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Il pane più antico di cui si abbia certezza risale circa al 12000 a.C.

ed è stato
ritrovato in Giordania: veniva preparato macinando fra due pietre una miscela di
cereali e mescolandola con acqua. L'impasto finale veniva cotto su una pietra
rovente.[1]

Intorno al 3500 a.C.[senza fonte] gli Egizi scoprirono la fermentazione, con cui un
impasto lasciato all'aria veniva cotto il giorno dopo; ne risultava un pane più
soffice e fragrante. Per gli Egizi il pane non era solo una fonte di cibo ma anche
di ricchezza.

Gli Ebrei mangiano pane azzimo, "Matzah", in occasione della commemorazione


dell'esodo dall'Egitto: l'uso del pane non lievitato è simbolo dell'accingersi a
intraprendere il viaggio, data la rapidità della preparazione e l'ottima
possibilità di conservazione di tale tipo di pane.

In ricordo dell'Ultima cena di Gesù Cristo il pane azzimo, sotto forma di ostie,
viene utilizzato nell'Eucaristia da alcune confessioni cristiane (cattolici di rito
latino, luterani), mentre altre Chiese (riformate, ortodosse, etc.) utilizzano pane
lievitato.

Dall'Egitto l'arte della panificazione passò in Grecia. I greci divennero ottimi


panificatori, ne producevano più di 70 qualità. Aggiunsero alle ricette di base
ingredienti come: latte, olio, formaggio, erbe aromatiche e miele. Furono anche i
primi a preparare il pane di notte. Un tempo nelle campagne ogni famiglia o gruppo
di famiglie faceva il pane in casa.

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