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L’azienda Renna s.r.l. ha fatto proprie tutte queste esperienze, confezionando da generazioni le sue
specialità e mantenendo i profumi e i sapori secondo antiche ricette.
L’azienda Renna s.r.l. è un’industria alimentare che da oltre venti anni opera sul mercato nazionale
ed internazionale con la produzione di specialità alimentari scelte e confezionate con i metodi più
tradizionali e genuini secondo la tradizione mediterranea.
L’azienda Renna s.r.l. dispone di uno stabilimento di 6,000 mq coperti per la lavorazione di prodotti
ittici .Tradizione, esperienza, particolare cura nella selezione della materia prima e la forte capacità
produttiva dei nostri impianti, ci hanno permesso di raggiungere importanti traguardi di fatturato nel
mondo.
Saverio Renna, il suo fondatore, è stato da sempre abituato a cercare in mare le risorse di vita e a
sfruttarle e conservarle per affrontare le stagioni più fredde. Nel 1976 decise di avviare, a livello
artigianale, una piccola produzione, alici marinate da distribuire nei comuni limitrofi.
Nei primi anni ’80, fu avviata la prima sede industriale e, con l’aiuto della tecnologia, una nuova
linea di prodotti all’olio di oliva venne diffusa in Italia e all’estero .In seguito Saverio Renna,
sempre alla ricerca di nuovi traguardi, ha creato la linea refrigerata delle “Specialità del Mare e
dell’Orto”, conservate in olio di semi di girasole, che ha riscosso successo a livello mondiale.
La creatività, l’innovazione e la passione che da sempre la animano, hanno fatto della Renna S.r.l.
un’azienda in continua evoluzione e costantemente alla ricerca di prodotti di alta qualità che
soddisfino i gusti di una clientela sempre più raffinata ed esigente.
Oggi, il team della Renna S.r.l. si adopera affinché gli odori e i sapori delle proprie prelibatezze
siano presenti sulle tavole di tutto il mondo.
È un momento di particolare importanza, sia per l’aspetto igienico, sia per le caratteristiche
organolettiche che il prodotto assume.
Convenzionalmente il limite superiore per il valore di pH al cuore del prodotto è pari a 4,5 per
evitare eventuale produzione di tossina da parte di Clostridium botulinum.
Indagini microbiologiche da noi effettuate sul prodotto finito marinato con aceto e con l’aggiunta di
acido citrico e sorbato di potassio, conservato a +4°C, mostrano una popolazione batterica composta
da batteri lattici dell’ordine di 104, 105 ufc/g, nettamente prevalente su altre famiglie microbiche,
appunto per il basso valore di pH del prodotto.
La ricerca di contaminanti fecali (Coliformi fecali, E. coli, Salmonella, Clostridi s.r.) di Listeria e
diStafilococcus aureus ha sempre dato risultato negativo.
Solamente gli Enterococchi sono stati trovati in alcuni campioni, ma con valori non superiori a
103 ufc/g (ved. Tabella 5 e Grafico 1).
Se è vero che le condizioni microecologiche di questi prodotti sono tali da rendere quasi impossibile
la crescita di una microflora indesiderata, ciò non deve esimere il produttore dall’utilizzare materie
prime mi-crobiologicamente accettabili.
Prove fatte nei nostri laboratori per valutare la relazione tra carica salmonellare iniziale e tempo di
stoccaggio di prodotto marinato finito confermano comunque la tendenza del prodotto a "risanarsi",
anche se questo dipende dalla carica di Salmonella iniziale (ved. Tabella 6).
Da considerare inoltre che l’efficacia del valore di pH quale fattore limitante per la replicazione
microbica dipende dall’acidulante utilizzato: per es. l’acido citrico è meno efficace dell’acido
acetico nel controllo della Salmonella.
Ciò può essere attuato con l’ausilio di antimicrobici che agiscano in sinergia con l’effetto acidità.
In commercio esistono semiconserve acidificate a base di crostacei, prevalentemente di provenienza
dal Nord Europa e recentemente anche in Italia, con valori di pH = 5,5 che basano la loro stabilità
prevalentemente sull’azione di additivi. La flora in Batteri lattici e Lieviti di questo prodotto ha
valori medi di 103-104 ufc/g e la vita commerciale non deve superare le 4-6 settimane alla
temperatura di conservazione di 0, +5°C (Foto 11).
Particolare attenzione va rivolta al dosaggio degli additivi (Tabelle 7/8). Tra i conservanti organici
l’acido citrico, l’acido sorbico e derivati, verosimilmente non pongono problemi tossicologici in
quanto metabolizzati dall’organismo animale (12). Altri composti quali l’acido benzoico e i suoi
derivati, non essendo ancora noto il meccanismo d’azione, sono da considerarsi di incerta
innocuità (5). Tra i conservanti minerali sono da non sottovalutare eventuali sovradosaggi in solfiti,
il cui effetto tossico pare ormai accertato soprattutto negli individui carenti di solfito ossidasi per
deficit congenito e nei soggetti asmatici(1).
Potenziali effetti tossici potrebbero verificarsi inoltre per l’associazione tra acido sorbico e
solfiti (10, 17).
L’ambiente dove avviene la marinatura dev’essere a temperatura controllata con valori di +2, +4°C,
come per il prodotto confezionato.
In questa fase sono aggiunti surimi, cozze e code di gamberetti precotti all’origine e trattati col
metodo IQF che scongelano quindi nel liquido di salamoia.
Confezionamento
Se per le conserve l’ermeticità dei recipienti è un elemento indispensabile per mantenere la sterilità
microbica del contenuto, per le semiconserve è comunque requisito importante per mantenere il
grado di vuoto ottenuto durante la chiusura dei recipienti, sia in plastica sia in vetro, a tutela del
prodotto da reazioni ossidative indesiderate.
In genere il controllo si basa su prove semplici, di tenuta di chiusura dei coperchi, a verifica
dell’aggraffatura o della termosaldatura, senza il ricorso alle misurazioni strumentali, d’obbligo
invece per le conserve.
Nel caso si ricorra ad atmosfere modificate, recentemente ammesse in Italia anche per i prodotti
della pesca (ved. D.M. n. 209 del 27-2-1996), anche per le semiconserve subentra la necessità di
usare strumenti adeguati in grado di misurare la qualità dell’ermeticità.
Anche se non obbligatorio per legge, sarebbe buona norma per questi prodotti l’applicazione di un
sigillo tra coperchio e recipiente come tutela in caso di contestazioni e anche per cautelarsi da
eventuali sabotaggi.
In questa fase è importante verificare il corretto riempimento dei recipienti con liquido di governo
(olio di semi) e l’assenza di acqua.
Quest’ultima, per scorretto metodo di centrifugazione pre e/o post marinatura, se presente si
raccoglie sul fondo e può creare microambienti pericolosi, favorevoli per la replicazione di germi
indesiderati (compartimentazione microbica).
Le caratteristiche degli imballaggi dovranno rispettare la normativa vigente (ved. D.M. n. 572 del
1996), così come l’etichettatura (ved. D.Lgs. n. 109 del 27-1-1992).
Stoccaggio
Trattandosi di prodotti in recipiente chiuso, per le celle di stoccaggio basterà garantire il valore
costante della temperatura, compreso tra +2 e +4°C, e non l’umidità relativa.
Come per la conservazione della materia prima, anche in questo caso è bene seguire il principio
del first in — first out.
Commercializzazione
È un aspetto importante di questi prodotti la cui vita commerciale, come già ricordato, dipende dalla
temperatura ambientale.
Da recenti indagini effettuate da Golafossi et al. (14), in punti vendita per alimenti, risulta che il
18% degli esercenti non rispetta le temperature di conservazione dei prodotti.
In particolare, alla temperatura di conservazione di +15°C, si è notato che a fronte di una carica
batterica mesofila aerobia e lattica solo leggermente superiore al prodotto conservato correttamente,
pur mantenendosi il pH < 4,5 il prodotto subisce modificazioni organolettiche notevoli:
sbriciolamento, presenza sul fondo di materiale vischioso, bombaggio, odore di rancido,
imbrunimento del prodotto (ved.Tabelle 9/10 e Grafici 2/3).