di questi significativi esempi è rappresentato dal
rnadrigale a 5 r,oci Chi furà ftrl'ttlcrcb diAiessandr"o Striggio furigirrariamente pub-
blicato ne [ 1566, il brano fu incluso nel Fitzuilliatt Vrgiual Book): l'elaborazionc di
Philips consta quasi esclusivamente di passaggi per note congiunte, conformi a untr
stile più arcaico rispretto a quello cli llrescobaldi, che risulta rnaggiormente rrariato
anche se, analizzando entrambi i brar-ri per intero, si ha veramente f intpressione che
I'artc clel maestro inglese abbia lasciato urr'irryronta sui giovane l,irtuoso ferrarcsc:52

-18. St:r't.Hrr ll()NlNl, A[.[t'ttt.\Virtttr,tli.16]5.I)arrtc dcl Canto Prinro, p.26.


J9. As(.,\\t() NI'\)'oxt,. l/ Prlnto lihro Ji tlìut'rsi cttpricct, 1(r01. pp. ll-18; cd. rrocl. a cura.li ArnrancL,
(laliclco,201i. pp, 2l 23.
50. (ìl()\',\NNI N'l.rttt,r I'tr.,tB,tt.t, Il .\tcrtntlo Llhrut tlt ll.rlrta/t. 1(r1i. pp. 126'1)2: cd. nrt.tl. a cura rli
( )sr':rr \li..lrr.rt i. I'rr,-l; t.l. l-.r.:. ì'tx-.1.
,1. (ìt()\',\N\l (ìtttot-,,ttto K,rt,sttttit;t.ti, lthro'li,rp L)'lu/trtttltttrrt,li Lltt'/drrttL. 1(r26. p- 2(r.
'l'bL
52. l:ltl.tt'illirtt Ylr2irtallloal:r ctl. nrod. 197c). r'ol. t. p. 112.
PIlll() (.1 \1( )l-lr l)r\(l I I::.NT'lA 111
" "

-l
.e?...t:t.k..f?-f i
! 1' F È

_#:
t?
LÌ Jrl

"-E

tr
.t;ii
él
r t!

r\1-LSS,\NIll(lSltitt;r;ltl,nradrigale()lti farìr.lì,tl',t/ t'icktntllavcrsioncelabor.ataclaPcrerIrhilips.


tn 1-l.rc lìit:u.'illt,tttt Ytrglttal Brnk, pyt- )12 )1i clell'cd. nrocl. Trascrizione cle llo scriventc.

Anche l-ìcl calnpo clcgli strr-rmcnti a fiato, oìtre al flauto e al cornerto, r,i sono
ptrbblicazioni importanti cla segnalare. La tromba, ad eser-r.rpio, avriì la sua gloria in
un trattato lrublrlicato ne] l6lB a lìrancoforte da Girolarto Fantinicla Spolcto. In
qtlesto testo, oltrc ai passaggi, trovjatno chiari esenrpi cli tri11i, groppi e istruzioni
pcr l'articolazione c la rnessa di roce :
lt8 lìl;(ì()1.[r Pl]lì BLN SLION,\lìlr L (lt\N1'r\lìI

S'iivre|tisr'r'..h.'qrr,rn,l., nelle scgu.'ntisonlte si tt'ov(ranno rl()tC pttntiltL. si


deve del pullto servilsclre pcl' ripigliar' fiato, sccondo lì>ccasione, cì r,cro la
disposizione rli chi proièssa detto strunrcnto. l- trovantlo il Groppo si deve
battele con lingua puntata, rra i1 trillo r,à fitto a for:za cli petto, e battutc'r con
la gola, e si lbn.ua in tuttc lc note di cletto strunle nto i...1. Si cler,e anco avver-
tire, che cluando si rovcranno note cli r,rrlore, cioè di una. cli drta. c quattrcr
battute, si devono tenere in modo cantabile, con lllettere la voce piano, c
poi venire crescenclo fino al n-rez[z]o valorc della nota, e con l'altlo nrczlzlo
andar: calanclo fìno al fine della battuta, che a pena si senta, chc così facencli'r
si renclerà pcrfètta almonia.5i

La dulciana, in Italia indicata conlunqlle come 'fagotto', riceverà un'attcnzione


speciale soprattutto al r"rord; oltre acl essere spesso impicgata per il basso continllo c
per le parti di basso obbligato in sonate a due e a tre, rrerrà r,alorizzata appieno ncl-
la letteratura solistica di Bartokrmeo de Selma e Salaverde e di (ìior,anni Antonio
Bertoli, nellc cui r-r'rusiche si 1'rossono ammirare lunghi e con-rgrlicati passaggi scritti
estesamcnte clai due iìutori, r,irtuosi cli quest<'r struntento.tl
Anchc il tron-rbone t:ra ul'lo strllmento che poter,a essere ir-r-rpiegato con grande
virtuosismo: non mancano brani di re;rertorio riccl-ri di impegnativi passaggi, cot-ne
ad esempio la versione della cclcbre Susanna (.cltanson di Orlando di Lasso) fornita
da Franccsco Rognoni nelTa Sclua tla uarii passaggt per «il Violone Over Tron-rtrcrne
alla bastarda>>.
Piu al,anti, nella seconda metà del Seicento, alcut-ri compositori che dininuivano
su brani r-r.rolto noti scrivcvano come acc()mpagnamento un basso moito senrplice
che andava iìrnlonizzato: così fece ad esen-rpio.lohann Sg!g_tr, nelle sue vcrsioni vir-
tuosistiche di Nascc la pcna ruia (madrigale di Alcssandro Striggio)tt e dellc cclebri
Ldcltrimda diJohn Dou,land ;rubblicate ad Anisterdam nel "f uilncruertl Kttbinct a
riirrova dcllo svincolamento daìla originale composizione polifonica.5('Nla già clai
prirni decenni clel secolo i più grandi intcr;rreti - anchc di violir-ro - avevano inizia-
to a mcttcre a punto elaborazioni idior-natiche non più r,incolate agli obblighi dclla
cornpcrsizionc originale. È questo il casc'r di Vastiua i colli, ccleberrinro madrigale
del Palestrina, climinr-ritc'r da Francesco Rognoni r-rella sua.lc'/i,-a:

51. (;lR( )L.\lu( ) L\Nl lNl, ,\ktJo pt'r iltptrrart' (t .\()nttÌ-( tli /rorrhd,1(-1E, p. (r.
5.+. Il,\R]1)L()rttt() I)l:. St,t.lt..i t. Sr\LAVI-lìD1,. ('.arr-orti [:trt/asit cl OrtrrL'nli, l(r]8; (ìtr»',txxl AxtrlNIrl
Ilttlrf( )l-t. Or, rpt tsi:ir t r i ut it : ict li, 1645.
r

5t. "l rri/tt,'rtt'l/ Kthtncl.l(r":l':t 1(155, r'ol. \'ttt, p. 5li tJcll'cd. nrod.
56. lt'i.. p.21 .
«Plrìì() CI VOl.lr l)A(l I l:,NTIr\ » 119

Mo.Jo di I)afIèggiar con diucrlc Iouenti,.ral,


C.r,r..l .

Ì iÌlii:l
I*_---. -. f, J

g,!r|5g1;iI
?trr §ccttlt li frocc/ct\gxcrc, HH ,"

I,tì,\N«. t,Sr .o lì< tt ; xr xt,,\ c l t.d tl t t,,t r ì i p u.r s.,r ggi. l (r20. p. 59.

Nel carttpo dclla realizzrrziolrc clel basso continuo chc accompagna\ra solisti vo,
cali notianro una fonte cli area modenr:sc che fcrrnisce tliversi cscmpi di passaggi
pcr tiorlta trtili a r,ariare il basso nclle cadenze pcr evitame la monotonia. Si tratta
di trn manoscritto anonit-r-ro del X\1ll secolo conservato presso la Biblioteca Estensc
di lVloclcna e compilato con ogniprobabilità tra il 1655 eil1670.51Qui possiam«r
vcdere cttme il basso cot-ttinuo, ncile cadenze, r,enisse dinrinuito c rifiorito cor-r
passaggi idionratici tipici clello strLlment() itpizzict'»; cssi irnpiegano prcfcribilnrcnrc
glacli congiunti, fìrcenclo anchc uso di imitazioni e progressioni melodiche, nlcntre
lron YCnuolltt atilizzatt ornanlcllti conle groppi e trilli. Possiar.no altresì constatare
I'uso dcgli <<strascit.ti>>, c cioè quelli che Ag3zzari avcva chiamato <(accellti r.r.ruti>,,
corrisltot-rclcnti al legato negli strunrcnti acl arco - c infatti vcl-ìgono uotati cor-r una
legattrt'ir - in ctti le note si cscgr-rot-ro utilizzando la mano sir-listra c risel,and6 alla
dcstra I'ctnissiot-tc del suono agli inizi dclle tirate e ai cambi di corda. N{qsrria-
mo solo alcuni brcvi cscmpi tratti clal r-nanoscritto in questione - essi si tro\lano
csattanlcnte tra le cartc )Jr.'. e (r5r. e sc ne purì r,edere il primo anche ncl frrcsimile
dell'itttavoltttura origit'rale - che lasciano emt:rgere la funzione di prontuario d'uso
pratico che questo testo ?ì\reva:

,7. ,,\N()\l\l() l)il. xVll st:(t()1.(). Il nranoscritto è stato sturliaro tl r NIirko ( ìal-lragni. che ne ha l)ro[]()sr()
l'attlibtrzionc al nrLrsicrsta carlrigiano l)ictro IJcrtacclrrni (16{1-7rosi 169{) c piir reccntclllcnte ò stato pLr[r-
Irìi..rr,,,r r rrr.r rli I i;i;rrrrr Li,r;rrrrti.
12t) RIi(;OI-ìr ìrlllì liLlN SUON,.\lìlr I; (lAN'f;\ IìI:

f"ln c finil(.

AN()NINI() DE1- x\ril sU(tot-o. c. 5l\,.

Nelìe seguenti trascrizioni (a cura dello scrivente) abbiamo lasciato in alto il rigo
del basso originale t: posto in basso, su due pentagrammt,)arealizzazione fiorita
clel basso continuo ad cssc'l rclati",o:

ro

r\\oNt\trt Drl xVII st..(t()L(), cd. r'nod. a cura cli 'T'iziano Iìagnati, p- 2

Axrtxnto l)trl. xVIt st(r)L(), p.7.

Axoxtlto I)LL. xvlì sL(,()L(), l). 9.


.PLIìO (.1 \'()l.li PA(l I LN't'1A,, 121

r\NoNLtlo I)trt_ x\,1tsh(.{)t.r), p. J0.

AxOxntO t)trt. xYil sLrìt)l_{ ). p. 11.

4. Llturopa musicale fr.a XVII e XVIII secolo

Un inrpo|tantc tcsto, i1-ì parte analogo a quello appena clescrittg, èlit l\r.,ud
lrt-
slrtrt'|io pro pu/sdnlis orgtutis, spincl/is, ruotruc'ltetrlils & c. del fratc
tecJescg Spiriclio-
ne a l\lollte (larmekr (al sccoloJohann Nenning, 1(rl5 I6g5).
euest,opera, .liviu
in cluattro parti, rrenne pubblicata a più riprrese intorno al 1(rlg e il suo scopo
era
qucllo di f<rrnire al tastierista (princ(ralnrente all'organista cla chiesa)
rutti gii stru-
mcnti es-scnziali per escrcitare la sua professione, ivi cor.npresa l'arte
clell'inìir.,,r,r,i
sazionc.'E Spiricliortc si ntossc clalla (ìermania e a Ilon-ra rice\1ctte
una forn-razione
t'nusicale segnata dall'influcnza di Frcscobaldi, di cui si p'rcrssor-ro
rintracciarc cliycrsi
fratrmenti negli esenrl-ri fìrrr-riti nellaNoud Instruc'tro. ìtl t.ulrto ftr scritto
clopo il
sucl ritot't-tcl irr patria, tttelltre cra organista a Bamberg, c insegna
a irnproyr,isrrl n.-
nanclcr vari tipi cli scgmenti musicali chiamati Caclci,zidc,
ftrrrcn.lo iioltre svariari
csenrpi di Pttssaggltt e di brevi c<tntposizioni. Vengono raccomanclati
ia memorizza,
zione rlegli e.sct.npi dinrinutivi,lo sviluppo della czpacità cli trasp1lr-liin
tuttj i toni e
la ricerca tlella udrtt'\a.t, 1'arte di accostare fra loro passi di cliverso carattel.c
1.rcr 9f,
lrire la t.nassima rtccl-tezza all'ascolto. Ncll'introcluzione..Ad lectorcrn. Denr
Lescr>>
Spiricliorle fa eco alle raccomanclazioni già espresse da Frescobalcli nclla
prefazi66c
al suo Prinro Libro, scriver.rdo così ai punti , e 6 (la tracluzione clal
latino è a cura
cli l-ckrardo Bcl lotti):

,§. Sl,l rì il)r( )\ ..\ ,\l( )\t I (1,\tìÀ1ttl.(), Not,tt lttslrtcttrt, l(r70. lì.insl.azio sentjtantcntc,,\r.ntantlr (,aridco
c
Ì',cloar-tlo 13cllotti pcr evcr lj.:lltilnlcntc nress() e nria rlisposiziolrc
una copia clci rlLrc vr,lrrrrli tlcll'ctliziorc
tlit ]olo curata.
122 ]rl(;ot.lt p|rì Br.tN SlloNr\tìlr ì; (-ANT,,\RI-

5. Dcrve si trova un't cotlartzla chc contienc Lrn prssrìggio escgrrito da cntrarr-
be le mani, convicnc suc'rnarlo ull po più lentatrente e non troppo vekrcc.
l)ove con Lrna nlallo si dovranno escguire'Irilli e con I'altla un Passlggio,
t'ror.r si clovrà in alcur.r nrodo rispcttarc il valore delle note, ma eseguire r,elo-
cemen[e i I'rilli. i1 passaggio inr,cce più lcntamente, altrin'renti si creerebbc
confusione.

6. Le cotlt'nziac che non hanno né Trilli né passaggi siano suonate con telr-
po vivace (allegro) lllA con varietà di portamento, or veloce ol modcrato, in
'Ii'ipla o ilr Sesquialtera, talorrl anche con diffèrenti articolazior.ri, poiché lo
spilito e la pcrfezione delkr stile moclelr.ro consistcrno in qucsto.

E,cco qui cli seguito i prin-ri esempi di cadenziae forniti da Spiridione nella prima
parte del suo trattxto:

r) tv ,7
Si,tRIltf tlN À ,\4ttxL l. (-.ttilr,tlltt, NrtL,tt Itt.rtrut:titt, P,trs Prittta,
e<]. ntocl. ,t cura rli Illoalclo Ilelkrtti. l). XxYll.
«PIllì( ) (.1 \IO1.ll I)A(ltl:N1'l A" 12)

Esaminandt) molto sit-rtcticamcnte quello che andava succeclcndo in altri pacsi


euro;'rci. riscontrianro in.-t-:fg]:Ùgg 1'esistenza di una scuola assai flolicla pcr f in-r
pror,r'isirzione strumcntzrle, soprattutto basata sulla variazione, ed creclc dclla tra-
clizione cle i virginalisti. (lli strlrlnentisti inglesi sernblano molto prol',cnsi a improv-
visirre dinrinuzion t dtuisnns\ o variazior-ri su r.r-rotivi popolari ctln'tc (]rcc:rts'lt,cuts, tl
quale et'a basato st:i Ptssautczzo dullco. Da questa tcndenza a quclla di corr-rporrc ex
lrovo un Grountl (ossia basso ostinato) originalc e ripeterlo dd libitutrt rrentrc si im-
pro',,r'isavano clirninuzioni, iì passo f-u vc-ramentc breve. I-selnpi di questa pratica si
possorro trovare in operc a stampa diJohn Playford (An lntrriluctlc,trt to tfu ski/l r/'
Musick)")e clj (lhristopher Simpson ('l'hc Dit:isiort-\/t'oltsl, p<ti t'istar.r-rpato con.re ?7:r,
Dtt,t.ttott-\'to/), la cui te rza parte illustra l'arte cli suonare t,x lctnprtrt' su tn grountl.
dinrinuendolo ((ìro uu tl bro kc n) !'t'

Prrt III. Tbe Divilioil-Vi;1. 4\


i, (( 5o,,,yI, u! ti, .\,r0,,! ^\rn
{ C'r,lrrrc u1,on 4
'j)7c2,7

a
tll
!)1'

hc.sc,ttf

( .1 I R ls ti )pt ILtì St À1 r,SoN.'l' lt c D it' i s t o u -\' ìol, I 661, p. 11

59. .f( )l IN I)t.,,\\'l r rtilt, tln lntnttlut./r'ort ttt tl:t :l:ill rf ivlrsit:k, 1651
60. (-il1Ìts t1 )t,t I I,tR Snt ì,sr tN,'l l:t [) i L,i s iort \,'fu tl i st. 76)L).
121 lìE(ìOLLI PIrlì tllrN" SUONAIII L (.4,r-1'A Rll

Una ventina di anr-ri dopo venne dato alle stampe lhe Diuislon Violiu, conte-
nentc groLl/t /s cli conrposittrri soi'rrattLrrto inglcsi.6l La pubblicazionc ebbe cvidente-
mentc successo, dato chc fu ristan-rpata varie volte e che piu tardi nc appar\/e anche
una seconcla parte di cui perr) si ccrtttlscono sttlo le ristantpe.('2
r La pratica di dirlinuirei grounds venne adottata anche da tutti i musicisti stra-
nieri cl're si trasFerirono in Inghilterra, colrìe ad escmpio il teclesco Thomas Baltzar
(ca. l610'16(11, autore di in-rportanti brani poliforrici per violino da cui traspare un
legame con la scrittura lir-rtistica) e f italiano Nicola Matteis (ca. 1(r50-post ll14).
In F-rarrcia I'Atr dc cour clel XVII secolo era stata in qualche modo influenzata
dallo stile di Caccini, che con ia sua famiglia (ricordiamo chc sua figlia Francesca
f-u ottinra 'cantatrice' c compositrice a sua volta) r,isitò la corte francese fra il 160,1
c il l(r05. Fu così chc Pierre Cluédron, contemporaneo di Caccini, introdusse la
n-ronodia accolllpagnata di stile italiar-ro in Irrancia.
Non possiamo naturalmente esimerci dal citare l'Ilarutctnic I-Jniucrsc'llc di Marin
Mersenne chc, nel t?rurc n?dgtlLlm della sua rnrpia trattazione, si occupa anchc dcllc
varie forrne di ornar-nerrtazione.('l Nella seconda parte di qr-resta monumentalc opc-
ra il sesto libro porta infatti il titolo: De I'art l'aruballir la ur.,ix, lcs rccits, lcs Airs, ou
It,s C'htwts, e allc pp. 111-112 contiene interessanti esempi di diminuzioni diversc
sulla stessa aria.La musica originale è di Antoine Boèsset Q581-16$), che fu r-rn
inrprrrtante compc'rsitore di Aìrs tlc cour: le diminuzioni sono di I{enry de Bailly
fi51)0-l$1) cd Etierrne N{oulinié (1599 1616):

,!ia dc Monfu*r Bocftr,


Cbant /tnph.

rc, Lc C ic lj ilt* x dt *oa b'*b*r,4 rd t! w e fa nte dtmrc

?d/./ì /i- gttar..


ri- gr!èar.

,\4,,rntN NIEIìsL\N1.. Il,trrutrtit'l,lniucrsclle, Seconcla parte, l(ri7. p. .111.

'l
61. I)iti rittn Ytt tl I u. 16E1.
l.r'
'l
62 ltt .\'t,rttt,l l\rt tt.['l l:c I)tut:trtn \1r'tt/Itt,169).
6l \1,\ lÌ l \,\'1 t.lìsl. \,lll". I l,r r ilt 0 rt ( Lj i c r l l c, 16i6
t t t t.' r c'
.l)Irlì( ) (.I \/( )l,lr P,\(lIl;r-'['I A" 125

Dininution ù IVIonJtcw h tsai$.

licu Dut b cetr dc c. dhtDtit t

k _fì" ù. dc- ao- re . tc.Lcikl dt aoa l,on-

lrzr , 1 ru- r7 mt utf ./idtc aoere 2ar 1A ri- gtar ,

Àntre fagon de chdnier de Monft*r Moulinii

N'ìfitcz2l*t mir ycrx Dc re,rolr eD cct lietx La [cmil qael'ado- r

_--_*i+1.
L. Cicljalow dcarorbi-bcar,tl ratl wtzlAtwc atrue ?trfi ri. grcrr ,

N4,\ittN À,lt,nslNxt,. lldrtnottiL,(lnit:crst'llt'. Sc-con<la perre. 1(ri7, p. .lll.

Porr d,e loix.

N'c.[]c- rcz2lumcs ytx lictt Labeuté qae 1'n-

: Lt C ic I j à k, x dc wn hon. bc u .t rdu1 u4 ru f fi tc et -
a:c

ro- fc ?ar fi ri- gsc.r.

Sccond coaplct en d.imìnatioa,

IJ
Ddztb eaude cc dicfrDoa, h ft

- \_/ \_/
mdnay'lanktt- n- r. ?rt y'r n-gutt,
N4,\RI\ N{t'ttst,xNt,, ll,rnttottit'(luit:tr.tt,llc, Seconcla partc, l(ri7. p..{12
126 Iìlr(ì()t.L l)Uì IIIIN SLIONAIìL l- (.r\1r--l'r\ R[:]

La vcrsione di Moulinié risulta particolarmcnte intercssrntc in quanto illustra


I'ir-rflucnza italiana clcJlkanticil)atione dclla sillaba>> (<<avantsor-r>> o <<port dc voix>>).
I1 conrprositore lcadcr clclla nuorra generazione, Pierre de Nyert, soggiclrncì a Roma
dal l6f al K-)5, c alcuni fra i piir celebri czìntori di corte furono suoi allievi. corre
acl cscmpio Michel Lambert (di cui Lully dir,enne figlio adottivo). Lo stile e i pre-
cctti cli Lan-rbert furonc, tramandati da Bénigne de Bacillv - altro allievo di Nyert -
ncl suo [lctrtarcJucs curicuscs sur I'arl dc bittn chan/er.61 Questo trattato, cli certo il
più irt-tportante sull'arte del canto nella seconda metiì del xvtt sccolo, si occupa
soprattutto dci piccoli ornamcnti iuprovrrisati e delle dinrinuzioni, spiegando su
quali sillabc e vocali essi siano maggiorn-rentc appropriati. I brani che l'autore uti-
Tizzò ;»er escmplificare i suoi precetti rlon venncro inclusi nel trattato ma crano in
realtà tratti dalle airs ,le cour che Bacilly aveva precedentemente dato alle stampe.
Possianro qui vedere alcuni esempi di varianti alternative per Llna cadenza finale
dcll'aria lc uc.,y ,lcs antdtrs chatJue four:

aldd- ril

dnt rìr
\. rianli finrli
-

h- rlxìil- iiùd Lil

2trr(.(louplrt
-

lÀ- ,ilild-- rlu: l( t1,

Irr ( ùuplet

Blxt<;xi. l)F. ll,\clLL\', lìccucil. 1667. n.27).

La generazionc che seguì operò un importante cambio di stile, prefercndo .<1a


melodia, la bclla nrodulaziclt-te, la piacevole armonia, l'esattezza dell'cspressione, la

(r-{. Bi Xlt;f l l)1. ll.,\(.ll-l-)'. Rt,ltttrtlut,:; t'trrlcust,:. 1668


.l)LIì,() Cl VOt.ll I)A(llLNTlA" 12 r-

natlrralczziì e ittfine la nobile senplicituì alla ridicole zza delle tlr.,ublcsr, [traduzione
clello scriventcl pcr usarc le parole di Michcl Pignolet de Montéclair.65 Frangois
(,or"rpcrin. ttcl suo L'Art dc loucht'r /a claucctn, inscgna infatti rì sLronare
tutti i p'ricco
li ortlamcnti it.ttttrno alla nota orientati arntonicarrentc sul batterc (coerententente
cotl la ntttazione clegli ornamenti nelle sue opere),('('mentre l\1or-rtéclair critica i
P(ts.ldgas insegnati da Larnbcrt e llacillv ccl elogia l'inconrparabilc Lully, i1 cui stile
aveva trionfato c fatto 1',iazzapulitr di iutto il r.erto. Q.r"rtà pro."rr,, era conrunquc
irriziato girì cla tempc): inf:rtti nel l(r87.)can Ilousseau nel suo 'lratté dc la \/tole aveva
anticipato Nlontéclair ncl criticare <<la confusior"re di passagsi ornanrentali ncllc aric
e nei prezzi che nttt-t servc chc a dinrinuirne la bcllezza>>, aLlspicando il solo r-rso cli
brevi ornar-r-renti conre aci escrlpio <<port dc vc'rix>> e <<tremlrlement».(,7
N{entrc qurncli in I:'rancizr si corninciava a cssere molto più cauti nei cqnfronti
dclle diminuzioni, irt Italia si raggiungcr,ano livelli n'rai toccati preccclenternente
nell'abbonclanza di ornanlellti inrprovvisati, soprattutto nel campo violinistico e in
quello dell'aria clbpera (r'edrcrno poi la distinzione operata da Qr-ranrz fra la scuola
ltrancese c quella italiana).
Charlcs Br-rrney t.rota chc nella pratica italiana <<un adagio di un'aria 9 di un solo
è gct-reralnrentc poco piu chc un«r scl-rclctro ]asciato alle abilità coloristiche dcll'in
terprr:te>> (traduzione dello scrivcnte).('E Così all'cstero gli esccutori desidcrosi di
llen'enire a una perletta - o almetro corrctta - csecuzione'alì'italiana'debboncr
beneficiarc tJi pubblicazioni chc illustrino loro talc pratica. In questo filonc si insc-
riscirt'ttr tcsti comc acl esen-rpio il (.ontprucliurn ruusicac di Vblfgang Cìaspar 7)r-ir-ttz
che descrivc alcuni ornanrenti di gustn italiano:

\\/r11-1'1 .11i' (1,\sP,\ll l)lltN't'2. (.ortpt'nlitrrtt ntt.tsic'at,. l(r8.)2, caPitolr V, paragrafo lc).

Un'altra importante pubblicazionc che risponde a clllesta esigcnza, rla da un


punto di vista srlettamenrc pratic(), è la stampa ad opera di Esticnne Roger (aci
At-usterclatrr ncl l7l()) delle sonate op. \r di Arcangelc, Corcìli con le diminuzioni

65. r\41(.llt.t. l)tc;xolLt t)t_N,1()Nttcl./\ltì. pritttrpt,r tlt it|ttriqrrt.lTl(r, p. g6.


6(,. ì tì,\\(.( )ts (.( )t rt,l-ntN. l.',,1r/
tl t touthcr lL cl at.,tclu. lT 16.
(r7. .f t: tr Ikttissl,tr:. 'l r,ttti Jt l,r Yittl,,. l(rlJ7. p. 7-{.

London. r\l:rcrrillan, 1t)80, lX. yr. 3lì.


128 RIi(ì()LE Pì:rlì lllrN SLION,\lìlì l- (lAN'fAtìlì

<<colllposez par M.r A. Corclli comme il lc joue».(") Lo stilc decoratirrc'r che possiamcr
osscrvare in questa edizione, ritcnuta da molti di dubbia attribuzionc, è con-rpleta-
nrentc coercnte con kr stilc di alcuni passaggi interni all'originale op. \1ed è quindi
assai probabile cl-re la paternitrì corelliana sia genuina, anchc perché il con-rpositore
fusignate rinrase legato all'eclircre di Amsterdam anchc dopo la comparsiì di questa
stampa, aì punto cl're a lui aflìdtì l'ultima sua opera, i concerti grossi <'rp. vl. Comun-
que sizt, questa fonte dirnostra ancora la vicinanza della pratica dei yirtuosi di violino
allo stile vocale italiano di ir-rizio Settecento; in particolare trova conlerma l'aftèrma-
zione fatta da Aurelio Virgiliano nel Dolciutclo, clrcla diminuzione dor,eva procede-
re il più possibile per gradi congiunti. Naturalmente roviamo in Corclli anchc dei
passaggi piir specificamentc idiomatici per il violino, nra è possibile cornparare ad
csem;rio questo passaggio tratto dalla versione ornata della sonata op. \r n. 1:

br
nt
p(
ac

vi
di
le;
rri
di
SC

AR<1.\Nt;t'L(l (l<ltlt,t.t 1,,\rmdtc o \tirtluto c \tktlt,ttt,o ()iutbalo, Anrstcrclanr, lì.oger, 1710. p. ). 1e

Br
con un brano di un'aria di I Linclcl tratto da Antida abbuntlonatL r-rna delle ciìntate SO

conrpostc duraute il pcriodo romano (1707 1710), nel quale il Sassor-re cbbe molte da
occasionj di collaborarc con Corelli c assimilarne illinguaggio strunrcr-rtale, come
spesso cviclenziatc'r poi nelìc sue varie c',;rere.7o M
Rr
a+). /\lì( ,\N(;l-l-o (lotit.l-t-1. .\ott,ttt,,i Yiol/tro c \iolottc o (.ttthttlo, l7l0.
7(). (ìL()lì(i IrRII-l;tttt.ll I l,\\l)t.t-, incipir clclì'aria ill:! crtr,lt,lc dalla cantata ArniJtr dhh,ttttlonttttt. 17gJ 11.
pp.15).1(rl:15{. 12.
«l)lrlì( ) (ll \/()LIr I)AC[]:n-TIr\" 121)

/ Jogio"

.lh! rry-dr - lr

- - *rin l*-drnl dw- xri dttrtila n.h J dr-

(ìf()R(ì IrRIljl)RI(lll I i;\NI)lrl., aria Alt.t (1't/lclt' dalla cantata Arnitld ahbdulotdtd,1707, p. 151.

Possianro constatare qui una grande analogia di stile ornamelltalc. Il principio


basilare e: qr:ello di collegare le notc portanti della frase trallrite gradi congiunti e
lrurìlerose notc di passaggio. I salti sono poco numerosi e ben calibrati, in modo cla
potcr dcscrivere deile fcrrme arrotondate ad arco e non squaclrate comc tenclevancr
acl cssere le antiche dinrinuziclni a cavallo fra Cinquecento e Seicento.
Le souate dell'op. r' di Corelli, essendo cli fatto la pietra angolare del nrodern<r
violinisnro - non tanto per la loro difficoltà tccnica (infèriore a quella della prcce-
dcnte lctteratura tedesca c austriaca) quanto;rcrla cifra stilistica ela cornpiuta bel-
lczza che le contraddistingue - {ìn dalla loro apparizione sp'rinserro ttrtti gli esecutori
virtucrsi a iriterpretarlc con le loro din"rinr-rzioni, e ciò origir-rcì una gralldc rrcchezza
di diffcrenti r,ersioni ornate, speciahlente in Ingirilterra, dove ncl corso dcl xvttt
secolo si assisté a un vcro e proprio culto corelliano. ln questo campo si collocano
le raccolte dei xll Solos L. ..1 ruitb Proper Grttct's Adaptcl to Each Atlagio di V/illiam
llabell, pubblicatc postunrc a Lonclra nel 7J25.11Gli ornanrenti in esse contenuti
sono assai vicini a quelli corelliani pLrbblicati acl Anrsterdam, che erano stati riprcsi
clall'editore inglese Walsh e pubblicati a Lonclra girì poco dopo i1 1710.
Fra le ntrnrcrose versiot-ri ornate dellbp. r' di Corelli sono cla ricordare quellc clel
Mtncbcstcr Arrort1,17761x.s, probabilmentc di scuola tartiniana,T2 e diJohan Helmich
Ronran (1(r9-1 17)8). di cui vediatno qui I'esubcrante elaborazione dcl primo nrovi-

11. \\'tt.l.t,\\t ll,,ittt,i-t., \/t.to1or. fi» t Yioltn r». I ltutbol' ttith d Bo.rs. ca. 1725.
/-2. N'lerrchcstcr IJLrblic l,ibiarr'. I\'ls. I l(). src. xVttt.
rl0 lì I r( ; ( )LL | )l ì lì lllrl \- S U ( ) N r\ lìl h ( IA N'f A R I ì

nlento clella sonata IV in ta maggiorc c inoltre, in cl-rir-rsura, un esetrpio cli caclcnza S\


cla suonarsi al termine clcl secondo rr'rovimento fugato:
V(

--: r

.l()ìL\\ I It,t.ult.l I Iì.()\1,\N. r'eLsione elairorata rlcl lrrinro nrovinrento <lella sonata o1r. \,n. { cli (ìrrcllir
irllntasinc tt. ll) consultallilc online sLrl sito httlr://r'onrzrrr.r.r.rnsikverket.se/brou.scì,rr.ge.1rhpllar-rq-
cn&r,olr,nrirl=Ììo+97')i,.lA)7&bildnr-0015): siro colrsultaro il 26.06.2015. :i:
o1
Si distingtrono, fra lc altre, le clinrinuzioni di Matthen, Dubourg fii01-176i ). al (,
lier'o cli Francesct'r (ìenrinianie collaboratore cli IJabell che, pur essencio assai piir SC

n(
giovane di Corclli e mostriìndo un'esLll)erantc estro\rcrsionc lontana clallo stilc del
C(
ltusigtratc, partì dai vecchi principi diminutivi secenteschi per addentlarsi in uncr rt
"PlrlìÒ
(.1 vol.ll P,\(il[iNTIA" 1)1

sviluppo di figure che non cscludono anchc stravaganti arditezze armonichc. Qui
vecliamc', partc dcl primo movimento della sonata v di Corelli:71

NI;\'l 'l'ÌlI\\'DtrB()llR(;, r'crsione elaborata del lrrir-no nro\rirrento clclla sonata <p. V n.5 cli Corelli
(si vc-cla la nota 7l).

1). (,f r. (),rcllt's .\olor ( ìr,tc'Ll By l)oburg. Il marroscritto recantc questo titolo c ct,ntcncntc lc vcrsioni
onrxtc (li Nlrtthcu' I)ubourg strllc sonatc clcllìp. r' cli (lorelli 1ìr accluisito clal cclcbrc pianista Alflccl
(lc,rtot nrl I 926 e. in scguito alì:r sua lr()rtc ,\rvcnLÌtr ncl 19(r2. clal noto nrusìcologo l\larc ljinchcrlc. Alla
scoìnl)Arslìtli clricst'rrltinro rrrl 1971 ftr vendrrto tli nuour all'asta a Parigi c;ìllualrrcuta n()r.r si c()n()sc(,n()
ni'ilpropricterio né Ia sua ubicrrzionc. Il nrrrsicoìogo Davirl Bovrlcn poti:lìrtoglafrrc il nranosclitto nt-lla
ctrllezionc .lcl suo anrico (,orttrt c lìrrtrrn:rrrrnrcrrtt (lucsto nricrrrlìlnr ci conscnte ogui di potcrnc csirnrirrrr
|c al DtcrO pat tc rlcl c()ntcllLrt().
t)2 lìli(;()l.lr P[]lì lìJrN St.l()Nr\lìIl I: (lr\N1'r\IìI]

Le dirlinLrzioni di Dubourg \/cnner'(') descritte pcr la prirla volta da David


Boyden in clr-rc arricoli del l9l2.t4 be
Linscgnatrtc di DuboLrrg, Francesco (ìenriniani, che di (lorelli fu in qualchc CO
nroclo alliero, lasci<'r una versione elaborata della sonata op. \,n. 9 in la maggiorc, ol
di ctri vedianro qui quasi tumo il primo nrovimento: rel
un
afl
uI,]
rci
li Pi,
pc
1'a

lc
ch
di
sic
cS(

di,
to
dc
in'
CSi

CO
Pi
CO

e(
tar
t<r
v
fre
re
s'zì

Irn.\Nr.lrst.tl (ì[,,\llNI^Nl, r'crsiorc elal;orata clel prinro rrovirrcnto clcllr sonatr op. \/ n. 9 cli (]orclli,
in.f ot tx I l,itt'xtxs, t1 ( ìcncrul l listrtry. 1776. p. 191.

pp. 5c)l-607.
;
,\i,,
(.1 \I()l.tr P;\(lllìN'l lA» 13)
"P|lì()

id I- in'rpossibilc datare questa elaborazior-re, allche percl-ré I'cclizionc vidc la lucc


ben quattorclici anni dopo la morte di (ìeminiani, ma IIau,kins sosticnc cli averla
le copiara dall'autografb cli (ìerriniani. Ciò che piir importa è rilcvare come 1o stile
e, omalr-ìentale clcìl'allier«r si clistacchi sensibilnrente da qtrello del uaestro: sc in (,o-
relli abbiamo r,isto le 'note buonc' tenute religiosamente fern-re con.re colont-re di
un'architettura musicalc e clecorate con ghirlande di diminuziolti che cliscgnan<r
archi lra I'una e 1'altra colonna, in questa tardaversione della sonata lX si pralesa
un atteggianlento opposto: la decorazione non ò irregolare e veloce, bensì lenta e
regolarc, coll uniegrlale distribLrzione su tuttc le componenti della frase musicale.
piuttcrstct che ad antp-ric tirate di saporc toccatistico e virtuosct si dà spazio ad ap-
poggiatulc ed altri ornamenti di carirtterc affettuoso, che cambiano completanlcnte
l'atmosfera e tramutiìno la sotlata in un brano quasi pre-classicc'r.
Purtrol'r1-ro non abbiamo dirninuzioni originali di Clorelli per quanto riguardit
le sonate da canrcra della seconcla parte dell op. V, tra non è difficile it-r.rmaginare
che il suo stilc climinutivo sarebbe stato al<;uanto diverso da qucllo pitì moderncl
di (icminiani. Qui vedialr.Ìo - come in molti altri casi analoghi- clre le opcre rru-
sicali venivano reir-rterprctate a londo e attualizzate in n-rodo inclividualistico dagli
esecutori di grande personalità.
A Vcnezia durar-rte l'cp-roca di Vivaidi io stile dell'improvvisazione era già molt<'r
clivcrso, più arclito e spregiudicato. molto iclionratico e colorito rispetto all'austc-
ro ed equilibrato stile dclla gencrazione di Corelli. Purtroppo non ci sono moltj
docunrenti aì riguardo - essenclo questa un'iìrte effimera riservata ai virtuctsi che
intprovvisarrano e quindi di nornra nou fissata in regole e precctti * tra possiat-t-tcl
esaninare alrre no un interessantissin'ro nlalroscritto veneziano che fu cclmprilato
cor-r ogr-ri probabilità cla una'figlia di coro'(una clelle ';-rutte'dcll'Ospedale clella
Pictà di Vcnczia) irer l'uso personale di Anna NIaria (il cui cognome nolr fr-r mai
c9r-r6rsciut1l n'ra il cui r-ror-r.re figura al centro della copcrtina), una dellc più fantosc
e celel',rate r.irtuosc di violino, allier,e di Vivalcli in quclla scuo1a.75 Nelle prossime
tavole possiamo vcdere la versione ornata del solct nel movintento lento del concer-
to pel r,iolino lìVr8l di Vivaldi (Cortctyto In Duc Lori Pu Sig:ra Anno Marta D.lt'll
\/.liutllil); le fìgurc diminr-rtive risultano notevoli sia per la varietà ritmica (con
frequentc uso di sestine) che per I'espressione armonica, l'uso di salti, appclggiatu'
rc. legattrrc sincol-rtttc e clissonanze arditc, a volte quasi anticipar-rclo I'art-t.ronia che
s'affcrt.r.reriì r-rclla batttrta seguente , at-rcl-re in aspro contrasto col bassc',:

i5. l\rc, jìrnt|r (.orrcr'(.Iìsposti), B.)i n. Iil. Su di csso Michael '['albot ha lrLrbbìicat,. il saggio,'1rzr;,r
\1,rri,t.t P,trtl;rx,É. in À'lrr.vl: ,ut.1,'rt YtrtL':idtti.ttl:t'rt OtptJali,2(.101.
t)4 lìlr(ì()l.Ii l)lilì IIIiN SUONATìt tr (_ANTr\RI;

lfu ;';
I ...
-ì '-^-[:o=',=.?I:r.È,t
I

l|9, , i i '], ,,, 1,- ., ,,

Al '-'-,r-,..o
;-l.l:.*.+
.):
,.ra.-

It*
lo
t !' '

.*§g:1égè
l|r',

14 : &" ,'
';;1,:1"' é<""'"
lt't' ?t=' ,?. . ?. .

, i .;7.. ,iì.! ..,


l9'>\2Èrè
lr,' '
I

Ia
. a,
aa

::r'i' ' .Cr. r4.!


t6" =',';; lì
l'(

Ir,''
« P|lì( ) (l I V()L[ ])A(l I lrNTlA,> 135

aa
r3: I
.t
I t.
,]
t _-.--................---. .1

l6s* R'#' gÉ,. ' a

v=;
a -:t,, :t::

r\NONl,rttl (Ax'klNttl \rl\',\l-tlll). r,ersione elaborata clel solo nel seconckr nrovirrcnto dcl crrncer.ro
ììVrSl (li Yivaltli, llibliotcca dcl (lonst:rvilolio "lJcnedctto l\'larcell<r" di Venezia (l-Vc). lbntlo (ìrr
rer (l:sp<rsti), B 51 n. l1l. cc.71r/)-iir/L).

Scriveva Johann foachim Quantz nel suo \/c,rsucb tincr Anaclsung, tlia hlitrc
/rttut'rstòrc zu spialen i152):

Si puir cttnsiclcrarc lAclagio per rapporto alla n.ranicra, con cui cpnvien suo-
narlo, ecl abbcllirlo, e ciò si pucì fare in duc gr-rise; la prima secondo 'ì gusro
itlancese, lrr scconda secondo '] gusto italiar.ro. La prima nraniera richiede
1)6 Rh(ìol.li plilì BIIN SLJ0NT\IìL li (.Ar,\1.r\RI;

rrnrr esecuzione schietta. c sostelluta in tutto il car-rto,


ecl anchc Lur gusto ac_
c()rlpagnat() scmprc clagli .rnanrerti cssenziali, collle son. lc
ap1-roggiatur.c,
iscmplici. e clo;rpi rren'roli, lc rasreggiare forti, i clo;rpi, ibattimJnri, gli allet-
tamenti. ccc. Ill2i rlort vi bisosnrr ir.r olu'e nrolti laggiri, né nrolti
abbc-llimcnti
Volorìtari [...1. Non si è pago r.rella secc,ncia nrori.,rr, r,a[e a.rir.
in qtrcila crcl
gLrsto italiano, tli qtrci lriccioli ornamcnti franccsi,
rna si cer.ca cli tr.ovrrre rlj
qrrci grarrdi :rbbellinrenti lavor.ari, c rafJìnari
1.. .l.
Si puc'> ilrlprìrarc la n.ranicra Francese di abbcllirc J Aclagio
r.ncdiantc i l>rr.r.ri
lrrccctti senza collosccrc le itrstruzioni dcll'alrnonia; nra ]a 6apiera cli suo-
r.rarc all'ltaliana nc ricl-riccle assolutanrcntc la scicnza,
otr)l)ure bisggearcbbc,
irrita.cl. il ,raggi.r ll.lllcr() cle'cantori alla usanza, u,o." r.,.,r1rr. a,,resso
a sr-l L.rn À,{aestro, iì qualc insegna i nrutalrenti conlpetenti
a,J .,gni Aclagio,
la clrral cosrr.ì il vcro nrezzo di non an.ivzìr.e nrai acl esscre nlaestro,
e cli
ritllallct'c selllprc ttn Principiantc. Frattanto convienc- sa1:,crc ia prina
,ra-
nicra pritrla tli trtescolarsi colla rrltir-r.ur maniera cli suonar.c, poiché
chi p.r.r
sa atìoPrarc a proposito gli ornanrenti piccioli, né porli be,,cin esccuzi.nc,
irtrrì nrolto mcno usarc, c.me è nccessario, i granii abbellinrenti. Nascc cla
rluesta buora nrescolanza clc'
trriccioli, e de'grancli ornamenti il gusto [>u.r,r.,
t'rasiotlcvole sì pcr gli. cantori, sì per gli srronatori cla irrstrun-re1ti, il qLral
gust() si rende uriversalc. ccl agurarlevole a futti
[...].
ìo ho girì cleth, chc i (,onrlxrsitori lr-rancesi hanno la nraggior.parre
ilcostu-
nrc cli scriverc gli abbcllinrcnti col canto, oncrc l'"r".rt.-,r"
.l"lla composizi.-
tle de'c solallletlte espodi bene. Non si scriveva una r«rlta
\rcrun or.naÌllcnto
conlàr'rne il gtrst. ltalia,o; rutro cra rasciato in balìa di qucllo,
c-h,escgri'a
I...] rna coloro, cl-re seguitano la nrar.riera Italiar.ra.la q,,rlclr" tcn1p., hanncr
P|incipiato a scrivcrc col canro principare gli abbellirlcnti i piir 6cccssari,
Poiché ò stato l-orst- aveltito. che Ì'Adagio è srato guasraro cla rnohi ignoralti
NILrsici, c che citì srrinui'a, ed oscura'a ar-rchc qualche'olta
rbn.re, c ra
IiPutazior-re cìe' (ìomlrositori. Non si putì negare, .1.," c,,lo..r,
i quali 1>.rg..tr
in csccrtzitlne una cott't1rc'rsiziot-tc vi hanno
lrarte tanto quanto i (ìolrp.sit.ri,
acciò che quclla irrc,.ltrca ilsrro cflctto nclla N,lusica lraiir,.,ro,
nra il (ìonr1r.si-
tor-c'i ha nraggi.rc parre cli que ll. ne abbia colui, cl," lo p,rre in csccuzionc,
nclla Nlusica Ìrr.anccse.7(,

Dobbiamo comtrnqtle notarc conlc questa troppo nctta clcnarcazigne


tra gli
ornanrenti 'francesi' (cioò brevi c it-ttorno all, n.i, principale) queìli 'italiani'
e
(cioè lunghe c a r,olre complicate diminuzioni)
fatta .1. qurnt, _ in uno dei trattati
più popolari itnchc perché fra i prirri iì esserc rcso clisponibilc yaric
in lingue in
tenlpi nlodcrni - abbia uel tempo creato un po' di confusione tra i
rlusicisti chc si
76 .1()l ilNN.J(),'\(.ìllNlQll,\N'l z, \'cr.rrrtl], J712; rracl.ir.apparrcnutaaì)adrcr\larrinr. 1c)92,c:rp.xt\,,s2.
l. .1.
«I)LIì.O (.1 \IOl.1r PACII-NTIA» t)l
occupano clel repertorio antico: intendiamo chiarire che gli ornanrcnti c()nlt: ap-
poggiatlrre, rrilli, nrordcnti e via dicendo, non sono ornanlenti francesi, ma essi atrr-
partengollo a una tradizione generale e uni\lcfsale e venivancl ampiamente platicati
anche dagli itaiiani. Abbiamo infatti già r,isto nel testo di Bovicelli (151)4) alcunc
specie di 'appoggiature'; \,A considerata poi la grande influenza che ebbe il nuovo
gusto cli Caccit-ti, i suoi 1-riccoli ornamenti e l'uso della sprezzatura che si traducc in
ineguagiianza prosodica (<<faccndo molte volte il r,alor delle note la metà n-ìcno se-
condo i concetti delle parolc, ondc ne nasce cluel canto poi ir-r sprczzatura»),77 sulla
scuola vocalc francese. lnoltre, prima della pubblicazione deÌ trattato di Quantz,
possiatlo incontrare gli ornamenti che lui definisce 'francesi'sia nel trattato di
Picrf-ranccsco Tosi Ot-D), di cui parleremo tr-,oco oltre,7S che nelìe l?.cgola mano-
scrittc di (ìiuseppe Tartini (ca. 17'10)7e e nell'Art of Plal,ing on tlta Violin cli Fran-
cesco Geminiani (1751),80 a chiara dimostrazione di come essi costituisser() parte
integrantc della quotidiana pratica dei n"rusicisti italiani.sl Tornando ora a quanto
itffermato da Quantz rispetto alla nuova abitudine dei compositori di scrivere per
esteso anchc gli ornamenti che prima veni\/ano lasciati all'invenzione dell'intcrpre-
te, prer-rdiamo ora in considerazione un morrimento lento come questo:

l\,1trt.ont,\ DI Br\sll

Lo si potrcbbe sr-rbito in-rrnaginarc fiorito in ur-r r-nodo rclativamente semplicc


conre il segucntc:

N,lLt.(x)tA t)t lJr\st- (.()N UNA ptìI§l;\ LLi\ltolì,\zt()NIl

77. (ìrt:i-to(.,.tt.rtlNt, 1., ,\rot,t,,\/lusicht', 1(r02. l)rcfazionc'r\i lcttori', p. t'1il.


78. l)lLlìl Ri\Nr.Ls<rl 'lÌ rst. Opinìtttri lt,' tanlori ttrtticl:i, L' ltrilt,rni.712).
79. (ìtt;St,t,t,L. Tr\R'l'ÌNl, R({)l(,p(r drrit'L/t(,tt .\1ip(,t-hrn st/Ot/rlrr, tl \/iolino. src. xYIlt.
S(). l-'lÌ.\\(ll,S(:tr(ìltttXt,tXI. ['l,c tlrt Of llatingon tht\ttttlirt. |J51.
E1. Irr rtaltà (icnriniani avcva già 1.lrcccrlcntcnrcntc dato allc starnpe rlue altri tlattrti: R.ul.ts t'or P/rr1'ttti
t'n d'li'rrr' Iiisl<', 17-18, c il Iit'd/isL'oJ (ìtxtJ'laste, lJlL), in cui qucsti tipi tli ornanrcnti furono prescntati e
spicgati con l'ritrlcr rli Lrna titrrrla t, iir ii,r'nra anrpliatit, ncl sLrcccssivr:r 'l'1.,t Art rf Pl,tlittyot /llt \Ìiolin.1151.
r38 lìlr.(ìOLì- I)llR llliN SU()Nr\lìll Il CANTAIì[,

N'la sicuramente potr-emulo osarc ancora di piir, ad cscmpio in qucsta mànierrl: (

Nlfrì.()tn^ I)t tir\st. (.()N UNr\ ptir lrl()Rt't i\ trt-AIJ()]ìi\ZI()Nt-

E se. per a\r\rcntLrra, l'interprctc-corllpositorc rispondesse al nomc diJohann


Scbastian Bach allora ci potrennt(ì trovare di frontc a una sinrile versionc <1i que-
sto testo:82

T()lL\NN SL.tì,\s't t,\N lll(ttt, Aclagio clella Sonata I ll\\'V 1001


rla .!r'z .ta1r,,,,.ì \' i c.t Ii tt o .r t t t ia l) tt.r s o .t cc( ) / t / p.t gt t tt I o

Corne si purì r,cdcre Ilach fi csattar.ìrente quello che ver-riva descritto da Quantz:
scrivc ogni nota pcr cstcso allo scopo di nor-r lasciare troppa libertà individualc a Lrn
eve rltìJale esecLltorc cli cui non approvasse l'interprctazione. Johann Adolf Sclrcibc
clalle colonne del ..Del Critiscl-rc NLusicus>> (una rivista pubblicata ad }lamburg
tra il ll) t- e il 17.1()), zrvcvil aspranrcute criticato i1 suo stile conrplicato e la scclta cli
toglie re ocni libertà all'esecutore.E]
Sc fir-ro ad ora abbian-ro visto clecorazioni su parti strr,rnrcntali o vocali tnelo'
cìiche, adcsso ci troviamo di fronte a ur-ro stilc ornat-nentale che coinvolge tutta la
polifonia insita r-rclla scrittura vi«rlinistica bachiar-ra: il tcssuto a trc c qr.rrtttt'o voci,
pur simbolico, vicr-rc completan-rentc coinvolto nella climinuzione, che passa conti-
nllanlcl-ìtc dal basso al sopran«r attraverso lc voci di mezzo. Ciò significa una cosa
molto scruplice, che ci riporta alla più fantasmagorica arte della climinr-rzione del
1)assato: lr].*ilc dinrinutivo di Bach è alla bdstartla, e nella sua cctmprlessa scrittura,

82..l()t t,rxxSt.rt,rstl,.tNll,\(ìll,.\'ti ,\ttlo.,ì\'io/irtosr'rt:tI)tsrt,0c.()»tPngldlo, 1720.c.2r.


8i. .l()uANN AIx)t-f S(.ttLIlìt-, lcttera prrbblicata anonirra in «[)cr (,ritischc Nltrsicusr, n. (r, 1.1 nraggro
1t)1.
IìÒ (.I \/( )t-l- P,\(. tl-Nl' I A" l)L)
"Plr

()ltrc a tirate di \/ario tipo, tro\/ano posto appoggiature brcvi e lunghc, tntlrclenti,
sir-rcg1'ri e 1'antico <<principiar sotto la notar> chc si può incttntrare già negli antichi
trattati italiani come la Scluo di Francesco Rognoni.
Nci nrovimenti lenti clelle Sonate e Partite per violino solo di J. S. Bach ritrclvia-
mo il ten"rpo lento degli adagi all'italiana: a causa delle numerosissime dimitluzioni
scrittc pel-csteso il tempo è forzatamente assai lento, c questo ci permettc di ir-n-
maginare quale potesse cssere quello di molti adagi italiani quar-rdtt cssi vcnivano
cseguiti con lc dirr-rinuzioni chc tutti i virtuosi pratica\rano. Di fatto il tempo del
prinlo adagio clella Sonata ir-r sol minore chc abbiamo appena t,isto non si discosta
da quello del prirro adagio corclliano dell'op. V, slronato con le sue diminuzioni.
Q.,"rtu ò un tipcl di ossen,azionc che dovrenluo portare a conseguenzc pratiche
con maggiore lrrequcr-rztì, in quanto capita troppo spesso di ascoltare nlovimenti
cantabiii italiani suonati scnza clin.rinuzioni, quindi a un tentpo assai più r'eloce di
quanto non dovrebbero essere eseguiti.
Di nuovo ir-r Italia, nel 712) i,ede la luce un itnportante triìttato sull'arte del
calrto ad opcra di Pierfrancesco Tosi; si tratta delle Opinioni tle" canlc.trt antichi, c
ruotlcrni: esso c\ Llna \rera miniera di informazioni, scppurc si rirreli a volte permeato
da un gusto ur.r 1-ro' all'antica e tendenzialmcnte nostalgico nei confronti del buon
rcmpo ormai andaro. Ncll'anrpio capitolo cledicato ai trilli, chc merita di cssere
stuiliato con artcnzione in quanto forniscc una grande varietà di questi tipi di or-
namcnti, tror,iamo con sorpresa anche il ,<Trillo cresciutct>> e il «Trilkl calato>>:
Il quarto è il l'rilh crcsciuto, che insegt-rasi col 1ìr ascenclct'e irt.rpercetti-
biln.rentc la vocc trillanclo cli Coma [ccxr-rmal in Cotla seuza che si cctt'tosca
I'aurncnto.
Il quinro è il l-rillo calato, che consiste ncl far discenderc insensibiL.ncrrtc la
r,oce a (,c,ma per Cì<tn]a col Trillo in forlra che non si distillgua il decliro.
Qucsti clue'I'r.illi s'introdusse il VcIo bLton gusto non sono più itl Voga,
cla che
anzi bisogna scordarsi di saperli 1:rre. Chi ha l'olecchio dilicato egualnlelltc
abborre lc seccaggini anticl.re, c gli abusi t.tlodertli.sl

Nirturalmentc, anche se questo tipo di ornamcnto non era più apprezzato nel
172), è utilc sapcre della sua precedcnte utllizzaztotle e dclla possibiiità di servirsi
dell'intonazione a scopo espt'e55iyo, con tlll controllo comllra per comnla.
Apcl-re il capitolo sr.ri passaggi è notcvole; t-re riporteremo qui soltanttl due bre-
vissimi stralci:
Il Passaggio (scconclo la oltinione trniyersalc) è di due sol"tc, Battuto, e Sci-
t,olato: Parepclo. che clalla stta lentczza 1o strascino nlerriti piir tostcl nonlc di

8-1 Opittiotri tlc' tanlr» i ,trtlrtl i, ,' tmilt'rrti, 172) 26 2t.


l.{0 }ìt:(ìoLE plìtì BtìN suoNAlìll l] (_Air-l'A RLI

Passo, cl.rc cli I)assaguio. E'

Ttrtta la bellezza del Passaggio consiste nell'esscr perlettanrcntc intollirto,


battuto, granito, eguale , rotto, e vclc,ce. I Passaggi corrono la rrredesir.na sor-
te, chc i 'i'rilli. Anrbi t-gualnrellte dilettano ncl loro nicchiol lliì se non s()no
riservati alle occasioni opportunc, la troppa quantit?ì genera noja, e la noja
dis;rrezzo, & odio al iìnc.3('

Si intuiscc che Jbsi assegnava ai 'passaggi' una funzione bcn precisa c lirnitata,
cone si capirà più avanti dalla lettura del capitolo sui <<Passi>>.
In trn irltro capitolo intitolato ()sscruazutnt pcr chi atnla stintrodtrce l'argon-rcr.rto
del tenrl'ro rubatc'r:

Chi not'r sa rrrbare iJ Ten-r1ro cantanckr, non s:ì conlporre, né acctrr-r-rpagnarsi,


e rcsta;rrivo clel nrigliol gllsto, c clella nraggiore intelligcnza. 1l rLrbamcnto
cliTèrrpo nel patetico ò un gloriosn latrocinio cli chi canta nreglio degli altri,
ptrrché I'intcnclirnento, c l'ingegr.ro ne facciano una bclla restituzione.tT

Qucsto tenra vcrrà poi ripreso nell'ambito del ca;ritolo Dt,'Passt. Tale ultir-na
parte clel triìttato riveia l'arte pirì prof-onda che si richicda al perfetto ciìntorc c nlu-
sicista clcll'epoca, tramite l'unione e il controllo di tanti diversi artificii:

Essenclo il Passo il più iodcvol parro di chi sa canrare, e la delizia più cara
di chi lo conosce, è d'rropo, che la n'rcnte cl'un (lantore sia tutta intenta acl
itr.tpalar I'arte cli proclurlo. Sappia, che cir.rque sono le qualità principrali, chc
ttnite insienre 1o fìrlnrano nrirabiln'rcnte ;rerfetto, c sorìo Intelligcnza, Invcrr-
zione, Te nrpo, i\rrilìcio. c Cìr-rstc'r. Cinque sono lrarinrcnte le glazic subalternc
clisposte lter aclornarkr, cioè Appoggiatura, Trillo, Portantentt'r di roce. Sci
vt rlo, r' Sl t ,ts.'i no.
Lc clualitrì principali insegnano.
Chc il I)asso non può conccpirsi. che da Lrna prolònda INt trt-t.t(ìLNZA.
(lhc rrasce dalla rara, c singolar INVIINZIoNIT della bcllezza rlel pcnsiero.
allorchcl si irllontana da cicì, chr è famiglitre, e c()munc.
Chc an-rnraestlato da rigorosi, n.ra clegni precetti del t'trH,ltro r.ron può uscir
nrai dalle suc rcgolate misure senza pcrclcre la propria estilrazionc.
(.he guiclato dal più finito AR't'tt:t(tt() sul Basso ir,i (c non altrovc) ei tror,a il
suo celltro; ìr,i scl-rerza c«rn diletto, e innlspettlto innar»oru.
(lhc non c: concess{r, chc alla esquisitczza del <;usrrt piir fino il
lriacclc inrnrcn-
so d'acct»lpagnat'lo sempre con quel soave Portanrcnto cli voce, chc incanta.

85. /u,r. p11. ;11 3,


E6. "" I '',.

87.
«PlilìO (ll \IOl.ìr PA(llLNTIr\" r.11

Dalle qualit:ì iìcccssoric s'impara.


Che il Passo sia tacilc in apparcnza, acciò universallìentc alletti.
Clhe sia clifficilc in sostanza, aflìnché si anrmili f it'rtenclinrento delf inven-
tofe.
(,he sia egualnrcntc cscguito dall'espressiva delle parole, che clall'arte.
(.he sia scivolato, o stlirscinato nel patctico, perché faccia rriglior eflètto, chc
Lrattutt'r.
Che non sia conosciuto per istudiato sc pretende di non csscr negletto.
Che sia raclclolcitcl col piano nel patetico, e sarà ;riù gustoso.
Che ncll'allegro sia acconrpagnato talvolta clal fbrte, e clal piano cctsi, clte
ve-nga a formare una specic di chiaroscuro.
Chc sia ristretto in pochc notL- agglLrppatc, lcciocché piaccia più che vagante.
Chc in sito spazic'rso cli "lèmpo sia propagato in molti (se lo conscnte il Basso)
corr obbligo al Clantorc cli sostener l'impegno del plimo rnotivo, affinché la
sua capacità sia palese.
Che sia bcn situato, altran'rente fuor del suo t.ricchio disgusta.
Chc sia pir:ttosto lontano dagli altri Passi che r,icino, se vuol esscr distinto.
Che sia proclotto più dal cuore, che clalla r«rce pcl insinuarsi più facilmente
trell'interno.
Che non sia cscguito su la seconda, c quarta vocale quando \/erranno pro-
nunzi2ìte strctte, e molto nlcno su la terza, e quinte.
Che non sia cc'rpiato se non vuole esser diffòrme.
Chc sia rubato sul 'I'crrlro acciò diletti l'anima.
Chc' nor.r sia replicato nrai nel t.nedesimo luogcl, particolarnrente rtellArie
pateticl.re, poiché sono le pir-ì ossen,ate clagl'intendenti.
E soprattuttc'r, che sia migliorato, e non deteriorato nel canrbio.
Molti Protèssori sc-u.rcr cltrpinionc, cl'rc nel numero de'Passi t'ron vi sia luogtr
per il l)assaggio battuto, sc t'rcln fosse in compagnia di qualcheduno clc' sttcl
dctti abbellirrenti, o interrotto cla Sir.rcope, o da clivers'altri gustosi acciclcnti.
,\'1a ò ornrai tempo, che si parli della bellezza clello strascir.ro, che se'l patetic()
tonlASsc al N,londo un Cantore sappia cot'rosccrlo.
t...1
Quando su1 nrovinrento cguale d'un Basso, cl're lento catlt.t.tit.ti cli cronrri ir.r
cronlir un \bcalista nrcttc la lrrit.na voce sugli acuti strascinandola dolcemen-
tc al glave col fortc, c col piano qr-rasi sctlprc di grado ct»r disuguaglianza
di nrrrto. cioè lermandosi piùr su clualcl're corda di n:'ezzo. che su cluellc che
principiano, o [iniscono lo strascino, ogt'ri buon Nlusico crede per indubirrto,
chc nell'arte r.nigliore dcl Canto non vi sia invcnzione, nè stuclio più atto a
toccar il cuore di questo. ptrrcl.ré sia perrì lirrnrzito clalla intelligcnza. c dal
I)ortanrcnto di voce sul 'l'cn'rpcr, e srrl lJasso. Chi ha nraggior clilatazione cli
corclc ha piri vantaggio, poiclré qucsto vago ornamcnto tanto più è mirabilc
quanto più grancle è la sua cadr-rta. L.r bocca d'un famosc'r Soprat.ro, che sc
112 ììl:(ì()Ltl 1)[]lì BIlN StJONAIìll ll CANI'Alì.I

ne servrì rli raclo cliventa u1r pro.ligio; ,\1a se tanto piace allorché cliscer.rcle,
alt lctf anto cìispiacerebbc asccnclenclo.s8

Del 1728 ò la pubblicazione acì l{amburg delle ir-rteressanti ,\ondtt,Mctocltchc


Op. xttt cli Telemann,s" pt'ri seguita nel 17)2 dtrlla Contirtu0ltot? tlts sc.,na/s tué/ho-
llqucs, in cui i nrovinrcnti d'apertura, quelii clrc second() collsLletLrLIinc cran() nlrs-
giornretrte ot't.rati dai l''trrfc.*itrnisti, r'engt'rno offcrti nella cluplice versionc scmprlicc
e dir-ninuita. Lc claborazioni cli Tclcrlann, rivolte ai dilettanti o ai principianti chc
ave\1allo Lrisogno di esenrpi da scguirc per inoJtrarsi r-rcll'artc dcll'ornamentazione,
sono ir-rtclligentcnrelltc non troppo corlplicatc c mostrano un buorr cquiltbrio fra
la varictà dei ritnri, il scnso mclodico e armonico,il ruélangc di ornamcnti brevi
c aflettuosi con n-roclclli cli diminuzior"re di fatttrra lineare. frrcili cla nrcr.norizzare.
ln Francia, nel l7l(r, Michel Pignolet cle Mor-rtéclair pubblica a Parigi i Prirr-
cipc.r tlt MustrTuc, in cui sono contenLlte descrizioni ed esemplificazioni cli nurle-
rosi ornamenti l)cr la r,oce come <<Coulér>, <.Port de voir>>, «Chùtc», <<Accent>>,
<.Trcrrblement» (di quattro tipi cliversi), <<Pincé>r, <<Flaté>>, <<Balancer-r.rcr-rt>>, <<Tour
dc (losier>>,<<Passagc>>, <<Din.rir-rr-rtion», «Coulade>>, <<Trait>>, <<Son Filé>>, <<Son ]-nflé
ct Dinrinué>>, <<Sor-t Glissé» e <<Sangìot>>. Nel paragrafo ristrardante il <<Passagc>>
t-ton risparmia le suc critiche ai lunghi 1'rassaggi utilizzati da coloro che tcntavano
di imitare lo stilc italiano:
Il Passaggio si fa in pirì nrocli diflèrenti, conre si vedrà clui sotto, e ancora
n.reglio lrcllc arie che gli Antichi chiatnar,,ano Doubles. Si sclir,e con delle
piccole note p()sricce che serr,c'rt'ro a guidare la voce su tutti i gracli che esse
'Passaggi
l)crcor'r'ono. I st'xro arbitrari, ciascur.ro può lan-re cli più o di meno,
seconcio il proprio gusto c la plopria cìisposizior-re. Si lrraticar.ro di meno nella
musica vocalc chc in qtrella strumcntalc, soprattutto al giorno dbggi in cLri
gli il gusto degli Italiani, s[ìgurano la nobilt,ì delle
strLrnre-rrtisti, pcr inritare
con clelle variazioni spesso ridicole . Lincomparabilc l-ulli,
scr.r-rplici nrcloclie
qucsto genio supcriorc lc cui opere sarann() sculprc stimate dai vcli cono-
scitori. ha prefcrito la nreloclia, la bella n.roclulazione, la piacevole arnronia,
ia precisionc ncll'csprcssior.re, il natulale, ccl in6ne la nobile senrplicità, a1
ridicolo dellc Doubles e delle nrusicl.rc stra\raganti il cui preteso rrcriro non
consiste in altro chc nelle variaziotri, ncllc modulazioni clc'r,iate, nella dtrrez-
za clegli accorcli, ncl fracasso e r.rella confusione. Tutti qtresti lalsi splenclori
palcsano I'aridità cli genio dcll'autorc, e nollostantc cirì non ccssano cli im-
polsi aÌlc orccchie igr.roranti.eo

8fì. /r.v. yr1r. ì 1 1'1 1 5.


E9. (ltt()t« ; PI u t-n,t,'l'tit.[\1,\\N. .\ott t / c Il t / otl it l;1. 1] 26.
«ljElìO (.1 \/()l-li Pr\CIljN]'IA, 11)

Montéclair chiarisce che clucsto tipo di clecorazione si usa più nclla musica stru-
mentalc che in quella v«rcale c abbiamo già r,isto corne anche al cli fuori d'Italia, ad
eset.rt;rio in (ìcnnania, Inghilterra e Svezia, Ie diu-rinuzioni strumcntali potesscrcl es,
st:rcì c-stretrllnrentc f'lorìcle. In particolarc.fohann Sebastian Bach si cl'a spillto assai
ittnanzi in cluesta strada. Pure sc lo sti[c ornamentale degli autori italiani non è così
claborattt quanto quello unico di Bach, notiamo che cìall'epoca cli Vivalcli in ar,anti
lc dimjrruzioni irr-rplicar-ro senlpre più un seuso armonico: esse l.ranno anche la f-un-
zione di esplicitare lc varie armonie passando, iu una stessa tirata o con arpeggi di
vario ti1'ro, dal basso alla nrclodia e vicer,ersa. Ritrovianro questo tipo di scriftura
nello stile clitlrintttir,o ti1'rico cli (ìiusepp-rc Tartirri, che abbianro moclo di conoscere
apprrofìl"rclitarìente tramite varie fonti. La prin-ra di essc è senz'altro costituita dalle
Rt'go/t'pt'r orriuarc Lt \'(1pL'r bcn suonrtrc il Violino, una rirccolta di prccetti che gli
allievi del 'Maestro dellc Nazioni'copirrvano durante il periodo dei loro studi a
Paclova cla colui chc era cli fatto il piir fanroso insegnanre di violino (rla inscgnava
anchc contrappunto) del mondo.el Tali regole sono oggi cclrrosciute in varie yersio-
rti nranoscritte in italiano, c solnrnente dopo la rrorte di Tartini essc yidero la lucc
dclla stampa a Par:igi nclla traduzior-rc cli Pierrc Denis (1771) col titolo di 'l'raité dt.r
Agrlttrt'rt/s tlc lo N4urirluc.l<ty»era è in rcaltà rivolta a <<tutti quelli, ch'esercirano la
Musica siano Cantanti, o Suonatori [...J per uso di chi avrà r«rlontà cli studiare»,
come si ricava clal frontesp'rizio dclla copia di mano di Nicolai a Venczia. In esse si
clanno istruzioni tccniche per il
',,iolino c vi st'rno corr.rpresi i scgueriti capitoli:

Regolc' per le Arcate


Dcll Appoggiattrre in gcnerc
I. Apoggi atu rc scn'rplici cli scentlcn ti
2. Uso. ccl adattazione dclla meclcsima
). Uso, ccl adattazior.rt dcllApoggiature brevi di passaggio
r{. Apoggiatu re sernplici Asccnclelrti

Del Trilb, Trcmolo, c Morclcnre


1. L.Jso. c aclattazione dcl I'illcr
2. Tret-nol<r
). A'{olclcnte
ModiNaturali
l\{odi Artilìziali
Caclenzc Natur:ali
Cadcr-rzc Artilìziali

c)J. (;lttsl.PI'll'l-,rtitrxr, Ilcgtlc ptr trrrit'rtrc.t srtl(r h(,n .\//()nLtr(, il Vtolilo, scc. xVilr.
111 IìIr(;()LIj ])llR IIUN SUON,\lìIl Ir (.ANl'A Rtl

Dopo aver passato in rassegna alcur-ri importanti questioni tiguardanti la pro-


cluzione dcl suono, l'articolazione e altri argomenti, Tartini tratta delle r,arie specic
di appoggiature, trilli e mordenti. Una ;riccola nota va fatta riguarcìo a quest'ultimo
ornanento, chc viene qui intcso ir-r n-rodcl diverso rispetto all'accezione moderna: si
intende per mordente soprattì.Ìtto l'unione delle due ap;'roggiature, quella inferiorc
c cluella superiore, passanckr attraverso la nota reale e arrestanclosi poi su di essa
dopo ar,er fcrrmato un gruppo di quattro note. lfsso verriì più tardi ripreso nella
trattazione di Hiller col nome di «Scheifen>r. Dopo i piccoli ornamenti il n-rusicista
istriano si occupa dcl ,,Tremolo>>, che altro non è se non il vibrato, il cui utilizzcr
è assai r:idotto anchc a causa della ricerca della più pura intonazione naturale, che
Tartini praticava con l'ascolto del terzo suono. Nei due capitoli che seguono, quelli
Je.licati rri .l\Lrdir,. il rrtrstr'() aut()r'c trrrl 1a dci passaggi che poss«,no (ss(rc eseg,uiti
per diminuire duc o più note oltre che le caclcnze.
I «Modi natr-rrzrli>> sono quelli che procedono dailo stesso dono di natura che l-ran-
no i br-roni n'rusicisti, e che scn,ono a decorare l'andamento della frase e lc cadet"rze.
Ne vediarno qui alcr-rni esempi:

{drn}d,,
fur*,

Jl*Jaa
?r*

/ctt t/*
hl,l*t
?n*

(ìltlsLPPt"l',rn t'lxt, Rc2olc par trriuLut Lt sLtPct' bctt :uottrtrr' il \tio/ino. p.21.

I «Mocli artifiziali» diper-rdono dal buror-r contrappunto con cui si può \/rìriarc
ristrrctto al basso continLlo; cssi non si clevortc'r applicare quando vi sot-tc'r i soggetti
principali dcllc ft'asi ma souo indicati soprattutto nellc cadenze. Ecconc alcuni I
c
esempi:
.l)Irlì() (,1 \I( )LI I)r\CILNTTA,, 11'

(ì1tt51,1r1,1.':lr\R'l lNl, lìagtlcpt,r,trriudt(,d.tLtf)(,1.bt,,.rur.,,,trt,i/ \,iolitt., 1.t.)1.

La trattitzicllle prell(le anchc in csanre lc «Cadenze àfiihziali>>, quelle ci6è che


vanrro irt]prcNvisate cx /(/7/por(', principalnlcntt: durantc i concerti solistici, clanclo-
ne allche divcrsi illteressattti csenrpi oltre a uuo schel-na di rjlirirncnro pcr
l)orcr
apprendere a fbrr-narlc cla soli.
llicordiamo che interi paragrafi di queste Regole sono stati copiati scnza pe-
raltro dichiararlo - cla Lcopolcl Mozart nella sua cclebrc \/trlirtschulc.e2 a confèrnra
-
clella enornrc relrtttazionc di cui Tartini godeva in tutta Europii c di quanti
nuplc,
rosi allie'i zì\,csser() sparso r-rel rr'r.ndo i se,i clel suo stile.
Un'altra lorn"riclabile fbnte per'le diminuzioni di stile tartiniano è ra1-rpresentata
da utla ìt-trlrortatttc scrie cli manoscritti acquistati clalla Bibliot".o d"i, Berkcler,
Univcrsitv of Califbrrtia ncl 1958.er Questa collezior-re, originariamenrc pr,,r,enien-
tc cla llassatltl dcl Cìrappa, conticne nunrcrosissime composizioni cli area vcneta
fra cui un cc'11'riostt ltLlnrcro cli n-rovimenti lenti tratti da opere cli Tartini (scllate c
ct'rnccrti) in cui, oltre al t_csto semplicc e al basso ct',ntir-ruo, compare un altro penta-
gl'alllma rt]cante il testo floridanrcnte climinuito. ì nranoscritti sono opera cli cliversi
cotrristi, tna lo stile ornat-uentale è irrequivocabilmente qucllo jel '|,{aestro
clelle Na
zioni" coltle è stato at.rchc ricot-roscir-rto da Minnic Agnes Elmer, che allo stu{io cli
qucsta collcziotlc ha dedicato un importar-rte iavoro.'j4 Anchc nel casg i1
cui le cle-
coraziclni strut.t-tct.rtali_t.tc'rn fìrssero ope ra di Tartini, certo il loro stile è pienanrente
conforme ai prccetti dellc llcgo/c del Maestro: sc qlrcsre c]imintrzioni fàssero statc
scrittc cla allict'i, rapprcsenterebbero comunquc una docurnentazione di alto Iii,el
lo artistico. Possiamo osservamc qui trc l'rrcvi frammenti a titolo esernplificafiyo.

92.. Lt.t )1,()t,t) N,l()2,\til. \'trttrtl). 1756.


c)1. (.1r. t.lS'UI;,\'ls. lt. lìL)!) I()l-1. Si lcdr
il catalogo rcpriìrjc(): \1t\(.1.\t.Dt,(.KLItS, r\ttNN1, A. Ijlxl.R
l96l
9:1. À,1lNNIl.Ar;Xt:sltL_,rtfti.,.lttrttnt'sl,tTxtt,irtJ()rrttttutrtttttion,lL)62.
116 IìL(ìOLlI Plltì IIIlN SU()N1\lìli Il (.AN1'AIìL

(ìtusr,t,l,t J-i\lìT'tNI, r,ersione claLrcrrata cla anoninro (lartini-l) <lella seconda palte cle IlAndante clel
(loncerto per violino D.7, nrs. US BE lvls. lt. 989, pp. 1()-11.

:-:

. '. . 'a-,: j a'**

(ìtttst t,pt,'f,\Rll\1. r'crsionc clal,orata rla anoninro ('Iirrtinii') dcllr secorrcla lrarte clcl Larg<r
arrrlrrnte dcl (ìrncelto pcrr,ìoìino D.11. nrs. LJS Bll N{s. lt.9E9. pp.80-81.
PA(-lhNl'l A,, 147

(;iLrSl l,l,t,'l',\tttlNl. r,crsionc claboratr da anorrinro (Tartini2)


scconcla lrar-te dcl (ìravc clelÌa Sonrrta
lrcr r,iolino c basso ll. (j8, rrs. t,tS BII N,ls. It. 9gg, pp. li 9.

Conrc si ptrò notarc qucste diminuzioni sono carattet'izztìte. oltrc chc da rrr-r
cospictro utllizzo deltrillo, da variettì ritmica, da moltisalti con implicazioni a1lo-
nichc, da sincopi, cronratismi, tiratc che spostano l'attcnzione rnclodica sullbttava
acuta c da un ricorso assiduo ai r.ari tipi cli mordente e aprl-roggiatura.
Ncl 1798 a Parigi ve:nne inoltre pubblicato r-rn Aclagio di Tartini (si tratta clcl
rnol'it.llettttt irtiziale clclla Sonatu B F5) con nrolteplici versioni ()rnate in una nranic-
ra estrenlamelltc estlberallt( c sovraccalic:r, probabiìmente spurie, oper.a di qualcl"rc
csponelltc della sua scuc,la.es

9). lltrgttt lc lvl.' litrttut:, u,rrit: l if fìir c n / t,s, ptrbhIicato sclrza nurncraziorru
J c p l u s i c u r.r .fit q o t i.r
in appcr.rrlicc rr.Jt..\N B,\p't'tSl tÌ ( .,\tÌlttitì. l.t1rt ltt Yiolr»t. ctr, 171)i 119E.
r.18 lìl:.(ìOl.ll Plilì BI-N SLTONT\llll ll (lANl'ARI;

A DAG lA de Nll rita'r 'arie de dtllircrlte,ba ul.i11:.i


Vlusicu/4,-/Lrio7t".i 'ru:l:' Fer4'oruìe't

(ìtt-rsr.ppr, T,ltt'ttxt, l)rirna l)arte dellA,-1agio della Sonata pcr violino c basso B. Iì5, con versioni
ornatc altcrnatir,c elaborate c]a anoninro cli scuola tartiniana, pubblicato senza numerazionc <]i
paginc in appcnclicc x .Jn,\N'B/\ l'l lSl-E (,ÀRl'll-R, LlArt du \riok»t, ca.1791 1 t-L)8.

,. Tra X\/lll e XIX secolo

Abbiamo giiì citato alcuni paragrafi del\/ersuch di Quantz, uno clei grandi trat-
tati che annunciano in musica l'epoca dci ltrnri. Lanno seguente alla sua pubbli
cazione Carì Philipp E,manuel Bach dà ailc stampe la plin"ra parte del sLto \/('rsucl)
iihcr tÌic tL,obr(' Art das (,lauiar zu spiclul in cui vengono approfonditarnente discussi
solo gli ()rnarncnti Lrrevi sulle note come le appoggiature, i trilli, i glu;rpetti, i tnor-
clenti, le appoggiattrrc conlposte, le strisciate e i morclenti supcriori. C.P.l-. Bach
no11 tratta delle dirninuzioni nla si sofferma brevemente solo su11'ornanrcntazionc
dclle corone o lern'ratc'. Nel capitolo introduttivo sugli abbellimenti affcmla:
Poiché fralrccsi non sodclisfano il gusto attuale, alla cui
i soli abbellimcnti
ic»rnazione ha tanto contlibuito il llcl Canto italiano, ho dovuto anche rac-
«Pl,lì( ) (-l \I()Lll PA(lll:lNl'lA" 141)

cogliel'c gli abbellirrenti di altre scuolc, aggiungenclonc anche qualcLrno cli


lllro\,o. (lrcdo cl.rc il miglior cquilibrio stilistico. sia lrcr gii strunrenti a ta-
stiela, sia pcr: gli alrri, consista irr rrn'abile fusiorre clclla chiarezza e dc.lla
vivacità fralrcesi, con la nrelocliosità clcl canto ifaliar.ro, fusione cui i reclescl.ri
clittrostt'ano una particolarc attitudinc, quando ricscono a libcrarsi clallc 16r.cr
trarlizion i.')('

La scrie cli crancli trattati cli metà Settccento si compie ncl 17)6, quando Leo-
lrolcl N4trzart pubblica firralmentc la sua \Iùthttsc'hrt/e:.')1 Anchc quesro icsto di arca
gcrnlanica. llenché csteso ed esauricnte, non si soffernra cliffusarlcnte
sull'arte dcller
clinritluziot-tc. lì capitoìo t-tt'rno ò dedicato ai varitipicli appoggiatur-e e clignr;rprctti;
il clccinro al trillo; I'unclicesinro al tremolo (cir) chc nel lingLraggio moclerno clriamia
ultl 'r'ibt'ato'), t.ttrtrcletrte c altri abbcllimenti, e contiene copiature anchc cli escl-rpri
-
*clalle Rcgola diTartini. Sul finirc del capitrilo sc»'ro proieipostiaicuniantichiorna-
mellti cli ascendcnza tiiricamente italiana comc la «ribattuta», iì <<groppo>>, la <<tiratl>>
c il ..tlezzo cit'colo>>. Vi sono pochi escmpi di reali dir-ninuzioni, ,nn frn i quali è il
segtlclltc, da cui trasparc ull gusto che ir-r verità non è krr.rtano da qr-rcllo tartir-riano:

1*,-*Ei1È,=G;==;€:

l,t,( )1,( )t _l) À{( )ZAlt.t,. \,t, rs u cl:. l7tì7r, capìtolo Xl, p. 25 1 .

Lcopold Mozart tertttina la ;lat'te riguardantc i vari ornanlcnti con due racco-
rurzrndazior.ri:

Tutti cluesti abbcllintenti pcrrì si applicano solanrcntc negli assoJi ed ar.rchc


qrti con nlolta ntoderazione, nel monrcntc) opportllno e solo corne yarialtc
alla ripctiziotte cli ttt.l.', stesso lussrrggio. I- si taccia rnolta attenzione allc incli-
caziot'ri del corttpositorc poichel Irell'impiego cli rali abbellimenti si tracliscc
fìrciInrt-nte Ia propria ignorzrnza.es

c)6. (..\RL. I)lllt-ll'l'Il,tt,\Ntlt.l. llAt.tt. l'r'rvr,/.,,


1751. lrd. rrorl. irr italiano a cura rli (ìabrrclla (ìc.nrili
\1c«lrrr. I971, p.7{.
97. I-l( l,t u.» N{r tt.,\r'1 . \/tr.rtrch. |J56.
9E. lhi,l .ctl.tlrotl.initalirrnoacuratli (liovaniri P:rcort-(ìkrrit(ìilibcrti, lg()1.p.211.
1r0 lìlr(ì()l.l:. PIrlì llLN SU()rr-AIllr lr (lAN'l'ARI;

La secouda raccomandazione è quella cli non improvvisare ornamenti quand<r


si suona in orchestra (o comunque nel cascl in cui vi siano più n'rusicisti acl cseguire
la stcssa pirrte), onrlc cvitare di ror,inare una linea nrcloclica con la confusionc delle
diverse idee inclividuali.
Nella seconda rnetà del Settecento un campo tipico della din-rinuzione era scnza
cil-rbbio quello dclle riprese variate. Quand«r si riprendeva un ritornello sen-rbrava
necessaric-r non ripeterlo nello stcsso modo n-ra introdurre una piacevole varietà e
al teml-ro stesso rllostrare la propria 'buona disposizione'. A qucsto proprosito ecccr
qttanto scrivc Quantz alle pp. 165 1(16 del suo Vcrsuch cincr Anrueisutrg, clit' I:lòtc
/raucrslòrc al spiclcn del t752:
S
Si debbono firre nrutaziot.ri solamente quando il canto serlplice è stato udito.
poiché lbrecchio r.ron può senza questo né conosccrc, né sentire, se sono vc- n
ramcntc nlutazioni. Non bisogna né meno cangiare le mclodie, che sono bcn b
scritte, c che hanno grazia bastevolc, quando non si possa csscr certo di farle q
riescire nrigliori. E necessario, per ben farc alcur-re mutazior.ri, chc ciò, che
viet're aggiunto, lornra i1 canto più aggraclevole, cd i passaggi più brillanti di
quello che'l Conrpositore li abbia scritti, nra cì d'uo1-ro, per far ciò ber.rc, nrolta
inteìligcnza, ed espet-ienza. Non vi si poffà r.nai giugnerc scnza sapere l'arte- clcl
(ìon.rporrc, e colui che si trova all'oscuro di ci<ì, frr r.neglio iìnteporre f inr,en-
zior.re del Conrpositore alle sue fàntasic. Non basta far sentire un seguito ìur.rgo
dinote prestil cllc lare nascere ponno mo]ta maraviglia, rr-ia non corrrtuovono'1
cuore così facilmcntc quanto lo commovolro lc scrnplici note, ii che esscre clc-
vc'l principal scopo della Musica; e questo è cicì ch'er,r,i di piir scabroso. Irerrì
si comlÌlcttollo gli abusi più grancli in ciò, onde sarci in procinto di consigliare,
il non introlrarsi troppo ncllc n'rutazioni, e di appigliarsi piir tosto a slronare
run senrplicc canto con una manicra nobile, pr:opria, e polita. Se si abbraccia
qlresta \:olontà di lare ntutazictri prinra cl-r'i1 tentpo lo penlletta, c prima che
si sia imparirto LÌn certo gusto nella l\{usica, l'animo si avvezzer'à cli roppo alle
note cliverse, ccl cgli uon potrà Iìr.ralnrcntc piùr soflr:ire r-rn ser.nirlicc canto. Lo
stcsso clcvesi intenclcrc in tanro clell'ar.rinrc'r, quanto ciclla lingrra. QLranclo cluc-
sta è stata avyezz ta una volta a i'ii'ande bcn conclite, tutte le altre vivancle le
sctnbrano cattive, non ostante che siano nrolto sane. e semplici. Ma sc quclli'l
qualc mette in ese'cuzione non viene egli nreclesimo compunto clal canto nobi-
le, c serlplice, non pott.ì nc n'ìeno lirr molta in.rplessione negli uditori.

Ncl 17(r0 Carl Philipp Et-nanuel Bach pubblica le sei Sonate Wq. 5t) con le ri-
presc variate.e" Si tt'atta cii sonate pe r claviccmbalo, dedicate alla principessa Anna
r\tttulirt Ji [)rrrssia. ncllc qurrli i ritolnc'llis()no scl'ittil)cr cStcso t.in ulrrr vclsionr..

99. (,,1ììt l)iltLII,l,Llt,tXtrl].8,\r.H,tt.\oitnt(,.\'po/il. lt(./,tL,tcirt.lJ60


«l)lrll( ) (lI \1()Llr l),\(.IlrN'l'I A» lrl
cliflcrente rispcfto a quclla inizialc. Nella prcfazione scrive I'ra l'altro (tracluzionc
clello scrivcnte):

C)ggigi«rrno Ia variazionc r.relle riprcse e: ir.rcìispensabile ed è atesa da parte


di tutti gli interplcti. Il ;rubblico prctenclc chc praticamente ogr-ri iclca l,en-
ga ripctrrta itr tttra clivcrsa manict'a, l)cr[ìno ser]za sapele sc la stluttr-rla clel
brano o lc capacità clell'csccutore lo cotrsr.ntit,.,.,. È qrerta aggiunta cli notc,
slrecialtlente se unita a una lrrnga cuclct'rz:r conl>izzarriornalnellti, clte spcs
so attila i Brat,o de lla platca.

Vcclianro qui cli seglrito uu breve esenlpio del lavoro svolto dal figlio cli Jol-rann
Scbastian lJach ncll'ir"rizio clclla prinra fra queste sollatc; è evidente corne I'autorc norr
licclchi uno stilc tropl)o cornplicato ma, grazic a poche scmplici ;renncllate ricche di
bttctn gttsto, ricsca a parafrasare la n'rusica preceder-rtenlcnte esposta con idee chc sono
qllanto tneno altrcttanto L)uonc rispettct a quelle della vcrsione preccdente:

r';--

(l,.rttt. l)un.n)p l-NI,.\NULl.IIA(.t I, prirra partc .lellAllcgrerro dellzì Sonata I


clrr \/l .\ort,.r/cs pour lc ()ltt.'ccitz, l7(r0, p. I
152 Iìli(ìOLlì Plrlì tst N SUON;\lìlr Ii CAN'lARl;

C.P.E. Bach conclude la sua prcfazionc asscrendo che nello scrivcrc qucstc sona-
tc ave\ra in ruentc sopmttutt() i principianti e gli alratori chc not-t hanno la capacità
o la possibilità di str-rdiare assiduamente, dando loro delle riprcse variate già pronte.
Natr-rralncnte questiì pratica delle riprcsc variate ò r'icina e parallcla a quella r,r,calc
dellc aric cor-r da capo. Già nel 112)'Pierfrancesco Tosi nel suo fondamentale trat-
tato ()piniottt' clc' canlrtri antichi c ntctdcuti così si esprimeva:

Sc chi prinro introdusse I'trso cli r$igliar le Aric da capo ebbc per- rlotivo il far
cor.nprendcrc l'abilitrì cli chi canta variaudo lc repliche nell'intcrcalare notr pucì
biasimarsi l'irn,enzione cla chi ama 1a l\4usica, però tolse una grall for:za alle pa'
role. Da i norninati Antichi Ie Arie si cantar,ano anch'essc in tre maniere divcr-
se: Pcr il Teatro lo stilc era vago, e t't'tisto: Per la Cirnrera miniato, e fir-rim: E pcr
la Chic-sa afletruoso, e gra\re. Qucsta clifferenza a nroltissinri nroderni è ignota.

f...l I'olcline col qualc tlrtte le Aric divise in tre parti rogliono esser cantate.
Nella lima non chieggono, chc ortratlenti sernplici. gLrstosi, e pochi, affinchè
la cor.nposizionc resti intatta: Nella seconcla comandanc,, chc a qr-rella pr-rrità
ingegnosa Lln artificio sit'rgolarc si aggiunga, acciò chi se n'intencle senta, chc
1'abilità cli chi canta è nraggiore: Nel dir poi Ie Ar:ie da capo, chi non vat'ia n'ri-
gliorando tutto qucllo, che cantò, non è grand'Uonto. Si avvezzi clunqLre chi
stuclia a replicarle scnlpre clivcrsanrente, che (sc nou m'inganno) un abbon-
clante, bencl'ré nrediocre Vocalità merita assai piir stin.ra d'ut't n'rigliore, cl.re
sia sterilc, perchcl questi non putì clilettar gl'intelligenti, che la prima volta, c
cluello sc r.ron sor;,rendc colla rarità dcllc suc procluzioni, alt.neno colla divcr-
sità alinrenta l'attenzionc. Quegli chc sono nel numcro dcgli ottirr-ri Antichi
s'in'rtr.rcgnavano di scra in sera cli cangiar nell'Operc not.t solo tuttc lc Arie
patctiche, rna clualchedr-rna clellc allcgrc iìncol'a. Chi studia, e tton assoda
ber.re i londarncnti non può sostcnele il grave pcso d'un eset.ttpic'r così it.t.tpor-
tante. Senza valiar l'Arte ncll Arie n<x.r si scoprilcbbe nrai f intenclimerrto de'
Professori, anzi dalla qualità della variaziorrc facil.r.rente si conosce fra due
Cantori cli prinra slera cltral sia il migliorc.l00

Conferma di quant«r affcrrrato da Tosi si ha, fra l'altro, dalle parole del dottor
Clrarles Burngl,;

Qucsto frivolo e lr]onotollo rondò, ir-r cui è costruito il nrrttit:o, o sit-tgolo


lrassaggio, è ripetLrto così spesso chc ncl colso dell'esccrtziotte r.rulla riesce a
protcggcre I'ascoltatorc giudizioso c di buon gtrsto cla stilnchezza e monoto-
nia tranne che tali nuor,i e geniali abbcllinrer-rti come, in Italia, ci si aspetta
chc ogni abile car.rtantc procluca a ogni scrata in cui esso vctrga cseguito.l0l

l()(). l)tttRi RÀN(.I-S(.()'I't'tsl.()piltotrL',1t" ttut/rtri ,rrt/icl:i, t' tlrrlt'rrti, 172), p1t. 5lì-(r0.
101. (.tt,\t(t-t-S BLrltNL\'. i\ (,utt'nrl lltstrtr,r ol I.ltrsic. 1716-1789: crl. nro..l. a cura tli Irrrnli N4crccr', 191)
«PIrl{() (.I \'Ot.Jl l)ACII-N'lì r\" 11)

I prccetti cli Josi si clilJ:usero allL'stcro anchc per il tramire di aìcgni tcsti chc 1c ri-
portavano anrtrri passi tradotti in tedcsco: nel 1157 un allier,o di.T.S. Bach e cìi
Quar-rtz,
.f ohann Friedrich Agricola. clicde alle stampe la sLta Anlt,tturtg zur .\ingcrkunsì e snc-

ccssit'at.nentc, ne I 1780, f ohanrr Adarr I{illcr il suo Attu'cisurtg ztun nitusiktlisc.hzlcr-


licfun Cìesorzgc. Iìiller afferma che un'aria deve esscre dapprirrra
eseguita così c11nre
il corrll-rositttre I'ha scritta, auclrc se i] cantantc potrebbc-aggiungcrì,i prochi piccoli
ortlanlenti. Il cla capo devc esscre variatcl, e apparire facile c piaccvolc, rra tuttayia
clct'c csserc in qualchc modo clifficilc, allo scol-ro cli darc al cantantc lbpportunità cli
mostrare la sua abilità. Nclle arie lente e cantabili è preferibile introduire ornamcnri
legati, ir-r quelle allcgre invecc sttrccati. 7 Passaggi non dovrcbbexr nrai esscre
escguiti
ch-rc toltc nello sr,,ss,, rt.todo c, in gcnerc, diminuzioni dello stesso tipo nor.r .luur"tb.-
r(ì css('ru utilizzlte irr ltroglri r it.irri lrir lort.,6 11-1.,1y1.,() sl)c\so in srrt.c.t.ssiont..
Nc] tart]tt Scttecettto scmbrano coesistele clue opposte tcndcnze: da una partc
sia i cantat'rti che gli strunrcntisti tcnclono a climostrare Llna crcscente abilità ,,iì.tu,.,-
sistica nell'improvvisarc dimir-ruzioni; dall'altra partc la'classicl'scm;rlicità iliyenta
scmpre piu importantc. così come già avcva fatto.).S. Bach, ora L. Boccherini, (,.V/.
(ìlLrck' Ir.l. IIavdn e \X/.A. N'lozart-insomma igrandi corrlrosirori
cl-rc ricl-rjcclonq
spccifiche carattcristiche agli cse cut<lri delle loro nrusiche restrir-rgor-ro scl1rprc
-
di piùr la traclizittnalc libertà accorclata agli interpreti, scrivcnclo per esteso rutt; le
notc, it-t nrodo cla garatttirc le loro operc contnr sgradite aggiunie di clin-riluzior-ri
fuori l.ogo da ;rarte cli esecutoli cli scarsc capacità e discernìmento.
E intercssante leggere alcuni framnrenti tratti dall'autobiografizr di Karl Dit-
tcrs \'on Dittersclorf i7)9-17c)c)). L,gli raccor-rtA come, nel 175i, quanclo cra iìncora
giovanissimo, suonassc' il r,iolino ncllbrchestra della Schottenkirchc di Vienna. Il
kttrtzt'rltttt'tstt'r di talc orchestra, un ct:rto Karl Huber, gli cl'riese di stronare il suo
'sol o'. I I r,a,gLrzz,c,) acccttcì:

All'inizio cscgtrii il solo non senza batticu()re; e comLlnqr.rc, qua6cl6 cbbi Ia


sensazione irtcoraggiartte chc io stessi suonanclo nreglio cli qrranto r.ler.r 1.ri
lossi aspettato, irrcsi coraggio r.rclla ripresa, e variai ipassaggi c le lloclula-
zior.ri. Lo lcci intcran.rcnte alla r.naniera propria cli Ìluber.l():

Dittcrsclorf aggiungc chc gli an'rmirafori cli I{ubcr rirnasem sorpresi, ir.r scguit11,
r-rcll'appr|er-rdere che non cra statolui stesso a eseguire quel solo. C)ucstg,,-,"d11,-,,o
ci racconta vnric cosc nello stesso tempo: che da un buorr prolessionista ci si attcn-
cleva normalr-nente cl"re cseguisse variazioni nel le riprese; che per un principiantc
cirì poteva costituirc un clifficilc cimento; che fossc nornrale eseguirc passaggi va-

rist,Ic)57, r'o1. 2. 1.. )-J5. l,r trarluzione ò tlcllo scrivcntc.


102. K^lÌ1. Dlr"l l.tts \'()N DI-l 'l l RSI)ttt\1,'l ht tlrr/ohiogrrrpl.,1,, 1970, p. 28. [.a trarluzionc ò c]cllo
scriveirtc
151 lìlr(ìOl-Ìrl I)LR tllrN SLIONAIìI L Cr\n-'l'AIìLl

riati alf intpronta non solo nel tcatro e nella musica da came ra, nla anche in chiesa
(per1o ntctto in quclle chiese cattoliche dove Io stile n-rusicalc italiano prevaleya);
c inFne, che ogni musicistir di ur-ra certa far.na doverra possedere un
1-rioprio stile
personale, riconoscibile dai tratti delle sue climinuzioni.
Secondo utt altro riìcconto, intorno al ll60 Dittersdorf a\/eva eseguilo un adagi<r
clirlinuito solo dopo che il pubblico gli aver,a richiesro un bis: di Ìott,-, uyw,
contato su questa eventualitiì e ,ì\/eva sfoderato degli abbellimenti di brillante"gli
vir-
fuosist.l.tc'r chc prc'ri) si era preparato in anticipo. Ckì conferrna quanto asserito clallo
stesso compositorc, e cioè cl-re non tlrtte le diminuzioni o i 'caprricci'r,eniyano scnr-
prrc ir.nprovvisati sul monrcnto, ma che i migliori intcrpreti se li prcparayano
con
c'ura. D'altra parte l'uso di questi ornanrcnti, se esagerato, fuori ìuogo o eseguit11
da un mttsicista incapace, \,cniva duramentc stigmatt)zato, sempre cluil.,, rt"rr,-, Dit-
It'rsdorf. irr l,rl rrr.,do:
Tuttar,ia Llna n.o\'.ì abituclir-re si è lrrtta largo, che io ho amato solo con per-
sonaggi clel calibro di Mozart, clcrlenti ed altri geni crcatori. ,{lio scopo di
nrostrare la loro intn.raginazione improi,visativa essi principiano una tantasia
tlella quale stlonano trtt ser-uplice tcnra che poi, con nrolta arte, prenclong a
variare clivc'rsc \'oltc rl)ctlltanlente, st'conclo lc migliori regole clelÌa c6r-n-
posizione. Dopo di loro una gran quantità cli nrediocri individLri si pror,ò a
imitare ciò, rutti ct-rt.tre scimmie, r: oril ]a n.ranìa per le variazior.ri e lc fantasie
è così generalizzata chc ovunque si oda ilsuoro di un piano a un conccrtc-r si
prucì starc sicr-rri cli t cnirc sonrnrersi da ogni sorta di giravolte, piroettc ecc.10l

Ancl-rc Daniel Gottlob Tùrk nclla sua importante Clauierscbulc siera cspresso
ìn qucsti ternrini:
ln gerrcl'alc, conlLlnque I suona mcglio quell<l strunrentista chc più si ayyicina
alla voce calltantc o clrc sa cc»-ne proclurre ul-r bel ,rorr., ,,oarl".
euanclo si
tratta clclla vcra tnttsica, cosa sono tLrtti questi passaggi gratuitì c()nlparati a
ulla cc)nlllovcnte, genuina n-rcloclia c1-re innalza il cuoreltt)+

Nel trattato di Ttirk. oltre alle «\X/escntliche l\,lanieren» (gli ornanrcnti essenzia-
Ii), si prarìa clelle «Wilikiirlichen Manieren>>, e cioè di qucgii ornarrcnri cstcnrpo-
ranci che diPenclono dalla volontà e dal gusto dell'inrerprere. NeÌ quinto .n1,itàlo,
dclpcl cssersi cliffuso sullc fern-rate e cadcnze dandone r,ari esempi, I'ar-rtore .u..n-
mancla di non csagerare con lc diminuzioni c di farle nei luoghì piir appropriati.
ta
l0). lr1. p (r7. I-a rlarlrrzionc ò tlelkr scrivcntc.
l()':l l).'\Nll-1. (ì<lt tt-OH I'i'tr. (./alzi'rtl:trlt. 1169'. ctl. rrod. in ingltsc. 1c)81, p. llg. 'l'raduzionc rlcllo c\
scrivcntc.
fo
«Pl:lll() (
15t

Qtri Pc'rssianto veclcre, a mo' di esemplificazionc, partc di un mor,irrento lento cgn


il testo scmplicc e con quello diminuitcl, accor'ìlpirgr-ìato clal basso:

t*

D,\N IIL ( ;( )'t l L( )ll 'l'it ti x. (_/ar.ycr:vltt/t, 17EL), capitokr \,. ytp. )26-127.

Tiirk concludc poi il capitoìo affcrrrando che sia Quantz sia Tosi, nci loro rrar-
tati, hant-ro lìrtto clclle ottin're ossen,azioni su questo ter-na.
Nattlralr-tletttc, rrista I'inrpclrtanza accordata a tale czrpracitzì di inver-rtarc piacer«lli
e virtuosistiche clitrinuzioni, divcrsi tcsti si occuparono di insegnare ,lc.lni princitrri
fclndan-rctttali di qtrcst'artc, soprattutto a beneficio dei dilettanii (-, non solo. basti
156 lìE(ì()t.l'l Plllì tìl,N SIION.\lìll l, C;\N'l'ARI

irtfatti pensare ztlle Rcgola di Tartini). Molto sp<:sso gli autori insistono neJ ripetere
che nott si do','rcbbe tentarc di diminuirc un blano se non si conosce l'arte deila
ctttltpttsizione e no1.ì si 1-rossiedc un certo ta]ento per inr,entare una iinea melodica che
sia bella almcno quanto quella del conrpositore. I{iller nclla sua opera, similmentc
a Q-uantz, comparò Ìe diminuziolj alle ipezie, .t',. **ri i"g..di.nti ncòessari, ma
I
possono rovinare un piatto se urilizzatc in quantità esagerata o senza il necessario
\ equilibrio del buor-r gusto.l0t A Hillcr si clelrbono quclle che sono probabilmentc da
considerarsi le più chiare regolc pcr le ornamentazioni libere (.<Willkùrìichc Vcriin,
derungcnrr) date in luce nel periodo classico; esse sono comunque in massima parte
desuntc dai precetti del Tbsi (172)), e ad esse è dcdicato interamente lbttavo capitokr
del trattato. Ne citiamo qui alcuni stralci cercando cli non ripetere cose già dc:ttc:

Le variazioni possollo csscre fatte in trc nrocli: nel irrimo caso più notc sono
aggiuntc a Lln passaggio cli poche note; ncl seconclo, all'opposto, piir note
vengono tlasfolmate in poche; infine, un certo numero di notc vicne cambia-
to in un eguale numcro di note diflirenti. L.r aggiLrnra a quest'ultimo modcr
er possibile eseguirc in tempc'r rulratc,, una ser.nplice e lasticità del tcnrpo, uti-
lizzando le note originali.
Ur.r altro nrodo per variare, oltre agli ornanrenti esselrziali, ad escnrl.ic, ,1p-
poggiature c tlilli, includc quelle figure con Ic quali i passaggi sor.ro costrui-
ti. Staccato (<<Abstossenr), nrordenti (.Schcifen»), passaggi cromarici legari
(«Zicher.r») e tutto ciò che è collcgato all'usc'r della voce può ancl're fornire
modi cli variazione sc introdotto cor-r t»oderazione e gusto. E spesso il moclo
più adcguato, rispetto all'abbellirc ogr.ri lrota con duc o tre altre renclendo la
lnusica così colorata chc si perclono tutto il senso e 1'esprcssione.
[...] la libcrtà di variarc purì essere applicata piir facilnrentc ir qLrci punti tta
che' sono adatti. r,ale a dirc quei luogl.ri do,,,e sono ar-rspicabili più r,itaiità c Pa
brillatrtezza, così conre i luoghi in cui r-rna ripetizione di note idcntiche non di
oflì'ircbbe alcuna lusinga. I passaggi e i brer,i nrclismi che hanno luogo lron di
ploprio alf inizio, nra verso il centro cli un'aria appartengono a questa ciÌte
Irn
goria. Il cantante chc ama la r,ariazione, qLrindi, dc-r,e arricchire molto di piir
Le,
le idce sLrborclinate rispetto ai tenri principali clell'aria. lnoltre, lc variazioni
si trovano non solo negli Aclagi, ma anche negli Allcgri.l0(,

Corne vecliamo da un brano di qr-rest'aria ornata, fornita da IlilÌer alla fine clel-
l'V111 capitolo, lo stilc clirninutivo \/ocale ha incorporato i cromatisr.ni e oramai non
ten-re più isalti; sc nc fa iniattr un Lrso assai piir frequente e disinvolto rìspctto al
secolo precedente:

l0r. (,1ì..J()t ì/\NN j\D,\lt lltt-t-t:tt. /lnttt'tsrutg. 1780: erl. mocl. in inslcse,2(X)1, p.9(r
l()(r. lz'2, pp. 1ì5'1J(.. l-a tradLrziorrc c: dcllo scrivcntc ,"
.PIllì() CI \1()LÌì l)ACÌIN-ll A,, 157

sn. lr;gsldù, mcrn l{crl. drc Lart_ al

von de - nm die dich hu s. hissldù. mein HÈri, dièlnsr_ _ al

f or r,\xx AI),\M l ltLl.t,R. .Anu,cisuttg, I7tì0; ccl. nr.derna traclott:r in inglesc


a crrra cli Suzanne.l
Llcicken.2001, , calritol<r \Iìll, p. 7)9: tlria rtit tL,i/lkilhrlichar\lcr,tuJt.ruxjq

Lo stesso I{illcr due anni prima aveva clato alle stampe sei aric d'opera in stilc
italiar-ro con versiorti ornate.l()7 La pubblicazione contieie climinuzioni
su ar.ie di
Pasquale Anfbssi. Antonio Maria Sacchini, Carl llcinriclr (ìraun, C-ìian Franccsco
di Majo e .Johann Adolf Hasse, oltre chc alcur-ri conrmenti sulla corretta maniera
di protlttnciare I'italiano per coloro che nor-r fossero proprio familiari con questa
lirrgua. Po.ssianro qui vederc parte di un'aria di q.,esìa mccolta, tratta <lalJbpera
l,cuclppo di Ìfasse (1747):

107. lD., ,\'ccl:t i/tltctit.ttllt tlritn. 17 r8


158 lìIi(ìOl.ll PIilì. III:N SLION,\lìIr I: (.ANl';\1ìLl

É-}*è;x
--\*:

fi - . .r,rri . - rrr pJ - tt il mo " rir ila * ri :c


t*r
*l i
l'fi-:
+;.4t,*
*, lti 12 -r..-iFrL

J()l t'\NN AItt)l-t,H,\SSL,, aria l)t,r,t»t,L)it.'i, Lt/tlLt/() bt,rtt'tlzt7l'ope1l l,t,ucippr.,, in.lttll,\NN r\l»\l,l
I Itt-t.t.tt, .!r,r'l.,s tttIicttischc Ancrt\1778, p.2

Non solo ifigli di Bach, Carl Philipp


Emanuel e.|ohann (,hristian ci h:rnno
lasciato cscmpi di clinrinuzioni scritte per esteso, ma anchc classici viennesi cone
lJal'cln e Nlozart. Di qLrest'ultimo vi sono ad eser-r-rpio alcune sollate per pianoforte
di cui è intcressantc comparare lir versione autografa con quclla della prirra stanlpa
c consiclerarc i ripcnsatr-renti che riguardano Ie dccorazioni suila partc supreriore;l0s
qtti vcdiauro un cprisoclio c()mpreso tra le battute2l e28 del secondo movimenro
(Adagio) tratto dalla Sonata KV l12 in fa maggiorc:

l()tì.\\I()1.ì (ì,.\N(; A\1,\t)Lt.sr\l()2,.\lit..\oil,r/,tK\, 1J2()()0r); Ultf l// j2:](11 )2)),tlMA.\tric20\,r. 12.


l,'rrtttor:raiìr è corrscrvato prcsso \\'i)lianr Il. Schcitlc. l-lrc Schcitle ,\iLrsic l-i[rrarv lrrinccton tt]S-l)lìrr).
N'ls. lll. [,e prina ctliziont ò stata pubbiiceta a Vicrrr.r, r\r'lrrrir ti (,.,. l7x]. 5rr intcrnct è consu]tabjlc

pLrb sr-ch.php?l-2 (sito consulratr:, il 7.06 2015).


«PllììO (.1 VOl.h PA(llITNTIA» lrL)

Prima edizionc

.)

a
E

\\k)t.r{t,\N(; Alt,tttt,t s l\''1()7-Àlì.1', r\tlagio <|Àl'tjonala in.f,t ttt,rg. KV ll2 (10(lk), N\'{A lX/2t/2,in
l)t'drro .\orra/ttt, «r1. 2. Scotc (ì)lath/tìehm, 198(r)' pp lT 38' bb. 2l 28.
160 Iìli(ì()Lll PI;lì B]-N SUONAIìIl I- (tANTAIì[:

Analoghi proccdintctlti si possono osser\/arc sull'Lrltirno nlovilncl-rto (variazione


xl) della Sonata in re maggiore KV 284. Vedianro ora invcce un fralrmentg tlcll'a-
ria Ah sc a ntorir tti chiauta KV 29lc rratta dal Lucio.lilla di \X,1A. Mozarr
fiil2),
che fu cantzìta dal castrato Venanzio Rauzzini con lc cokrrature clel conrposi,n."'
,i
tratta clella ripresa clcl tcma a battuta E9:10')

\'rfstrntc ornalJ

lcrsìolc originalc

t,
fm
r\ s,

al
ul
C(
,r', ,, ,n,n,.1,, . N,roz,\R r,, .triatrrt st, a ruo,ir*,,',, ,i,,,,'),,urrr :sr. (Aa, gk l) d^ r,,,, i,, .\iilu, CC
^i,^,;;,,2: Lucto,!zzr. r,oll. l 2, Score 0lanscll. 19rì(r). pp...180-1Er. bb. EC)-99.
N,\'lA lllr/7/1
le
Str
Gluck fr-r il primo cotrtP()sitorc a oirporsi all'ornamentazionc sfrenata clci can-
lll
tanti cl'opcra italiar-ri;nella celebre prefazione allir sua <'tpera Alct'szc,(ìbpera è clel
(c
176i, nta la Prefaziorte fu pubblicata solo nel 17(',9) espone i punti programmarici di
Ia
un manifesto che ricalca.quanto già esposto da lrrancesco Algarotti n"l ,ru soggio
- [,;
soprtt I'opcrd ut ntusica..11\)

Quarrclo plesi a frir la Nlusica clcll'Alcestc nri proposi cli spqgliarla affattcr CC
cli tutti qucgli abtrsi. chc introclotti o clalla rnal intesa r,.ni,,ì.1"'Cantanti, _Sg
o dalla roppa c.mpiacerza de' Macstri, da tantc'r rernpo sfigur-ano I'opera lllr
Italiana, e dcl più r)omPoso, c più bello di tLrtti gli spettatrrli, ,e fanno il n_!
I '<<
109. (l()mc pcr iì prccecierrre brano cli N4ozar.t è consultabilc
onlinc. ltt Digitdl tlo:itrt l:tli//r,tt tlclla t-.
tl t'
,\'citt' 11o:ar/ ,ltrsghc,. http://clnrc.nrozar.tcrrrr.atll)lVll:,/nrra/nnrapuir_ slch.pìrptl=2 (siro consultaro
il
I ).06.20t1).
I 10. IrlÌ1\N(.t]s(:O i\t,t;,ttt.t't ,.\ialgo .tol)rLt
t f 'op(,1-0 itt ,tusic.a,1J6). 111
.Pl:lì() (.1 \iOLL PA(lll:N'l'lA» 161

pirì riclicukr, c il piu n()i()so. Pensai cli risrinecr la N'lusica aÌ suo vero uffi-
cio di servilc alla Pocsia pcr l'espressione, e pcr lc situazioni clella Favola,
senza intet't'c»rpL-r l'Azione, o raffrecldarla coll dcgl'rnutili superlllri orna-
nlenti, e creclei ch'clla 1ar dot,esse quel chc sopra un ben corretto, e bcn
dispost<l clisegno la vir,acità de' colori, e il c<»rtrasto bene assortito de' Lumi
e rle]]'onrble, che serr,ono ad aninrar le figurc scnza alteran-ìe i contorni.
Non l.ro voluto dunque ne arrcstare un attore ncl rnaggior calclo clel clialogcr
pcr aspetare un nojoso ritorrrcllo, ne lermarlo parola sopra Lrna \ro
cal favorevole. o a far pompa in un lungo prassaggio ^Dlezza
clell'agilità di sua bella
voce , () ad aspettar che l'Orchestra li dia il ternpo di raccorre il 6ato per: ur.ra
cadcnza. Non ho crcduto di dovcrc scorrere rapidamentc la scconda partc-
cl'trr-r'Aria quzìntunque forse la piu appassitrn,ìtiì, e inrportante pcr aver luogo
cli ripetcr rcgolarrncnte quattro volte le parolc della prima. e finir I'aria dove
lorse r-ron fìnisce il scnso, per dar comodo al Cantante di far veclere, che puo
vlriare in tlrttc N.r.ri:r'cil|riccios11115',,t. urr 1ras52ggi1r: in sonrma lro ccrcltrr
cli sbandire tutti quegJ'abusi contro cle'quali da gran tempo esclanravirno in
r,ano il Lruon senso, e la ragiclne.lll

(,or, la scrittura can-ìeristica che riservava estrema cura anche alle parti inter-
{,
I nredie (corne per escmpio nei quartetti di Haydn), a partire dagli anni Sessanta del
l\ Scttccento la libertà dcgli esecutori si andava restringendo.
Questo contribuì ad
allargare la forbice fra le duc diverse tendenze del per:iodo: quella al r,irtuosismo da
un lato, quella tendente a una classica ess<:nzialità dall'altro. Probabilmente i buoni
con'11'rositori viennesi crano piuttosto scontenti Jclla nlaggior 1-,arte deìle esecuzioni
c()fl'cnli. c t(nJcVarro pt'ogrcssi\':lmcl]tL' scmprc piu a notarc con cst|enla 1r|ccisionc
le loro intenzioni, cornprcsi segni di articolazione, cìinamiche e ornanlenti. Per qr-re-
sto motivo non clolrbianro stupirci se un'aria di Mozart o ÌIa1,dn si prescnta in un
nodo coul-rletirn.rente cliffcrentc cla nrra simile aria coeva di Anfossi o di Zingarelli
(c questo è uno dei motivi per i quali oggi risulta difficile giuclicare oggcttivanrcnte
la musica di tali autori), poiché il nurnero dinote e di indicazioni contenute in ogni
battuta clei nraestri vicnncsi è noter,olmente nraggiorc.
Torniar-n<'r ora a occuparci di strumcntalisrlo: in Francia 'LAbbé le Fils', nonre
cor-r il quale e ra più conosciuto il violinista e compositore francese Joseph-Barnabé
.Srrint-Ser in. Puhhlit'a rrcl lTol rin nrct,,.lr., Pcr liolirro csscrrzillmentt'Iratico. irr ctri
mostra non solo i consueti ornamenti fondamentali come la «Cader"rce» (il modcr-
nq ffillo) nelle sue varie specie, il <<Malte llemcnt>> (mordente), il <<Port de r,oix>>,
l'«Accetrt>> e il <dhulé2, n-ra nella poii" t.rr-,i,-,ale del suri lavclo lbrnisce ut'ta.\'uitc,
tlfTtlis Airs clt tllffcrcnts Autt'ur.r t:tnés potrr un ulolon sell1, con dir,ersi esenrpi di

l 1 1. (.1 Ì tììs'r'()Pr r \\'r r.r.r Ìr,rr.r) (ìLLr(.K. rl/t,,s t t,, 11 69, p. 2.


162 Iìli(ìOt.l Plilì IlllN SLION/\lìL L (lr\N'fARll

nrinuetti c aric alla nlocla variati secondo il gusto dell'epoca.l1l


(]ualcl-re tenr[)o do1-xr, in lnghilterra, il violinista italiano C,arlo Zuccari (chc
era stato primo r.iolino clcll'orchestra di Cìiovanni Battista Samnrartini a Milano)
frt stamirare '[-he' lruc Mcthod of Plaltirtg an Atlagioll l] questa brcve pubblicazio-
ne, comprcndcnte dodici nrovimcnti lenti in ciiffelenti tor-ralità forniti di una linea
tnc'loclica sctrplice e ut-ra dimilruita, fir parte della seric cli testi concepiti pcr l'in-
sesnarìlcnt() ai non ;rrofcssiot-tisti al cli fLrori d'ltalia. Dalle diminuzioni di Zuccari
etrcrgc r"rno stile ,rncoriì assai cantabile e mcr-ro s;rigoloso rispetto a quello di Benda
di cui ci occuperemo fra poco, meno complicato rispetto a qrrcllo cli Tartini, nra
è facile itr-rotizzarc chc cicì dipenda piuttosto dal carattere dir,ulgatir,o clell'c'rpcra.
rivolta a colorcl chc t-tot-t iì\re\/ano ancora la capacità di invcntare le lc,ro pcrsonali
dccorazioni r-nusicrrli. Questo librctto contienc conrLul(luc interessanti cscmpi di
piccole cadcnze clir sonata, e cioè cli p«rporzioni ridottc rispetto a quelle appropria
te a uu t.novirncnto di concerto solistico.
Frar-rz Benda 11109 li86) ltu r.,iolinista e conlpositore assai celebre e attir,o nella
(ìernrania clcl norcl presso Ia cortc di Federico il Grandc, dove frequrentò musici-
sti con.rc C.P.E. Bach,J-J. Quantz c.l.G. Graun. Nell'ambito della sua procluzione
incontriamo un nr.ltrito grul)po di sonate uranoscrittc - si tratta pcr I'csattezza cli
ber-r trcntadLle sonatc - Ic cui partiture presentano Lln pentagramnta aguiur-rtivo per
lc crrtrantcnttrzioni (a voltc vi sttn«t anche clue divcrsc r,crsioni ort-rate); c\ da notare
che le climinuzioni non sono lin'ritate ai nrovimcnti lenti, ma estesc anche a quelli
r,eloci.ll{
Qui ne vediamo un frarnmento. Si tratta della parte finale dcJl Adagio della
Sonata [ttr] in re nraggiore, che contienc anche un eseml-lio di claborata caclenza
sonatistica:

1l

n
1 12. l.'Aljtlt. l-L TriLS, Prlrtcipt,: tlti ut'rt/ort, 1r-61 . d
l1l. (1,\Rt.() Zttt.t.,\Rl, 'l
h( /r//( i\|t,tlrril. crr.7f 62.
ll-1. Irtt,txz lltlxtt,.t, i2 sonatc pcr violino corr r,,crsioni orn,rtu Sei rli qucstc sono stiìtc pribblic:rtc in r\ I
Ì-lt Drtttt;L-.,rs, l;rtn: Bcnrlt..\2,t,\'ol,rlar, 1981. IJ
«PL,]IÒ (]I VOI,[:] PACI]INT]A" t6)

ì;i=#
-E
- _ -=1;=- j

:7i{+;i:;r*=i=

4.
:.i :r: _ :'.]:-r j:.::--
:1t:::::--_ -.9
f

vtlct;tt|.

ITRANZ BENDA. Adagio della Sonata III da,§z.r .toza tds for sr.,k;, t,iriin tttd tttttlittuo
tcith antbr'lli.rht'tl ut'rsirttt' a cura cli r\. l-ec Douglas, p.
j'l, bb 2) ))'

Conre si può \/eclerc lo stile diminutir,o strumentale si è orn"rai aìquanto allor"rta-


nato dagli antichi i)recetti di non discostarsi dai ntoti più naturali clella voce uma-
na, e sia il nur.ncro che la clr-rtrlità dei salti sono note\Ioli in queste versiolli \/ariate
,li Bencla.ll5
l1I. Strlltr srilc 6lr,prrcptrrlc rii l'lclila si ycda: l,lt'1.;\ Sr.l I,\t't(;It. Orttrtmc'nlicr/t \/irtlirtsrtttalt'n utn f runz
BcttLl,t.20\\6.
161 Iìlr(ìOl.tr l)lilì lll:N SUONAIìh h CAn-1'ARIi

Nclla Sonata Illdellbp. r di Cambini, pubblicata nel 178(r, rroviamg u11a inre.
lcssantc rrota dell'autorc:
(Jtrcsto brano I)tto pcr esscr:e variato in
;riù nranierc, è un canoyaccig da ctri
l'cscctttotc lrotrà lrarrc più o nreno vantaggio a seconcla dcllc risorse clclla pro-
pria intnrauit.rirziot.tci si tratta clcll Adagio rrattaro ncllo stilc clel cclebrc Tartini.
Al canto sentltlice è stata aggiunta una versione variata per fcrrnirc ur.r'iclca
della rttanicra cot.t ctti bisogna abbellirc qlrcsto tipo cli pczzi senza suaturarnc
la llleiodia e sclì21ì introdurre dci passaggi staccati e troppo blillanti cfie s6n6
alrpl'opriati all'Allegro e altri hrani t.t.tovimentati. La loro espressione non con-
sistc gctrcraltnente chc ncllo stiÌe, chc cler,'essere clcgar.rtc c figritq, cpsa chc
tron si Pttò ottclle'rc se Ilon canrbianclo le arcate il mc-r.ro possibilc, e lcgan<io
insienrc l'arcata ir.r giùr con queJIa in su in un nrodo impercetribilc.ll(.

Lc clintinr:zioni sc'rt-tc'r rlotate iu un rigo apposito, posto irregolarr.ncnte, a \/oltc


sopra e a v()lte sotto gli altri duc pentagramnri:

t-,r,r,;.-ArlEf@ :

t'4tFfT:* tl l---ji,i
r"ì: .tt;:l;_t,i
Ilr. -*
.,1 " iha,t.\nyt.

Lr'ol . fÉr' : li=Ii .,i i


r'"--f-"
lff&&--fi-f3. r tr.!
#
! r

r &i.t rsr;rrTrr
fi'rj:
\r:; _ i ,.i,l{ i;f ,ll.,r, ; l, i-l?fi i l;;'g {1 ,
j ,i
;1

#:ffi Gr#*,#*1 :xgrs-S


l1(r. (ìltrst'l'l'l' À,lI,\lì1.\ (.,\ulllNI, ,\ui.\'r»rrrlr,.r Potrr Yiolon tt Bttsst,, 171ì6. p. l(r. La rlatluzionc ò rlcllo
scrivcntc.
«Phll() (.1 VOLL, PA(lIl:N'l'Ir\" 165

r;>

-rd=
JJ.r+
\n

--.--l---*

./-ì'
;h#tl---r- ll ,
v-ùL,jrÀi. - ! "
.

-O.-
j1:h.'.
^
7f,,b
ìr -l.rs =.1
(;ttrsLPPL L\l,\Rtr\ (li\NtBINt, Aclagio clella Sonata lll
cla .tn: .!r;rza1c'.t Prnr Yiolr,n t'/ Basy',l7lì(r. pp. 1(r-17.

Scn'rpre in arr-rbientc 1'rost-tartinianr'' sj segnala con evidenza la pubblicazione


disctte sonatr: pcr violino e basso cli Pietro Nardini, uno dci piir grandi allievi di
Tartini. in cui i rnovimenti lenti d'apertura vel'ìgoncr prrescntati sia in fìrrnra scm-
166 Iìlr(ìOt.L PIill BIrN SU( )NAlìli l- (lAN'l'A Iìt,

plice che in una sontuosa vcrsione claborata: questa ci rivela una pcrsonalità stra-
ltorclirnte di virtuosismo.llT Ilccorrc un frammento tratto dallAdagio introcluttir«r
clella VI Sonata: :

,I

[)!1,'] lìr I N,'ttttllNt. ,\clagio dclla sonata \/l cla \'/1 .lo/t.t/6 Ì)()//r \/iolon tl lJd.rst, ,rt,t,t' lcs Adaguts I
l:.litiott, rr cura rli L.rrrico (ìarri, l3ologna, Irorni,2007. t,. L{rl, lrl,.20 26. t
lrttlis,l)crttiì.rc ,!

117. PILI'l{()N,\lìl)lNI.\'il.\otlLt/(.\p()tlr'\'toktrctBasst,,tt,ct'lt,sArldliosIJror]/.r,ca. 1795-1g(xr l


(.1 V()l-li I)ACIllN't'lA» 167
"Pl::lì( )

(]ucstc diminuzior-ri, stampate in Francia ma presenti anche in alcune fonti tla-


noscritte, sono sttaordinarie per la vena inventir,a che miscela sapientetrente clc-
menti di car-rtabilità con cliscgni tipicaurente icliomatici per lo strrtmento, ripren-
dendo idee originate r-rella scuola tartiniaua e sviluppandole con un linguaggio
r.rotcvoltnente piir nodertro.l 18
Da una scnola violinistica del Settecento diffcrcnte da quella tartiniana l-rrovc-
nlva inteceEiir.lGég.9qlwC(17r8 1819), allievo dcl celebre Pugnani (il cui ma-
cstro era statii Giovanni Battista Sor.r-ris_, -" a sua 1'-o-11!-a-di Corelli), Di lui rimane
allievo
:iEàià11:
rrn grandetrattato, gliElattcnli tcortci-fii'atiii Ji nttrsit'a Lott utt sdggio sopra l'artc di
sLtolt(tr(, il uic.,linq forse il prinro vi:ro trattato esaustivo sulla pratica strurnentale chc
sia stato pubirlicato in Italia, paese che si era dimostrato più incline ai trattati tco-
rici.lle Oaleazzi, che oltre ad esserc violinistir era anche compositore, teorico dclla
musica e scienziato, in questo indispensabiie testo srriscera tutte le tematiche in
modo approfondito, ricar,anckr regole esatte c off-rer-rdo anche r,ari esempi per l'ese-
cuzione. Nella parte riguarclante tutti gli ornamenti del suonare, dopo arrer parlato
r>r,r,,iirmente dei piccoli ornamcnti - che quitralascian-ro - tratta le dir-t-rinuzior-ri e i
krro vari aspctti sia pratici chc espressir,i. Riportian-ro alcunc parti che ci scmbrano
inrportantì, trattc clagli Articoli XV e X\rÌ, compl'ese nelle pagine 795 e 20):
211).11 (londucirxartlr.t altro non è, cl're r-rna porzione di scala, che servc pcr uni-
re assier.ne duc note tla di loro distanti per: qualcl'rc salto ur.t po grarrcle, come di
quinta, o scsta: può anch'cg1i esser ascendente, o cliscendcntc, seconclo che il
salto salc, o ascencle , pcraltro non è sempre una semplicc scala; si accompagna
bene sp'rcsso col nrordcnte, o colr qr-ralcl.re altro consimil gruppetto rÌi gLrstc'r.
accicì riesca piir grato, c piacevole. Nc' cantabili si ta continuo r-rso dc' concluci-
nrenti. r-rcl vi e\ nriglior nlezzo pcr unirne cotl grata n're]oclia le varic 1.,rrti.
250.La ttold/t è r,rna scaletta ir.rtiera di ulra, o clue ottave, la clualc si la per lcr
piir precedcrc il principio cli una clausola. o senso musicalc; si fir ascendente
perché si applica d'orclinario alle r.rotc acr-rtel ella si devc larc tutta in un'ar-
cata rapidar.nente; e plocuranclo c1i rcndere ogt.ti nota betr sensibile.
'Ihlvolta
aila volata si aggiugne qualche mordente, tt aitro consirrile ornanlento.
251. 'lttti qr-reglbrnamenti. che non entl'ano nel nurncro di quelli, di cui fi-
nora abbiam latto nrclrzione, sotto il gerrerico nonrc cli DlntinLrziont' vctìgollo
comprcsi. L, impossibilc il dar regole pct'la diminuzione , rlipenclendo queste
dal gcnio, e clalb strlc del Suonatore. ()uanto sia vasta 1'arte della dirninu-
zione. si potrà cli leggicri comprcndcre se rifletter si voglia alle rcgc,lc' della

ll8. Si vcda in pxrposilo I'cil. flcs. a ctrrl cli [nrico (ìatti, realizzazionr.'t-' restatlro rli Carlo Denti, cott
trn'r\grpcndice corlparatìr,rr di sou.ttc nrirnoscrittc inedite, Bologna, Forni.2007 di I)ttlt.t«l N,\RDlNl, \'//

ve.ia irrvccc: I:xlttr.t I (ì,\'t t l. ,\i'1 rolro tltlh trtli:iortt'. 1996.


ll9. Jrll,\N(.ES(.() (ì1\l.llAZZl. l:lt'utt'rrli /trttrtt prtlit'i Ji lttrsittt. lit)1.
168 Iìtr(ìot-ti l)t_R llllN sUoNr\tìlr ll Cr\N't'ARlì

conlbitlaziorle: irlscgnan() iNlatcnratici, chc cluc cose, conlc 1,.g. cluc suor-ri si
possoll()cotrtbinarcinduenrocli clilfercllti: tt'csuoniin 6. 1irt21.5inl20.
6 tnl20 ec. Quell'cnonne plogressione- dà abbastanza a diveclere, qual nlol-
teplicità it't'tnretrsa cli Cantilcnc cìa poclrissinri suoni possa risultalc, c qual
\lAsto calnlro sblfra qLri al qiovine Suonatore cli fare spiccare i suoi talenti
nclla scelta cle'più o1-rlroltuni ornarncnti. onde far risaltar:e rrna (lantiÌena
esPrcssiva, un larso cc. giacchc: appuuto in tali casi sc ne fa il maggitrr uso.
'6\D,.r" cosc solc ancorrì notcremo plirra cli finire questo Ar.ticolo: la pri
nta è l'ttso clc'llc scalette, o dinrilruzioni cli semitoni, tanto pre-sentcn'rcnte di
t.t.todii. c che dillrrtti protlucono ottinro effcrto quando son passari e()n g,rrìn
clistittziolrc. prer il che fztre è t.rccessrìl'io rasi)ortar le dita tutte ad un rrarro, e
ncrn strisciarle sopra le cordc, ciò che fa pcssinro efletto; qLresta pLrrì dir:si di
ntit.tuzione (lronratica a diflercnza cli un'altra, chc direnro linarnrt,r.ric,r, 1.<,s1,
llota d Suottatot'i, c 1>crò poco cla cssi irraticata; elia procltrce ur.t r.naraviglio-
sissittt<t clfètto, e putì esser Llna sorgellte incsausta cli nLrovc, e sorprcndenti
clinrinuzioni, che lcchcranno gran plar.rso a chi nc saprà far buon'uso, cc.rr-r-rc
ne ho io stcsso latta l'cspcricnza: se nc rla un'idca ncll'Esempio (r. ']-avola JX.
Or,e si esponc Lrna (,antilcna sernPlicc, poi [altla] din'rinLrita (lronraricanrcn-
t.', eJ irrtli l-rìrnrì()ni( iìtììL'tìtt.

Vcdiamo quindi i due l>revi csempi di diminr-rzione e di passaggio enarmor.rico:

Inlrm.

Irttrtxt-lsrrt (:,ltt,tl|t.l.lllctncnti tcor/:.o-pt.dtici li tnusitt,1791, Tar«rla IX, es.6 c 7.

La scconcla cosa che ancol'A farcnl notare c\ una regoletta cla ossen,,rrsi quan-
clo si fanno clcllc climinuzioni nrolto lunghc; zrccade allora, cl.re la gran lrrr-
raginc clcìk: notc che si aggiungono assorbisce, lrer così dire, la n()ta a cui
sctt.to dit'ctte, così chc si percìe tra la moltitudine delle altrc; prel ovr,iar a
tale incotrvenicntc, giLrnti che siasi alla pentrltinla notal dcl1a din.rinuzion.-,
convictre fet't.ttarsi coll una picciola pausa, incli passare con Lllr piccolissinro
colpicciuoJo cl'arco l'ultinla nota clella dimintrzior.re, clrc deve imn.ranrinrnri e
lìttaccare alla nota segllata, o scritla, la qualc esser deve scnlpre preceduta da f
unr aplroggiatura, ben avVertcndo che tutta la dir.r.rinr-rzione. e la detta ultinra c
nota staccata, clcve farsi ir-r una sola arcata, e la nota scritta in LÌn'altrzì I

c
AIìTICOLO XVI,
\.' Dt'lla Dintittutlont,, t,dcll'l.,sprtssiottc. ('

t.l I
2)-1. (,onsiste lrrincipalrnentc I'cspressior-re in tre cose: 1. ncl saper lare buona
C
.Plrllo (.ì \I()t.L, PA(lll:N'|lA" 169

scelta clelle opportune diUtinuzioni, e sapcrle annicchiafe a' propl'i luoghj;2


rrella scr'ltrr tlr.ilc rrrt'arr.piu aJJuttarc allrr clrrtilerrru l. ('pritl(ipillrìì('lrt,'tl.ì1,-t
g*durio11" de1 r,olur-nedclla voce dcll'istlontelrro, o come dicono i ;-rrrrtici
salrer ben distribuirc il piatto' c fttrtc, o sia' tl chiarrtrcunt l" ')'
256. Clistromt:nti ,\'lusici uoll sono, che ut'ra inritazione dcl canto clclla voce
Llmanai qucllo aclunque che piùr I'inrita è il più perfètto, e qtlcl Suoniìtofe.
c1.," .a1r.à piir accostarsi alla natura cli Lrn taì canto, sarà senlpl'e sicuro cli
darc il paggior piaccre agli ascoltanti, ed esser per il più brayo stinlato [...].
2t1 .1...1 Non è già il piu Valenre, c bravo Srtonatore quello che la piir note,
chc più rien.rpie. dir.nir.ruisce, c sIìoretta comc si suol dire, opprilllcllclo la can-
tilcna, c r.ienrpienclola d'inutili note, allzi è bene spesso ii più sciocco, il più
ina§ilc cluelki cl'.rc così opera, e che a forza vuole cla pertutto infrascare clcl
,un. o ..,r,.., cl'uscir: cl'arr.nonia, e far delle note dfll basso rigettate, e che tal-
yolta n6n conseryan neppure la formazione clel tonol coln13 ptlr troppo odesi
tutto giofllo ltare a tanfi, c talrti, che non sanno coll]c farc a trrtti cottosccre il
1or catriyc'r ggsto. c si sforzano di conrpat'ir ignor:anti, c princillianti, r'olendo
esser tcnuti per gran Prolessori. Il più eccellentc Suonatofc aggir-rngt- non
mcrlte note, n.ra q1elle pocl're non \e azzarcla, se non è certg, chc il Basso le
possa reggcfe, giacchè egli deve ir.rtenderc tutte le leggi clcll'Arnronia; ccrcl
1.r<ti soprattutto aggir"rnger-lc
con gusto, colt discefnilnellto, pren<lendo scm-
prc di n'rira di non co;rrire, ecl occultar:e la n'relodia principale, nla rtlzi ravvi-
,,u.lr. r.in1:orzar-lal cerca cli ornarla, non soflbcarla, e concorrc in una pa|ola
"
col (ìompositorc a produrrc il propilstosi cifctto.
258. Deve dlrnque chi vuole azzardarsi a clinrinuire, c a rivL'stirc le più setn
plici melodie, studial lAnnonia; senza cli tale necessarissir.r.ro studio ei non
farà nrai cosa cli buor.ro [...].
2)9. Nella dimir.ruzic'rne due cose sono princi;ralruente cla osservarsi; che tut'
to ciò che si fa riesca;rolito, e sensibile, né si percla cosa alcuna. e tli cvital'e
lc r.tt,iosc ripetizioni, introdtrcendo seuli)re una piacevole varictà, senza però
clipar:tirsi mai cla qrrella bella Lrnità, chc forma il più prcciso carattcre cli tutte
lc belle arti.

Abbiarlo quincli potuto veclcre come Galea zzi si sia richiamato a una regola già
esposta cia I,rancesco Rognoni nel 1620, e cioè quella di non precipitarsi sulla nota
firìale .ìo;,o 1'csecuzione di una din"rinuzionc <<per non dar subi«t ir-r quella asprezza
ciell'r-rltiura, pcrchè sarcbbe di disgusto aili ascoltar-rti>>.r20 Vengol-ro inoltrc ribaditi
1'r-rso dellc dlmir-rr-rzioni cronatiche e, sir.r-rilmentc ad altri autori prececìentet-tlcnte
citati. la necessit.ì di cclroscerc bene 1'armonia e di variare il carattere dellc figure
()rnall-ìcntali; è altresì neccssario 1)ronLlnciare con chiarezza le din-rintrzioni divi-

cetlont, la p. I tìclla printa ltartc.


170 lìlr(ìOLll I)lìR llliN SUON;\lìIr Il (.Anvl'A Rll

clenckrrrc benc lc arcatc. Proseguian'ro nella nostra lcttura di alcuni lrassi essenziali:
RE(ìOLA II.
2(rl. L, lecito nel clinrinrrilc il rLrbbarc un po il valorc dr una nota, c trasle-
lirlo acl trn'altra, anzi rr artificio krclt-r«rle (purchc llon sc ne faccia abuso) il
litrc cct'tc stiraturc di tcn'rpo, purchè alla 6ne il rutto si r:imetta, e si palcggi
al girrstcr valnre: cirì diccsi cla' pratici Sincopare , o suonarr: a Corttruttt,rttpo,
cd è una dcllc più bcllc risorse dell'espressione (usandotre sernpre coll nlo-
clclazionc). [...]

RE(}OLA I]I.
2(r2. Quanclc) un l)ass() in una (ìon'rposizione è piùr voltc replicato, è bene
variallo sclll)rc nclla dinrir.ruzionc: it-r tal caso si fa la prirna voltrr nrolto scnr-
plicc, c si vienc aggiungcndo ad ogni replica qualchc c()sa, prÌssanclo scmpre
clal più senrplicc al piir conrposto, 1ìnchò vj sono rcpliche. [...]

RE(]OLA IV.
2(rl. Nel srronrìr I'aclagio, si dee soprattLrtt() aver di nrira lègLraglianza non solo
dclla nrano, nra dcll'arco ancora. legando senrple più che sia possibile. II Violi
no nell'aclagio clec sempre clìntare (essendo clui dove nraggionnente si dec pro
crrrar d'inritarc la voce unrana) oncle I'arco r-ron si rlcve t-nai staccar clalle cor:cle,
tcnerlo anzi unito, e sopra di csse né nranclarlo a sbalzi colne lrcll'allegro.

D itu rts / rttiiou t', ttl O s scrt,,t ;i t, t i.


t

Nor.r r,'è cosa pirì difficile . chc' il ben suonAre ur.r largo, un Cantalrilei qucsto è
kr scoglio, e la pietra di paragonc cle'Professori. Avvcnc talc, chc ncll'allcgrcr
vi sorprencler'à per la bravura, per la velocità, ed agilità cleila mano, e dell'arco,
chc nell'atlagio vi secca, r,i aruroja, r'i infastidisce, e vi la in {ìne desiderarc ad
ogni momcr-rto, che ei finisca la sua nojosa nenia: ma quanclo alltlpposto cì ben
suonato, è il solo stile che penetri nel cuore, cl.re s'insinui, e rle' nostri scr.rsi
s'in'rpadronisca. Ma pcr lar questo, oh quanto è cliflìcilel [...] dovendosi nel
Cantabilc in'ritare al possibile il canto ciella voce umana, la qualc- si sul'rpone
non asmiìtica, nè interrotra. deesi perciò continuzìmente legare con l'arco, alfin-
chè la melodia riesca unita, non illterrotta, nè r,i restino cle' r,acui senlpre n(rj(ì-
si, e fr-rori del naturale, i1 cl.re ancora si otterrii mutanclo le arcate mcno che sia
possibile, e lacenclo talora gf intieri sensi in ut.ra sola arcata; allzi non poc'arte si
ricl-riecle llel rrutar l'arcata, ove ne sia men sensibile la mutazione l...1.
2(r). 1l rinforzare a tempo Llna notai il fare in r-rna sola arcata qllattro, o cin-
qr,re clillerenti graclazioni cli vocc', il passare con lapiditrì dal pianissinro al
lbrtissinro, son tuttc cosc, chc clcc sapcr fare perlettanrente, chi vtrol esserc
(lL'c(rr':rI() .lcI titolt' tli Yu'/ tr,.'s,,.
«PlrlìO Cl \1Ol-h PACIIINTìr\» 111

Con-rc si pucì notirrc, C'aleazzi argomenta chiaramcnte i1 n-rotivo per il qualc lc


climinuzioni - ncllc ope re cli Corelli, Veracini, Tartini, rla anchc, ad escmpio, nelJe
elaboratissilllc opere cli.l.S. Bach o Benda * appaiono a \ioltc notate con lunghc
legature, chc spesso gli ir-rterpreti non ar,r,ertiti hanno l'istintir,a tentazione cli scio,
glicr.',.'..'lt.' irrvcc.' \'urìn() csegrritc conre scrittr,.
Nlla qual era lo stile dirninutivo proprio dclla generazione cui il nostro prczioscr
trattatista appartcllcva? Nella scconda edizione deglt Elattcn/i taorico-protici 0817)
()ttleazzi inseriscc clopro ivari csempri, nellc ultinre due pagir-re dcl trattato, anche
ben due versioni clir-ninuitc del movinrcnto lento ccntrale clclla Sonat,r op. \r r-r. 3
di (.orclli:

Irtt.\Nt.LSrl r (ìi\t.trAZZI. l:,lctat,tt/i /trtricct-pra/ici tli ttusica,18l7r. lar,ola VIl.

Anchc solamente dal1e prime novc battute cli qucsta rilettura, posteriore cli pir-ì
di sccolo alltdizione ornatzì pubblicata da Rogcr, possiarno notart chc il risul
r-rn
tato tnusicale si alloutana quanto mai dallo stile prroprio di Corclli per una rir,isita-
zione n'rodcrnamente'affcttuosa', ricca di cromatismi e di ritmi rrariati.
112 lìLGOl-ii l)liR lll'lN SLI(INARI; I,r (lAN'l'ARLI

Un altro illLrstre violinista e trattatista fu Bartolomco Campagnoli fi151-1821),


nati\ro di (,ento (Ferrara), che fu allievo di Nardini e quindi disccn<-lcntc dalla scuo-
la tartiniana. C,an-rpagnoii ebbe una splendida carriera internazionalc e fu attivo in
Gern.rania d,al 177(', divenenclo nel 17c)7 ;rrimo violino della celebre orchestra del
Cìeu'irndhaus di Lipsia, carica che mantenue fino al 1818. Si declict) molto anche
alla diclattica con opere di vario tipo fra cui si ricorda specialn-rentelallouucllt'
M&hoclc da la Mécaniqut'Prc,grcssiuc du Jcu de Viobu del 182-1. Campagnoli, sep-
plrrc notevohrente piùr sintetico nellc suc spicgazioni rispetto aGaleazzi, dispensa
alcr-rnc regolc csscnziali, come ad eselr-r;-rio ai paragrafi l89, 190 e 191 di p. 35:

Lin.rn.ragir.razione crea gli ornamenti, il buon gusto gli restringe e loro drì
quella fon.r-ra ed espressione convenevole ed anche gli escludc inticranrcntc
in tr:tti qLre' pezzi ove il soggetto della conrposizionc e lc suc palti prescnta-
no ull oggctto od ulr scntitnento particolare chc non pcl'mette alcunrr altcra
zione e che devc cssere espresso quale si r-itlova.
Non basta avcr rigr-rarckr al luogo r'rve fa d'ut,po degli on.ramenti, clevesi anche
evitare cli nroltiplicarli: Un'eccessiva quantitzì di essi nuoce rrlla vera espressio-
ne, sfìgur:a la melodia, e fìnisce per diventare nlonotona; se ne dcvc scrvire sol-
tanto per supplire al clifctto cli sensibilità, o ncll'intcnto d'accrcsccte I'incantcr
dcll'csccuzione. Cicì nulla mcno è un crrore: nulla è piu bello e corìnlovente
che il semplice: si ama che I'espressione sia ordinata dalle grazie rra non eclis-
sata da esse. Il bllon glrsto prescrive cl-rc s'impiegano gli ornamenti con saggcz- T

za e sopra tutto che sian tolte dalla natura stessa dell'espressionc dcl canto. Gli
ornamcnti c le dinrinuziorri sono soggcttc allc lcggi clcll'armotria e regolati dai
nror,itlcnti del basso. Pcr inrpicgarli a proposito bisogna conoscere lc regole
rlclla conrposizionc. Li 26. escnrpj serviranno di modelli per gli ornamenti.

Vediar-r-ro dunque alcuni suoi esempi di on-ramenti e dimirruzioni:


«PIllì( ) (,1 \rOl.I PA(]ll:N'l'tr\» 17)

ll.\Iìt1lt-<lttI,o (.,\ttp.\c;N«)t.t. Nrtut't'llt i\,1(tlxttlc,1827, p. I02.

(,trnre già visto in Oaleazz,i (di cui Can"rpragnoìi curiosamente riporta al nurlcr<r
22 Io stesso passaggio climinuito), anche qui incontrianlo esempi crorratici, cllar-
n'rorici e anche di rubato:

llA tLtt rt-t r,t,t t,r I (1,\\l I,A(ìN( )t-r, N o u u c I I c NI ttt h ol c, 1927. p. l0l
t71 lìI(ìOLI'l PllR IIIIN SU( )N;\lìll Ìl (lAN'l'r\ tì1.

Louis Spohr, a Liprsia per una tournée durante il pcriodo in cui Campagnoli cra
là irlpiegato, lo ascclltrì nell'esecuzionc di r-rn concerto di Kreutzer e, nella sua au-
tobiografia, clefinì il metodo del violinista itaiiano cornc appartenente alla 'r,ccchia
scllola', anche se la sua maniera di suonarc era <<pura e rifinita>r.12l
Ur-r altro trattatista del violino è stato Michel
tùToldemar, proveniente daila
sclrola di Lolli, che prima di Car-r-rpagr-roli aveva pubblicato a Parigi un tt.retodo la
cr-ri parte finale contiene dclle ardite varianti per violino sull'aria Il mto bcn tratta
dall'opera Nirta, o sla Ld pazzlt pcr atuore di GiovanniPaisiello.l22 Questa lunga pa-
rafrasi è di un virtuosismo strr-rn-rentale eclatante. Ne mostriamo solamente l'inizio:
RoMAlicF, ttr-. LLpA.7,?,A n'e,uonl:. (Nrrr) lr paazlEtLo. "
Avcc iccsmpagnehenl de Vìolos brodi par \ryo!DÈr^x_
dapri. lcs principer de Tartitri et dc Nar,lini.

Ct^!Ì.

Brs5E.

(ìtttr',tlxt P,ttsttlLlrl, aria Il tnto br,rt tlu,trtJo xrrà tltt Nina, o sll 1.0 poiiti P{1, tt/ilot( col1
clalrolaziorrc 1>er violino, in N,ltt.ttt t- \\()LDL,\1AIì, (iratttlc !v!é/lxilc, ca. 180(), p. fil.

cz,rrr.i. l-oorlon. ,\lacnrillan. 19E(1. r'ol. lì I. p. (r5i.


122. ,\1t(.ttt-t. \\trt.ttl.tt.rli,(,rdnJt, 11//l.rtilt, ca. 18()0, pp.81'8c).
«l)Irl{() (.1 V()l-lr l);\(lll:N'f L,\" 17,

Non clobbiamo crcdcrc cl-re I'artc della ornamcntazionc florida fossc rrarnontata
presso i cantanti irrici d'inizio C)ttocento: i modi del celcbre castrato Cìaspale Pac-
chiarotti (17,10-1821)r,ennero innrortalati in un'opera cli Autonio Calegari (1757-
l82B), che era stitto succcssore di Vallotti iri qualità di Maestro cli Cappclla della
Basilica di S. Antonio in Padova.l2r ll libretto ir-r cluestione è dedicato dall'eclitore
Alld Ccbbrc Atlricc (.11///Lul/('(i/udttta Pasta Gr'llabcrratricc di lìossini, il quale ave-
va apprczzato Ì'artc di Ì)acchiarotti); esso cor-rticne dap;rrinta i Mot)l gcnerali tlcl ctn-
/r., chc sono: appoggiatura, trillo, mezzo trillo, grutr-,petto c mordcnte. Dagli escrrl-ri
che vcngono iorniti risr-rlta chiaro cl-rc il valore di qLrcsti ornamcnti venivzr scmpre
tolto cla qr-rello della nota rcalc su cr-ri erano posti, quindi non erano mai escguiti in
lcvare. Segu<tt-tt.r poi vari capitoii che ricalcano I'impostazior-rc degli antichi tratttrti
di dinrinLrziolrc dcl X\'l c X\III sccolo, con esenrpi di come si possano variarc i gradi
cttttgiunti c i salti sia ascenclenti sia discendenti. Al terminc (Parte Iì1, Capo ll, p.
-11) vi sono anche escnrpi cli brevi caclenze, fra cui i st-gucr-rti:

,), 'i r,L! ì,ri ur.u.1,,,r,.. i,.l 1,,,11,,",ì, (r ìri \rr,,,rì,,". ,,.',i,ì,1,.
' ìr r';,1"r'zz''i,'' "1
i,;,,1...,.,,1,1,::::::::,;,,:'''"'''''r'^"';"i'i'''Ì1r
ri,.,,,f i,,

"'É"J',* i v, 11,'\1,* :'


-:FI

|-
il $Lu/riiJ4.
-r-
l::l-:#j.,l .-
,
|

Axtrlxt<t (,.\t.t,(;.\tti. ltloli gcrtcrali tlt,/ ttttt/o. lEi(r, p..11.

121. Ax trrxlr ) (.,\t-tr,,\tìt, lvlrrli .qttr'rdli ,ltl ctnto. 1816


176 lìli(ìOt-E Plllì tlliN SUONAIìL lr (ìAN1'AI(I;

Anche gli interpreti che si dcdicano a un rel)e rtolio strumcntale più ronìantico
non possono sentirsi itnmuni dalla pratica dcllc diminuzioni o dell'in-rprovvisazio-
ne. Ne è testinrone uu'edizionc dcl celebre conccrto n.22 in la nrinorc di (ìiovanni
-Battista Viotti curata da Charles Dancla (1817 1907), allievo di Pielre Baillot. a
sua vt>lta allicvo cli Viotti stesso.124 In questa importar-rte edizione Dancla dichiara
cli voler far rir,ivere in tutta la
sr-ra purezza la musictr del uéritable chaf tlc l'Ecolc
frdnqttise, c per fare ciò si scrrre clelle indicazioni ricevute dal suo maestro, a lui tra-
smesse dircttanrente dal compositore stesso. Nelia prima pagina della prefazione
dichiara:

C)li ,tnldnta e gli ddagn di Viotri sono dcgli amnrirevoli canovacci su cui
si possono. scnza snatrÌrarnc i1 caratterr', introdurre degli ornanrcnti, delle
circlenze, e lasciarc libero slògo alla propria imnraginazione. Lallic,,«r ir-rtelli-
gcnte, guidato clir rrn gLrsto pul'o c illuminato, 1ruò cscrcitarsi a clecorare cot.r
saggio discert.tinrct.tto i passaggi che dovesselo senrbrargli troppo senrplici e
chc, riltctuti nella stessa nraniera, presentcrcbbero Lln ltoco di nton()tollizì.
[traduzionc dello scriventc-]

Le varianti propostc dal curatorc riguardano tr-rtti i movirnenti del concerto, nla
in prarticolare l Adagio ccntrale. llccone alcune:

12.1. (;r()\',\NNt ll.t'r"r rs'r.t \1t(rf.]], (lttt'r,'s clnisrt's. ca. 1871


«PlrIìO (.1 VOLL l)ACII:N'flr\" 171

&*É-{
fi
il 1,.- rrl,. lhil.strr'.i \n,i. r rl!-.,

3: l:i. ,--A*-\.
'-/r-\

{ir,:.
{

( L
.'T' l-i'--.
I

(ìtrrYaxxt IJ,\'tt'lst,\ \/tot"t'1.;\cìagio clal conccrt. ,.2) in la nrin.re (ì97,


claborirzionc dj (lharlcs l)ancla, ca. llì7I, p.9.
178 lìl:(ìoLIr plllì ltl-N SL.ÌONr\]ìL l, C.,\I"TA RI:

slutltlt at atcc clttt


pt-trc\\)_]-ùtu

?
v-{-z
€r§*tr
l) rlnr tiletre

f-*#a
*" \._-

_ L=
-+1- J-_- -

---/
'--!-/
{ ,p...*
===1É>^
/-
{
_----.+-t_

artrÉ, .&

(ìti.rr',rrxt llA't"t ts'l)\ \Ilt I'l-t l. Aclagio clal conccrto n. 22 in la rrtinol'e (ì97'
rlrborazione di (,harl:s Dancla. ca. 1875, p. 10.
«l)LlìO (.1 VOI-L IrACIliNl'lA" 179

(ltrncltrclianl() qucsto ('x('//rsLl\'con Ia citazior-rc cli trn aneddoto rigr-rardantc


Luclu,ig vau Beetho\Icn che, secondo i sr-roi contenlporanei - fra cui Ferdinand Ri
cs * A\revil lir consuctudine di aggiungere ornarlcnti estenlp(rranL'i alla sr-ra musica.
Il mae'stro, ncl comporrc il quir-rtetto op. 16, 21,s1,i1 1-11s1,isto I'inserimento di r-rna
consistente cadcnza pe r il piar-roforte. che egli stcsso infatti cra solito impr<l visarc.
IJccthover.r, pcr<ì, si adirtì nrolto per il fatto circ i1 suo allier,o (,arl Czerr-ry, irr r-rna
cliffe rerttc perfirrmancc dello stcsso brano, aggiungessc alcune sue ])ersonali varia-
zioni alla parte di piano.lls
Conrc si vede, c coulc già sctissc lgnazic'r Donati, <<perrì ci r,ole pacientia>>,..12(,

125- (.1r. (lt.tVL Bt«)\\'N,l-'trJtntrntl Dtrt.'r,l': ]:,/itron.r, 1c)!)-1.


)26. (',lr. rrll.r. nota 16.
180 lili(ìolL l)l-R llllN sLloNARli l: C,,\NTr\tìll

BIBL]OGR4P14I:;

Testi non datati


Aut;ust'lNtts HItrtr(tNt NSIS.Enarrdttr.»tt's irt Psalntos (Esposizioni sui salnri),
in Opt'rd Ont-
izz,z, Nuor,a Riblioteca Agostiniana, XXVI, Roma, (littrì Nuova Flditricc, 19(r7.
PslrllDO Slltox 'l'uxsrlnt, Quatuor principo/ia ltusicac in E. »t,: C«lttsstrl,t,rxltt., Scripto-
rult dc trtusicd tttt'rlii aL,t,i ttottd .rerfes. Parigi, Duland, 18(r.{-1876, 11t, pp.200 298.
Rr.,btrtrbndgc Lc,rJt'x, London, British Librarr' (GB Lbl), Add. N{S 288r0.
(.otlicclt Fdcnzd. conosciuto anche cor.ne Cod.ex Bona,lie.r, ir.rizio del XV secolo, Facnza,
tsiblioteca Comutralc (7-FZc). 111.
Lutc;t Zlx-oet, Lettt'ra a N.N. sul/t'qualit,ì Jtl tnustcr,, pcrfr'l/o,Rona, Biblioteca Vallicellia
na (Ì-lìv), Nls. R. .15 (Raccolta cli lertere yaric Latinc, et Italiane), cc. l99r - 20'1r,, secon
1
cla metà dcl scc. X\rt;ed. mocl. ir.r BclNlltt.J. Bl.,\t-xtlt.tttn" Il ED\\''AlìD Lo\\'INSK\', L/&i
Zt'nr.,bi atul I l'ls Lct/er on tltc Pcrfcct Musrc'ian,..Studi Nlusicali», XXiI, 1991, pp. (r1'114. T
'l'he
I:itzaillittnt \tirgittal Rr.,r.,,(, ms. Cambridgc, Fitzu'illiarn .N{useum (GB Cfh), sec<».rcla fr
metiì dcl sec. x\II, inizi del sec. XVll; ed. mod. a cura di.fohn Alexander Iruller l\{ait-
lancl c Willianr Barclay Squirc, Leipzig, Breitkopl'& Ilzirtel, 1899; ecl. facs. dell'ed.
mocl., Neu,\'ork, Dovcr Publications, 197c).

Axoxnto DLL xvlt sgcot-o, N4oclena, Biblioteca estensc (l-Moc), Ms. Mus. G 2)9; ed.
nrocl. a ctrra cli J'iziano Bagnati. Ctttlatzt' c pttssttggi it/tduolati pcr Tiorba tlal nnttoscrittrt
estensa C, 2)9 6ac. r\'11). Bologna, UT Orpheus, 19c)5 (Collana Società Italiana clcl
l.iuto.0t).
Nldttcht'slcr Arrr.,n1,trtt.ttrs. r,ersioni ornate dellc sonatc op. V di Corelli, Nlanchester Ccntral
Ptrblic Librarr'((ìB Mp). Ms. 110. F'

.fon,\r- IlELNllcu R()\.ti\N. elabolazioni clelle sonatc dell'o;r. v cli Arcangelo Corelli, S
Stockholnr. l\lusik Och Teatel Biblioteket, (S-St), Ronran (lollection Ms. 97.
N4,t]"t'ulr\\r DLIB()t.rllc, Corclli's Sohs (ìrac'd 131' Dobourg, r.crsior-ri ornate delle Sonate op. I]
V cli Corclli, nrs. dcl sec. xVIll. collezior.re 1-rrii'rtl ignr)ta.
Ar-x-,\ .N{i\lìlA 1llìl,llOSPLD;\L[l-]1). Parte-lilrr:o, Biblioteca dcl (ionsenatorio "Benedetto
N{ar:cello" t.li Venczia (l-\/c), lonclo Correr: (Es;rosti), 8.55 t. D). (;
Cìtusrtrtrtt T..tttttxl. llcple ptr trrluttrc d sdpcr bt'n sur-,narc i/ \liolino, col t,t'ro.fi»ttl,uilcn/o
li t'dp('r sicunurcntt'tuttr.t r,1uelkt, chc si fo 1...) copldtc da Gir»ottni FrdnL:tsco Nicolai,
Biblioteca rlel Consen,atorio "Bcncdctto Malcelkr" di Venezia (l-Vc), Ms J2l; cd. mocl.
multilir.rgue a cura cli Erl,in R..Jacobi, Celle & Neu' York. Nloe ck Verìag, 19(r1 . Questa
eclizione contiene anche il testc', dclla prinra cclizione li'ancese: 7)'aitt; Jcs Agrlntcrls tlt
h i\,4trsitJrrt' l. ..) trtrltit pdr 1...) P. Dt'nis,l)aris, [La Chevardière], 177 l.
Collczionc cli n'ranoscritti veneti del xVttt secolo con vcrsioni olnate di conrPosizioni cli (ì
I27. Itcsti sonoposti intrtlincclorrokrgico: prcccrlonoinranoscritti clci quaÌi Ìlonònotala.lattdr rcda

zi<rrc: scgirrrrro, rrclla sezic,nc irrtitolete'l't'.tli tltlttlt. quclli provvisti.lj tlata. ancìrc se dul.lbia.
«PI:llì( ) (.1 \I()l.ll J),\(lll:N-l"lA» 181

'fartiri. Ilcrkele' Uni',crsitv .lrcalifbrnia (LJS IlIr), N,ls. g99


It. l0l-.l.
\\(ri-t'r;Axc; A;rt,tt>trtrs N.l[Oz,ttt't, Sortattt tn.fu txag KV l12 (100k)l \x/slr Tll )24 l.lt )D):
Al\4A Se rie 20 Nr. I2. Lautografo .: conservAto presso: Willianr I L Sche idc, The Schci-
clc À"Iusic Liblarv Princeton (US-Pllu), NIs. 1l;{. La prirra cdizione è srata pubblicata
a Vierrna. r\r'taria & Co., 178-1. Su intcrnet è consultabile online la Dtgitdl Mozart I:li-
tirn della ,\cut Moz,trl Attsgabc: httl'r:,/clmc.r.r"rozarteunr.atlDÀ,llllnma/nnraptrb_srcl-r.
php?l=2 (siro consultaro il 7.06.201t).
ljlìANZ Bt,No,t, j2 sonatc pcr violino con versior-ri ornarc. Berlin, Staatsbilriiothek prculli
scher Ktrlttrtùesitz (D-B) N{us. r.r.rs. 1)\J/15; ed. nrod. SixSettdta.r
/òr roll t,tolirt attl
cott/ittro u;itl: t'tubt'llithatl t,cr:iott. a cura di A. Lec Douglas, N,laclison, A-R Eclitions.
1981 (Ììecent Rcscarchcs ir.r thc N1usic ot the (llassical L,r.a. 1l).

Testi datati
l:rotlolt' llhro scx/r.t, Vcnezia, l)ctrucci, 7J0), ntort, u('/.te/o, corrisponclentc al 1)06.
.fcltt,tNNtls Iltlr;ttxlrt, l;tntltntt'tt/unt, .ritte rtllt:o tttra.lltLt('Llo('(l tlut,ntt,is cdnlLult plattuta,
siue (tr/ t'rtctttt/) tltt»rtlcttt retllgt'r'c utl iusttt.r dit,ersttrtutt t)oL'//ut s1,t//pb()nt(.t.t,Ztirtch,Zel
tralbiirliothek K-.H lz.). nrs. 28-1, ca. 1520.
Stt-t'trst-tttl (ì,tN.tsst, ()pcnt Itt///trltttd l':ott/t,gtrro lu quala ittst,gtttt tt sontn(,rli
fltttrlo cltort
lul/tt /'ttrlt'()/)Pot'l//tttt d (s\o.t/rutlt('tt/o tttdss't»tt,tll Jintt'tttrire tl tltrolc sarà uli/a acl r.,gtti
itts'tt tttrtt'ttlrt Lli.lìuto cl cl:ortlt: t'/ antboru o chi .ri tlìk'/a tli cttnlo, coulp()stt:t
(ìattassi tldl ["ottttgo sot?Ltlor tle/la lllustrisstnta Stgrtorttt Di \/anazio,
lcr.\!lpg;h',i 7i
Venczia. s.e., 1)]5;
ed. frrcs. a cura di Ì-ttca dc l)aolis, Ronra, Società del Flauto Dolce, Horrrrs lVlusicus,
1991.
Ftìrtxt.llsr.o DL LÀ)'()l-t.ì: . (.inquun/a canx.,tti a qudlro uoc.i, L1,on, A,{oclernc, ca. l)_10.
StlVtlsL nr I (ìr\N,\SSl, Rt'golo Iùrbt'r/irta. llcgola chc inst'gna .lonar dt' uictla tl,trcho'l'a.rtdtJ,t lc
,9ilt:t.t/xt (ltnas'i tl,t/ Fotttt,go. Venczia, s.c., t j.{2.
Dtt-c;<l ()tii'tz, 7i',ttotlo tlt'glo.rts sohrc clatrsul,ts l,otros g(,tr('roi Jt,puntrts au lo ntusica lc
uiolottcs, Roma, Dorico, l)5]; ecl. r.nod. a cLrra di Max Schneider, Kassel. Bàrenreirer-.
19)6.
(,ilt)\tANNl (1,'rr,ttt-t.tl NIAI'Ì'1,t, Dt'llt'l,cttcrt,dal S.or Cito. C,antilkt
Ìvla{fci da Solofnt. l-ibri
Dut'. DrtLtt'tru gli dltri bt'lli.rsimi pt'ttsierl li L'ilosrtfio, t'tli Metlit:ut,t, u'è uu clistorso lcll,t
\/ot-t't'rlt'l itlotlo, ,l'tppaturt'tÌi ('dn/dr li oorgantu, s(,nztt »t(t(,:rt.o, nort piir ucduts, n,i-
s/tt/npato. [lut't'ol/c ptr [)ott \hlcrto dc Paoli t/a Litnos,uto, Napgli, Anratq, ])(r2.
Vtxt;t,NZtl Cì.tt.lt-t.t. l'troni»to I)ialogo tll \rinct'tttio Cttlilci Jiorcntirto, nt,/ tltralt, s.i contartgo
no lt utrc, cl ttt't't's.rdrit'ragolt'tlcl lrttat;olttrt, la Mtrstt'a ncl l-tuto,Vcnezia, Scotto, l)à8;
Venczia, r\ppresso I'Iìcrc<lc cli (ìirolamo Scorto, l)8-12.
(llRtlL,tllrl D,\l-L,\ (l,rs,t, // t.,t'rc, tttot/o tli tlitttuttrir, cott tu//a /e:.orti tJi .rlrotnartti tli./ìato,
&
corla, & Ji uot'c htr»t,tttd, Venczia, (ìardano, 158-{.
(ìtrlrirxxt BASS,\N(). [liccrcu/t'. p(]s:ttggl at Colcrttit', pL,t"pot(,rsi esscrcl/ar rtel dintinutr
tcr-
lìl:(ìOLll PIrl( BIìN SU(ltr-r\lìlr l; (.AN'lt\RIl

tillnd/(1t/t('tt/(,cott ogtti sorl(, I'lslrut)tctt/o; & ortco tlltrcrsi Pdss(lggi pcr la scntplic('tlorc.
Vcnezia, Vir.rcenzi & Amaclirro. 158).
AunEll«t Vttic;tt.t,\No, Dt,lcimekt tl'Aurt'llo \'1rg1liano tloue Si conlcilgotto uitrlali Pas-
l/
sdggi, Di»tirtttzioni «lsi par t:ot'1, cotl?L'par tLt//t'r'orlc I'inslruntctt/i tttuslcali; con k»o
orlr,,r,Ji. c ntt.,rll di sr.,rutrt',I3ologna, N{uscct lnrernazionale e Bibliotcca della Musica, N1s.
C. ll (ca. 1590); ecl. facs. a cura di N{arcello Castellani, Fircnze, SPES, 1979 (Ar:chivum
Nlr:sicunr. 11).
(llO\r,\NNì B;\SSA,r-(), lllo/attl, nalrigdh, t't canzctrti .{rancest', di tliut'rsi ccccllantissimi autlrtri
tì rlttallrct, cinquc, & sei urx'i. Dinùtuiti pt'r sondr cott ogni sorlc di strotucnti, & anco pcr
cLttildr cott /a sctttplicc uot'c,Yenez'ia. Vincer-rti, I )91.
LoDOVICo (<t LLtDoVIt:tt) Za«x.ttNt, Pruttico di Mt.,sica u/ilc ct nr:ccssaria si al crtttposi/orc
pt'r Cottporrr'lLartli sttoi ragol,tlatncntc, si ancr.t al (,antorc per assic'ttr,trsi in /tttlc lc cttsr
cantdhtli tliuisa in quLtttro lihrl 1...). \'ltiltoutcttlt' s'ittst'gna i/ tttodo tli /iotir tllttt pttrlc cotl
tnghi & rnotlL'rni acct'n/i, Venczia, Polo, l)92.
]ì.tt.tt,\nDo RO<;Nt«tNrt, Pdsstrggi lcr potersi csscrctlart'nel tlintintrirc /ct'tt/ittdt0tl/(t//c t'rttl
r.tgtti srtrtt, i'ltts/rortt'nli. El atco tliuarsi passaggl Pcr la scttlPlicc urtct'lturttna, Venezia,
Vincenti, 1592.
(ìtC'rt,,tN-l,tt Lf_it;,\ Cf.;Xl,t»ìT() (CONI;()tìl't), Brca3 at facilt,rtttutit,rtt d'csserci/arsi ad ogtti sttt-
/r.tro, ttott solantc,ntt,d.{ar pussaggi soprtt le tr.tlt'cltc si clesitlcra 1,...) dttc.ra s.L't'uL' lL't'4ttLt
cht'st.tnano di \/ir.,la, c' J'altri instrottt'i la fìttto [..']' Iìoma' s.e., Ll)91]
Cìttn»-a,r,t6 Dtxt;r,t, ll'fi'atsiluano thdlogo sopra 1l ucro rlilo di souar Organl, [i Istrontutti
,lrt pctttttr. tlc/ ll. P. Giro|arno Diruta Pt'rugitto f...] Parte Pritna, Venczia, Vincenti 1,591; S

Parte Seconclt, iui. 1609.


(ìto\,,\r-NI Axritxtct Tr-Rzt. ltttauoldltrra li llutto at'coutotlota con diucrsi passttggi pct'stto-
ttar itt cottccrti à tlurti liu//i, €'. solo. l,ibro printo. ll. qttal «tnlicne tttttttetti, cotttrapc,»t11,
cartzorti itdb,rttc, t,.[r,tncesi, tu,tdrt.gtrli,.{ottttsit, & bdlli di ùucrsc \orll itdlilttti, ftancasl, &
d I (' lt ttt? i. Venczia, Arnaclino, t 591.
I

Gtcrv,\NNt llr\Tl tSlA Bovtr-tLLt, Rcgo/t,, passaggi tli ntusittt, ntotlrigtli c ttott'tli parseggiati,
Vcr1ezia. Vincelrti, l)c)-{; ecl. lacs. a cura di Cìiancarlo Iìostirolla. Roma, Socictà clel
Irlar.rto Dolce, I98(r.
Gtal\rlNStt LLtt;,\ C«lNt,t)n1'() (ClONr( slll'l), Soltui passcggia/i srtpra tuttl i tcttti libro pri-
rzo, Ronra, credi di N. N'lutii, l(r01.
(ìtut.trt Ci\(I-ÌNt. Lc Ntrrnt lilusicht: di Ciulio Caccitti de//o I!trratr.,, F-it'enze, ,\'larescotti,
t602.
LtJD()\'t(.o DÀ VIADi\NA. Pt'r srtnar li cL'tt/r., cottcu'li t'cclesia.rt ici, Venezia
centi.1602.
Ast.,\NIo,\,1,tt«tXt,, ll Prittto lihru di diut'rsi capricci P('r s()tldr('. Napoli, Vitale, l60ll ed.
mocl. a cura di Anranclo Caridco, I-atina, Il [,o,antc Libreria Editrice,20l] (Collana
'l'astata. Opcle cl'intavolatura cl'orgatlo c cer.rrbalo, 1A 28).

A<;ost tNo r\(;,\zz,\Rl. Dcl sopro'l btsso cort tt/tti li strrtrttcntl c icll'u.ro loro
. PÌllìa) C I \'OI-ì1 l)A(.IIN'l' I A, 181

co tt sc r / (). Siena, l-'alcini. 1607.


Stlll'ltlNL (luttttt,.ttl, I)tll'drborc nttrsiatlt, tli Sctpiottt'Ct,rrc/o Naprtli/dno, [:spr»ttioni dodi-
c l Oon lt' Po.r t ll c,l t' l/' i / cs so A tr t rtrL,, Napoli, Sottile, 1(r0E.
r s

i\tl}ìtr\xtl ll,txcttltlttt, (,onc/usioui ttt'l rttono tlcll'Organ op. XX, Ilologna, I}-cdi cli G.
lìossi. l(r09; ecl. facs. Ì3ologna, Irorrri. 1c)81.
(ìttltt,'txxt IJ,\T]-lSl ,\ St',tnt, ltbrrt lc poisoggi ttst'uttlt'ttti t'/ tlcscL'ntlotti tli gratkt pcr grotlo,
t'l tlrttrtt di /crzo, (.on Altrc Ctttltttze, ù Nlddrigali Ditxittuì/l ptr,gottrrc L()t/ ()gui sot/L
t/1 ,\/rortetttl, & attco pt'r Cttttdt't on lo stmplltt,\'r.rca, Vcnczia. Vincclrti, 1(t)r), l(t212.

AN<;t.t.tlNt[,tttt, Prtrttcttusich(ttt/oL)('tll tl,ngektNotdritìuna,tltrc,t,tlrt\loci,pcrCurtlort


trtn lt'l'tttrhtt. cl dllti .\/rullt'tt/i, Nouon/('t/t( l)o.t/('ut luc't,, Lonclon,Ilole, l(rl].
lli\R'l ll()l-()Nll;olJ,'\RllARlNo.ll sctttntlollhrolt'/litnotct/i1...)Ddt'antarsiàt:nduoct,tofaìt
irt,\'t4trttttrt, ò rtt'|7'ttrtrt'cottlc piì/ 1l t'tttlttrtlt'si cr»npldcer,ì, Venezia, (larclano. 1614; ccl.
fircs. a cr-u'a cli Vania Dal l\'1aso. Iìirenzc, Spes,2007 (Archivunr l\,lusicunr, j(-).
AxttlNtt.r BIltiNl,l.l-1, \/ttril cscrt'ttii L...). Pcr //ltLt, ('ltl( \1r1, c'trtt'.\tryrdni, Contrultl, Ti:-
ttorl, & l3tu's.l; pcr lqudli .ti polrtì crn fttt'llttà dt/(/ulstttr('la llspotitiottt: pcr il ('d/ttdrc cotl
Pttssdggi; L'l)cr (ercitio tli Oourcl/t:, Trdt,t'rsc, Flauti, \lolc, \7'oliti, €" siltili is'/rurtt'ttti,
('otl Lll.t/tti rtrggicri t) tlrta srtprutti p('t'sondr('. Opara l..lntlacitua,lìirertze,Ztnol.liPignoni
& (ìonrp.. 1(r1.1.

Mtt:tt,ttlt. l)lìr\ll'l(ltìlt.rs. S:,rtttglt,r l\.ltr.rlctnr, [, partc prirra, Wolfcnbi]ttel, ]-lias Holrvein,


161'l; 1. Parte I c I I. \X/ittcnbe rg,.|ohannes Richter, 161); II, \Volfenbiitte l, Illias Ilolircin.
1(r19; IIcotrlctavole intitolatc'l-l-,ca/runtitts/rtottctt/orunt,iui.l(r20tlll, iui. 167c).
StlYltttl B«rNtNt, A{t'ettiSlriritutll A rlttd uoci partt'in lstilc tÌi Ftrtuzc o r.tr.i/dtirlo pcr motlo
Ji Dialogo, c pdrtc ltt ts/1/c tni.r/o1...) Opcru,\t'/tirtttt, Ve.rezia, N,lagni. l(rl).
(ìtot',txxt N'I,tRta Tlr,\ui\t.t, Il 5't,corttlo Lihrrt dt'RiL.ercatt'& altri \hui Copritti, NapoJi,
(larlino, 161); ccl. r.r.rocl. a cura cli oscar,\'lischiari, l9(r4: ed. fìcs. Irirenzc, Spes, 198-1
(Archivum Musicur.n, )6).
F nAN<.tlst-t l lìt l<;xr lNI, Jr'/i,,a tle L:arli pdssdggt stcontlo l'trso tnodcrno, pcr cdt/lttr(, (, :t./onar(,
cott ogti .trtr/t tlc.rtru»ttt'rt/i, tlitistt ltt tluL'ptrti, N{ilan<1, L<trnazz<',,16201 ed. facs. a cura
di CìLrgliclmo Barblan, Sala lìolognese. Arnaldo lrorr.ri Editore, 1978.
Iilì,\Nt.l,stltl l\'1AlììA lli\SS,\NI, Lt'zt:otti tli (,ott/rapptuttrt futte dtt Frrtnccsttt lylaria Bttstatti cott
alctrttt'Toccu/t' c uorf ututlrtgttli rotti tla Orazict Btssatti suo lzb, Ms. autogralo in .{o, di car-
tc 22 che si ffova in fine clel (.odicc nrisceilaneo n. 8c). Bologna, Mrrsco Intcrnazionale
c Biblioteca della Musica. C.8) (Olirn Cocl. 089:l )),1621.
Di\Rl() (lASl-Ìll.l.(). Soua/e ()trtccrlutc t'rt stil ntotlt,nto. Libro prirzto, Venezia, Cìardano, l(:l21.
Vtlr;lxztl ÌJtlNtzzl, Alt'ttttc rryerc tli ,liuersi atrtori a tliuc,rsc t,rtci, pos'saggitt/t: prittcipalntan-
tc pcr la t.'iolo hoslardtt, ttn {u'tco pc'r ogni sorlt,tli :/rotn.e n/t, a tli t,oci dt \1'nt.t,uzo Bontz:t,
Venczia, Vinccnti, I (r2(r.
Cìttlr',txtrtt(ìltttlL-,trr'ttl Kr\l)slllrR(ìiÌl\,1-lbroTarzo D'ln/ttt,olatttru tli Chit,tronc L'()n 5il(: /du()-
l('pct'sottdr sopra la purtt'lel .9ig. Clio (ìirolalto Kdpspcrgcr Nobile Alt,tztdtto. lldccoltl
IìL(ìO1,I RLN SUONAIìL L (]AN]'AIì.I,

cldl Sig. Michale Prlull Nobilt,uenciiono.lìoma, PriLrli ,1626: ecl. facs. a cura cli Irranct'r
Pavan, Sala Ìlologncse , Arnalclo Folni Eclitolc, 2009 (Bibliotheca N'lusica Bot.tonieusis.
Sczic,ne lV n.81). Lunica copia acl oggi conosciuta di quest'opera è conscrvata presso
la \ile tJniversitr, l\{usic Librarv (US NII) con il nunrcro cli catakrgo Rare NlI,{2 (15'l
K17 + bk.l.
(ìtRtlt.,tlttl Irtttlst.tlS,\t,nl, I/ seconlo libr,., dt loct',t/t', Litn:o//L', t'trti tl'htnni, Magui/icttt,
gagliartle, crtrren/i t'l allrt'partltt'tJ'itlat,oltttut'd rli citnbalo ('/ orgdtto, Ronra, Borbone
I Borboni], 1627, 16)12.

D,lnl<t Clas'llt-t-ct, .\ondte C'ottr:crtott,irt slil ntodcrtto. Librc., sccondo, Verrezia, Magni, 1629.
BARI'()l-(),\llr() N{()N]'ALI; ANo, Sinfonir,ad trrto, c doi uir.,lini, a tloi, t' /roltbone, trtrt i/ porti
n/(n/o p('t /'rtrgruto, t'on alcunc tì quallrct\lictla.Palerrno, N{arit-rgo, 1(r29; ecl. facs. a cura
cliJ.uigi Lupo, Firenzc, SPES, 1997 (Archivr-rm l\{usicum, 80).
Ic;x,.tzlo Do^.r\Tt, ll sccr.ntlo llbro tlt' »tolcltl d uocc sold tl'lgutio Dottù| iltdc\tro di cap'
pclld dcl ltrotuo tli lvlilano pcr cltrcotlottt'tlc /iglirtli et ./igliolc 1...) t,Pera lacitua qullt'tLt,
\renezia, Vinccnti, 16J(r.
,\,tAlìtN N,lultst,r,tNt,, llrtntonic \hiuarsa/la, coiltcndn/ lo thcorlt't'/ ld pratique rlt'la tnusiqut'
f...1, Parte l. Paris, Cramoisy, 163(r; Parte II, iai, Ballard, 16)1 .

('/ ('orrcn1(', hallt'tti, t'lttccr»tt', passaghttgli. Di Girolamct Fres«tbaldi organtsta in .\. Pienrt
di llont,t. Libro P.",Iì,onra, Borbone [Rorboni], 1r.i7t.
(ìtttctLi\lttl FANTINI, Motlo pt'r intpordrc (t son(lr('di tronba ldn/o tll guerru Quattto Musi-
co/ntentc in Orgatto, ccn trr.»ttba.\oillnd, co/Cùtbdlo, a ogt'altro tstrurttt'tttct. Aggluntr,tui
tttol/c sondte, comc Ballt'tti, lJruntli, Capricci,.9ardlcanJc, Corren/i, Pa/taggi, c.\r»talc c'ort
ld Trr»tba, & Orgarto ittsie nte, F'rat'rcofbrte, Vuatsch, 1618.
Br\lLl1 )l-()\lI]() D[ SLLÀ]A E Sr\Lr\\]LlìD:l::-,Canzr.tttl Ftntasit: t'/ CorrautlDa suondr dd una 2.
). 1. Con l)asso Cotttirttro, Prirttr,t e .\c't'ondo Llhro,Yenezia, Magni, 1(r18.
Ctttr',lxNtBr\TTISI',\F'itN'l',\N,\,SonalcA1.2.) pcril\/iolinct,ctCornal/o,Fagolto,C'hitar-
rorte, \tiolottt:ino o sintllc oltro Istrontanlo,Yenezta, Magni, 1641.
.ltttt,t,ll Axntll,\s tllrRlls'1, Mustctt ntc,lartr,t prttttlctt ut'L't'o utttttirra tlc/ buon conto,
Niirnbcrg, Dùmler, 16.{2.
'T ui/ne ntt,ttt Kahinct, \'o/ Pat,anctt, AlntortrÌen, Sarbandert, Cr.turdnlcn, Btrllctteu, ln/radot,
Airs &c., Amstcrdam, Matthysz. 1.614-165J; cd. mod. a cura di Rudi A. Rasch, At.trster-
clanr, NlLrzickLritger,c'rij Saul B. (ìroen, 1978
(ìtor,,rNNt AN'tr rNtt.l Burt.Ktlt, Cotuposltlout utttsicali, [at/e pu sot/dre tt.tl fagotlo solct,\e-
nczia, Vincenti, 16.+r.
l\'lAIì(.() Ut;t.ttt-t.txt. .\ottdtt,Corrcnti l:t Arlc Do I:drsi on diutr.ti Strontctt/i sì da Camcra,
trtntt ,ld Chtcsa ,) rno ti (lLlc, €- à trà. op. IV, Venezia, Vincc'nti, 16'15.
r\1,\R(-() U{.t.t-t-t-tlt, Sotto/t,out'r CatxottiDo Lursi tì \'io/irto.9c.,b, & Bassc.t (-r.»ttittzro c'rp. V,
Venezia, Vincc-nti, 16J9.
.l)hlì( ) (.1 \IOl.ll P;\(llllNT'lA" 18,

.f tx PI-,tt'rroÌìt). ,4rl lrttrrttlttctlr»t to thc skill rf Nlusit-k,l.onclor.r, Godbid, 1651, 16111 .


rtt
Ctttust'otrt l;R St,\lps()N.'l'hc Dit.,itiott-\/iolist, Lonclon, Codbid, 1(r)c); ristamparo conre
Thc Dlt,isiott-1'zol. l-rnclon. Godbid. l(165.
Ilr,lt<;lrll Dti IIA(llt.l.\', RctttartTut's orricust,s sur /'ar/ Je biert (.ltun/er Et pdrtiuliar'(r/(,t7t
pot/r cc quillt'gorJc'Lt,Cltant ltrunqtls, Paris. Ballalcì ct IJienlzrit, 16(r8.
Sl'lRIDIrtN N''l()NTII (l,lttltt,t.rt, Nout lns/rttctio pro pulvttLlls orgtutt:s, s:pincl/t:s, tndrtuchor-
dilt & c., ^ Pars Print,t, Banrbcrg, lnrmel, 16J0', Parr Secunda, Bamberg, Scyflert, 1(r71;
Pttrs T'crlia e Pars Qudrltt, V/iirzburg, Sallver, 1615/17: ecl. n.rocl. in due volunri a cura di
Ildoarclo tsellotti, Parti Plin.ra e Seconcia, Roma, Anclron'recla Eclirice,2001 200)l Parti
Tcrza e CJLrarta, l-atir.ra, Il Lcvantc Libreria Editrice, 2008.
'l'ltt'Dluistt;tt )/ioltn: cottlttitttng A Choice (lollcctiott of Diuisiott.r trt ,t ()round
fi.,r thc Trt:blt'-
\i o li t. lrc»ndctn, Plal,ford, 1(.8,1.
t

.Jtl,lx Ìlrltlssll,i\ll,'lMi/(; ,lc la \tiolc, qul «tnlit,ul Urtt Dissartattoit c?/t/:LttsL !ut' \('il ()t't:liltL
[...], Paris, llallarcl, 1687.
\\kll.trc;nNt; (l,,rst,,ttt PlltNt z, (bntpenlium rtusicac lu quo bret:iter oc .rucclnclè cxpliauttltr
t'l lratltut/ttr rtutnitt cu, qttot'dd Odet arti/ictosì'«»ttpont,ntldtt rcquiruntur, Cuben, (ìru-
berrr l(r(r8; ristanlpato ecl anrpliato cotr,e Contpt'ndiunt ntusicdc sigtatoriac t'/ trotlula/o-
rirtt' ur.tcdlìs I.. .l, Dresden, Mieth, 1(1892.
'I'ltc
St'cott,l Pdrt rl'l'ltc [)it.,tsiott Yiolin. «tntaining thc nt'tut,st Diuisions upctrt Crouuis for
tltc \tiolùt [...]. Lonclon, Pla1,lbrd, l6c)l; rl., Walsh, 170){.
(ìt-tlttt; Fnlrrtllitc.tl [1r\r"-DLI-, cantata Arxtitla uhbattcknatd HWV 105 (prima esecuzionc
lìc»ra, 1707), in ()crtrgFriclrit'h IlriuJc'ls\Vukt'ftlr dic Dt'utscht'Ilintlclgercllsch,{t,Lll
A,l,eipzig, Stick und Druck cler Cesellschaft, 1888.
.,\tttt,,tNc;l-t-<l Cottt,t.t.t, .lontte a \/iolhto c \,'iolonc o Clnthalo Ji Artungt'lo Corelli Dtt F'u
slgtttttto Opt'ra Qutiuttt Pttrta Printd Troisit'tttc LtJitirtrt ou l'on a .loittl lt,s ,tgrét,rxt:tts tlts
tltloglo tlt't't't otrt;rog(', (y)tt/Pot(zp,tr M.'A. Corclli ccttttrnt'il lt's fout',An'rsterclarn, Iì.oger,
1710; erl. l'acs. a cirra cli N4arccllo CrrstelÌani, Irircnze, SPHS, 1979 (Archir.unr Musicunr,
2t).
Irti,,txt;tltS Cotll,lllìllr-, l,'Art tlc tottcltt'r /a claut't:itt, Paris. Iìoucaut. 171(r; lD., Ì)aris. Boivjr.r,
tt\/'.
.lt)ll,\t''N Sltl,tSll,tX Br\(lll..tci.\oltt à\'/iolitto senza l),ts.ro dc('oillpLtgltttlo. Llhrrt PriDtr.,. Dd
loh. .\ch. B,tch. a[nn]o. 1720, tserlin. Staatsbibliothek Preullischcr Kulturbesitz (D B),
Nltrs. nrs. Bach P cXrT; ecl. lircs. a cula di Julia l:iscl.rer e Sven Hicmke, Laaber', Laabcr'-
Verlag. 200(,.
Ptlllìl'lì,\Nt,l,S(.() l'()sl, Optnloni lc' cruttctrl anticl:i, t, ntotJcrrti o.rlcno osscrt,azictttt sopra il
ctrnlo fi,qtruto. Bologna, Dalla \trlpc, 1723.
\Ytt.t.t,tlt BAIJLLL, Xll Solos, I'-or ,t \lioltn ur Ilautltol, tt,ith a Bass, lgur'l fttr tht Httrpstcr.trl
Wltl: propt'r (iratt's atlaptd lrt ucb rLloglo 1...). Pdrt tht,Flrst c Par/ the .\cconl r{ hts
P o s I l: t t t t t r.r \Yl » l: s, Lon ckrn. Wa sli. ctr.1l 25.
t r t I
186 RIr(ìOLL l)lìlì BIiN StJONT\lll:. lr (.AN'lAIìL

(ìt:«rttc; Plllt.n,t, Tt,t.trt,txi'1, Sonutc ùlatodlc'ltc Op. Xlll, Hamburg, s.e., 172E.
(ìt,oRc; PIIll.il,t, Tut.t,rt,,rNN, (,ctrrtirttttttit,trt tle.r .\t.trtttta.r rxéll-.oJiqut's Op. Xlll. Hamburg,
s.c..ll)2.
l DIr M()N1'lt(,t.AtR,Print'tpts clc Mtrsi,luc Diulscz ('n qttd/rc p,tt'tics [...),
N,ltt.ttt t- Pt(;x<.rLt
Paris. Veuve Boivirr. 1716.
,1,\NN AD()l.lì Sc.tttlttlt-, lettcrzt anonin'ra in <<Dcr Critiscl-re Musicus>>, nr,rmero VI,
.l()l
11 .Ot .11)1 .

I'ìlìr\Ntllsr.o (ìt,rttxt,tn-t. llulcr.ft».plat,ittg 1n a trut' /dsle 1...1. Opcra 11J11, I-onclon, s.c..
ca. l7-{8.
[ìlr;\Nr.t]sco (ìl,rttxt,rNt. A'[ì't,ttist,of (iood'l'astt: in tha Art rf Mtrslck, L,ondor.r, s.e., 17'tr9.
'I'hc
[ìtì,tNt;LrSt.«t (ìt,rttNtnSt, Art ctf Pldt,ittgcyt tht'\liolirt 1...). Opcrd /X, Lonclon.John
sor.r. l7) L

.JollANN.f()A(.tìt\1 QuANIZ, \lcrsut:h cinc'r Attrat'lsuttg, dia l:lii/c traut'rsiàrt'ztr spit'len 1...),
Bcrlin. Voss, 17)2: tracl. iraliana a cura cli Sergio Balestracci, Lucca, I-ibrcr-ia Nlusicalc
Italiana, 1992. Qucsta c-dizione si basa sulla tracluzione italiana settcccntcsca presente
r.rella collezione cli Padrc I\'lartini.
l.tl11prtltt,\,ttlZ,tltl'. \/t'rsuch eincr griìnllicl:ut \/ic,lin.rclrzilr:, Augsbtrrg, Lotter, 175(r;
Augsburg. I-otter und Sohn, 1787r; tracl. it. a cura di Cìiovanni Pacor, (ìaeta, Fld. (ìe
loglilìco, 1991.
9t,tAss- F'tt,lt,ntttt.t I A(ìRl(l()LA, AnLt'i/uttgzur Singt'rkurz.il, Bedin, Winter, 17)7.
.f

CAR L Pt I il.t l)P ENI AN Lllrt. B/\( jI I. \'t .\on atts pour b C/at,ecin ttut,t' tlt's rcprlscs uarit't;cs,I)er-
lir-r. Wirrtcr, 1760.
LABut., I-L IrtLS (51\tNl-SI:\/lN lctslpt i,B,tnNABIt), Principcs tltt Yirlr»t pour dpprotrlrc /c
tloigl/ tla cat ittttruntt'rt/, ct lcs ,li/férens tgrLtltots Jc,nt il cst strstt'ptiblt'1...) P,tr M.r
l-'Abbé lc l:ils Or,llnairc tlc I'Acadtimit flot'ale lt'Muslqttt', Paris, s.c., 1761.
Cr\tìt. Ptut-ll,p liNt,\^-r.JIrt.IlA(.It, f'clsach iibo dic uahrc Art tJas Clduit'r zu tpit'lcn.1'trirna
pa1tc, Berlin, I Icnning, 17)l; scconda parte, Bellin, Winter, 1162; et|, tnod. in italiano
a cura rli Gabriella Gcrrtili Vcrona, Milanc'r, Ctrrci, 197i, lt)c)1.
C,\tit.Ct Zttt:<l,Uìl, Tht, trut,Nlcthod o/'Pla1'lngatt Adagio Lladt'Eust, bt' /u:cluc [:xatqlcs 1...).
A l d p t cd for t h os t' u; h o .\ t u rh' t h t' \/ io l l u, l-onàon, Brcur ner, ca. lJ 62'
Ì:R,qxr.uscti At.i;,\tt«lt't't, Sdgglr., sr,tpra /'opod in ntrsica. \'cnezia, Pasquali, l7)); altra edi-
zione: Livorno. (loltcllini. 17(rl.
Cf tRìSt'ftt,f t\tIl1.l.tB,\t.D Clt.trt.X, Alccstc. IiLtgt,rlia Mt'ss,t itt rtttrsicd rlol .\igtr,rt'Cut'oglit'rt'
().rstoJitxt Gluck. Detlit:dtd d .lild Alttzztt rt'alc, l'Arcitlucd Pictro Ler4tr.,ldt.' (ìran Duca tli
'l'oscano ('1 . (tc. clc., Wicn, De Trattner, 1769.

.f ctttN Il,t§'xtNS, -21 (,crzcrdl Hlstorl' o.[ thc .\cicnce attl Practicc o.[ NIurit., L<»rdorr, Pavnc
ancl Son. 177(r.
(lg,tttt.t,s Buttxt,t', A Ct,nc,ral I ltstort, oIhlusit', frott tht' I:arlicst Agas /o lhc Prcscnt Perirtl.
.l rloll., Lonclon, Payne & Son, Robsor] & Clark, Cì.GJ. & Robinson, 1776 1789; ed.
.l)l:lì( ) (.1 \/( )t.lr l)r\(lll;N'l-l ;\" 187

mocl. a cLlra di Iìrarrk Nlercer, i.,ondot't, (1.'l'. Jror"rlis, 191); Neu, \brk, Ilarcourt, Brace
.,\ncl Co., 1t)15; rist. Neu' \'ork, Dovcr Publications, Inc. 1957.
.J()t tANN Ao,rtrt l{tt,t.uì,,tcry'.r.r' italluischa Aricn ucrscbit'tlencr Kortponlstett, tui/ tler Ar/,
.rte itt .ringttt trnl zu ut'nitttlt'rn, nch.r/ cirtcr kurzatt An/ei/ungfiir lia, tllc der italicttischttt
.\p rd c h a n ì c'b t ku t t tl i g s i tt tl, Leiytz-ig,, I u niLrs, I 778.

.lt)Iti\N^- Att,irr,t lltt.t.tl.R, Anu,tistutg zutt ntttsikdli.rchzicrlichc'n Gt'sangt' tnit hiul,irglicben


Ilxctnpt,ht t'rliitrtt'rl,.[,cipzig, [ur.rius, 1780; tracl. inglese a cura di SuzanneJ. Beicken,
Ur.riversitv of N4arr'land, (ìambridge, Cambridge Universit-v Press, 2001.
(ìtusuppt N{Attt.\ CANlutNI, ,\ix.\ondtes Potrr \/iolott et l)assa, D'unc lilfitulté Graduel/t',
Pottr scn:ir I'l",tutlt'dux Anta/t'trrs, uut't- des i\otes strr le Caractt;rc,lt chaqut'Morccau et
lc .9tt,lt' tJc lt'trr l:xtt'uliott, Paris, Porro et Baillon, 1786.
Dr\NÌ lll. (lr ll't't.t lu 'J'ii nx, C'/,rzrrr'rscl:trlt,, o,lcr AntL'eistlng zt/ill Clauit'rspt'cle rt /iir l,t'bre r und
Lt,rrttrtJc [...ì, l.eipzig, Schu,ickcrt, ]789; l{alle, Hcr.nmerde und Schri'ctschlic, 1789;
cc1. accrcscilrta 1802r; ed. n'rod. in inglesc, radr.rzione e note a cura di Raymond II.
tl.,
Haggh, LincoL.r, Univcrsitl'ol Nebraska Press. 198J.
IrRANt.t,St;rl ()i\l-ll-AZ7.t,l:.letterttl tcttrico-prdlit'i di ntusittt cot't Lltt saggio sopra l'arte di suo-
ttorc i/ uìoltno tuttilizzttt(1, ed a tlintos/rabili principi ridotta, opcra utilissinta a t'ltiurtquc
t,trol appllcorc con pro.fit/o,tl/d tttusica, t'speciahttertte d' principidnti, lilt'ttanti, c Prcfes-
sori tli t,ic,lino, r,ol. I, Rorna, Pilucchi Clacas, 1791; vol. Il, iui 1-71)6'. r,ol l, Ascoli Piccno,

Carcli, 18172.
.lu,lN-lJat,L ts'ft CAIìT'lnì, l,'Art du \/iobn, Paris, Dcconrbe, ca. liL)5 1lL)8.
Ptul'nrt Nan»tNt, \/ll Sonalcs pctur\!iolon ct I)assc,tut't lcs Atlagios Brctdés, Paris, Cartier-
Decon'rbc. ca. 179)'18()6; ed. mocl. inJF-,,\N B;\rTISTu C,tnTtltt, L'Art tlu \/iolr.,n che
conobbc trc diffcrenti eclizionir cd. rnod. di sei sonate Six sonates à uiolr»t seulcl basst',
dt,t't'lcs atldglos brodtts 1...) étlttiort d'dprì:s lcs Lldauscrits C)rigtnaux dt'I'Au/eur,Paris,
Dccon.rbc'. s.d.l ed. mod. 1/11 Soaa/as pour\liolon et Basse pttrP. Nardini aut'c lcs Atlagio
Brrtltl.t. Dt rttitrt' l:tlitiott I'dpròs lcs \4attusuits Originaux Jc l'tluteur, Paris, Deconr-
be, s.cl.; ed. lacs. a cura cli Irnlico Catti, realizzaziotrc c restalrro di Carb Denti, con
unApper-rdice conlprìr-ativa cli sonate r.nanoscrittc incditc, Bologna, Forni, 2007. La tct'-
za edizionc clcll'antologia di Cartier e le duc succcssive ristan-rpe separate si delrbono
collocare - in base alle nrie ricer:che - lrai1 22 diccnrbre 1800 ecl il 20 maggio 180(r (cfr.
introcluzione, p. VII). Tuttc Ie eclizioni furono postunle, essendo Nardini nrorto ncl
llL)).
l\,{tt-ttt-l \\(tr-ollt,tH, C,runtlc i\|éthrilt ou Elude Elantert/olre Pr.tur I.e \\olon [...], Paris,
C.ocl.ret. ca. 1800.
B,\tìtt tt.t ttttt( ) (lr\,rtt)A(ìN( u-t, Noru:tlla Nlétltilc dc la Mt;coniquc Progressiut' du Jcz da Yio-
lon 1,...). Op."2l, Leipzig, Breitkopl'& Hiirtel, 182.{ (edizione bilinguc in irar-rcese e
tedcsco); irl., Niilarro, lìicorcli, 1827 (in it'anccse c italiarro).
r\xT<txttt C,tt.ut;,\tu, Modl gcttcrtli ,lt'/ r'autr.t prutte:sl dlleMttnttrc porzioll r,ttdc dtlornart'
rt rifìorirt, lc ttttdt () s(u/pll('i Mclotlie o ()uttilettc giustt il trc/r.tdr., tli (ìasparc Put'tltiuotti.
188 llIr.(ì()Ì.lr I)l,lì BliN StJ()NAIìlì l: CAt.\Tr\tìL

lVl ilano, Iìicordi, l,8l(r


CìttlttAxxt Ilr\l-flSl'A Vt<l't"t t, (liut:rt's cltorslcs dc \1io//i, Conct,rtos pour \liolon Princlpa/
1...) EJltiott llt't,trt', (ttrrigt;c, Doiglia ('/ tuu?ot(;(,par C/,arlcs Dant'lu Pntf,'.s.s,'trr att Lott-
st'rt'd/ttirc', ]raris, Chatot. ca. 1ti75.
Kr\tì1. l)t'T-[]tìs \()N Dtrlt,tist)lìt,, 77:r, arttr.tbiograpb),o.[ Korl uon Di/tt'ttcÌrtrf. llcprint rtI
/ht'lE96 crllti,,n.'l.run.rlatcl fi'olt tltt Gt,rutun bt: A. D. Cctlertlgc, Ncu,Yolk, Da Capcr
ì)rcss. 197().
l\'ltxNtt, Ac;Nt,s L,t.,rttrti, 'l'ar/ltti's Itttprount,rl Orttontt,ntatiott, as lllustrutccl h1, M,71rt,t.r','1rr.,
tht'Bt,rkclct,Collt'ctiort of'Eightccttth LL,ttturl, Itdlian Instruntr'rttal Music'. Thcsts
J'ru.tttt
suhttt/llctl itt pdrttrtl stli.r.factiort of lha rt:qulrautcttts frtr thc Jt'grt'a r1[ Nlastt'r of Arl.r ttt
,'\Izr.vZ'. lle rl<elq', Univcrsitv of (.alifbrn irt. 1962 (non pubblicara).

Vtxt.t,xl' Dttr;rt,l's, NttNr"tt, A. llt.tttt,n con 1'assistenza di Plt,,ttt.ut(ìl I)tit R()Btrl,l.t e la


lltlt'llllx, 'I'l.tt'utulit'Cattlog oI d Ìv4anuso'rpt Collcctlott
prelazione cli D,lVto / I:tglttc
cnlh-(.ctt/ttt, l/alitttt ln.ttrultt'n/ttl l.4ttst'c irt tl:e Llniut'rsi/t' o/'Califitntza, Berkelc,,', Uni-
vcrsit)' of Crrlilòrnia l)ress, 19(rl.
l)At,ttt Bttyrtll, Cort,llt's Sokt \/iolht Sottatus, Gruc'J bt,Dttbourg,in Iìertskrift .[ans Pt'ter
L,trst'tt, a cula cli Nils Schi«rrring, Copenhagen, \X/. IIanserr, 19r-2,pp. lB-125.
DAVII) IJtlYnl,x, 'l'lte Oort'lli'Sold Sott,tt,tr artl'['hcir Orrttntental Atltht/on: h1, Cr»'c'llt,
('cntiniani, Dubourg, 'I)trttni, utJ the 'Vtlsh tlttotl'ltotts', in Music'a dn//:tlud f:uropit:
ortatt/olis Attd sclottifìct, n. ),7L) r-2 Qt cura di .Jerz-v Wi§niorvski), ;rp. 591-607.
(lt.tVl Btt<ltl'x. Ft'rdlrtarttl Dtt'id's «litiort: rf Bet,thout'n, in Puforutirtg L)ecthout,tt. a cLrra
di lìobin Stou'cll, Cambridge, Neu.\'ork. Cambriclge Univcrsity Press, 199:l (Sturclies
i n l)cr1ìrr:r.nance Practicc).
Exntr;cl (1,\'ll'1, Ì\cl rolco lcllu tradiziotta italiana; «l-cs Adttgirt: brotlt;s., Lli Pictro Norllni,
nt Plt'/ro Ndt,lirtt ttlolirtl.rta c co17/potilorc, Atti del convcgno (Livorno 12 febbraio 199-1),
a cura cli l]cdcrico N4alri, Lir,or-no. 199(r (Quaderni clclla Labronica n. (r.{).
Nl tt;tt,tlL l',rl url't', Anttu LIurid's Parthook,in Mtrsih an ,Jt'n \/erteziani.rcbLu Ospctluli/Kon-
scruttlrrtt'rt t,ont 17. bis ztot friihtr 19. .lahrhutttlcrt - l-a ntusltit nt'gli ospcrlt/t'/trtn.raruatr.t-
rt ut'ttcziatti .frtt .\t'ict'rtlo t' ittizio O/ locanto, Roma, Edizioni cli Storia e Lette ratura, 200.{
(Collana Cìentro Jèdesco Studi \rcncziani).
LLYL,\ St.t tat'lc;t I, Orttantctt/it'rlc \lolirt.rott(tlctt uotl Fr,tni Rt'tttla. Kon ttxl-Artah,sc-Pr,txls,
Diplonrarbeit, Ilasel, IVlusik-Akadenrie cler Staclt llascl, Schola Cantolrrm Basilicnsis,
200(r (non pubblicato).

Potrebbero piacerti anche